In una versione precedente di questo post si riportavano le dichiarazioni di Arcigay come dichiarazioni di Gay Help Line che invece è estranea a questa denuncia e non c'entra nulla.
Un mio errore, del quale chiedo scusa alla Gay Help Line e ai lettori.
Sarò cinico, sarà che dell'Arcigay Roma non mi fido mai troppo, ma nel presunto caso di omofobia denunciato dalla Marrazzo (Fabrizio) e Co. c'è qualcosa che non quadra.
Il primo articolo che ne parla è del Corriere della Sera (versione online) firmato da una vagherrima redazione online.
Episodio di discriminazione sessuale sulla spiaggia di Ostia, nel XIII Municipio di Roma. Due ragazzi romani, R. e M., «si stavano baciando in spiaggia, quando un dipendente dello stabilimento balneare ha chiesto loro di smetterla e di allontanarsi perché segnalati da tre bagnanti che si ritenevano infastiditi» dalle loro effusioni. Sarebbe accaduto - secondo quanto denuncia il responsabile dell'ufficio legale di Arcigay Roma, Daniele Stoppello - a fine di luglio nello stabilimento balneare "Settimo Cielo", «conosciuto e frequentato da anni dalla comunità lesbica e gay».
Settimo cielo NON è uno Stabilimento balneare ma un chiosco. Una costruzione in legno autorizzata dal Comune di Roma in cambio del mantenimento (pulizia) della spiaggia.
La spiaggia di Capocotta è spiaggia libera e non si capisce a che titolo il titolare di una concessione commerciale (il chiosco) possa dire a dei bagnanti di una spiaggia libera di andarsene via.
I due ragazzi ventenni non si sono lasciati intimorire e hanno chiamato le forze dell'ordine, che sono intervenute per riportare la calma in riva al mare.
Non la calma ma per abbassare la cresta al tipo del chiosco. Se si è davvero arrogato tale diritto perchè l'articolo (cioè il comunicato dell'Arci gay) non fa leva su questo punto: come si permette un cittadino privato a dire a due cittadini privati "andate via"?
«E' un fatto molto grave che a due ragazzi venga chiesto di allontanarsi a causa di un bacio - nota Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma - .
Fabrizio si guarda bene dal dire, naturalmente, che il tizio del chiosco non ne aveva titolo essendo la spiaggia LIBERA: perchè?
"E' grave che una coppia gay debba ricevere un simile trattamento e subire un'aggressione verbale. Nelle ultime settimane si sono verificati episodi analoghi anche in altre città: un segnale di quanto sia necessario promuovere una nuova cultura nella società, anche in settori strategici per il nostro Paese, come quello del turismo».
Ecco l'aggancio con situazioni ritenute simili quella di Torre del Lago, in Versilia, dove un guardiaspiaggia ha "rimproverato due ragazzi" (ma non ha detto loro di andare via perché non poteva farlo) e quello accaduto nella spiaggia libera di Cagliari alla ottava fermata di Poetto dove sono stati altri bagnanti a chiamare i Carabinieri infastiditi dai baci di due ragazzi (situazione controversa perchè ora pare che i due fossero coinvolti in effusioni uh po' più spinte) .
Ma ecco la parte comica (se non si trattasse di sciacallaggio di un problema serio come quello dell'omofobia) dell'articolo.
Arcigay chiede al gestore dello stabilimento di «dissociarsi dal gesto di questo dipendente e valutare tutte le conseguenze del caso».
Allora. Settimo cielo è un chiosco gestito da italiani e migranti magrebini che non credo siano dipendenti... al limite soci della cooperativa cui sarà stata data in gestione la licenza del chiosco
Ma anche fossimo in uno stabilimento il modo di vedere le cose di Arcigay è padronale e poco di sinistra (e molto berlusconiano).
Invece di dire al direttore/proprietario dello stabilimento (chiosco) che la responsabilità è sua, Arcigay chiede al gestore di dissociarsi (così si para il culo) e di prendere i provvedimenti del caso sul dipendente (multarlo? Licenziarlo?).
Capito?
La colpa non è del proprietario\gestore\imprenditore ma è del dipendente. La colpa è del lavoratore mai del padrone...
Ben diversamente da come si è comportato Pierluigi Teani, il titolare della "Blu service" la società che gestisce il servizio di guardiaspiagge di Lucca il quale si è preso le sue responsabilità spiegando Il bagnino mi ha spiegato di essere intervenuto perchè c'erano i bambini, le famiglie (...) Ho già chiesto scusa ai due giovani perchè è chiaro che chi è intervenuto aveva il dovere di farlo con garbo. Posso garantire che non accadrà più. (Fonte, L'unità)
Se pensate che me lo sita inventando io ecco che l'articolo viene in mio soccorso:
E promette, per il prossimo fine settimana, la distribuzione di volantini sul litorale romano «per ribadire la forza di amori e baci alla luce del sole».
RISARCIMENTO - L'associazione non esclude di «chiedere un risarcimento danni al dipendente dello stabilimento, perché è stato compromesso il diritto di godimento di un bene demaniale in condizioni di parità dei diritti e delle libertà», ma anche per fare in modo «che comportamenti simili non si ripetano». Arcigay si rivolge infine alle associazioni di categoria «perché Roma possa uscire dalla crisi economica anche grazie al suo essere una città accogliente e più libera, capace di attrarre turisti come le altre mete internazionali».
Non si tratta di uno stabilimento chic di Ostia ma di un pezzo di spiaggia libera senza ombrelloni (li affittano ma nessuno li prende) e senza lettini (idem) più da zecche che da gay radical chic con un chiosco di legno che vende bibite e panini....
In ogni caso la realtà è fuorviata e distorta perchè se il chiosco del Settimo cielo è uno stabilimento il Kursaal di Ostia cos'è?
Va beh, direte, il corriere è di Milano che vuoi che ne sappia della spiaggia di Capocotta?
Magari la colpa non è di Marrazzo e Arcigay (che di Roma sono...) ma del sito del Corriere...
Sul sito di Arcigay capiamo meglio: c'è proprio scritto Stabilimento BAlneare, non è un errore del corriere...
Il corriere ha comunque la colpa di NON AVER VERIFICATO la notizia come si dovrebbe fare sempre. e se un chiosco diventa uno stabilimento chissà quanti altri dettagli sono stati cambiati... Altri quotidiani non romani come il Mattino parlano di stabilimento (sic!).
Ennesimo caso di intolleranza nei confronti di una coppia gay. Sulla spiaggia di Ostia due omosessuali sono stati allontanata per le proteste dei bagnanti dopo un bacio. Si tratta dell'ultimo episodio di una lunga serie.
Repubblica non parla di Stabilimento (sarebbero stati subito spernacchiati dai suoi lettori che sanno bene cosa è in realtà settimo cielo...) e si concentra a collegare questo fatto omofobo di Roma ad altri fatti ritenuti analoghi in realtà ben diversi successi in Italia nelle settimane scorse.
Così da un lato lo sciacallaggio dei quotidiani che cavalcano l'onda lunga (dura ormai da un anno e più) dell'"emergenza omofobia" dall'altro strumentalizzazioni sospette da una associazione sedicente gay che ha tenuto a tacere la notizia per 10 giorni (ci diranno che prima gli avvocati stavano vagliando su come procedere...) per cercare di sfruttare al meglio la visibilità mediatica non già dei due ragazzi ma di Arcigay che così si fregia di esere il paladino dei gay vilipesi (con 10 giorni di ritardo) mentre noi mortali cittadini\e etero e gay comunque bambacioni ci facciamo strumentalizzare da questi furbetti del quartierino in cerca di pubblicità gratis.
Si colpiscono i più deboli (perchè prendersela col dipendente e non con la coppia che si è lamentata?): i lavoratori (per di più migranti) mai i bagnanti andati lì a rompere le scatole o il legale responsabile del chiosco (spacciato per stabilimento...).
Intendiamoci i miei sono solamente sospetti e sono pronto a rettificare e chiedere scusa se (come spero) si dimostreranno infondati, ma credo di poter fare in tutta onestà e buonafede alcune domande:
Perché la notizia è stata data solo il 10 di agosto se il fatto è successo a fine di Luglio?
Perchè si parla di "stabilimento" quando si sa bene che è un chiosco di una spiaggia libera e dunque in nessun modo e a nessun titolo il "dipendente" o chicchessia poteva dire nulla ai due ragazzi, figuriamoci cacciarli dalla spiaggia?
Perché prendersela solamente col "dipendente" (chi sarà poi, Mustafà o un altro migrante?)
Perché invece di consigliare al gestore di assumersi la sua responsabilità come si fa nei paesi civili lo si invita a dissociarsi e lasciar sprofondare nella merda solo il "dipendente"?
