Purtroppo in tutti gli articoli, post, commenti sula rete (e sulla stampa) si dà enfasi all'orientamento sensuale della coppia e non al suo assortimento sessuale.
Si dice cioè che una famiglia omogenitoriale è formata da persone omosessuali, e non da persone dello stesso sesso.
La differenza non è da poco anche se sono in pochi e poche a coglierla, anche tra le e i militanti omosessuali.
A rigore dei fatti è il sesso e non l'orientamento sessuale a dirimere la questione, sia nel caso dell'estensione del matrimonio sia in quello per le adozioni sia in quello per i diritti del genitore o della genitrice non biologici.
L'omosessualità infatti è solo una conseguenza, desunta, del fatto che due persone dello stesso sesso costituiscano una coppia, una famiglia, omosessualità che non costituisce il vero impedimento per il matrimonio e il diritto alla genitorialità.
Non è infatti l'orientamento sessuale a impedire alle persone omosessuali di sposarsi.
Una donna lesbica può sposare un uomo gay e nessuno può impedire loro di farlo.
Sono due uomini e due donne che non possono sposarsi.
Ora dare per scontato che due donne e due uomini che vogliono sposarsi siano necessariamente e unicamente omosessuali è discriminatorio perché uno o entrambi i membri della coppia potrebbero essere bisessuali.
E' discriminatorio perché dà enfasi a un fatto irrilevante, l'orientamento sessuale, quando la cosa più importante l'assortimento sessuale della coppia e già evidente: si tratta di coppie formate da due donne o due uomini.
E' discriminatoria perché la definizione famiglia omosessuale che significa famiglia costituita da persone dello stesso viene fatta slittare semanticamente in famiglia costituita da persone omosessuali che non è sempre una definizione corrispondente ai fatti perché l'omosessualità come l'eterosessualità non sono concetti rigidi e univoci come quelli di uomo e donna e non prende in considerazione le sinergie tra orientamento sessuale (che sono tre e non due) e comportamento sessuale.
E' discriminatorio perché dire famiglie di persone dello stesso sesso include tutte e tutti.
Dire famiglie lesbiche e gay esclude chi è bisessuale e chi ha un orientamento sessuale etero ma un comportamento sessuale bisex, specificazione quest'ultima che serve proprio a correggere le semplificazioni grossolane che si fanno come in questo caso.
E' discriminatorio, insomma, perché io gay e io lesbica non amo altri gay o altre lesbiche come me amo altri uomini e altre donne come me.
E la differenza non è di poco conto.
La prima definizione separa, cataloga ed esclude, la seconda include e riconosce a tutte e tutti la stessa dignità derivante dallo stesso diritto.
Io sono un uomo e ho il diritto di decidere chi sposare, uomo o donna che sia, in base al mio essere uomo non in base al mio essere gay o essere etero.
Perchè il diritto è di tutte e tutti.
Altrimenti non è un diritto ma una discriminazione.