Maria Cecilia Guerra sottosegretario (sic!) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel suo intervento ha auspicato come non debba più esserci motivo per le persone lgbt di fare coming out ma che adesso il coming out è necessario perchè ci sono oggettivi problemi di visibilità. Ricordando anche come una società rimane omofoba finché le istituzioni sono tali.
Filomena Fotia, consigliera del sottosegretario all'istruzione Marco Rossi Doria che ha riconosciuto il primo timido passo in avanti fatto dal MIUR con la circolare emessa del 10 maggio in occasione del 17 maggio giornata internazionale contro l'omofobia.
Nella circolare, tra l'altro, si legge:
La scuola si cimenta ogni giorno con la costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le diversità di ciascuno. E’, infatti - ad un tempo - la prima comunità formativa dei futuri cittadini e un luogo importantissimo per la crescita e la costruzione dell’identità di ciascuna persona. Così, le scuole favoriscono la costruzione dell’identità sociale e personale da parte dei bambini e dei ragazzi, il che comporta anche la scoperta del proprio orientamento sessuale. Il loro ruolo nell’accompagnare e sostenere queste fasi non sempre facili della crescita risulta decisivo, anche grazie alla capacità di interagire positivamente con le famiglie.Fotia ha ammesso che il passo è timido e che bisogna fare molto esprimendo la volontà di voler essere non solo contro, in questo caso l'omofobia, ma essere in favore, del sostegno alle persone omosessuali ricordando come ci sia bisogno di una educazione sentimentale nelle nostre scuole che devono costituirsi come agenzia che favorisca la scoperta di sé, una scuola che permetta cioè una narrazione di sé condivisa con gli altri.
Ecco. Queste parole mi hanno commosso fino alle lacrime, perchè costituiscono una vera quadratura del cerchio, dove le persone omosessuali finalmente vengono riconosciute per quello che sono non persone speciali, ma persone che hanno diritto di accedere agli stessi strumenti di costruzione di sé e della propria identità. Fotia ha anche ricordato come sia importate che anche le persone omosessuali abbiano dei validi strumenti di identificazione elaborati dai media e di come questi siano necessari.
Insomma un livello superiore alle rivendicazioni delle associazioni di categoria e non solo per il vittimismo un po' patetico con cui si chiede una legittimazione, ma per la qualità cognitiva, pedagogica, e, oserei dire, epistemica, di un discorso che annovera davvero l'omosessualità tra gli altri orientamenti sessuali né più né meno della etero o della bisessualità.
Unico elemento assente in tutta la mattinata, senza che nessuno davvero se ne accorgesse è il sessismo spinto del lessico di tutti e tutte. Nel sito stesso del Ministero per le pari opportunità la carica di Guerra (sottosegretaria) viene riportata al maschile nonostante già nel 1987 Alma Sabatini, tra gli esempi di uso non sessista della lingua italiana facesse proprio l'esempio di sottosegretaria, al femminle, al posto di sottosegretario...
Ogni persona che ha parlato al convegno usava sempre e comunque il maschile per riferissi anche alle donne, i ragazzi, gli omosessuali, gli studenti, i professori, etc etc.
Però l'emozione è stata lo stesso TANTA.