Perché non si ricorda che il padrone del chiosco (la cui responsabilità legale del comportamento dei suoi lavoratori è sua) non aveva alcun titolo per cacciare i due ragazzi da una spiaggia libera?
Otterrò risposta? Vediamo come evolve la faccenda...
RETTIFICA
In una versione precedente di questo post si riportavano le dichiarazioni di Arcigay come dichiarazioni di Gay Help Line che invece è estranea a questa denuncia e non c'entra nulla.
Un mio errore, del quale chiedo scusa alla Gay Help Line e ai lettori.
Olanda: da settembre nelle scuole libri per insegnare l'omosessualita'
L'Olanda si prepara a infrangere un altro tabu' sull'omosessualita': a partire da settembre, tutti gli insegnanti scolastici avranno a disposizione nuovi libri di scienze nei quali la classica definizione di coppia come unione di un uomo e una donna verra' sostituita da quella di unione tra due persone, anche dello stesso sesso.
Nel libro di scienze?!
L'iniziativa e' della casa editrice di libri scolastici Noordhoff, che per il prossimo anno scolastico ha preparato testi di biologia per le scuole primarie e secondarie sui quali si potra' imparare fin da piccoli che una coppia puo' essere formata anche da due uomini o da due donne. "Gay e lesbiche possono benissimo creare le proprie famiglie e crescere i propri figli, non c'e' nulla di sbagliato", si legge in uno dei capitoli del Manuale di Biologia per la scuola secondaria.
(Adskronos)
I gay e le lesbiche finiscono così nei libri di biologia, tra la fotosintesi e la meiosi cellulare...
Gay e lesbiche possono creare lo proprie famiglie, appunto gay e lesbiche, mica le famiglie normali...
Si divide anche il concetto di famiglia e invece di dire che le famiglie composte da persone gay hanno la stessa dignità di quelle composte da persone etero si concede che anche le persone gay possano avere le loro famiglie le quali, essendo appunto gay e lesbiche, sono diverse da quelle etero...
Bisognerebbe leggere il testo in olandese e sperare in un errore di traduzione...
Ogni estate riemerge a vario titolo e con dinamiche varie la questione delle spiagge gay, naturiste, nudiste, affariste e oltranziste.
Quest'anno tocca all'arenile dell'Arenauta (Gaeta), dove da giovedì 29 luglio (...) sono iniziati dei lavori di emergenza consistenti in una recinzione di tutta l'area con pali installati sulla battigia della spiaggia; le decine di strutture di sostegno della recinzione sono state installate in punti della spiaggia in violazione delle più elementari regole ambientali; i lavori sono iniziati con uno spiegamento di forze dell'ordine, polizia, carabinieri, guardia costiera ma stranamente senza la presenza di Vigili del fuoco o agenti della Forestale; negli ultimi anni l'area interessata dai lavori è stata spesso oggetto di strane iniziative da parte di alcuni amministratori locali con l'obiettivo di spaventare e allontanare le persone che frequentano la spiaggia libera*
come si legge in una interrogazione che Dodici Consiglieri regionali di otto diversi gruppi politici (Giuseppe Rossodivita, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei; Rocco Berardo, Lista Bonino Pannella, Federalisti Europei; Ivano Peduzzi, Federazione della Sinistra; Angelo Bonelli, Verdi; Luciano Romanzi, Partito Socialista Italiano; Nobile, Federazione della Sinistra; Anna Maria Tedeschi, Italia dei Valori; Luigi Nieri, Sinistra e Libertà; Giulia Rodano, Italia dei Valori; Maruccio, Italia dei Valori; Enzo Foschi, Partito Democratico; Celli, Lista Civica per Bonino) hanno depositato il 30 luglio u.s. hanno depositato in Giunta rivolta alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e agli Assessori regionali interessati. Nella interrogazione si chiede
quali sono le ragioni di questi interventi straordinari urgenti in un tratto di spiaggia dove non sono mai avvenuti, negli ultimi 30 anni, crolli, frane, cedimenti strutturali (...) se tali interventi non siano finalizzati a obiettivi diversi da quelli della messa in sicurezza dell'area senza che vi siano mai stati pericoli per i frequentatori della spiaggia (...) per quale motivo viene ingabbiata con una recinzione un'area così estesa di spiaggia che corrisponde esattamente all'unico tratto della spiaggia dell'Arenauta, finora rimasta esente da forme di speculazione edilizia e ancora non data in concessione ad alcun privato; se non ritenga che le strutture della recinzione siano state installate in modo del tutto irregolare rispetto a quanto previsto dalle norme di tutela ambientale che prevedono una distanza di almeno cinque metri rispetto alla battigia; se non ritenga che questi interventi mirino a colpire le persone che frequentano quel tratto di spiaggia*. (*fonte latina24ore.it)
Le persone. I cittadini.
Ora si dà il caso che quel tratto di spiaccia, conosciuto dai più come i 300 scalini (quelli che servono per scendere al livello del male essendo la strada svariati metri più in su) sia un tratto di spiaggia dove viene tollerato il naturismo, dove cioè la gente puo spogliarsi nuda, se crede.
Non già un'oasi naturista, dove cioè è fatto l'obbligo a tutti di spogliarsi (non altro per evitare che i guardoni arrivino in spiaggia e guardino le persone nude senza offrirsi a loro volta gli sguardi altrui) ma una spiaggia dove naturisti convivono con persone che preferiscono tenersi il costume senza per questo essere viste come potenziali guardoni. Così come convivono etero e gay (chissà perchè i gay spuntano come funghi là dove le persone si spogliano...). Tutti insieme, nella stessa spiaggia.
Adesso nel denunciare questa recinzione sospetta non sono mancati gli ...omocentristi (quelli che vedono omofobia da tutte le parti) e che propongono come possibile motivazione per questa questa recinzione non la probabilissima speculazione edilizia, ma un attacco ai gay che lì ci vanno, nudi o vestititi.
Così per esempio fa Sergio Rovasio, Segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti (associazione gay) e Presidente del Comitato per la difesa e la tutela della spiaggia dell'Arenauta.
In un comunicato stampa diramato il 1 di agosto si legge:
Quanto sta avvenendo in questi giorni nella spiaggia dell'Arenauta ha dell'incredibile. La recinzione di alcune centinaia di metri di parte della spiaggia, in particolare quella non soggetta a speculazioni edilizie e considerata ancora libera, fa venire alcuni sospetti. La ragione addotta che motiverebbe questa operazione di vero e proprio ingabbiamento dell'area frequentata da decenni dalla comunità gay, è che vi sarebbero pericoli di frane e crolli di cui francamente le migliaia e migliaia di persone che da sempre la frequentano non si erano mai accorte. (...)
Non vorremmo che tutto questa operazione avesse come obiettivo quella di spaventare le migliaia di persone che da decenni frequentano quella parte di spiaggia, che verrebbero ormai letteralmente ingabbiati come animali in un recinto che sta per essere completato in questi giorni (...). Sono in corso alcune iniziative spontanee da parte dei cittadini contro questa azione che non riesce a trovare spiegazioni. Già alcuni anni fa vi fu la brillante idea di far presidiare nel periodo estivo quella parte di spiaggia da agenti privati armati con l'obiettivo di spaventare le persone che praticavano il naturismo. Grazie all'intervento di decine di parlamentari la società di agenti privati fu richiamata dalla Prefettura di Latina e fu revocata loro la licenza con un richiamo alle autorità comunali che attivarono una apposita convenzione economica con le guardie armate. Il tutto sanzionato dal Governo che intervenne con forte decisione contro questo vero e proprio sopruso. Nelle prossime ore invieremo una segnalazione alla Procura della Repubblica di Latina affinché si possa verificare se esiste effettivamente un pericolo di frane in quella zona della spiaggia e se l'intervento che si sta facendo corrisponde ad una vera esigenza di messa in sicurezza dell'area. (fonte latina24ore.it
C'era una volta una spiaggia dove tutti convivevano felici e contenti, giovani e vecchi, famiglie e single, gay ed etero, naturisti e ...guardoni (scherzo) tutti insieme, tutti cittadini italiani di serie a.
Poi sono arrivate le associazioni dei diritti di alcune di queste categorie (i naturisti) i gay che pretendono che quella spiaggia, visto che ci sono anche loro, diventi spiaggia naturista e spiaggia gay. Certo nessuno vieta a non gay e ai non naturisti di frequentare quelle spiagge però ecco che quella spiaggia diventa un posto da tutelare non perchè esempio di alta civiltà dove tutti insieme si convive, ma riserva naturale per specie minoritarie e/o in via di estinzione, come i naturisti ed i gay.
