domenica 21 agosto 2011

Un diario delirante su Panorama.it

Non poteva mancare il deliro estivo di Panorama che, con la scusa del diario, architetta a regola d'arte uno sproloqui pieno di pregiudizi, giudizi impliciti deduzioni surrettizie, tutte omofobiche e prive di consistenza.
Come al solito leggiamo l'articolo  insieme.

Psicologa, 39 anni, single
«Sono gay convinta da prima dell’adolescenza,
Convinta. Convinta della mia scelta. Peccato che l'orientamento sessuale non si scelga.
mai avuto un dubbio, ma nel mondo omosessuale le donne femminili come piacciono a me sono poche,
Cioè le lesbiche sono prevalentemente camioniste. Cliché pregiudizio basato sulla confusione  (ormai intenzionale e montata ad arte) tra identità di genere e orientamento sessuale. Inoltre le caratteristiche per cui si definisce una donna poco femminile sono basate sui più diffusi cliché sessisti.Imma battaglia per esempio, secondo certi cliché sessisti sarebbe poco femminile, non si trucca, veste casual, ha i capelli corti, ha un modo di parlare deciso e non remissivo.
Vi sembrano considerazioni del cazzo? Lo sono. Eppure...
perciò preferisco le etero.
Questa è una inferenza davvero razzista (uso questo aggettivo perchè non c'è il corrispettivo per l'orientamento di genere): alle lesbiche non piacciono donne come lei ma altre omosessuali come lei. Idem per i gay. Se sono gay non mi piacciono gli uomini ma i gay. La nostra, poverina, visto che tra le lesbiche c'è penuria di donne femminili.
Chi scrive che sia davvero una lesbica psicologa di 39 anni o un ghostwriter commissionato da Panoarma cambia poco, non sono non è una persona libera ma continua a impiegare le stesse odiose vetuste e ridicole opposizioni tra concettualizzazioni sessiste tra maschi e femmine là dove ci sono solo maschi o femmine avulgendo (si dirà?) alcuni elementi dal loro comportamento e leggendoli (cioè spiegandoli) in base a un pregiudizio di orientamento (sessuale).
Anche per il gusto della sfida, ovvio, e della conquista.
Certo, perchè per il solo fatto di avere lo stesso orientamento sessuale due donne hanno più probabilità di piacersi e trovarsi reciprocamente interessanti...
E nonostante prima o poi tutte si mettano in cerca di un marito,
di un marito, non di un uomo, un compagno, ma di un marito. Ma quando è stato scritto questo diario nel 1825?
sono una delle poche lesbiche
che presunzione...
che non ha mai sofferto per abbandono, semplicemente perché ho sempre lasciato io.
Immaginatevi le femministe ululare se ad aver scritto questa frase fosse stato un uomo...
Poi è normale rimanere in amicizia dopo una relazione fra donne.
Una relazione fra donne. Qualunque relazione? O una relazione sentimentale? O sessuale?
Ma con l’ultima ex c’è una complicazione: facciamo ancora sesso».
Complicazione?

Domenica

19.00. L’incontro era motivato da un obiettivo comune: guardare la partita.
...
Io e M. siamo tifose della stessa squadra. Poi abbiamo festeggiato la vittoria a modo nostro, senza spostarci dal divano.
Anche tutti i ragazzi tifosi gay festeggiano allo stesso modo?
La prima volta abbiamo avuto un orgasmo simultaneo poi solo io, seduta, con lei che mi faceva un cunnilingus in ginocchio sul pavimento.
A cosa servono questi dettagli? A fare arrapare?
E alla fine niente tenerezze: non stiamo più insieme.
Ecco questo è il massimo. Leccare la patata a una donna che mi piace non può essere anch'essa una tenerezza?
Sarà stata mezzanotte quando ho spento la tv, e a quel punto si è rivestita ed è andata via.
Ah quindi l'hanno fatto con la tv accesa...
Lunedì
9,00. Sto da Dio. Con lei l’intesa sessuale è perfetta e non ho obblighi. Cosa volere di più?
Non avere obblighi... Il sogno di tanti maschietti ma non solo a quanto pare...
9,02. Il batticuore. Quando la vedi, per esempio.
Ah non quanto è seduta in ginocchio sul pavimento e ti mette la lingua tra le gambe?
O quando suona il telefono e ti accorgi che che è lei. Regalarle dei fiori. Cenare insieme a lume di candela. Tutte cose finite da un pezzo con M. Invece vorrei di nuovo provare l’emozione dell’innamoramento, e non importa se la prossima sarà o no la storia della vita. L’essenziale è che mi faccia perdere la testa. E che mi dia motivo di tornare a essere una santa.
Dunque perchè l'autrice non sarebbe una santa? Perché facendo sesso con al sua ex M. tradisce qualcuno (fosse anche lì attuale compagna di M.) o perchè fare sesso al di fuori di una relazione stabile ti rende non santa?
Come in passato, quando per sei anni sono stata fedelissima a una compagna.
Ecco l'aspetto più borghese della monogamia ti rende santa.  Non è un dato di fatto che deriva dal fatto che non senti il bisogno di fare sesso con latr*...
Martedì
11,50. La tizia con cui mi sono trovata in ascensore è per me un obiettivo già da tempo. Mi attrae molto anche se è piuttosto maschile,
penso che un uomo possa dire lo stesso...
lontana dal mio tipo.
Una volta c'erano le bionde e le more le tettone e le culone ora ci sono le maschili e le femminili...
Deve aver capito che mi paleso apposta nel momento esatto in cui esce a fumare una sigaretta: oggi mi ha fatto un sorrisino.
In ascensore?
Sarà lesbica? Il mio gay-radar, un dispositivo sensibilissimo che gli appartenenti alla categoria hanno in dotazione naturale per il riconoscimento tra simili anche a distanza, dice di no.
Ma dove ce l'abbiamo il dispositivo? Non so se ridere o se piangere

Oppure il mio desiderio gli crea delle interferenze.
Le crea magari? Ah no! E' maschile!
Interferenze??? A che cosa allo straight stream of consciousness ?!?!?
Vedremo più avanti. Intanto io e la ragazza abbiamo cominciato a comunicare.
E' salita di grado. Da tizia a ragazza
19,30. M. aveva preso la decisione di non vedermi più quando mi ha chiamata stamattina invitandomi a fare un aperitivo nel bar dove siamo adesso. Lo capisco da una frecciatina sarcastica che mi scaglia addosso come una pietra. Più di una, anzi: non perde occasione per rimarcare quello che sappiamo entrambe. Ma da parte mia nessun commento, sarebbe come gettare benzina sul fuoco. La scenata isterica che mi ha fatto una decina di giorni fa è bastata a farmi capire il dolore che sta provando. Purtroppo è innamorata persa. Sarà meglio troncare.
Ma che cattiva ragazza....  Se M. è la ex non è innamorata persa quello lo dici di una persona con la quale fai solo sesso ma non vuoi coinvolgimenti emotivi. Di una ex dici che è ancora innamorata...
Mercoledì
18,00. Ieri sera siamo andate a letto insieme io e M. Abbiamo avuto un rapporto bellissimo,
rapporto?
ripetuto e molto verbale.
eheheh rapporto verbale?
Ma anche aggressivo da parte sua, ora che ci penso. Mi è saltata addosso. E poi è stata prepotente, quasi violenta: ecco cos’è che non tornava… Non sono abituata ad essere presa, di solito decido tutto io!
Che profluvio di ruoli sessisti!
18,15. Mi passa per la testa l’idea di comprare uno strap-on (giocattolo sessuale indossabile a forma di pene): non so per quale ragione ma M. ieri mi ispirava questo. Strano, perché la penetrazione vaginale è un corollario poco importante.
 Beh certo senza uno ...strap on naturale la penetrazione è un corollario.
Comunque non lo compro.
22,00. Faccio un salutino telefonico a M. È a casa, mezza addormentata davanti alla tele. Due chiacchiere come al solito e ci diamo la buonanotte.
Giovedì
01,00. La masturbazione non è esattamente una cosa da cui mi astengo. Spesso (come oggi) per arrivare al piacere mi basta ripensare a qualche episodio già vissuto a cui non c’è bisogno di cambiare il finale. Anche con la fantasia rimango su scene fattibili: niente sesso sfrenato con Angelina Jolie… (adesso è troppo magra, d’accordo, ma fino a poco tempo fa le avrei concesso persino di camminarmi sopra con i tacchi a spillo).
...
21,40. Telefono a un night club per sentire se mi fanno entrare solo come spettatrice
Che tipo di Night Club??? Solo come spettatrice di cosa?
una di queste sere. Non sono impazzita, ci accompagnerò un’amica omosessuale
Ma chi è che parla davvero così?!?!
repressa che non ne può più del rassicurante maritino che non la tradirà mai.
Se sei sposata e ti piacciono (anche) le donne sei una omosessuale repressa...
Ha bisogno di concedersi una pausa.
Sto per vomitare. 
Da quello che ho capito è un posto dove le serate finiscono in orge:
Ah ecco! Le famose orge lesbiche....

certo che posso anche non fare niente, ma la proprietaria dall’altra parte del filo mi assicura che riuscirci sarà difficile.
Certo perchè per prenotare parli con la proprietaria...

Venerdì

11,50. In ascensore, di nuovo a tu per tu con la bella f…
Fica? Figa? Fregna? Fuffa?
che sto corteggiando. Sono certa che la ragazza non è gay: tengo molto ad avere un look iper femminile, eppure le donne etero più sensibili percepiscono la mia indole
indole, ecco l'omosessualità e le sue declinazioni bi-gender mascolina o femminile sono una indole
e si comportano con me come con gli uomini, da prede.
A quanto pare non solo la bellezza è nell'occhio di chi guarda...
Si vede che qualcosa passa. Sorrisetto anche oggi, davanti alle porte scorrevoli, ma poi, ahimé, nessun passo avanti.
23,30. Sfatiamolo questo mito per cui alle donne non piace guardare:
non era scopare?
io su YouPorn ci vado
ah ecco, guardare porno...
e non credo di essere la sola. Però, come dice Julianne Moore ne I ragazzi stanno bene, i porno lesbici sono finti, creati solo per soddisfare la voglia maschile di vedere donne che si slinguazzano.
Già. Porette. Due donne insieme cos'altro possono fare oltre a slinguazzarsi?
Perciò salto la categoria e guardo perlopiù video di maschi, gli unici gay per davvero.
  video di maschi, gli unici gay per davvero?
Sabato
10,00. Telefonata seria. M. propone di essere solo amiche.
Ma non erano ex? E non erano già solo amiche?
Già, ma le faccio notare che le amiche non si sentono tre volte al giorno.
Dov'è scritto, sempre nel  Levitico tra il divieto dei gamberetti e quello della sodomia?
 Tu non ti sentirai tre volte al giorno con una tua amica perchè e abominio!
A questo punto, la decisione di interrompere qualsiasi rapporto per me è definitiva: le voglio bene ma l’ho lasciata proprio per non illuderla.
Che casino! L 'aveva già lasciata e non per illuderla...
20,00. Cena da F., una ex di vecchia data. Abbiamo ancora un ottimo rapporto e suo marito lo sa.
Questa non è repressa perchè con le donne c'è stata prima?
«Ma tu, con gli uomini ancora niente?» mi domanda lui appena mi vede. «No, ma stai tranquillo, se mai deciderò di andare per la prima volta con un maschio sarai il primo a saperlo».
Non vi viene da vomitare?  A me sì.

