sabato 23 marzo 2019

Caro Mahmood perché mai chiederti se hai il ragazzo o la ragazza dovrebbe essere una domanda maleducata?



Lo aveva detto Nanni Moretti in Palombella rossa (Italia, 1989) "chi parla male pensa male, e vive male. Bisogna trovare le parole giuste. Le parole sono importanti".

Eccovene un esempio.

Se io a scuola, durante uno dei miei corsi di sensibilizzazione contro le discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale (ma non è più semplice froceria?)  chiedo a un ragazzo se ha un fidanzato o una fidanzata rischio che lui si offenda o si risenta o si imbarazzi perché sembra che io stia insinuando che lui sia gay.

In realtà come spiego quando menziono questa domanda ipotetica, io non sto implicando nulla sto semplicemente prendendo in considerazione una possibilità, annoverando tra le possibilità che quel ragazzo in quel momento stia con qualcuno, ragazzo o ragazza che sia.

Non voglio dire che amare un ragazzo o una ragazza sia la stessa cosa, tutti gli amori sono differenti, ma hanno la stessa dignità e appartengono allo stesso alveo, allo stesso bacino semantico.

Invece generalmente, si deve spiegare, giustificare, dare d'onde solo all'omoerotismo perché solo l'eterosessualità viene concepita di default.

Ecco, invece sono di default tutti e tre gli orientamenti sessuali*, e l'unico modo per agirli di default e di non escludere alcuna possibilità.

Cave canem. Non sto dicendo che bisogna chiedere ma tu sei gay\etero\bisex? Queste etichette possono stare strette, soprattutto a giovani studenti**, ma più in generale a chiunque perché non si limitano al qui e ora, ma ipotecano passato e futuro.

Lasciamo che siano le singole persone a decidere come definirsi, come ha fatto il Tenente Stamets in Star Trek Discovery, quando, al commento di una ufficiale (che proviene da un universo parallelo) che nel suo universo il tenente Stamets non è gay ma fluido e si è divertito anche con lei, lo Stamets di questo universo risponde: Beh io in questo universo e in molti altri universi che conosco sono e rimango gay.

Quando un ragazzo dice di avere un ragazzo non sta necessariamente dicendo che è gay. Può essere bisex, può essere un etero che si è innamorato di un ragazzo per la prima volta, può stare ancora sperimentando, può essere gay ma ancora non volerlo dire perché non si riconosce in tutti gli elementi connotativi della parola gay che vengono percepiti come denotativi.

Essere gay dovrebbe significare solamente che quella persona si innamora e fa sesso con persone dello stesso sesso.

Invece nel bacino semantico occidentale essere gay significa (implica)  anche altre cose.

1) Se sei un ragazzo gay ci provi con tutti gli altri ragazzi, perché, si crede che, se ti piace Francesco, non ti piace perché è Francesco cioè quello specifico essere umano di sesso maschile lì, con le fossette e gli occhi marroni, ma ti piace Francesco perché è un maschio e a te, in quanto gay, ti piacciono tutti i maschi e solamente i maschi.

2) Se sei un ragazzo gay e ti piacciono solamente i maschi significa anche  che "non ti piacciono le donne".

Ora ci possono essere ragazzi cui questi corollari li rivendicano con orgoglio, un po' perché pensano così di rivendicare il diritto a sottrarsi dall'obbligo patriarcale per i maschi di provarci con tutte le donne (tranne mamma)  un po' perché in quanto maschi (si rimane  maschi del patriarcato anche quando si è gay) si coltiva la misoginia e quale migliore tributo misogino di dire (come fa Stamets) io con le donne mai?

Insomma quando chiedo a un ragazzo hai la ragazza? hai il ragazzo? non gli sto chiedendo in maniera indiretta sei etero o gay? Voglio solo sapere se è innamorato e di chi. Perché se è innamorato lo vuole dire al mondo intero.

Dovrebbe esser libero di dirlo  mondo intero.
Non già sono gay come fanno fare a Lucas in Skam France, ma sono innamorato di...*** 

Questo perché l'orientamento sessuale non si esplica e finisce con noi che siamo gay piuttosto che etero (e mai bisex perché la bisessualità è esclusa da questa diade)****   ma coinvolge sempre una persona, concreta in carne ed ossa, oppure, se ancora non abbiamo intessuto relazioni, una persona ideale perché non ci piacciono mai tutti i ragazzi (tutte le ragazze) ma solo certi tipi, insindacabili  che piacciono a noi.

Chiedere a Lucas se è gay mette tra parentesi il suo amore per Elliott (che è il suo ragazzo di adesso) e generalizza sulla condizione di persona alla quale piacciono i ragazzi (sì, ma quali?).

Perché al di là delle etichette sono le persone quelle che ci fanno innamorare non gli orientamenti sessuali.

Perché se dico sono gay mi sto uniformando se dico sono innamorato di Paolo, faccio sesso con Gianluca, mi sono messo insieme con Daniele, ti sto parlando di me e dei miei amori.

Per questo la dichiarazione di Alessandro Mahmoud, in arte Mamhood, riportata dal corriere è infelice e irricevibile
Io sono fidanzato, ma troverei poco educata la domanda se ho una fidanzata o un fidanzato. Specificare significa già creare una distinzione. 
A sostegno di questa affermazione incomprensibile e ipocrita (se amo lo voglio gridare al mondo) Mahmood spiega, dopo aver messo le mani avanti, Io non ho mai detto di essere gay   che
«La mia è una generazione che non rileva differenze se hai la pelle di un certo colore o se ami qualcuno di un sesso o di un altro». 
Se davvero non ci fosse differenza dovrebbe venire naturale cogliere ogni possibilità, dirla apertamente senza tema di ricevere reazioni negative.

