lunedì 31 ottobre 2011

Ma la maggioranza della popolazione come ci vede? Sul caso della donna lesbica alla quale è stato negato di donare il sangue perchè considerata "a rischio".

La notizia non è nuova, nel senso che non è la prima volta che l'orientamento sessuale determina il discrimine sul diritto di poter donare sangue oppure no. Purtroppo non tutto il sangue è donabile. Io per esempio sono microcitemico (i mie globuli rossi sono piccoli e rugosi) e dunque il mio sangue è inservibile. Il sangue poi può essere infetto. Gli screening sono efficaci ma c'è smepre l'effetto finestra (il tempo che trascorre da quando uno si infetta e quello in cui l'infezione è rilevabile dagli screenings). Così se io ieri sera ho avuto un rapporto sessuale non protetto e mi sono infettato con l'epatite, e domani dono il sangue, l'infezione non verrà rilevata dagli screening che cercano marcatori che si sviluppano solo alcuni mesi o settimane dopo l'avvenuta infezione. Quindi si sono inventati un questionario molto empirico e poco scientifico nel quale si chiede al potenziale donatore con chi hai scopato? Fai uso di droghe? etc. Sperando che il potenziale donatore risponda sinceramente. Se io, nell'esempio di prima, mi vergogno di quel rapporto occasionale avuto (omo od etero che sia) ed è in effetti il primo e unico che ho avuto in vita mia potrò rispondere al questionario che no non ho rapporti promiscui senza mentire troppo visto che è l'unico rapporto con sconosciuto\a che ho avuto. Il pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali riguardo hiv e altre infezioni sessualmente trasmissibili è duro a morire. Si dice che le persone omosessuali, i maschi gay soprattutto, sono statisticamente più promiscue di quelli etero e quindi statisticamente il loro sangue è statisticamente più soggetto a infezioni tanto che in paesi come i democratici USA, e la gayfriendly Gran Bretagna vietano a priori ai maschi gay di donare il sangue. Una discriminazione e una assurdità logica perchè l'oreintamento sessuale di per sè non costituisce un discrimine sulle modalità di diffusione dell'hiv, tant'è che nella letteratura medica da ani non si fa più riferimento all'orientamento sessuale ma solo a rapporti sessuali omobo-bisex o etero. Così mentre Marco Gabrielli autore di un articolo pubblicato nel 2010 su Vita nuova settimanale cattolico di Trieste in seguito alla notizia che in un ospedale milanese ad un giovane omosessuale sia stato impedito di donare il proprio sangue afferma che
Da parte dell’area che difende i diritti degli omosessuali c’è chi parla di discriminazione; chi invece difende la scelta dei medici lo fa in considerazione del fatto che nella letteratura scientifica è riportata un maggiore prevalenza (numero di casi di una malattia presenti in una popolazione in un determinato momento) di malattie quali Aids od epatiti B e C che nella popolazione generale e del fatto che in alcune nazioni, quali Stati Uniti e Gran Bretagna gli omosessuali maschi sono esclusi dalle donazioni.
Marco Gabrielli mente sapendo di mentire, diffonde notizie false e per questo andrebbe radiato dall'albo dei giornalisti (se vi è iscritto) infatti i dati statistici forniti dal Governo ci dicono che oggi sono i rapporti eterosessuali quelli a avere una maggiore percentuale come riportato in una slide che vi ripropongo (per leggere l'originale cliccate qui

Nel notiziario dell'Istituo superiore della Sanità Volume 23 - Numero 12
Dicembre 2010 ISSN 0394-9303 possimao leggere:

Nel 1985, tra i giovani con una nuova diagnosi di infezione da HIV, il 92,2% aveva contratto l’infezione attraverso l’uso iniettivo di droghe, il 6,1% attraverso contatti omosessuali e l’1,6% attraverso contatti eterosessuali.

Nel 2008 queste proporzioni sono 5,6% per l’uso iniettivo di droghe, 28,4% per i rapporti omosessuali e 48,0% per i rapporti eterosessuali.

Quindi di che cazzo parla Gabrielli lo sa solo lui.

Ma quello che mi ha colpito di questo ultimo caso di discriminazione basata non solo su un pregiudizio ma su una considerazione illogica e dunque pericolosa visto che applicata da chi deve controllare la qualità del sangue, non è tanto la notizia di per se, della donna lesbica cui è stato negato di donare il sangue, ma i commenti pubblicati dai lettori in calce all'articolo pubblicato dal Corriere della Sera eccovene qualche stralcio:


