Avrete letto del divieto imposto dal Coordinamento del Bologna Pride alle forze di polizia.
Come realtà del Rivolta Pride, organizzato attraverso un percorso di confronto assembleare dal basso, riconosciamo che l’omolesbobitransafobia è presente in tutti i luoghi di lavoro, anche all’interno della polizia e delle forze dell’ordine. Anzi, spesso è proprio in questi settori che le discriminazioni trovano spazio, incentivate da un ambiente, quello delle caserme, intriso di machismo e maschilismo.
Per questo, ci teniamo a chiarire che la nostra non è una presa di posizione contro Polis Aperta, ma di critica aperta alle forze dell’ordine come istituzione, e come luogo di riproduzione di violenza sessista, omolesbobitransfobica, abilista e razzista. Riteniamo necessario aprire una riflessione seria sul tema della polizia e delle forze armate e delle discriminazioni vissute dalla nostra comunità.
Così si legge sulla pagina Facebook del Rivolta Pride.
Stonewall è nato da una rivolta contro la polizia che abusava del suo potere. da allora le forze dell'ordine a new York e in moltissimi altri pride hanno fatto passi da giganti e oggi sfilano in divisa nei pride di mezzo mondo. In Italia è difficile che le forze dell'ordine sfilino in divisa perché c'è sempre la spada di Damocle del vilipendio.
Eppure associazioni come Polis Aperta (che contribuisce alla raccolta dati ufficiosa di crimini d'odio su base omotransfobica dell'Oscad) nel loro lavoro politico stanno sensibilizzando le forze dell'ordine che grazie a loro sono sempre meno omotransfobiche.
Vietare ai fratelli e alle sorelle lgbt di Polis Aperta di partecipare al pride è una esclusione gravissima, ingiustificabile e squisitamente fascista. Per diversi motivi che qui indico in ordine random.
Generalizzazione discriminatoria.
Machismo e maschilismo ci sono in tutti gli ambienti di lavoro, secondo il principio del Rivolta Pride nessuna persona potrebbe partecipare al pride perché rappresentante di un ambiente di lavoro machista.
Il pride è di tute le persone lgbt e loro alleate. Non si può decidere di non ammettere al pride persone lgbt solo perché fanno un lavoro sgradito a ci organizza il pride. Sarà un collettivo orizzontale ma non democratico e anticostituzionale chi sta contro la costituzione sta contro l'Italia democratica, antifascista e partigiana.
Le classi sociali non esistono più?
Non c'è bisogno di scomodare
Pasolini per capire che nella decisione di escludere le forze dell'ordine dal pride c'è qualcosa che non funziona.
Le forze dell'ordine sono composte da lavoratori e lavoratrici che vengono esclusi ed escluse dal pride perché le caserme sono tossiche. Ma perché non imputare questa responsabilità anche all'Istituzione? Ai capi (e le cape) della polizia e della altre forze dell'ordine? O al ministero dell'interno?
Perché, insomma, invece di prendersela con i lavoratori e le lavoratrici, la classe inferiore, subalterna, non ce se la prende coi padroni e le padrone)? Con la classe al comando? La classe egemone?
Non mi sembra l'articolazione di un pensiero marxista, o rivoluzionario, nemmeno riformista. Mi sembra un pensiero fascista. Forti coi deboli deboli coi forti. Alla faccia della coerenza politica.
Velleitarismo eversivo
Le forze dell'ordine non lavorano solamente nell'ambito carcerario (dove c'è una polizia specifica, quella carceraria) o nei centri di accoglienza per migranti. Le forze dell'ordine servono a garantire il normale svolgimento della vita democratica. Sono lo strumento che ci diamo democraticamente per garantire che la legge venga rispettata. Se le leggi non piacciono chiediamo al parlamento di cambiarle non partiamo dalla polizia.
Chiunque voglia eludere la legge senza cambiarla democraticamente ha una funzione eversiva e antidemocratica.
Chiunque sostituendosi alle istituzioni democratiche decida chi è dentro e chi è fuori, cosa è giusto e cosa no, usa le stesse argomentazioni del populismo delle destre italiana dei Salvini e delle Meloni ed è fascista quanto loro. Anzi peggio, perché pretende doti di rivoluzionarietà inesistenti.
All'assemblea orizzontale del Rivolta Pride io dico NON IN MIO NOME.
La vostra hybris è tanto grave quanto ridicola.
Priva di una lettura politica veramente radicata nel paese e basata su concetti maldigeriti e d'importazione statunitense.
Già, i vostri discorsi sulle sex workers, sulle divise invise non sono farina del vostro sacco ma provengono dal movimento antagonista statunitense, quello che continua a inventare decine di orientamenti sessuali e identità di genere.
Dividendo invece di unire, soggiogando la collettività in nome di una mal intesa idea di individualità.
Insomma fascisti e colonizzatə dagli States.
E poi è Polis aperta che non deve partecipare al pride.
LA STORIA VI GIUDICHERA'.
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