sabato 6 febbraio 2016

Disinformare il pubblico sulla pdl Cirinnà; La stampa e il fatto quotidiano e la "devianza sessuale" dell'articolo 122 del codice civile.

Non sono un giurista, quindi chiedo scusa sin d'ora se nell'esporre quanto segue commetterò vizi di forma o errori terminologici.
Sono però persona di cultura media capace di informarsi e per documentarmi sui fatti di cui vi voglio evincere ho speso non più di 40 minuti in ricerche su internet.

La notizia, che ho avuto dal blog  gayburg che fa riferimento a un articolo de La stampa e anche da un lettore o lettrice anonime di questo blog che mi ha riportato il link de il Fatto Quotidiano  verte su una presunta incongruenza della pdl Cirinnà.

L'incongruenza riguarderebbe
è la norma che prevede la nullità dell’unione se uno dei coniugi scopre la «deviazione sessuale» dell’altro; il problema è che in giurisprudenza si definisce «deviazione sessuale» proprio l’omosessualità. Dunque, secondo il testo, se due uomini si sposano e dopo un po’ uno scopre che l’altro è gay...  (La stampa)
Riportata così la "notizia" è fumosissima: non si cita l'articolo del codice, ci si riferisce a due uomini che si uniscono civilmente come a due uomini che si sposano...

Ma tant'è, la disinformazione è fatta e si spala altra merda sulla pdl Cirinnà.

Il fatto quotidiano è appena più preciso nei dettagli

Il caos giuridico deriva dal fatto che il ddl si rifa [sic] all’articolo 122 del codice civile, dove si stabilisce che il matrimonio è nullo se uno dei coniugi capisce di aver commesso un “errore essenziale su qualità personali” del partner: fra gli errori causa di nullità c’è anche quello che riguarda la “deviazione sessuale” del coniuge che nella giurisprudenza indica l’omosessualità.   (il Fatto Quotidiano).
 Prima della riforma del 1975 l'articolo 122 riportava che
“il matrimonio può essere impugnato da quello degli sposi il cui consenso…è escluso per effetto di errore. 2 L’errore sulle qualità dell’altro coniuge non è causa di nullità del matrimonio se non quando si risolve in errore sull’identità della persona” 
(fonte sito articolo29 )
Con la riforma del 1975 oltre all'identità della persona sono ragione di annullamento anche la malattia, l'anomalia o la devianza sessuale.

Ora, a differenza di quanto affermato da Mattia Feltri su La stampa e da F.Q. sul Fatto, l'omosessualità non può essere qualificata come malata in ossequio alla delibera dell’OMS del 1990.

Lo stesso vale per  la qualifica di devianza sessuale. Infatti
Sempre ricordando l’opinione autorevole dell’OMS, che vuole che l’omosessualità sia,  come è, una variabile normale del comportamento sessuale umano, va escluso che la stessa possa qualificarsi una “deviazione sessuale”. Tanto anche ai sensi del DSM, il noto repertorio psichiatrico, in cui essa non figura più.
(fonte sito articolo29 )
Infine anche per la anomalia 
Tornando alla esegesi della ultima fattispecie residua dell’art. 122 co III n 1) c.c., quella della ‘’anomalia’’ , il vocabolario della Treccani la definisce come: Irregolarità, difformità dalla regola generale, o da una struttura, da un tipo che si considera come normale. Data la nota e vincolante definizione della OMS della omosessualità come “variante normale” non può, a nostro avviso, essere data della anomalia una definizione simile. (fonte sito articolo29 )

Queste considerazioni si riferiscono alla sentenza del 13 febbraio 2013 (Pres. ed est. Canali) del Tribunale di Milano, sezione nona civile che recita:
Il matrimonio civile, in cui un coniuge abbia taciuto all’altro la propria omosessualità e che abbia cagionato l’assenza di rapporti sessuali, può essere annullato per causa di errore; l’omosessualità di un coniuge non è qualificabile tuttavia come errore su una malattia, anomalia, o deviazione sessuale, bensì come errore sulla identità complessiva del coniuge. 
In ogni caso l'omosessualità di uno dei due o delle due nubendi può essere avocata come motivo per l'annullamento dell'unione solamente quando l'omosessualità sia stata CELATA cosa che nel caso delle unioni tra persone dello stesso sesso per evidenti motivi non si applica.