Non conosco la situazione della spiaggia di Gaeta, (sono decenni che non ci vado, da quel del 1985...) ma conosco quella di Capocotta, la spiaggia di Roma.
Una volta tutto il litorale dalla fine dei cosiddetti "cancelli" di OStia (Catselfusano) al villaggio Tognazzi era una zona dove il naturismo, pur formalmente illegale, era tollerato, e dove tutti insieme appassionatamente si conviveva e si stava.
Mi ricordo, estate del 1984 una delle mie prime uscite alla spiaggia di Capocotta, a Roma detta anche "il buco" positivamente sorprendermi perchè negli stessi 100 mt di spiaggia c'eravamo io e i miei amici , una famiglia (nonna in costume unico nero, nipotino di 5 anni nudo che correva felice), coppie di giovani,m etero e gay, nude e vestite, capaci di stare tutti insieme senza che le famiglie si scandalizzassero per qualche bacio tra ragazzi e senza che i suddetti ragazzi si spompinassero davanti a tutti non perchè "ci sono i bambini" ma perchè anche io adulto non capisco perché devo assistere alla tua fellatio (e soprattutto: perché non mi inviti allora?).
Oggi invece a Capocotta puoi spogliarti solo in alcune aree, recintate, con tanto di cartello "vietato il naturismo al di là della recinzione") e ogni volta che entro nella recinzione mi sento in uno zoo, specie protetta, paria tra i paria perchè gay e in più naturista.
Un conto è notare in una compagine mista diverse caratteristiche dei bagnanti, un conto è trasformare ognuna di queste caratteristiche in quella saliente, predominante, obbligatoria.
Sono contrario alle osasi naturiste dove è fatto obbligo di spogliarsi, perché allora non posso andare con i miei amici e le mie amiche che pur tollerando la mia nudità non vogliono spogliarsi a loro volta.
Perchè non una spiaggia mista ?
Per compromesso si accettano mille divisioni fatte sulla pelle dei cittadini.
Se nella mente del burocrate è più facile autorizzare il nudismo se si trasforma la spiaggia in un luogo dove si spogliano TUTTI, meglio allora l'illegalità tollerata, dove nudo, gay, magari col mio ragazzo, posso baciarmi senza sentirmi mancare il respiro perchè, come in un ghetto di lusso, sono circondato da miei simili, che poi tanto simili non sono: ricordo una volta, alzarmi nervoso e cercare un punto meno rumoroso di spiaggia dopo che un ragazzo, sonoramente effeminato, cantava su Grande grande grande di Mina "sei peggio di un bambino capriccioso lo vuoi dentro sempre tu" (sic!).
Queste battaglie in nome del tuo particulare, per quanto giusto e sacrosanto, fatto però a prezzo di esclusione (la spiaggia nudista non è solo fatta di gay...) mi inquieta, mi preoccupa, lo trovo limitativo, lobbista, pretenzioso, fuorviante, in una parola, conservatore. Perché è meglio vivere tutti insieme che ognuno nel suo ghetto autorizzato fuori dal quale non sei tutelato.
Perché io non voglio andare alla spiaggia gay, voglio potermi baciare col mio ragazzo in tutte le spiagge proprio come le coppie etero, e se chiudono la spiaggia gay non è un ammanco di diritti solo per le persone omosessuali ma un ammanco per tutti i cittadini essendo il diritto a manifestare pubblicamente il proprio orientamento sessuale con un innocuo bacio un corollario dei tanti diritto possibili che riguardano tutti i cittadini e non solo quelli gay. Dividi et impera. Se non combattiamo questo semplice metodo politico di controllo ma contribuiamo anche involontariamente alla sua applicazione siamo criminali e anche un po' fessi.
Perché volere andare in una spiaggia solo perchè è gay è omofobico quanto non volere andare in una spiaggia perchè è gay.
Siamo tutti cittadini e dobbiamo imparare a convivere tutti insieme, pacificamente, come faceva quella nonna in costume da bagno nero 26 anni fa.
Grazie a Federico Pinci scovo questo video su Youtube.
Si tratta di una puntata del The Tyra Banks Show modella, attrice, cantante e conduttrice televisiva. Tra gli ospiti della serata c'è Kurt Wild, un attore porno gay che viene presentato da Tyra come un gay for pay (ammettendo lei per prima di non avere mai sentito prima quel termine).
Un gay for pay, spiega Tyra è un ragazzo straight, cioè etero, che fa dei porno con altri ragazzi per i soldi. Kurt, infatti, sposato, è padre di tre figli e un quarto è in arrivo.
Non so voi ma io ho bisogno di fare mente locale...
Cosa vuol dire che un ragazzo etero fa del porno gay per soldi?
Con questa domanda entriamo in un terreno minato che mette in gioco non solo il significato della parola gay ma anche il vissuto sociale, l'immaginario collettivo e l'antropologia del "gay".
Un argomento complesso che però mi pare in tema con la ricerca che mi interessa da sempre, cioè come le etichette che usiamo per catalogare il mondo ci intrappolino in dei concetti astratti invece di aiutarci a vivere da uomini e donne libere.
Intanto chiedo scusa alle donne, se , pur parlando di omosessualità, parlerò solo di uomini, etero e gay, che fanno film porno...
Circa 20 anni fa avversavo l'uso della parola gay come sostantivo perchè non le riconoscevo un significato abbastanza solido e condiviso (né storicamente consolidato) da poter individuare degli individui del mondo reale.
Lo usavo come aggettivo perchè, mi sembrava, che l'aggettivo individuasse cose più facilmente verificabili.
Secondo questa distinzione non esistono "persone gay" ma persone che hanno un orientamento sessuale gay. Non sono gay di per sé, ma per quello che fanno (sesso con persone dello stesso genere sessuale).
Come aggettivo gay non fa "razza" non più di quanto lo faccia la parola vegetariano che non individua certo una categoria di persone con le stesse qualità (anche Hitler era vegetariano...) ma solo una determinata serie di comportamenti (non mangiare carne).
Faccio notare che in questo contesto uso la parola gay come equivalente dell'italiano omosessuale, senza alludere in alcun modo alle stratificazioni storiche che negli anni hanno dato alla parola gay un significato leggermente diverso (tornerò su questo punto).
Insomma anche se io ho un orientamento sessuale gay questo non mi accomuna necessariamente ai mie fratelli gay per un comune sentire, per una affinità elettiva che vada al di là dell'orientamento sessuale stesso: ci sono gay di destra e di sinistra, gay conservatori e gay rivoluzionari, proprio come nel resto del genere umano.
Quello che ci accomuna nella lotta politica e che mi fa scrivere qui in un blog dedicato alla questione omosessuale non sono certo le affinità elettive ma la comunanza di una discriminazione omofobica.
Voglio essere chiaro su questo punto.
Un mio amico mi chiese se tu accingendoti a conoscere una persona mai incontrata prima fossi a conoscenza solamente del suo orientamento sessuale di chi ti fideresti di più di un etero o di un gay?
Il mio amico si sarebbe fidato di più del gay, mentre io risposi che, non conoscendo altro dei due, mi sarei fidato di entrambi allo stesso modo.
Trovo ingenuo credere che solo perchè ho in comune con una persona l'orientamento sessuale questo indichi una affinità dello spirito, o, peggio ancora, una affinità politica, una simpatia a priori...
E' una forma di razzismo al contrario, una sorta di casta, di lobby, di setta segreta.
Posso aspettare fiducioso di incontrare un compagno piuttosto che un fascista (anche se pure in questo caso posso andare incontro a impreviste sorprese) ma, personalmente, se so di incontrare un gay non mi aspetto nulla in più o nulla dimeno che se incontro un etero.
Ma come?! Direte.
E il sesso?
Se sai di incontrare un gay non è più probabile che, se ti piace, tu posa avere una chance di finirci a letto?
Pare fosse per questo motivo che, 20 anni fa e anche più, i miei amici gay, quando presentavo loro altri mie amici, la prima cosa che mi chiedevano, subito prima o subito dopo l'incontro, era ma è gay? La risposta positiva, secondo loro, aumentava le chance di finirci a letto.
Sarà.
A me piacciono gli uomini.
Tutti gli uomini: etero, gay, bisex, asessuati... e l'unica domanda che mi pongo quando vedo un uomo (o lo sto per inconrare) è, molto più pragmaticamente, ci starà?
(Beh veramente la prima domanda è mi piacerà?).
Se dovessi raccontarvele scoprireste che le mie storie adolescenziali di sesso sono legate a doppio filo con amici etero molto più che con amici gay (anche perchè vennero dopo).