Mi chiedo a cosa serva questo "articolo" se non per diffondere e confermare tutti i luoghi comuni possibili sulle donne lesbiche, sulla sessualità gay e sugli stereotipi di genere. Scritto male anche per servire a questo scopo...

venerdì 19 agosto 2011

"Voi non potete stare qui". All'arroganza bisogna sempre rispondere con fermezza. Sui due ragazzi verbalmente aggrediti da un sessantenne alla Maddalena il 15 Agosto.


Davide Bosio nella foto pubblicata da Brescia Oggi


Quando ho letto il comunicato stampa dell'Arcigay sull'ennesima forma di intolleranza e discriminazione omofobica non mi sono sorpreso tanto dell'arroganza dell'omofobo quanto della accondiscendenza delle due vittime.

Ma procediamo con ordine.

 Il 17 Agosto Arcigay emette un comunicato stampa nel quale racconta di come lo scorso Ferragosto mentre due ragazzi stavano abbracciati su di un plaid in Maddalena come tante altre coppie nello stesso luogo, un uomo si è avvicinato loro invitandoli ad andare nel bosco a fare quelle cose, perché lì vi erano famiglie e bambini. Quando uno dei due ragazzi ha cercato di far ragionare l'interlocutore sull’assurdità della richiesta, l'uomo ha iniziato ad urlare, dandogli del "puttano" e minacciando la coppia di cacciarla a calci.
I due ragazzi -continua il comunicato - , comprendendo che con quella persona era impossibile ragionare, se ne sono andati: il loro romantico pomeriggio di pace era ormai inesorabilmente rovinato. (il corsivo è mio).

Se ne sono andati?!
Ma come se ne sono andati?!?!
Invece di ribadire che non solo loro due avevano lo stesso diritto dell'aggressore verbale di stare lì e che l'omofobo in questione non aveva alcun titolo per intimare loro di andare via, invece di chiamare la polizia (o chi per loro) se l'aggressore continuava con i suoi atti intimidatori, per ridimensionarne l'arroganza, invee di coinvolgere gli astanti, i due se ne vanno?!?!

Ieri Brescia oggi pubblica un articolo nel quale emerge una sconcertante forma di mansuetudine dei due ragazzi aggrediti che mi ha fatto sudare freddo.

Nell'articolo di Mara Rodella si legge di come uno dei due ragazzi aggrediti sia Davide Bosio di 28 anni, di Bagnolo Mella, che lavora come vicedirettore di stabilimento in un'azienda di Bergamo che Rodella ha intervistato. Racconta Davide.
«Eravamo stesi con il braccio intorno al collo e gli occhi chiusi, come tante coppie che ci circondavano» quando un uomo sulla sessantina si è avvicinato pregandoli di allontanarsi: «Andate nel boschetto a fere le vostre cose, non qua dove ci sono famiglie e bambini». «Non riuscivo a credere alle mie orecchie, credevo stesse scherzando o parlando con altri». L'uomo torna a sedersi al tavolo con gli amici poco lontano e Davide lo segue. «Gli ho chiesto gentilmente di spiegarmi quale fosse il problema e mi ha detto che una bambina aveva detto alla mamma che due ragazzi si stavano baciando». «Andate nel bosco».  «Gli ho domandato perchè non rivolgesse lo stesso consiglio alle altre coppie presenti, ma quando mi ha risposto che un uomo e una donna avrebbero potuto restare, ma noi no, ho semplicemente fatto presente che anche noi abbiamo tutto il diritto di stare abbracciati». Al che l'uomo gli risponde
«NON AVETE alcun diritto: in privato fate quello che volete, ma non in pubblico», e minaccia Davide di «prenderlo a calci e pugni» etichettandolo con epiteti pesanti e volgari, prima che un amico intervenga per placare gli animi: «Siamo qui per festeggiare, lasciamo perdere».
«So che non è successo nulla di grave, ma la violenza verbale può fare molto più male di quella fisica», «il disagio era così forte che ce ne siamo andati».

Ora a rischio di apparire cinico o facilone (perchè sicuramente bisogna trovarcisi in certe situazioni)  mi sorprende moltissimo che i due ragazzi se ne siano andati.
Capisco al limite di allontanarsi dalla vista del sessantenne omofobo (anche se io personalmente sarei rimasto dove mi trovavo) ma non capisco perchè Davide non abbia risposto all'uomo qualcosa tipo, lei non può dirmi di andarmene io ho tutto il diritto di restare perchè non ho fatto niente di male e se non la smette di darmi fastidio mi vedrò costretto a chiamare le forze dell'ordine.

Non voglio fare il processo a Davide. Anzi sono vicino a Davide e al suo ragazzo anche se, esprimendogli tutta la mia solidarietà, gli faccio bonariamente notare che ha commesso un errore, esortando Davide e tutti quelli che potrebbero trovarsi nella stessa situazione a:

1) Rimanere nel luogo dal quale li si vorrebbe allontanati
2) Sollecitare l'intervento degli astanti
3) Consigliare nel caso di insistenza l'aggressore di chiamare lui la polizia per vedere garantiti i suoi diritti (così la polizia arriva e garantisce quelli di tutti).
4) Se la persona insiste chiamare la polizia
5) DENUNCIARE IN OGNI CASO IL FATTO alla polizia perchè nessun cittadino può allontanarne un altro da un luogo pubblico, nemmeno se questo compie un reato.

L'unica cosa che un cittadino è in diritto di fare per tutelarsi dal comportamento anche  criminoso di un altro cittadino è chiamare le forze dell'ordine.
Nessuno può improvvisarsi poliziotto.

Ripeto non voglio giudicare Davide, mi permetto solo di dargli dei consigli spassionati.
In modo che da un episodio triste si impari tutti qualcosa.

Quel che invece mi fa rabbia e quindi critico con calma (pare vero) e fermezza sono il comunicato stampa di Arcigay e l'articolo di Brescia Oggi che non pensano minimamente di rilevare l'errore del gesto di Davide di essersi allontanato.

Critico ad Arcigay di non avere dato dei consigli a tutti su come comportarsi in casi come questo, e che la fuga è d'uopo solo per sottrarsi a un linciaggio fisico però non morale...

Invece ecco come il comunicato stampa di Arigay commenta l'accaduto:
Potrebbe sembrare un atto non particolarmente grave, non essendovi stata alcuna violenza fisica, anche se le minacce di violenza ci sono state e forse sarebbe finita peggio se i due ragazzi a un certo punto non avessero desistito.
Capite? Arcigay considera la ritirata la migliore strategia!!!

Certo, di notte, o comunque in un posto isolato, sottrarsi al bullismo omofobico può essere l'unica soluzione, ma in un posto pubblico gremito di gente a chi contesta la nostra presenza (non un qualsiasi gesto da noi fatto ma proprio la nostra presenza) dobbiamo rispondere come Anna Magnani:  

non me ne vado io te ne vai te.

Invece Arcigay descrive le due vittime senza rendersi conto che, andandosene con la coda tra le gambe, i due ragazzi hanno dato ragione a chi li voleva lontani da quel posto.

Chi riuscisse a mettersi nei panni dei due poveri ragazzi, comprenderebbe che un’aggressione verbale simile non fa meno male della violenza fisica.
Quello che fa molto male a loro e a tutti e tutte noi è l’arroganza di una persona che erge il proprio pregiudizio a regola generale, che tratta un atto di tenerezza come una cosa volgare, da fare nei boschi, solo perché tra due uomini invece che tra un uomo e una donna.
Atto di tenerezza? Stando alla testimonianza di Daniele e anche al comunicato stampa di Arcigay i due ragazzi NON STAVANO FACENDO NULLA.
«Eravamo stesi con il braccio intorno al collo e gli occhi chiusi, come tante coppie che ci circondavano» (Davide su Brescia Oggi)

Mentre i due ragazzi stavano abbracciati su di un plaid in Maddalena come tante altre coppie nello stesso luogo (comunicato stampa di Arcigay).
Un abbraccio è un comportamento universale di affetto, amicizia, solidarietà, confidenza la cui malizia sta tutta negli occhi di chi guarda.

Sono molto belle, precise, sostenibili, intelligenti,  e tenere le considerazioni che l'arcigay fa nel comunicato stampa quando ricorda che 

Troppo spesso si usa la presenza dei bambini per giustificare una atto di discriminazione fino all’aggressione. Invece negli occhi dei bambini non vi è alcun pregiudizio ne’ alcun disgusto, se non ve lo instilla la società degli adulti.Se gli adulti, al contrario, si comportano in maniera normale verso un comportamento normale non fanno che il bene di quel bambino o di quella bambina. Sarebbe così semplice rispondere alla domanda di un bambino che nota due ragazzi o due ragazze che si baciano con un banale e ovvio “perché si vogliono bene” o “perché si amano”.
Quando crescerà non si stupirà se un amico e un’amica gli diranno di essersi innamorati di una persona del loro stesso sesso. E, se invece, sarà lui a innamorarsi di un ragazzo (come tanti suoi coetanei), non soffrirà come hanno sofferto le generazioni precedenti.
In qualsiasi modo una persona voglia, liberamente, educare i propri figli, non ha comunque il diritto di sputare il proprio odio e le proprie fobie addosso agli altri; men che meno ha il diritto di impedire a due persone di comportarsi liberamente in un luogo pubblico nel rispetto della legge.
Ma quando iniziano i proclami il comunicato si copre involontariamente di ridicolo.
Sappia quella persona e tutte le persone omofobe come lui che non torneremo a nascondere il nostro amore,
INVECE E' PROPRIO QUELLO CHE LA COPPIA DI RAGAZZI HA FATTO ANDANDOSENE hanno nascosto se stessi e il loro amore, hanno rinunciato di difendere i loro diritti costituzionali.
perché l’amore desidera sempre esprimersi liberamente con gioia alla luce del sole.
Ma se te ne vai, evidentemente no.
Dalla parte della libera espressione dell’amore sono la legge, la civiltà e, per fortuna, tantissime cittadine e tantissimi cittadini che non si sentono affatto rappresentati dal comportamento di quell’uomo violento.
Ma questo non lo sapremo mai finchè in occasioni del genere non chiediamo il parere e l'aiuto del prossimo, di chi sta intorno a noi e assiste ad un atto discriminatorio.
Arcigay Orlando esprime la propria solidarietà e il proprio sostegno alle vittime dell’aggressione e la più netta riprovazione per quanto loro accaduto.
Ma non sconsiglia di reagire come  hanno reagito i due verbalmente aggrediti, cioè andarsene.
Difenderemo e sosterremo l’amore fino alla vittoria sulla violenza, fisica o verbale che sia.
Ma finché uno se ne va nessuna vittoria sarà possibile.