Non so qual è stata l'agenzia stampa che ha diffuso questa snotizia. La persona che ha scritto il dispaccio dovrebbe essere deferita all'Ordine dei giornalisti.

Ciononostante Mattia Feltri e F.Q. avrebbero dovuto avere il buonsenso di verificare la notizia come ho fatto io che giornalista non sono ma che nel giro di 40 minuti mi sono informato sulla dimensione di questa non notizia il cui unico scopo è quello di gettare discredito sulla pdl e chi l'ha fatta.

Siamo oltre la deontologia. Qui non si tratta di spacciare per informazione una opinione personale.

Qui si sta disinformando il pubblico destabilizzando e influenzando l'opinione pubblica durante un dibattito parlamentare.




venerdì 5 febbraio 2016

La pervicace disinformazione di Repubblica: gli esperti che si dividono sulle "adozioni gay".

Che Repubblica sia il peggior giornale nazionale d'Italia lo ripetiamo da anni. Un mantra che ci accompagnerà alla tomba, a meno che la sorte non ci regali la sua chiusura, che ci auguriamo, chissà.

Credevamo avesse già raggiunto il fondo ma con questo articolo la redazione di Repubblica si è messa a scavare.

La notizia (inesistente) vede l'ennesimo omofobo esprimere una opinione non competente.

Il presidente della SIP (Società Italiana Pediatria) Giovanni Corsello ha pubblicato in data 27 gennaio un post nel quale afferma senza averne le competenze specifiche che

Studi e ricerche cliniche hanno messo in evidenza che questi processi possono rivelarsi incerti e indeboliti da una convivenza all’interno di una famiglia conflittuale, ma anche da una famiglia in cui il nucleo genitoriale non ha il padre e la madre come modelli di riferimento.

Un post non scientifico visto che non si citano le fonti di questi fantomatici studi, ma poco importa. In quanto pediatra e non psicologo l'opinione disinformata di Corsello vale quanto quella mia informata.

Da pediatra Corsello può esprimersi sulla Varicella non certo sui modelli di riferimento paterni e materni visto che nel 2011 l’Associazione Italiana di Psicologia ha dichiarato che
i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psicosociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attualizzano al suo interno.
Bastava informarsi dunque, e sì che la dichiarazione è di 5 anni fa...

La più grave responsabilità di Repubblica è di dare legittimità a una opinione personale che non ha alcuna autorevolezza scientifica, visto che chi la esprime non ne ha le competenze per farlo.

Non ci interessa qui il teatrino di Corsello che ritratta e dice di essere stato frainteso (nello stile squisito di Berlusconi).
Per il seguito di questa non notizia rimandiamo alla rete che ne parla a profusione, per esempio qui e qui.


Quel che ci appare insopportabile, anzi, criminale, è il titolo che Repubblica dà alla notizia
Adozioni gay e bambini: gli esperti si dividono
Nell'articolo Corsello è contraddetto da una opinione competente quella di  Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria ma per Repubblica Corsello e Mencacci sono entrambi esperti e le loro opinioni contrastanti segnano una divisione che, invece, nel mondo accademico e professionale, non c'è.

Fossimo in uno Stato davvero democratico Repubblica dovrebbe essere censurata.
Purtroppo possiamo solamente smettere di comprarla sperando che chiuda.


Ma c'è dell'altro.

Adozioni gay al di là del terrificante uso dell'aggettivo gay cioè omosessuale maschile riferito ad adozioni, come se le adozioni avessero orientamento sessuale fa riferimento alle adozioni, cioè alla facoltà di una persona di adottare un bambino o una bambina.

Questa facoltà per lo Stato italiano è riconosciuta solamente alle coppie sposate e, dunque, almeno per il momento, alle coppie di sesso diverso.


La pdl Cirinnà non consente alle coppie dello stesso sesso di adottare bambini o bambine. 
Questo diritto resta alle coppie sposate.

