Il cadavere di Daniele è stato trovato sul greto del fiume, coi pantaloni calati.
I due colpi inferti con un punteruolo o un cacciavite erano stati in precedenza scambiati per colpi di proiettile.
Forse sono abituato a vedere troppi telefilm polizieschi ma un proiettile oltre al foro di entrata ha anche quello di uscita altrimenti vuol dire che è rimasto nel corpo. Mi chiedo come sia possibile scambiare per un colpo di pistola la ferita lasciata da un punteruolo.
Adrea Troisio ha confessato l'omicidio.
Quello che è stato stabilito (sempre a fidarsi dei giornali) è che Daniele sia stato ucciso sul luogo in cui il suo cadavere è stato ritrovato, e che l'arma del delitto, il punteruolo o il cacciavite, non è stata ancora trovata.
Nonostante l'assassino abbia confessato la dinamica dell'omicidio e il movente non sono ancora chiari.
Le ipotesi fatte dalla stampa e dagli inquirenti tradiscono una visione così pregiudizievole e discriminatoria che è come se Daniele venisse ancora colpito da un punteruolo fatto di innuendo e insinuazioni più che omofobiche criminali.
Le ipotesi della dinamica dell'omicidio e del suo movente vengono raccontate seguendo uno scenario pieno di pregiudizi e insinuazioni nemmeno troppo nascoste.
Secondo quanto riportato dal Fatto quotidiano
“I pantaloni abbassati della vittima fanno pensare ad un rapporto consumato” con il carnefice “ma escludo che il delitto sia stato premeditato”, ha spiegato il capo della Squadra mobile di Roma Renato Cortese durante una conferenza stampa.Daniele è stato ucciso sul luogo. I punteruoli non crescono sul greto del Tevere.
L'omicida lo aveva presumibilmente con sé. Chi è che gira con un punteruolo o un cacciavite in tasca?
In base a quale evidenze Cortese esclude la premeditazione?
Sul movente dell'omicidio nessuno ha pensato di chiedere all'assassino e gli inquirenti presentano delle ipotesi come riporta Repubblica:
la vittima potrebbe aver rifiutato un rapporto sessuale e per questo sarebbe stato ucciso. Una seconda ipotesi racconta invece che forse Fulli cercava una relazione più stabile mentre Troisio voleva rapporti più occasionali. Al termine di una lite, dopo un rapporto sessuale, Troisio si sarebbe dunque lanciato su Fulli e lo avrebbe colpito più volte fino ad ucciderlo. Sarebbe quindi in ogni caso esclusa la premeditazione.Andrea cioè non ne voleva sapere di Daniele e dopo averci scopato lo ammazza?
Perchè si pensa che Daniele cercasse una relazione più stabile e Andrea non ne voleva sapere?
L'innuendo che ci leggo è che Daniele, gay dichiarato voleva una relazione al di là del rapporto sessuale occasionale, mentre Andrea che viene descritto come tossicodipendente senza che il suo orientamento sessuale venga definito (nessuno glielo è andato a chiedere evidentemente) no.
Daniele, il gay, non si accontenta del rapporto sessuale occasionale, vuole di più. Frulli, l'etero, si è lasciato andare solo a una scopata e visto che il gay non si accontenta lo ammazza.
Basta questo perchè Agi e Adn Kronos parlino di delitto passionale.
Normalmente con questa parafrasi molto contestata si descrive un omicida che sia mosso da un amore così forte che dinanzi il rifiuto della vittima conduce al gesto folle.
Allora quello a volere la storia fissa dovrebbe essere Andrea e non Daniele. E, nel caso, dovrebbe essere Daniele, che voleva, ad avere ammazzato Andrea, che non voleva.
L'idea di delitto passionale subisce qui una inversione totale.
Non innamorato folle ma esasperato folle.
Se un uomo ammazza una donna è perchè la ama tanto.
Se un uomo (il cui orientamento sessuale non è meglio specificato) ammazza un gay lo fa perchè il gay lo esaspera, lo infastidisce. Perchè il gay avrebbe voluto una relazione più stabile mentre Troisio solo rapporti occasionali. (Adn Kronos )
Quello che preme agli inquirenti e alla stampa evidentemente è di dimostrare che questo caso, almeno questo, non abbia un movente omofobico.
L'agi conclude il suo dispaccio dicendo infatti che
Secondo quanto si e' appreso i due si frequentavano da pochi giorni e il movente dell'omicidio sarebbe solo passionale. (il corsivo è mio).State tranquilli signori froci militanti. Non si è trattato di omofobia ma solo di passione.
Quello che gli inquirenti e la stampa non hanno pensato è che se i fatti si sono davvero svolti così, se cioè Andrea e Daniele hanno prima consumato un rapporto sessuale e poi Andrea ha ammazzato Daniele il movente omofobico potrebbe essere ancora presente:
quello che gli inquirenti chiamano delitto passionale, che qui non c'entra niente,
Brutto frocio guarda cosa mi hai fatto fare.
Altro che delitto passionale. E' un delitto mosso dall'odio per quello che si è e che si odia in sé al punto tale da negarlo e per farlo bisogna cancellare la persona che lo sa e che lo ha fatto emergere in noi.
Andrea è dunque sia colpevole in quanto omicida che vittima dello stesso stigma omofobico che lo ha indotto a vivere in maniera problematica il proprio comportamento sessuale al punto tale da indurre in se stesso e poi proiettarlo nell'altro un odio così feroce da degenerare in omicidio.
Ecco qual è la vera emergenza omofobia. Non sono i gesti ma il clima di una società che induce quei gesti che dà loro un significato piuttosto di un altro.
Al punto tale che se un uomo ammazza un frocio è il frocio a essere innamorato e l'omicida no eppure si parla lo stesso di delitto passionale.
Tra le ipotesi precedenti all'arresto di Andrea riporto quella più volgare e criminalmente omofobica del salvagente secono il quale Daniele
Habitueè degli incontri a pagamento. Il solito frocio che se l'è cercata insomma.
Ecco il clima omofobico che respiriamo tutte e tutti.
Quello che fa impostare al capo della digos un sillogismo che fa acqua da tutte le parti solo per scongiurare che non si è trattato di omofobia ma di un delitto passionale.
Per cui le sacrosante parole di Fabrizio Marrazzo riportate dal Fatto quotidiano
“C’è però da sottolineare – continua Marrazzo – che a livello di opinione pubblica non può passare il messaggio che Daniele se la sia cercata, che siamo di fronte a fatti normali per chi vive relazioni e rapporti omosessuali, che ci sia una sorta di destino segnato per chi è gay, che quelli che vengono definiti omicidi maturati in ambienti gay siano frutto di vite minori. Daniele è stato una vittima di violenza, per noi era un amico e come tale lo ricorderemo”sono già state vanificate poche righe prima quando, nello stesso articolo, si è scritto che
“Forse Fulli cercava una relazione più stabile mentre Troisio voleva rapporti più occasionali per questo potrebbe aver reagito ed ucciso il giovane parrucchiere. -ha spiegato ancora Cortese- Quindi potremmo escludere la premeditazione, comunque le indagini sono ancora in corso”.Io vorrei sapere che cosa ha da dire Andrea. E che forse fino a quel momento sarebbe stato meglio mantenere un decente e rispettoso no comment.