E torniamo al punto di partenza...
Che vuol dire che ho fatto sesso con dei ragazzi etero?
Che vuol dire che un ragazzo etero fa dei porno gay?
Cosa indicano queste parole?
Sicuramente non solo quel che indicherebbe un loro impiego come aggettivi.
Usata come aggettivo, per il solo fatto che Kurt fa sesso con dei ragazzi, smette di essere etero e diventa almeno bisessuale e gay per tutto il tempo che fa sesso coi ragazzi. Eppure non è così che Kurt viene presentato e percepito.
Viene presentato come etero perchè sposato con una donna (in Italia la distinzione non avrebbe senso ma sono ottimista) e perché ha dei figli. come se queste due cose fossero incompatibili con l'omosessualità.
Se non lo sono con l'atto sessuale allora con che cosa lo sono?
che cosa è che fa rimanere Kurt etero anche se fa sesso con un uomo?
La sua scelta sociale. Il fatto cioè che ha scelto di mettere su famiglia con una donna e di fare figli.
D'altronde quanti etero ci sono sposati e con o senza figli che ogni tanto fanno sesso con gli uomini per poi tornare a casa tra le braccia della moglie?
Ma allora l'orientamento sessuale cosa indica? Cosa identifica? Cosa costruisce?
In un post precedente asserivo che l'orientamento sessuale non dovrebbe individuare pratiche sessuali ma solamente il genere (gender) della persona con la quale ci piace fare sesso.
Ma basta questo per creare delle categorie impermeabili?
Senza scomodare Kinsey (secondo il quale i gay e gli etero al 100%, cioè persone che per tutta la loro vita hanno fatto sesso solo ed esclusivamente con uno dei due generi sessuali sono nella realtà abbastanza rari, gli altri collocandosi in un continuum che si avvicina a uno dei due orientamenti sessuali codificati)1 quel che ho sempre diffidato della categoria "orientamento sessuale" è la sua costruzione nell'immaginario collettivo.
Gay è costruito antiteticamente a etero, aristotelicamente direi, infatti o sei gay o sei etero, tertium non datur. La bisessualità, che dovrebbe comprenderli entrambi, anche se in percentuale variabile, è vista, e non solo dai gay stessi, come una ambiguità, una ipocrisia, di chi non ha il coraggio di scegliere (ma se mi piacciono tutti e due perché mai devo scegliere?), si accusano i bisessuali di essere persone gay che hanno paura di diventarlo al 100%.
La categoria orientamento sessuale non si limita dunque a indicare il sesso cui una persona è attratta ma come la persona si vive l'orientamento sessuale nella società.
Aristotelicamente ci sono solamente due possibilità tra cui scegliere e, una volta scelta, la si deve vivere alla luce del soleda gay. Se non scelgo, se mi dico bisex, in realtà mi nascondo, fingo, evito il pubblico ludibrio.
Quindi la categoria orientamento sessuale non serve a descrivere in maniera appropriata dei comportamenti che esistono nella società, servono a creare, a dirimere, imporre, dei comportamenti sociali, mentre a un comportamento che pure esiste, la bisessualità, non viene data dignità, né alcuna visibilità, ma viene additato come una ipocrita zona d'ombra, perchè non posso amare uomini e donne ma devo fare una scelta.
Si avversa la bisessualità perchè mina la costruzione duale della categoria orientamento sessuale, che è stata costruita specularmente su quella dei concetti oppositori maschio-femmina.
Se peschiamo nell'immaginario collettivo degli (delle) italiani(e) ai gay piace il cazzo e agli etero la fica... Non già la persona che c'è dietro il cazzo o la fica, ma solo l'organo sessuale..
Infatti i ragazzi etero sperano che le donne gliela diano propri come i ragazzi
gay sperano che i ragazzi glielo diano (c'è un'ambivalenza, una doppia possibilità su cosa un ragazzo può dare a un altro ragazzo).
Anche Tyra infatti, assodato che Kurt sia etero (ha figli e una moglie) gli chiede se sia attivo o passivo e lo fa in maniera molto elegante (mi spiace che su FB c'è chi abbia trovato il programma volgare. Non lo è affatto, almeno paragonato ai programmi di casa nostra) Tyra chiede a Kurt se gli piace fare regali o riceverli (in inglese non si dice fare regali ma dare regali e l'opposizione dare ricevere è più chiara ed esplicita che nella traduzione italiana).
Questa categoria attivo\passivo è in realtà una costrizione dalla quale difficilmente ci si libera che si basa prima ancora che sul fallocentrismo sul coito considerato come l'unica vera forma di sesso del genere umano: un pene che penetra un foro...
In realtà, per fortuna, il sesso lo puoi consumare in miliardi di modi: con la lingua, con le dita, con oggetti, senza il pene, perchè magari nessuno ne possiede uno, oppure, viceversa, perchè, pur avendolo, decido di usarlo altrimenti (senza per questo sentire il bisogno di tagliarmelo perchè inutile visto che non lo uso in quel modo).
I gay sono quelli che usano il coito anale, con buona pace del sedere degli etero e di quello delle donne, che è un sedere di serie b (Marziale docet).
Torniamo alla definizione più precisa, quella che vede nell'orientamento sessuale non già la pratica sessuale (altrimenti uno dovrebbe stilare un elenco infinito...) ma solo il genere sessuale del partner col quale si è scelto di fare sesso.
Se sono uomo posso scegliere un altro uomo o una donna.
Se sono donna posso scegliere un'altra donna o un uomo.
Le categorie "uomo" e "donna" non si riferiscono solamente al sesso di appartenenza ma anche ad alcune caratteristiche considerate innate e connaturate (sessismo) ai due sessi.
E' lo stesso errore di chi attribuisce all'orientamento sessuale l'uso di certe pratiche sessuali (e non altre). Maschio non significa, come dovrebbe essere, avere un pene, due testicoli e una prostata e non dei seni ma dei pettorali. Femmina non significa avere una vagina, delle ovaie, e due seni.
Questi sono gli aggettivi.
I sostantivi portano con sé certe caratteristiche e le prime caratteristiche, delle quali tutti quanti, etero cattolici e conservatori come gay transgeder attivisti politici, danno per scontate sono che l'essere maschi implica che sei naturalmente portato ad essere attratto per le femmine mentre se sei femmina sei naturalmente portata ad essere attratta da maschi.
Anche la definizione di un orientamento sessuale altro non sembra sottrarsi a questa pratica definitoria.
Se sono omosessuale mi piacciono le persone del mio stesso sesso, e non quelle del sesso opposto!
Molti froci sono visti, nell'immaginario etero e non solo, non tanto come quelli che fanno sesso con altri uomini, ma come quelli ai quali non piacciono le donne, ne hanno paura, se non schifo.
Lo stesso schifo che un uomo etero dice di provare se pensa a fare sesso con un altro uomo.
Così invece di smontare le interdizioni sessuali dell'uomo e della donna le abbiamo duplicate, separandole in due categorie oppositore: da un lato maschio/femmina, dall'altro etero/gay, e guai se non ti inserisci chiaramente in questa quadripartizione (si dirà?).
Ai due sessi e ai due orientamenti abbiamo attribuito, arbitrariamente, secondo percorsi storici durati millenni, diverse caratteristiche, che variano coi secoli e con la latitudine, anche se pretendiamo siano universali e astoriche.
Per i più conservatori (etero o gay poco importa) l'orientamento sessuale è definito come una mancanza della predisposizione naturale del genere (gay femmine mancate) ma anche chi è più avanti nel percorso di liberazione da queste categorie statiche e impermeabili legge comunque un gesto di affettività (una carezza, un bacio) tra persone dello stesso sesso esclusivamente in chiave sessuale (cioè vede omosessualità dappertutto) e se nota nel genere una caratteristica non consona perchè attribuita all'altro genere anche il più comunista la legge in chiave omosessuale: l'effeminatezza è sempre sintomo che ti piacciono gli uomini (a prescindere dal genere di appartenenza dell'effeminato) la mascolinità è sempre sintomo che ti piacciono le donne che tu sia uomo o donna...
In realtà l'invenzione dell'orientamento sessuale come categoria nasceva proprio come tentativo di sottrarre uomini e donne dai concetti di maschio e femmina così rigidamente intesi ma si è fallito miseramente lo scopo, anzi, si sono incasinate ancora di più le cose. Proprio come ai due generi si attribuiscono naturalmente certe proprietà e caratteristiche, in realtà del tutto fittizie e non vere (le femmine sono portate per le materie umanistiche, i maschi per le materie scientifiche, i maschi non esternano i sentimenti, le femmine non ne hanno pudore, etc etc.) caratteristiche che esulano dai tratti sessuali per cui sono state create, nello stesso modo anche i due orientamenti sessuali indicano ben altro che quello per cui sono stati costruiti, e piegati anche loro in una forma di sessismo (orientismo è parola troppo brutta...):
al gay piace fare più sesso che alle lesbiche perchè si sa il maschio è farfallone (sic!),
i gay sanno darti consigli su come arredare una casa o sull'arte (la musica, il cinema) le lesbiche sono più chiuse e non hanno tanti amici maschi (né gay né tanto meno etero).
