Su Repubblica di ieri si può leggere questa notizia:
Qualche giorno fa, proprio al centro di piazza Venezia, due uomini - 37 anni uno, 24 anni l' altro - alle due e trenta del mattino, sono stati notati da un carabiniere in servizio in zona. Il militare, prima di intervenire ha chiamato il collega. Ma i due giovani hanno negato. «Ancora una volta ci state criminalizzando per qualche effusione», ha iniziato a gridare uno dei due, seminudo, al centro della piazza. «Non è possibile che abbiate questo atteggiamento omofobo». I carabinieri, malgrado le accese proteste, li hanno comunque portati alla vicina compagnia di piazza Venezia e, dopo averli identificati, per i due è scattata una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. «Non conosco la dinamica dell'episodio del bacio sulla spiaggia di Ostia di qualche giorno fa - ha dichiarato il generale Vittorio Tomasone, comandante del Comando Provinciale - ma, in questo caso, non si è trattato di semplici baci. I due stavano consumando un rapporto al centro della piazza. E la misura che abbiamo adottato nei confronti di persone dello stesso sesso sarebbe stata la stessa che avremmo adottato nei confronti di una coppia eterosessuale».
Quando avevo parlato su questo blog del caso di Poetto (Cagliari) (una coppia chiama i carabinieri perché due ragazzi si stavano baciando in spiaggia) leggendo le dichiarazioni di Massimo, uno dei due "discriminati", avevo sollevato il dubbio che forse quel che aveva dato fastidio a Massimo non fosse il pregiudizio omofobo della coppia che ha chiamato i Carabinieri ma lo spirito berlusconiano del fare quel che ci pare che, a quanto pare, era stato leso.
Mi dispiace dirlo ma ci avevo preso. La coppia dice che i due non si stavano solo baciando, vai a sapere qual è la verità ma se a Massimo danno fastidio gli eccessi dei Gay pride non è allora così diverso, come mentalità, dalla coppia che ha chiamato i carabinieri... Quel che gli ha dato fastidio non è l'atto omofobo ma l'arbitrio di una copia che poneva un limite al suo comportamento. Già, i limiti del civile convivere. evidentemente il berlusconismo ci ha preso tutti.
Come si può pensare di fare sesso nel mezzo di piazza Venezia? Con Monte Caprino a poche centinaia di metri? E con quale faccia si dice al Carabienere, braghe ancora calate, "omofobo!"?
E' vero ormai che non viviamo più insieme, che non c'è né partecipazione né solidarietà di classe, ma chi crede di poter far sesso in mezzo alla via e poi accusare chi giustamente li arresta di omofobia deve essere isolato e moralmente processato dalla comunità intera.
Primo perché svuota di significato la lotta all'omofobia e, secondo, perché continua a confermare quel che la maggioranza pensa di noi, che siamo degli assatanati di sesso al punto tale da non saperci trattenere nemmeno a Piazza Venezia, anche se sono le due passate di notte.
Ma c'è anche un altro effetto.
La denuncia di queste discriminazioni private, siano blande (la coppia che chiama i carabinieri a Poetto), o da codice penale (i gay pestati a sangue a Pesaro), di fatto costituiscono le uniche occasioni di denuncia di una omofobia che è invece molto più vasta e radicata, magari fisicamente meno violenta, ma altrettanto grave:
l'omofobia dello Stato che non riconosce ai cittadini gay e alle cittadine lesbiche gli stessi diritti riconosciuti agli e alle etero, l'omofobia di uno Stato che rimane in silenzio di fronte i giornalieri attacchi del Vaticano e dei suoi accoliti, che possono vomitare tutto il loro odio omofobo facendo scempio dei principi della nostra carta costituzionale senza che nessuno si periti di zittirli, anche in malo modo.
La violenza istituzionale di un parlamento la cui maggioranza, bipartisan, dei suoi membri propaga un pensiero oscurantista, reazionario, patriarcale, maschilista, sessista e omofobo, continuando a spingere il paese nelle retrovie dell'arretratezza degli anni 50, dove l'omosessualità è considerata una malattia (in barba alla commissione mondiale della sanità)ogni innovazione medica che allevia le sofferenze umane considerata contronatura o, peggio, contro la vita (e un papa che afferma che i profilattici non servono a proteggersi dall'aids andrebbe arrestato per crimini contro l'umanità o internato in un manicomio di massima sicurezza). Dove la morale di pochi viene imposta per legge come morale di tutti.
Troppo comodo additare come omofobi solamente i singoli cittadini, come questa omofobia venisse fuori dal nulla (come pare suggerire la gay help line stessa con la sua pubblicità) e non fosse coltivata da chiesa e stato, scientemente.
Purtroppo le associazioni omosessuali roane invece di denunciare questo clima medievale della peggiore classe dirigente del mondo occidentale, preferiscono trastullarsi coi bacetti e con casi privati di omofobia, perchè, finanziati da chi si professa omofobo (come Polverini e Alemanno) come possono criticare chi dà loro da mangiare?
L'inverno sarà caldo anche perchè dobbiamo licenziare una volta per tutte questi professionisti dell'omofobia, questi sciacalli che sfruttano le vittime di un paese retrogrado e medievale per un posto al sole, in vista della imminente campagna elettorale (e vedremo chi si candiderà e dove tra i tanti furbi che cavalcano l'emergenza omofobia per una poltrona).
Questi loschi figuri vanno identificati, isolati, pubblicamente sconfessati e destituiti.
perchè quando Alemanno dà i soldi alla gay help line di Marrazzo, il sindaco crede di dare soldi alla comunità gay. Perché quando Alemanno dà i soldi al gay Village di Imma Battaglia, il sindaco crede di dare i soldi alla comunità gay mentre sta favorendo solo dei privati cittadini non certo la comunità.
Per favorire la comunità c'è bisogno di educazione, non di discoteche gay, di (in)formazione fatta per gli etero, non basta solo il sostegno ai gay della help line se non si eliminano le cause del disagio psicologico (prima motivazione che spinge gli utenti della gay help line a chiamare).
L'omofobia la si previene combattendola nelle scuole, negli uffici, pubblici e non, nelle fabbriche, negli ospedali e anche nel nostro parlamento.
Lo possiamo fare tutti insieme, cittadini gay e etero, cittadine etero e lesbiche, trans e bisex, tutti uniti nella più grande epurazione che il movimento glbt italiano aspetta da tempo per poter finalmente comunicare ad esistere.
Ed educare ogni singolo cittadino che crede che libertà sia fare un po' come cazzo ci pare. Qualunque cittadino, etero, e ahimè, anche gay.
D'altronde perchè mai dovrei fidarmi di un un gay solo perchè abbiamo in comune l'orientamento sessuale?
E così, senza nemmeno accorgercene, siamo giunti alla terza puntata di questa se... saga estiva avvincente quanto una martellata sugli zebedei.
Riassunto delle puntate precedenti.
Arcigay denuncia che due ragazzi sono stai cacciati dallo stabilimento (?) settimo cielo di Capocotta perchè tre bagnanti erano infastiditi dai loro baci.
Il chiosco di Settimo Cielo (nella persona del suo gestore Valerio De Santis) smentisce su Facebook e dice che non si trattava di baci ma di qualcosa di più e di non averli cacciati ma consigliato loro di farsi più in là.
Oggi Arcigay pubblica una lettera aperta (come quella del gestore di Settimo Cielo) che sembra tanto un comunicato stampa nel quale si ribadisce che loro due (è uno dei due ragazzi a parlare) si stavano solo baciando e che le tre persone infastidite erano etero.
Chi ci fa una brutta figura? Passi la stampa (che ha dato alla notizia sin troppo rilievo) che pur di pubblicare notizie sull'emergenza omofobia accettano racconti senza verificarli...
Arcigay sicuramente che nel modo di raccontare la storia e di puntualizzare un resoconto con troppi punti d'ombra non è proprio un esempio di chiarezza.
Chissà se sapremo mai come sono andate le cose in realtà. Io lo so, ma non ne ho le prove. E quindi devo tacere.
Infine, last (lust?) but non least, ci fa una brutta figura la comunità, da un lato assatanata di sesso e dall'altro sempre pronta a far la vittima.
Per questo non posso che sottoscrivere la nota che Cristiana Alicata ha pubblicato su Facebook e che riporto per intero:
Scrivo questa nota di ritorno dal Settimo Cielo dove con le mie orecchie ho voluto ascoltare sia il racconto di Mustaphà che quello di Valerio De Santis, titolare della spiaggia, notoriamente gay friendly e frequentata da buona parte della comunità romana da anni.
In quella spiaggia, in questi anni, ho assistito a baci omosessuali, a baci etero, a nudisti ed anche ad effusioni più appassionate come ci sta quando si ha venti anni e gli ormoni in agguato si sia omosessuali o eterosessuali.
Se mi avessero raccontato una cosa del genere, fossi stato il presidente di un'associazione gay mi sarei informato bene, avrei chiamato il titolare, ci sarei andato. Se davvero conoscessi la realtà romana, non ci avrei creduto e avrei approfondito. Cose che ai giornalisti non si possono più chiedere, quelli non gli pare vero di finire in prima pagina con la firma su pezzi che smuovono la noia estiva di un Paese in crisi e di un Governo allo sbando. Eh, già, che noia.
Per quale motivo una spiaggia che campa sulla comunità avrebbe dovuto censurare un bacio gay. Baci che, lo ripeto di nuovo, sono all'ordine del giorno? LI ho dati anche io. Confesso.
Ora dico a tutti noi che siamo chiamati, in questo momento così complesso e difficile a grandi responsabilità. Le responsabilità di chi è punto di riferimento per la stampa e per la comunità. Chi nei partiti, chi nelle associazioni, chi perché è voce autorevole della cultura. Ognuno di noi, adesso, deve essere in grado di individuare priorità e strumenti per condurre la battaglia.
Non si possono far passare due mortaretti (versione della polizia) per due molotov (versione della stampa): vedi attentato alla Gay Street dell'anno scorso e spaventare un'intera città. Non si può difendere un atto osceno in luogo pubblico (a meno che il nostro obiettivo non sia quello del sesso libero ovunque allora la storia è un'altra e io non ho capito). Si può difendere un bacio, certo. Perché è la libera espressione dell'amore e poi c'è bacio e bacio ma non voglio scadere nel moralismo, non lo sono. Ma ci conviene fare questa battaglia in questo modo? E' la strada giusta per far passare l'omoaffettività questa? Non si può uscire sulla stampa raccontando dei luoghi di cruising dei preti e di essersi fatti un monsignore. Che senso ha? Sembriamo un branco di sessuomani. Ci piace fare sesso come al resto del mondo. Tanto quanto. A me moltissimo, ma se fossi etero, avrei la stessa voglia e sarebbero fatti miei, non devo fare alcuna battaglia politica per chiudermi in casa con una donna, anche una diversa ogni giorno o magari 3 insieme (questo giusto per non passare da moralista, eh).
