Stavolta L'espresso ha superato se stesso e, in piena sintonia col carabiniere che si è sentito disturbato dall'abbraccio di due ragazzi, etichetta un gesto di affetto tra due ragazzi (gay) come abbraccio gay. Così titola infatti il settimanale l'articolo online pubblicato ieri:
Abbraccio gay, il carabiniere li caccia
Capisco la necessità di attirare l'attenzione del pubblico e di riassumere, in un titolo, l'essenza della notizia, ma Tommaso Cervo (se il titolo l'ha scelto lui, non si sa mai...) stavolta ha proprio toppato.
La notizia è nota a tutti. Mirco Vigni di 24 anni, di Pistoia, dopo aver lavorato tutta la notte al Priscilla Caffè, un locale gay, dove lavora da due anni, della vicina Torre del Lago, si reca nel bar Cusimano, in via San Francesco, nel centro di Viareggio. Sono le 5,30 del mattino. Con lui l'amico Fabio Frati, di Prato, di anni 22, che da inizio giugno lavora come cameriere al Buddy (altro locale gay, entrambi di proprietà di Alessio De Giorgi, direttore del portale Gay.it).
Fabio è seduto al tavolo, Mirco è in piedi, alle sue spalle. Mirco abbraccia Fabio, da dietro. Un abbraccio fraterno visto che i due sono solo amici. Abbraccio fraterno vuol dire senza baci.
Un carabiniere (di un gruppo di 4, seduti pochi tavoli più in là) urla loro contro di andare ad abbracciarsi da un'altra parte perchè quello è un luogo pubblico che si riempe di bambini (alle 5 e 30 i bambini ancora non c'erano, ma ci sarebbero stati). Invece c'erano 15 altri avventori nel bar, tutti adulti. Mirko non si lascia intimidire e chiede al carabiniere se avrebbe detto la stessa cosa se avesse abbracciato una ragazza. Il carabiniere, infastidito, alza ancora di più la voce e ripete che se ne devono andare. Mirco non demorde, si avvicina al bancone e, mentre chiede il conto, sollecita al proprietario, rimasto in silenzio, ad intervenire visto che i carabinieri gli stavano mandando via un cliente non in quanto forze dell'ordine, ma in quanto normali avventori (altrimenti avrebbero formalizzato un reato, un'accusa). Il proprietario del bar però non interviene. E Mirco e Fabio sono costretti ad andarsene.
Ora perchè intitolare l'articolo con quell'aggettivo? Senza nemmeno le virgolette?
Davvero un abbraccio tra due ragazzi è un abbraccio gay?
Questa svista semantica fa parte della stessa cultura patriarcale e maschilista che legge in un gesto d'affetto un indizio di orientamento sessuale.
Se il carabiniere ha la colpa (doppia, di cittadino e di rappresentante dell'Arma) di cacciare due ragazzi solo perché si stanno abbracciando, l'Espresso ha l'altrettanto grave colpa di leggere in chiave omosessuale un semplice abbraccio.
Cos'è che rende quell'abbraccio gay? Il fatto che lo sono i due che si abbracciano?
Quindi un abbraccio tra due ragazzi etero è un abbraccio etero e dunque tollerato?
Allora cos'è che dà fastidio il gesto d'affetto tra due maschi o che a farlo siano due gay?
Non ci si rende conto che queste etichette dividono il genere umano in sub categorie razziste omofobe, odiose e risibili?
Un abbraccio è un abbraccio chiunque lo compia. Il giornalista (o chi per lui) non ha giustificazioni: se con gay voleva alludere al fatto che ad abbracciarsi erano due uomini toppa perchè identità di genere nulla centra con orientamento sessuale (se voleva intendere che le due persone fossero entrambe di sesso maschile); se voleva intendere che l'abbraccio tra due ragazzi ha dato fastidio al carabiniere perchè da lui interpretato come gay doveva spiegarsi meglio e sottolineare la fobia del carabiniere che legge in una chiave omosessuale un abbraccio amicale se infine voleva sottolineare che l'abbraccio era gay perchè a darselo erano due gay anche il giornalista (o chi ha scelto il titolo) non è meno omofobo del carabiniere.
Non vanno formati solamente i Carabinieri ma anche i giornalisti. Sì formazione. Così ha detto il Maggiore Pasquali, comandante della Compagnia Carabinieri di Viareggio il quale, contattato da Paolo Patanè, presidente di Aricgay, si è reso disponibile a valutare eventuali momenti formativi per il personale impegnato a Viareggio e Torre del Lago. Il comandate ha porto le sue scuse a nome dell’Arma e lo assicurato che valuterà dal punto di vista disciplinare il comportamento dell’appuntato, rendendosi disponibile a valutare eventuali denunce penali che i ragazzi potrebbero adire anche se, dinanzi le scuse del Comandante, hanno rinunciato. Così ha dichiarato alla conferenza stampa (alla quale oltre ai due ragazzi e a Patanè, ha partecipato anche Alessio De Giorgi tutti ritratti nella foto insieme all'attivista Letizia Tassinari al blog della quale devo molto per i dati riportati in questo post).
Certo accettare le scuse da un'Arma che non accetta tra i suoi membri persone manifestatamene omosessuali, perchè l'omosessualità è considerata lesiva dell'istituzione, sa un poco di presa in giro.
Per cui pur apprezzando immensamente le parole del Comandante Pasquali bisognerebbe ricordare anche a lui soprattutto per non fare del carabiniere una singolo che sbaglia, e l'unico colpevole di omofobia in questa storia, che l'omofobia nell'arma dei Carabinieri è coltivata in casa.
Ma l'Arcigay, come ogni associazione omosessuale, è troppo compromessa con la politica di rappresentanza per condurre con coerenza una battaglia contro ogni forma di omofobia o fare una seria controinformazione.
Borghesemente a Patanè (non me ne voglia cito lui ma potrei citare mille altri) bastano le scuse di un Comandente dei Carabinieri per concludere la cosa, mentre un vero militante gay, avrebbe appena cominciato, sfruttando l'occasione per chiedere all'Arma di autoeducarsi contro ogni forma di discriminazione, anche quella omofobica, senza fare polemiche, con pieno spirito di collaborazione, come il medico che cerca di aiutare il malato a guarire senza umiliarlo.
Ma vuoi mettere? L'arma ha chiesto scusa e tutto finisce a tarallucci e vino...
Grave episodio di omofobia questa mattina a Favara. Una coppia gay è infatti stata insultata mentre si trovava in una traversa nei pressi della zona in cui oggi si teneva il mercato settimanale da un venditore di ortaggi. La loro unica "colpa", l'essersi scambiati un bacio. L'ambulante, vista la scena, ha infatti prima afferrato una melanzana e l'ha scagliata all'indirizzo di uno dei due, che è stato leggermente graffiato ad una spalla, e ha poi iniziato a inveire con parole volgari e minacciose. La coppia, composta da turisti italiani, dopo qualche istante di tensione ha deciso di allontanarsi. Un fatto grave e sicuramente deprecabile figlio, purtroppo, dell'arretratezza culturale. I due pare non abbiano sporto denuncia.(fonte Agrigentonotizie.it)
Ma perchè, quando veniamo aggrediti, invece di allontanarci non reagiamo? Con un altro bacio? Rivendicando con orgoglio il nostro orientamento sessuale? Andando a baccajare contro l'intollerante di turno? Mandandogli pacificamente all'aria le altre melanzane del banchetto? Se le percosse ci atterrano e richiedono l'intervento delle forze dell'ordine e della Magistratura, i commenti aggressivi, il lancio di melanzane, i Carabinieri che ci cacciano via, ci impongo di incazzarci, di reagire duramente, con fermezza, senza pavidità. A muso duro.
Già ho commentato il comunicato di Paolo Patanè pubblicato sul sito di Arcigay, nel quale saluta con affetto Cossiga che tanto ha fatto per la causa omosessuale.
Per comodità del lettore riporto il comunicato oggetto della critica (chi vuole leggere quanto da me già scritto può cliccare qui).
Salutiamo con affetto Francesco Cossiga, primo Presidente della Repubblica ad aver incontrato, nel suo ruolo istituzionale una delegazione di Arcigay guidata da Franco Grillini in occasione delle Giornata mondiale per la lotta all’aids dell’1 dicembre 1990.
L’incontro, seguito da quello del Presidente Giorgio Napolitano con la militanza gay del maggio scorso, è espressione netta di una scuola di politica alta che, con scelte autonome dal proprio credo religioso, libertà, laicità e distanza dai diktat delle gerarchie ecclesiastiche dovrebbe essere monito per tutti i politici italiani.
Cossiga è stato per omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali italiane uno tra i pochi politici italiani capaci di coniugare il ruolo di rappresentante laico di tutti i cittadini.
L’ex presidente pur picconando il matrimonio e l’adozione gay ha, ad esempio, sempre sostenuto la necessità e l’urgenza di regolamentare le coppie di fatto anche dello stesso sesso perché, in una dichiarazione del 2005, “da cristiano, da cattolico-liberale e da democratico ritengo che dovrà essere oggetto di attenta considerazione da parte del legislatore, la valutazione, anche a fini giuridici, degli obblighi naturali, anche d'ordine puramente morale, connessi o derivanti per prestazione di assistenza od anche solo umana compagnia, da convivenze reali di fatto tra coppie eterosessuali, non eterosessuali o bisessuali”. Ancora Cossiga dichiarava “ritengo maturi i tempi per dare una disciplina giuridica, al di là del rispetto dovuto a quelle obbligazioni morali naturali che possono derivare dall’aver vissuto in coppie di fatto, anche non eterosessuali”.
Contiamo che il suo esempio e le sue parole possano avere il seguito che meritano.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
Per stessa ammissione di Patanè Cossiga non ha mai approvato (e ha dunque sempre remato contro matrimonio e adozioni ) anche per le coppie dello stesso sesso (e non, come dice lui, matrimoni e adozioni gay), eppure Patanè, pur conoscendo bene il portato storico di Kossiga, si sente di salutarlo con affetto solo per aver ricevuto (20 fa quando non si usava) una delegazione di gay e lesbiche e per aver promulgato la legge sulla famiglia anagrafica.
Da più parti sono piovute critiche, ferme e condivise, oltre le mie anche quelle Anelli di fumo, unico, so far, a cambiare idea dopo aver letto una risposta di Patanè alle sue critiche, su FB.
Prima di quella risposta di Patanè, che su FB non trovo, leggo quella di Giovanni dall'Orto, il quale, pubblica su FB una lunghissima nota nella quale, tra le altre cose, afferma che:
Cossiga era, è stato ed è morto da fascista.
