giovedì 31 maggio 2012

Le inziative culturali durante la settimana del pride. il programma del pride park (1). La memoria storica nominata a sproposito.



Finalmente è disponibile il programma ufficiale del pride park, che quest'anno si tiene a villa Gordiani molto meno centrale della centralissima piazza Vittorio, ma tant'è.

Tra le iniziative dei tre giorni di attività tutti davvero interessanti ce n'è uno che ha colpito la mia attenzione.


domenica 17 giugno
17.00 – 18.00 L’orgoglio della Memoria – coordina Gian Piero Milani

In attesa che la legge 211/2000 istitutiva della Giornata della Memoria includa il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti, ragioniamo insieme agli esponenti delle diverse comunità come la memoria costituisce parte della nostra coscienza ed esperienza comune.


L'iniziativa è più che lodevole. In effetti nel testo della legge citata si legge
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico) (fonte camera.it)
e basta.
Però è anche vero che molti operatori culturali che a vario titolo si occupano di commemorare la giornata istituita ricordano tutte le vittime dei campi di concentramento e non solo quelle della Shoah. Ciò naturalmente non toglie che la legge vada modificata e fra le vittime vadano inseriti tutte le vittime della persecuzione nazifascista.

Quel che mi imbarazza però è la retorica tutta lgbt con cui si approccia l'argomento.

Intanto trovo discriminatorio che si specifichi che si attende che la legge 211/2000 istitutiva della Giornata della Memoria includa il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti, continuando a non citare tutte le altre categorie di internati e internate nei campi di concentramento e cioè:

Prigionieri politici Criminali  Immigranti (forzati stranieri) Testimoni
di Geova
Omosessuali Asociali Rom e Sinti
(fonte Wikipedia)

Così come reputo egocentrico da parte degli ebrei ricordare solo il loro sterminio stessa reazione mi fa leggere questa richiesta di settore che non è davvero inclusiva di tutte le realtà internate.

Ancora più grave però trovo la dicitura il ricordo dello sterminio sistematico di Gay, Lesbiche e Transessuali nei lager nazisti.

La dicitura infatti è storicamente imprecisa e cozza con la giusta rivendicazione di orgoglio della Memoria come riportato nel titolo nell'evento.

Se infatti i gay sono entrati nei campi di concentramento in quanto tali
l'Articolo 175 che condannava l'omosessualità maschile non prendeva in considerazione quella femminile. Il lesbismo non era considerato dalle autorità una minaccia o un "sabotaggio socio-sessuale" dei fondamenti del Terzo Reich, perciò, a patto che non dessero pubblico scandalo le lesbiche non furono formalmente perseguitate.
Questo naturalmente non significa che lesbiche non furono internate nei campi di concentramento ma non avevando un segno distintivo loro bensì rientravano nel triangolo nero annoverate tra

malati mentali o senzatetto, alcolisti, gli “sfaccendati” abituali, le prostitute, gli anarchici e le lesbiche. Solitamente il triangolo nero veniva assegnato anche a Rom e Sinti. in alcuni campi, però, veniva dato loro un triangolo marrone.
è più difficile trovarne una presenza certa nei campi di sterminio e quindi, per esempio, contarne il numero.
Lungi da me minimizzare sulla persecuzione delle donne omosessuali, riporto qui un problema storico non indifferente.
Visto che si parla di memoria storica bisogna restituire la giusta prospettiva storica della memoria e non ridurla alla retorica di formule e frasi di una militanza contemporanea che sfiora il ridicolo.

Se infatti la memoria storica delle lesbiche perseguitate dal nazismo va fatta emergere nella prospettiva di cancellazione storica delle donne dalla storia del genere umano e donnano nel caso delle persone trans si arriva al ridicolo. Infatti
Il termine "transessuale" è stato coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma è diventato di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966 (fonte Wikipedia)

Anche se sulla rete si trovano dei riferimenti alle persone trans nei documenti nazisti si tratta in realtà di una forzatura storica in quanto in quei documenti ci si riferisce al classico equivoco tra identità di genere e orientamento sessuale sia nel caso di travestiti gay sia nel caso in cui si cercava una normalizzazione dell'omosessualità in chiave travestitica.

Ma l'idea di una identità di genere diversa da quella del sesso biologico di nascita sganciata all'orientamento sessuale non è riportata (almeno non nei documenti che ho potuto vedere sulla rete). d'altronde come potrebbe se il connetto stesso nasce nel 1949 e prima di allora transessualismo si sovrappone alla vecchia idea del gay effeminato e della lesbica mascolina? Una memoria storica seria questi distinguo dovrebbe farli insistentemente e con chiarezza di intenti. 

Invece più che la memoria storica si declina qui la retorica di movimento (sacrosanta per carità ma dal mio punto di vista troppo particulare e lobbistica) alle spese della memoria storica, quella vera, che è più complessa di quanto riportato nelle poche righe di presentazione di questo incontro al quale non mancherò per vedere quanto di questi distinguo saranno presenti sacrificati nel riassunto di presentazione in nome di una discutibile sintesi.

Stay tuned!