Io voglio difendere i figli delle coppie omosessuali. Andiamo fuori dalle scuole a parlare di questo, non di sesso. Vorrei stare vicino agli anziani soli, alle coppie che non arrivano alla fine del mese, ma sono gay e non possono avere incentivi di qualche tipo. Le coppie a distanza che non possono ricongiungersi perché il contratto nazionale a noi, non ci prevede. L'estensione della 104 per i portatori di handicap al compagno o alla compagna. Sono queste le battaglie che dobbiamo fare, che sono battaglie culturali, che portano dietro a noi l'intero paese. E so che molti di voi è in questa direzione che vanno e che andranno. Concentriamoci. Non perdiamo la brocca per un pò di visibilità personale. Siamo, che lo vogliamo o no, responsabili di un'intera comunità. Ma non perché la comunità lo vuole. Non ci ha mai scelto nessuno. Ma perché ne abbiamo fatto la battaglia della vita, perché qualcuno doveva farlo. Non fanno notizia queste battaglie? E chi se ne frega. Fanno Paese, fanno cultura, fanno comunità. Fanno bene, per la miseria!
Ho taciuto in questi mesi davanti al personalismo di alcuni, alla ricerca smodata della telecamera. Ho taciuto perché ho la tessera di un Partito e poteva sembrare che venissi mal interpretata. Ma oggi sono incazzata. Sono incazzata perché questa smania di apparire, tutta individuale, ci danneggia tutti. E la prossima volta che succede qualcosa, qualcosa di grave, diranno che ce la siamo fatta da soli o la gente non ci crederà.
Un po' di responsabilità. Per favore. Un pò di senso della misura. E tanta unità.
Grazie.
Guai se per questo dissennato al lupo al lupo ci dovesse andare di mezzo qualche gay trans o lesbica.
La politica di contrapposizione buoni cattivi serve solo a creare l'emergenza a far vivere tutti male a ottenere un consenso per una politica blanda fatta da tutte le associazioni romane (parlo di quel che conosco) troppo compromesse da interessi privati (finanziamento di attività) per poter far le pulci a chi li finanzia.
I soliti noti dovranno dare molte spiegazioni alla comunità. Che è ora che sconfessi questi portavoce e chieda loroche intenzioni hanno.
Basta coi ghetti. Basta Gay Village, basta Gay street. Che i gay le lesbiche e la comunità queer tutta si riappropri del paese Italia e lasci i ghetti a tutti gli intolleranti, razzisti, omofobi, maschilisti e sessisti, che inquinano l'aria del libero pensiero. A loro lasciamo la dolce compagnia dei professionisti dell'omofobia. Che se la vedano tra loro.
Urge una mobilitazione generale per dire come stanno le cose e non lasciare mai più deleghe a nessuno.
Perchè il popolo queer si rappresenta da sé.
Jon Gnarr il sindaco di Reykjaviksi, capitale Islandese, è intervenuto vestito da donna alla cerimonia di apertura del gay pride dicendo che il sindaco era stato trattenuto per impegni di lavoro e che lo avrebbe sostituito lei.
Gnarr è stato attore comico e l'idea che il sindaco si presenti in disguise, vestito da donna è sicuramente un modo buffo di aprire il Gay Pride.
Però.
Perché Repubblica, nel riportare la notizia, descrivendo il travestimento di Gnarr, precisa
Jon Gnarr, 43enne padre di cinque figli?
Perché questa specificazione? Per sottolinearne la virilità? Per dire guardate che non si traveste perché, sotto sotto, è frocio, anzi è proprio un vero maschio, ha fatto anche 4 figli...?
Oppure per dire che nonostante abbia fatto quattro figli e quindi sia davvero etero, lontano dal mondo omosessuale, ha lo stesso fato qualcosa a favore dei gay?
In ogni caso che questo gesto sia visto come gay friendly la dice lunga sul patriarcato maschilista se non del sindaco (bisognerebbe sentire le sue di motivazioni) sicuramente del giornalista di Repubblica che, non contento, invece di indicare quello del sindaco come un atto di travestitismo si riferisce a lui come a una Drag Queen, che è tutt'altra cosa...
Parrucca bionda, rossetto rosso sulle labbra e abito a fiori, Jon Gnarr, 43enne padre di cinque figli, è intervenuto vestito da donna alla cerimonia di apertura del gay pride dicendo che il sindaco era stato trattenuto per impegni di lavoro e che lei, la drag, lo avrebbe sostituito.
Per chi non abbia ancora chiara la differenza rimando alla famosa scena del mai troppo apprezzato A Wong Foo, grazie di tutto Julie Newmarr (USA, 1995) di Beeban Kidron.
Ma che froci, anche militanti, possano trovare carino quel gesto la dice lunga sul maschilismo patriarcale presente ancora anche del movimento.
1) Associare il travestitismo all'omosessualità maschile è un atto omofobo e maschilista, che si basa sul considerare il gay come femmina mancata.
Visione aberrante nonostante sia condivisa da molti gay i quali, maschilisti dentro la testa, sono i primi a pensare che, siccome piace loro il cazzo, sono davvero un po' femmine (perché lo scopo delle donne, si sa, è servire il cazzo...).
2) Che Repubblica specifichi che il sindaco travestito è padre di 4 figli (cioè non è gay?) non significa nulla. Ci sono gay padri di famiglia, così come ci sono travestiti non gay. C'è un travestitismo eterosessuale, descritto anche nei film (Personal Sevices (GB, 1987) di Terry - Monty Python- Jones, ) di uomini cioè eterosessuali ai quali piace talmente l'abito femminile da indossarlo (ricordate Ed Wood (USA, 1994 di Tim Burto?) senza che questo significhi che sono gay o meno virili.
Che lo pensi il giornalista di Repubblica poco male, si sa che razza di ignoranti scrivono su quel foglio, ma che su Facebook molti gay si sentano contenti del gesto del Sindaco o, facciano la stessa precisazione di Repubblica, (è sposato e padre di 4 figli) la dice lunga sulla profonda crisi culturale anche tra le sorelle froce (uso apposta questi termini per non essere accusato di volerne fare una questione politically correct o, peggio ancora, di perbenismo borghese).
Non critico la funzione eversiva che il travestitismo può avere all'interno della comunità gay nel sovvertire i ruoli precostituiti maschio/femmina.
Critico il fatto che un etero qualsiasi, anche se onestamente gay friendly per stare vicino ai gay pensa bene di vestirsi da donna. Prego, scusi?!?!!?
E nessuna frocia ci vede niente di male!!!! Anzi attesta come prova del valore di quanto quella persona fa, attestandone l'eterosessualità, cioè l'estraneità col mondo gay.
Beh io posso attestare l'estraneità col mondo gay del travestitismo allo stesso modo! Siamo in pieno luogo comune che afferma due bugie.
Infatti non tutti i gay sono travestiti non tutti i travestiti sono gay.
Eppure nessuno ha battuto ciglio e tutti hanno dato per buona l'associazione uomo travestito da donna=omosessualità.
Abbiamo già parlato della coppia che a Poetto, Cagliari, ha chiamato i Carabinieri perchè non gradiva un bacio tra due ragazzi.
Ora la stessa Unione Sarda che ne aveva dato notizia per prima (Anche se su Facebook uno dei due ragazzi ne aveva dato notizia prima che l'articolo venisse pubblicato) racconta che ci sono due versioni divergenti:
«Non un semplice bacio. Si toccavano le parti intime e uno dei due ragazzi aveva la mano all'interno del proprio costume». Questa la denuncia, solo a parole, fatta ai carabinieri del nucleo radiomobile intervenuti lunedì sera all'ottava fermata del Poetto dopo la segnalazione di due bagnanti infastiditi dalle effusioni, secondo loro troppo spinte, di una coppia di omosessuali. Per questo i militari hanno identificato le quattro persone e chiesto ai bagnanti se volessero presentare querela per atti osceni in luogo pubblico.
La versione raccolta dai carabinieri risulta così diversa da quella di uno dei due ragazzi, Max, ventinovenne commesso in un grande centro commerciale. Differenza sostanziale che ha riflessi sui commenti su un episodio che ha animato il dibattito in città e su facebook. (fonte Unione sarda)
Ieri abbiamo appreso tutti con sgomento (per l'aria da bufala) di una storia simile al "Settimo Cielo" chiosco (promosso a stabilimento) di Capocotta sul quale, pure,avevo scritto un post sollevenado dubbi sui fatti denunciati da Arcigay e non tanto per la fiducia verso Settimo cielo (che mi sembra gay friendly solamente per opportunismo economico, altrimenti perchè Mustafà si sente di consigliare a una giovane coppia etero i posti migliori lontani dai froci e dalle lesbiche?)
Oggi il Corriere, primo quotidiano a riportare il comunicato di Arcigay, pubblica un articolo di rettifica:
Diventa un caso l'ultima denuncia dell'estate sul presunto episodio di omofobia denunciato da Arcigay Roma. Il titolare dello stabilimento di Ostia in cui sarebbe avvenuto l'alterco tra un dipendente e due ventenni omosessuali romani, non ci sta e replica con una lettera aperta ai clienti che quanto riferito dall'associazione non risponde al vero. Spiega, Valerio De Santis, si sentirsi «amareggiato» per le ingenerose accuse, «perchè quei ragazzi non sono stati allontanati per un semplice bacio».
Ormai è stabilimento... (sic!).
Valerio De Santis (gay friendly essendo etero), ha scritto una lettera su Facebook:
Eccola:
Ed eccoci di nuovo qui a combattere contro le falsità e le cattiverie con cui personaggi in cerca di visibilità alimentano il gossip da ombrellone.
In questi giorni amici miei ne avrete sentite di tutti i colori sul presunto atto di discriminazione sessuale ai danni di due ragazzi che "si sono dati un bacio e sono stati cacciati dalla spiaggia",avvenuto al Settimo Cielo di cui sono il gestore. Accuse lanciate su tutti i giornali senza il minimo diritto di replica da parte dell'interessato (nonostante sia stato contattato da giornali nazionali e non, tg3, e radio).
Vorrei approfittare di questo spazio per rassicurare Voi, clienti e amici, sul fatto che al Settimo Cielo non ci siamo impazziti tutti insieme. Scrivo direttamente a Voi perché sapete qual è la vera natura della nostra spiaggia. Gli altri continuino a scrivere quello che vogliono...