Tutta la mia simpatia,ma...
30.10|19:07
Lettore_8487
Non mi sento di rischiare la pelle accettando la trasfusione da un soggetto che un medico dichiara a rischio. Oltre a tutto i gay ne fanno una questione di principio,e non è certo l'esplicitazione di una manifestazione di solidarietà. Non so se si impunterebbero nel voler donare il sangue ad uno stretto congiunto,contro il parere dei medici.
Tutta propaganda, dovrebbe esser chiaro
30.10|19:07
-indomito-
questi episodi appaiono solo come patetici tentativi di agitare inesistenti discriminazioni per fare passare gli omosessuali come vittime. Sono manovre davvero meschine.
        polemica inutile
30.10|19:07
fridrick
ecco che come al solito il terrore (perchè a volte è tale) della discriminazione razziale presunta o reale manda in escandescenza mezzo mondo!...fosse stata una persona normale
no, non è discriminazione...
e avessero detto che la considerava una persona a rischio non sarebbe scattato tutto sto casino..perchè?..perchè non c'è mai una mezza misura...il mondo ci ha fatto credere che o si discrimina il "diverso" oppure lui deve avere speciali diritti ed essere esente da episodi che possano tralasciare dei sospetti..e quindi ogni motivo è buono per far gridare..vi è mai capitato di non sapere come guardare una persona di colore per paura che questo possa interpretare "male" un vostro comportamento o una vostra frase?...
La paura naturalmente è del lettore perchè probabilmente la persona di colore nemmeno si è accorta del suo sguardo....

Insomma quello che emerge da questi commenti, oltre a non cogliere il senso profondo dell'assurdità di dire no solamente alle persone omosessuali (e non ai presunti comportamenti a rischio che il loro orientamento automaticamente implica, ecco dov'è la discriminazione, come se promiscui gli etero non lo siano) quello che emerge da questi commenti è un certo fastidio, per non dire insofferenza, nei confronti delle richieste di diritti da parte nostra, diritti che non vengono percepiti come una esclusione dai diritti che tutti gli altri hanno, ma la richiesta di diritti speciali che valgono solo per froci lesbiche e trans.

Forse dobbiamo cambiare il modo di comunicare e smetterla di usare l'aggettivo omosessuale in ogni frase. 
Certo non lo facciamo solo noi ma finché anche noi parleremo di matrimonio gay questa impressione certo viene confermata.

Poi, per fortuna, c'è un ultimo commento che rimette le cose a posto, ma è uno su 4, c'è di che non dormirne la notte...

Successo anche a me
30.10|19:07
GinevraV
Sono una donna eterosessuale, dono il sangue regolarmente da circa 10 anni. Una delle prime volte, dopo la compilazione del test, ho chiesto con sincera curiosità alla dottoressa che mi ha fatto il colloquio come due donne omosessuali si scambiano fluidi corporei (ero molto giovane). La sua risposta diretta e perentoria è stata:" lei è lesbica, non può donare". Quella volta in effetti non ho donato, la dottoressa non mi ha creduto quando le ho spiegato che sono etero. Sono stata considerata a rischio, per una domanda...Se avessi dichiarato di essere lesbica mi avrebbero forse dato fuoco nel centro donazioni. Comunque nel questinario i rappori omossesuali sono definiti a rischio. Certo che c' è discriminazione!


sabato 15 ottobre 2011

Il matrimonio non è gay ma io sì!

Di tutti gli issue quello di non catalogare sempre la propria vita gay in quanto persona gay è stata quella che ha caratterizzato da sempre la mia militanza gay. Una militanza, come ho sempre spiegato, che non nasce dal desiderio di affermare e reclamare i mie diritti, cosa che faccio ad ogni respiro, vivendo, ma nel ricordare con la mia testimonianza che l'omosessualità è un bene di ognun* di noi e non solo delle persone gay e lesbiche. Penso al maschilismo che preclude più agli uomini che alla donne  ogni apertura verso le persone del proprio sesso. Gli uomini non si abbracciano, non si amano (nel senso universale del To love inglese), non esprimono, né provano sentimenti.  Queste sono sempre state cose da gay e anche oggi che, a gran fatica, l'omosessualità si sta normalizzando, nel senso che sta iniziando a essere percepita come una componente dell'equazione vita, se baci un amico sei gay, magari represso, perchè il maschio etero non può avere in sé nemmeno un atomo di bisessualità, e se è gentile, affettuoso e cerca il contatto fisico è come minimo un gay represso.
A pensarla così sono prima di tutto i gay, quelli che hanno abbracciato lo stile di vita gay importato dagli States  quello ben rappresentato dal telefilm Queer As Folks (USA): promiscuità sessuale collegata alla mancanza di una stabilità sentimentale, consumo di alcool e di droghe, vita notturna nelle discoteche, attenzione per il fisico (che contraddice spesso un'effeminatezza affettata)   palestrato, un profondo sessismo e una sotterranea misoginia che diventa il vero collante della sororanza più del fatto stesso che piacciono gli uomini, una sensibilità per il frivolo, il superfluo e il pettegolezzo, spesso corroborata da un consistente conto in banca. Un'attitudine alle spese focalizzate anche in un commercio gay di prodotti inesistenti pensati per loro (come la compilation di musica classica gay che accomuna autori diversissimi per stile, epoche e musica, uniti solo dall'orientamento sessuale, vero o presunto che sia).
Insomma ho sempre combattuto le agenzie di viaggio gay, gli alberghi gay, gli ospizi gay, tutti quei posti cioè che sopperendo alla mancanza di quel che dovrebbe esserci in ogni hotel, ogni agenzia viaggi, ogni ospizio, cioè la gayfriendevolezza, forniscono sicuramente un servizio indispensabile, continuando però a permettere agli altri di non averlo (non ce n'è bisogno ci sono quelli gay). Gay è un concetto, una idea, una parola di uso difficile perchè non identifica un gruppo unito di persone guidate da una stessa visione del mondo, né da una stessa visione politica, o culturale, né economica o religiosa. L'unica cosa che rende simili gay e lesbiche, oltre al fatto che in misura diversissima, sono tutte attratte sessual sentimentalmente da persone dello stesso sesso, è la discriminazione sociale, lo stigma che ridimensiona e non riconosce i fondamentali diritti umani. Chi ne ha la possibilità economica si difende privatamente da questa sperequazione, riuscendo con grande fatica, ed esborso di denaro, a tutelarsi anche in situazioni di vuoto legislativo (coppie di fatto, adozioni, omogenitorialità) tutti gli altri, le altre, si arrangiano. Per tutti gli altri, quelli che non si sentono gay, non si riconoscono nel modello di vita americano, o che magari gay non lo sono davvero, le rivendicazioni gay sembrano rivendicazioni che non li riguardano, rivendicazioni particolaristiche, corporativistiche, fissazioni di una minoranza. Finché chiediamo il matrimonio gay, l'ospizio gay, il film gay, il locale gay, e non chiediamo di poter accedere al matrimonio, all'ospizio, alla cultura e all'intrattenimento, in quanto gay, ma negli stessi istituti della maggioranza straight (che significa ben più che etero...) saremo dei paria i cui diritti interessano a pochi. Ma quando affermiamo che non sempre dobbiamo specificare la gaiezza di quel che facciamo o siamo non significa tacerlo, nasconderlo o fare finta che siamo come gli altri.
La diversità abbisogna di categorie ad hoc, e questo è la strada che il movimento ha finora seguito illudendosi che la parola gay di per sé fosse garanzia di diritto senza rendersi conto che invece ci si è accontentati di avere il lavandino per persone di colore, più piccolo, più sporco e maledettamente diverso. La differenza invece proclama che tutti godono degli stessi diritti pur non essendo tutti uguali. Per cui il matrimonio è lo stesso e non viene riconosciuto alle persone omosessuali ma alle coppie dello stesso sesso (e non è la stessa cosa, perchè io posso essere un bisex, un ex etero, o quello che cazzo mi pare) e perchè è più facile dire che il matrimonio non è per i gay che negare il matrimonio a due persone che si amano.