A contribuire a creare questi luoghi comuni sono stati anche i e le diretti\e interesati\e.
I movimenti di liberazione omosessuale hanno infatti contribuito alla sedimentazione di una sottocultura gay (ecco il significato diverso della parola gay rispetto l'italiano omosessuale cui accennavo prima) che va al di là del semplice orientamento sessuale individuando tutta una serie di comportamenti non solo sessuali e sociali ma anche consumistici:
i gay vestono in un certo modo, consumano cultura mediamente più degli etero (poco importa se Lady Gaga o Puccini, ormai, per il mercato di oggi, sono cultura entrambi...), spendono più degli etero perchè non hanno famiglia, o figli), viaggiano più degli etero...
Insomma se una volta dire sono gay significava faccio sesso coni maschi oggi significa ben altro...
E i sentimenti in tutto questo? L'affettività che spazio ha?
Quando ho provato, tempo fa (ma eravamo in pausa e non era l'argomento che stavamo affrontando) durante una delle riunioni di Whad, a sollevare la questione ai whaddini e alle whaddine dei gay for pay mi è stato risposto che era una distinzione sensata perchè faceva la differenza non nella sessualità ma nell'affettività.
Quindi gay non è solo chi fa sesso con altri del suo genere (sessuale) ma chi sul sesso (oltre il sesso?) sceglie di costruire anche un'affettività.
Quindi, se è vera questa distinzione (e la sottocultura gay di questi ultimi 15 anni sembrerebbe darle ragione) Kurt Wild è etero perchè ha scelto affettivamente di vivere con una donna, che ha sposato e dalla quale ha avuto 3 figli.
Non è il sesso che lo definisce appartenente a un orientamento sessuale ma le relazioni affettive.
Così tutto il lavoro fatto almeno dal femminismo in qua per smontare i portati impliciti del sessismo va a farsi benedire perché le stesse implicazioni patriarcali, maschiliste e sessiste si sono insinuate nel concetto di orientamento sessuale.
Così, anche se contraddice ogni buon senso sintattico-logico, dire che Kurt Wild è un eterosessuale che fa sesso nei porno gay per soldi riflette un certo modo di vedere le cose, una ideologia, un occhiale culturale, un modo di illuminare la realtà le cui ombre nascondono la verità più lampante: che le etichette, tutte le etichette servono solo ad imbrigliare l'esistenza umana dai sentimenti al sesso, condizionandolo in una serie di valori (sic!) normativi che riconfermano l'ideologia patriarcale che si credeva di aver almeno in parte distrutto.
Il gay for pay non fa sesso gay "perchè gli piace" ma per i soldi.
Sono quelli l'incentivo (infatti Tyra a un certo punto dice chiaramente a Kurt, a me sembra che quello che ti ecciti davvero non sia il sesso ma i soldi...).
Sarà. Ma non credo che essere attore porno significhi fingere un'erezione... quella c'è o non c'è...
E l'erezione di solito significa mi piace.
Nell'immaginario collettivo (etero e gay) i soldi hanno invece anche il potere di farmi venire l'erezione.
Ma se ho bisogno di un incentivo vuol dire che spontaneamente (=senza soldi) non mi sognerei mai di fare sesso gay.
Questo vuol dire che lungi dall'individuare un comportamento sessuale che varia nel tempo e col tempo e che può essere temporaneo, queste categorie continuano a mantenere le persone separate. Se non fosse per soldi a Kurt fare sesso con gli uomini dovrebbe fargli schifo. Ma a vedere come (finge di) godere quando viene penetrato l'orientamento sessuale millantato da Kurt è un trucco del mercato, una ecolalia di chi invece di vedere un una sessualità nelle sue mille varianze, divide l'umana libido in altrettante categorie autoescludentesi.
Se vediamo i film porno in cui Kurt partecipa, vene sempre mostrato come un ragazzo molto giovane cui piace essere penetrato. Gli piacciono membri grossi, quando viene scopato mugola esageratamente, insomma sarà anche etero, ma in realtà, nel profondo, è proprio frocio perchè gli piace prenderlo in culo.
Ecco che tutti i rapporti di potere, i giudizi di valore che sembravo essere messi in crisi dal gay for pay confermano tutto il castello definitorio di concetti patriarcali e maschilisti (oltre che sessisti e orientisti) su cui si poggiano i concetti di genere e di orientamento sessuale.
L'eterosessualità millantata di Kurt serve solo a far eccitare di più nel mostrare un etero che trae piacere dall'essere scopato, perchè nell'immaginario collettivo, etero quanto gay, un etero che si dà al sesso gay passivo è eccitante da vedere, da immaginare, un po' perchè il sesso anale da passivi è sempre una sorta di umiliazione, di sopraffazione, un po' perché maschio che può scopare ma che si fa scopare a qualcosa di divino, di potente, è un maschio che si sostituisce alla femmina così che l'uomo possa farne a meno (cosa di cui fanno a meno tutti gli etero, prima e dopo il sesso).
E per certi versi se pensiamo al maschio come a un essere egoista che pensa solo al proprio piacere Kurt è davvero un maschio (un etero) e non un gay perchè, citando Fassbinder (che cita Genet): Anche se non si ama un uomo, può essere divertente farsi fottere, ma per poter scopare qualcuno bisogna amarlo, sia pure per un breve istante.2
1) Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso (fonte Wikipedia
2) Rainer Werner Fassbinder Querelle ubulibri, Milan, 1982, p. 158
I met Cazwell (Chris Caswell) on facebook where I watched his latest video Ice Cream Truck and I thought it was nasty and a little bit too much queer for my taste. But then, you know my curiosity, I watched on the Tube some others video with (and by) Him and, cool, it's pretty good stuff.
So I discovered an entire new world: Homo hop aka Queer hip hop, that is LGBT people making effort to change hip hop music, normally associated with homophobic lyrics into a homophile genre stretching its boundaries.
Cazwel puts in his song a little blend of disco/tecno a that's mostly why I'm talking to you about him and his music.
But besides music (and words) despite the facts that I'm writing into (I hope not too bad) English I know you don't get a hint of the lyrics, the visual part of Cazwell's videos is quite compelling and that's the other reason of this post.
I love making music videos because I'm just as much a visual artist as I am a musical artist. Bringing a song to life with a video has always been extremely rewarding no matter how stressful. My goal is always to make the video look like how the song sounds. (Cazwell interviewed for Associated Content)
And speaking about me thinking Ice Cream Truck's a little bit too queer that's kind the same thinking Cazwell himself has when, on stage, he sees his fans screamingly adoring him:
Sometimes I get these really girly guys that start crying and screaming when I get on stage. That feels really weird. Every now and then, I have to tell a guy to put his pussy on ice and chill out.
Cazwell is not only causticly ironic:
I came to the conclusion that hip hop culture doesn’t want anything to do with gay culture. I just came to the realization and acceptance that straight guys in hip hop don’t really roll with gay guys. It doesn’t matter how talented I am. It’s not going to happen and I’m OK with that. Once I let go of that I was able to be more creative. I know a lot of gay rappers that really consider themselves hip hop and want to be accepted by hip hop producers, and my point of view is, “Why bother? Why spend all my time and energy trying to make a culture who hasn’t acknowledged my existence for the past twenty years accept me?” If I stop thinking about what people expect from me and just do what I want to do, then I have more of an opportunity to create a new sound. (Cazwell interviewed for The New Gay)
(So, forget what I wrote at the very beginning of this post, quoted from Wiki...)
Cazwell is not only a feet-on-the-ground person but a man whom occurred to be gay:
Not everyone likes me, that’s for sure. People certainly don’t like me because they’re gay and I’m gay; it doesn’t work out like that. A lot of people don’t get the humor of the “Beyonce” song, and some think it’s the funniest thing in the world. (The New gay).
He perfectly knows that:
if you're really trying to change people's minds; these kinds of people have already made a change. They already have gay support and supporters. But for instance if Ozzie Osbourne, had like, said something about having a gay sister or something, that's how we really make a difference, when we really break the stereotype. It's not even that it's okay to be gay, but that it's okay to be cool with gay people. That's the real step.(Cazwell interviewed for iamyouare.