Ma il punto è che noi non andammo a un incontro con Francesco Cossiga, bensì con il Presidente della Repubblica italiana. Non era colpa nostra se il Pci dava i suoi voti - come diede - per eleggere alla presidenza della Repubblica un porco fascista... (Hei! Qualcuno se lo ricorda che il Pci lo votò compatto, a ringraziamento del massacro che aveva fatto come Ministro dell'Interno di tutti i militanti di estrema sinistra, fastidiosamente critici del Pci? Qualcuno ricorda che proprio grazie ai voti del Pci, l'SS KoSSiga fu eletto al primo scrutinio?).
Quello era, piacesse o no, il presidente di tutti gli italiani.
Quindi anche il nostro.
Quindi andammo.
Era un modo per ribadire che di questo Paese facevamo parte anche noi omosessuali e lesbiche.
Ed il fatto che Cossiga ci ricevesse, era un modo per riconoscere che effettivamente ne facevano parte.
Discorso ineccepibile e condivisibilissimo. Infatti Dall'Orto, a differenza di Patanè, non saluta Cossiga con affetto, gli da, giustamente, del porco fascista.
Ma di quel saluto affettuoso Giovanni non parla e crede che l'indignazione di chi critica Patanè non dipenda per quel saluto affettuoso (che restituisce dignità a un personaggio che l'ha persa con tutto quello che ha compiuto) e dunque difende Patanè dicendo che ha tutto il diritto a ricordare quel che Cossiga ha fatto per la causa nonostante il portato politico di Cossiga.
Ma non è questa la posizione di Patanè, come spiega nella risposta ad Anelli di Fumo che gli ha fatto cambiare idea. Conosco l'autore di Anelli di fumo come persona ferrea nelle proprie convinzioni. Leggo avidamente questa risposta che ha compiuto il miracolo.
Caro Sciltian…ovviamente rimango sulla mia posizione, e ti spiego il perchè. Posto che il comunicato non aveva la pretesa di offrire un’analisi sulla figura di Cossiga,voleva affermare tuttavia il diritto di esprimere una valutazione su azioni ed affermazioni attinenti ai temi lgbt fatte da un uomo che, piaccia o meno, l’Italia l’ha attraversata politicamente, istituzionalemnte e storicamente.
Questo non giustifica quel saluto affettuoso...
Il come, poi, non competeva a quel tipo di comunicato che aveva un altro senso. Il diritto di affermare delle cose al di fuori dei conflitti ideologici è per me sacrosanto ed urgentissimo. Arcigay non è una consulta di partito e deve potersi esprimere anche scomodamente.
Quindi quando si parla di Cossiga come del capo di Gladio, il depistatore della strage di Bologna e del treno Italicus, il responsabile morale della morte di Giorgiana Masi, nonché della evasione di Kappler, non sto ripassando la Storia italiana ma è una questione ideologica.
Ogni tanto sottolineo che per alcuni sono comunista e per altri fascista…e questo dimostra che la contraddizione non è mia, ma semmai di chi usa un metro ideologico per valutare le mie azioni.Che di ideologico non vogliono avere nulla.
E qui casca l'asino di chi accusa gli altri dicendo di essere ideologici quando loro non vogliono esserlo, senza rendersi conto che la loro ideologia è di non essere ideologici... Oppure. più probabilmente, per come Patanè sta cercando di giustificare quel saluto affettuoso a Kossiga, che lui può essere ideologico e gli altri no.
Ho difeso a spada tratta parti del Movimento che qualcuno definirebbe “antagoniste”per ragioni che ritenevo buone ,ed oggi mi sento di difendere quello che Cossiga fece sui temi lgbt per ragioni che ritengo altrettanto buone.
Nessuno si sogna di dire che siccome Cossiga fu Kossiga quel che ha fatto per il movimento non vale. Ma, cosa ha fatto Cossiga, di preciso?
Tutto il resto non scompare non si dimentica, ma ne parliamo altrove. Qui, nel mio ruolo io non pretendo di parlare di nulla ,ma di questioni lgbt si….E su quelle, sbaglia moltissimo il blog che tu citi,
e qui entro in ballo io, è a me che Patanè allude, ed essendo una risposta di Facebook direttamente a Sciltian è ovvio che il nome del blog non compaia (un po meno giustificabile è Sciltian, che, pubblicando la risposta di Patanè sul suo blog Anelli di Fumo, non si degna di citare il nome del mio blog ma si limita a pubblicare un anonimo link...)
Cossiga - prosegue Patanè- non diede per nulla briciole. Anzi! Ci incontrò 20 anni fa, dico 20, e non avantieri. Gesto talmente FACILE da parte di un Capo dello Stato da dover attendere venti anni per avere una replica. Il riconoscimento istituzionale parti da là, ed in quella circostanza, per la prima volta nella storia i tg di Stato parlarono di un’associazione lgbt.
Ecco cosa ha fatto Cossiga per il movimento! Ha fatto parlare di una associazione di omosessuali. Ha forse criticato la posizione della chiesa? Suggerito una correzione dei triti cliché su gay e lesbiche? Proposto un registro per le unioni civili? No. Ha dato visibilità alle associazioni...
Compreso il TG1,dove Cossiga andò apposta, il giorno dopo, per ricordare l’incontro con Arcigay.
Fu Cossiga a firmare quel decreto 223 del 1989 che ha permesso a livello locale da 21 anni a questa parte, dico ventuno, spazi di diritti e di iniziativa a quelle povere coppie italiane dello stesso sesso, tanto spesso infervorate nei conflitti ideologici altrui, e tanto spesso volentieri dimenticate e cancellate senza nessunissima pietà.
Secondo l’art. 4 del D.P.R. 223 del 1989, per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità , adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.
Questo però non equipara la famiglia anagrafica alla famiglia nucleare, differenza ribadita dal Consiglio di Stato, Sez. V, (sentenza 13 luglio 1994 n. 770), che evidenzia come la famiglia anagrafica sia un istituto giuridico esclusivamente finalizzato alla raccolta sistematica dell’insieme delle posizioni relative alle persone che hanno fissato nel Comune la propria residenza (cfr. art. 1 D.P.R. 223 del 1989 cit.).
Quindi, se ho capito bene, e se mi sbaglio qualcuno che capisce meglio di me mi corregga, io e il mio ragazzo possiamo dichiarare di essere legati da vincoli affettivi e costituire famiglia anagrafica (e non nucleo familiare) solo per i fini amministrativi riguardanti la residenza. Una sorta di attestazione di convivenza che non ha però effetti legali.
E fu sempre lui,pur martellando e picconando matrimonio e adozioni tra persone dello stesso sesso (QUI HAI RAGIONE SUI TERMINI,MA VEDO CHE SEMPRE SU QUEL BLOG DA TE CITATO SONO IN OTTIMA COMPAGNIA )
Qui non capisco a cosa si riferisce. Doppia allusione, si allude al blog senza citarne il nome si allude a un errore senza dire quale, non proprio un sistema scientifico e democratico (o forse solo intellettualmente disonesto) di far notare le cose... quanto piuttosto allusivo e surrettizio... Se Patanè si degna, io sono qua...
che per la prima volta GIA VENTI ANNI FA definì cmq la necessità di un riconoscimento per le COPPIE,e dico coppie ,che fosse diverso dal matrimonio, ma che avesse carattere pubblico e non privato.
Cioè, Patanè saluta oggi Cossiga con affetto per un riconoscimento di 20 anni fa che lungi dal dare il matrimonio riconosceva l'esigenza di creare un legame di serie b.
Coppie e riconoscimento pubblico: la Corte costituzionale queste cose le ha definite solo qualche mese addietro.
Peccato che la Corte oggi si era espressa in merito non alle convivenze ma al matrimonio.
NON mi sembrano esattamente briciole, e trovo sbagliato, proprio perchè assunto con la chiave di lettura di un rancore ideologico
Di nuovo la Storia ridotta a rancore ideologico, in questo si sa Berlsuconi docet.
(poi certamente motivatissimo e che io posso pure condividere, ma che non affronto qua per coerenza) lo stravolgimento di fatti ed affermazioni che riguardano i nostri temi e che io mi rifiuto di nascondere per motivazioni che, gravi o meno ch esiano, non attengono ai nostri temi.
Nessuno però ha accusato Patanè, tanto meno il sottoscritto, per non averli nascosti. Lo si critica perchè si sdogana Kossiga in nome del particulare gay e lesbico.
Su certe cose lui fu un precursore come detto.Con gli enormi limiti di tutti i personaggi di quella provenienza,ma lo fu oggettivamente.Perchè non dirlo?Io non devo servire questa o quella impressione .Se ti dicessi quanti decine e decine di messaggi di congratulazioni ho ricevuto per questo tanto controverso comunicato da parte di persone lgbt rimarresti senza parole ,ma non è il consenso il metro,oppure il dissenso.
Vorrei cercare di aprire una riflessione sulla urgente de ideologizzazione dei nostri temi che a noi non ha portato proprio nulla di nulla di nulla.Solo l’abuso da parte di altri che poi per noi,in realtà ,oltre alle chiacchiere non hanno mai fatto nulla.Certo nessun Governo è caduto sui nostri temi. Mai.
E trovo poi anche vergognosamente cinico da parte di alcuni sottovalutare il peso che ebbe un incontro con il Capo dello Stato venti anni fa in occasione del 1 dicembre,anche per chiedere aiuto in un momento in cui le persone gay morivano a grappoli e per tutti erano degli squallidi untori condananti dal padreterno. Continuo a dire che parliamo di venti anni fa. Tutto il resto và cmq affrontato,ed io non intendo favorire nessuna rimozione o revisionismo,ma evidenziare questi punti precisi.Con il diritto di farlo senza tener conto di niente altro,così come tutti i nostri politici parlano di qualunque cosa senza mai tener conto di noi.
Patanè afferma che può salutare con affetto (ma si guarda bene dal giustificare quell'aggettivo) Cossiga per quel che ha fatto per il movimento omosessuale ignorando i crimini che ha commesso altrove perchè non riguardano la causa gay.
Il che è come affermare che il presidente di un movimento vegetariano può salutare, mutatis mutandis, Hitler con affetto in quanto vegetariano!
Con il diritto di farlo senza tener conto di niente altro, così come tutti i nostri politici parlano di qualunque cosa senza mai tener conto di noi.
Che considerazione provinciale!
Se gli e le omosessuali in quanto persone discriminate sono un soggetto politico lo sono sempre anche nel modo in cui prendono posizioni su altri temi sensibili del paese che non riguardano l'omosessualità. Se denuncio la mancanza di democrazia di un paese che non ricosnoce alcuni diritti a una categroia di cittadini come posso rimanere in silenzio di fronte ai crimini commessi da Cossiga?