Ecco solo alcune precisazioni :
- il famigerato bacio era stato solo l'inizio di una serie di effusioni che ben presto hanno superato i limiti della pubblica decenza ed è solo per questo che io e il mio staff siamo intervenuti chiedendo ai gentili amanti né di andarsene né di non baciarsi ma semplicemente di spostarsi di qualche metro per rispetto delle persone ( tra cui 2 bambini) che gli stavano intorno e di mantenere un atteggiamento più consono ad un luogo pubblico. Non è forse tra i miei compiti mantenere un ambiente in cui TUTTI si sentano a loro agio?
Sfido chiunque a venire in un giorno qualsiasi al Settimo Cielo e di andarsene senza aver visto due ragazzi o due ragazze baciarsi liberamente e senza che nessuno gliene facesse una colpa...
Questo proprio perché la nostra spiaggia è conosciuta come la più "friendly" del litorale, da 15 anni a questa parte... vantando collaborazioni con le più grandi associazioni gay .
- non c'è stato assolutamente nessun alterco con i clienti, le forze dell'ordine sono state chiamate dal ragazzo immediatamente dopo che sono stati "ripresi" per il loro comportamento e non hanno di certo dovuto faticare, come leggo su alcune testate, "per riportare la calma".
- L' Arcigay mi chiede di dissociarmi dal comportamento dei miei dipendenti e di rendere "scuse ufficiali" , ma nessuno appartenente all'associazione si è degnato, prima di mandare il loro comunicato stampa agli organi di informazione, di farmi anche solo una telefonata per chiedere delucidazioni sull'accaduto e basando la loro "tesi accusatoria" solo sul racconto dei giovani avventori.
Questo mi dispiace molto perché ho sempre creduto nel dialogo e nel confronto, cosa che evidentemente per alcuni passa in secondo piano rispetto all'attrattiva di un articolo sul giornale basato su un racconto monoparte.
Ma la cosa che mi dispiace di più è vedere infangato il nome del Settimo Cielo, una spiaggia dove da sempre ogni cliente ha vissuto la propria libertà senza mai essersi sentito discriminato. E voi ne siete testimoni. Chi dovrebbe chiedere i danni a questo punto ?
ValerioDe Santis– Settimo Cielo (fonte facebook) (potete leggerla anche sul Corriere
Smentite d'obbligo quando si vuole cavalcare a tutti i costi l'onda dell'emergenza omofobia... Io aggiungerei che il corriere ha avuto le stesse colpe di Arcigay. Un bravo giornalista una telefonata al diretto interessato, magari una intervista la avrebbe fatta. evidentemente è più redditizio cavalcare l'onda dell'emergenza omofobia che fare della buona informazione.
Dovremo tutti fare mente locale e cambiare mentalità. Non è che possiamo fare sempre come cazzo ci pare e poi ai primi che, a qualunque titolo, si lamentano, accusarli di omofobia...
Avevo sollevato gli stessi dubbi sul ragazzo di Cagliari, Massimo, per alcune sue discutibili dichiarazioni. Lo steso a quanto pare è successo a Roma.
Siamo tutti berlusconiani e pensiamo solo a noi senza pensare che intorno a noi ci sono anche altre persone.
Dobbiamo vigilare sempre, purtroppo da qualunque parte vengano le denunce, mai prenderle per buone...
E Arcigay (Roma) continua a inanellare bufale e manipolazioni...
In una versione precedente di questo post si riportavano le dichiarazioni di Arcigay come dichiarazioni di Gay Help Line che invece è estranea a questa denuncia e non c'entra nulla.
Un mio errore, del quale chiedo scusa alla Gay Help Line e ai lettori.
Sarò cinico, sarà che dell'Arcigay Roma non mi fido mai troppo, ma nel presunto caso di omofobia denunciato dalla Marrazzo (Fabrizio) e Co. c'è qualcosa che non quadra.
Il primo articolo che ne parla è del Corriere della Sera (versione online) firmato da una vagherrima redazione online.
Episodio di discriminazione sessuale sulla spiaggia di Ostia, nel XIII Municipio di Roma. Due ragazzi romani, R. e M., «si stavano baciando in spiaggia, quando un dipendente dello stabilimento balneare ha chiesto loro di smetterla e di allontanarsi perché segnalati da tre bagnanti che si ritenevano infastiditi» dalle loro effusioni. Sarebbe accaduto - secondo quanto denuncia il responsabile dell'ufficio legale di Arcigay Roma, Daniele Stoppello - a fine di luglio nello stabilimento balneare "Settimo Cielo", «conosciuto e frequentato da anni dalla comunità lesbica e gay».
Settimo cielo NON è uno Stabilimento balneare ma un chiosco. Una costruzione in legno autorizzata dal Comune di Roma in cambio del mantenimento (pulizia) della spiaggia.
La spiaggia di Capocotta è spiaggia libera e non si capisce a che titolo il titolare di una concessione commerciale (il chiosco) possa dire a dei bagnanti di una spiaggia libera di andarsene via.
I due ragazzi ventenni non si sono lasciati intimorire e hanno chiamato le forze dell'ordine, che sono intervenute per riportare la calma in riva al mare.
Non la calma ma per abbassare la cresta al tipo del chiosco. Se si è davvero arrogato tale diritto perchè l'articolo (cioè il comunicato dell'Arci gay) non fa leva su questo punto: come si permette un cittadino privato a dire a due cittadini privati "andate via"?
«E' un fatto molto grave che a due ragazzi venga chiesto di allontanarsi a causa di un bacio - nota Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma - .
Fabrizio si guarda bene dal dire, naturalmente, che il tizio del chiosco non ne aveva titolo essendo la spiaggia LIBERA: perchè?
"E' grave che una coppia gay debba ricevere un simile trattamento e subire un'aggressione verbale. Nelle ultime settimane si sono verificati episodi analoghi anche in altre città: un segnale di quanto sia necessario promuovere una nuova cultura nella società, anche in settori strategici per il nostro Paese, come quello del turismo».
Ecco l'aggancio con situazioni ritenute simili quella di Torre del Lago, in Versilia, dove un guardiaspiaggia ha "rimproverato due ragazzi" (ma non ha detto loro di andare via perché non poteva farlo) e quello accaduto nella spiaggia libera di Cagliari alla ottava fermata di Poetto dove sono stati altri bagnanti a chiamare i Carabinieri infastiditi dai baci di due ragazzi (situazione controversa perchè ora pare che i due fossero coinvolti in effusioni uh po' più spinte) .
Ma ecco la parte comica (se non si trattasse di sciacallaggio di un problema serio come quello dell'omofobia) dell'articolo.
Arcigay chiede al gestore dello stabilimento di «dissociarsi dal gesto di questo dipendente e valutare tutte le conseguenze del caso».
Allora. Settimo cielo è un chiosco gestito da italiani e migranti magrebini che non credo siano dipendenti... al limite soci della cooperativa cui sarà stata data in gestione la licenza del chiosco
Ma anche fossimo in uno stabilimento il modo di vedere le cose di Arcigay è padronale e poco di sinistra (e molto berlusconiano).
Invece di dire al direttore/proprietario dello stabilimento (chiosco) che la responsabilità è sua, Arcigay chiede al gestore di dissociarsi (così si para il culo) e di prendere i provvedimenti del caso sul dipendente (multarlo? Licenziarlo?).
Capito?
La colpa non è del proprietario\gestore\imprenditore ma è del dipendente. La colpa è del lavoratore mai del padrone...
Ben diversamente da come si è comportato Pierluigi Teani, il titolare della "Blu service" la società che gestisce il servizio di guardiaspiagge di Lucca il quale si è preso le sue responsabilità spiegando Il bagnino mi ha spiegato di essere intervenuto perchè c'erano i bambini, le famiglie (...) Ho già chiesto scusa ai due giovani perchè è chiaro che chi è intervenuto aveva il dovere di farlo con garbo. Posso garantire che non accadrà più. (Fonte, L'unità)
Se pensate che me lo sita inventando io ecco che l'articolo viene in mio soccorso:
E promette, per il prossimo fine settimana, la distribuzione di volantini sul litorale romano «per ribadire la forza di amori e baci alla luce del sole».
RISARCIMENTO - L'associazione non esclude di «chiedere un risarcimento danni al dipendente dello stabilimento, perché è stato compromesso il diritto di godimento di un bene demaniale in condizioni di parità dei diritti e delle libertà», ma anche per fare in modo «che comportamenti simili non si ripetano». Arcigay si rivolge infine alle associazioni di categoria «perché Roma possa uscire dalla crisi economica anche grazie al suo essere una città accogliente e più libera, capace di attrarre turisti come le altre mete internazionali».
Non si tratta di uno stabilimento chic di Ostia ma di un pezzo di spiaggia libera senza ombrelloni (li affittano ma nessuno li prende) e senza lettini (idem) più da zecche che da gay radical chic con un chiosco di legno che vende bibite e panini....
In ogni caso la realtà è fuorviata e distorta perchè se il chiosco del Settimo cielo è uno stabilimento il Kursaal di Ostia cos'è?
Va beh, direte, il corriere è di Milano che vuoi che ne sappia della spiaggia di Capocotta?
Magari la colpa non è di Marrazzo e Arcigay (che di Roma sono...) ma del sito del Corriere...
Sul sito di Arcigay capiamo meglio: c'è proprio scritto Stabilimento BAlneare, non è un errore del corriere...
Il corriere ha comunque la colpa di NON AVER VERIFICATO la notizia come si dovrebbe fare sempre. e se un chiosco diventa uno stabilimento chissà quanti altri dettagli sono stati cambiati... Altri quotidiani non romani come il Mattino parlano di stabilimento (sic!).
Ennesimo caso di intolleranza nei confronti di una coppia gay. Sulla spiaggia di Ostia due omosessuali sono stati allontanata per le proteste dei bagnanti dopo un bacio. Si tratta dell'ultimo episodio di una lunga serie.
Repubblica non parla di Stabilimento (sarebbero stati subito spernacchiati dai suoi lettori che sanno bene cosa è in realtà settimo cielo...) e si concentra a collegare questo fatto omofobo di Roma ad altri fatti ritenuti analoghi in realtà ben diversi successi in Italia nelle settimane scorse.
Così da un lato lo sciacallaggio dei quotidiani che cavalcano l'onda lunga (dura ormai da un anno e più) dell'"emergenza omofobia" dall'altro strumentalizzazioni sospette da una associazione sedicente gay che ha tenuto a tacere la notizia per 10 giorni (ci diranno che prima gli avvocati stavano vagliando su come procedere...) per cercare di sfruttare al meglio la visibilità mediatica non già dei due ragazzi ma di Arcigay che così si fregia di esere il paladino dei gay vilipesi (con 10 giorni di ritardo) mentre noi mortali cittadini\e etero e gay comunque bambacioni ci facciamo strumentalizzare da questi furbetti del quartierino in cerca di pubblicità gratis.
