martedì 19 gennaio 2010

Se le unioni civili non vanno al parlamento...

 ...succede che due ragazzi Francesco Zanardi, 38 anni, imprenditore nel settore informatico, fondatore del movimento Gay Italiani, e Manuel Incorvaia, 22 anni, precario, facciano uno sciopero della fame per essere uniti in matrimonio.
Succede che alcuni quotidiani danno la notizia dell'inizio dello sciopero della fame e poi non se ne parla più. Fa solo notizia (due righe due) che Francesco ha avuto uno shock anafilattico o quando  Manuel ha un malore ed è costretto ad interrompere lo sciopero. I quotidiani danno scarso rilievo alla notizia. Nessun rilievo la tv. Solo la rete e i singoli cittadini si mobilitano.
Alcuni privati cittadini hanno già iniziato a sostenere lo sciopero della coppia (ormai del solo Francesco) con uno sciopero-staffetta.
Il deputato Paola Concia ha fatto sua questa iniziativa legando lo sciopero non tanto ad una astratta richiesta di riconoscimento dei matrimoni quanto alla calendarizzazione della nuova proposta di legge (dopo che il primo tentativo è stato affossato per incostituzionalità) sulle unioni civili presentato alla Camera.
Tutti possono partecipare allo sciopero, ad oltranza o anche solo per un determinato numero di ore. Di modo che ci sia sempre almeno una persona che sciopera fin quando la legge non verrà discussa e approvata.
Perché anche l'Italia sia un paese civile