Data l'enormità del post precedente, anche per rendere più agevole la discussione che mi auguro sarà serratissima, pubblico l'abstract del post precedente, individuando alcuni punti di rottura rispetto le idee classiche su etero e omosessualità espresse pienamente nella river-scala (che stavolta darò per scontata, se non l'avete ancora letta potete farlo cliccando qui).
CAVE CANEM: quando dico che le considerazioni della river-scala sono maschiliste non voglio insinuare che River sia maschilista ma che certi strumenti critici che usiamo, certe parole del nostro linguaggio quotidiano, sono nostro malgrado intrise di maschilismo e che non potendo essere emendate vanno radicalmente ripensate.
Tra l'essere puramente eterosessuali e l'essere puramente omosessuali ci sono tutta una serie di posizioni intermedie di preferenza per l'uno, l'altro o entrambi i sessi.
Parlando di orientamento sessuale non si parla solo di attrazione per persone del proprio o dell'altro sesso.
Non si è solamente attratti - immagine che implica una certa mancanza di volontà di partecipazione.
Non è che mi piacciono tutti gli uomini solo perché io sono gay, mi piacciono determinati uomini e in questa professione di gusto esprimo la mia individualità.
Altrimenti cadiamo nell'equivoco maschilista del belle o brutte se le famo tutte.
In quanto gay quel che ci piace di un uomo non è solo il fatto che sia portatore di cazzo. Questo modo di vedere è maschilista e guarda alle persone considerando la parte (sessuale) per il tutto.
Insomma non siamo attratti dagli uomini tutti allo stesso modo solamente perchè gay.
Bisogna ricordare che la categoria omosessuale non indica un comune modo di vedere o di sentire ma il mero orientamento sessuale che non ci accomuna più di quanto non accomuna tutti gli eterosessuali.
Nella definizione di omosessualità come attrazione per le persone dello stesso sesso manca poi una parte della mela.
Come omosessuali e eterosessuali non solo ci piacciono persone di un determinato sesso ma vogliamo anche essere piaciuti da loro.
A me piacciono i ragazzi e mi piace essere piaciuto da loro.
Una considerazione abbastanza banale ma che non entra mai nell'equazione definitoria dell'orientamento sessuale e che, tra l'altro, apre un portone di comprensione per il trasgenderismo sottolineando non solo come ci si sente ma anche se non soprattutto come si vuole essere percepiti dalla società, visti dagli altri, desiderati in quanto persone sessuate.
Anche se sono biologicamente donna voglio modificare il mio corpo e adeguarlo all'aspetto maschile non solo o non tanto perchè mi sento uomo ma anche e soprattutto perchè voglio essere desiderato dagli altri come uomo.
L'orientamento sessuale non indica solamente un comportamento sessuale (con chi faccio sesso) o delle pratiche sessuali, anche se il luogo comune sembra sussumere i rapporti sessuali gay al coito anale.
L'orientamento sessuale indica anche l'affettività (di chi mi innamoro), con chi decido di legarmi sentimentalmente, e la socialità, mettere su famiglia, fare dei figli, fare un progetto di vita insieme.
3) Il primo a parlare di una scala è stato Kinsey che però partiva da una constatazione di principio un po più profonda di quella usata nella river scala.
Kinsey ammette che la scala è solo una sistematizzazione tassonomica di quello che è un continuum dell'essere umano, che serve solo per catalogare comportamenti sessuali.
Chi fa cosa e con chi.
La river-Scala invece è normativa oltre che descrittiva.
Non dice solo come si comporta chi appartiene a un suo determinato grado ma cerca anche di spiegare com'è la persona che occupa quel gradino della scala.
Kinsey si limita a descrivere la River scala, invece, giudica.
Basta andare a letto con un uomo per essere definiti gay?
Sono possibili entrambe le risposte.
Sì se con l'aggettivo gay ci riferiamo solamente al comportamento sessuale,
no se con il sostantivo gay ci riferiamo a un modo di vivere, che va ben al di là della sfera sessuale ma comprende anche quella sentimentale e quella sociale in generale (fare una famiglia, fare dei figli, militare nella comunità glbt, etc.).
Molti gay e molte lesbiche oggi chiedono un riconoscimento sociale (matrimoni, adozioni, unioni civili, diritti) ai quali sorprendentemente la società risponde commentando che non c'è bisogno del riconoscimento sociale per un fatto privato come quello sessuale che si consuma fra le lenzuola del proprio letto.
Se l'omosessualità è solo un fatto di sesso perchè dobbiamo ostentarla e parlarne in pubblico?
Il problema è che l'omosessualità non è solamente sesso ma è vita: è sentimento, è famiglia, è legame, e costruire qualcosa insieme proprio come fanno le coppie etero la cui unione ha rilevanza pubblica nel matrimonio tanto da contemplare delle pubblicazioni una cerimonia e un banchetto di nozze.
Insomma chi vuole relegare l'omosessualità alla pura sfera del sesso e dunque nell'intimità del boudoir compie lo stesso errore di chi pensa che un gay cerchi un cazzo e si debba poi tenere anche la persona che ci sta attaccata dietro...
La vera issue del movimento di oggi è proprio questa (come viene contemplato nella river scala nel suo grado 0, omosessuale puro: Se ama, vuole mostrare a tutti il suo amore per la persona che ha accanto, anche in pubblico).