La stepchild adoption è tutt'altra cosa. 

Si tratta di riconoscere come genitore e genitrice anche il o la partner della madre biologica o del padre biologico che sono diventati e diventate genitori grazie a una qualche forma di procreazione assistita.

Genitori single la cui prole non ha un padre o una madre biologiche visto che sono donatori e donatrici anonime.


La stepchild adoption permette al e alla partner genitori single di vedere riconosciuta legalmente la persona con la quale convive e con la quale è diventato o diventata genitore o genitrice. 

Non è dunque vero nemmeno che la stepchild adoption incentiverebbe la GPA, come non è vero che non riconoscere la stepchild adoption la disincentiva. 

Le persone continuerebbero a ricorrervi e a crescere la prole insieme al compagno o alla compagna di vita.
Quel che cambia è che senza la Stepchild anche se la coppia dovesse dividersi il figlio o la figlia resterebbe senza il secondo genitore o la seconda genitrice che nella sua vita esiste ma non per lo Stato.


Non si tratta solo di un diritto in positivo. 
Ma anche di un obbligo. 

Se una copia di uomini o di donne si separa di fatto il compagno o la compagna non biologiche non hanno nessun obbligo nei confronti della prole del compagno o della compagna. 

E di genitori assenti e sfuggenti ne esistono in ogni compagine familiare altrimenti non ci sarebbe la stepchild adoption per le famiglie etero...

La stepchild adoption è pensata dunque per la tutela della prole e non si presenta come diritto della persona adulta.


La stepchild adoption tra l'altro non è legittimante e riconosce legalmente solo il o la parnter del genitorie o della genitrice biologiche. 
I genitiori e parenti di chi viene riconosciuto o riconosciuta dalla stepchild adoption non rientrano nel ricosncimento legale: nonni e nonne, zii e zie, fratellastri e sorellastre per lo Stato continuano a non esistere.

La stepchild adoption toglie di fatto parte della famiglia al bambino e alla bambina nate in coppie omogenitoriali.

Questo pechè la stepchild adoption nasce nell'alveo dalla famiglia etero e permette di riconoscere una nuova figura genitoriale nel caso in cui la figura genitoriale biologica esistente sia assente dalla vita della prole...

Nonni e nonnne zii e zie già esistono anche se il padreo o la amdre sono assenti...

Nel caso di coppie omogenitoriali invece la seconda figura genitoriale biologica non esiste visto che si tratta di un donatore o una donatrice anonime non esitno dunque nemmeno il resto dei e delle parenti di questa figura anonima...

Qunidi la stepchild adoption è proprio il minimo garantito e andrebbe rafforzata e riconosciuta come 
vera e propria adozione legittimante. Invece la si vuole sostituire con un affido rafforzato... 

Per non ricosnocere legitima delle familgie omogenitoriali si colpisce la prole con una ipocrisia che solo il mondo cattolico rende sistema politico.



Possiamo comprendere che una persona qualunque non capisca la differenza, ma che un quotidiano che pretende di fare informazione faccia confusione tra adozioni e stepchild non ha giustificazione alcuna. 

O chi scrive non sa di cosa parla e allora non dovrebbe scrivere. 


O lo fa per un proprio scopo politico e allora non dovrebbe pretendere di informare.


E chi disinforma pretendendo di informare compie un atto criminale.

Ma da chi riconsoce competenze a chi comeptenze non ha cosa ci possiamo aspettare?

Che Repubblica chiuda, per sempre. 

 

lunedì 1 febbraio 2016

Lucia Ocone "Bandierò" e l'insulto maschilista.

Apprendo da Gay.it che ieri a "Quelli che il calcio" la televenditrice Veronica, il personaggio inventato e interpretato da Lucia Ocone, ha venduto Baindierò.

La struttura dello sketch, per chi non lo conosce, prevede la vendita di un oggetto molto comune presentato come oggetto innovativo da utilizzare per gli usi più improbabili...

Una truffa evidente e comica.