L'articolo di Brescia Oggi è sula stessa lunghezza d'onda del comunicato, sottolinea cioè lo stress emotivo causato dall'aggressione

MOLTO SCOSSO il compagno [di Davide] che a caldo «ha iniziato a sentirsi in colpa, inadeguato, ma senza alcun motivo reale se non gli insulti di quell'uomo» che, nel frattempo, era tornato a sedersi a tavola con gli amici poco lontano.
Inadeguato?!!?  Cioè insufficiente? Carente? Non proporzionato o sufficiente? O, ancora, inadatto? Inetto? Incapace? Non all'altezza? come riporta thefreediconarty.com?
Beh forse non all'altezza di confrontarsi con l'arroganza e l'aggressione verbale
(...)  Ma per Davide e il suo compagno la giornata, «era decisamente rovinata: so che non è successo nulla di grave, ma la violenza verbale può fare molto più male di quella fisica», dice.
La cosa più grave è stata l'abbandono del luogo...
QUANTO ai presenti, non si aspettava intervenissero durante la discussione, «ma che ci avvicinassero dopo, invece non è successo».
Sono rimasti ancora un po', «ma poi il disagio era così forte che ce ne siamo andati», ricorda, confessando di essere «crollato» in seguito:
Ed ecco l'omofobia latente, nell'autrice dell'articolo ma, almeno stando alle parole ivi riportate, anche nei due ragazzi.
Se io so di non stare facendo niente di male mi arrabbio, mi indigno, provo frustrazione, impotenza, ma questi sentimenti non m fanno crollare.
A meno che non pensi che se qualcuno ha avere da ridire sul fatto che io sia gay, in fondo in fondo, un po' di ragione ce l'ha.
Non perchè bacio un altro uomo, non perché sculetto cantando a squarciagola Lady Gaga, non perché vado in giro con un pantaloncino ascellare, tutte cose tra l'altro legittime, ma semplicemente perché da libero cittadino ho scelto di stare sdraiato sul plaid abbracciato a un altro uomo.
«È stato pesantissimo, ci ha davvero ferito - spiega - anche se so che non abbiamo fatto nulla di male».
Infatti il problema non è quello che si fa ma quello che si è.
Perché quello che si fa riceve dalla gente una reazione diversa a seconda di chi si è. 
E se non siamo noi per primi convinti fino in fondo della legittimità di quello che siamo non potremo mai convincere il prossimo, gli altri, né difenderci.
Uno stigma interiorizzato in noi per primi figuriamoci se non lo è nei giornalisti

Quando Davide è andato a parlare con il bau bau che li ha fatti scappare 
 «Gli ho chiesto gentilmente di spiegarmi quale fosse il problema - racconta Davide - e mi ha detto che una bambina aveva detto alla mamma che due ragazzi si stavano baciando». 
la giornalista giornalista commenta
Se sia vero o meno non è dato di sapersi. (Il neretto è mio)
Se sia vero cosa? Che una bambina ha detto alla mamma che due ragazzi si stavano baciando? O che i due ragazzi si sono davvero baciati. e, anche se fosse, COSA CI SAREBBE DI MALE?
In ogni caso anche se la giornalista non può stabilire se la bambina abbia davvero detto alla madre che ha visto due ragazzi baciarsi poteva sempre chiedere a Davide se lui e il suo fidanzato si erano davvero baciati...
Eccome se si può sapere. Basta chiedere, informarsi, analizzare, ragionare.
I giornalisti invece descrivono tutto pensando di sapere le cose a priori in base a cliché che non mettono mai in discussione.

D'altronde questa giornalista ha più di qualche confusione in testa infatti continua nell'articolo
Anzi, se lo è anche chiesto Davide, facendo in primis outing su se stesso,
Outing su se stesso? Cioè Coming out (si sa che le due cose non sono uguali ma lo sono per i nostri media) su se stesso? Ma che vuol dire?!?
«nella consapevolezza che il pudore civico possa incrinarsi di fronte a una coppia gay: mi sono domandato se fossimo per qualche motivo in errore, ma so che non stavamo facendo niente di male o di sbagliato».
Ed è questo il punto (a parte il pudore civico che si incrina che in Italiano non vuol dire niente...): mi sono domandato se fossimo per qualche motivo in errore.

Nel percorso di liberazione delle persone lgbt (e di tutt* dall'omofobia) il compito più importante lo hanno i membri della comunità (ehm...) che devono insegnare agli altri col loro esempio che cosa è la normalità.
Se invece aspettiamo che sia la società a dirci: ma su ragazzi, siete froci, che bello! Non c'è niente di male! Non vergognatevi non vergognatevene! rimarremo in catene altri mille anni.
LO SCONFORTO, l'amarezza, la rassegnazione, perchè tanto le cose non cambieranno.
E in base a cosa dovrebbero cambiare se i diretti interessati invece di rimanere a lottare se ne vanno con la coda tra le gambe?
Ma Davide non molla, anzi, è sicuro che non sia «una battaglia persa»: il suo percorso non è stato facile,
quale, quello fatto dal luogo dal quale sono stati cacciati in quanto gay nel tornare a casa talmente tremebondi da non difendere il loro diritto di essere lì?

E qui c'è il capolavoro dell'articolo, che, involontariamente, denuncia la mentalità che ci asserva tutti, vittime e aggressori, froci ed etero (mi perdoneranno le altre lettere della sigla se stavolta parlo solo dei maschietti).

Lo stigma e il pubblico ludibrio ci sono ma non possono essere eliminati se prima non si disinnescano dentro noi stessi.
«ho lavorato moltissimo su me stesso
Su che cosa? Sul fatto che sei frocio? Sul fatto che dicendo che sei frocio ti prendono in giro? Lavorato su te stesso o lavorato sugli altri? Chi è che sbaglia nello stigma chi lo applica o chi lo subisce?
e continuo a farlo, e ho avuto la fortuna di poter contare su una famiglia meravigliosa che non mi ha mai lasciato solo, a differenza di quanto successo a non poche persone che conosco».
Mio dio e quale handicap avrà mai avuto Daniele? E' paralitico? Cieco? Sordo? Soffre di una malattia invalidante?
No.
E' solamente frocio.
E ALLORA?
Qual è il punto?
Devo lavorare nel mio rapporto con gli altri a causa dello stigma o devo rassegnarmi alla mia condizione di omosessuale?
Alcuni amici l'hanno lasciato solo, quelli veri sono rimasti.
Quant'è omofoba queste considerazione, dare cioè per scontato, senza sottolinearne l'irrazionalità, che se gli amici ti lasciano perchè sei frocio, beh, in fondo, un po' anche magari non giustificabile, è comprensibile.

Se davvero Daniele fosse stato colpito da malattia invalidante  la reazione di questi amici sarebbe stata incomprensibile, e criticata come tale. Ma si sa se uno è frocio mette in imbarazzo anche te.
«Da poco faccio attivismo nel comitato Arcigay,
Ah ecco! E' pure attivista! Allora a maggior ragione Davide è politicamente criticabile per il suo gesto di abbandonare il campo
e dopo quanto mi è successo a Ferragosto ho capito non solo perchè serve, ma che bisogna impegnarsi sempre di più per sensibilizzare le persone sull'omosessualità in quanto realtà di fatto, niente a che vedere con perversioni o devianze».
MA MIO CARO DAVIDE, MA SE SEI TU IL PRIMO A NON CREDERCI TANTO DA ANDARTENE VIA!!!
La cosa che più lo addolora? «Mi sono sentito violato nell'intimo dei sentimenti che provo per il mio compagno. Perchè il rischio vero, dopo simili episodi, è mettere in discussione non solo una relazione, ma la propria identità».
Capite il vero scopo della giornalista?

Fare un articolo pietistico, nel quel il lettore posa non immedesimarsi nella discriminazione, nell'aggressione, nella violenza di una reazione intollerante e intollerabile, ma possa compatire il diverso, provandone pena sentendosi buono perchè prova pena per lui. Proprio come la carità dei cattolici che, se non rimuovi la sperequazione sociale tra ricchi e poveri, non serve a niente se non alla tua coscienza bigotta.
A Brescia Oggi, così come a qualunque altro quotidiano, non interessa fare informazione, fare politica, educare il pubblico alla civile convivenza. Interessa solo fare audience.
Un giornalismo così dovrebbe smettere di esistere...
E anche una militanza come quella di Arcigay - o come quella di Davide - ha ancora molto da imparare. 
Come tutti in questa storia, a quanto pare.


Un po' di ossigeno: Sciok di Luca Barbareschi sulle persone trans





mercoledì 17 agosto 2011

Le dichiarazioni maschiliste di Helena Velena su Gay.it. Ancora su Net, la Trans aggredita a Bologna a sei donne lesbiche

Ricorderete di un'aggressione a una donna trans di cui nessun media nazionale ha parlato e della quale ho già parlato su questo blog.
Net Tourniquet è stata aggredita da sei donne lesbiche in un locale di Bologna e molti hanno gridato alla transfobia laddove si è trattato di un caso di volgare violenza.
Solo oggi leggo un articolo pubblicato da gay.tv nel quale Helena Velena rilascia alcune affermazioni che non corrispondono proprio alla qualità di pensieri e interventi cui sono abituato ogni volta che ho occasione di parlare con lei.

Leggiamo l'articolo:

Lesbiche contro una trans: parla Helena Velena

Già il titolo esprime un giudizio implicito, senza spiegare prima quello che è successo, anticipando una conclusione tutt'altro che condivisibile che cioè delle lesbiche siano andate contro una trans.
Nessuno ne parla, nessuno si è scandalizzato. Solo le persone più vicine alla vittima hanno diffuso la notizia, fino a che Helena Velena (amica della suddetta) non è stata contattata e allora su qualche sito hanno a iniziato a diffondersi i primi resoconti dell' accaduto. Di cosa stiamo parlando? Di una persona transessuale che è stata picchiata nel weekend a Bologna da un gruppo di lesbiche. Non ci credete?
Perché mai non dovremmo crederci? Quale strana sororanza dovrebbe rendere le donne, anche quelle lesbiche, immuni dalle stesse dinamiche di violenza di tutte le altre persone?
Omosessuali e trans sono categorie politiche e identificano solo persone discriminate non certo necessariamente comportamenti esemplari di pacifica convivenza col prossimo.