Invece la rivendicazione che Patanè non vorrebbe ideologica e che invece lo è completamente,è la stessa di Dall'orto che su FB usa una metafora chiara e dice che lui si preoccupa dei gay e non del buco dell'ozono.
Siamo lale solite. Oltre ai locali gay, alla musica gay e ai matrimoni gay (come dice Patanè) c'è anche la politica gay che è diversa dal resto della politica. Infatti è più rosa...
Dunque non solo Patanè si accontenta di briciole quali l'essere ricevuto al Quirinale e la legge sulla famiglia anagrafica, che sono briciole rispetto il matrimonio e l'adozione sempre avversati da Cossiga (ma si sa le associazioni gay italiane sono più realiste del re e pavidamente si accontentano di poco perchè evidentemente sono le prime a non credere al matrimonio e alle adozioni anche per coppie dello stesso sesso.
Allora perchè salutare con affetto quel porco fascista come lo chiama giustamente Dall'Orto?
Se Patanè avesse scritto un comunicato nel quale diceva moriammazato dove sta però vi ricorco che per la causa ha fatto questo e questo le reazioni di tanti, sulla rete, sarebbero state diverse.
Ma dare un saluto affettuoso ignorando l'intero portato politico di Cossiga perchè non riguarda froci e lesbiche è un modo indegno di usare la causa gay per altri scopi. Perchè salutare con affetto Kossiga non aiuta la causa gay ma connota politicamente Patanè tra queli che si dispiacciano per la morte di Cossiga. Poteva annoverarsi fra quelli che se ne rallegrano, oppure poteva rimanere zitto.
Il punto è che anche anche se Cossiga avesse firmato il matrimonio gay quel che ha fatto al paese rimane comunque di una immensa gravità e dire di non prenderlo in considerazione perchè non riguarda la causa gay e che il farlo ideologizza la causa gay è una posizione politica (dunque ideologica) pericolosa e naif.
Pericolosa perchè Patanè in nome del movimento si permette di salutare con affetto un porco fascista, zittendo chi protesta, con la scusa che siamo ideologici.
Ma chi crede di prendere in giro?
Patanè ha anche la faccia tosta di dare del cinico a chi citrica il suo saluto affettuoso scomodando il 1 dicembre e le persone sieropositive ricevute da Cossiga che allora erano considerate inavvicinabili. E per questo ignora, perchè non compete alla causa gay, Giorgiana Masi, i morti ammazzati nel treno Italicus e la strage di Bologna (mi fermo qui, ma l'elenco è molto più lungo).
Davvero questa pozione frocissima, lesbicissima, serve alla causa? se ce ne freghiamo del resto delle sorti delpaese perchè gi altri dovrebbero aiutarci?
se, in quanto gay, non ci preoccupiamo delle sorti della democrazia, che Kossiga ha picconato non poco, con quale faccia tosta chiediamo i nostri diritti?
Con quale faccia tosta caro Paolo vieni a dirmi che queste mie domande sono ideologiche mentre le tue considerazioni no?
Il provincialismo degli attivisti gay che non hanno una visione globale delle cose ma solo quella intorno al proprio buco di culo attenti esclusivamente alla omosessualità, fa tremare i polsi e disperare sull'effettiva efficacia della lotta politica del movimento e della sua più grande meta da conquistare: Matrimonio e adozioni anche per le persone omosessuali.
Su QueerBlog Mario Cirrito arriva a dire di Cossiga che
Confesso una certa emozione quando sentii salutarmi al telefono da un uomo che aveva segnato la storia della nostra Repubblica; che era stato ministro negli “anni di piombo”, attaccato per la sua politica ferma, contraria a qualsiasi formula di accettazione e di mediazione con chi si armava per distruggere la democrazia. Cossiga fu l’uomo dei misteri, ma anche della coerenza.
Dai depistaggi per la strage di Bologna all'assassinio di Giorgiana Masi, dall'intervista al restio del Carlino alla sua dichiarazione di voto in Senato, da Gladio all'impeachment come eversore della Costituzione, la vita politica di Cossiga è molto più complessa e ampia di quella riportata con un certo provincialismo da chi si dice emozionato di parlare con lui. Il fatto che la storia si faccia con le veline di partito non è una giustificazione per Cirrito la cui miopia politica gli fa confondere le opinioni personali che Cossiga gli stava dicendo in quel momento (compresa la furbata di non nominare nemmeno la parola omosessuale... Cirrito ti sta prendendo per il culo SVEGLIAAA!!!) per ATTI politici che non mi sembra abbiano distinto Cossiga per la sua gayfeindevolezza.
Se ci sono gay che rilasciano dichiarazioni così cretine, provinciali e naif, dubito che il movimento sposterà di una virgola la lotta politica.
C'è bisogno di altre persone, di altra mentalità, di un discorso davvero politico che non si limiti a dire, ci ha portato l'acqua prima di azionare la leva che ci impiccava quindi ha fato qualcosa per la nostra causa ma valuti i fatti della politica e non le semplici dichiarazioni.
E come non citare il comunicato di Arcigay Nazionale per bocca del suo presidente Patanè?
Salutiamo con affetto Francesco Cossiga, primo Presidente della Repubblica ad aver incontrato, nel suo ruolo istituzionale una delegazione di Arcigay guidata da Franco Grillini in occasione delle Giornata mondiale per la lotta all’aids dell’1 dicembre 1990.
L’incontro, seguito da quello del Presidente Giorgio Napolitano con la militanza gay del maggio scorso, è espressione netta di una scuola di politica alta che, con scelte autonome dal proprio credo religioso, libertà, laicità e distanza dai diktat delle gerarchie ecclesiastiche dovrebbe essere monito per tutti i politici italiani.
Cossiga è stato per omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali italiane uno tra i pochi politici italiani capaci di coniugare il ruolo di rappresentante laico di tutti i cittadini.
L’ex presidente pur picconando il matrimonio e l’adozione gay ha, ad esempio, sempre sostenuto la necessità e l’urgenza di regolamentare le coppie di fatto anche dello stesso sesso perché, in una dichiarazione del 2005, “da cristiano, da cattolico-liberale e da democratico ritengo che dovrà essere oggetto di attenta considerazione da parte del legislatore, la valutazione, anche a fini giuridici, degli obblighi naturali, anche d'ordine puramente morale, connessi o derivanti per prestazione di assistenza od anche solo umana compagnia, da convivenze reali di fatto tra coppie eterosessuali, non eterosessuali o bisessuali”. Ancora Cossiga dichiarava “ritengo maturi i tempi per dare una disciplina giuridica, al di là del rispetto dovuto a quelle obbligazioni morali naturali che possono derivare dall’aver vissuto in coppie di fatto, anche non eterosessuali”.
Contiamo che il suo esempio e le sue parole possano avere il seguito che meritano.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay (fonte Gaynews.it) grazie a Gendibal che me lo ha segnalato
.
La marginalità di questo pensiero politico è sconcertante.
Si ricordano degli incontri salottieri, tra pizzi the e pettegolezzi, che non hanno portato alcuna conseguenza politica, alcun passo in avanti per il movimento.
Pur ammettendo che Kossiga ha picconato Matrimonio e adozioni gay (come li definisce lui e non anche per persone dello stesso sesso...) Patanè si accontenta delle briciole di alcune concessioni di principio che non portano però a quello che in tutto il resto del mondo si sta riconoscendo alle persone omosessuali. Matrimonio e adozione.
Una politica talmente provinciale da rasentare il ridicolo. Ormai anche per Arcigay Nazionale la parola sinistra è solo un aggettivo...
E' ora di sconfessare queste persone e intimare loro di smettere di parlare a nome della comunità gay. Patanè parla solamente per sé e quei sinistri figuri che lo accompagnano e deve prendersi la responsabilità di quello che afferma.
Come si fa a salutare con affetto uno che ha alle spalle il vissuto politico di Cossiga solamente per delle blandissime concessioni (di principio !!) al movimento ferma restando l'interdizione del principale diritto negato?
La miopia politica di Patanè è direttamente proporzionale al peso politico dell'uomo e dell'associazione che presiede.
Queste persone non servono alla causa, LICENZIAMOLE.
Su Notizie gay.it bollettino di notizie di GayLib associazione omosessuale di destra si legge questo ameno comunicato stampa dal titolo: Addio Cossiga, sua l'istituzione della "famiglia anagrafica". Era il 1989. In quel decreto il primo (e ad oggi unico) riconoscimento alla coppia gay
GayLib (gay di centrodestra) esprime profondo cordglio, ammirazione e riconoscenza nei confronti del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga scomparso oggi a Roma all’età di 82 anni.
“Cossiga è stato il primo presidente della Repubblica a riconoscere la natura laica degli affetti all’interno di una convivenza” dichiara il presidente di GayLib, Enrico Oliari. “Lo ha fatto non a parole ma con una firma sotto il decreto presidenziale numero 223 del 1989 che all’articolo 4 comma 1 recita testualmente : ‘Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune’. Rimane questo, ad oggi, l’unica azione legislativa che di fatto riconosce la legittimità di una unione anche omosessuale, almeno di fronte all’ufficiale di Stato civile”.
“Cossiga – aggiunge il segretario nazionale di GayLib, Daniele Priori – è stato un grande statista, un cristiano sincero e maturo al punto di riconoscere alle istituzioni dello Stato, di cui ha avuto l’onore di essere guida, riferimento e stimolo per un periodo ben più lungo del travagliato settennato che lo ha visto al Quirinale, quella laicità necessaria a sostenere i diritti, le esistenze e la pari dignità sociale di tutti i cittadini, interpretando al meglio la Costituzione. Speriamo che le istituzioni locali e nazionali, in particolare il Parlamento torni padrone del suo ruolo e, onorando a dovere la memoria del presidente Cossiga, si pronuncino sulla vita reale delle persone, delle coppie e delle famiglie, come si sentì in dovere di fare Cossiga ventuno anni fa. Una strada è aperta e c’è tanta Italia che aspetta una politica che torni ad essere all’altezza del grande insieme di storie e vite che è l’intera”.
E' chiara la posizione di subalternità di GayblLib e dei suoi accoliti dinanzi qualunque figura istituzionale che, non importa le azioni che abbia commesso, abbia, anche secondariamente contribuito alla "causa gay".
Non starò qui a ricordare chi è stato Kossiga basta farsi un giro per internet, o su Facebook, ma data la marginalità della legge sulla famiglia anagrafica (che non riguarda solo le coppie gay ma tutte le persone, anche amici e vecchiette, che vivono sotto lo stesso tetto) rispetto i diritti per le persone omosessuali, mi sorge spontaneo il sospetto che si adducano motivazioni per la causa solamente per fare squadra con persone sulla stessa lunghezza d'onda politica.