Gi studi psicoanalitici e psicoterapeutici oggi distinguono all'interno dell'orientamento sessuale diversi aspetti:
Comportamento sessuale (con chi ho rapporti sessuali).
Attrazione sessuale (chi desidero).
Fantasie sessuali (con chi immagino di.)
Preferenza affettiva (di chi mi innamoro).
Autodefinizione (mi considero eterosessuale omosesuale o bisessuale)
Questi strumenti definitori permettono di comprendere meglio il comportamento sessuale delle persone.
Per esempio l'eterosessuale attivo che la river scala considera omofobo perchè non si considera gay è un uomo che ha un comportamento omosessuale ma si percepisce etero e non tanto per questione di pratiche sessuali adottate ma perchè con gli uomini ci fa sesso e basta e non penserebbe mai di lasciarsi coinvolgere sentimentalmente.
Ci sembra un comportamento ipocrita, di chi non accetta in toto la propria parte omosessuale. Magari in qualche caso è davvero così, ma perché non contemplare la possibilità che questo sia legittimo e non tradisca per forza un gay represso?
Guarda caso non ci sembra strano quando un uomo si comporta come predatore con le donne... non lo si critica certo di non accettare in toto la propria eterosessualità.
Questo perché gli stereotipi di genere danno peso diverso a comportamenti omologhi....
Rispetto le coordinate etero/omo - con un passaggio centrale di uguale compresenza bisex, come nella scala Kinsey, la river-scala è sbilanciata a favore degli etero.
Delle 17 categorie ben 9 sono dedicate agli etero (da 100 a 55) una centrale - a quota 50 - alla bisessualità e solamente 7 sono dedicate ai gay.
Delle sette categorie gay solo 5 impiegano la parola omosessuale nel loro nome mentre due delle 7 sono dedicate ancora agli etero (che salgono a quota 10) e una ai bisex (che salgono a quota 2) facendo scendere il numero di voci esplicitamente dedicate agli omosessuali a 5.
A differenza della scala kinsey che ha un mero valore statistico, sottolineando il continuum di questi comportamenti, la river-scala invece è un catalogo morale che dà peso diverso a comportamenti omologhi a seconda se questi avvengano in un contesto a prevalenza etero o in un contesto a prevalenza omo.
Se la presenza timida di comportamenti omosessuali nella fascia etero inficia l'eterosessualità secondo graduatorie e classificazioni che - vedremo - sono discontinue e arbitrarie, la presenza residua di eterosessualità nella fascia dei comportamenti omosessuali (residua perchè la scala parte dall'eterosessualità pura e permane fino all'ultimo grado, per scomparire a quello zero dell'omosessualità pura) è interpretata come sintomo di resistenza ad abbracciare la propria omosessualità.
Questo perchè la bisessualità che è quel contenitore ombrello nel quale convivono secondo Kinsey la maggior parte degli uomini che hanno rapporti sessuali e sentimentali con entrambi i sessi in percentuali variabili che a loro volta variano nel tempo...) nella river scala non ha pari dignità dell'eterosessualità e dell'omosessualità pure e viene anch'essa interpretata come ipocrisia, degli etero e dei gay che non vogliono accettare la propria omosessualità.
Tra le categorie che descrivono gli etero e quelle che descrivono i gay non c'è corrispondenza alcuna, segno evidente che la river-scala non è descrittiva ma giudicativa. Direi di più. Prescrittiva.
La river scala individua il maschio etero puro (lo chiama purissimo) e poi individua quei comportamenti sessuali che tradiscono una componente omosessuale variabilmente presente che aumenta man mano che scendiamo verso l'omosessualità.
Ma non tutto in questo percorso funziona...
L'unica posizione davvero accettabile nella river scala sembra essere quella di Omosessuale puro. L'unica per la quale non sembrano esserci critiche di sorta mentre nelle altre definizioni si spendono sempre parole per cercare di puntualizzare, analizzare, criticare.
Mentre all'eterosessuale si riconosce la non omofobia concedendogli la mancanza di pulsioni omosessuali con un tono di tolleranza E’ certo (...) di non essere attratto dagli uomini. E' certo lui, l'etero purissimo, non la river scala nella quale il sospetto rimane sempre potenzialmente presente, nel caso dell'omosessuale la mancanza della sua parte etero non viene tollerata ma considerata come del tutto naturale e congeniale alla categoria Lui è gay. Punto.
Insomma in tutta la river-scala c'è un (pre)giudizio implicito che tradisce una preferenza (magari nemmeno troppo consapevole) del compilatore per l'omosessualità, per ...simpatia empatica di chi, come lui, ama solamente gli uomini e vede in tutti gli uomini anche quelli che presentano una minima propensione all'omoerotismo, nell'omosessualità presente il sintomo da un lato di una diseterizzazione (=si è meno etero) dall'altro, quando l'eterosessualità è la propensione di minoranza, il sintomo di una repressione, di una mancanza di coraggio di abbracciare l'omosessualità pura.
Tranne l'etero purissimo e l'etero semipuro in tutte le altre categorie l'omosessualità insorge e scalza via via l'eterosessualità la prima essendo incompatibile con la seconda e viceversa.
All'omosessuale puro la River scala attribuisce un solido orrore per i rapporti sessuali con le donne.
Sembra quasi che non basti l'interesse sessual sentimentale per gli uomini a definire l'omosessualità maschile ma che questo interesse debba avere come fondamenta una feroce esclusione delle donne, che fanno addirittura orrore.