E invece è così. Ecco la testimoniana di Net Tourniquet, la persona aggredita:
Quello che segue è la stessa dichiarazione che abbiamo già analizzato. Qui mi soffermerò solo sulle parti non analizzate in quell'occasione.

"Non è ASSOLUTAMENTE nelle mie intenzioni inscenare un processo alle butch: credo che ognuno debba esser libero di trovare la dimensione e l’estetica che meglio rappresenti se stessi!
Ognuno de esser libero di trovare la dimensione e l’estetica che meglio rappresenti se stessi. Cioè se le butch vogliono apparire così coatte è un loro diritto...
(...) Per concludere, al di là dei generi, dei gusti, etc. mi sono ritrovata incredula con 6 ragazze tutte più impostate e avvezze alla rissa di me
Dunque se capisco bene il tra le righe Net sta accusando le sei butch di essere più avvezze alla rissa di lei che è una donna non biologica, al di là dei generi (perchè si sa che le donne sono femminili e non avvezze alla violenza) e dei gusti (quello dell'orientamento sessuale o quello della violenza?). Insomma  capisco che se avessero aggredito me penso che di quelle sei donne lesbiche avrei detto peste e corna ma non penserei mai di rimarcare che sono più maschie di me. Per difendersi Net sta usando della discriminazione di genere contro le sei butch e il fatto che loro la abbiano chiamata travone di merda non giustifica la sua di discriminazione... Due discriminazioni non fanno una giustizia

Ed ecco invece la testimonianza che abbiamo raccolto da Helena Velena, nota militante, amica della vittima. Lei ha tentato di diffondere i primi comunicati rimasti inascoltati e ha diffuso la notizia su Facebook:
(...)
Salto le dichiarazioni di FB delle quali ho già parlato nell'altro post.
D'ora in avanti nell'articolo è invece tutto materiale nuovo ed è di questo che voglio parlare.

L'abbiamo chiamata per capire meglio cosa ci sia dietro a quest'aggressione e al silenzio che vi gravita attorno.
"Quello che è successo a Net Tourniquet allo Chalet Dei Giardini Margherita deve essere raccontato. Quando si verificano delle aggressioni omofobe c'è una sorta di autovittimismo che ne fa parlare per giorni.
Su questo Helena ha ragione da vendere.
Non basta aggredire un gay o una trans per parlare automaticamente di omo-transfobia. L'omotransfobia non si riferisce tanto alle aggressioni verbali o fisiche alle persone omosessuali  e trans ma individua i motivi che portano a quelle azioni.
Per autovittimismo,  per omocentrismo vediamo tutto come atto omotransfobico, anche quando si tratta di bullismo altrettanto esecrabile la cui matrice è la stessa dell'omofobia ma di cui il bullismo è una violenza più generica e non così specifica.
Quando la violenza si scatena all'interno del movimento tutti tacciono.
Beh qui c'è un giudizio implicito che andrebbe invece esplicitato.
Siamo sicuri infatti che l'aggressione di Net per mano di sei donne lesbiche sia una violenza all'interno del movimento?
Non mi risulta che le sei donne lesbiche in questione siano delle militanti (non so di Net ma sicuramente questa sua denuncia è un atto di militanza).
Forse quello che Helena intende dire è che è grave quando la violenza avviene tra categorie discriminate.
Certo fino a che i comunicati stampa saranno appannaggio dell'Arcigay romano e non Nazionale, soprattutto nelle mani di Fabrizio Marrazzo, che nonostante sia stato allontanato, detiene ancora un certo monopolio sulla stampa, è logico che tutte le altre voci non verranno mai ascoltate.
Questa uscita è come minimo fuori luogo. I fatti sono avvenuti a Bologna mentre Marrazzo ha per competenza Roma e provincia. E poi cosa si sta cercando di dire qui?
Mancano dei pezzi.
Il fatto, che non viene detto, è che di solito le aggressioni alle trans non fanno altrettanta notizia di quelle ai danni di gay e lesbiche sia nei giornali che, anche se non soprattutto, nel movimento.
Che Marrazzo poi strumentalizzi le aggressioni ai gay per pubblicizzare le sue iniziative rivolte alla gente è vero.
Marrazzo non è l'unico però (anche il Mario Mieli ha fatto lo stesso, anche se da meno tempo e in modo meno sfacciato, aggressivo perchè la Rainbow Line esiste da poco mentre la Gay Help Line già da diversi anni).
In ogni caso è grottesco che prima Helena affermi che le violenze all'interno del movimento siano più gravi e poi strumentalizzi l'aggressione di Net per parlare male di Marrazzo che - una volta tanto - non c'entra nulla.
Purtroppo è vero. A Roma c'è una guerra senza quartiere tra arcigay roma e aricgay nazionale ma Patanè non mi sembra sia in una posizione tanto diversa da quella di Marrazzo. Anche lui (assieme al forum romano queer di Sel) ha strumentalizzato un caso di violenza contro gay (quello delle uova con lamette) denunciato da Marrazzo che lo aveva strumentalizzato a sua volta per farsi pubblicità alla Gay Help Line. Patanè in quel caso ha emesso un comunicato irricevibile nel quale dichiarava che a lui non risultavano aggressioni e se non risultavano a lui sicuramente non c'erano state. (e chi è un dio onnisciente?)
Insomma una misera guerra tra poveri alla quale però bisogna rimanere estranei e equidistanti perchè nessuno ha completamente torto né ragione e dovendo scegliere di schierarsi con Marrazzo o con Patanè è preferibile comunque non schierarmi con nessuno dei due.
E questo è quanto sta accadendo con la vicenda di Net.
Qui quello che Helena vuole dire, ma lo dice male mettendo in ballo altre questioni, è che a differenza di Marrazzo che sa far parlare di sé i giornali ogni volta che un gay viene aggredito anche quando si tratta di bullismo e non di omofobia (quando cioè il gay è stato aggredito non in quanto gay ma in quanto vittima casuale dell'aggressore) il movimento trans non ha lo stesso potere contrattuale.
Il canale privilegiato che Marrazzo ha costruito coi giornalisti danneggia indirettamente tutti quelli che non sono (ex) arcigay roma ora gay center \gay help line cioè tutt* gli/le altr* che i giornali ignorano credendo che Marrazzo parli per tutta la comunità.

Almeno questo è quello che io e Helena ci diciamo smepre quando ci incontriamo anche se in questo articolo se ne è davvero uscita male...

Apro un inciso importante. Finché i media, la maggioranza, i non gay e le non lesbiche penseranno che, ogni volta che un gay una lesbica o un\una trans parlano, lo fanno per nome e conto della comunità e non a titolo personale non ci potrà essere quella emancipazione, quella liberazione dalla discriminazione cui il movimento agogna.
Net ha subito un vero e proprio raid punitivo.
E questo è tutto da dimostrare...
I comunicati stampa sono partiti nel weekend, ma siamo a lunedì e ancora quasi nessun sito e nessuna testa giornalistica ne ha parlato. Questa si chiama censura."
Ma se i giornali non hanno parlato del caso la colpa è solo di Marrazzo?