Anche Gaylib insomma, come tante altre associazioni, usa la causa omosessuale per i propri interessi polittici.
Anche se dovessi sbagliarmi questo comunicato stampa è così fuori dalla storia e provocatorio che per quanto mi riguarda dichiaro l'incompatibilità ambientale con GayLib e vedo preclusa ogni possibilità di frequentazione del comitato Roma Pride 2010 e la sua idea di federazione finchè GAyLib non verrà buttata fuori a calci.
E tanto per ribadire l'umanità inesistente di Kossiga riporto non la nota intervista rilasciata a Il giorno\Il Resto del Carlino\La Nazione del 23 ottobre 2008 ma la meno nota, ma altrettanto agghiacciante, dichiarazione di voto di Cossiga per la Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università:
COSSIGA(UDC-SVP-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà, presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, signor Ministro, signori senatori, credo che tutti in quest'Aula sappiano che io non ho mai votato per il partito dell'onorevole Berlusconi. Anche alle ultime elezioni ho votato per il PD perché purtroppo il PCI non c'è più. Ho votato per il PD, ma non capisco più che cosa sia, salvo che mi rechi a New York per sentire Veltroni che fa propaganda per Obama. Per me votare questa legge è quindi già una deviazione, ma spiegherò perché la voto. (Applausi dal Gruppo PdL).
Signor Ministro, io ho letto solo fuggevolmente il testo del decreto... (Commenti dai banchi dell'opposizione).
GRAMAZIO (PdL). Stai zitto! (Richiami del Presidente).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ma lasciate interrompere...
PRESIDENTE.Colleghi, invito al silenzio sia la maggioranza che l'opposizione per rispetto nei confronti del presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, mi scusi, ma quando ero deputato e Aldo Moro fece un nobile discorso approvando l'intervento americano in Vietnam, io feci a pugni e l'amico Pajetta mi diede un pugno in piena faccia. Quindi, torniamo ai vecchi tempi! (Applausi dal Gruppo PdL). Per esempio, un pugno dal Capogruppo del PD lo gradirei, devo dire onestamente. Pajetta era però più cattivo e non so se lei sappia fare a pugni.
PRESIDENTE. Prego, presidente Cossiga, prosegua nel suo intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Sì, signor Presidente, volevo solo chiarire perché ho fatto a pugni.
Signor Ministro, ho letto fuggevolmente il testo del decreto-legge, solo per accertarmi delle ragioni della vasta protesta degli studenti universitari, non convinto dalle parole che ieri Umberto Eco ha pronunziato dando loro dei perfetti imbecilli, dicendo: «Voi non capite che state lottando per i baroni e non per voi stessi». Ma Umberto Eco è notoriamente di destra. (Ilarità dal Gruppo PdL).
Di fronte alla vasta protesta degli studenti universitari, dei ricercatori e di quelli contro i quali un tempo gli studenti protestavano, cioè i baroni universitari, ho voluto vedere se il decreto-legge contenesse qualche disposizione sull'università. L'ho letto, l'ho riletto, l'ho fatto leggere ai miei collaboratori: niente. E sono stato contento, perché questa è una forte confutazione della teoria dello zero e della teoria del nulla: si può manifestare anche contro lo zero e contro il nulla.
SOLIANI (PD). È la legge n. 133, Presidente!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Voterò a favore della legge di conversione per tre motivi che esporrò brevemente.
Signor Presidente, siccome sono notoriamente logorroico, quando lei crede mi tolga pure la parola.
PRESIDENTE. Vorrei evitare di farlo, Presidente. Mi auguro che il suo intervento sia contenuto nei dieci minuti.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Lo faccia pure, depositerò il discorso agli atti. Tenga anche presente che non ho mai avuto la soddisfazione di essere cacciato via dall'Aula e una volta tanto sinceramente la vorrei avere.
Innanzitutto voglio ringraziare da questi banchi gli organizzatori e i partecipanti delle oceaniche manifestazioni di questi giorni: dai baroni universitari alle irresponsabili mamme dei bambini innocenti portati in piazza ad urlare slogan di cui essi non comprendevano nulla. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP). Avrei capito se avessi sentito i bambini gridare: «Merendine! Merendine!» No: «Assunzioni!». Cosa ne sa un bambino di sei anni, salvo che glielo suggeriscano, del significato di «Assunzioni, assunzioni!». «Merendine, merendine!» sarebbe stato meglio. (Ilarità e applausi dai Gruppi PdL e LNP).
Per quanto riguarda l'intervento eventuale dell'autorità di pubblica sicurezza, essendo stato io, tra le altre cose (salvo che Presidente della Camera sono stato tutto), Ministro dell'interno, è stata una vera botta di vita sentire inneggiare slogan che temevo ormai desueti, sapere che la piazza non mi ha dimenticato e che qualcuno si ricorda di me: «Cossiga boia!», «Cossiga assassino!», «Cossiga piduista!». Mi è stato chiesto se si dovesse inviare un rapporto all'autorità giudiziaria e io ho risposto di no, perché temo che ad essere condannato sia io e non questi, con l'aria che tira. (Ilarità dai banchi della maggioranza).
Devo confessare che su questo campo speravo di più dalla marcia di oltre cinque milioni di persone, senza contare i cani e i gatti al seguito (Ilarità) (cinque milioni di persone! Pensate che ormai la fila delle persone arrivava a Firenze), una marcia non su Roma, questa volta, ma in Roma e nell'oceanica adunata del Circo Massimo, che - ero ragazzo ed ero in Germania - ricordava le bellissime manifestazioni a Norimberga di Adolfo Hitler. Tutti i totalitarismi sono uguali e sempre così si comincia.
Speravo invano che i marcianti dessero fuoco a qualche macchina, come ai bei tempi, spaccassero qualche vetrina, scandissero slogan...
GIARETTA (PD). Ti sarebbe piaciuto per fare quello che volevi fare tu.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Certo, quello che ho fatto io con l'aiuto e il consenso del Partito Comunista, che in quest'Aula ha votato all'unanimità una mozione e un ordine del giorno a mio favore! (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
VOCI DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Bravo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ma erano i tempi di Berlinguer, non di Walter Veltroni! Erano i tempi di Natta, non di Franco Marini! Era il tempo del glorioso Partito Comunista! (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
VOCE DAI BANCHI DELLA MAGGIORANZA. Bravo!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, lasciamo parlare il presidente Cossiga senza interromperlo. (Commenti dai banchi dell'opposizione).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Quando ho fatto picchiare a sangue gli universitari che hanno cacciato via Lama, il Gruppo del Partito Comunista alla Camera, in piedi, mi ha tributato un'ovazione. Vada a leggere gli atti! Vada a leggerli!
GIARETTA (PD). Li ho letti. Noi non siamo per una polizia che picchia! (Vivaci commenti dai banchi della maggioranza).
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Il Gruppo del PCI in piedi mi ha tributato un unanime applauso. (Proteste dai banchi dell'opposizione).
VITALI (PD). Smettila!
DONAGGIO (PD). Presidente Cossiga, rispetti il Senato!
PRESIDENTE. Prego, presidente Cossiga, prosegua nel suo intervento. Colleghi, così non si va da nessuna parte. Cerchiamo di consentire al presidente Cossiga di proseguire il suo intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Speravo di sentire il glorioso grido degli studenti del movimento che il servizio d'ordine del PCI e della CGIL ci hanno aiutato a picchiare di santa ragione. Quando ci fu un 5 maggio, ci mettemmo d'accordo con il servizio di vigilanza della CGIL e ci mettemmo d'accordo così: prima quelli del movimento li picchiavano loro, poi ce li davano in braccio e li picchiavamo noi. Gloriosi tempi di Lama! (Vivaci e reiterate proteste dai banchi dell'opposizione). Sì, perché io sono stato il Ministro dell'interno di tre Governi di solidarietà nazionale! (Vivaci proteste dai banchi dell'opposizione).
PERDUCA (PD). Hanno ammazzato Giorgiana Masi!
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di consentire al presidente Cossiga di concludere il proprio intervento.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Speravo di sentire il famoso grido: «Se vedi un punto nero, spara a vista: o è un carabiniere o è un fascista». Siccome nel partito obamiano ci sono molti cattolici (cattolici adulti o cattolici democratici, ma pur sempre cattolici), naturalmente veniva espunta dalla suddetta frase la parola «prete». (Ilarità dai banchi della maggioranza).
Questo tocco di illegalità dato alla manifestazione sarebbe stato utile anche per il Paese, perché il partito veltroniano avrebbe acquistato credibilità nei confronti del "movimiento", nel suo deciso evolversi in forme proprie dall'«Autonomia Operaia» alla «Lotta Continua» e - non dimentichiamolo - al FUAN. A Milano gli studenti di estrema destra hanno manifestato con quelli di estrema sinistra. Va bene che c'è una certa captatio benevolentiae in modo che uno di loro possa essere il Presidente della Repubblica al prossimo turno, c'è la proposta di erigere un monumento dell'Olocausto a Predappio, e questo mi sembra giusto.
I baldi, coraggiosi marcianti...
VOCE DAL GRUPPO PD. Tempo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Appena il Presidente me lo dirà!
I baldi, coraggiosi marcianti, tra i quali è giusto citare Folloni, allievo del compianto Sbardella, detto nel mio partito «lo squalo» (Ilarità dai banchi della maggioranza); Franceschini, allievo dell'epurato dal Partito Democratico Ciriaco De Mita; Rosy Bindi, eletta da Giulio Andreotti e da Bernini per bocciare (cosa in cui si è riusciti) Tina Anselmi, colpevole...
PERDUCA (PD). Tempo!
PRESIDENTE. La Presidenza conosce la regolamentazione dei tempi. Vi sono state ampie interruzioni e ha concesso già un minuto in automatico. Credo rientrasse nelle nostre competenze. Prego, presidente Cossiga.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ed infine il carissimo amico Franco Marini, di cui ricordo il durissimo discorso contro il segretario del partito Ciriaco De Mita e l'allora presidente del Consiglio Francesco Cossiga, che citò per la prima volta il grande discorso di Togliatti a Bergamo sulla chiesa cattolica. Marini fece un grande discorso a favore del "preambolo": «Con la sinistra, mai!»...perderò! Ho intenzione di scrivere un libretto (quando era Presidente del Senato dovevo offrirglielo) con il discorso di Zaccagnini, mio e di Franco Marini: «Con la sinistra, mai!». Ma, ahimè, Franco Marini era un così abile oratore che la sinistra DC in quel congresso perse e non vinse mai più!
Perché voto a favore? Non per la legge in sé, anche perché credo che questi non siano tempi di riforme e anche perché - che io mi ricordi - salvo il referendum tra Repubblica e monarchia non mi sembra che in Italia di riforme vere se ne siano mai fatte. Non mi sembra questo un Paese di riforme! Ma voto a favore...