Si colpiscono i più deboli (perchè prendersela col dipendente e non con la coppia che si è lamentata?): i lavoratori (per di più migranti) mai i bagnanti andati lì a rompere le scatole o il legale responsabile del chiosco (spacciato per stabilimento...).
Intendiamoci i miei sono solamente sospetti e sono pronto a rettificare e chiedere scusa se (come spero) si dimostreranno infondati, ma credo di poter fare in tutta onestà e buonafede alcune domande:
Perché la notizia è stata data solo il 10 di agosto se il fatto è successo a fine di Luglio?
Perchè si parla di "stabilimento" quando si sa bene che è un chiosco di una spiaggia libera e dunque in nessun modo e a nessun titolo il "dipendente" o chicchessia poteva dire nulla ai due ragazzi, figuriamoci cacciarli dalla spiaggia?
Perché prendersela solamente col "dipendente" (chi sarà poi, Mustafà o un altro migrante?)
Perché invece di consigliare al gestore di assumersi la sua responsabilità come si fa nei paesi civili lo si invita a dissociarsi e lasciar sprofondare nella merda solo il "dipendente"?
Perché non si ricorda che il padrone del chiosco (la cui responsabilità legale del comportamento dei suoi lavoratori è sua) non aveva alcun titolo per cacciare i due ragazzi da una spiaggia libera?
Otterrò risposta? Vediamo come evolve la faccenda...
RETTIFICA
In una versione precedente di questo post si riportavano le dichiarazioni di Arcigay come dichiarazioni di Gay Help Line che invece è estranea a questa denuncia e non c'entra nulla.
Un mio errore, del quale chiedo scusa alla Gay Help Line e ai lettori.
Olanda: da settembre nelle scuole libri per insegnare l'omosessualita'
L'Olanda si prepara a infrangere un altro tabu' sull'omosessualita': a partire da settembre, tutti gli insegnanti scolastici avranno a disposizione nuovi libri di scienze nei quali la classica definizione di coppia come unione di un uomo e una donna verra' sostituita da quella di unione tra due persone, anche dello stesso sesso.
Nel libro di scienze?!
L'iniziativa e' della casa editrice di libri scolastici Noordhoff, che per il prossimo anno scolastico ha preparato testi di biologia per le scuole primarie e secondarie sui quali si potra' imparare fin da piccoli che una coppia puo' essere formata anche da due uomini o da due donne. "Gay e lesbiche possono benissimo creare le proprie famiglie e crescere i propri figli, non c'e' nulla di sbagliato", si legge in uno dei capitoli del Manuale di Biologia per la scuola secondaria.
(Adskronos)
I gay e le lesbiche finiscono così nei libri di biologia, tra la fotosintesi e la meiosi cellulare...
Gay e lesbiche possono creare lo proprie famiglie, appunto gay e lesbiche, mica le famiglie normali...
Si divide anche il concetto di famiglia e invece di dire che le famiglie composte da persone gay hanno la stessa dignità di quelle composte da persone etero si concede che anche le persone gay possano avere le loro famiglie le quali, essendo appunto gay e lesbiche, sono diverse da quelle etero...
Bisognerebbe leggere il testo in olandese e sperare in un errore di traduzione...
Ogni estate riemerge a vario titolo e con dinamiche varie la questione delle spiagge gay, naturiste, nudiste, affariste e oltranziste.
Quest'anno tocca all'arenile dell'Arenauta (Gaeta), dove da giovedì 29 luglio (...) sono iniziati dei lavori di emergenza consistenti in una recinzione di tutta l'area con pali installati sulla battigia della spiaggia; le decine di strutture di sostegno della recinzione sono state installate in punti della spiaggia in violazione delle più elementari regole ambientali; i lavori sono iniziati con uno spiegamento di forze dell'ordine, polizia, carabinieri, guardia costiera ma stranamente senza la presenza di Vigili del fuoco o agenti della Forestale; negli ultimi anni l'area interessata dai lavori è stata spesso oggetto di strane iniziative da parte di alcuni amministratori locali con l'obiettivo di spaventare e allontanare le persone che frequentano la spiaggia libera*
come si legge in una interrogazione che Dodici Consiglieri regionali di otto diversi gruppi politici (Giuseppe Rossodivita, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei; Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei; Ivano Peduzzi, Federazione della Sinistra; Angelo Bonelli, Verdi; Luciano Romanzi, Partito Socialista Italiano; Nobile, Federazione della Sinistra; Anna Maria Tedeschi, Italia dei Valori; Luigi Nieri, Sinistra e Libertà; Giulia Rodano, Italia dei Valori; Maruccio, Italia dei Valori; Enzo Foschi, Partito Democratico; Celli, Lista Civica per Bonino) hanno depositato il 30 luglio u.s. hanno depositato in Giunta rivolta alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e agli Assessori regionali interessati. Nella interrogazione si chiede
quali sono le ragioni di questi interventi straordinari urgenti in un tratto di spiaggia dove non sono mai avvenuti, negli ultimi 30 anni, crolli, frane, cedimenti strutturali (...) se tali interventi non siano finalizzati a obiettivi diversi da quelli della messa in sicurezza dell'area senza che vi siano mai stati pericoli per i frequentatori della spiaggia (...) per quale motivo viene ingabbiata con una recinzione un'area così estesa di spiaggia che corrisponde esattamente all'unico tratto della spiaggia dell'Arenauta, finora rimasta esente da forme di speculazione edilizia e ancora non data in concessione ad alcun privato; se non ritenga che le strutture della recinzione siano state installate in modo del tutto irregolare rispetto a quanto previsto dalle norme di tutela ambientale che prevedono una distanza di almeno cinque metri rispetto alla battigia; se non ritenga che questi interventi mirino a colpire le persone che frequentano quel tratto di spiaggia*. (*fonte latina24ore.it)
Le persone. I cittadini.
Ora si dà il caso che quel tratto di spiaccia, conosciuto dai più come i 300 scalini (quelli che servono per scendere al livello del male essendo la strada svariati metri più in su) sia un tratto di spiaggia dove viene tollerato il naturismo, dove cioè la gente puo spogliarsi nuda, se crede.
Non già un'oasi naturista, dove cioè è fatto l'obbligo a tutti di spogliarsi (non altro per evitare che i guardoni arrivino in spiaggia e guardino le persone nude senza offrirsi a loro volta gli sguardi altrui) ma una spiaggia dove naturisti convivono con persone che preferiscono tenersi il costume senza per questo essere viste come potenziali guardoni. Così come convivono etero e gay (chissà perchè i gay spuntano come funghi là dove le persone si spogliano...). Tutti insieme, nella stessa spiaggia.
Adesso nel denunciare questa recinzione sospetta non sono mancati gli ...omocentristi (quelli che vedono omofobia da tutte le parti) e che propongono come possibile motivazione per questa questa recinzione non la probabilissima speculazione edilizia, ma un attacco ai gay che lì ci vanno, nudi o vestititi.
Così per esempio fa Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti (associazione gay) e Presidente del Comitato per la difesa e la tutela della spiaggia dell'Arenauta.
In un comunicato stampa diramato il 1 di agosto si legge:
Quanto sta avvenendo in questi giorni nella spiaggia dell'Arenauta ha dell'incredibile. La recinzione di alcune centinaia di metri di parte della spiaggia, in particolare quella non soggetta a speculazioni edilizie e considerata ancora libera, fa venire alcuni sospetti. La ragione addotta che motiverebbe questa operazione di vero e proprio ingabbiamento dell'area frequentata da decenni dalla comunità gay, è che vi sarebbero pericoli di frane e crolli di cui francamente le migliaia e migliaia di persone che da sempre la frequentano non si erano mai accorte. (...)
Non vorremmo che tutto questa operazione avesse come obiettivo quella di spaventare le migliaia di persone che da decenni frequentano quella parte di spiaggia, che verrebbero ormai letteralmente ingabbiati come animali in un recinto che sta per essere completato in questi giorni (...). Sono in corso alcune iniziative spontanee da parte dei cittadini contro questa azione che non riesce a trovare spiegazioni. Già alcuni anni fa vi fu la brillante idea di far presidiare nel periodo estivo quella parte di spiaggia da agenti privati armati con l'obiettivo di spaventare le persone che praticavano il naturismo. Grazie all'intervento di decine di parlamentari la società di agenti privati fu richiamata dalla Prefettura di Latina e fu revocata loro la licenza con un richiamo alle autorità comunali che attivarono una apposita convenzione economica con le guardie armate. Il tutto sanzionato dal Governo che intervenne con forte decisione contro questo vero e proprio sopruso. Nelle prossime ore invieremo una segnalazione alla Procura della Repubblica di Latina affinché si possa verificare se esiste effettivamente un pericolo di frane in quella zona della spiaggia e se l'intervento che si sta facendo corrisponde ad una vera esigenza di messa in sicurezza dell'area. (fonte latina24ore.it
C'era una volta una spiaggia dove tutti convivevano felici e contenti, giovani e vecchi, famiglie e single, gay ed etero, naturisti e ...guardoni (scherzo) tutti insieme, tutti cittadini italiani di serie a.
Poi sono arrivate le associazioni dei diritti di alcune di queste categorie (i naturisti) i gay che pretendono che quella spiaggia, visto che ci sono anche loro, diventi spiaggia naturista e spiaggia gay. Certo nessuno vieta a non gay e ai non naturisti di frequentare quelle spiagge però ecco che quella spiaggia diventa un posto da tutelare non perchè esempio di alta civiltà dove tutti insieme si convive, ma riserva naturale per specie minoritarie e/o in via di estinzione, come i naturisti ed i gay.
Non conosco la situazione della spiaggia di Gaeta, (sono decenni che non ci vado, da quel del 1985...) ma conosco quella di Capocotta, la spiaggia di Roma.
Una volta tutto il litorale dalla fine dei cosiddetti "cancelli" di OStia (Catselfusano) al villaggio Tognazzi era una zona dove il naturismo, pur formalmente illegale, era tollerato, e dove tutti insieme appassionatamente si conviveva e si stava.
Mi ricordo, estate del 1984 una delle mie prime uscite alla spiaggia di Capocotta, a Roma detta anche "il buco" positivamente sorprendermi perchè negli stessi 100 mt di spiaggia c'eravamo io e i miei amici , una famiglia (nonna in costume unico nero, nipotino di 5 anni nudo che correva felice), coppie di giovani,m etero e gay, nude e vestite, capaci di stare tutti insieme senza che le famiglie si scandalizzassero per qualche bacio tra ragazzi e senza che i suddetti ragazzi si spompinassero davanti a tutti non perchè "ci sono i bambini" ma perchè anche io adulto non capisco perché devo assistere alla tua fellatio (e soprattutto: perché non mi inviti allora?).