Eppure, finché molti etero, anche friendly, continueranno ad accusarci di parlare di omosessualità in ogni secondo, che è come dire che un nero ribadisce ogni secondo il colore della propria pelle solo perchè mostra la propria faccia,   c'è bisogno non solo dell'orgoglio gay, ma di una continua rivendicazione non di quello che siamo ma di quello che non abbiamo perchè siamo discriminati per quello che siamo.
Io sono un gay che vuole lo stesso matrimonio degli etero e che non si accontenta di un istituto equivalente perchè non permetterò che alla segregazione razziale segue quella per l'orientamento sessuale. Meglio continuare a non avere diritti che avere dei mini-diritti solo per noi.

lunedì 10 ottobre 2011

Unioni Gay: il PD discrimina le persone omosessuali e fa finta di non accorgersene. Apriamogli gli occhi noi!

Bersani ha recentemente scritto ad Aurelio Mancuso, in occasione del congresso di fondazione di Equality Italia. Nella lettera resa nota dalle agenzie stampa possiamo leggere:
"(...)penso all'approvazione di una legge contro l'omofobia e la transfobia, al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, all'estensione del diritto di voto ai nuovi cittadini, al varo di una buona legge sul testamento biologico (...).
Adesso mentre per il diritto di voto ai nuovi cittadini si parla di estensione del diritto già esistente, nel caso delle coppie dello stesso sesso si parla di riconoscimento delle unioni.

Perchè non parlare, come si sta facendo in molte altre parti del mondo, di estensione del matrimonio, l'unico matrimonio resistente, quello in Italia ancora solo per coppie di sesso diverso?

Non estendere il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, ma voler riconsocere loro una unione non meglio specificata oltre a essere una assurdità giuridica (l'istituto o è equivalente o non lo è, altrimenti si tratterebbe di una forma di discriminazione come è successo in tutti gli stati, come la Germania, dove si era creato un istituto ad hoc per coppie dello stesso sesso) è prima di tutto una forma di discriminazione e di delegittimazione.


Si dice in pratica che le coppie di persone dello stesso sesso non hanno la stessa dignità di quelle di sesso diverso, tanto da non poter accedere allo stesso istituto giuridico laico (qui nessuno si sogna di parlare di matrimonio cattolico), perchè intrinsecamente diverse dalle unioni eterosessuali tanto da meritare una unione a sè stante e diversa dal matrimonio.

A una unione gay (come titola l'agi) bisogna opporsi con tutte le forze, perchè il matrimonio è uno e dunque o è tale o non è, e accettare oggi forme di compromesso, nate nel resto d'Europa negli anni 9o (come i pacs francesi) impedirebbe di fatto che si arrivi all'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso (e in francia infatti il matrimonio ancora non c'è).

Accanto a questa estensione vanno regolamentate le coppie di fatto, etero e omosessuali, e i loro figli, quindi qualcosa di ben diverso delle unioni gay, a prescindere e parallelamente all'estensione del matrimonio.

Credo che questa sia una piattaforma rivendicativa minima dalla quale non ci si può allontanare.