Si badi bene che qui l'orrore non è una paura di scoprire in sé pulsioni eterosessuali (come succede ad alcuni etero che avversano l'omosessualità perché temono di scoprire in loro pulsioni simili) ma proprio orrore per i rapporti sessuali col sesso femminile.
La donna viene per così dire vista tutta patata: non mi interessa la fica, la donna ha la fica, quindi non mi interessa la donna, tipico sillogismo maschilista e misogino.
In questo molti gay sanno essere doppiamente maschilisti perchè nel momento in cui suggellano la passione comune per gli uomini si strizzano l'occhio l'un l'altro ribadendo l'esclusione della donna che è - come minimo - pleonastica visto che l'oggetto di scelta omosessuale maschile di fatto le ha già bandite.
Nel ribadire l'orrore per il sesso con le donne si crea uno spirito di corpo che travalica l'attrazione per l'uomo, equiparando (costruendo, rendendo paradigmatico) l'omoerotismo maschile al disgusto per il sesso con le donne.
In questo senso possiamo vedere questa misoginia gaia come una forma di separatismo maschile, dal sesso opposto femminile, omosessuale ma non solo (quello gay è un corollario del separatismo maschilista degli uomini etero che considerano solo altri uomini come loro pari - vedi oltre-.)
Dovremmo ricordarcene ogni volta che critichiamo il separatismo lesbo-femminista...
Non ci deve confondere il fatto che molti gay sono (si dichiarano) amici delle donne.
Qui sto parlando del fatto che un uomo gay al solo pensiero di considerare una donna come oggetto di pulsione sessuale se ne ritrae con orrore: è questa esclusione, cioè l'esclusione della possibilità di fare sesso con lei, che esplicita quella misogina presente in segno opposto tra i maschi etero che, invece, vorrebbero infilare ogni donna.
Volerle infilare tutte o non volerne infilare nessuna sono due modi speculari per considerare le donne, tutte le donne, solo dal punto di vista sessuale, ignorando il fatto che le donne siano individui, cioè persone.
La cosa triste è che molti pregiudizi sull'omosessuale maschio si basano proprio su questa generalizzazione.
Se sei gay odi le donne e ti fanno schifo o paura.
Questo eterosessuale purissimo della river scala è un uomo che ha difficoltà a viversi la propria potenziale omosessualità (intendo per potenziale la pura possibilità, il fatto che potrebbe succedergli di avere un rapporto sessuale con un altro uomo).
Io invece credo che l'eterosessuale puro sia quello al quale l'omosessualità è indifferente...
Non gli dà fastidio, non la cerca e nemmeno la evita, perchè sa che - anche se andasse a letto con un uomo (e una qualche esperienza, per quanto blanda, anche se solo in età adolescenziale, gli è quasi sicuramente capitata) - questo non cambierebbe le sue preferenze sessuali.
Un etero convinto non è imbarazzato dai gay perchè sa che loro non possono tentarlo, né fargli cambiare idea...
Forse più che purissimo quello che sto descrivendo io è l'eterosessuale libero.
Libero dal pregiudizio omofobico, ma libero anche dal maschilismo.
A questo eterosessuale corrisponde nella mia scala ideale l'omosessuale (maschile) puro, quello che non odia le donne, non gli fanno schifo, non ne ha paura e per le quali è - al massimo- sessualmente indifferente.
Nella concezione maschilistica della river-scala l'eterosessualità è invece anche e sempre professione di non omosessualità.
Il maschilismo infatti, come vedremo, è talmente fobico nei confronti dell'omosessualità che il maschio etero deve stare attento in ogni momento a non sembrare gay facendo cose da gay.
Così mentre le nuove generazioni di etero si sono in qualche modo liberate dal maschilismo, mentre calciatori e atleti pubblicizzano prodotti per la cosmesi maschile (che costano mediamente un 30% in più di quelli analoghi femminili dal colorante per i capelli alla crema idratante e antifatica) c'è chi ancora crede che l'etero purissimo è tale perchè non andrebbe mai con un uomo.
E non gli etero ma i gay (e alcune donne) più ancorati ai vecchi parametri maschilistici considerano l'uomo con le sopracciglia curate meno virile.
Né ubriaco, né per soldi, neanche in preda a qualche raptus. Non basta professare un interesse per le donne, va negato l'interesse per gli uomini, estirpato a qualunque costo, in qualunque caso e in qualuque circostanza, arrivando anche a ipotecarsi il futuro.
Un etero così proiettato a negare ogni traccia di omosessualità in lui è costretto a farlo perchè sa che il maschilismo su cui si basano i suoi valori nei rapporti interpersonali lo vedono pesantemente sbilanciato verso altri maschi come lui, considerati gli unici interlocutori degni di considerazione (con l'unica eccezione del sesso beninteso), ebbene questo maschilismo verrebbe cortocircuitato se la simbolica parità tra maschi (sociale, valoriale e culturale in senso antropologico) diventasse concreta possibilità di fare sesso o (peggio) di lasciarsi coinvolgere affettivamente.
Una cosa è certa, in questa scala dall'etero all'omosessualità basta anche solo un pensiero gaio per fare di un etero un gay.
Così come aveva già notato Kinsey più di 60 anni fa:
Dappertutto nella nostra società si ha tendenza a considerare "omosessuale" un individuo di cui si sappia che ha avuto anche una sola esperienza con un altro individuo del suo stesso sesso.