Oggi invece a Capocotta puoi spogliarti solo in alcune aree, recintate, con tanto di cartello "vietato il naturismo al di là della recinzione") e ogni volta che entro nella recinzione mi sento in uno zoo, specie protetta, paria tra i paria perchè gay e in più naturista.
Un conto è notare in una compagine mista diverse caratteristiche dei bagnanti, un conto è trasformare ognuna di queste caratteristiche in quella saliente, predominante, obbligatoria.
Sono contrario alle osasi naturiste dove è fatto obbligo di spogliarsi, perché allora non posso andare con i miei amici e le mie amiche che pur tollerando la mia nudità non vogliono spogliarsi a loro volta.
Perchè non una spiaggia mista ?
Per compromesso si accettano mille divisioni fatte sulla pelle dei cittadini.
Se nella mente del burocrate è più facile autorizzare il nudismo se si trasforma la spiaggia in un luogo dove si spogliano TUTTI, meglio allora l'illegalità tollerata, dove nudo, gay, magari col mio ragazzo, posso baciarmi senza sentirmi mancare il respiro perchè, come in un ghetto di lusso, sono circondato da miei simili, che poi tanto simili non sono: ricordo una volta, alzarmi nervoso e cercare un punto meno rumoroso di spiaggia dopo che un ragazzo, sonoramente effeminato, cantava su Grande grande grande di Mina "sei peggio di un bambino capriccioso lo vuoi dentro sempre tu" (sic!).
Queste battaglie in nome del tuo particulare, per quanto giusto e sacrosanto, fatto però a prezzo di esclusione (la spiaggia nudista non è solo fatta di gay...) mi inquieta, mi preoccupa, lo trovo limitativo, lobbista, pretenzioso, fuorviante, in una parola, conservatore. Perché è meglio vivere tutti insieme che ognuno nel suo ghetto autorizzato fuori dal quale non sei tutelato.
Perché io non voglio andare alla spiaggia gay, voglio potermi baciare col mio ragazzo in tutte le spiagge proprio come le coppie etero, e se chiudono la spiaggia gay non è un ammanco di diritti solo per le persone omosessuali ma un ammanco per tutti i cittadini essendo il diritto a manifestare pubblicamente il proprio orientamento sessuale con un innocuo bacio un corollario dei tanti diritto possibili che riguardano tutti i cittadini e non solo quelli gay. Dividi et impera. Se non combattiamo questo semplice metodo politico di controllo ma contribuiamo anche involontariamente alla sua applicazione siamo criminali e anche un po' fessi.
Perché volere andare in una spiaggia solo perchè è gay è omofobico quanto non volere andare in una spiaggia perchè è gay.
Siamo tutti cittadini e dobbiamo imparare a convivere tutti insieme, pacificamente, come faceva quella nonna in costume da bagno nero 26 anni fa.
Grazie a Federico Pinci scovo questo video su Youtube.
Si tratta di una puntata del The Tyra Banks Show modella, attrice, cantante e conduttrice televisiva. Tra gli ospiti della serata c'è Kurt Wild, un attore porno gay che viene presentato da Tyra come un gay for pay (ammettendo lei per prima di non avere mai sentito prima quel termine).
Un gay for pay, spiega Tyra è un ragazzo straight, cioè etero, che fa dei porno con altri ragazzi per i soldi. Kurt, infatti, sposato, è padre di tre figli e un quarto è in arrivo.
Non so voi ma io ho bisogno di fare mente locale...
Cosa vuol dire che un ragazzo etero fa del porno gay per soldi?
Con questa domanda entriamo in un terreno minato che mette in gioco non solo il significato della parola gay ma anche il vissuto sociale, l'immaginario collettivo e l'antropologia del "gay".
Un argomento complesso che però mi pare in tema con la ricerca che mi interessa da sempre, cioè come le etichette che usiamo per catalogare il mondo ci intrappolino in dei concetti astratti invece di aiutarci a vivere da uomini e donne libere.
Intanto chiedo scusa alle donne, se , pur parlando di omosessualità, parlerò solo di uomini, etero e gay, che fanno film porno...
Circa 20 anni fa avversavo l'uso della parola gay come sostantivo perchè non le riconoscevo un significato abbastanza solido e condiviso (né storicamente consolidato) da poter individuare degli individui del mondo reale.
Lo usavo come aggettivo perchè, mi sembrava, che l'aggettivo individuasse cose più facilmente verificabili.
Secondo questa distinzione non esistono "persone gay" ma persone che hanno un orientamento sessuale gay. Non sono gay di per sé, ma per quello che fanno (sesso con persone dello stesso genere sessuale).
Come aggettivo gay non fa "razza" non più di quanto lo faccia la parola vegetariano che non individua certo una categoria di persone con le stesse qualità (anche Hitler era vegetariano...) ma solo una determinata serie di comportamenti (non mangiare carne).
Faccio notare che in questo contesto uso la parola gay come equivalente dell'italiano omosessuale, senza alludere in alcun modo alle stratificazioni storiche che negli anni hanno dato alla parola gay un significato leggermente diverso (tornerò su questo punto).
Insomma anche se io ho un orientamento sessuale gay questo non mi accomuna necessariamente ai mie fratelli gay per un comune sentire, per una affinità elettiva che vada al di là dell'orientamento sessuale stesso: ci sono gay di destra e di sinistra, gay conservatori e gay rivoluzionari, proprio come nel resto del genere umano.
Quello che ci accomuna nella lotta politica e che mi fa scrivere qui in un blog dedicato alla questione omosessuale non sono certo le affinità elettive ma la comunanza di una discriminazione omofobica.
Voglio essere chiaro su questo punto.
Un mio amico mi chiese se tu accingendoti a conoscere una persona mai incontrata prima fossi a conoscenza solamente del suo orientamento sessuale di chi ti fideresti di più di un etero o di un gay?
Il mio amico si sarebbe fidato di più del gay, mentre io risposi che, non conoscendo altro dei due, mi sarei fidato di entrambi allo stesso modo.
Trovo ingenuo credere che solo perchè ho in comune con una persona l'orientamento sessuale questo indichi una affinità dello spirito, o, peggio ancora, una affinità politica, una simpatia a priori...
E' una forma di razzismo al contrario, una sorta di casta, di lobby, di setta segreta.
Posso aspettare fiducioso di incontrare un compagno piuttosto che un fascista (anche se pure in questo caso posso andare incontro a impreviste sorprese) ma, personalmente, se so di incontrare un gay non mi aspetto nulla in più o nulla dimeno che se incontro un etero.
Ma come?! Direte.
E il sesso?
Se sai di incontrare un gay non è più probabile che, se ti piace, tu posa avere una chance di finirci a letto?
Pare fosse per questo motivo che, 20 anni fa e anche più, i miei amici gay, quando presentavo loro altri mie amici, la prima cosa che mi chiedevano, subito prima o subito dopo l'incontro, era ma è gay? La risposta positiva, secondo loro, aumentava le chance di finirci a letto.
Sarà.
A me piacciono gli uomini.
Tutti gli uomini: etero, gay, bisex, asessuati... e l'unica domanda che mi pongo quando vedo un uomo (o lo sto per inconrare) è, molto più pragmaticamente, ci starà?
(Beh veramente la prima domanda è mi piacerà?).
Se dovessi raccontarvele scoprireste che le mie storie adolescenziali di sesso sono legate a doppio filo con amici etero molto più che con amici gay (anche perchè vennero dopo).
E torniamo al punto di partenza...
Che vuol dire che ho fatto sesso con dei ragazzi etero?
Che vuol dire che un ragazzo etero fa dei porno gay?
Cosa indicano queste parole?
Sicuramente non solo quel che indicherebbe un loro impiego come aggettivi.
Usata come aggettivo, per il solo fatto che Kurt fa sesso con dei ragazzi, smette di essere etero e diventa almeno bisessuale e gay per tutto il tempo che fa sesso coi ragazzi. Eppure non è così che Kurt viene presentato e percepito.
Viene presentato come etero perchè sposato con una donna (in Italia la distinzione non avrebbe senso ma sono ottimista) e perché ha dei figli. come se queste due cose fossero incompatibili con l'omosessualità.
Se non lo sono con l'atto sessuale allora con che cosa lo sono?
che cosa è che fa rimanere Kurt etero anche se fa sesso con un uomo?
La sua scelta sociale. Il fatto cioè che ha scelto di mettere su famiglia con una donna e di fare figli.
D'altronde quanti etero ci sono sposati e con o senza figli che ogni tanto fanno sesso con gli uomini per poi tornare a casa tra le braccia della moglie?
Ma allora l'orientamento sessuale cosa indica? Cosa identifica? Cosa costruisce?
In un post precedente asserivo che l'orientamento sessuale non dovrebbe individuare pratiche sessuali ma solamente il genere (gender) della persona con la quale ci piace fare sesso.
Ma basta questo per creare delle categorie impermeabili?
Senza scomodare Kinsey (secondo il quale i gay e gli etero al 100%, cioè persone che per tutta la loro vita hanno fatto sesso solo ed esclusivamente con uno dei due generi sessuali sono nella realtà abbastanza rari, gli altri collocandosi in un continuum che si avvicina a uno dei due orientamenti sessuali codificati)1 quel che ho sempre diffidato della categoria "orientamento sessuale" è la sua costruzione nell'immaginario collettivo.
Gay è costruito antiteticamente a etero, aristotelicamente direi, infatti o sei gay o sei etero, tertium non datur. La bisessualità, che dovrebbe comprenderli entrambi, anche se in percentuale variabile, è vista, e non solo dai gay stessi, come una ambiguità, una ipocrisia, di chi non ha il coraggio di scegliere (ma se mi piacciono tutti e due perché mai devo scegliere?), si accusano i bisessuali di essere persone gay che hanno paura di diventarlo al 100%.
La categoria orientamento sessuale non si limita dunque a indicare il sesso cui una persona è attratta ma come la persona si vive l'orientamento sessuale nella società.
Aristotelicamente ci sono solamente due possibilità tra cui scegliere e, una volta scelta, la si deve vivere alla luce del soleda gay. Se non scelgo, se mi dico bisex, in realtà mi nascondo, fingo, evito il pubblico ludibrio.