Questa foto che ironizza su Patanè Marrazzo e Mancuso non è certo farina del sacco di Helena ma della giornalista autrice del pezzo che però la rende rea di certi giudizi e certi accostamenti (tra l'altro Helena di Mancuso non fa nemmeno cenno).
Moltissime associazioni che ho contattato hanno tentato di buttarla in caciara, come si suol dire, mi hanno risposto "Eh ma sono cose che capitano, è gelosia...". Ma questa volta non è così. A mio avviso un'aggressione organizzata a distanza di ore da un semplice battibecco, non è motivata dalla gelosia, ma da vera e propria transfobia.
E qui non so davvero di cosa Helena stia parlando. Nella testimonianza di Net pubblicata nello stesso articolo  (e che ho omesso) si legge:
(...)  mi son fermata a parlare con la ragazza in questione incuriosita dalla lunghezza dei suoi capelli superdecolorati… Per il semplice fatto di averle rivolto la parola la sua compagna mi si è scagliata contro pensando che ci stessi provando (...) Mi sono immediatamente defilata con questa che mi gridava dietro: “e vedi di andartene, prima che ti becchi una sberla”. son tornata a divertirmi con i miei amici…dopo un bel po’ passando dietro al loro tavolo m’è venuta la brillante idea di fare una battuta acida…”gliel’avrei voluta dare io ‘na sberla”…pessima idea…io l’ho detto una del gruppo delle picchiatrici indemoniate lo ha fatto, s’è girata e allungandosi m’ha tirato un gran schiaffone…non sono mica ‘na santa, istintivamente ho tentato di ricambiare la cortesia ma l’unica cosa che son riuscita a fare è stato scacciar via le mosche… non ho colpito nessuno! (...) inutile dire che sia stato chiesto a me di uscire…chissà come mai… Io ho subito detto che lo stavo già facendo e mi sono avviata alla porta prendendo il buttafuori sottobraccio… Il mio amico che poi ha cercato di difendermi mi ha visto ed è andato a chiedere spiegazioni alla sicurezza… Lì d’avanti c’erano già le ragazze a fomentarsi l’un l’altra nell’organizzare la spedizione punitiva alla “trans impertinente”… Ee nessuno della sicurezza è uscito a controllare cosa stesse per succedere… (...)  mi sono ritrovata incredula con 6 ragazze (...) che a breve m’hanno messa K.O. buttata a terra e presa a calci e pugni…soprattutto nella schena, in pancia e in testa…urlandomi “travone di merda…MUORI!”…ma poi travina casomai peso 52kg… Ho cercato di ripararmi il viso e mi son presa le botte in posizione fetale mentre il mio amico si è buttato su di me per proteggermi beccandosi anche dei colpi destinati a me…ad un certo punto hanno smesso e sono sparite lasciandomi a terra a contorcermi…credo sia tutto…potrei copiare il referto del pronto soccorso…ma ho davvero sonno, vado a letto. Ecco, le cose sono andate ESATTAMENTE così… Spero di esser stata abbastanza esaustiva.".
Dunque non sono passate parecchie ore dal battibecco alle botte come spedizione punitiva. Net è tornata verso le donne e ha fatto una battuta infelice. Quanto basta perchè le donne si siano sentite provocate e la reazione violenta è avvenuta subito dopo. Dunque di cosa parla Helena? 
Transfobia che nel mondo lesbico è presente da anni.
Quel che segue è interessante perchè Helena racconta di cose che ha vissuto in prima persona ma c'è uno slittamento semantico in tutto il discorso. Le sei donne lesbiche diventano qui rappresentanti del movimento femminista separatista e lesbico.  In realtà non sappiamo se siano militanti e, comunque, la ragione dell'alterco non è stata politica, ma di territorio, di harem, un ambito maschilistico, ma non per questo maschile. La specificazione sarà chiara fra un po'.
Fin dagli anni '70 quando i movimenti separatisti identificavano le transessuali come uomini travesititi da donne, da isolare e non includere nel movimento (pregiudizio diffuso e generalizzato tutt'ora in Italia, ndr).
La questione è complessa e non è questo il luogo per affrontarla. Faccio solo presnete che per quanto il cammino di transito tra il sesso maschile a quello femminile sia lungo e  coraggioso credo di poter affermare senza tema di essere considerato transfobico che le persone transitate al sesso femminile sono nate e cresciute come maschi (stereotipo di genere) e che certi meccanismi non si eliminano con la stessa rapidità di un intervento chirurgico. Io non ho mai giustificato il separatismo che considero politicamente sterile ma lo comprendo benissimo al punto tale che se fossi donna credo che avrei sicuramente avuto il mio periodo separatista, un po' come tutti quei gay che si circondano di donne perchè non si trovano bene con gli altri uomini, probabilmente perchè mal sopportano il maschilismo dei loro co-genere (ma anche questa questione è ben più complessa di così).
Quello stesso separatismo che potificava (e pontifica tutt'ora) sul genere maschile e femminile polarizzando il primo nel male e il secondo nel bene.
Beh non a caso il patriarcato e il maschilismo sono opera del maschio QUALUNQUE SIA IL SUO ORIENTAMENTO SESSUALE.
Quel separatismo che non riconosce nessun tipo di femminilità, che non sia quella genetica e spesso solo quella omosessuale.
Qui Helena è ingenerosa perchè dimentica che, nel mondo maschilista e patriarcale fatto a misura d'uomo (anche quello gay nonostante lo stigma) l'omosessualità femminile per molte donne prima ancora che l'espressione di omoerotismo  è espressione di autoaffermazione, di autodeterminazione, di scoperta e libertà del proprio corpo che passa anche attraverso un lesbismo di sororanza.
Io stessa ne sono stata vittima a Bologna, come a Roma. Mi sono trovata più di una volta in contesti in cui in quanto transgender con una compagna, venivo allontanata. Io non mi sono mai arresa, ho sempre voluto capire "il perché". Mi dicevano che non potevano accettarmi, perché includere me, significava includere poi anche i trans FtM e queste identità per un certo tipo di separatismo sono inaccettabili.
Non mi sembra sia difficile da capire il perchè anche se uno non è d'accordo.
Fu celebre una riunione prima di un evento ad un collettivo romano (il "Buon Pastore" - La Casa Internazionale delle donne) in cui io arrivai con la mia compagna e percepimmo un certo astio. Io dovevo essere la tradruttrice di una conferenza con le ragazze del "Good Vibrations" di San Francisco, ma sapevo che non mi vedevano di buon occhio, dopo che un trans FtM era andato a bussare alla loro porta, per avere ospitalità, visto che io bazzicavo il loro circolo. Insomma quella riunione divenne un vero processo pubblico contro me e la mia partner. Tentavano di cacciarmi e io senza arrendermi risposi a una delle donne che mi stavano attorno: "Tu sarai anche donna geneticamente, ma in questo momento hai in corpo più testosterone di quanto io non ne abbia avuto in corpo in tutta la mia vita". 
Ed ecco il maschilismo che riemerge. Un maschilismo che c'è dappertutto, tra uomini e donne, poco importa se genetic* o meno, tanto meno importa il loro orientamento sessuale. Helena, nella determinazione di quelle donne separatiste, ci vede una prevaricazione, una forma di violenza, di esclusione, di discriminazione.
Non dico che non abbia ragione.
Il punto è un altro.
Queste prerogative per Helena sono di esclusivo appannaggio maschile anzi della quintessenza (supposta) della mascolinità il testosterone l'ormone maschile che lei constata (o accusa) di notare molto più nelle donne (che, in quanto femmine biologiche testosterone non dovrebbero averne) che in lei che prima della transizione di testosterone ne aveva in natura.
Helena non sta dando solo delle maschiacce a quelle donne, ma preclude loro la possibilità di difendere in maniera aggressiva il loro spazio (quello separatista e lesbico) sena diventare per questo maschili.
Sessimo? Certo.
Maschilismo? Senz'altro.
Soprattutto patriarcato e paternalismo perchè Helena non solo sta dicendo loro siete più maschie di me che maschio lo ero biologicamente, ma confonde il simbolico col concreto e invece di riscontare un atteggiamento culturalmente accreditato solo al sesso maschile e capovolgerne la costruzione sociale riconoscendola alle donne senza che per questo perdano in femminilità lo confonde con la biochimica e traduce in un ormone un atteggiamento che, per quanto aggressivo e criticabile, rimane squisitamente femminile perchè fatto da donne.
In questa battuta profondamente misogina c'è la stessa radice dell'omofobia di chi confonde identità di genere con orientamento sessuale.
C'è l'onnipotenza del maschio che può permettersi pure di mutilarsi e diventare femmina ma che, lo stesso, alla prima occasione saprà distinguersi da quel genere cui pure dice di anelare al punto tale di avervi transitato.

Questi sono solo esempi per farvi capire quanto certe idee siano radicate nei comportamenti delle persone.
Anche in te Helena. Purtroppo anche in te.
La propaganda transfobica si è fusa con le "bar butch", quelle lesbiche mascoline, che non sono più politicizzate, ma che hanno interiorizzato dei comportamenti prettamente maschili, che sono negativi.
Ma come, prima Helena accusa il movimento femminista di  pontificare sul genere maschile e femminile polarizzando il primo nel male e il secondo nel bene e ora usa quelle stesse categorie?
Di più, nell'accusare le donne di essere aggressive e dunque maschili e dunque di aver interiorizzato il maschilismo (che non è propriamente aggressività o comunque uno stereotipo di genere ma una ben individuabile ideologia...) non posso non chiedermi se la critica non nasca da chi pensa che solo i maschi possono essere aggressivi e che se l'aggressività è negativa nei maschi figuriamoci nelle femmine

Così mentre le donne si chiedono oggi come fare a recuperare la loro aggressività 
Con la parola "aggressività" intendo quella disposizione istintiva che orienta a conquistare e a difendere un proprio territorio fisico, psichico e sociale nelle sue forme più diverse; o, in altri termini, quell'istinto che guida a riconoscere, ad affermare e a proteggere la propria identità.
Con lo stesso significato, del resto, il termine "aggressività" è utilizzato nel linguaggio dell'antropologia e dell'etologia, oltre che della psicoanalisi.
In nessun caso mi riferisco qui all'aggressività come è intesa nel linguaggio corrente con il significato di aggressione di uno spazio altrui.
Se ho sete e riesco a procurarmi un bicchiere d'acqua, il mio istinto aggressivo mi spingerà a berlo tutto; solo l'intervento di un codice culturale mi indurrà a una mediazione e quindi eventualmente a dividere quel bicchiere d'acqua con la mia vicina altrettanto assetata.
L'aggressione si verifica invece se io rubo o strappo di mano il bicchiere d'acqua a qualcuno per bermelo tutto io.
Allo stesso modo se un desiderio mi guida a cercare nuovi spazi e nuove terre, possiamo parlare di istinto aggressivo, che si trasforma in aggressione se i nuovi spazi e le nuove terre sono abitati da antichi residenti contrariati dalla mia iniziativa.
Siccome l'aggressività, come qualunque forma dell'istinto, non contiene in sé un codice etico, è possibile che nella realtà concreta delle cose possa manifestarsi anche come aggressione: dato che un essere umano è, da tempo immemorabile, abituato a mediare l'istinto con la coscienza morale, anche in questo caso l'uso che viene fatto dell'istinto aggressivo dipende dalle qualità del soggetto, dalla sua coscienza. dal suo inconscio e dal modello sociale in cui vive
(Marina Valcarenghi L'aggressività femminile Bruno Mondandori, Milano 2003 p. IX) 


mentre le donne stanno costruendo un immaginario nel quale la forza femminile non sia nascosta e inglobata in quella maschile - cfr. Federica Giardini (a cura di ) Sensibili Guerriere Sulla forza femminile, Iacobelli, Albano Laziale - Roma 2011-  Helena vorrebbe far ripiombare le donne nel femminino in una concezione nella quale la donna non può picchiare senza diventare mascolina.
Helena continua:
Se tenete conto che ad esempio, oggi a Roma al Gay Village, domina il coatto, potete ben immaginare come stiano cambiando i comportamenti della gente."
Il coatto domina da sempre nella cultura machista (non maschilista perchè possono esserci come ci sono maschilsiti gentili...) quindi non è che i comportamenti stiano cambiando casomai stanno regredendo si stanno accentuando a degli standard storicamente presenti.

Ecco una foto di ragazzi effeminati, cosa c'azzecca con le lesbiche butch?

Ma perché delle donne devono arrivare a picchiare un'altra donna? Cosa le rende così aggressive?
Adesso immaginatevi le domande al maschile: Ma perché degli uomini devono arrivare a picchiare un altro uomo ? Cosa li rende così aggressivi?
Ha senso?  Sicuramente meno che se declinata al femminile.

Vi rendete conto del maschilismo insito in questa domanda?
Ha la stessa radice che vuole i gay pappemolle che si menano con la borsetta proprio perchè accomunate al femminile. 
"Potrei rispondervi con le parole di Mario Mieli: 'Quando andavo travestito in metropolitana a Milano, in tacchi a spillo e boa di struzzo, la violenza negli occhi di chi mi stava attorno, era la testimonianza di quanto gli altri invidiassero la mia libertà, di cui loro erano privi.' Quello che è successo a Bologna forse è solo la testimonianza di un odio-amore tra un certo tipo di lesbiche e le donne transessuali.
Adesso mentre capisco l'odio/amore che possono provare le trans per le donne biologiche perchè rappresentano quello che loro non potranno mai essere fino in fondo mi sfugge cosa amino/odino  le donne lesbiche delle trans.
E comunque, dalla dinamica dell'aggressione a Net proprio per come ce l'ha raccontata lei stessa sono sicuro che se al posto di Net ci fossi stato io, uomo e gay, le sei lesbiche si sarebbero comportate esattamente allo stesso modo.
Ed è anche un esempio lamapante di come certe donne siano più maschili di certi uomini.
Di nuovo l'insopportabile semplificazione di uno stereotipo di genere assurto a metro di misura della realtà, per cui se le donne si comportano contraddicendo quello stereotipo di genere non dimostrano col loro agire da donne e di donne che lo stereotipo è contraddetto dalla realtà ma è la realtà che va ridefinita in base allo stereotipo per mantenerne intatto tutto il presupposto maschilistico.
Le parole che usiamo non sono mai la realtà ma strumenti che permetto di illuminare la realtà da un certo punto di vista evidenziando certi aspetti e lasciandone in ombra altri.
A sentire parlare Helena (e non solo) i concetti di maschile e femminile non sono descrittivi ma prescrittivi. Maschili sono atteggiamenti o modi di pensare che hanno gli uomini e solo gli uomini mentre se li vedo anche nelle donne non sono più atteggiamenti ascritti solo a quel sesso.