Non è vero che le persone eterosessuali non dicono mai che sono etero.
Hanno costruito una società che lo ribadisce in ogni istante in ogni occasione nelle istituzioni stesse. Quelle istituzioni che faticosamente si sta cercando di ampliare non di duplicare. Come il matrimonio, che rimane sempre lo stesso ma aperto anche alle coppie dello stesso sesso.

E se ci si sposa perché mai è maleducato chiedere se hai un marito o una moglie?

Facciamo nostre le parole di  Federico Boni su Gay.it!
Caro Mahmood, che tu sia gay, etero, fluido o bisessuale a noi importa fino ad un certo punto. Libero di vivere la tua vita privata come meglio credi, ed eventualmente di non raccontarla, ma sarebbe il caso di evitare fastidiosi voli pindarici per provare a motivare quel silenzio, quella mancata verità. Perché così facendo si finisce per prendere in giro un’intera comunità che tutta questa inclusione, questa parità di diritti, questo ‘volemose bene’ generazionale, fatica persino ad immaginarla. 

Un mondo di iene quello che esiste fuori da quello che Mahmood pretende, e che costruisce "notizie" sul niente come fa Diva e donna (il Cairo editore) che pubblica questa foto con questo commento. Nemmeno la dignità del fidanzato, dell'innamorato, del ragazzo, ma l'amico del cuore, quella perifrasi  piena di sottintesi che sminuisce e fa la differenza.
Se Mahmood, in quanto personaggio pubblico, avesse parlato avrebbe potuto difendersi meglio da questi attacchi omofobi e pruriginosi.  

Ha molta più classe James Franco al quale pure attribuiscono quell'orientamento sessuale lì che, nel 2016,  ha risposto sul time magazine alla constatazione di essere un gay cock tease così

There is a bit of overfocusing on my sexuality, both by the straight press and the gay press, and so the first question is why do they care? Well, because I’m a celebrity, so I guess they care who I’m having sex with. But if your definition of gay and straight is who I sleep with, then I guess you could say I’m a gay c—k tease. It’s where my allegiance lies, where my sensibilities lie, how I define myself. Yeah, I’m a little gay, and there’s a gay James*****

Solo i fanatici e le fanatiche di Linneo potrebbero dedurne una ammissione di omosessualità.
Franco se ne frega, perché lui sa chi è, e si comporta come meglio crede senza dover dare spiegazioni a chicchessia.

Se i tanti Mahmood fossero leggeri come Franco allora quel mondo preteso e che resta inventato perché non esiste contribuirebbero davvero a costruirlo un po', invece di sentirsi offesi se si chiede loro ma tu hai il ragazzo o la ragazza?

E le nuove etichette inutili e perniciose come quella di fluid servono solamente ai cretini come Michele Bravi a dire che
Non vorrei usare etichette, appartengono alle vecchie generazioni e discendono da un modo di ragionare che considero superato e anche un po’ discriminatorio. Preferisco parlare di relazioni fluide. Non ho bisogno di fare coming out perché nessun giovane si stupisce che mi sia innamorato di un ragazzo, e penso che nessuno dei miei coetanei si tirerebbe indietro se gli capitasse di provare un’emozione per una persona dello stesso sesso“.   
Cari e care giovani della nuova generazione vi dimenticate troppo facilmente che se potete giocare così con la vita delle persone (la loro esistenza, la loro visibilità) è perché ci sono stati tanti ragazzi e tante ragazze nelle generazioni precedenti che hanno rischiato e hanno ricevuto botte, ingiurie minacce e sono anche state uccise perché voi poteste gingillarvi così tra definizioni idiote e birignao infantili col piedino sollevato che pensate di potervi permettere perché siete "famosi".

Scusate se vi tiro per la giacca, ma, ricordate, le parole sono importanti.

Perché chi parla male pensa male e vive male, proprio come voi.

















*Checché (checche?) se ne dica irrido le etichette che pretendono di ampliare gli orientamenti sessuali, come fluid, o pansessuale, perché invece di integrare escludono e rispondono a una psicosi classificatoria che non nasce dall'esigenza di mettere tutti e tutte sullo stesso piano ma di creare individualità monadiche basate su un personalismo post fordista il cui scopo è quello di dividere et imperare  (libertà non è esprimere se stessi e se stesse,  libertà è partecipazione).

** seguo il suggerimento di Alma Sabatini e uso studente come parola epicena gli studenti le studenti e non uso quel studentesse che mi pare non necessaria.

*** In Skam France quando finalmente Lucas ed Elliot fanno l'amore, e la notizia gira, una sua compagna di scuola lo incontra e non gli chiede ma allora è vero che tu ed Elliot statale insieme? Gli chiede ma allora è vero che sei gay? 

**** non so come Giovanni dall'Orto faccia a dire il contrario, che queste due categorie implicano la bisessualità...

***** C'è un po  troppa attenzione  sulla mia sessualità, sia da parte della stampa etero che da parte i quella gay e  la prima domanda è che gliene importa?  Beh, perché io sono una celebrità, quindi immagino che a loro importi con chi faccio sesso. Ma se la tua definizione di gay e etero si basa sulle persone con cui vado a letto, allora immagino che potresti dire che sono attraggo molto i ragazzi gay anche se non ci vado a letto. È dove risiede la mia fedeltà, dove risiede la mia sensibilità, come mi definisco. Sì, sono un po 'gay, e c'è un James gay.