Ogni estate riemerge a vario titolo e con dinamiche varie la questione delle spiagge gay, naturiste, nudiste, affariste e oltranziste.
Quest'anno tocca all'arenile dell'Arenauta (Gaeta), dove da giovedì 29 luglio (...) sono iniziati dei lavori di emergenza consistenti in una recinzione di tutta l'area con pali installati sulla battigia della spiaggia; le decine di strutture di sostegno della recinzione sono state installate in punti della spiaggia in violazione delle più elementari regole ambientali; i lavori sono iniziati con uno spiegamento di forze dell'ordine, polizia, carabinieri, guardia costiera ma stranamente senza la presenza di Vigili del fuoco o agenti della Forestale; negli ultimi anni l'area interessata dai lavori è stata spesso oggetto di strane iniziative da parte di alcuni amministratori locali con l'obiettivo di spaventare e allontanare le persone che frequentano la spiaggia libera*
come si legge in una interrogazione che Dodici Consiglieri regionali di otto diversi gruppi politici (Giuseppe Rossodivita, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei; Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei; Ivano Peduzzi, Federazione della Sinistra; Angelo Bonelli, Verdi; Luciano Romanzi, Partito Socialista Italiano; Nobile, Federazione della Sinistra; Anna Maria Tedeschi, Italia dei Valori; Luigi Nieri, Sinistra e Libertà; Giulia Rodano, Italia dei Valori; Maruccio, Italia dei Valori; Enzo Foschi, Partito Democratico; Celli, Lista Civica per Bonino) hanno depositato il 30 luglio u.s. hanno depositato in Giunta rivolta alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e agli Assessori regionali interessati. Nella interrogazione si chiede
quali sono le ragioni di questi interventi straordinari urgenti in un tratto di spiaggia dove non sono mai avvenuti, negli ultimi 30 anni, crolli, frane, cedimenti strutturali (...) se tali interventi non siano finalizzati a obiettivi diversi da quelli della messa in sicurezza dell'area senza che vi siano mai stati pericoli per i frequentatori della spiaggia (...) per quale motivo viene ingabbiata con una recinzione un'area così estesa di spiaggia che corrisponde esattamente all'unico tratto della spiaggia dell'Arenauta, finora rimasta esente da forme di speculazione edilizia e ancora non data in concessione ad alcun privato; se non ritenga che le strutture della recinzione siano state installate in modo del tutto irregolare rispetto a quanto previsto dalle norme di tutela ambientale che prevedono una distanza di almeno cinque metri rispetto alla battigia; se non ritenga che questi interventi mirino a colpire le persone che frequentano quel tratto di spiaggia*. (*fonte latina24ore.it)
Le persone. I cittadini.
Ora si dà il caso che quel tratto di spiaccia, conosciuto dai più come i 300 scalini (quelli che servono per scendere al livello del male essendo la strada svariati metri più in su) sia un tratto di spiaggia dove viene tollerato il naturismo, dove cioè la gente puo spogliarsi nuda, se crede.
Non già un'oasi naturista, dove cioè è fatto l'obbligo a tutti di spogliarsi (non altro per evitare che i guardoni arrivino in spiaggia e guardino le persone nude senza offrirsi a loro volta gli sguardi altrui) ma una spiaggia dove naturisti convivono con persone che preferiscono tenersi il costume senza per questo essere viste come potenziali guardoni. Così come convivono etero e gay (chissà perchè i gay spuntano come funghi là dove le persone si spogliano...). Tutti insieme, nella stessa spiaggia.
Adesso nel denunciare questa recinzione sospetta non sono mancati gli ...omocentristi (quelli che vedono omofobia da tutte le parti) e che propongono come possibile motivazione per questa questa recinzione non la probabilissima speculazione edilizia, ma un attacco ai gay che lì ci vanno, nudi o vestititi.
Così per esempio fa Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti (associazione gay) e Presidente del Comitato per la difesa e la tutela della spiaggia dell'Arenauta.
In un comunicato stampa diramato il 1 di agosto si legge:
Quanto sta avvenendo in questi giorni nella spiaggia dell'Arenauta ha dell'incredibile. La recinzione di alcune centinaia di metri di parte della spiaggia, in particolare quella non soggetta a speculazioni edilizie e considerata ancora libera, fa venire alcuni sospetti. La ragione addotta che motiverebbe questa operazione di vero e proprio ingabbiamento dell'area frequentata da decenni dalla comunità gay, è che vi sarebbero pericoli di frane e crolli di cui francamente le migliaia e migliaia di persone che da sempre la frequentano non si erano mai accorte. (...)