Ma questo non deve essere un processo contro una certa fascia di donne. Questo è un problema che può avere diverse cause, che sarebbe interessante analizzare, ma non è questo il luogo.
Che le donne lesbiche butch abbiano menato chicchessia è un problema oltre che un reato.
Ma siamo sicuri che la causa di questo atteggiamento criminale (che è ben altra cosa dall'aggressività sana) derivi dall'atteggiamento mascolino delle butch piuttosto che da una intolleranza diffusa e sostenuta dai media?
Quel che è certo è che bisogna squarciare il velo del silenzio a cui siamo abituati. Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno, guardarle con occhio critico, anzi autocritico.
Beh se i risultati sono questi....dobbiamo ricominciare da capo!
Dono di cui il movimento lgbt non è dotato. Ci si mette troppo poco in discussione rimanendo troppo legati anche a certe dinamiche di partito. Ma io ne sono esente. Oggi la mia amica è andata a fare denuncia alla Polizia, come è giusto che sia. E io pretendo che una vicenda come questa non resti inascoltata."

Che dire. Speriamo che episodi come questo guidati o meno da motivi personali, non accadano. Perché se ad attaccarci sono persone eterosessuali, siamo tutti pronti a fare branco. Ma se il branco siamo proprio noi? Chi difende le vittime?
Quindi la colpa ultima delle sei donne che hanno aggredito Net non è il fatto di averla picchiata ma di aver consumato un sororicidio. Vine da chiedersi con quanta accuratezza le dichiarazioni di Helena siano state riportate nell'articolo. Chissà se Helena saprà illuminarci a proposito...

C'è ancora tanto lavoro da fare nel movimento come fuori.



martedì 16 agosto 2011

Sul matrimonio gay di Cuba tra Wendy Iriepa e Ignacio Estrada. (2)

Come anticipavo nel post precedente, la stampa italiana anche a proposito del matrimonio tra Ignacio e Wendy deve farsi sempre notare.

Cominciamo dal sito del TGCOM che non ne azzecca una a iniziare dal titolo:

Fiori d'arancio per Wendy, il trans che imbarazza la famiglia Castro

Ancora con questa storia del trans... Non ne usciremo mai vivi!
Le sue nozze con un omosessuale e dissidente cubano hanno messo in imbarazzo Fidel Castro e la sua famiglia. Wendy Iriepa Diaz, transessuale e storica collaboratrice della figlia del Lider maximo, Mariela,
Líder máximo cioè Fidel... Peccato che Mariela sia figlia di Raúl e non di Fidel...
si sposerà il 13 agosto, giorno del compleanno di Fidel. La decisione di sposare Ignacio Estrada le è costata il posto di lavoro al Cenesex, Centro nazionale di educazione sessuale gestito da Mariela.
Wendy lavorava per Mariela come addetto
non addetta?
alla sicurezza. Il loro rapporto era strettissimo al punto che, prima di conoscere l’identità dello sposo, la donna aveva accettato di fare la sua testimone di nozze. Una volta reso noto il nome del futuro coniuge, però, è scoppiato il caos.
Mariela si è tirata indietro e a Cuba sono scoppiate le polemiche. Wendy è stata costretta alle dimissioni e la stessa Mariela, da sempre strenuo difensore dei diritti degli omosessuali, è stata costretta a rivedere la propria posizione.
Posizione su che cosa? Non sui matrimoni tra perone dello stesso sesso che erano vietati e continuano ad esserlo. I motivi sono squisitamente politici e fanno parte del regime castrista tanto amato qui in occidente: chi dissente nel pensiero diventa dissidente (beh già tanto che non viene arrestato...) persona non gradita e chi la sposa perde il posto di lavoro...
E pensare che se Wendy oggi è una donna a tutti gli effetti lo deve proprio alla figlia del Lider Maximo: è stata lei ad accoglierla al Cenesex, a darle un lavoro, a convincerla a cambiare sesso e a rendere possibile il cambio di identità all’anagrafe dell'Avana.
In realtà quello di Wendy non è il primo cambio di sesso a Cuba. Solo il primo a spese dello Stato...
Data da molti come possibile erede, in salsa riformista, dello zio Raul Castro,
che in realtà è il padre...
oggi al potere, ora Mirela appare in difficoltà dopo che, per opportunità politica e familiare, è stata costretta a sacrificare le proprie convinzioni libertarie in materia di sessualità.
Certo perchè i sentimenti non c'entrano mai...
Oltre al danno, Wendy ha anche preparato la beffa: si sposerà il 13 agosto, nel giorno dell’85esimo compleanno di Fidel. La scelta dei futuri sposi non è casuale ma è un attacco diretto a Fidel Castro, accusato
veramente non è solo accusato, quelle atrocità le ha proprio commesse, come ha ammesso egli stesso, l'anno scorso, chiedendo scusa e addossandosi tutta la colpa (come mussolini dell'omicidio Matteotti)
di aver compiuto atrocità contro la comunità omosessuale, soprattutto negli anni ’60.
Il ruolo di testimone delle nozze meno gradite della storia dell'isola è andato alla giornalista Yoani Sanchez, il cui blog non è raggiungibile da Cuba per le continue prese di posizione anti-Castro.


La Stampa di Torino  si distingue con un articolo che equipara transessualismo a omosessualità senza battere ciglio

La prestigiosa blogger cubana ha aderito alla richiesta di Wendy Iriepa. Sarà testimone al suo matrimonio con il dissidente Ignacio Estrada.

di GORDIANO LUPI
Wendy Iriepa Díaz, che è stata espulsa dal Centro Nazionale di Educazione Sessuale (CENESEX), per la sua relazione amorosa con un dissidente, aveva chiesto a Mariela di fare da testimone alle sue nozze con l'attivista dei diritti umani Ignacio Estrada,
ecco diritti gay diventano più generici diritti umani
ma la figlia di Raul Castro non ha voluto saperne. A questo punto la coppia ha chiesto la partecipazione di Yoani Sánchez che ha accettato con entuasiasmo. Abbiamo parlato con Yoani Sánchez e con Dagoberto Valdés. Saranno loro i nostri testimoni» ha detto Estrada. «Il matrimonio avrà luogo il 13 agosto, come regalo di compleanno a Fidel Castro, per ricordargli le atrocità che ha commesso contro la comunità gay cubana, specialmente negli anni Sessanta, con la creazione dei campi di concentramento conosciuti come Unità Militari di Aiuto alla Produzione (UMAP)», ha aggiunto Ignacio Estrada.

La coppia aveva programmato di realizzare la cerimonia nuziale nel Palazzo dei Matrimoni di Mayía Rodríguez, nel municipio 10 de Octubre, ma non è stato possibile per ragioni estranee ai due futuri sposi. L'unione sarà legalizzata davanti a un notaio. Il matrimonio non può essere proibito dalle autorità, dato che Wendy ha completato le pratiche legali per il cambio di sesso ed è una donna a tutti gli effetti. In ogni caso la coppia teme un sabotaggio delle nozze per motivi politici. Secondo Ignacio Estrada questo primo matrimonio di una coppia gay
ed ecco che casca l'asino. L'articolo attribuisce a Ignacio una dichiarazione che invece  è dell'autore dell'articolo  Gordiano Lupi, secondo il quale Wendy e Ignacio sono una coppia gay
- anche se da un punto di vista giuridico si tratta di un uomo e di una donna -
Ora che qualcuno spieghi per cortesia a Gordiano che per essere una coppia gay, entrambe le persone devono essere dello stesso sesso, mentre qui abbiamo non sono legalmente, ma anche di fatto, perchè Wendy è una donna fisicamente parlando non solo legalmente una donna e un uomo (fosse stato altrimenti non si sarebbero potuti sposare).
Per Gordiano evidentemente  un uomo che cambia sesso e diventa donna è un gay (nel caso specifico invece Wendy è etero se fosse gay avrebbe dovuto essere attratta da donne) in una confusione discriminatoria tra identità di genere (che nel caso specifico significa per Wendy che vuole amare gli uomini da donna) e orientamento sessuale (Ignacio che ama gli uomini da uomo).
aprirà nuovi spiragli di libertà nella società civile cubana.
Certo non apre nuovi spiragli nel giornalismo italiano che rimane tra i più ottusi, discriminatori e pieni di pregiudizi di tutto l'occidente democratico.

Ma la ciliegina sulla torta è l'irricevibile, pessimo, nazista, delirante, discriminatorio, omofobico, transfobico, criminale articolo di Massimo Cavallini sul  
Fatto Quotidiano Preparate il secchio perchè durante la lettura vi verrà da vomitare come è capitato a mela prima volta che l'ho letto.

Wendy e Ignacio: a Cuba trionfa l’amore

Nulla, più d’una storia d’amore, può illuminare questi giorni cupi in pressoché ogni anfratto del pianeta Terra. E nessuna, tra le molte storie che si possono raccontare, è probabilmente più “d’amore” – e più peculiarmente cubana – di quella che vede protagonisti  Wendy ed Ignacio, la donna e l’uomo (mettiamola così per il momento)
di che Parla Cavallini? Forse che Ignacio è meno uomo perchè gay? O  Wendy non è donna perchè non lo è biologicamente? Ancora l'articolo non è iniziato si può dire ed ecco già emergere i due classici luoghi comuni discriminatori. un gay è meno uomo (come una gay è meno donna) e una trans non è una vera donna.
che domani, giorno dell’ottantacinquesimo compleanno di Fidel Castro Ruz, convoleranno a giuste nozze in quel dell’Avana, nel “Palacio de matrimonio del barrio de La Vibora, en las calles Maya Rodríguez y Patrocinio”.

Sono molti, ovviamente, i dettagli che definiscono la unicità di questo matrimonio. E certo è che, tra questi dettagli, fondamentale è la storia personale dei due sposi. Wendy Iriepa – nata all’Avana 34 anni fa
tutti gli altri giornali (BBCGuardian, Latin American Herald Tribune)  gliene danno 37, ma tant'è. 
e dichiarata di sesso maschile
dichiarata? Nato casomai di sesso maschile...
– è infatti il primo transessuale, o la prima transessuale
Caro  (si fa per dire) Cavallini un transessuale e una transessuale sono due persone diverse. Il primo è una donna che ha transitato verso il sesso maschile, la seconda è un uomo che ha transitato verso il sesso femminile. Nel nostro caso dunque la transessuale è l'unico legittimo accordo di genere della parola transessuale. Naturalmente li usi tutti e due per evidenziare l'ambivalenza maschile femminile di Wendy che, nella tua testa piena di pregiudizi, è un po' l'uno e un po' l'altra, ma solo nella tua testa, non ella realtà.
ufficialmente riconosciuta dallo Stato rivoluzionario (laddove per “riconosciuto/a”, s’intende che il medesimo Stato rivoluzionario, da sempre legittimamente fiero dell’assoluta gratuità ed universalità del suo sistema sanitario, ha provveduto a sostenere le spese dell’operazione di cambio di sesso).
Quindi non un uomo ma una donna...