(ALFRED C. KINSEY, WARDELL B. POMEROY e CLYDE E. MARTIN op cit. pp527-528)
Molti giovani eterosessuali di oggi, di quelli per intenderci che vanno al Gay Village, si pascono di essere oggetto di desiderio anche di uomini (a me me se vonno fa donne e omini). Gli etero che considerano una offesa la corte di un altro uomo hanno forse l'età (e la mentalità) di Giovanardi...
Non solo l'etero purissimo ma anche il semipuro non hanno avuto interazioni sessuali con altri uomini. Corrisponderebbero entrambi alla scala 0 di Kinsey.
Mi sfugge il criterio classificatorio che fa di questo uomo - che non ha mai avuto rapporti gay come il precedente ma che è più infastidito del precedente dell'eventualità di tali rapporti, un etero meno puro.
Se l'eterosessualità deve solamente indicare l'attrazione fisica (come la definisce River nell'introduzione) di un uomo per l'altro sesso, questi due etero non si differenziano in nulla se non nell'assenza dell'omofobia nel purissimo la cui mancanza lo rende più etero di quello omofobico.
Continua però a sfuggirmi il perchè...
La river scala non ci dà spiegazioni.
Provo ad azzardare due possibili risposte.
1) L'etero non omofobo è etero al 100% perchè l'omofobia cela sempre una voglia di cazzo repressa.
Secondo questo ragionamento se sei così palesemente antigay (antitrans) in fondo in fondo è perchè ti piace.
E' un'idea morbosa tutta incentrata sul pettegolezzo (li critica ma lo è anche lui...).
Basta pensare di applicarla in altri campi (oltre quello sessuale) per dimostrarne l'infondatezza:
di un Vegano fanaticamente contro la mattanza degli animali nessuno penserebbe mai che è un carnivoro represso;
l'accanito, reiterato, generico anticomunismo di Berlusconi non ne fa segretamente un comunista.
Vero è che se un etero è imbarazzato o infastidito dall'omosessualità è perchè non avendo una forte identità sessuale (in un periodo storico in cui certi stereotipi di genere maschile sono stai messi in discussione dal femminismo e non solo) certi uomini possono temere di scoprire in se stessi quel che vedono negli altri.
Ma questo timore non nasce da consapevole o inconscia omosessualità repressa. Non si evita qualcosa che si ha e si nega si teme solo di scoprire in sé la benche minima pulsione omosessuale. Ora siccome tutti abbiamo anche pulsioni omosessuali e la società stigmatizza qualunque segno esteriore presunto indicatore di omosessualità, certi uomini posso entrare in crisi.
L'etero puro come il gay puro non sono quelli che non hanno in se nessuna componente dell'altro orientamento sessuale ma sono quelli così in pace con se stessi che pur se ne scoprissero (come capita o può capitare) una minima parte gaia o etero in loro non entrerebbero in crisi perchè sanno bene cosa vogliono.
Se è vero infatti che non scegliamo di essere gay come non scegliamo di essere bisex o etero, possiamo pero decidere di vivere bene o male il nsotro orientamento sessuale.
E temo che la river scala col suo patriarcale determinismo esclusivistico oppositorio etero/gay non aiuti nè i gay che hanno deciso di coltivare quel po di eterosessualità che c'è in loro propri come a un etero non è concessa la benché minima dose di omosessualità che non li trasformi in gay puri. Chi in nome di una percentuale per quanto bassa di omosessualità si ostina ad esercitare l'eterosessualità è un gay che dissimula.
Se questa idea funziona col sesso è perchè si basa sul concetto patriarcal-maschilista della persona sessualmente repressa.
Così le femministe che criticano il comportamento misogino degli uomini in realtà sono affamate di cazzo (scopano poco), le lesbiche sono tali perchè non hanno conosciuto un uomo che abbia fatto apprezzare loro come si deve il cazzo, un uomo che parla sempre male dei gay in realtà reprime una segreta voglia di cazzo, anche perchè, come si dice (maschilisticamente) la fica piace a molti il cazzo piace a tutti...
2) Un etero che non vuole saperne di rapporti gay è un etero purissimo perchè è più appetibile come oggetto di desiderio per un altro uomo (gay o bisex) di un etero che, almeno un pochino, voglia ce l'ha.
Come già detto per il maschilismo basta un sospetto minimo per fare del più grande sciupafemmine un checcone della prima ora.
E secondo una mentalità maschilista diffusissima anche tra certi gay a loro piace il maschio non altri gay che non sono percepiti come maschi ma come sorelle, come femmine.
Insomma invece di destituire i concetti di maschio e femmina così concepiti li si riproduce anche in campo omosessuale con buona pace del femminismo che ha lavorato tanto in questa direzione.
L'ano lo abbiamo tutti, uomini e donne, etero e gay (e lesbiche), e considerare la stimolazione anale (per giunta con un oggetto non con l'organo sessuale maschile) passivizzante è una forma di maschilismo puro.
Secondo questa mentalità maschilista l'interdizione al piacere anale riguarda solo gli uomini etero e non le donne perchè la donna, che lo prende comunque in fica, è già femmina là.
D'altronde è sempre maschilista pensare all'omosessualità maschile esclusivamente in termini si coito anale mentre tra due uomini che fanno sesso non c'è un attivo e un passivo proprio come non ci sono un maschio e una femmina (quante volte ci siamo sentiti chiedere chi fa la femmina?) che sono due categorie ingombranti per qualunque attivista omosessuale visto che derivano dal patriarcato maschilista eterosessista.