And also:
To work with someone solely because they're gay is just as bad as not working with someone cause they're gay. It's the same shit to me. (...) Same shit, new stink (iamyouare)
So at least I'm not the only one thinking that way...
Cazwell is so self-conscious that he can says
I am truly a believer in the fact that the majority of the world's problems revolve around a universal lack of respect for women. Like that's the core of all of it. And that's not even me taking a hit of acid and coming to this epiphany or anything, I've always really thought that. If women made more decisions, they could be in charge of the consciousness of the planet. And you can always tell how a community or region is going to react to gay people by how they react to women. Like if they stone women for adultery, then for sure they're gonna hate fags (iamyouare)
without sounds too naive.
And we can sure believe him when he says that:
I don't believe the music industry is particularly homophobic. The only phobia that the industry has is "not making money." (Associated Content)
By the way here it is the video of the ...“Beyonce” song and more!
Alla spiaggia del fico d'india al Poetto (Cagliari, Sardegna) una coppia (un uomo sui 60 e una donna sui 40) hanno accusato due ragazzi di praticare sesso in spiaggia e hanno chiamato i carabinieri che, dopo avere identificato i due giovani, hanno chiesto ai due che li avevano chiamati se volessero sporgere denuncia per atti osceni in luogo pubblico ma i due hanno declinato l'invito. Durante gli accertamenti, la donna ha ripetuto spesso ai due ragazzi che sono esseri spregevoli che davano uno spettacolo indecenti e abominevoli. I ragazzi facevano rilevare l'omofobia degli accusatori, ma l'uomo risponde che avevano chiamato i carabinieri per il gesto e non per la tendenza sessuali, per salvaguardare i bambini presenti in spiaggia. Inutile dire che alcune copie etero erano intente in effusioni ben più pesanti senza che la coppia battesse ciglio. Quando i due giovani lo hanno fatto notare la donna ha risposto loro che i ragazzi non potevano capire perchè tanto loro di bambini non ne avrebbero mai potuti avere (sic!).
Ah, la spiaggia in cui i due ragazzi si sono baciati è una spiaggia storicamente frequentata da gay. La notizia era stata data da uno dei due diretti interessati su FaceBook (ho rimaneggiato il suo racconto nello scrivere il resoconto) il giorno dopo che sono avvenuti i fatti (lunedì scorso). La notizia è stata poi data dall'Unione Sarda e ripresa poi dalla Stampa .
Nell'articolo dell'Unione Sarda, Massimo, il ragazzo che ha scritto il post su FB dichiara al giornalista Michele Ruffi
Eravamo arrivati dopo pranzo, mano nella mano, insieme ad altri amici. Saremo stati una dozzina, sia omo che eterosessuali. Ci siamo baciati, abbracciati come fa una coppia qualunque. Niente di cui vergognarsi, sono il primo a non ostentare queste cose e ad evitare di accarezzare il mio compagno di fronte a bambini piccoli, per evitare domande imbarazzanti ai genitori.(il neretto è mio)
Quindi Massimo non accarezza (allora non sono baci...) il suo compagno davanti ai bambini per evitare domande imbarazzanti ai genitori? Cioè non per pudore e discrezione e per rispetto delle persone che sono intorno e perchè un conto è un bacio un conto una serie ripetuta di effusioni e di carezze qualunque sia l'assortimento della copia, due donne, due uomini, un uomo e una donna, ma perchè se due ragazzi si baciano davanti ai bambini poi questi fanno domande imbarazzanti ai genitori. Insomma se queste dichiarazioni sono state davvero fatte, anche come espediente retorico, ha davvero una bella faccia tosta Massimo a gridare, su FB, di essere stato vittima di un atto omofobico. L'articolo purtroppo continua e Massimo perde un'altra occasione per rimanere in silenzio e dice (sempre secondo Michele Ruffi che ne riporta le parole)
Ho partecipato al Gay pride e ad altre manifestazioni, certo, ma non mi piace quel modo di chiedere le cose. Penso che si possano ottenere anche in altre maniere, senza urlare e con un comportamento più soft
Ruffi per questo lo dipinge come un moderato.
Ho il sospetto allora che quel che ha dato fastidio a Massimo non sia il pregiudizio omofobo della coppia che ha chiamato i Carabinieri ma lo spirito berlusconiano del fare quel che ci pare che, a quanto pare è stato leso.
Infatti Massimo si dice il primo a non darsi in effusioni davanti ai bambini (le carezze però, non i baci...) perchè anche a lui certi comportamenti esagerati come quelli del Pride danno fastidio. Una lite tra simili altro che vittima dell'omofobia!!
Dobbiamo iniziare a usare il tema della lotta all'omofobia con parsimonia per non svuotarla di significato.
Non fraintendetemi. La signora è stata sicuramente omofoba ma lo è anche Massimo che si riferisce alla stessa morigeratezza (anche se lo fa solo per dipingersi ancora più vittima), i due avendo solo un diverso limite di tolleranza per le effusioni ma seguendo poi lo stesso impianto ideologico: perchè mai i bambini dovrebbero fare domande imbarazzanti vedendo due uomini che si baciano?
E mentre mi accingevo a rispondere a un post politico apparso su Queer Blog (cliccate qui per andare al mio post su quel post) incappo in quest'altra notizia.
India: si studiano preservativi speciali per i gay
Un recente rapporto ONU in merito ha evidenziato come tra gay e bisex indiani stia aumentando il contagio da HIV/Aids per via di uno scarso uso del preservativo (ricordiamo che l’India ha depenalizzato l’omosessualità lo scorso anno). Pare che i preservativi in vendita normalmente (nati per il rapporto vaginale) creino diversi disagi per il sesso anale, primo fra tutti la minore lubrificazione. È così che si sta studiando un preservativo specifico per i gay con molto più lubrificante. A detta di un dirigente del National Aids Control Organisation:
“Vogliamo determinare un cambiamento nelle abitudini comportamentali di degli uomini gay, il che è un po’ difficile perché costituiscono un gruppo chiuso che non risponde bene alle sollecitazioni esterne. Per questo abbiamo pensato di fare una campagna con persone famose, nella speranza che funzioni”.
Ovviamente il preservativo – che sarà commercializzato con il nome di Spice Up – non sarà solo a uso e consumo dei gay, ma di tutti quelli che vorranno fare sesso anale.
E voi avete fatto una buona scorta di preservativi e lubrificante per l’estate?
La notizia riguarda il coito anale e non i gay. L'equiparazione tra pratica sessuale e orientamento sessuale è di vecchia data (almeno dai tempi dell'HIV i>peste dei gay) ma che stia stretta anche all'autore del post è chiaro quando questi, in chiusa di post, scrive
Ovviamente il preservativo – che sarà commercializzato con il nome di Spice Up – non sarà solo a uso e consumo dei gay, ma di tutti quelli che vorranno fare sesso anale.
Ecco una categoria da abbattere, una rivoluzione del pensiero che scardini le pratiche sessuali dall'orientamento sessuale e questo per varie ragioni:
1) Non tutti i gay usano il coito anale
2) Non tutte le persone che usano il coito anale sono gay (o uomini)
3) Ci sono uomini eterosessuali cui piace la stimolazione anale con dita e oggetti
4) Last but not Least il coito anale è praticato anche dalle donne!
A questo proposito però, tra i commentatori del post di Queer Blog, oltre a persone evolute che criticano il titolo peregrino c'è anche chi difende a spada tratta autore del post e titolo adducendo queste argomentazioni.
Il sesso anale, anche se lo fanno gli etero, è una pratica prettamente omosessuale, dato che non hanno altro da fare in materia … quindi è il minimo che si punti a quel mercato … io non ci vedo niente di male. Anzi …
Siamo in piena fallocrazia, patriarcato, maschilismo e misoginia. L'unica penetrazione che una coppia di uomini può usare è quella anale dunque questa pratica è prettamente gay. Come se il coito sia assolutamente l'unica cosa che si può fare col pene. Come se il coito sia l'unica cosa che si può fare col proprio ano.
Figuriamoci per le donne. quelle lesbcihe non eistono perchè lì non c'è pene per fare il coito dunque non fanno sesso. Le donne hanno comunque la vagina quini non venissero a rompere... Il coito anale è solo quelo gay.
Una mentalità così maschilista che la ritroviamo già 1900 anni fa in uno dei più famosi epigrammi di Marziale (40-104 d.C.).
Nel culo di un ragazzo m'hai scoperto,
moglie, e mi fai severe reprimende,
sostenendo che un culo a te non manca.
E Giunone lo disse spesso a Giove,
ma quello in letto sta con Ganimede
non più ragazzo. Invece del suo arco,
Hyla incurva il Tirinzio, eppure natiche
Mégara, la sua sposa, possedeva.