Il PD è superato a sinistra persino da un partito conservatore come i Tory d'oltremanica.
Spero che la comunità glbt non fornisca al PD l'alibi di essere quello che non è: non un partito di centrosinistra ma un partito di centro con vocazioni e affinità al centrodestra.

venerdì 7 ottobre 2011

Berlusconi, la gnocca e i matrimoni gay di David Cameron.

Leggo su QueerBlog un post ripreso da Pinknews nel quale si riporta parte del discorso fatto dal primo ministro inglese David Cammeron, del partito conservatore (di centrodestra) Tory, il principale partito della coalizione di governo con i liberaldemocratici. Nel suo discorso programmatico al congresso dei Tory a Manchester, Cameron ha detto:
“I stood before a Conservative conference once and I said it shouldn’t matter whether commitment was between a man and a woman, a man and a man or a woman and a woman. “You applauded me for that. Five years on, we’re consulting on legalising gay marriage. “And to anyone who has reservations, I say this: Yes, it’s about equality, but it’s also about something else: commitment. Conservatives believe in the ties that bind us; that society is stronger when we make vows to each other and support each other. “So I don’t support gay marriage in spite of being a Conservative. I support gay marriage because I am a Conservative.”

"Una volta dinanzi una conferenza di conservatori ho detto che non dovrebbe importare se l'impegno è tra un uomo e una donna, un uomo e un uomo o una donna e una donna. Mi avete applaudito per questo. Cinque anni dopo, stiamo vedendo come fare per legalizzare il matrimonio omosessuale. E a chi ha delle riserve, io dico questo: sì, è una questione di uguaglianza, ma anche di qualcos’altro: di impegno. I conservatori credono nei legami che ci tengono uniti; credono che la società è più forte quando promettiamo di badare l’un l’altro e sostenerci a vicenda. Così non sostengo i matrimoni omosessuali “nonostante” sia conservatore. Li sostengo perchè sono un Conservatore (t.l. mia)
E' importante notare prima di tutto come Cameron sottolinei che il volersi sposare, l'impegnarsi davanti alla società per il muto sostegno, sia una decisione conservatrice.   Una scelta tradizionale.
Non una scelta di sinistra, oserei aggiungere.
Infatti molti, in Italia, nella sinistra, sono contrari o tiepidi nei confronti del matrimonio gay proprio per le riserve ideologiche che hanno nei confronti di questo istituto giuridico. Con tutte le conseguenze del caso rispetto certi temi che il movimento italiano sta affrontando con pavida arretratezza: la militanza glbt è di esclusivo appannaggio della sinistra? Chiedere il matrimonio gay è di sinistra?
E la risposta è sicuramente negativa.
L'importanza di questo discorso è soprattutto latra. Nel discorso Cameron disinnesca con una solida argomentazione (noi conservatori siamo per l'impegno) che permettere l'accesso alle coppie dello stesso sesso al matrimonio ne distruggerebbe l'essenza. Cameron ci dimostra che, casomai, lo rafforza.

Purtroppo l'articolo di queerblog nel quale viene riportata questa notizia esordisce in un modo ambiguo.
Mentre Silvio Berlusconi, il nostro premier, pensa di ribattezzare il centro destra con il nome di Forza Gnocca, all’estero, nel Regno Unito per la precisione, un altro premier, David Cameron, di destra pure lui, parla in difesa dei matrimoni gay.
Mi chiedo in che cosa questi due atti sono diversi? Perchè vengono opposti in uno stesso periodo? Insomma fra tutte le affermazioni fatte da Berlusconi perchè usare proprio questa da opporre\paragonare a quella di Cameron sui matrimoni gay?
Insomma, detto fuori dai denti, perchè i gay e la gnocca devono essere contrapposte?

Non mi si fraintenda. La gnocca, come sineddoche della donna è una metafora maschilista. Ma siamo sicuri che è di quello che si sta accusando Berlusconi? Di essere maschilista? Si sta dicendo cioè mentre Berlusconi è maschilista un altro conservatore (glissando sull'imparagonabilità tra il fascismo eversivo di Berlusconi e l'essere di destra di Cameron) è a favore dei matrimoni gay?
O si sta dicendo mentre Berlusconi pensa alla maggioranza etero (maschile) altrove si pensa anche ai gay?
Insomma si sta usando il solito cliché che vuole i gay (gli unici che contano, le lesbiche non esistono) disinteressati alla gnocca?

La domanda non è così peregrina.

V. su Polisblog (citato da Queerblog) commenta così la battuta di Berlusconi:
Ovviamente stava scherzando: giocarsi l’elettorato femminile, che siamo matti. Dovrebbe fare un partito anche per le donne poi. 

Ecco che per V. la gnocca è di solo appannaggio maschile. Come se, al di là del maschilismo della sineddoche, la gnocca non possa piacere anche alle donne...
E no, alle donne piace il cazzo, come ai gay, e quindi se Berlusconi non scherzasse Dovrebbe fare un partito anche per le donne.