L'antropologa culturale Ida Magli nel suo splendido La sessualità maschile a proposito di queste due categorie osserva:
Il concetto stesso di «passività» nasce da quell'origine dell'atto proiettivo del Pene di cui ci siamo già occupati e che, proprio in quanto «stabilisce» l'esistenza di un «oggetto», quello sul quale viene proiettata l'orina o lo sperma, lo definisce anche come «passivo». Ma, in realtà, nello scambio amoroso non esiste fra i partners chi è attivo e chi è passivo, dato che, in definitiva, il raggiungimento dell'orgasmo avviene per una forma di masturbazione (che potrebbe anche dirsi «reciproca» se questo termine non comportasse il pericolo di reintrodurre il concetto di attivo e di passivo) quali che siano i modi per cui vi si giunge. (...) Di fatto, in qualsiasi forma di masturbazione, è indispensabile la volontà e lo sforzo di partecipazione all'orgasmo da parte di colui che sembra subirla e, di conseguenza, i partners possono essere considerati ambedue attivi, sempre che sì voglia mantenere questa distinzione che di per sé non è affatto necessaria. È il sistema dualistico del pensiero, costruito su categorie oppositive, che rende concettualmente ovvia questa distinzione, così come è ovvia l'analogia primaria fra attività-mascolinità e femminilità-passività.Un etero che usa oggetti per stimolare e cercare il proprio piacere anale, da solo o con la partner, è un etero libero di usare il proprio corpo e condividere il piacere che questo gli procura con le donne.
(Ida Magli La sessualità Maschile Mondadori, Milano 1989 pp. 142-143)
Nessun gay represso all'orizzonte, sempre e solo un etero, privo dei pregiudizi di chi lo vuole considerare un etero meno puro perchè usa il piacere anale.
Il pregiudizio maschilsista vede omosessualità (cioè scarsa virilità e - si sa - la virilità la si esplica solo con le donne) dappertutto... come nella barzelletta che fa del don giovanni che dopo 98 scopate consecutive con donne fa cilecca un frocio.
E' chiaro che questo pregiudizio si basa su una visione distorta della sessualità e dell'anatomia umana scippando l'ano e il piacere erotico della sua stimolazione (che come ricorda Jack Morin non significa necessariamente "coito") alle donne e agli uomini etero e relegandola (regalandola) solamente agli omosessuali.
iccome il maSschilismo riconosce come interlocutore alla pari di un uomo solo un altro uomo come lui, è ovvio che l'omosessualità - che cortocircuiterebbe a livello concreto quel che nel maschilismo rimane a livello simbolico - è esclusa e tabuizzata.
Così anche nel maschilismo in versione gaia si vedono segni di omosessualità in tutta una serie di comportamenti tra maschi.
E mentre gli etero (quelli da me definiti liberi) si concedono tutta una serie di libertà che non minacciano la loro eterosessualità, né la propria virilità, concedendosi occhiate ai membri dei compagni di sport - perchè il confronto sulle dimensioni è un issue squisitamente maschile, virile, ed etero-, dedicandosi a pacche abbracci e addirittura baci appassionati sul campo da calcio (recentemente vietati e poi riammessi) perchè non denunciano una latente voglia di maschio ma sono innocenti, amichevoli e sani contatti camerateschi tra uomin, il gay maschilista (e l'etero omofobico) vede in questi atteggiamenti un indice di sospetta omosessualità e - dato che solo il maschio etero purissimo è escluso da ogni sospetto di omosessualità - questi etero semi puri, oggettisti o sportivi sono meno etero degli etero purissimi e dunque un po' gay.
Guai a leggere un gesto d'affetto e tenerezza tra due uomini esclusivamente in chiave gay. E' sempre omofobia poco importa se dopo aver catalogato l'atto come omosessuale si reagisce dicendo che carini piuttosto di che schifo.
Pensare che se un uomo guarda il pisello di un altro è meno etero di chi non lo fa si basa sullo stesso principio maschilista che vuole che se un uomo non si passa la mano sul pacco ogni fica che vede non gli piacciono le donne...
Molti escort sono etero, e sono etero nel senso che hanno la ragazza con la quale mettono su famiglia e magari fanno anche dei figli. Se vanno a letto con gli uomini, lo fanno solo per sesso (oltre che per i soldi) e non penserebbero mai di farsi una storia con loro. Non ho mai conosciuto un escort attivo (per usare le categorie usate nella river scala) che abbia declinato una scopata preferendogli una pompa. Casomai è vero il contrario.
Evidentemente io e River avremo conosciuto escort diversi...
Non è affatto vero che tutti gli escort etero sono attivi come ampiamente documentato nel film documentario Die Jungs Vom Bahnhof Zoo (Germania, 2011) di Rosa von Praunheim.
L'ambivalenza (l'ambiguità) di fono della river scala sta nel continuo oscillare tra due usi semantici diversi della parola eterosessuale: tra quello descrittivo (con chi si fa sesso) e quello ontologico (che tipo di persona è) ogni volta che individuandone i presupposti di quel comportamento questi presupposti vengono criticati o derisi.
Gli etero a pagamento e quelli orgiastici sono degli etero che fanno anche sesso con uomini senza rimanerne emotivamente coinvolti.
Gay assicurati per la visone maschilistica e dualistica del mondo ma forse un po' poco per fare dii questi bisessuali dei veri e propri gay.