PRESIDENTE. Presidente Cossiga, le resta un minuto.
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Benissimo, magari un minuto e mezzo. Resto a favore di quella pericolosa pagliacciata di professori ex sessantottini, alcuni ai loro tempi anche aspiranti terroristi...
VOCE DAI BANCHI DEL PDL. Bravo!
COSSIGA (UDC-SVP-Aut). Ed evito di fare i nomi (Applausi dai Gruppi PdL e LNP)... che però a differenza dei terroristi veri non hanno avuto il coraggio di passare alla lotta armata perché era più comodo leccare il culo ai baroni per diventare professori universitari. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Commenti della senatrice Garavaglia Mariapia. Richiami del Presidente).
Gentile collega Finocchiaro, lei riesce ad immaginarsi il grande latinista, Concetto Marchesi, che ho avuto l'onore di avere come collega, rigido marxista- leninista e stalinista, discettare di Ovidio, di Catullo, di Virgilio di fronte ai bambini che ogni tanto alzano il braccio dicendo: «Voglio andare a fare la pipì»? Non mi sembra! E il normalista Alessandro Natta, che sbatté la tavoletta del banco alla Camera quando fu approvata la legge sull'abolizione del latino dicendo: «Ho capito! Anche il mio partito vuole una scuola di asini!»? Io non ce lo vedo!
Ho terminato e consegno agli atti il mio intervento scritto. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Molte congratulazioni). (fonte sito del Senato della Repubblica italiana)
Arcigay denuncia che due ragazzi sono stai cacciati dallo stabilimento (?) Settimo Cielo di Capocotta perchè tre bagnanti erano infastiditi dai loro baci.
Il chiosco di Settimo Cielo (nella persona del suo gestore Valerio De Santis) smentisce su Facebook e dice che non si trattava di baci ma di qualcosa di più e di non averli cacciati ma consigliato loro di farsi più in là.
Arcigay pubblica una lettera aperta (come quella del gestore di Settimo Cielo) che sembra tanto un comunicato stampa, nel quale si ribadisce che loro due (è uno dei due ragazzi a parlare) si stavano solo baciando e che le tre persone infastidite erano etero.
Intanto la rete rumoreggia. Da più parti ci si chiede com'è possibile che in una delle spiagge più rinomatamente gay di Capocotta ci possano essere delle persone che si scandalizzano per dei baci gay o che i gestori possano trattare così male la categoria di clientela che la frequenta di più.
Domande legittime che Arcigay prende subito come attacco alla sua credibilità. Soprattutto ci si chiede come mai Marrazzo abbia sentito solamente i due ragazzi e non abbia mai parlato col gestore del chiosco che il giorno dopo dà dei fatti una versione differente. e comunque perchè dare per scontato i fatti quando c'è ancora una procedura legale in corso. Descrivere Settimo cielo come posto omofobo non fa bene alla cooperativa che lo gestisce...
E' una guerra aperta tra chi, in Arcigay, mal sopporta domande, magari nate dallo sgomento della notizia, trasformandole subito in vili attacchi contro se stessa e dunque contro il movimento glbt (assumendosi una rappresentanza che mai nessuno gli ha riconosciuto: se io attacco Arcigay non vuol dire che attacco la comunità attacco solo Arcigay...) e chi invece rimanda queste accuse al mittente e vuole solamente capire bene una storia che ha troppe zone d'ombra.
Tutti hanno posto delle domande. Queste sono le mie.
1) Perché arcigay fa passare più di 10 giorni prima di emettere il comunicato stampa?
2) perchè nel comunicato stampa si parla di Stabilimento (in muratura) quando quello del Settimo Cielo è un chiosco costruito interamente in legno? (si parla anche di lido di ostia e non della spiaggia libera di capocotta...)
3) I gestori del settimo Cielo non sono i proprietari in concessionaria della spiaggia che è una spiaggia libera, quindi a quale titolo i medesimi possono chiedere a chicchessia di allontanarsi?
4) Per quale motivo i due ragazzi chiamano la polizia? Per essere stati cacciati via, non riconoscendo ai gestori quel potere, o per stati vittima di omofobia (che in Italia non è reato)?
Per tacere del consiglio che Arcigay dava al gestore di dissociarsi e rivalersi col suo dipendente (consiglio davvero da compagni) subito cassato quando il gestore ha risposto per le rime...
Sono domande che ancora non hanno risposta, e che non sono fatte contro Arcigay ma per capire una storia poco chiara.
Se Arcigay è davvero in buonafede non capisco perchè deve prendersela tanto.
Purtroppo invece quel che accade fa temere il contrario.
Chi non cede ciecamente a quel che dice Arcigay è contro la veirtà e contro il movimento (ma davvero?). Pare di sentire Berlsuconi chi non è con me è contro di me...
Ieri compare sulla bacheca Facebook di Carlo Guarino (Arcigay) e sul sito di Aurelio Mancuso Gayfreedom una lettera dell'avvocato Poletto che sta seguendo il caso dei due ragazzi, che si difende dalle accuse di chi voleva che lui si informasse meglio e parlasse col gestore del "Settimo Cielo".
Nessuno parlava dell'avvocato però, tutti parlavano del presidente di Arcigay Marrazzo.
Excusatio non petita accusatio manifesta...
Infine il 13 (ma io lo vengo a sapere solo oggi) arriva su youtube, postata da Arcigay, l'intervista che uno dei due ragazzi rilascia a radio popolare.
Allora.
Due ragazzi si baciano, tre ragazzi dietro di loro si infastidiscono e invece di dire direttamente a loro, i vostri baci ci infastidiscono, vanno a lamentarsi al chiosco che manda un addetto che dice ai due ragazzi dovete andarvene.
Invece di cercare un chiarimento coi tre ragazzi infastiditi i due vanno dal gestore a dirgli caccia loro che sono omofobi e chiedi scusa.
Il gestore, che non ha visto i fatti crede alla versione dei tre ragazzi cioè che si sono baciati e dunque devono andare via.
La versione dei tre ragazzi?
Cioè una versione diversa?
Allora non si tratta di baci ma di qualcos'altro.
Ma il ragazzo non parla di doppia versione, accusa il gestore di allontanarli per dei baci. Allora perchè si distingue la versione se tutti hanno sempre e solo parlato di baci?
I due respinti chiamano i carabinieri, cioè no, la polizia che prende le generalità di tutti, e solo allora, per pararsi il culo, secondo l'intervistato, il gestore dice che i due ragazzi non si stavano solamente baciando.
Pararsi il culo di che?
Il gestore poteva benissimo dire la verità: Ho chiesto loro di andarsene perchè si stavano baciando e altri clienti si sono lamentati.
A meno che, come dice il gestore nella sua lettera aperta, gli è stato riferito che i due ragazzi non si stavano solo baciando.
Allora ha senso la frase dell'intervistato il gestore pur non conoscendo i fatti ha creduto alla versione dei tre ragazzi. Altrimenti non si capisce...
Poi l'intervistato parlano coi tre infastiditi che dice a lui e al suo ragazzo andatevelo a prendere in culo in un'altra spiaggia, una più adatta a voi (più di Settimo Cielo?!?!) e questo davanti al gestore i quale, invece di difenderli, non dice nulla.
Dopo il ragazzo dice di aver chiamato la polizia.
Ma quando la chiama 'sta polizia? Non si capisce.
Prima dice di averla chiamata dopo che il gestore, credendo alla versione dei tre ragazzi ha intimato loro di andarsene.
Poi di averla chiamata dopo che, confrontatisi coi tre ragazzi infastiditi, questi li hanno insultati davanti al gestore senza che questi intervenisse in alcun modo a difenderli
Adesso dice che i tre ragazzi li hanno isultati mentre la polzia stava arrivando evidentemente già chiamata...
Fossimo in un telefilm di quelli ambientati nei tribali ci sarebbero elementi sufficienti per inficiare la veridicità del teste...
Quandunqe la polzia sia arirvata o sia stata chiamata il racconto dell'intervistao non coincide col comunicato stampa di Arcigay che fa intendere come le forze dell'ordine fossero intervenute per riportare la calma.
Poi arriva il capolavoro berlsuconiano
L'intervistato dice di aver chiesto al gestore delle scuse ammettendo che se il gestore gliele avesse fatte avrebbe richaimato al polizia dicendo di lasciar perdere...
Quindi la polzia va scomodata e disturbata per una lite tra etero e froci...? (mi hai detto checca. Chiedimi scusa. No. E io chiamo la polizia!)
Se c'è un reato anche uno ancora inesistente di omofobia va perseguito, sempre, in ogni caso. Non patteggiato con delle scuse. Scuse di che poi? Di aver creduto alla versioen dei tre inafstiditi etero? Di non averli difesi quando quelli li hanno insultati o di aver cercato di cacciarli dalla spiaggia in seguito alle lamentele di altri avventori?
La terza accusa è gravissima e se è vera il gestore si merita la galera altro che fare delle scuse. Anzi la revoca della licenza così nel culo se la prende lui...
Quando la giornalista chiede ragione della versioni differenti del gestore (non baci ma molto di più) il ragazzo dice
1) che il gestore non ha visto nulla ma si è fidato di quanto detto dai tre infastiditi (che ha precedentemente detto si sono lamentati per i baci) e poi dice che il gestore ha cambiato versione per giustificarsi con la polizia.
Giustificarsi di che? Se la polizia avesse creduto alla versione del gestore la denuncia scattava per i due cacciati per atti osceni in luogo pubblico mentre è uno dei due cacciati ad aver sporto denuncia...
E poi aggiunge che la giustificazione serviva perchè essendo quella una spiaggia notoriamente gay essere cacciati solo per un bacio come giustificazione non avrebbe retto.
Capite la mentalità da ghetto? Se mi do un casto bacio al Kursaal di Ostia è comprensibile se qualcuno si inalbera se mi do lo stesso bacio a una spiaggia notoriamente gay no.
Io dico che se si tratta di un bacio casto posso darmelo dovunque.
Non solo in un ghetto. A meno che la consapevolezza di trovarmi nel ventre di vacca di una spiaggia gay non faccia diventare bacio qualcosa di diverso da quello che mi darei al Kursaal.
Infine l'intervistato ribadisce che il gestore ha preso per buone le lamentele dei tre ragazzi. Preso per buone vuol dire che non sono vere.
Allora i tre ragazzi si sono inventati la loro lamentela. Ma cosa si sono inventati? Che i ragazzi si stavano baciando (come afferma l'intervistato i tre ragazzi hanno riportato al gestore) o che stavano facendo qualcosa di più? Se il gestore ha creduto alla loro versione vuol dire che quella è falsa. La denuncia dovrebbe partire anche per i tre ragazzi infastiditi, per diffamazione, perchè denunciare solamente il gestore che, pure, ha la colpa di aver creduto alla versione dei tre ragazzi?