Quindi la categoria orientamento sessuale non serve a descrivere in maniera appropriata dei comportamenti che esistono nella società, servono a creare, a dirimere, imporre, dei comportamenti sociali, mentre a un comportamento che pure esiste, la bisessualità, non viene data dignità, né alcuna visibilità, ma viene additato come una ipocrita zona d'ombra, perchè non posso amare uomini e donne ma devo fare una scelta.
Si avversa la bisessualità perchè mina la costruzione duale della categoria orientamento sessuale, che è stata costruita specularmente su quella dei concetti oppositori maschio-femmina.
Se peschiamo nell'immaginario collettivo degli (delle) italiani(e) ai gay piace il cazzo e agli etero la fica... Non già la persona che c'è dietro il cazzo o la fica, ma solo l'organo sessuale..
Infatti i ragazzi etero sperano che le donne gliela diano propri come i ragazzi
gay sperano che i ragazzi glielo diano (c'è un'ambivalenza, una doppia possibilità su cosa un ragazzo può dare a un altro ragazzo).
Anche Tyra infatti, assodato che Kurt sia etero (ha figli e una moglie) gli chiede se sia attivo o passivo e lo fa in maniera molto elegante (mi spiace che su FB c'è chi abbia trovato il programma volgare. Non lo è affatto, almeno paragonato ai programmi di casa nostra) Tyra chiede a Kurt se gli piace fare regali o riceverli (in inglese non si dice fare regali ma dare regali e l'opposizione dare ricevere è più chiara ed esplicita che nella traduzione italiana).
Questa categoria attivo\passivo è in realtà una costrizione dalla quale difficilmente ci si libera che si basa prima ancora che sul fallocentrismo sul coito considerato come l'unica vera forma di sesso del genere umano: un pene che penetra un foro...
In realtà, per fortuna, il sesso lo puoi consumare in miliardi di modi: con la lingua, con le dita, con oggetti, senza il pene, perchè magari nessuno ne possiede uno, oppure, viceversa, perchè, pur avendolo, decido di usarlo altrimenti (senza per questo sentire il bisogno di tagliarmelo perchè inutile visto che non lo uso in quel modo).
I gay sono quelli che usano il coito anale, con buona pace del sedere degli etero e di quello delle donne, che è un sedere di serie b (Marziale docet).
Torniamo alla definizione più precisa, quella che vede nell'orientamento sessuale non già la pratica sessuale (altrimenti uno dovrebbe stilare un elenco infinito...) ma solo il genere sessuale del partner col quale si è scelto di fare sesso.
Se sono uomo posso scegliere un altro uomo o una donna.
Se sono donna posso scegliere un'altra donna o un uomo.
Le categorie "uomo" e "donna" non si riferiscono solamente al sesso di appartenenza ma anche ad alcune caratteristiche considerate innate e connaturate (sessismo) ai due sessi.
E' lo stesso errore di chi attribuisce all'orientamento sessuale l'uso di certe pratiche sessuali (e non altre). Maschio non significa, come dovrebbe essere, avere un pene, due testicoli e una prostata e non dei seni ma dei pettorali. Femmina non significa avere una vagina, delle ovaie, e due seni.
Questi sono gli aggettivi.
I sostantivi portano con sé certe caratteristiche e le prime caratteristiche, delle quali tutti quanti, etero cattolici e conservatori come gay transgeder attivisti politici, danno per scontate sono che l'essere maschi implica che sei naturalmente portato ad essere attratto per le femmine mentre se sei femmina sei naturalmente portata ad essere attratta da maschi.
Anche la definizione di un orientamento sessuale altro non sembra sottrarsi a questa pratica definitoria.
Se sono omosessuale mi piacciono le persone del mio stesso sesso, e non quelle del sesso opposto!
Molti froci sono visti, nell'immaginario etero e non solo, non tanto come quelli che fanno sesso con altri uomini, ma come quelli ai quali non piacciono le donne, ne hanno paura, se non schifo.
Lo stesso schifo che un uomo etero dice di provare se pensa a fare sesso con un altro uomo.
Così invece di smontare le interdizioni sessuali dell'uomo e della donna le abbiamo duplicate, separandole in due categorie oppositore: da un lato maschio/femmina, dall'altro etero/gay, e guai se non ti inserisci chiaramente in questa quadripartizione (si dirà?).
Ai due sessi e ai due orientamenti abbiamo attribuito, arbitrariamente, secondo percorsi storici durati millenni, diverse caratteristiche, che variano coi secoli e con la latitudine, anche se pretendiamo siano universali e astoriche.
Per i più conservatori (etero o gay poco importa) l'orientamento sessuale è definito come una mancanza della predisposizione naturale del genere (gay femmine mancate) ma anche chi è più avanti nel percorso di liberazione da queste categorie statiche e impermeabili legge comunque un gesto di affettività (una carezza, un bacio) tra persone dello stesso sesso esclusivamente in chiave sessuale (cioè vede omosessualità dappertutto) e se nota nel genere una caratteristica non consona perchè attribuita all'altro genere anche il più comunista la legge in chiave omosessuale: l'effeminatezza è sempre sintomo che ti piacciono gli uomini (a prescindere dal genere di appartenenza dell'effeminato) la mascolinità è sempre sintomo che ti piacciono le donne che tu sia uomo o donna...
In realtà l'invenzione dell'orientamento sessuale come categoria nasceva proprio come tentativo di sottrarre uomini e donne dai concetti di maschio e femmina così rigidamente intesi ma si è fallito miseramente lo scopo, anzi, si sono incasinate ancora di più le cose. Proprio come ai due generi si attribuiscono naturalmente certe proprietà e caratteristiche, in realtà del tutto fittizie e non vere (le femmine sono portate per le materie umanistiche, i maschi per le materie scientifiche, i maschi non esternano i sentimenti, le femmine non ne hanno pudore, etc etc.) caratteristiche che esulano dai tratti sessuali per cui sono state create, nello stesso modo anche i due orientamenti sessuali indicano ben altro che quello per cui sono stati costruiti, e piegati anche loro in una forma di sessismo (orientismo è parola troppo brutta...):
al gay piace fare più sesso che alle lesbiche perchè si sa il maschio è farfallone (sic!),
i gay sanno darti consigli su come arredare una casa o sull'arte (la musica, il cinema) le lesbiche sono più chiuse e non hanno tanti amici maschi (né gay né tanto meno etero).
A contribuire a creare questi luoghi comuni sono stati anche i e le diretti\e interesati\e.
I movimenti di liberazione omosessuale hanno infatti contribuito alla sedimentazione di una sottocultura gay (ecco il significato diverso della parola gay rispetto l'italiano omosessuale cui accennavo prima) che va al di là del semplice orientamento sessuale individuando tutta una serie di comportamenti non solo sessuali e sociali ma anche consumistici:
i gay vestono in un certo modo, consumano cultura mediamente più degli etero (poco importa se Lady Gaga o Puccini, ormai, per il mercato di oggi, sono cultura entrambi...), spendono più degli etero perchè non hanno famiglia, o figli), viaggiano più degli etero...
Insomma se una volta dire sono gay significava faccio sesso coni maschi oggi significa ben altro...
E i sentimenti in tutto questo? L'affettività che spazio ha?
Quando ho provato, tempo fa (ma eravamo in pausa e non era l'argomento che stavamo affrontando) durante una delle riunioni di Whad, a sollevare la questione ai whaddini e alle whaddine dei gay for pay mi è stato risposto che era una distinzione sensata perchè faceva la differenza non nella sessualità ma nell'affettività.
Quindi gay non è solo chi fa sesso con altri del suo genere (sessuale) ma chi sul sesso (oltre il sesso?) sceglie di costruire anche un'affettività.
Quindi, se è vera questa distinzione (e la sottocultura gay di questi ultimi 15 anni sembrerebbe darle ragione) Kurt Wild è etero perchè ha scelto affettivamente di vivere con una donna, che ha sposato e dalla quale ha avuto 3 figli.
Non è il sesso che lo definisce appartenente a un orientamento sessuale ma le relazioni affettive.
Così tutto il lavoro fatto almeno dal femminismo in qua per smontare i portati impliciti del sessismo va a farsi benedire perché le stesse implicazioni patriarcali, maschiliste e sessiste si sono insinuate nel concetto di orientamento sessuale.
Così, anche se contraddice ogni buon senso sintattico-logico, dire che Kurt Wild è un eterosessuale che fa sesso nei porno gay per soldi riflette un certo modo di vedere le cose, una ideologia, un occhiale culturale, un modo di illuminare la realtà le cui ombre nascondono la verità più lampante: che le etichette, tutte le etichette servono solo ad imbrigliare l'esistenza umana dai sentimenti al sesso, condizionandolo in una serie di valori (sic!) normativi che riconfermano l'ideologia patriarcale che si credeva di aver almeno in parte distrutto.
Il gay for pay non fa sesso gay "perchè gli piace" ma per i soldi.
Sono quelli l'incentivo (infatti Tyra a un certo punto dice chiaramente a Kurt, a me sembra che quello che ti ecciti davvero non sia il sesso ma i soldi...).
Sarà. Ma non credo che essere attore porno significhi fingere un'erezione... quella c'è o non c'è...
E l'erezione di solito significa mi piace.
Nell'immaginario collettivo (etero e gay) i soldi hanno invece anche il potere di farmi venire l'erezione.
Ma se ho bisogno di un incentivo vuol dire che spontaneamente (=senza soldi) non mi sognerei mai di fare sesso gay.
Questo vuol dire che lungi dall'individuare un comportamento sessuale che varia nel tempo e col tempo e che può essere temporaneo, queste categorie continuano a mantenere le persone separate. Se non fosse per soldi a Kurt fare sesso con gli uomini dovrebbe fargli schifo. Ma a vedere come (finge di) godere quando viene penetrato l'orientamento sessuale millantato da Kurt è un trucco del mercato, una ecolalia di chi invece di vedere un una sessualità nelle sue mille varianze, divide l'umana libido in altrettante categorie autoescludentesi.
Se vediamo i film porno in cui Kurt partecipa, vene sempre mostrato come un ragazzo molto giovane cui piace essere penetrato. Gli piacciono membri grossi, quando viene scopato mugola esageratamente, insomma sarà anche etero, ma in realtà, nel profondo, è proprio frocio perchè gli piace prenderlo in culo.
Ecco che tutti i rapporti di potere, i giudizi di valore che sembravo essere messi in crisi dal gay for pay confermano tutto il castello definitorio di concetti patriarcali e maschilisti (oltre che sessisti e orientisti) su cui si poggiano i concetti di genere e di orientamento sessuale.