La river scala ha il pallino del coito anale come molti altri uomini quando pensano all'omosessualità come se tutta la sessualità gay si definisca e si concluda nel coito anale...
Se per omosessuale si intende un uomo che ha voglia di cazzo (voglia di prenderlo in culo), poco importa se la persona che lo porta ha le tette e si comporta come una donna, allora sicuramente gli uomini che vanno con LE trans sono gay.
Ma c'è un pregiudizio di fondo in questa convinzione.
E anche un errore logico.
In quanto gay un uomo cerca un altro uomo come lui, più o meno virile, più o meno palestrato, ma cerca sempre un uomo, non un travestito né tantomeno UNA donna trans (che, lo dice la rive scala stessa, è più femminile).
Così come si patatizza la donna in questo caso si confonde il membro maschile con il genere maschile.
A un gay non piace l'uomo perchè portatore di cazzo ma piace l'uomo in tutto il suo aspetto, in tutta la sua identità sessuale, che non è data solo dall'uccello che ha tra le gambe ma da tutta una serie di peculiarità e atteggiamenti psicologici e potenzialità maschilisticamente e sessisticamente determinate ma sempre riconosciute come tali.
Insomma se a un gay piacciono gli uomini come si fa dire che gli uomini che vanno con persone che a diversi livelli di completezza sono\hanno un sembiante femminile che sono gay?
Sono due categorie diverse che identificano due comportamenti sessuali diversi...
Non li si può mettere nella stessa casella...
Infine, e di nuovo, se un etero si fa penetrare da una donna con un oggetto o ...col suo cazzo è gay.
Un po' troppo largo (ehm) come concetto di omosessualità. Mette insieme comportamenti distinti e distinguibili.
Se l'eterosessuale orgiastico (che ha un quoziente di 65) non usa la penetrazione anale si farà fare allora bocchini come l'etero a pagamento (che ha però un quoziente 80).
Allora cos'è che fa avere a questo eterosessuale orgiastico un quoziente di solo 65?
Qual è il discrimine?
Dunque l'eterosessuale a pagamento - che secondo River fa solo l'attivo - e che - sempre secondo River - si fa solo spompinare ma non incula ha 80 come quoziente mentre l'etero che fa entrambe le cose, sempre da attivo, MA NON SI FA PAGARE ha 20 punti in meno di eterosessualità.
Evidentemente nella river-scala un etero che scopa coi maschi per soldi è meno gay di un etero che ci scopa gratis (ignorando che per molti ragazzi sono eccitati proprio dall'idea di essere pagati).
Dopo il denaro gli elementi che tengono più alti i punto di eterosessualità sono l'oralità (considerata evidentemente una forma di sessualità minore e meno completa, meno gay) e l'essere attivi (per l'ovvio discorso che il gay è ricettivo passivo femmina).
Concetti ipermaschilisti che definiscono il comportamento sessuale degli uomini non già in base all'oggetto di investimento libidico ma in base a una serie di valori e (pre)giudizi assoluti e indiscutibili dai quali l'aura di eterosessualità purissima ha la potenza del nume.
Siamo arrivati a 55 molto vicini a metà tra 100 e 0 a quella che, nella scala Kinsey, sarebbe la bisessualità pura.
Ma per la river scala se questi ragazzi giovanissimi vanno anche con altri ragazzi lo fanno perchè sono (almeno un po') bisessuali ma perchè in crisi di astinenza (un modo molto maschilista di vedere la fisiologia del sesso del maschio se non lo infilo in un buco adesso qualsiasi sto male).
Un vero e proprio bisessualicidio.
Tranne l'etero oggettistico che ha indice 90 e l'etero travesto/trans che è a volte passivo e ha un quoziente di 70 tutti gli etero finora visti fin qui sono attivi.
Più che la scala da etero a gay mi sembra la scala da attivo a passivo.
Ed ecco la fine di quel che rimane dell'eterosessualità che per la scala di valori maschilsiti è bella e rovinata dall'omosessualità sempre più incombente e che dunque si esercita come un goffo tentativo di essere quel che non si è...
Proprio come per l'etero col vizietto... Solo che qui è il gay ad avere il vizietto...
Il suo fare sesso con le donne è sminuito perchè il gay aspirante bisex tocca solo qualche tetta non scopa in fica...
Stessa mentalità di chi dice che l'unica forma di sesso vera è il coito mentre tutto il resto non è scopare.
Infatti nella river scala l'etero che si fa fare bocchini da un uomo ma non incula è più etero di quello che incula, perchè fa un sesso minore, meno completo.
La bisessualità non viene presa sul serio, serve solo per illudersi o fare contenti mamma e papà.
Una nomenclatura che - dando alle parole un significato forte - potrebbe arrivare a dire - al contrario della river scala - che un etero che scopa con gli uomini ma non ci crea una relazione è meno gay di un bisex che invece si fa storie (non solo di sesso) con entrambi i sessi. Tornerò su questo punto.
La River scala dà al bisex che preferisce gli uomini un quoziente di 40 ma non contempla proprio il bisex che preferisce le donne (che, per specularità classificatoria si dovrebbe trovare a 60).
Mette invece a 55 l'etero ormonale... quello del do cojo cojo che, tecnicamente, è anche lui un bisex puro...
La River-scala non sembra dare dignità alcuna alla bisessualità prendendola in considerazione solo nella parte gay nella casistica (da 50 in giù) e non in quella etero...