Ed Ignacio Estrada
scusate ma sapete quanto malsopporti le d eufoniche fuori posto...
è, a sua volta,
a sua volta? Perchè Wendy è una omosessuale? Quando usciremo fuori da questo equivoco da anni 50 che un gay e una lesbixa sono rispettivamente donne e uomini mancati?
un omosessuale, ovvero, un uomo che si sente sessualmente attratto da altri uomini.
Beh non solo sessualmente, ma anche affettivamente. Anzi forse è proprio il fatto di innamorarsi o di voler metter su famiglia con un altro uomo che fa di un uomo un omosessuale. Non solamente il fatto che, ci è andato a letto.  Ci sono molti uomini che fanno sesso anche con persone dello stesso sesso senza per questo sentirsi omosessuali ma continuando a percepirsi come etero... (lo so che per molte finocchie questi etero sono gay velati ma in realtà non lo sono al limite sono bisessuali...)
Molti, a fronte d’una tanto inusuale combinazione di diversità,
dunque essere gay ed essere trans (qui la d eufonica ci va) sono due diversità
si vanno in queste ore chiedendo che cosa davvero rappresenti l’unione tra Wendy ed Ignacio. Si tratta – a dispetto d’un sistema legale che, a Cuba, ancora non contempla la possibilità di unione tra persone del medesimo sesso – del primo matrimonio gay?
Chi se lo chiede? Tu Cavallini che dell'argomento non solo non capisci nulla ma hai in testa una confusione che è simile al CAOS!
O la peculiarità dell’evento sta, per l’appunto, nel fatto che un omosessuale maschio
be UN omosessuale femmina non s'è mai visto... Un omosessuale o UNA omosessuale... non c'è bisogno di specificare il sesso è già specificato dall'articolo... Altro che caos quella di Cavallini sono vere e proprie ecolalie...
sposa una persona nata uomo che è però oggi – legalmente e per scelta personale – a tutti gli effetti una donna?
Legalmente e per scelta? Non perchè è stata modificata nel suo corpo perdendo i tratti sessuali primari e secondari maschili e acquisendo quelli femminili?

Lasciamo agli esperti di sessuologia la risposta a questi quesiti.
di sessuologia? Certo perchè l'omosessualità e la transessualità sono problemi da lasciar risolvere a chi studia la vita sessuale (come se l'affettività non contasse) sotto l'aspetto anatomico, psicologico e patologico (definizione del dizionario online Hoepli
Perché, in effetti, quello che davvero conta, nella vicenda di Wendy ed Ignacio, è, come detto, l’amore.
Ma come non era una questione di sessuologia?
L’amore oltre il labirinto della sessualità.
Cavallini il labirinto è solo nella tua testa.
L’amore oltre la politica e l’ideologia. L’amore tra due persone che, semplicemente, si amano. Al di là della scienza,
ma si fosse trattato di un matrimonio tra un uomo etero e una donna biologica Cavallini avrebbe mai parlato di scienza? E perchè la tira in ballo parlando di gay e di trans?
al di là dei pregiudizi e delle convenzioni.
Beh l'eterosessualità non è solo una convenzione cui l'omosessualità è una deroga...
Al di là della propria storia personale
che invece determina sempre le nostre azioni...
e, in qualche misura, persino al di là della logica.
Quella di Cavallini, che è inesistente in questo articolo...

Wendy è, a suo modo, un pezzo della storia recente di Cuba. Più precisamente: un pezzo di quella storia che, negli ultimi anni, ha visto un riconoscibile membro della famiglia reale –  Mariela Castro, figlia di Raúl - abbracciare la causa dei diritti degli omosessuali,
solo i maschi, niente femmine
progressivamente cambiando quella che, fin dagli inizi era stata la molto pronunciata tendenza omofobica del castrismo (già nella primavera del 1961, in un celebre discorso all’Università dell’Avana, Fidel si scagliò, nel nome della mascolinità della sua rivoluzione, contro “i signorini effeminati che vanno in giro con i jeans attillati”).
Veramente Fidel ha fatto ben altro che scagliarsi con un discorso...i gay li ha messi campi di rieducazione... Ma informarsi - dico io - no?

Di questo processo – un processo che ha fatto di Cuba uno strano paese, nel quale vai in galera se distribuisci un volantino contro il governo, ma puoi a spese del governo cambiare sesso –  
Quanta transfobia! Per Cavallini è più strano che una trans venga operata a spese dello stato (in un paese che accetta di curare gratuitamente cittadini di qualunque nazionalità) che non ci sia libertà democratica di dissentire. Peccato che invece di fare un esempio così blando come quello di un volantino di protesta non si sia riferito ai campi di rieducazione per gay o al fatto, pertinente all'articolo, che Wendy sia stata costretta a licenziarsi perchè aveva deciso di sposare Ignacio considerato da Mariela, cioè dal Governo, un dissidente...
Wendy Iriepa era, per molti aspetti, il proverbiale fiore all’occhiello. E come un fiore all’occhiello veniva esibita in tutte le manifestazioni del Centro Nacional de Educación Sexual (Cenesex), creato da Mariela Castro. Per questo, Wendy (la molto revolucionaria Wendy) aveva promesso che, si fosse un giorno sposata, si sarebbe sposata nel giorno del compleanno del “comandante en jefe”.

Poi Wendy, divenuta donna, ha incontrato Ignacio, un uomo al quale piacciono gli uomini ed
aridaje!
anche – in questa vicenda di paradossi sembrano non finire mai –
perchè un uomo gay che sposa una donna è un paradosso...
un cattolico ultra-conservatore, fino a non molto tempo fa deciso a farsi prete.
Nessun altro articolo riporta questa informazione. Ma Cavallini  è male informato. Anche in Italia ci sono omosessuali tra le fila berlusconiane, o tra quelle della destra. Basta informarsi.
Nonché, da un punto di vista politico, un dissidente. Tutto – dalla biologia, alla politica – pareva negare la possibilità d’un accoppiamento.
Dalla biologia? Perchè Wendy e Ignacio sono biologicamente incompatibili?
Cioè sono velenosi l'uno per l'altra? Ma di cosa parla questo signore?
Dove ha studiato?
E, soprattutto, con quale profitto ha studiato se non riesce che a scrivere idiozie?

L'accoppiamento? Perché a Ignacio e Wendy per trombare era necessario sposarsi? Non ci saranno per caso ragioni politiche o sentimentali (che è l'unico nodo da sciogliere) dietro il loro matrimonio? No. Per Cavallini ci sono questioni politiche e biologiche che remavano contro...
Eppure – come entrambi gli sposi oggi raccontano in estatico unisono – fu amore a prima vista.
Se questo è accertato allora significa solo che a Ignacio, gay dichiarato,  è capitato quello cui nessuna persona dotata di onestà intellettuale può mai dire con certezza non gli capiterà mai innamorarsi di un uomo o di una donna anche se normalmente non è attratto/a da quel sesso perchè ci capita di innamorarci non solo per attrazione fisica ma anche per altri motivi....
E fu anche – come spesso capita ai grandi amori – tradimento. Accusata, per l’appunto, di “dormire con il nemico”, Wendy è stata ripudiata da Mariela e messa alla porta da quel Cenesex di cui era, per tre anni, stata una delle bandiere.
A ecco questo non è paradossale. Ma che si sia sposata un gay sì...
Ed Ignacio ha dal canto suo – nello sposare una donna – rivelato una parte di sé (il suo essere omosessuale) che lo mette in aperto contrasto con la sua religione, compiendo nel contempo un gesto (sposare una donna) che contraddice la sua sessualità.
L'orientamento sessuale è solo una parte della sessualità di una persona che non si conlcude nella sfera sessuale. Ma non si doveva parlare di amore in questo articolo?
Ecco la vocazione catalogatrice di Cavallini. Secondo Cavallini si fa sesso con persone dello stesso sesso perchè si è gay mentre è vero il contrario: si è gay perchè si fa l'amore con persone dello stesso sesso.
Le categorie sono cioè descrittive non prescrittive. Se Ignacio fa l'amore con Wendy ciò non contraddice la sua omosessualità (per tutte le volte che è andato a letto o si è innamorato di uomini) ma dimostra che ognuno di noi ha una personalità più complessa e meno determinatile di tutte le categorie che possiamo immaginare di usare.
In ogni caso il fatto che un gay faccia l'amore con una donna non è una contraddizione. Chi la pensa così è pericoloso per sé e per gli altri perchè non riconosce la realtà non la vede per quella che è ma la vorrebbe determinata dai significati dei concetti che usa significati tra l'altro mal interpretati e mal capiti...
Testimone del matrimonio sarà – ultima perla in questa collana di bizzarrie –
certo un vero baraccone da circo, la trans, il gay e il loro matrimonio ...antibiologico!
Yoani Sánchez, la famosa “bloguera” i cui raccontini di vita quotidiana fanno imbestialire i castristi d’ogni latitudine…

La morale? Nessuna, ovviamente. Come nel caso di Paolo e Francesca – laddove la forza dell’amore trascende la morte e la dannazione eterna –
Veramente Paolo e Francesca sono morti per mano del marito di Francesca, fratello di Paolo e vengono messi da Dante nell'inferno....
la storia di Wendy ed Ignacio supera le barriere della morale rivoluzionaria (inclusa quella “riformata” di Mariela Castro),
cioè semplicemente perchè wendy ha sposato un esponente dei dissidenti di quelli che osano criticare il governo castrista?
della religione e della vita stessa.
Veramente anche Ignacio e Wendy fanno parte della vita. Anche se forse Cavallini la pensa diversamente.
È una storia bellissima, che si racconta da sola. E peggio per tutti coloro che non la capiscono…
Quindi peggio per Cavallini che per primo non ha capito niente in questa storia.
Una storia d'amore eminentemente platonica se la si è spogliata di ogni componente sessuologica, biologica,  e logica prima di riconoscerla come tale.

Da vomitare vero?

E ora che ne facciamo del secchio pieno di vomito?

Io un'idea ce l'avrei...