Eppure l'intervistato dice che al gestore è bastta la lamentela per dei baci a farli scacciare...
Insomma.. dove sta la verità?
Io credo che i due ragazzi non si siano limitati al bacio forse qualche carezza spinta, magari un'erezione sotto il costume, insomma qualcosa di osé ma ancora nella legalità e che questo abbia potuto infastidire i tre ragazzi che sono andati a lamentarsi magari calcando la mano.
Lo sbaglio sta nella linea di accusa scelta dai ragazzi (o da Arcigay?) accusare il gestore di omofobia, e non di averli cacciati dalla spiaggia senza averne il diritto, qualunque cosa avessero fatto (perché anche si stessero spompinando davanti dei minori il gestore non ha il potere di scacciarli essendo quella una spiaggia libera ma solo quello di chiamare le forze dell'ordine...). Infatti il gestore dice di non averli scacciati ma invitati ad andare là dove tutti gli altri fanno i porci comodi loro...
Perché il gestore ha creduto ai tre ragazzi infastiditi (ma non cera anche una donna?)? Perché sa, come tutti quelli che frequentano il buco, che in quel lido (e non solo al Settimo Cielo) si vede (si fa) un po' di tutto: uomini a cazzo dritto che sventola sulla cima delle dune (dove sarebbe vietato andare perchè quella spiaggia è una riserva naturale, grazie a quei conservatori del wwf che si accontentano di recintare pezzi di verde poco importa se tutto intorno è cementificato e inquinato...), massaggiatrici che fanno seghe a clienti solitari, uomini che si smanettano guardando più o meno da lontano la bella ragazza di turno. Ma tutto questo avviene lontano dal chiosco non nelle sue vicinanze dove se ci si limita a un bacio davvero non dà fastidio a nessuno.
Ripeto non so cosa sia successo al settimo cielo ma il racconto del ragazzo è vago, contraddittorio, surrettizio, allusivo. E quel patteggiamento se mi chiedi scusa richiamo la polizia e dico di non intervenire mi sa tanto di abuso delle forze dell'ordine che hanno ben altri reati da impedire.
In ogni caso il tono d'allarme con cui Arcigay denuncia questi fatti è controproducente alla causa, innescando la classica reazione boomerang del ragazzo che dice al lupo al lupo che qualunque esperto in comunicazione o in denuncia politica saprebbe valutare.
E poi perché approntare un linciaggio mediatico del Settimo Cielo prima che si sia accertato se c'è stato un reato e quale davvero è stato?
Carlo Guarino (Arcigay Roma) ha pubblicato su Facebook la seguente nota
Pubblico la lettera dell'Avvocato Daniele Stoppello, il responsabile dell'Ufficio Legale di Arcigay Roma da sempre impegnato per assicurare giustizia alle vittime dell'omofobia e della transfobia.
Una lettera rivolta a chi? Pubblicata dove? Ah saperlo!
Siamo alla terza lettera dopo quella aperta di Valerio De Santis (sempre su Facebook, ma riproposta anche dal Corriere della Sera), e quella di R.C. uno dei due ragazzi cacciati dal Settimo Cielo, pubblicata dal sito Arcigay Roma.
A lui si devono, tra le altre cose, la costituzione di parte civile di Mario Chinazzo nel processo contro l'assassino del suo compagno - è la prima volta per una coppia gay - e il riconoscimento di Arcigay Roma come parte civile nel processo contro Svastichella condannato a 7 anni grazie al suo lavoro. Daniele Stoppello, con le sue consulenze legali gratuite ha fatto sì che la giurisprudenza assumesse, per la prima volta, posizioni storiche.
"Nel far riferimento al recente episodio dell'allontanamento di due ragazzi gay dallo stabilimento Settimo Cielo di Roma,
Aridaje co 'sto stabiliento! E' un chioscooooo!!!
con queste brevi considerazioni intendo sottoporre alla vostra attenzione
All'attenzione di chi? A chi si sta rivolgendo?!?!
alcuni fatti, che peraltro è mia intenzione segnalare nel breve termine all'Autorità Giudiziaria, per offrire il quadro esatto e completo nel quale questa triste vicenda s'innesta.
Lei non sai chi sono io, insomma.
Sono apparsi recentemente su alcuni siti dei commenti con i quali si è cercato di far apparire inattendibili i casi di discriminazione.
I casi? Questo caso... Non inattendibile ma sicuramente da verificare, troppe le ombre e i dettagli non chiari...
Che l'avvocato dica all'Autorità Giudiziaria che ci sono stati commenti sui blog è irrilevante, visto che il decreto intercettazioni ancora non è stato promulgato (o sì?) e che comunque il diritto di dissentire e di sollevare i dubbi è diritto costituzionale...
Ma proseguiamo.
Non si può ignorare, tuttavia, che a fronte di episodi tanto gravi quali più volte verificatisi ai danni delle persone LGBT l'atteggiamento più comune, scontato e prevedibile da parte degli aguzzini e dei loro collusi è quello di gettare fango su chi li accusa, su chi denuncia, e ciò con tanta più cinica sistematicità quanto più pesanti sono gli episodi narrati e coerente la loro ricostruzione.
In Italia c'è la presunzione di innocenza. Dunque presunti aguzzini (e poi, se il "dipendente" del Settimo cielo è un aguzzino, Svastichella cos'è?) e presunti collusi.
Poi non si capisce perchè parla al plurale quando l'unico caso di aggressione omofoba messo in discussione è quello di Settimo Cielo, non certo gli altri (che, in ogni caso, non mi risulta siano seguiti da Stoppello...).
Ciò posto tengo a precisare che non permetterò a nessuno di mettere in dubbio la mia oggettività e serietà professionale anche rispetto a questa vicenda, e proprio per questo condanno con sdegno fin da subito tutte quelle affermazioni immorali e illecite secondo le quali, avrei dovuto "confrontarmi direttamente" con il gestore dello stabilimento solo perché gayfriendly (nel senso che affitta sdraio ombrelloni e canotti per gay, lesbiche e trans) e quindi sicuramente più credibile di due ragazzi ventenni, per poi eventualmente bacchettare i miei assistiti ed invitarli a desistere dalla loro richiesta di giustizia.
Ehm... Nessuno ha mai messo in causa l'avvocato. Non io (ma non è certo di me che parla l'avvocato, manco sa che esistiamo io e il mio blog piccino picciò) né, per fare uno dei tanti esempi, Cristiana Alicata che sul suo Blog (e su Facebook) ha scritto:
Se mi avessero raccontato una cosa del genere, fossi stato il presidente di un'associazione gay mi sarei informato bene, avrei chiamato il titolare, ci sarei andato. Se davvero conoscessi la realtà romana, non ci avrei creduto e avrei approfondito.
dove non si parla dell'avvocato, ma del presidente di Arcigay Marrazzo (Fabrizio).
Allora l'avvocato, che c'entra?!?!
Excusatio non petita, accusatio manifesta...
Ebbene, mai e poi mai nel corso della mia attività professionale dopo aver ricevuto un incarico da qualcuno e dopo aver valutato la sua posizione, ho contattato l'avversario, il molestatore l'aggressore per trovare un "accomodamento"
scusi, avvocato...
tenuto conto che un simile comportamento oltre ad essere espressamente vietato dalla legge e dal codice deontologico è oltremodo immorale e vergognoso.
avvocato...
Esso infatti configura l'ipotesi tipica del cosiddetto INFEDELE PATROCINIO, il TRADIMENTO DEL PROPRIO ASSISTITO, il più IGNOBILE REATO che può commettere un avvocato, le cui uniche fonti di prova sono e devono essere quelle offerte dal suo ASSISTITO e dalla LEGGE, giammai quelle riferite all'orecchio dell'avversario che ha un interesse contrapposto.
Avvoca'
Se poi i commentatori sono abituati ad avvalersi di professionisti dell'inciucio e del compromesso facile, è affar loro, ma tacciano sull'operato di quelli seri che, invece, della giustizia hanno fatto uno scopo della loro vita.
D'altra parte, se dovessi dar credito ai cervellotici ed infedeli commentatori al processo di appello dovrei sposare la difesa di Svastichella (anche lì non era un bacio ma molto di più ed anche lì era pieno di bambini) e dovrei quindi sollecitarne l'assoluzione, ed invece assicuro tutti che darò aspra battaglia nel corso di quel processo e di tutti gli altri procedimenti che mi vedranno impegnato.
Avvocato Daniele Stoppello
Si plachi avvocato, non ce l'avevamo con lei, ma con Marrazzo.
Lei faccia il suo lavoro, sereno, tranquillo, indisturbato.
Le auguriamo tutti buon lavoro e grande successo in tutte le sue cause.
Io non so cosa è davvero successo a settimo cielo. Ma se dei dubbi legittimi e perfettamente legali in uno stato democratico diventano affermazioni immorali e illecite il dubbio che in questa storia ci sia qualcosa che non va invece di diminuire aumenta.
Ammettendo pure (ma non concedendo) che i due ragazzi siano stati cacciati dalla spiaggia (a quale titolo essendo una spiaggia libera?) tutto questo chiasso intorno al caso a chi giova?
Alla denuncia dell'omofobia galoppante?
Alla tutela dei due giovani?
Mi sembra che non si parli ne dell'una né degli altri (a proposito si può sapere chi sono? Perché non ci mettono la faccia come facciamo tutti quanti noi?) ma solamente di Arcigay e di chi ci lavora e adesso anche di chi si sente chiamato in causa quando nessuno ha mai fatto il suo nome o si è riferito a lui (ma magari qualcun altro gli ha fatto venire la coda di paglia...).
Se leggete su Facebook il clima da caccia alle streghe
(Cominciamo a pulire l'interno del movimento dalle scorie e poi forse riusciremo ad andare avanti)
le voglie delatorie come ai tempi di Mussolini
(voglio che vengano fatti anche i nomi e i cognomi di coloro che a parole dicono di lavorare per la comunità gay e a fatti continuano indisturbati ad infangare chi veramente opera per il bene del popolo GLBT ma i nomi si sanno, che forse non firmiamo o mettiamo la faccia in quel che scriviamo?)
vi renderete conto di quanto a Roma il conflitto di interessi (economico, politico, personale) abbia inquinato certo associazionismo, che, privo di qualunque pudore, non si ferma davanti a nulla e usa le stesse armi di Berlusconi: la menzogna, la minaccia, l'allusione.
Non ci resta che vedere fin dove questa storia arriverà, intanto, fermo restando che un errore lo può fare chiunque, chi è in buona fede e chi no è ormai chiaro anche alle pietre.