Così mentre nel post originale inglese su Pinknews dopo aver riportato l'apertura ai matrimoni gay nel discorso del Primo Ministro, si analizza anche il resto del discorso, perchè ai gay e alle lesbiche inglesi evidentemente interessa alche altro oltre il proprio particulare in Italia ci concentriamo solo su quello che - almeno per gli autori di questi post - interessa (il matrimonio) o non interessa (la gnocca) ai gay (maschi).

Come dire che se abbiamo Berlusconi come primo ministro vuol dire che almeno un poco somigliamo a lui.

Viva la Fica! E viva il cazzo!




Sulla lettera alle associazioni glbt di Ivan Scalfarotto.

C'è maretta questi giorni per via della lettera che Scalfarotto a rivolto a tutte le associazioni glbt. Nella lettera, pubblicata sul suo post, Scalfarotto essenzialmente dice:

1) l'ammanco di diritti delle persone glbt è una cartina tornasole delle condizioni di democrazia del paese perchè l'ammanco di diritti glbt è un ammanco di diritti generale e nessuno protesta o si muove per difenderli.

2) Lo scarso rispetto delle persone glbt è l'espressione particolare di una mancanza di rispetto generale per ogni gruppo sociale: le donne, i giovani, le famiglie, i lavoratori, i malati, gli immigrati, gli anziani. 


3) Il pd è impegnato in un lavoro serio e complesso per delineare una posizione chiara e convincente su questi temi.
Per questo è stato e deve essere un alleato indispensabile per ottenere. 
Una legge sul matrimonio, una legge che consenta la rettifica anagrafica a prescindere dall’intervento chirurgico e una legge che riconosca i diritti dei bambini figli di coppie omosessuali, bambini che già esistono e di cui la politica fa finta di nulla.

4 Senza il PD, che deve cambiare approccio a questi temi e che deve mettersi alla testa di questo cambiamento, il cambiamento, in parlamento non avverrà.

5) Io mi voglio candidare. E voglio che mi diciate cosa devo fare una volta in parlamento,

Adesso in questi giorni, su FB, nelle mailing list, sui blog, sui siti, passa solamente lo scandalo della candidatura di Scalfarotto, scandalo "di per sé" (come fa Max Forte su Notizegay.com, di cui ho già parlato) o scandalo perchè, così facendo, Scalfarotto compete con Paola Concia, senza nemmeno riconoscerle il lavoro fatto.
Riverblog fa un'analisi interessante (pur non pienamente condivisibile) di questo punto.

River riconosce l'esistenza della figura  di un referente istituzionale delle persone glbt ruolo ricoperto per ora da Anna Paola Concia, ruolo che per RiverBlog Anna Paola ha svolto in maniera eccellente.

E poi rileva come  nella lettera di Scalfarotto non si cita neanche una volta la Concia.
Nel mettere  a disposizione delle Associazioni e del Movimento il mio impegno e il mio lavoro all’interno del PD Rivergblog vi legge (giustamente)
“non c’è solo la Concia, fate riferimento a me”. Non “anche a me”, bensì “solo a me”.

Insomma Scalfarotto cerca di fare le scarpe a Anna Paola, perchè, nei ragionamenti più realisti del re, sono tutti d'accordo nel pensare che un deputato omosessuale di rappresentanza sia più che sufficiente: quindi O Anna Paola O Ivan.
Non metto in dubbio che per il Pavido Democristiano PD questo ragionamento possa essere vero, basisco però che i militanti del movimento ne accettino la logica.

Di più trovo profondamente discriminante che Anna Paola Concia sia vista come un Rappresentante Istituzionale.

Anna Paola Concia è una cittadina, una deputata, una donna, una militante del PD e una lesbica.
Il suo lavoro svolto in parlamento è PER TUTTI I CITTADINI non solamente per quelli omosessuali (perdonate se una volta tanto non accordo anche al femminile).

Perchè, per quanto sia stato ignorato da tutti, quello che io ho indicato come il secondo punto della lettera di Scalfarotto, è un punto fondamentale che finora non è stato capito dal movimento.
Un movimento  che non parte dal proprio specifico per allargare e correggere la qualità dei diritti di tutti, ma che vuole solo poter accedere ai privilegi delle altre categorie.

Non un percorso politico di autodeterminazione e di affermazione democratica  ma una bieca vocazione corporativista.

Ora chiedo a River e a tutt* quell* che la pensano come lui  poste le cose in questo modo, perchè mai la maggioranza etero del paese dovrebbe avere a cuore la nostra causa?

L'accesso al matrimonio anche per le persone dello stesso sesso, i diritti non solo dei bambini (come dice ambiguamente Scalfarotto) ma anche del genitore non biologico (cfr punto 3) non sono un bene esclusivo delle persone omosessuali sono UN BENE DI E PER TUTT*.


Se il movimento tutto riesce a combinare poco è perchè (oltre a essere diviso) pensa in piccolo, in termini di privilegio di categoria e non di ampliamento di determinati diritti che devono essere di tutti.
Non è solo un approccio politico moderato, è un approccio sbagliato perchè discriminatorio.

Un esempio concreto.
Nelle famiglie omogenitoriali i figli sono riconosciuti legalmente solo da uno dei due genitori della coppia. Dal genitore biologico, cioè che lo ha procreato, o dal genitore legale, che cioè lo ha adottato (in quanto singolo).
L'altro genitore (cogenitore con un termine mutuato dall'inglese) che magari a sua volta è genitore legale o biologico di un altro bambino non ha diritto alcuno sui figli del(la) partner.
Nel caso di decesso l'affido dei figli del genitore deceduto al cogenitore non è stabilito da una legge ma da un giudice che può stabilire anche diversamente.