Come fa un uomo a fingere un'erezione? E se gli si rizza non è perchè un minimo almeno gode e dunque non è un etero di facciata ma un bisex 90\10?
Cosa vuol dire fingere di godere? Per chi finge, per la donna o per gli altri? Ma chi altri saprà mai - oltre se stesso e la donna - se ha goduto o no?
Qui i pregiudizi e i cliché si sovrappongono e si fanno davvero ridicoli.
Come prova dell'omosessualità si produce la frequentazione delle chat;
la non dichiaratezza fa della perosna in esame una persona repressa.
Come ulteriore riprova di omosesualità c'è l'affermazione che con le donne non andrebbe (il che vuol dire che non ci è mai stato) classico stereotipo maschilista che dubita dell'orientamento sessuale se un uomo non lo vuole infilare dappertutto e a ogni donna...
Se anche ha una donna accanto è solo di facciata.
Dulcis in fundo potrebbe essere terrone.
In questo marciume maschilistico (e vagamente leghista) pescano tutti quelli che scrivono sui siti come gay.it, queer wave et similia. La delazione, il pettegolezzo, il sillogismo più maldestro possono distruggere un gay che ha magari problemi di visibilità - perchè teme lo stigma - e magari ha un 1% di eterosessualità per cui - vedendo quella ragazza che gli piace tanto - si sente confuso ma nella ferocia maschilista della river scala è un gay represso e quel residuo brandello di eterosessualità deve essere scaricato nel cesso.
Parafrasando un celebre video dell'Ilga portoghese:
Lo stesso stigma, la stessa origine, gli stessi danni.
Sempre partendo dal presupposto che un maschio che lo mette invece di uno che lo prende è più maschile il gay che fondamentalmente è femmina se fa troppo l'attivo, cioè il maschio, non lo fa perchè gli piace, ma solo perchè vuole dimostrare agli altri e a se stesso che non è così femmina come si crede.
Ecco come il cliché influisce sul nostro giudizio e pensiero.
Se io non pensassi che un omosessuale è, di per sè, meno maschile di un uomo eterosessuale, e che la quint'essenza del gay, quello che lo fa veramente gay è la passività anale (quella pratica che lo rende più vicino come pratica sessuale alla femmina, che viene anche lei scopata da un uomo) non interpreterei mai il comportamento sessuale di un gay attivo come tentativo di camuffare il proprio essere femmina.
Se io non pensassi che in un rapporto tra due uomini (ma anche tra un uomo e una donna) il partner insertivo è sempre e comunque attivo e il partner ricettivo è sempre e comunque passivo, potrei scoprire che il partner ricettivo può scopare lui (lei) il partner insertivo decidendo lui (lei) i movimenti del corpo coi quali cavalca il cazzo del suo partner.
Le categorie attivo passivo arrivano così a classificare delle pratiche sessuali in maniera ridicola.
I mio partner sta lì, immobile, sdraiato sul letto, le mani dietro la testa, mentre io mi dedico a un rapporto orale. Lo spompino a dovere, muovendomi sopra di lui, dandomi da fare, ma secondo la doppia categoria attivo\passivo io sono il passivo e lui è l'attivo.
Non si è attivi perchè ci si dà da fare, perchè si muove il bacino mentre si scopa, perchè si impiega una energia fisica maggiore di chi, in quel momento, fa il passivo (per esempio nella classica posizione uomo sopra donna sotto).
Si è attivi quando si usa il proprio cazzo.
E si sa il cazzo è fatto per penetrare.
Non a caso per la river scala gli escort etero non inculano ma si fanno spompinare. Inculassero sarebbero meno etero perchè userebbero il cazzo come va usato con persone dello stesso sesso...
La cosa assurda di questa visione binaria del mondo e fallocentrica, costruita sulle coppie etero, quelle coppie dove non ci sono giochi perchè c'è un solo cazzo ed è quello che comanda, dinanzi due cazzi che potrebbero dunque amplificare la potenza simbolica a essi collegata, costringe invece a usare un cazzo per volta, relegando l'altro possessore di cazzo alla passività femminile.
Non può esserci reciprocità, perchè chi pur avendo il cazzo non lo usa ma si fa usare da un altro cazzo perde in potenza, il suo cazzo non è più quello potente e maschile ma diventa l'arnese inutilizzato di un non maschio.
Quante teorie psicanalitiche degli anni 50 prevedevano che i gay fossero tutti impotenti?
Per cui solo gli uomini passivi (impotenti) sono gay, gli uomini insertivi, dunque attivi, no.
Invece due uomini potrebbero benissimo confrontarsi alla pari in uno scambio reciproco.
Anche a voler impiegare questi termini semplicemente per stabilire chi lo mette e chi lo piglia (in quel momento però, perchè dieci minuti dopo i ruoli potrebbero essere invertititi) - al che meglio usare allora i termini ricettivo e insertivo che, pur se più vaghi e in odore di politicamente corretto, almeno non portano con sé tutto l'alone maschilista della diade attivo\passivo - a considerare il vero gay (o il più gay) come colui che lo piglia si commette un errore di prospettiva.
La river scala percepisce questa verità senza arrivare però ad esplicitarla fino in.
Se un uomo - che è stato costruito biologicamente per essere insertivo - fa il passivo (per usare la terminologia della river scala) sta solo esplorando il proprio piacere, poco importa se è stimolato analmente dal fallo di gomma della sua donna (l'etero oggettistico, quoziente 90) se è scopato da una trans (etero tarvesto\trans, quoziente 80) o da un altro uomo. Quell'uomo sta pensando ancora a sé, al proprio piacere.