E mentre Castro compie 84 anni e la sua morte, per quanto tardiva, sarà comunque liberatoria, quando arriverà, anche lo stato comunista omofobo par excellence corre ai ripari e dopo anni di interdizioni e campi di rieducazione (ma a sinistra l'icona di Castro è la più refrattaria a qualunque critica), di divieti di esercitare la professione per i medici e insegnanti (per tacere degli studenti)* Mariela Castro Espin, figlia del dittatore, direttrice del Cenesex** (Centro Nazionale di Educazione Sessuale) impegnata da sempre a combattere l'omofobia della società cubana e dello stesso partito comunista, ha dichiarato in un'intervista pubblicata da Marie Claire (fonte, Ansa):
In autunno presenteremo un progetto di legge per le unioni legali delle coppie di fatto" (...) la battaglia per i diritti umani deve includere anche quelli per una libera identità e sessualità. Al Cenesex (...) lottiamo contro l'omofobia. Teniamo corsi di educazione sessuale a cui partecipano gay, lesbiche, trans e le rispettive famiglie, perché è lì che si annida la violenza. Abbiamo corsi anche per avvocati, poliziotti, medici, per prevenire ogni tipo di discriminazione. Tra i nostri sessanta educatori ci sono persone di ogni orientamento sessuale. Il socialismo a Cuba ha commesso errori ma su questi temi (...) ora il mio Paese è tra i più avanzati dell'America latina.
Ecco.
Il mio di paese, l'Italia, invece, è tra i più arretrati del mondo occidentale e, quanto pare, non solo.
Buon ferragosto!
*Nel '71 il documento finale del primo congresso sull'educazione e la cultura scrive: "É nostro principio che le manifestazioni di omosessualità non possono essere tollerate". Il governo agisce in base alle conclusioni del congresso, e professori e studenti in sospetto di omosessualità vengono estromessi dalle scuole superiori e dalle Università. Vengono istituiti corsi per insegnare ai docenti a selezionare gli studenti in base alle loro "tendenze omosessuali". (...) Nel 1978 il consiglio dei ministri ha impedito ai medici omosessuali di esercitare la professione, mentre lo statuto dei lavoratori sancisce l'immediato licenziamento per coloro che manifestano atteggiamenti omosessuali. (fonte Il Manifesto, 7 maggio 1987)
**il Cenesex non è un ente pubblico ordinario ma ha la facoltà di promozione legislativa e un seggio permanente all'Assemblea. A settembre, la 'battaglia' si sposterà quindi all'Assemblea Nazionale Cubana. Nel 2008 ha convinto il governo, non senza contrasti, a dare il via libera alle operazioni gratuite per il cambiamento di sesso (dieci interventi già conclusi, trenta persone in attesa) (fonte Ansa)
Come può offendere un bacio? Una carezza, un abbraccio, una passeggiata mano nella mano, un bacio sono elementi fondamentali con cui due persone si trasmettono la propria affettività. E se questo è dato in pubblico, pur nel rispetto delle leggi vigenti e ancor di più nel rispetto del buon gusto, chi mai potrà offendere, anche se è tra due persone del medesimo sesso?
Oggi, questa estate, anche questo diritto minimale all'affettività tra due persone dello stesso sesso è messo in discussione. A Napoli, Pescara, Cagliari, Milano, Roma o nelle spiagge di Torre del Lago, Gaeta e del Piave, c'è sempre qualcuno che si sente offeso e redarguisce la coppia che si da un innocuo bacio, insultando, chiamando la polizia per chissà quale controllo o addirittura, in certi casi, arrivando alla violenza fisica. E' l'omofobia del nuovo millennio questa. Né più né meno.
In un secolo in cui gay, lesbiche, bisessuali e transessuali sono usciti dalle catacombe e si sentono giustamente in diritto di esprimere la propria affettività per strada, su una spiaggia, su un muretto in attesa del tramonto, specie d'estate quando tutti siamo un po' meno rintanati nelle proprie case e nei locali chiusi, c'è sempre qualcuno che si sente in diritto di difendere il buon gusto, - assurdamente, secondo loro - violato da un innocuo gesto d'amore.
I paladini dell'ordine costituito sono gli stessi che sessanta anni fa si scandalizzavano per un bacio tra due giovani fidanzati, che trent'anni fa lo facevano per un costume a due pezzi e dieci per una donna in topless. Oggi, con l'omofobia non più accettata socialmente, se la prendono con due innamorati che camminano mano nella mano e anche i più tolleranti sono sempre pronti a dire che sicuramente i due stavano esagerando, che era qualcosa di più che un bacio. E le istituzioni in gran parte latitano, così come la politica che non sente neppure l'esigenza di reclamare il diritto all'affettività come uno dei diritti fondamentali dell'individuo.
Da qui, da questa Torre del Lago che ci dicono esempio nazionale di integrazione tra turismo omosessuale e turismo familiare, su cui ormai tacciono persino i partiti politici più conservatori, col bacio di oggi di noi tre coppie "lgt" (lesbica, gay e transessuale) sulla spiaggia gay più nota e più frequentata d'Italia vogliamo lanciare un appello alle persone lgbt di questo paese.
Ribellatevi. I vostri baci, i vostri abbracci e le vostre carezze non devono offendere nessuno e non violano nessuna legge dello Stato. Anche se fatte di fronte ad un bambino, al massimo costringeranno i suoi genitori a spiegargli che l'amore non ha limiti e può esistere anche tra due persone dello stesso sesso: crescerà solo più tollerante e aperto e saprà camminare senza commettere gaffes in ogni angolo d'Europa e del mondo.
Ribellatevi. Chiamate le autorità, perché nessuno può invocare gli atti osceni in luogo pubblico per un bacio. Chiamate le associazioni lgbt, perché questi episodi vanno denunciati. Reagite con la parola e l'ironia, perché è nel nostro DNA saperle usare bene.
“L'amore che non osa dire il suo nome” deve rimanere una frase che non descrive né l'oggi né l'ieri, ma un tempo passato fatto di repressione, catacombe e sofferenze in cui nessuno ci può ricacciare. Ciascuno di noi ha un'arma che è data dai suoi diritti, dalla sua lingua, dalle sue capacità: tiriamola fuori.
Noi lo facciamo dandoci un bacio con le nostre e i nostri rispettivi compagne e compagni mercoledì 11 agosto alle ore 17, nella parte più centrale della Lecciona. La chiamiamo "Tanti baci" l'iniziativa, perché è quello che scriviamo sulle cartoline dalle vacanze estive e perché sono tanti, tantissimi i baci che vorremo vedere copiosi tra le coppie di qualunque genere, facendo trionfare l'amore sull'odio. Sempre.
Anna Paola Concia, parlamentare lesibca Pd, e la sua compagna Ricarda
Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, e il suo compagno Lorenzo
Regina Satariano, attivista transessuale, e il suo compagno Luca (fonte Repubblica)
Bacio sì, bacio no. E se il bacio è gay, le cose si complicano. Dall’Arcigay di Roma arriva la denuncia di un episodio di intolleranza sotto l’ombrellone. Due ragazzi della capitale, entrambi ventenni, sono stati allontanati dal dipendente di uno stabilimento balneare di Ostia, il “Settimo Cielo”, perché si baciavano in spiaggia. A sollecitare l’intervento sarebbero stati gli altri bagnanti, infastiditi dalle effusioni dei due giovani. L’Arcigay ha segnalato la discriminazione, l’ultima di una serie di episodi simili recenti, in cui gli omosessuali hanno subito aggressioni verbali per essersi baciati in pubblico. E annuncia una richiesta di risarcimento danni e diverse iniziative contro l’omofobia sul litorale romano e non solo.
La giornalista non è informata dei fatti. Non sa della smentita del gestore del CHIOSCO di CASTELFUSANO (e non di Ostia, nemmeno del lido, ma di Capocotta, verso Torvaianica...) pubblicata dal Corriere l'11, un giorno prima la data di questo articolo.
E non riporta nemmeno la controreplica di Arcigay (che però è del 12, quindi forse non ha fatto in tempo) attribuendo le iniziative di baci sulla spiaggia all'arcigay (il link invece conduce a un evento organizzato da altri...).
La spiaggia del “Settimo Cielo” è frequentata da anni dalla comunità lesbica e gay. Anche per questo i fatti di fine luglio hanno stupito gli habitué dello stabilimento. Alcune associazioni gay ora corrono ai ripari, pubblicando sui propri siti la mappa delle spiagge (oltre che dei bar, delle saune, delle discoteche e dei negozi) “gay friendly”, dove cioè le persone omosessuali possono divertirsi in tranquillità, senza temere aggressioni razziste.
Già, perchè l'omosessualità è una razza.
La guida di Gay.it fornisce centinaia di indirizzi, suddivisi per regione e città, con descrizioni e commenti. C’è anche uno “Speciale estate 2010”, con le cento spiagge gay che vanno per la maggiore quest’anno.
Ma l’elenco dei luoghi gay friendly rischia di diventare un boomerang. È solo un modo per aiutare chi cerca il posto giusto per l’occasione giusta oppure un passo indietro sulla strada dell’integrazione?
Posto giusto per l'occasione giusta? Questa è l'ambiguità di ogni posto per gay. Ogni posto cioè dove vai e se ti baci nessuno ti dice niente. E se ci sono altri gay lì rimorchi...
Un corollario ovvio e inevitabile che però nasconde la ragion d'essere dei posti per gay (e non gay friendly che sono posti misti dove possono andare anche etero tolleranti).
Da un lato l'esigenza di potersi baciare, accarezzare, abbracciare, senza tema di essere derisi o aggrediti (verbalmente e non) dall'altra l'effetto boomerang di ghetti gay: se non ci baciamo dappertutto non abitueremo mai gli etero ai nostri gesti d'affetto e se non siamo noi stessi ad educare la maggioranza chi deve farlo al posto nostro?
Ci si dimentica però che questi posti per gay sono sempre delle attività commerciali che (è un modo di vedere le cose) sfruttano un impasse della società e creano delle sacche di resistenza, delle bolle di civiltà, impedendo, più o meno involontariamente, che la tolleranza diventi un anticorpo di tutta la società: se tutti i locali accettano i gay e le loro effusioni come fanno per le coppie etero chi andrà più in quei locali? Che motivo avranno ancora di esserci? Conviene loro che la società si emancipi e butti al cesso la propria innata omofobia?
Anche perchè questi locali per gay non offrono alcun servizio alla comunità. Non fanno cultura (in senso lato) ma vendono solo bira.
Un discorso di sinistra che Patanè si guarda bene dal fare ricordando solo il pericolo di autoghettizzazione dei posti per gay.
Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, mette in guardia. “Il bisogno di aggregazione all’interno della comunità gay è innegabile – ammette –, in un contesto ostile a volte è essenziale sapere dove andare. Purtroppo non siamo in Svezia o in Germania, dove l’inclusione è quasi totale e non c’è neppure più bisogno di locali specifici da frequentare. Da noi certi luoghi di ritrovo sono spesso la risposta alla solitudine e all’esclusione”.
Le guide di questo tipo, continua Patanè, sono però anche la spia di un problema: “Della voglia o dell’esigenza di una ritirata, di fuggire da luoghi da cui invece non bisognerebbe fuggire. Non si può rinunciare a darsi un bacio in un posto qualsiasi, è una rinuncia alla visibilità ma anche alla propria identità sessuale.
E che Patanè confonda, come molti, identità sessuale (maschio femmina) con orientamento sessuale (etero gay) la dice lunga sulla preparazione culturale di questi attivisti gay di professione...
Ben vengano le mappe del divertimento, ma il nostro obiettivo deve essere un altro: baciarsi ed essere se stessi nei luoghi della quotidianità di tutti, perché non si è omosessuali solo in determinati posti e in determinati momenti”. Il locale o la spiaggia gay friendly insomma possono essere la soluzione utile a un problema pratico, per superare gli ostacoli di un contesto difficile. Non un modo per isolarsi. “Gli episodi riportati dalle cronache – conclude il numero uno di Arcigay – sono il segnale di un’ondata di neo moralismo. Rischiamo che il dibattito sui diritti arretri, dal parlare di coppie gay si è tornati a parlare di diritti all’identità. La battaglia per la visibilità degli orientamenti sessuali non va abbandonata e neppure il coraggio di essere se stessi ovunque. Questo è il momento di baciarsi di più”.
Ci vuole proprio la faccia come il culo per dire quel che afferma Patanè, quando l'80% dei tesserati Arcigay sono reclutati tra gli avventori di saune, discoteche e bar (perchè affiliati ad una associazione pagano meno tasse...). Così Arcigay può vantare un numero spropositato di iscritti che dell'attivismo gay non ne vogliono sapere, visto che vanno in posti di ritrovo... Quindi Patanè accusa gli altri di fare quello che in realtà è proprio arcigay a fare sfruttare i ghetti, camparci economicamente, costruire la propria egemonia numerica di iscritti su una tessera che non ha alcuna rilevanza politica.
Non che Patanè abbia torto a denunciare l'effetto boomerang dei ghetti fa strano che lo faccia proprio lui quando la associazione che presiede campa proprio di quei ghetti... Solito italiano che predica bene e razzola male.
La giornalista ignora tutti questi dettagli e si limita a firmare un articolo che è solo uno spottone per Arcigay, confondendo pure Arcigay Roma con quello nazionale senza sapere che tra le due realtà non c'è, ...come dire?, comunità di intenti (Arcigay Nazionale non ha nemmeno aderito al Roma Pride 2010 trainato, tra le altre, da Arcigay Roma).
Ma lasciando stare la giornalista alla quale va riconosciuta comunque la buona intenzione di fondo, quel che mi disgusta del discorso di Patanè, oltre l'ipocrisia..., è la totale mancanza di analisi del perchè perchè di questo neomoralismo, dei mandanti dell'omofobia insomma i cui nomi sono Vaticano, Stato, Parlamento, Istituzioni (con le dovute eccezioni per queste due ultime voci, naturalmente). Per Patanè contano solo le vittime dell'omofobia non importa sapere chi sono i boia, chi li educa, chi li difende, chi li cresce a pane e omofobia.
Una politica miope e pavida quella di Arcigay, fatta da un'associazione inutile, che fa soci i frequentatori di saune discoteche e bar, e millanta una vocazione politica inesistente che si scioglie come neve al sole come i baci sulle spiagge che fra due mesi saranno solo un ricordo. Nessuna politica di medio o lungo respiro, nessun progetto di educazione della società, solo tanti baci-baci-baci-bà.
A quando la presa della Bastiglia (metaforica e non solo) di tutti gli spazi politici occupati da questi professionisti della militanza gay?
Su Repubblica di ieri si può leggere questa notizia:
Qualche giorno fa, proprio al centro di piazza Venezia, due uomini - 37 anni uno, 24 anni l' altro - alle due e trenta del mattino, sono stati notati da un carabiniere in servizio in zona. Il militare, prima di intervenire ha chiamato il collega. Ma i due giovani hanno negato. «Ancora una volta ci state criminalizzando per qualche effusione», ha iniziato a gridare uno dei due, seminudo, al centro della piazza. «Non è possibile che abbiate questo atteggiamento omofobo». I carabinieri, malgrado le accese proteste, li hanno comunque portati alla vicina compagnia di piazza Venezia e, dopo averli identificati, per i due è scattata una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. «Non conosco la dinamica dell'episodio del bacio sulla spiaggia di Ostia di qualche giorno fa - ha dichiarato il generale Vittorio Tomasone, comandante del Comando Provinciale - ma, in questo caso, non si è trattato di semplici baci. I due stavano consumando un rapporto al centro della piazza. E la misura che abbiamo adottato nei confronti di persone dello stesso sesso sarebbe stata la stessa che avremmo adottato nei confronti di una coppia eterosessuale».
Quando avevo parlato su questo blog del caso di Poetto (Cagliari) (una coppia chiama i carabinieri perché due ragazzi si stavano baciando in spiaggia) leggendo le dichiarazioni di Massimo, uno dei due "discriminati", avevo sollevato il dubbio che forse quel che aveva dato fastidio a Massimo non fosse il pregiudizio omofobo della coppia che ha chiamato i Carabinieri ma lo spirito berlusconiano del fare quel che ci pare che, a quanto pare, era stato leso.
Mi dispiace dirlo ma ci avevo preso. La coppia dice che i due non si stavano solo baciando, vai a sapere qual è la verità ma se a Massimo danno fastidio gli eccessi dei Gay pride non è allora così diverso, come mentalità, dalla coppia che ha chiamato i carabinieri... Quel che gli ha dato fastidio non è l'atto omofobo ma l'arbitrio di una copia che poneva un limite al suo comportamento. Già, i limiti del civile convivere. evidentemente il berlusconismo ci ha preso tutti.
Come si può pensare di fare sesso nel mezzo di piazza Venezia? Con Monte Caprino a poche centinaia di metri? E con quale faccia si dice al Carabienere, braghe ancora calate, "omofobo!"?
E' vero ormai che non viviamo più insieme, che non c'è né partecipazione né solidarietà di classe, ma chi crede di poter far sesso in mezzo alla via e poi accusare chi giustamente li arresta di omofobia deve essere isolato e moralmente processato dalla comunità intera.
Primo perché svuota di significato la lotta all'omofobia e, secondo, perché continua a confermare quel che la maggioranza pensa di noi, che siamo degli assatanati di sesso al punto tale da non saperci trattenere nemmeno a Piazza Venezia, anche se sono le due passate di notte.
Ma c'è anche un altro effetto.
La denuncia di queste discriminazioni private, siano blande (la coppia che chiama i carabinieri a Poetto), o da codice penale (i gay pestati a sangue a Pesaro), di fatto costituiscono le uniche occasioni di denuncia di una omofobia che è invece molto più vasta e radicata, magari fisicamente meno violenta, ma altrettanto grave:
l'omofobia dello Stato che non riconosce ai cittadini gay e alle cittadine lesbiche gli stessi diritti riconosciuti agli e alle etero, l'omofobia di uno Stato che rimane in silenzio di fronte i giornalieri attacchi del Vaticano e dei suoi accoliti, che possono vomitare tutto il loro odio omofobo facendo scempio dei principi della nostra carta costituzionale senza che nessuno si periti di zittirli, anche in malo modo.
La violenza istituzionale di un parlamento la cui maggioranza, bipartisan, dei suoi membri propaga un pensiero oscurantista, reazionario, patriarcale, maschilista, sessista e omofobo, continuando a spingere il paese nelle retrovie dell'arretratezza degli anni 50, dove l'omosessualità è considerata una malattia (in barba alla commissione mondiale della sanità)ogni innovazione medica che allevia le sofferenze umane considerata contronatura o, peggio, contro la vita (e un papa che afferma che i profilattici non servono a proteggersi dall'aids andrebbe arrestato per crimini contro l'umanità o internato in un manicomio di massima sicurezza). Dove la morale di pochi viene imposta per legge come morale di tutti.
Troppo comodo additare come omofobi solamente i singoli cittadini, come questa omofobia venisse fuori dal nulla (come pare suggerire la gay help line stessa con la sua pubblicità) e non fosse coltivata da chiesa e stato, scientemente.
Purtroppo le associazioni omosessuali roane invece di denunciare questo clima medievale della peggiore classe dirigente del mondo occidentale, preferiscono trastullarsi coi bacetti e con casi privati di omofobia, perchè, finanziati da chi si professa omofobo (come Polverini e Alemanno) come possono criticare chi dà loro da mangiare?
L'inverno sarà caldo anche perchè dobbiamo licenziare una volta per tutte questi professionisti dell'omofobia, questi sciacalli che sfruttano le vittime di un paese retrogrado e medievale per un posto al sole, in vista della imminente campagna elettorale (e vedremo chi si candiderà e dove tra i tanti furbi che cavalcano l'emergenza omofobia per una poltrona).
Questi loschi figuri vanno identificati, isolati, pubblicamente sconfessati e destituiti.
perchè quando Alemanno dà i soldi alla gay help line di Marrazzo, il sindaco crede di dare soldi alla comunità gay. Perché quando Alemanno dà i soldi al gay Village di Imma Battaglia, il sindaco crede di dare i soldi alla comunità gay mentre sta favorendo solo dei privati cittadini non certo la comunità.
Per favorire la comunità c'è bisogno di educazione, non di discoteche gay, di (in)formazione fatta per gli etero, non basta solo il sostegno ai gay della help line se non si eliminano le cause del disagio psicologico (prima motivazione che spinge gli utenti della gay help line a chiamare).
L'omofobia la si previene combattendola nelle scuole, negli uffici, pubblici e non, nelle fabbriche, negli ospedali e anche nel nostro parlamento.
Lo possiamo fare tutti insieme, cittadini gay e etero, cittadine etero e lesbiche, trans e bisex, tutti uniti nella più grande epurazione che il movimento glbt italiano aspetta da tempo per poter finalmente comunicare ad esistere.
Ed educare ogni singolo cittadino che crede che libertà sia fare un po' come cazzo ci pare. Qualunque cittadino, etero, e ahimè, anche gay.
D'altronde perchè mai dovrei fidarmi di un un gay solo perchè abbiamo in comune l'orientamento sessuale?