Lo stesso vale ovviamente non solo per le famiglie omogenitoriali, ma anche per tutte quelle famiglie etero che non si sono sposate o perchè non possono (uno dei due partner è ancora coinvolto in un matrimonio pregresso che ha termini di legge lunghi per essere sciolto, oltre che costosi) o perchè non vogliono.

Ebbene io non ho mai sentito un/a militante omosessuale ricordare che il problema legale dei figli delle coppie di fatto (Anche di quelle omogenitoriali ma NON SOLO)  non è esclusivamente il nostro ma di tutte le coppie di fatto.
E quando lo faccio notare io mi si risponde, spesso in maniera acida ed effeminata, loro se vogliono possono sposarsi, noi no.

Da un punto di vista politico, umano, giuridico, non c'è differenza alcuna tra coppie di fatto etero e omosex, così come non c'è differenza alcuna tra matrimoni tra persone di sesso diverso e matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Eppure tutt* si peritano (sempre nel movimento intendo) a distinguere i due matrimoni. Matrimoni gay, matrimoni tra omosessuali definizione che incappa in un indesiderato effetto semantico, la legge non vieta infatti il matrimonio tra persone omosessuali: una lesbica e un gay possono sposarsi benissimo e nessuno può impedir loro di farlo in base all'orientamento sessuale.
La legge vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso che non sono necessariamente due omosessuali perchè una o entrambi i partner possono essere bisex.
Quante donne si sono sposate (oppure no) con un uomo, hanno fatto dei figli e poi hanno scelto una compagna, e viceversa quanti uomini dopo aver fatto figli con una donna (senza necessariamente sposarla) l'hanno lasciata per mettersi con un uomo?

Mentre il movimento glbt vede in questa decisione il passaggio (irreversibile) tra due status incompatibili (un po' come per la transizione di sesso delle persone trans) si diventa gay, si scopre di essere gay e non si torna indietro, una società pluralista, laica democratica e che non separa le persone ma le considera tutte uguali, pur nelle specifiche differenze di ogni individualità, non doverebbe accorgersi nemmeno della differenza e vedere solo una persona che ne ama un'altra, e ci fa figli, senza distinguere le famiglie in base all'orientamento sessuale (nemmeno all'assortimento sessuale della coppia, ma all'orientamento!!!).

Persino famiglie arcobaleno, che è un'associazione della quale ho massima stima, la sua presidente Giuseppina La Delfa cade in questo errore corporativistico e definisce le famiglie etero famiglie tradizionali, inducendo un equivoco involontariamente discriminatorio visto che, sociologicamente parlando, la famiglia tradizionale è quella patriarcale, fatta da un uomo che lavora e porta i soldi e una donna che resta a casa e fa un lavoro che non le viene riconosciuto come tale, accudendo i figli.
Una famiglia superata da almeno 40 anni di storia, da quando cioè c'è il divorzio che ha aperto la strada a famiglie etero non tradizionali fatte di genitori separati, divorziati, che hanno figli da matrimoni precedenti, che hanno fatto figli senza avere un partner fisso (quante donne hanno cresciuto figli da sole come scelta e non solo perchè abbandonate dal marito?). Quante famiglie etero allargate, senza genitori ma con parenti prossimi (nonni, zii) esistono in Italia? Quelle omogenitoriali sono solo le ultime a inserirsi in una pletora di famiglie non tradizionali. Eppure noi persone omosessuali ci sentiamo portatrici di una diversità non tradizionale che pretendiamo ci debba essere riconosciuta a ogni passo, perchè i primi a pensarci diversi a prescindere, senza alcun contesto storico solo stagliandosi contro il quale la nostra (presunta) diversità acquista significato, siamo proprio noi.

Invece, e non mi stancherò mai di dirlo, l'orientamento sessuale non indica un punto di vista comune, uno stesso modo di vedere il mondo. Indica una categoria di persone discriminate altrimenti diversissime tra di loro proprio come sono diversissimi tra di loro Silvio Berlusconi e Stefano Rodotà che sono entrambi etero.

Per cui ben venga la critica di Riverblog a Scalfarotto che nel candidarsi e parlare di cosa ha fatto il suo partito si dimentica di citare Concia, ma per favore non pensiamo a queste persone come a rappresentanti dei gay e delle lesbiche.

Come disse non ricordo chi a me non interessa un candidato politico gay ma un gay che è candidato politico.
 
La vera emancipazione passa anche per la conquista dello status di individuo: nessun gay parla a nome della comunità chiede solo che venga riempito il gap giuridico e siano riconosciuti a chi è discriminato come lui (come lei) gli stessi diritti degli altri.

Non mi meraviglia (ma mi fa arrabbiare) dunque che i tanti punti interessanti della lettera di Scalfarotto non siano sono stati colti  nemmeno nella loro potenzialità e ci si sia soffermati solo sui meriti elettorali. Ritornerò su questo.

giovedì 6 ottobre 2011

Chi critica fa peggio: Max Forte su Notiziegay.com critica gli orrori orografici di Patanè (che non ci sono) e poi in una sola frase infila delle mostruosità grammaticali. Il bue dice cornuto all'asino?