Un uomo che invece fa l'attivo, è insertivo, usa il suo pene come dovrebbero fare gli uomini, poco importa se per inculare o farsi succhiare, è un uomo che esprime un a curiosità, un desiderio per un altro uomo come lui (poco importa se lo percepisce come femmina visto che è lui a fare l'attivo).
Quest'uomo ammette - anche solo per il tempo che fa sesso con un altro uomo - di essere coinvolto da lui, eccitato, stimolato, arrapato.
Lo spiega bene Rainer Werner Fassbinder in Querelle de Brest (Germania, 1982) in una scena del quale la voce narrante, parlando di Querelle dice:
Oscuramente Querelle sentiva che l'amore è qualcosa di lineare: bisogna volerlo. Anche se non si ama un uomo, può essere divertente farsi fottere, ma per poter scopare qualcuno bisogna amarlo, sia pure per un breve istante. Se doveva quindi amare Gil doveva rinunciare alla sua passività. Querelle si sforzò di farlo. (Rainer Werner Fassbinder Querelle Ubulibri, Milano 1982 p. 158)Non basta la propria eccitazione a fare di un etero arrapato un gay.
Il gay è un uomo che ama altri uomini, non basta scopare con loro, perchè il sesso di per sé non inficia la propria eterosessualità (come in parte la river scala riconosce quando distingue - tra gli etero attivi - gli orali e i ...coitali considerando i secondi meno etero dei primi).
Dobbiamo rifondare la nostra grammatica e il nostro lessico con il quale interpretiamo anche solo i comportamenti sessuali se vogliamo liberare l'uomo (e la donna) e non vogliamo invece imbrigliarli in delle categorie che crediamo libere e alternative e invece sono fatte delle stesse catene del maschilismo che è l'origine dello stigma contro l'omosessualità.
L'omosessuale aspirante bisex ha quoziente 40 eppure, secondo la river scala, tocca solo tette. A questo gay che gli si rizza anche con le donne ha quoziente 15...
Per la seconda volta la river scala non si ferma al rapporto sessuale ma prende in considerazione anche l'aspetto sentimentale.
A questo bisex dovrebbe corrispondere quello speculare cioè quello al quale L'uomo lo eccita (nel senso che lui s’alza), ma la storia la costruirebbe solo con una donna. Eppure, di tanto in tanto, indulge nel sesso gay che per specularità dovrebbe trovarsi a un quoziente 85.
A 85 troviamo invece l'etero sportivo mentre il bisex a preferenza gay lo troviamo relegato nella categoria nell'omosessuale aspirate bisex con un quoziente 40: In questa categoria rientrano quelli che potrebbero fare un figlio con una donna, per sentirsi più “uomini” piuttosto che costruire una relazione stabile e duratura con un altro uomo.
Ho già notato il perchè di questo sbilanciamento dei bisex tutti nella fascia gay... per la river scala la bisessualità non è una vera opzione quanto, piuttosto, un alibi.
Come molti uomini etero nell'adolescenza hanno avuto rapporti con altri uomini, molti uomini gay nella loro adolescenza hanno avuto rapporti etero.
Questo fa in entrambi in casi di questi uomini dei bisessuali a prevalenza etero o gay ma secondo la diade maschilista usata nella river scala i bisex a prevalenza etero vengono percepiti come etero in odore di gayezza e i bisex a prevalenza gay vengono percepiti come gay che si illudono di essere etero...
In tutte le voci della river scala l'eterosessualità è vista come incompatibile con l'omosessualità (e viceversa) se c'è una non può esserci l'altra (bisessualicidio).
Se una prevale l'altra non c'è ed è dunque solo millantata.
La river scala non classifica le persone secondo un comportamento variabile in compresenza dei due orientamenti sessuali possibili a prevalenza variabile si limita a ipostatizzare un etero puro e un omo puro a porli antiteticamente ai due opposti della scala e poi individua una componente gay che nella parte etero della scala inficia l'eterosessualità e nella parte gay della scala scaccia l'eterosessualità considerandola finta, di facciata, ipocrita, non vera.
Grazie alla logica binaria oppositoria delle diadi del maschilismo attivo/passivo, maschile/femminile e uomo/donna in barba a quarant'anni di femminismo e di movimento glbt, transgender e queer gli uomini tassonimizzati dalla river scala sono divisi, messi uno contro l'altro, accusati di ipocrisia, di passività, di misoginia. Sono uomini tristi, molto vicini a come ci percepiscono le gerarchie vaticane o tutti quelli che fanno dell'omosessualità solamente una privata questione tra le lenzuola della camera da letto.
Eppure una persona intelligente e sensibile come Guido ha trovato questa scala divertente.
Perché purtroppo il cliché, il luogo comune e il pregiudizio si insinuano su considerazioni apparentemente condivisibili, logiche, comprensibili. Si basano sul meccanismo dell'ovvio che non chiede di spiegare o giustificare quello che viene danno per scontato ma che, ben vedere, tanto scontato non è.
Sarebbe interessante edere quale accoglienza ha ricevuto la river scala nel blog in cui è stata pubblicata. Di questo mi occuperò in un altro post, tra breve.
Intanto voi miei cari lurker che avete avuto la forza di arrivare fin qui, fatevi sotto, intervenite, ragionate, dite la vostra.