Dafne fuggente tormentava Apollo:
un ragazzo di Sparta il fuoco estinse.
Non negava Briseide la sua schiena,
ma preferiva Achille aver più appresso
l'amico imberbe. Dunque non dar nome
maschile, moglie, a quanto laggiù celi:
non c'è culo, là sotto, ma due fiche! (Marco Valerio Marziale, Lapidi e amori 111 epigrammi, traduzione di Luciano Parinetto, edizioni Stampalternativa Roma 1991 p. 115)
Un pensiero fascista (quello del commentatore, non di Marziale), nazista, ridicolo, discriminatorio delle donne e degli etero, velleitario e (posso scriverlo?) idiota.
Come se non bastasse qualcuno cerca di darne una spiegazione anatomica:
con la differenza che agli uomini ricevere sesso anale provoca veramente piacere (gay o meno), mentre alle donne non proprio dal momento che sono sprovviste di prostata…il piacere lo provoca solo a quei gay repressi che hanno per mariti che mettono così in pratica gli insegnamenti di Nicolosi, Povia e Luca di Tolve
Quindi non solo le donne non hanno culo ma doppia ficama non si azzardassero comunque ad usarlo perché tanto loro non godono perchè non hanno la prostata.
Lascio ogni commento a chi legge (o vomita?). L'errore qui è attribuire l'orientamento sessuale non già al partner con cui si fa sesso ma alle pratiche sessuali che compi. Un'errore grossolano. Meglio, un modo ideologico di vedere le cose. E visto che non esiste un modo di vedere le cose non ideologico, una ideologia sbagliata che distorce la realtà.
Infine, se è vero che questo preservativo speciale per gay deve davvero servire a non diffondere l'hiv allora bisogna produrre anche preservativo per il coito orale, che non siano niente affatto lubrificati e che non sappiano di gomma ma di qualcosa di meno schifoso... Primo perchè l'hiv non si propaga solamente col coito (vaginale o anale che sia) secondo perchè non c'è solo l'hiv...
Se ci facessimo più seghe reali e mento pippe mentali?
Leggo su Queer Blog Arcigay contro il Csm: Michele Vietti non è (l’unico) omofobo, un post alquanto strano di Giovanni Molaschi.
Il post esordisce dicendo:
La raccolta firme di Arcigay contro Michele Vietti, l’esponente politico dell’Udc promosso alla vice-presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, rappresenta l’inadeguatezza delle associazioni omosessuali italiane.
Invece di pronunciarsi contro gli esponenti politici, anche dell’opposizione, che hanno sostenuto la candidatura di Vietti Arcigay ha criticato solo l’uomo.
Questo non è vero. L'appello critica il politico non l'uomo come persona.
Con le dovute proporzioni, nella vicenda Vietti, Arcigay si sta comportando come un pubblico televisivo che invece di protestare contro un sistema giudiziario opinabile pone la proprio attenzione sulla barbarie commesse da un criminale che agisce impunito perché può permetterselo.
La petizione è rivolta allo stesso Consiglio Superiore della Magistratura e spiega alcuni dei motivi per cui Vietti non può essere eletto (e non promosso come dice il post) alla carica più importante del CSM (il Presidente della Repubblica Presiede ma chi dirime le questioni è proprio il Vice). In questo la petizione (che ho firmato e vi invito a fare altrettanto) è talmente chiara, politicamente, che le pregiudiziali sollevate non essendo solamente quelle sull'omofobia, mi hanno indotto a pubblicarla non qui su Elementi di cirtica ma sul mio blog generalistapaesaniniland.
Che la petizione sia chiara non ci son dubbi, basta leggerla:
Illustrissimi componenti del Consiglio Superiore della Magistratura,
lunedì prossimo vi accingete ad eleggere il vostro Vice-Presidente, carica importante che deve garantire quella separazione e indipendenza dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) posta a fondamento della nostra Costituzione e a salvaguardia della nostra Repubblica.
Per questo, come cittadini, ci sentiamo in dovere di porre alla Vostra attenzione la richiesta di non eleggere l’Avv. Michele Vietti.
Il neo consigliere - al quale va la stima e il rispetto che si deve portare per tutti i componenti di un organo sì fondamentale – non possiede le necessarie caratteristiche istituzionali per rivestire il suddetto ruolo.
Michele Vietti è stato sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi II e sottosegretario all’Economia nel Berlusconi III. E’ uno dei padri della depenalizzazione del falso in bilancio, legge grazie a cui il premier ha evitato una condanna per i processi “All Iberian” e “Consolidato Fininvest”, in quanto “il fatto non costituisce più reato”. E’ stato altresì il promotore del ripristino dell’immunità parlamentare, nel giorno in cui Marcello Dell’Utri veniva condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ l’ideatore del legittimo impedimento, norma che blocca i processi per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri tutti.
Solo a questo punto vengono addotte le motivazioni di parte
Il Michele Vietti deputato è stato il primo firmatario della pregiudiziale di costituzionalità che ha affossato la legge Concia contro l’omofobia. Nella pregiudiziale, l’orientamento sessuale viene esplicitamente confuso con pratiche sessuali quali l’incesto, la pedofilia, la zoofilia, il sadismo, la necrofilia e il masochismo. In base a tale illegittimo accostamento, l’introduzione di un’aggravante per i reati motivati dall’orientamento sessuale della vittima avrebbe significato, secondo Vietti, dare il via libera ad una protezione speciale delle suddette pratiche (incesto, pedofilia, etc). A qualunque persona, anche priva di nozioni giuridiche, non sfugge la falsità e l’offensività verso milioni di cittadini italiani di questa posizione. Essere omosessuali è una condizione personale; commettere un abuso sessuale su un minore è un crimine giustamente punito dalla legge.
Oltre a non sapere e/o voler distinguere tra orientamenti sessuali e reati, Michele Vietti s’è dimostrato incapace di rispettare il diritto di manifestazione sancito dalla Carta Costituzionale, laddove ha espresso una totale contrarietà a che si tenesse il corteo nazionale dell’orgoglio lgbt (lesbica, gay, bisessuale e trans) nella città di Torino, nel 2006.
Infine – e non meno importante – d’impedimento alla sua nomina è l’internità politica di Vietti e dell’UDC alle pretese egemoniche di uno stato estero, la Città del Vaticano. A più riprese s’è fatto portavoce della contrarietà della Chiesa Cattolica verso il riconoscimento delle unioni omosessuali. Nel suo profilo politico è dunque assente la laicità, ovvero quella distinzione tra Italia e confessioni religiose sancita dalla nostra Repubblica.
Per questi ragioni, Vi chiediamo di garantire il Consiglio Superiore della Magistratura, la Costituzione e tutti i cittadini, non eleggendo Michele Vietti quale suo Vice-Presidente.
Vorremmo che in tal modo il Consiglio si riappropriasse in pieno della sua autonomia, non facendosi imporre dai partiti, dall’esterno, il suo Vice-Presidente.
I cittadini e le cittadine (per firmare la petizione cliccate qui)
Perché allora Giovanni Molaschi critica la scelta di Arcigay dicendo che rappresenta l’inadeguatezza delle associazioni omosessuali italiane?
Il post non lo dice mai esplicitamente ma dalle persone che cita del mondo politico, che hanno preso le distanze da questa scelta (fatta da Parlamento che elegge alcuni consiglieri, detti laici) si evince che si rimprovera all'Arcigay di prendersela solamente con Vietti e non con chi, anche dall'opposizione, riferimento politico di Arcigay, ha voluto e sostenuto quella candidatura (per leggerlo nella sua interezza, cliccate qui).
Vero.
Ma perchè criticare la petizione?
Perché non dire che oltre a denunciare l'eletto vanno denunciati gli elettori, pur riconoscendo la validità della petizione?
Perché vederci di per sé una incapacità insita in tutto il movimento gay italiano?
Mi spiace ma ci vedo un tentativo, anche maldestro, di criticare Arcigay (nazionale, si badi, non romana) in quanto tale.
Nulla di male a volerlo fare, per carità.
Ma allora perchè non dirlo direttamente, apertamente, esplicitamente?
E, sopratutto, e nonostante tutto, perchè non sostenere comunquela petizione che, pur se da sola non è sufficiente, è comuque un punto di partenza, condivisibile e sufficientemente chiaro?
Non vedo infatti motivi intrinseci nel non firmare la petizione se non quello esterno politico di Arcigay ("invece di criticare i vostri che lo hanno eletto criticate solamente Vietti").
Ma la petizione è rivolta al CSM non al mondo politico!