L'eterosessualità millantata di Kurt serve solo a far eccitare di più nel mostrare un etero che trae piacere dall'essere scopato, perchè nell'immaginario collettivo, etero quanto gay, un etero che si dà al sesso gay passivo è eccitante da vedere, da immaginare, un po' perchè il sesso anale da passivi è sempre una sorta di umiliazione, di sopraffazione, un po' perché maschio che può scopare ma che si fa scopare a qualcosa di divino, di potente, è un maschio che si sostituisce alla femmina così che l'uomo possa farne a meno (cosa di cui fanno a meno tutti gli etero, prima e dopo il sesso).
E per certi versi se pensiamo al maschio come a un essere egoista che pensa solo al proprio piacere Kurt è davvero un maschio (un etero) e non un gay perchè, citando Fassbinder (che cita Genet): Anche se non si ama un uomo, può essere divertente farsi fottere, ma per poter scopare qualcuno bisogna amarlo, sia pure per un breve istante.2
1) Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso (fonte Wikipedia
2) Rainer Werner Fassbinder Querelle ubulibri, Milan, 1982, p. 158
I met Cazwell (Chris Caswell) on facebook where I watched his latest video Ice Cream Truck and I thought it was nasty and a little bit too much queer for my taste. But then, you know my curiosity, I watched on the Tube some others video with (and by) Him and, cool, it's pretty good stuff.
So I discovered an entire new world: Homo hop aka Queer hip hop, that is LGBT people making effort to change hip hop music, normally associated with homophobic lyrics into a homophile genre stretching its boundaries.
Cazwel puts in his song a little blend of disco/tecno a that's mostly why I'm talking to you about him and his music.
But besides music (and words) despite the facts that I'm writing into (I hope not too bad) English I know you don't get a hint of the lyrics, the visual part of Cazwell's videos is quite compelling and that's the other reason of this post.
I love making music videos because I'm just as much a visual artist as I am a musical artist. Bringing a song to life with a video has always been extremely rewarding no matter how stressful. My goal is always to make the video look like how the song sounds. (Cazwell interviewed for Associated Content)
And speaking about me thinking Ice Cream Truck's a little bit too queer that's kind the same thinking Cazwell himself has when, on stage, he sees his fans screamingly adoring him:
Sometimes I get these really girly guys that start crying and screaming when I get on stage. That feels really weird. Every now and then, I have to tell a guy to put his pussy on ice and chill out.
Cazwell is not only causticly ironic:
I came to the conclusion that hip hop culture doesn’t want anything to do with gay culture. I just came to the realization and acceptance that straight guys in hip hop don’t really roll with gay guys. It doesn’t matter how talented I am. It’s not going to happen and I’m OK with that. Once I let go of that I was able to be more creative. I know a lot of gay rappers that really consider themselves hip hop and want to be accepted by hip hop producers, and my point of view is, “Why bother? Why spend all my time and energy trying to make a culture who hasn’t acknowledged my existence for the past twenty years accept me?” If I stop thinking about what people expect from me and just do what I want to do, then I have more of an opportunity to create a new sound. (Cazwell interviewed for The New Gay)
(So, forget what I wrote at the very beginning of this post, quoted from Wiki...)
Cazwell is not only a feet-on-the-ground person but a man whom occurred to be gay:
Not everyone likes me, that’s for sure. People certainly don’t like me because they’re gay and I’m gay; it doesn’t work out like that. A lot of people don’t get the humor of the “Beyonce” song, and some think it’s the funniest thing in the world. (The New gay).
He perfectly knows that:
if you're really trying to change people's minds; these kinds of people have already made a change. They already have gay support and supporters. But for instance if Ozzie Osbourne, had like, said something about having a gay sister or something, that's how we really make a difference, when we really break the stereotype. It's not even that it's okay to be gay, but that it's okay to be cool with gay people. That's the real step.(Cazwell interviewed for iamyouare.
And also:
To work with someone solely because they're gay is just as bad as not working with someone cause they're gay. It's the same shit to me. (...) Same shit, new stink (iamyouare)
So at least I'm not the only one thinking that way...
Cazwell is so self-conscious that he can says
I am truly a believer in the fact that the majority of the world's problems revolve around a universal lack of respect for women. Like that's the core of all of it. And that's not even me taking a hit of acid and coming to this epiphany or anything, I've always really thought that. If women made more decisions, they could be in charge of the consciousness of the planet. And you can always tell how a community or region is going to react to gay people by how they react to women. Like if they stone women for adultery, then for sure they're gonna hate fags (iamyouare)
without sounds too naive.
And we can sure believe him when he says that:
I don't believe the music industry is particularly homophobic. The only phobia that the industry has is "not making money." (Associated Content)
By the way here it is the video of the ...“Beyonce” song and more!
Alla spiaggia del fico d'india al Poetto (Cagliari, Sardegna) una coppia (un uomo sui 60 e una donna sui 40) hanno accusato due ragazzi di praticare sesso in spiaggia e hanno chiamato i carabinieri che, dopo avere identificato i due giovani, hanno chiesto ai due che li avevano chiamati se volessero sporgere denuncia per atti osceni in luogo pubblico ma i due hanno declinato l'invito. Durante gli accertamenti, la donna ha ripetuto spesso ai due ragazzi che sono esseri spregevoli che davano uno spettacolo indecenti e abominevoli. I ragazzi facevano rilevare l'omofobia degli accusatori, ma l'uomo risponde che avevano chiamato i carabinieri per il gesto e non per la tendenza sessuali, per salvaguardare i bambini presenti in spiaggia. Inutile dire che alcune copie etero erano intente in effusioni ben più pesanti senza che la coppia battesse ciglio. Quando i due giovani lo hanno fatto notare la donna ha risposto loro che i ragazzi non potevano capire perchè tanto loro di bambini non ne avrebbero mai potuti avere (sic!).
Ah, la spiaggia in cui i due ragazzi si sono baciati è una spiaggia storicamente frequentata da gay. La notizia era stata data da uno dei due diretti interessati su FaceBook (ho rimaneggiato il suo racconto nello scrivere il resoconto) il giorno dopo che sono avvenuti i fatti (lunedì scorso). La notizia è stata poi data dall'Unione Sarda e ripresa poi dalla Stampa .
Nell'articolo dell'Unione Sarda, Massimo, il ragazzo che ha scritto il post su FB dichiara al giornalista Michele Ruffi
Eravamo arrivati dopo pranzo, mano nella mano, insieme ad altri amici. Saremo stati una dozzina, sia omo che eterosessuali. Ci siamo baciati, abbracciati come fa una coppia qualunque. Niente di cui vergognarsi, sono il primo a non ostentare queste cose e ad evitare di accarezzare il mio compagno di fronte a bambini piccoli, per evitare domande imbarazzanti ai genitori.(il neretto è mio)
Quindi Massimo non accarezza (allora non sono baci...) il suo compagno davanti ai bambini per evitare domande imbarazzanti ai genitori? Cioè non per pudore e discrezione e per rispetto delle persone che sono intorno e perchè un conto è un bacio un conto una serie ripetuta di effusioni e di carezze qualunque sia l'assortimento della copia, due donne, due uomini, un uomo e una donna, ma perchè se due ragazzi si baciano davanti ai bambini poi questi fanno domande imbarazzanti ai genitori. Insomma se queste dichiarazioni sono state davvero fatte, anche come espediente retorico, ha davvero una bella faccia tosta Massimo a gridare, su FB, di essere stato vittima di un atto omofobico. L'articolo purtroppo continua e Massimo perde un'altra occasione per rimanere in silenzio e dice (sempre secondo Michele Ruffi che ne riporta le parole)
Ho partecipato al Gay pride e ad altre manifestazioni, certo, ma non mi piace quel modo di chiedere le cose. Penso che si possano ottenere anche in altre maniere, senza urlare e con un comportamento più soft
Ruffi per questo lo dipinge come un moderato.
Ho il sospetto allora che quel che ha dato fastidio a Massimo non sia il pregiudizio omofobo della coppia che ha chiamato i Carabinieri ma lo spirito berlusconiano del fare quel che ci pare che, a quanto pare è stato leso.
Infatti Massimo si dice il primo a non darsi in effusioni davanti ai bambini (le carezze però, non i baci...) perchè anche a lui certi comportamenti esagerati come quelli del Pride danno fastidio. Una lite tra simili altro che vittima dell'omofobia!!
Dobbiamo iniziare a usare il tema della lotta all'omofobia con parsimonia per non svuotarla di significato.
Non fraintendetemi. La signora è stata sicuramente omofoba ma lo è anche Massimo che si riferisce alla stessa morigeratezza (anche se lo fa solo per dipingersi ancora più vittima), i due avendo solo un diverso limite di tolleranza per le effusioni ma seguendo poi lo stesso impianto ideologico: perchè mai i bambini dovrebbero fare domande imbarazzanti vedendo due uomini che si baciano?
E mentre mi accingevo a rispondere a un post politico apparso su Queer Blog (cliccate qui per andare al mio post su quel post) incappo in quest'altra notizia.
India: si studiano preservativi speciali per i gay
Un recente rapporto ONU in merito ha evidenziato come tra gay e bisex indiani stia aumentando il contagio da HIV/Aids per via di uno scarso uso del preservativo (ricordiamo che l’India ha depenalizzato l’omosessualità lo scorso anno). Pare che i preservativi in vendita normalmente (nati per il rapporto vaginale) creino diversi disagi per il sesso anale, primo fra tutti la minore lubrificazione. È così che si sta studiando un preservativo specifico per i gay con molto più lubrificante. A detta di un dirigente del National Aids Control Organisation:
“Vogliamo determinare un cambiamento nelle abitudini comportamentali di degli uomini gay, il che è un po’ difficile perché costituiscono un gruppo chiuso che non risponde bene alle sollecitazioni esterne. Per questo abbiamo pensato di fare una campagna con persone famose, nella speranza che funzioni”.
Ovviamente il preservativo – che sarà commercializzato con il nome di Spice Up – non sarà solo a uso e consumo dei gay, ma di tutti quelli che vorranno fare sesso anale.
E voi avete fatto una buona scorta di preservativi e lubrificante per l’estate?
La notizia riguarda il coito anale e non i gay. L'equiparazione tra pratica sessuale e orientamento sessuale è di vecchia data (almeno dai tempi dell'HIV i>peste dei gay) ma che stia stretta anche all'autore del post è chiaro quando questi, in chiusa di post, scrive
Ovviamente il preservativo – che sarà commercializzato con il nome di Spice Up – non sarà solo a uso e consumo dei gay, ma di tutti quelli che vorranno fare sesso anale.
Ecco una categoria da abbattere, una rivoluzione del pensiero che scardini le pratiche sessuali dall'orientamento sessuale e questo per varie ragioni:
1) Non tutti i gay usano il coito anale
2) Non tutte le persone che usano il coito anale sono gay (o uomini)
3) Ci sono uomini eterosessuali cui piace la stimolazione anale con dita e oggetti
4) Last but not Least il coito anale è praticato anche dalle donne!
