mercoledì 11 agosto 2010

il ragazzino che gridava "all'omofobia all'omofobia"
ovvero della presunta omofobia al "settimo cielo"


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In una versione precedente di questo post si riportavano le dichiarazioni di Arcigay come dichiarazioni di Gay Help Line che invece è estranea a questa denuncia e non c'entra nulla.
Un mio errore, del quale chiedo scusa alla Gay Help Line e ai lettori.



Sarò cinico, sarà che dell'Arcigay Roma non mi fido mai troppo,  ma nel presunto caso di omofobia denunciato dalla Marrazzo (Fabrizio) e Co. c'è qualcosa che non quadra.

Il primo articolo che ne parla è del Corriere della Sera (versione online) firmato da una vagherrima redazione online.

Episodio di discriminazione sessuale sulla spiaggia di Ostia, nel XIII Municipio di Roma. Due ragazzi romani, R. e M., «si stavano baciando in spiaggia, quando un dipendente dello stabilimento balneare ha chiesto loro di smetterla e di allontanarsi perché segnalati da tre bagnanti che si ritenevano infastiditi» dalle loro effusioni. Sarebbe accaduto - secondo quanto denuncia il responsabile dell'ufficio legale di Arcigay Roma, Daniele Stoppello - a fine di luglio nello stabilimento balneare "Settimo Cielo", «conosciuto e frequentato da anni dalla comunità lesbica e gay».

Settimo cielo NON è uno Stabilimento balneare ma un chiosco. Una costruzione in legno autorizzata dal Comune di Roma in cambio del mantenimento (pulizia) della spiaggia.
La spiaggia di Capocotta è spiaggia libera e non si capisce a che titolo il titolare di una concessione commerciale (il chiosco) possa dire a dei bagnanti di una spiaggia libera di andarsene via.

I due ragazzi ventenni non si sono lasciati intimorire e hanno chiamato le forze dell'ordine, che sono intervenute per riportare la calma in riva al mare.
Non la calma ma per abbassare la cresta al tipo del chiosco. Se si è davvero arrogato tale diritto perchè l'articolo (cioè il comunicato dell'Arci gay) non fa leva su questo punto: come si permette un cittadino privato a dire a due cittadini privati "andate via"?

«E' un fatto molto grave che a due ragazzi venga chiesto di allontanarsi a causa di un bacio - nota Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma - .
Fabrizio si guarda bene dal dire, naturalmente, che il tizio del chiosco non ne aveva titolo essendo la spiaggia LIBERA: perchè?

"E' grave che una coppia gay debba ricevere un simile trattamento e subire un'aggressione verbale. Nelle ultime settimane si sono verificati episodi analoghi anche in altre città: un segnale di quanto sia necessario promuovere una nuova cultura nella società, anche in settori strategici per il nostro Paese, come quello del turismo».

Ecco l'aggancio con situazioni ritenute simili quella di Torre del Lago, in Versilia, dove un guardiaspiaggia ha "rimproverato due ragazzi" (ma non ha detto loro di andare via perché non poteva farlo) e quello accaduto nella spiaggia libera di Cagliari  alla ottava fermata di Poetto dove sono stati altri bagnanti a chiamare i Carabinieri infastiditi dai baci di due ragazzi (situazione controversa perchè ora pare che i due fossero coinvolti in effusioni uh po' più spinte) .

Ma ecco la parte comica (se non si trattasse di sciacallaggio di un problema serio come quello dell'omofobia) dell'articolo.

Arcigay chiede al gestore dello stabilimento di «dissociarsi dal gesto di questo dipendente e valutare tutte le conseguenze del caso». 
Allora. Settimo cielo è un chiosco gestito da italiani e migranti magrebini che non credo siano dipendenti... al limite soci della cooperativa cui sarà stata data in gestione la licenza del chiosco

Ma anche fossimo in uno stabilimento il modo di vedere le cose di Arcigay è padronale e poco di sinistra (e molto berlusconiano).
Invece di dire al direttore/proprietario dello stabilimento (chiosco) che la responsabilità è sua, Arcigay chiede al gestore di dissociarsi (così si para il culo) e di prendere i provvedimenti del caso sul dipendente (multarlo? Licenziarlo?).
Capito?
La colpa non è del proprietario\gestore\imprenditore ma è del dipendente. La colpa è del lavoratore mai del padrone...

Ben diversamente da come si è comportato Pierluigi Teani, il titolare della "Blu service" la società che gestisce il servizio di guardiaspiagge di Lucca il quale si è preso le sue responsabilità spiegando Il bagnino mi ha spiegato di essere intervenuto perchè c'erano i bambini, le famiglie (...) Ho già chiesto scusa ai due giovani perchè è chiaro che chi è intervenuto aveva il dovere di farlo con garbo. Posso garantire che non accadrà più. (Fonte, L'unità)


Se pensate che me lo sita inventando io ecco che l'articolo viene in mio soccorso:
E promette, per il prossimo fine settimana, la distribuzione di volantini sul litorale romano «per ribadire la forza di amori e baci alla luce del sole».