In un articolo su notiziagay.com l'aggregatore di notizie di gaylib, associazione glbt di destra (quelli che, sentendosi di rappresentare la comunità, e non rappresentando proprio nessuno, nemmeno loro stessi, propongono - senza per fortuna che nessuno li ascolti - scambi del tipo riconoscere diritti civili e rinunciamo [rinunciamo CHI? I quattro gatti dell'associazione? E GLI ALTRI???] a reversibilità della pensione. Norme su Unioni omoaffettive entro fine legislatura), su notiziegay.com, dicevo, Max Forte (in un articolo originario del sito e non aggregato da altrove) afferma che nel movimento glbt ognuno va sgangheratamente per sé in un dialogo tra sordi (titolo dell'articolo).
Cosa critica Forte?
Intanto si sente di essere fonte di informazione perchè esordisce con un Dobbiamo rendervi conto che come se lui sapesse cose che noi non possiamo sapere, mentre in realtà è uno qualunque di noi  che legge le dichiarazioni di altri e dice la sua proprio come chi scrive questo post.
Cosa ci vuole dire (e non rendere conto...) Max Forte?
Che a lui Patanè, Scalfarotto e Battaglia non piacciono. Non già per le loro dichiarazioni, le loro scelte politiche, ma proprio loro in persona e per le organizzazioni (o partiti) che rappresentano.
Dobbiamo rendervi conto che, negli ultimi giorni sono apparsi comunicati ed interventi da parte dei ‘rappresentanti’ del nostro sgangherato movimento Lgbtq.
Forte inizia con un verbo che non c'entra nulla (si rende conto di qualcosa che si è fatto o a cui si è partecipato, non si rende condo di qualcosa fatto da terzi) e sbaglia la d eufonica (ed interventi) che si usa solo quando la parola successiva comincia per la stessa vocale (ed eremi).
Perchè sono così pignolo sulla grammatica? Perchè, nel riportare il primo comunicato, quello di Patanè, Max Forte scrive che Patanè tra un ‘orrore’ ortografico e l’altro (...) praticamente getta nelle braccia di SEL la sua associazione.
Eppure, se si legge il comunicato stampa di Patanè, di orrori di ortografia non ce n'è nemmeno uno (c'è una d eufonica a sproposito, un congiuntivo forse dubbio, un uso delle virgole disinvolto, ma nessuno di questi è un "orrore" di ortografia).

Invece Forte scrive orrori grammaticali e, come vedremo, non sono gli unici.


Di cosa accusa Forte Patanè? Di avvicinarsi a un partito di sinistra, cosa che per un partito di destra è un male.
Puro scontro ideologico, non basato sui fatti.

I fatti ci dicono che mentre gaylib non chiede il matrimonio anche per le persone dello stesso sesso, ma parla di unioni civili, ed è contrario alle adozioni per le persone omosessuali, single o unite che siano, SEL nel suo programma politico il matrimonio e le adozioni anche per per coppie dello stesso sesso le contempla.

Se dobbiamo giudicare le posizioni delle singole associazioni facciamolo sui fatti, per favore, non sugli schieramenti di principio.
Ma se a un gruppo di gay di destra togli le petizioni di principio cosa rimane?
NIENTE. Perchè la destra, quale contributo può portare alla lotta di emancipazione delle persone glbtqi?
NESSUNO.
Può solo chiedere meno di quel che chiede la sinistra (che non è certo il PD che è un partito di centro e su molte posizioni vicino a gaylib, matrimoni tra persone dello stesso sesso compresi).
Affermazione questa che spero vivamente sia smentita più volte quando gaylib o altre associazioni di destra (se ce ne sono) daranno un contributo di rivendicazione diverso, originale, migliore e maggiore (aggiungendo rivendicazioni, non mediando al ribasso) di quello delle associazioni di sinistra (come si può considerare la reversibilità della pensione una moneta di scambio per ottenere le unioni civili?).

Il mio non è un no di principio alla destra è un no sui contenuti, di qualunque provenienza politica siano (e chi legge il mio blog sa che critico il pd e la sinistra allo stesso modo).
Se metto le mani avanti in maniera così sospetta (excusatio non petita...) è solo per non essere ridotto nell'agone dell'opposizione ideologica, quello che, mi sembra, guidi invece la penna (la tastiera) di Max Forte.
Infatti la critica a Patanè è tutta lì, gettarsi nelle braccia di Sel (e perchè è un male, verbigrazia?) non si entra nei contenuti del comunicato nel quale Patanè non si getta tra le braccia di SEL, ma esprime apprezzamento per tutte quelle iniziative che sinceramente rilancino la crescita culturale, sociale, etica,politica ed economica di un’Italia mai precipitata così in basso.
Iniziative che potrebbero venire anche da destra, se la destra sapesse cosa sono la crescita culturale, sociale, etica, politica ed economica.