Nel caso della bandiera rainbow, presentata come Bandierò, viene venduta come localizzatore di presenza "quando incontri su tinder o grind" od offuscatore di luce "quando ricevi in casa (e non in camera come dice gay.it)
 
Evidentemente anche per Ocone quando si parla di omosessualità viene in mente solamente il sesso, quello vicino al libertinaggio, e mai i sentimenti.


La continua allusione al sesso liberitno è presente in tutti gli sketch non solamente in questo: lo si capisce dai continui innuendo, Veronica o, almeno, la sua amica Marika, si prostituisce.

I continui riferimenti alla prostituzione (nei commenti di Veronica anche i due della Gialappas sarebbero clienti di Marika) sono triti e confermano tutto l'impianto valoriale maschilista e patriarcale su cui si basa lo sketch.

Veronica\Ocone nel commentare gli e le astanti al Family Day non trova niente di meglio che lasciare intendere che gli uomini presenti sono sue conoscenze di vecchia data (cioè clienti) e le donne sue "vecchie amiche" (cioè prostitute).

Insomma per sfottere chi ha partecipato al family day Ocone non trova niente di meglio che dare della mignotta alle donne e del puttaniere agli uomini.

Ci mancava solo l'insinuazione che gli uomini fossero froci... ma a quello ci ha pensato Travaglio col suo editoriale del 27 di cui ho già parlato.

Credo nella buona fede di Ocone e le concedo pure che non si sia resa conto dell'offesa che le sue osservazioni "comiche" fanno alla dignità della donna, di tutte le donne, anche di quelle omofobe del family day.

Ma lo sport nazionale di dare della mignotta a una donna non è accettabile mai nemmeno per scherzo, non in tv almeno.

Negli anni 70 i froci vantavano la mignottagine propria e delle altre froce, non la nascondevano, non la usavano come una arma di discriminazione e di offesa.

Anzi lucciole e froce trovavano nell'uso del corpo autodeterminato quella comune sororanza con la quale si smarcavano dalla morale borghese che, a quanto pare, oggi nel tempo del family day anche il movimento di liberazione lgbt ha riabbracciato.

Magari le donne del family day fossero tutte mignotte, cioè donne che sono libertine come gli uomini. Purtroppo le donne del family day sono sessualmente represse come ci insegna Costanza Miriano e la donna sottomessa.

E poi che vuotezza politica quella di chi per criticare una posizone omofoba e antidemocratica non ha meglio di dire che chi ha quella posizone è una mignotta.

Eppure gay.it ha trovato questo sketch positivo solo perchè Ocone solidarizza con gli amici orgogliosi con quei froci che trasfromano la professione di misoginia in uno sport machista.

Il patriarcato è ancora talmente diffuso che family day e family gay (con marrazzo che inneggia ai diritti gay) sono le due facce della stessa medaglia di una soceità profodnamente divisa tra uomini e donne tra etero e gay dove il fallocentrismo patriarcale rende comuqnue gli uomini, anche quelli forci, migliori e con più potere delle donne. Una società che è la stessa identica di quella mussoliniana del ventennio.

La generazione che ha fatto la differenza, quella che faceva politica 40 anni fa, oggi è superata per mere ragioni anagrafiche.

Il nuovo che avanza non ha la capacità di andare al di là di queste stantie contrapposizioni  e invece di integrare le persone in una soceità complessa ma coesa e solidale dove la singola persona convive con chi intraprende una vita a tre (o più) si preferisce etichettare e dividere la gente in sottocategorie (tutte quelel assurde della queer theory per esempio) illudendosi che ognuno e ognua abbia un minimo di libertà di manovra, anche se dentro a un recinto sempre più angusto.

Ci si dimentica che se non si partecipa non c'è libertà e senza libertà non c'è democrazia.

L'unico collante è ancora quello del maschilismo che ci fa dire a tutti e tutte di una donna che avversiamo che è mignotta senza che nessuno o nessuna si arrabbi mi chiedo come facciamo poi a rivendicare una più equa distribuzione dei diritti, sviliti a diritti gay, senza vergognarci un po'.

Beh, io me ne vergogno, tanto.