Sul matrimonio gay di Cuba tra Wendy Iriepa e Ignacio Estrada. (1)

Adnkronos qualche giorno fa ha pubblicato questa news:

Cuba: attesa per prime nozze tra un gay e un trans

L'Avana, 13 ago.
Le prime nozze gay si celebrano oggi a Cuba dove le unioni tra persone dello stesso sesso non sono legali, ma in questo caso la sposa, Wendy Iriepa, e' un transessuale ma in questo caso la sposa, Wendy Iriepa, e' un transessuale.
Facciamo l'analisi del comunicato.
Le prime nozze gay
Si dice nozze.  Non nozze gay. In tutti gli stati dove sono riconosciuti i matrimoni tra persone dello stesso sesso si tratta della stessa legge che riconosce i matrimoni tra persone di sesso diverso. L'istituto è sempre quello del matrimonio allargato ANCHE alle persone dello stesso sesso.
si celebrano oggi a Cuba dove le unioni tra persone dello stesso sesso non sono legali,
 quindi a che titolo le si chiama nozze gay?
ma in questo caso la sposa, Wendy Iriepa, e' un transessuale
Quante volte ancora dovremo ricordare a questi giornalisti che non si meritano di essere chiamati così che il genere della parola trans va accordato con il sesso di arrivo non con quello di partenza? Anche perchè se una persona ha fatto tanto per cambiar sesso è come minimo irrispettoso ricordargli il sesso di nascita?
ma in questo caso la sposa, Wendy Iriepa, e' un transessuale
A maggior ragione se LA  TRANS è stata RICONOSCIUTA donna  in forma ufficiale.

In ogni caso che cosa vuol dire che queste nozze si sono celebrate tra un gay e UNA trans?
Delle due l'una.
O il giornalista (ma saprei io come chiamarlo o chiamarla) pensa che siccome un uomo sposa una donna che è stata uomo sia gay - il che la dice lunga non solo sull'omotransfobia dell'autore della news (che vede gay laddove ci sono invece un uomo etero e una donna trans) ma anche sulla semplificazione ideologica e sul modo di riportare le notizie in generale - oppure il gay ha sposato la donna (poco importa se biologica o no) come copertura e dunque è un matrimonio che denuncia il clima omofobico di Cuba se costringe un gay a nascondersi dietro un matrimonio di facciata.

In realtà le cose sono più complesse di così.

Per capirci qualcosa di più non fidandomi della stampa italiana e sperando che il delirio sia dei giornali (e siti) italiani mi sono rivolto a fonti estere e locali più attendibili o più vicine ai fatti svoltisi.



Ho consultato così il blog di Yoani Sánchez una blogger cubana dissidente e che ha fatto da madrina alle nozze, il Latin American Herald Tribune,  più alcune testate internazionali, dalla BBC, al Guardian ad Aljazeera e ad Advocate.

Il tono di questi articoli infatti è meno approssimativo di quelli italiani e nessuno usa l'espressione nozze gay come AdnKrons nei loro titoli:

Cuba gay man and transgender woman marry1 (BBC)

Gay man weds transsexual woman in Cuba2 (Guardian

Il titolo che osa di più è quello di Aljazeera: Cuba celebrates its first transgender wedding3

Ecco i fatti.

Wendy Iriepa è una donna trans operatasi nel 2007. E' stata la prima a farlo a spese dello stato, grazie a un programma pilota che dal 2008 rende possibile il riassegnamento di sesso a titolo gratuito, a spese dello stato, riconosciuto a chiunque si trovi sull'isola, non importa quale nazionalità (ricordate il film di Michael Moore?).


Ignacio estrada, noto attivista gay e sieropositivo, è riconosciuto dal governo come un dissidente e mal visto da Mariela Castro, nipote di Fidel e figlia di Raul, fratello di Fidel, attuale Presidente del Consiglio di Stato Cubano.
Ignacio ha dichiarato al Latin American Herald Tribune di aver incontrato Wendy il 13 maggio di quest'anno, di essersi innamorato di lei e di aver deciso di sposarsi con lei il 13 agosto (data in cui Fidel Castro compie gli anni, 85 quest'anno). 
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Mariela è presidentessa del Centro Nazionale di Educazione Sessuale di Cuba (Centro Nacional de Educación Sexual de Cuba, CENESEX) impegnata per i diritti glbtqi e usata da molti, in patria e all'estero, come simbolo che il regime castrista ha cambiato opinione sull'omosessualità. Fidel infatti costrinse molti gay nei campi di rieducazione, subito dopo la rivoluzione, come è stato denunciato tra gli altri anche da Reinaldo Arenas (morto nel 1990)  nel suo autobiografico Antes que anochezca del 1990, dal quale Julian Schnabel, dieci anni dopo, ha tratto il film Before Night Falls, con Javier Bardem. 
L'omosessualità,  rimasta illegale fino al 1970,  veniva considerata controrivoluzionaria (esattamente come, nell'Italia del 1968, venne considerata un vizio piccolo borghese). Fidel Castro, lo scorso anno, ha ammesso che la repressione dei gay è stata una gran ingiustizia e se ne assunta la piena responsabilità.


Secondo il Latin American Herald Tribune Ignacio, lo scorso Giugno ha organizzato un Pride alternativo a quello ufficiale e per questo è stato visto da  Mariela (cioè dal Governo) come esponente di un movimento dissidente (da quello ufficiale di Mariela). 
Quando Mariela ha criticato l'inopportunità delle nozze di Wendy con Ignacio ha messo la donna (che lavorava presso il CENESEX) in una posizione scomoda dalla quale Wendy si è potuta sottrarre solamente col licenziamento. Alla faccia del governo gay friendly da quando al potere ci sono Mariela e suo padre...



Nessuno degli articoli da me letti però sottolinea il trattamento tutt'altro che friendly di Mariela e del governo né si chiede se il matrimonio tra Ignacio che ha dichiarato di essersi innamorato di lei e Wendy abbia una dimensione privata consistente (se cioè i due si amino davvero e dunque Ignacio è un gay alla prima storia etero, non ci sarebbe nulla di male) o se il loro matrimonio è solo un gesto politico e di provocazione.
Tutti danno per scontato che se ci sono di mezzo un gay e una trans il matrimonio in questione non sia un regolare matrimonio etero ma un matrimonio in qualche modo gay. Il movimento omosessuale ha molta strada ancora da fare...



Una donna trans che sposa un uomo gay non dovrebbe fare tutto questo scalpore visto che, anche in un paese omofobo come l'Italia, nessuno può impedire un matrimonio tra un omosessuale e una donna trans, sempre di un uomo e una donna si tratta e non di un matrimonio gay.

Una confusione forse indotta dalla dicitura matrimonio gay - invece della più precisa matrimonio tra persone dello stesso sesso.  
Il matrimonio gay non si riferisce al fatto che a sposarsi è una persona con quell'orientamento sessuale, indica soli il monoassortimento sessuale della coppia di coniugi. 
Se io, gay dichiarato, voglio sposarmi con una donna, lesbica dichiarata, nessun tribunale italiano (o Cubano) può impedire il matrimonio.

La confusione però non è solo dei siti italiani. 
Yoani Sánchez nel suo blog (tradotto in italiano sul sito de La stampa) a proposito delle nozze tra Ignacio e Wendy ha detto:
Quello che avrà luogo il prossimo sabato 13 agosto non può essere considerato legalmente un “matrimonio gay”, ma è quanto di più vicino siamo riusciti a ottenere. Wendy possiede un documento d’identità con un nome femminile, ma ai burocrati costerà fatica capire perché il suo certificato di nascita dice “maschio”.
Non so a voi ma  a me questa considerazione sembra un tantinello discriminatoria...
Firmeranno entrambi un documento davanti a un notaio e usciranno dal Palazzo dei Matrimoni come marito e moglie. Torneranno alla loro casetta nel municipio Playa coscienti di aver costituito un precedente importante, di averci dato una lezione, una spinta in avanti, un’accelerazione. Noi che saremo presenti alla loro unione legale, specialmente io che sarò la madrina, dovremo ringraziare Wendy e Ignacio. Perché per una sera, per una breve sera, avranno fatto entrare il nostro paese nel terzo millennio, nel bramato tempo di “adesso”.
Quel che non si capisce è come un matrimonio tra un uomo  e una donna (poco importa l'orientamento sessuale di lui e il cambiamento di sesso di lei) possa costituire un passo vanti per la causa
Se il matrimonio è tra le altre cose il riconoscimento della dignità dell'amore tra persone dello stesso sesso  questo matrimonio tra un uomo  e una donna continua a confermare che l'unica norma concessa nell'assortimento sessuale è quella etero, poco importa del resto. 
E, certo, se per sposarmi col mio uomo, o con la mia donna, devo cambiare sesso, con tutto rispetto per chi vuole farlo, beh no grazie, non mi sposo!!!

In nessun caso questo matrimonio rappresenta  la celebrazione delle unioni omosessuali perchè Wendy è una donna e poco importa se invece Ignacio è gay. La loro unione in quanto coppia  celebra comunque l'eterosessualità.

Non mi fraintenda qualche lettore distratto o confuso. 

Se Ignacio, da gay convinto, si è innamorato di Wendy, in quanto donna (anche se trans) non solo non c'è niente di male, ma la sua scelta "etero" non mette in discussione la sua omosessualità, né mette in incompatibile antagonismo etero e omosessuali. 

Ci innamoriamo delle persone prima ancora che del loro sesso di appartenenza e non c'è nessuna contraddizione se un gay intraprende una storia etero o viceversa, se non nella mente di chi vuole catalogare la sessualità e l'affettività umane in categorie oppositorie.

Però da qui a dire che il matrimonio ETERO tra un gay (che però se sposa una donna tanto gay non lo è più...) e una trans sia il simbolo delle unioni omosessuali ce ne corre...
Ma su questo fatto nessuno sembra voler puntualizzare nemmeno una sito gay storico come The Advocate che si limita a considerare - citando il Latin American Herald Tribune che riporta la dichiarazione - che Ignacio considers himself gay but had fallen in love with Iriepa after her transition.

Non è l'orientamento sessuale a fare di un matrimonio un matrimonio gay ma l'assortimento sessuale delle coppie.
Matrimonio omosessuale (=dello stesso sesso) si dovrebbe riferire solamente a questo al fatto che sono due persone dello stesso sesso a sposarsi ma siccome implica automaticamente che il motivo per cui ci si sposa o non ci si può sposare è l'orientamento sessuale della coppia e non il loro genere è sempre bene specificarlo ricorrendo alla parafrasi matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Se anche una militante internazionalmente conosciuta come Yoani Sánchez confonde identità sessuale con orientamento sessuale vuol dire che c'è veramente evidentemente un bisogno improcrastinabile di un vademecum per il giornalista ma anche per molte e molti militanti che spieghi le implicazioni logico-storico-sintattico-politiche ogni volta che usano certe parole, certi sostantivi certi aggettivi.

E' quello cui sto lavorando e non da solo...




Per quanto riguarda i commenti della stampa italiana dovrete attendere un post apposito. Perché noi italiani, come al solito dobbiamo distinguerci...







 
1) Un uomo gay di Cuba e una donna transgeder si sposano 


2) Un uomo gay sposa una donna transessuale a Cuba 


3) Cuba celebra il suo primo matrimonio transgender