Forte passa invece subito al secondo nome da criticare: Scalfarotto, reo di avere pubblicato sul suo blog un comunicato nel quale, secondo Forte,
apre la sua personale campagna elettorale per entrare in parlamento tra le fila del Pd, con un pistolotto/spot dove spiega cosa stia facendo il Partito Democratico e cosa possa fare in futuro a favore delle persone Lgbt.
Forte si dimentica (fa finta di dimenticare) che  i rappresentanti al parlamento non sono più scelti dal popolo ma dalle segreterie di partito per cui di quale campagna elettorale stiamo parlando?  
In realtà se uno va sul blog di Scalfarotto si rende conto che il pistolotto\spot è un post nel quale Scalfarotto ha pubblicato la  lettera nella quale si rivolge alle associazioni GLBT italiane (quindi anche a Gaylib...). Una lettera nella quale, una volta tanto, i diritti di categoria sono commisurati alla sperequazione e alla mancanza di diritti di tutte le persone:
Non è un caso che nel nostro Paese negli ultimi anni siano peggiorate le condizioni di ogni gruppo sociale: le donne, i giovani, le famiglie, i lavoratori, i malati, gli immigrati, gli anziani. Il governo che verrà non potrà dunque eludere le questioni dei diritti, perché le risposte a quelle questioni saranno il modo più efficace per disegnare la visione del paese che si vorrà mettere in pratica.
Immigrati, donne, malati, fumo negli occhi per la destra, che le donne le vorrebbe tutte in casa a compiere i lavori donneschi di mussoliniana memoria e gli immigrati tutti fuori dai patri confini (non a caso l'attuale legge contro l'immigrazione è a nome Bossi-Fini).

Lo scandalo della lettera di Scalfarotto è, casomai, che mente sapendo di mentire, perchè afferma che il suo partito (il PD) voglia il matrimonio per tutti come accade in paesi di cultura latina e cattolica quali la Spagna, il Portogallo, l’Argentina.

Scalfarotto MENTE perchè poco più di due mesi fa Ettore Martinelli, responsabile nazionale diritti del PD, alla Festa dell'unità di Roma ha detto letteralmente che il PD non potrà mai chiedere il matrimonio gay (come lui chiama l'estensione del matrimonio, l'unico che ci sia, lo stesso delle coppie etero, anche alle persone dello stesso sesso)  per motivi di opportunità politica.

Insomma una critica più mirata al fare (o non fare) di Scalfarotto e meno alla sua carriera politica nel PD sarebbe forse d'uopo. Ma anche qui Forte glissa e si rivolge subito contro Imma Battaglia senza un vero perchè (leggendo il suo comunicato come una risposta a Scalfarotto, anche se nel comunicato non se ne fa minimamente menzione) .
Dopo averla rimproverata di avere le tasche gonfie e averle riconosciuto il valore culturale del Gay Village (ma lo fa per affossare il valore dell'Europride) - si sa, a torto o a ragione Imma viene percepita meno a sinistra di altri esponenti del movimento e quindi è persona più gradita - le critica il fatto di aver annunciato di rimettere il suo attivismo glbt in favore di una diversa coscienza per superare la crisi e invece di esplicitare l'assunto politico che c'è sotto (in momenti di crisi come questo i diritti delle persone glbt cedono il passo a problemi più gravi e immediati, scelta legittima, non mi si fraintenda, ma criticabile dal punto di vista dell'attivismo dei militanti glbt) Forte risolve la cosa ponendosi una domanda di asfittico respiro:
Ma il ‘senso di responsabilità civile’ di cui parla, forse affonda le sue lussureggianti radici in un conto in banca?
Ora non si è mai vista una persona di destra  andare contro gli imprenditori... E nemmeno io, che di destra proprio non sono, checché ne pensino alcune checche sinistre,  nemmeno io dicevo capisco cosa ci sia di male ad avere le tasche gonfie (ammesso e non concesso che Imma le abbia...)
E rimette il suo attivismo fino a quando? Fino al suo ritorno dalle meritate vacanze?
Ecco qui Forte dimostra che non ha capito proprio il senso del discorso di Imma: se proprio voleva fare  una battuta cattiva, visto che confonde la Imma imprenditrice del Gay Village con la Imma militante politica di D'gay Project (che è un'altra cosa rispetto al Village) poteva chiedersi: E rimette il suo attivismo fino a quando? Fino alla prossima apertura del Village? Insomma un po' di coerenza! Se si vuole fare una critica la si faccia con competenza!

E infine l'apoteosi!
Dopo aver accusato Patanè di aver diffuso un comunicato stampa tra un ‘orrore’ ortografico e l’altro (che non ci sono) Max Forte scrive:
Questi leaders di cartone rassomigliano in modo impressionante con quella classe di dirigenti del centro-sinistra criticati da Nanni Moretti
Leader, non leaders perché le parole straniere recepite dalla lingua italiana si mantengono invariate anche al plurale e non seguono certo le regole grammaticali della lingua di provenienza: i leader, i film, i computer.
Il verbo rassomigliare vuole la preposizione a non la preposizione con.
Insomma il classico BUE che dice cornuto all'asino...!

Invece di rendere conto delle azioni di terzi (a che titolo?) Max Forte ci renda conto delle sue idee politiche e invece di stare a criticare quel che fanno gli altri ci dica come vuole muoversi lui, e perchè.