A questo proposito però, tra i commentatori del post di Queer Blog, oltre a persone evolute che criticano il titolo peregrino c'è anche chi difende a spada tratta autore del post e titolo adducendo queste argomentazioni.
Il sesso anale, anche se lo fanno gli etero, è una pratica prettamente omosessuale, dato che non hanno altro da fare in materia … quindi è il minimo che si punti a quel mercato … io non ci vedo niente di male. Anzi …
Siamo in piena fallocrazia, patriarcato, maschilismo e misoginia. L'unica penetrazione che una coppia di uomini può usare è quella anale dunque questa pratica è prettamente gay. Come se il coito sia assolutamente l'unica cosa che si può fare col pene. Come se il coito sia l'unica cosa che si può fare col proprio ano.
Figuriamoci per le donne. quelle lesbcihe non eistono perchè lì non c'è pene per fare il coito dunque non fanno sesso. Le donne hanno comunque la vagina quini non venissero a rompere... Il coito anale è solo quelo gay.
Una mentalità così maschilista che la ritroviamo già 1900 anni fa in uno dei più famosi epigrammi di Marziale (40-104 d.C.).
Nel culo di un ragazzo m'hai scoperto,
moglie, e mi fai severe reprimende,
sostenendo che un culo a te non manca.
E Giunone lo disse spesso a Giove,
ma quello in letto sta con Ganimede
non più ragazzo. Invece del suo arco,
Hyla incurva il Tirinzio, eppure natiche
Mégara, la sua sposa, possedeva.
Dafne fuggente tormentava Apollo:
un ragazzo di Sparta il fuoco estinse.
Non negava Briseide la sua schiena,
ma preferiva Achille aver più appresso
l'amico imberbe. Dunque non dar nome
maschile, moglie, a quanto laggiù celi:
non c'è culo, là sotto, ma due fiche! (Marco Valerio Marziale, Lapidi e amori 111 epigrammi, traduzione di Luciano Parinetto, edizioni Stampalternativa Roma 1991 p. 115)
Un pensiero fascista (quello del commentatore, non di Marziale), nazista, ridicolo, discriminatorio delle donne e degli etero, velleitario e (posso scriverlo?) idiota.
Come se non bastasse qualcuno cerca di darne una spiegazione anatomica:
con la differenza che agli uomini ricevere sesso anale provoca veramente piacere (gay o meno), mentre alle donne non proprio dal momento che sono sprovviste di prostata…il piacere lo provoca solo a quei gay repressi che hanno per mariti che mettono così in pratica gli insegnamenti di Nicolosi, Povia e Luca di Tolve
Quindi non solo le donne non hanno culo ma doppia ficama non si azzardassero comunque ad usarlo perché tanto loro non godono perchè non hanno la prostata.
Lascio ogni commento a chi legge (o vomita?). L'errore qui è attribuire l'orientamento sessuale non già al partner con cui si fa sesso ma alle pratiche sessuali che compi. Un'errore grossolano. Meglio, un modo ideologico di vedere le cose. E visto che non esiste un modo di vedere le cose non ideologico, una ideologia sbagliata che distorce la realtà.
Infine, se è vero che questo preservativo speciale per gay deve davvero servire a non diffondere l'hiv allora bisogna produrre anche preservativo per il coito orale, che non siano niente affatto lubrificati e che non sappiano di gomma ma di qualcosa di meno schifoso... Primo perchè l'hiv non si propaga solamente col coito (vaginale o anale che sia) secondo perchè non c'è solo l'hiv...
Se ci facessimo più seghe reali e mento pippe mentali?
Leggo su Queer Blog Arcigay contro il Csm: Michele Vietti non è (l’unico) omofobo, un post alquanto strano di Giovanni Molaschi.
Il post esordisce dicendo:
La raccolta firme di Arcigay contro Michele Vietti, l’esponente politico dell’Udc promosso alla vice-presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, rappresenta l’inadeguatezza delle associazioni omosessuali italiane.
Invece di pronunciarsi contro gli esponenti politici, anche dell’opposizione, che hanno sostenuto la candidatura di Vietti Arcigay ha criticato solo l’uomo.
Questo non è vero. L'appello critica il politico non l'uomo come persona.
Con le dovute proporzioni, nella vicenda Vietti, Arcigay si sta comportando come un pubblico televisivo che invece di protestare contro un sistema giudiziario opinabile pone la proprio attenzione sulla barbarie commesse da un criminale che agisce impunito perché può permetterselo.
La petizione è rivolta allo stesso Consiglio Superiore della Magistratura e spiega alcuni dei motivi per cui Vietti non può essere eletto (e non promosso come dice il post) alla carica più importante del CSM (il Presidente della Repubblica Presiede ma chi dirime le questioni è proprio il Vice). In questo la petizione (che ho firmato e vi invito a fare altrettanto) è talmente chiara, politicamente, che le pregiudiziali sollevate non essendo solamente quelle sull'omofobia, mi hanno indotto a pubblicarla non qui su Elementi di cirtica ma sul mio blog generalistapaesaniniland.
Che la petizione sia chiara non ci son dubbi, basta leggerla:
Illustrissimi componenti del Consiglio Superiore della Magistratura,
lunedì prossimo vi accingete ad eleggere il vostro Vice-Presidente, carica importante che deve garantire quella separazione e indipendenza dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) posta a fondamento della nostra Costituzione e a salvaguardia della nostra Repubblica.
Per questo, come cittadini, ci sentiamo in dovere di porre alla Vostra attenzione la richiesta di non eleggere l’Avv. Michele Vietti.
Il neo consigliere - al quale va la stima e il rispetto che si deve portare per tutti i componenti di un organo sì fondamentale – non possiede le necessarie caratteristiche istituzionali per rivestire il suddetto ruolo.
Michele Vietti è stato sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi II e sottosegretario all’Economia nel Berlusconi III. E’ uno dei padri della depenalizzazione del falso in bilancio, legge grazie a cui il premier ha evitato una condanna per i processi “All Iberian” e “Consolidato Fininvest”, in quanto “il fatto non costituisce più reato”. E’ stato altresì il promotore del ripristino dell’immunità parlamentare, nel giorno in cui Marcello Dell’Utri veniva condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ l’ideatore del legittimo impedimento, norma che blocca i processi per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri tutti.
Solo a questo punto vengono addotte le motivazioni di parte
Il Michele Vietti deputato è stato il primo firmatario della pregiudiziale di costituzionalità che ha affossato la legge Concia contro l’omofobia. Nella pregiudiziale, l’orientamento sessuale viene esplicitamente confuso con pratiche sessuali quali l’incesto, la pedofilia, la zoofilia, il sadismo, la necrofilia e il masochismo. In base a tale illegittimo accostamento, l’introduzione di un’aggravante per i reati motivati dall’orientamento sessuale della vittima avrebbe significato, secondo Vietti, dare il via libera ad una protezione speciale delle suddette pratiche (incesto, pedofilia, etc). A qualunque persona, anche priva di nozioni giuridiche, non sfugge la falsità e l’offensività verso milioni di cittadini italiani di questa posizione. Essere omosessuali è una condizione personale; commettere un abuso sessuale su un minore è un crimine giustamente punito dalla legge.
Oltre a non sapere e/o voler distinguere tra orientamenti sessuali e reati, Michele Vietti s’è dimostrato incapace di rispettare il diritto di manifestazione sancito dalla Carta Costituzionale, laddove ha espresso una totale contrarietà a che si tenesse il corteo nazionale dell’orgoglio lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) nella città di Torino, nel 2006.
Infine – e non meno importante – d’impedimento alla sua nomina è l’internità politica di Vietti e dell’UDC alle pretese egemoniche di uno stato estero, la Città del Vaticano. A più riprese s’è fatto portavoce della contrarietà della Chiesa Cattolica verso il riconoscimento delle unioni omosessuali. Nel suo profilo politico è dunque assente la laicità, ovvero quella distinzione tra Italia e confessioni religiose sancita dalla nostra Repubblica.
Per questi ragioni, Vi chiediamo di garantire il Consiglio Superiore della Magistratura, la Costituzione e tutti i cittadini, non eleggendo Michele Vietti quale suo Vice-Presidente.
Vorremmo che in tal modo il Consiglio si riappropriasse in pieno della sua autonomia, non facendosi imporre dai partiti, dall’esterno, il suo Vice-Presidente.
I cittadini e le cittadine (per firmare la petizione cliccate qui)
Perché allora Giovanni Molaschi critica la scelta di Arcigay dicendo che rappresenta l’inadeguatezza delle associazioni omosessuali italiane?
Il post non lo dice mai esplicitamente ma dalle persone che cita del mondo politico, che hanno preso le distanze da questa scelta (fatta da Parlamento che elegge alcuni consiglieri, detti laici) si evince che si rimprovera all'Arcigay di prendersela solamente con Vietti e non con chi, anche dall'opposizione, riferimento politico di Arcigay, ha voluto e sostenuto quella candidatura (per leggerlo nella sua interezza, cliccate qui).
Vero.
Ma perchè criticare la petizione?
Perché non dire che oltre a denunciare l'eletto vanno denunciati gli elettori, pur riconoscendo la validità della petizione?
Perché vederci di per sé una incapacità insita in tutto il movimento gay italiano?
Mi spiace ma ci vedo un tentativo, anche maldestro, di criticare Arcigay (nazionale, si badi, non romana) in quanto tale.
Nulla di male a volerlo fare, per carità.
Ma allora perchè non dirlo direttamente, apertamente, esplicitamente?
E, sopratutto, e nonostante tutto, perchè non sostenere comunquela petizione che, pur se da sola non è sufficiente, è comuque un punto di partenza, condivisibile e sufficientemente chiaro?
Non vedo infatti motivi intrinseci nel non firmare la petizione se non quello esterno politico di Arcigay ("invece di criticare i vostri che lo hanno eletto criticate solamente Vietti").
Ma la petizione è rivolta al CSM non al mondo politico!
Insomma si accusa Arcigay di usare Vietti per fare politica ma l'autore del post fa esattamente la stessa cosa, usa Vietti per fare polita (=criticare Arcigay).
Ecco come Molaschi chiude il post:
Se Arcigay e le altre associazioni vogliono davvero prendere le distanze da questa immagine del paese invece che vanificare le proprie forze in raccolte firme inutili probabilmente dovrebbero iniziare a capire con chi ottenere il registro delle coppie di fatto.
A sinistra, forse, per i gay e lesbiche non c’è più spazio.