All'agenzia Einaudi dove vado una volta al mese per pagare il mio conto e, inevitabilmente, a prendere qualche nuovo libro, si incontrano sempre delle clienti interessanti.
Più raramente clienti di sesso maschile.
Nonostante la mia gaiezza è nota la mia idiosincrasia per i miei co-genere.
La cliente di stavolta sta già parlando con l'agente libraria, che conosco dal 1990, quando io arrivo, per cui non mi inserisco nella loro conversazione e poi ci sono i libri da vedere e stavolta ho un piccolo elenco (due volumi recensiti sulla copia di manifesto che ho in mano) da chercher.
La loro discussione va avanti da ormai mezzora quando l'agente libraria mi coinvolge nella conversazione chiedendomi cosa ne penso. Di cosa state parlando? chiedo.
Ci stavamo chiedendo com'è possibile che sia avvenuto lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento mi riassume la nostra ospite in sintesi mi dice.
Io commento, secco beh non solo gli ebrei...
Certo certo, fa la cliente. Però gli zingari e gli omosessuali erano di meno...
Dovrei forse capire da questa sua osservazione che la donna è ebrea. E' che io non ragiono per categorie, per quanto questa pretesa possa sembrarvi presuntuosa è così.
Chissà, se appartenessi a una categoria di persone discriminate e uccise nel numero di sei milioni, forse anche io sentirei l'esigenza mi venisse riconosciuto il primato della vittima.
Ma io sono omosessuale non ebreo e mi viene spontaneo di ricordarle tutte le altre categorie di persone uccise accanto e assieme alle persone ebree.
La cliente mi risponde con una sottile resistenza cercando di distinguere e mettere tra parentesi quello che le faccio notare e che ha una incontrovertibile evidenza
almeno gli omosessuali potevano nascondersi gli ebrei maschi bastava spogliarsi ed era evidente la lor appartenenza senza rendersi conto dell'orrore che doversi nascondere vuol dire vivere la propria affettività in maniera clandestina non il sesso che, normalmente, si fa in privato ed è dunque sempre nascosto.
Almeno gli omosessuali li prendevano solo da adulti gli ebrei anche i bambini Come se gli zingari no...
Per tacere di tutti i bambini e le bambine handicappati e handicappate uccisi prima ancora dei campi di sterminio...
Almeno gli omosessuali potevano scappare e dunque quelli finiti ammazzati nei campi di concentramento sono stati fessi...
Insomma dovrei rendermi conto della difficoltà della cliente che vuole le venga riconosciuto il primato da vittima e che mi racconta di come la sua famiglia e quella di suo marito siano state deportate nella fascistissima Italia...
Invece le rispondo piuttosto maleducatamente finché, rendendomi conto della sua appartenenza, desisto e ascolto affascinato, lo sono davvero, i suoi racconti.
Poi le chiedo scusa per la mia aggressività e le spiego che proprio perchè la memoria storica è importante cerco smepre di preservarla nella sua interezza ricordando tutte le vittime dei campi di sterminio poco importa se siano stati uno o un miliardo.
Simpatizziamo subito anche perchè io non sono certo antisemita e per la cultura ebraica ho una rispettosa curiosità.
Poi, colto da un guizzo di orgoglio gay, uso una argomentazione retorica che di solito mi dà fastidio, sia per l'argomentazione retorica di per sé, sia per quel particolare esempio che trovo pretestuoso.
Però stavolta, dopo tante sue assurde specifiche, decido di usarla e le ricordo che, a differenza di altre categorie discriminate come gli ebrei o i neri (parlo sessisticamente al maschile) che quando tornano a casa trovano almeno lì il confronto e la comprensione della discriminazione subita fuori le persone omosessuali a casa trovano spesso lo stesso ludibrio che le vessa all'esterno.
E qui lei mi fa un racconto tenerissimo che vorrebbe dimostrare quanto mi appoggia e mi sostiene.
Lo scorso fine settimana mio figlio più piccolo, che ha 14 anni, è tornato a casa tardi con un amico di scuola. Avevano preso il taxi per rientrare perchè non c'erano più autobus, non so.
I mie altri figli dormivano fuori casa quel week-end così c'erano a disposizione un sacco di letti. Invece loro hanno scelto di dormire insieme. Così l'indomani mattina, quando mio marito li ha visti dormire nello stesso letto è venuto da me preoccupato e mi ha chiesto "ma non è che nostro figlio è..." e io gli ho risposto "anche se fosse va accettato per quello che è".
Io balbetto la timida domanda ma perchè due amici non possono avere il piacere di dormire insieme? E le mie due interlocutrici, un po' deluse che io non apprezzi la concessione che mi hanno appena fatto, mi fanno notare che l'esempio doveva rassicurarmi su quel che avevo detto prima sulla famiglia che discrimina. In famiglia vanno accettati mi dicono rassicuranti.
E poi la cliente mi chiede, per la prima volta dubbiosa sull'orientamento sessuale del figlio, perchè, non so, a quattordici anni lo si sa già?
Io vorrei risponderle brutta deficiente perchè tu a quattordici anni non sapevi già che ti piacevano i ragazzi?
Ma l'ho già troppo trattata male prima e poi ora che lo so non riesco a trattar male la figlia di una famiglia di ebrei deportati...
Però il suo racconto, la sua reazione, le sue domande, sono il migliore esempio di come l'omofobia sia radicata anche nelle migliori intenzioni.
Due ragazzi quattordicenni che dormono insieme saranno sempre in odore di froceria.
E l'omosessualità non sarà mai una opzione di default come l'eterosessualità. Così nessuno si scopre etero perchè tutti e tutte lo siamo.
Ci si scopre non etero, come il ragazzo anche lui di quattordici anni che ha scritto al Piccolo definendosi come uno al quale non piacciono le ragazze mica un ragazzo al quale piacciono i ragazzi! perchè l'omosessualità ìè l'eccezione dell'eterosessualità che rimane l'unica ratio definente. Non conforme. Un accidente. Un errore. Da tutelare. Da difendere. Magari anche da facilitare. Ma sempre un errore. D'altronde nessuno è davvero felice di essere paralitico no?
Perchè dovrei essere felice di essere nato così? Come il ragazzo diciassettenne che ha scritto a Repubblica non tutti hanno la fortuna di nascere eterosessuali...
E pensare che pure Gaber si chiedeva il perchè dell'orgoglio gay...
Finché l'omosessualità non sarà una opzione di default invece di qualcosa da notare e da distinguere, finché due ragazzi che vanno in giro mano nella mano verranno visti sempre e solo esclusivamente come omosessuali non ci affrancheremo mai dalla norma monocratica che vede la diversità anche in un tenero gesto di affetto tra amici o che pretende un primato sulla sofferenza per il numero schiacciantemente superiore di vittime avocando per sé una ferocia maggiore da parte di chi ha ucciso 10 milioni di persone perchè tutte considerate fuori standard.
L'oomonegatività è talmente scritta nella ferocia del patriarcato da non risparmiare nemmeno le sue stesse vittime.
E io adesso so per certo che morirò senza che questa profonda intima omonegatività sia ancora davvero sconfitta.
Un pensiero di doloroso affetto per tutte, davvero tutte le vittime della ferocia nazifascista e di tutti i regimi anche democratici che trovano sempre nuove diversità da usare come capro espiatorio di tutti loro mali.