Settimo Cielo Capocotta
RISARCIMENTO - L'associazione non esclude di «chiedere un risarcimento danni al dipendente dello stabilimento, perché è stato compromesso il diritto di godimento di un bene demaniale in condizioni di parità dei diritti e delle libertà», ma anche per fare in modo «che comportamenti simili non si ripetano». Arcigay si rivolge infine alle associazioni di categoria «perché Roma possa uscire dalla crisi economica anche grazie al suo essere una città accogliente e più libera, capace di attrarre turisti come le altre mete internazionali».
Non si tratta di uno stabilimento chic di Ostia ma di un pezzo di spiaggia libera senza ombrelloni (li affittano ma nessuno li prende) e senza lettini (idem)  più da zecche che da gay radical chic con un chiosco di legno che vende bibite e panini....

In ogni caso la realtà è fuorviata e distorta perchè se il chiosco del Settimo cielo è uno stabilimento il Kursaal di Ostia cos'è?


Va beh, direte, il corriere è di Milano che vuoi che ne sappia della spiaggia di Capocotta?

Magari la colpa non è di Marrazzo e Arcigay (che di Roma sono...) ma del sito del Corriere...


Sul sito di Arcigay capiamo meglio: c'è proprio scritto Stabilimento BAlneare, non è un errore del corriere...

Il corriere ha comunque la colpa di NON AVER VERIFICATO la notizia come si dovrebbe fare sempre. e se un chiosco diventa uno stabilimento chissà quanti altri dettagli sono stati cambiati...
Altri quotidiani non romani come il Mattino parlano di stabilimento (sic!).


Repubblica, che riporta la notizia oggi, parla di
Ennesimo caso di intolleranza nei confronti di una coppia gay. Sulla spiaggia di Ostia due omosessuali sono stati allontanata per le proteste dei bagnanti dopo un bacio. Si tratta dell'ultimo episodio di una lunga serie.
Repubblica non parla di Stabilimento (sarebbero stati subito spernacchiati dai suoi lettori che sanno bene cosa è in realtà settimo cielo...) e si concentra a collegare questo fatto omofobo di Roma ad altri fatti ritenuti analoghi in realtà ben diversi successi in Italia nelle settimane scorse.

Così da un lato lo sciacallaggio dei quotidiani che cavalcano l'onda lunga (dura ormai da un anno e più) dell'"emergenza omofobia" dall'altro strumentalizzazioni sospette da una associazione sedicente gay che ha tenuto a tacere la notizia per 10 giorni (ci diranno che prima gli avvocati stavano vagliando su come procedere...) per cercare  di sfruttare al meglio la visibilità mediatica non già dei due ragazzi ma di Arcigay che così si fregia di esere il paladino dei gay vilipesi (con 10 giorni di ritardo)  mentre noi mortali cittadini\e etero e gay comunque bambacioni ci facciamo strumentalizzare da questi furbetti del quartierino in cerca di pubblicità gratis.


Si colpiscono i più deboli (perchè prendersela col dipendente e non con la coppia che si è lamentata?): i lavoratori (per di più migranti) mai i bagnanti andati lì a rompere le scatole o il legale responsabile del chiosco (spacciato per stabilimento...).

Intendiamoci i miei sono solamente sospetti e sono pronto a rettificare e chiedere scusa se (come spero) si dimostreranno infondati, ma credo di poter fare in tutta onestà e buonafede  alcune domande:
 
Perché la notizia è stata data solo il 10 di agosto se il fatto è successo a fine di Luglio?

Perchè si parla di "stabilimento" quando si sa bene che è un chiosco di una spiaggia libera e dunque in nessun modo e a nessun titolo il "dipendente" o chicchessia poteva dire nulla ai due ragazzi, figuriamoci cacciarli dalla spiaggia?

Perché prendersela solamente col "dipendente" (chi sarà poi, Mustafà o un altro migrante?)

Perché invece di consigliare al gestore di assumersi la sua responsabilità come si fa nei paesi civili lo si invita a dissociarsi e lasciar sprofondare nella merda solo il "dipendente"?


Perché non si ricorda che il padrone del chiosco (la cui responsabilità legale del comportamento dei suoi lavoratori è sua) non aveva alcun titolo per cacciare i due ragazzi da una spiaggia libera?




Otterrò risposta? Vediamo come evolve la faccenda...

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In una versione precedente di questo post si riportavano le dichiarazioni di Arcigay come dichiarazioni di Gay Help Line che invece è estranea a questa denuncia e non c'entra nulla.
Un mio errore, del quale chiedo scusa alla Gay Help Line e ai lettori.

2 commenti:

Stelvio Samperi ha detto...

Complimenti per il vostro articolo

Anonimo ha detto...

perché non fondiamo un movimento per togliere ad arcigay la 'rappresentanza'? Mi chiedo: chi li ha delegati? Io non ho bisogno di un movimento come arcigay, che non solo non mi rappresenta (ma nessuno potrebbe rappresentarmi in quanto gay), ma anzi contribuisce a dare un'immagine falsata di una parte della mia vita, che di certo non corrisponde al macchiettismo volgare che propinano. (Vedi pubblicità sul Pride). Credo che la battaglia debba essere affrontata in termini economici prima di tutto, perché è da lì che queste persone traggono la loro forza.
Gendibal