Non vorremmo che tutto questa operazione avesse come obiettivo quella di spaventare le migliaia di persone che da decenni frequentano quella parte di spiaggia, che verrebbero ormai letteralmente ingabbiati come animali in un recinto che sta per essere completato in questi giorni (...). Sono in corso alcune iniziative spontanee da parte dei cittadini contro questa azione che non riesce a trovare spiegazioni. Già alcuni anni fa vi fu la brillante idea di far presidiare nel periodo estivo quella parte di spiaggia da agenti privati armati con l'obiettivo di spaventare le persone che praticavano il naturismo. Grazie all'intervento di decine di parlamentari la società di agenti privati fu richiamata dalla Prefettura di Latina e fu revocata loro la licenza con un richiamo alle autorità comunali che attivarono una apposita convenzione economica con le guardie armate. Il tutto sanzionato dal Governo che intervenne con forte decisione contro questo vero e proprio sopruso. Nelle prossime ore invieremo una segnalazione alla Procura della Repubblica di Latina affinché si possa verificare se esiste effettivamente un pericolo di frane in quella zona della spiaggia e se l'intervento che si sta facendo corrisponde ad una vera esigenza di messa in sicurezza dell'area. (fonte latina24ore.it
C'era una volta una spiaggia dove tutti convivevano felici e contenti, giovani e vecchi, famiglie e single, gay ed etero, naturisti e ...guardoni (scherzo) tutti insieme, tutti cittadini italiani di serie a.
Poi sono arrivate le associazioni dei diritti di alcune di queste categorie (i naturisti) i gay che pretendono che quella spiaggia, visto che ci sono anche loro, diventi spiaggia naturista e spiaggia gay. Certo nessuno vieta a non gay e ai non naturisti di frequentare quelle spiagge però ecco che quella spiaggia diventa un posto da tutelare non perchè esempio di alta civiltà dove tutti insieme si convive, ma riserva naturale per specie minoritarie e/o in via di estinzione, come i naturisti ed i gay.
Non conosco la situazione della spiaggia di Gaeta, (sono decenni che non ci vado, da quel del 1985...) ma conosco quella di Capocotta, la spiaggia di Roma.
Una volta tutto il litorale dalla fine dei cosiddetti "cancelli" di OStia (Catselfusano) al villaggio Tognazzi era una zona dove il naturismo, pur formalmente illegale, era tollerato, e dove tutti insieme appassionatamente si conviveva e si stava.
Mi ricordo, estate del 1984 una delle mie prime uscite alla spiaggia di Capocotta, a Roma detta anche "il buco" positivamente sorprendermi perchè negli stessi 100 mt di spiaggia c'eravamo io e i miei amici , una famiglia (nonna in costume unico nero, nipotino di 5 anni nudo che correva felice), coppie di giovani,m etero e gay, nude e vestite, capaci di stare tutti insieme senza che le famiglie si scandalizzassero per qualche bacio tra ragazzi e senza che i suddetti ragazzi si spompinassero davanti a tutti non perchè "ci sono i bambini" ma perchè anche io adulto non capisco perché devo assistere alla tua fellatio (e soprattutto: perché non mi inviti allora?).
Oggi invece a Capocotta puoi spogliarti solo in alcune aree, recintate, con tanto di cartello "vietato il naturismo al di là della recinzione") e ogni volta che entro nella recinzione mi sento in uno zoo, specie protetta, paria tra i paria perchè gay e in più naturista.
Un conto è notare in una compagine mista diverse caratteristiche dei bagnanti, un conto è trasformare ognuna di queste caratteristiche in quella saliente, predominante,
obbligatoria.
Sono contrario alle osasi naturiste dove è fatto obbligo di spogliarsi, perché allora non posso andare con i miei amici e le mie amiche che pur tollerando la mia nudità non vogliono spogliarsi a loro volta.
Perchè non una spiaggia mista ?
Per compromesso si accettano mille divisioni fatte sulla pelle dei cittadini.
Se nella mente del burocrate è più facile autorizzare il nudismo se si trasforma la spiaggia in un luogo dove si spogliano TUTTI, meglio allora l'illegalità tollerata, dove nudo, gay, magari col mio ragazzo, posso baciarmi senza sentirmi mancare il respiro perchè, come in un ghetto di lusso, sono circondato da miei simili, che poi tanto simili non sono: ricordo una volta, alzarmi nervoso e cercare un punto meno
rumoroso di spiaggia dopo che un ragazzo, sonoramente effeminato, cantava su
Grande grande grande di Mina "sei peggio di un bambino capriccioso
lo vuoi dentro sempre tu" (sic!).
Queste battaglie in nome del tuo
particulare, per quanto giusto e sacrosanto, fatto però a prezzo di esclusione (la spiaggia nudista non è solo fatta di gay...) mi inquieta, mi preoccupa, lo trovo limitativo, lobbista, pretenzioso, fuorviante, in una parola, conservatore. Perché è meglio vivere tutti insieme che ognuno nel suo ghetto autorizzato fuori dal quale non sei tutelato.
Perché io non voglio andare alla spiaggia gay, voglio potermi baciare col mio ragazzo in tutte le spiagge proprio come le coppie etero, e se chiudono la
spiaggia gay non è un ammanco di diritti solo per le persone omosessuali ma un ammanco per tutti i cittadini essendo il diritto a manifestare pubblicamente il proprio orientamento sessuale con un innocuo bacio un corollario dei tanti diritto possibili che riguardano tutti i cittadini e non solo quelli gay. Dividi et impera. Se non combattiamo questo semplice metodo politico di controllo ma contribuiamo anche involontariamente alla sua applicazione siamo criminali e anche un po' fessi.
Perché volere andare in una spiaggia solo perchè è gay è omofobico quanto non volere andare in una spiaggia perchè è gay.
Siamo tutti cittadini e dobbiamo imparare a convivere tutti insieme, pacificamente, come faceva quella nonna in costume da bagno nero 26 anni fa.