Insomma si accusa Arcigay di usare Vietti per fare politica ma l'autore del post fa esattamente la stessa cosa, usa Vietti per fare polita (=criticare Arcigay).
Ecco come Molaschi chiude il post:
Se Arcigay e le altre associazioni vogliono davvero prendere le distanze da questa immagine del paese invece che vanificare le proprie forze in raccolte firme inutili probabilmente dovrebbero iniziare a capire con chi ottenere il registro delle coppie di fatto.
A sinistra, forse, per i gay e lesbiche non c’è più spazio.
(...) Una volta, nel centro di Roma, dentro un autobus stracolmo, un prete di mezza età ha cercato di attirare la mia attenzione. Lì per lì sono rimasto molto sorpreso, ho cambiato posto e l'uomo mi ha lasciato in pace. I miei amici italiani ne hanno riso: «Eh già: a Roma funziona così!», poi hanno cominciato a raccontarmi — soprattutto gli amici omosessuali — dei loro frequenti incontri con preti.
(...)
Durante il lavoro che ha portato a questo libro due sono stati gli aspetti che mi hanno colpito e che considero particolarmente rilevanti in merito a questa problematica: l'ambiente in cui vive il sacerdote omosessuale è diverso da quello di un omosessuale che sia estraneo al mondo ecclesiastico. Il prete è quindi non solo costretto a misurarsi come gli altri con la diffusa intolleranza o pseudotolleranza nei confronti dell'omosessualità, ma deve anche – ed è questa la differenza sostanziale – adempiere a una funzione rappresentativa che finisce col distinguerlo dagli altri: è infatti un intermediario tra Dio e gli uomini.
(...)
Il prete, che tanti fedeli delle comunità religiose ritengono di conoscere bene in quanto persona a loro «vicina», non viene riconosciuto per quello che è: un uomo come me e come te che condivide i nostri stessi bisogni. Finisce così con l'essere lasciato solo con i propri dubbi e í propri problemi che, ora per buona educazione, ora per timore reverenziale, nessuno osa affrontare con lui. Ne deriva che molti dei sacerdoti da me intervistati soffrono di solitudine, soprattutto la sera quando si chiudono alle spalle la porta di casa.
(...)
Se i preti eterosessuali che violano il voto di castità sono esposti al biasimo della Chiesa, quale deve essere la situazione dei loro colleghi omosessuali?
Un chierico che non disdegni le donne può essere ancora in qualche modo scusato, anche se commette una grave colpa che prevede punizioni severe. «E pur sempre un uomo!» si dice spesso in questi casi.
Ma se un chierico trascende l'orizzonte di ciò che sembra ancora ammissibile e prova desiderio per un uomo anziché per una donna, comincia la discesa nei più cupi antri del pregiudizio, nella sfera del peccato mortale, degli atti riprovevoli, perversi, innaturali. Un chierico che sia omosessuale dà luogo a un binomio inconcepibile: prete e gay. L'una cosa sembra dover tassativa-mente escludere l'altra.
(...)
La Chiesa ufficiale condanna drasticamente qualsiasi rapporto tra due uomini che sia sincero, leale e ispirato all'amore: cose del genere risultano inammissibili perché contrarie alla dottrina della salvezza cristiana.
Ciononostante, nel corso della mia inchiesta ho avuto modo di scoprire che questi rapporti esistono e che non si distinguono affatto dalle amicizie eterosessuali, se non per la triste circostanza che devono essere vissuti di nascosto. (Thomas Migge Può l'amore essere peccato? Marsilio, Venezia, 1994, pp. 9-12)
Che differenza dall'onestà intellettuale, precisione, metodo e deontologia di questo giornalista tedesco e il pressappochismo, la ricerca dello scandalo a ogni costo, i pregiudizi e l'omofobia palese dell'articolo di Panorama, di cui ho già avuto modo di parlare.
se torno a parlare a così breve distanza è per segnalare altri articoli, di commento a quello di Panorama, come quello che mi ha segnalato Gedibal, che ringrazio, che ha costituto la classica punta dell'Iceberg.
cominciamo da alcune dichiarazioni di Aurelio Mancuso, ex presidente di Arcigay nazionale, che, secondo l'Ansa, quindi una fonte abbastanza attendibile, il 22 luglio, prima che l'articolo di Panorama uscisse in edicola, ma dopo l'articolo del Messaggero che ne anticipava ampi stralci) ha dichiarato:
Che tanti sacerdoti siano omosessuali e cerchino sesso, anche a pagamento, con altri uomini "non è una novità" (...) "Anch'io, una quindicina di anni fa, ho avuto una storia con un monsignore", aggiunge.
Allora si tratta di sesso,anche a pagamento, o di una storia? Oppure come sembra intendere Mancuso le storie tra gay sono sempre e solo di sesso e non anche affettive?
"Nella comunità si sa da sempre (...) è molto consueto che sacerdoti frequentino i luoghi di ritrovo degli omosessuali, come saune, bar, discoteche. Posti dove comunque non si va solo per fare sesso, ma anche per conoscere persone. E per entrare magari hanno fatto la tessera di Arcigay". Con il loro vero nome? "Perché no, tanto sono protetti dalla legge sulla privacy". E il monsignore? "La storia è durata sei mesi, era il 1994 o il 1995. Era qui a Roma, lui era un alto funzionario vaticano. Poi ne ho perso le tracce, ma credo che stia sempre a Roma". E l'alto prelato non è l'unico prete con cui Mancuso abbia avuto una storia: "Ce ne sono stati anche altri, e a volte ho scoperto solo dopo che erano sacerdoti".
Tutto qua? Nessun commento? Nessuna spiegazione?
Solo dopo le dichiarazioni del Vicariato di Roma Mancuso fa meno il disinvolto marcia indietro e rilascia ben altra dichiarazione:
"Sbagliate le reazioni ecclesiastiche perché - dice - tendono ad accreditare l'omosessualità all'interno della Chiesa come un fenomeno marginale, ma il reportage di Panorama sui preti gay - sostiene Mancuso - è un'operazione politica e culturale orribile perché, per attaccare la Chiesa cattolica, propina una visione della comunità omosessuale zeppa di stereotipi e di luoghi comuni". (fonte Via di donna community)
Diversamente, sul sito Gay Freedom, Mancuso ha posizioni più condivisibili, e, non potendo risalire alle esatte dichiarazioni riportate su internet, il beneficio del dubbio è d'obbligo. Non però per la vanità e la frivolezza con cui, pur se criticato, si difende e ribadisce di avere avuto una relazione con un Monsignore.
Non dissimile il tono di Marrazzo di Arcigay Roma almeno secondo il sito Roma Today che pubblica questo articolo:
Rave e afterhours solo per preti gay. L'invito viaggia via sms e i locali sono sempre gli stessi. Ma spesso i nomi dei locali che ospitano feste private omosex solo per religiosi vengono affidate alle chat. Esattamente come succede per rave e afterhours, raduni esclusivi e dedicati. Così a Roma si ritrova la comunità di sacerdoti omosessuali, almeno stando a quanto dichiara Fabrizio Marrazzo di Arcigay Roma.
"Non è un mistero che ci siano preti e sacerdoti che a Roma frequentano ambienti e locali gay - ha spiegato Marrazzo - ma ovviamente si tratta di feste private. E comunque di certo non condanno tutto questo". Sms e chat garantiscono anonimato ed esclusività. Di questi locali, i cui nomi si tramandano con un discreto passaparola, qualcuno gravita dalle parti della gay-street, via di San Giovanni in Laterano, altri dalle parti di Testaccio. Come il "69", frequentato ritrovo per feste in tema e solo per gay. "Sappiamo che si tratta di persone omosessuali - ha spiegato Marrazzo - Qualcuno in passato li ha riconosciuti, vivono a Roma ed è possibile che svolgano le loro attività nella Capitale. Mi è stato riferito che negli ambienti gay c'é anche qualche vescovo. In generale questi frequentano ambienti gay ristretti assieme ad altri omosessuali non sacerdoti". A questo proposito Marrazzo ha "condannato l'ipocrisia della Chiesa, che invece spesso si oppone a provvedimenti in favore degli omosessuali".
Ipocrisia? La posizone della chiesa sui gay è chiara. Il fatto che ci siano gay nella cheisa non significa che le gerarchie eccelsiastiche li difendano o li coprano. Allora dov'è "l'ipocrisia"?
Si tratta di omofobia casomai di chi decide che i preti se gay non possono aderire al sacerdozio.
A proposito dell'inchiesta del settimanale Panorama, che annuncia un servizio sul prossimo numero che mostra preti sorpresi a frequentare i locali di ritrovo dei gay romani, Marrazzo ha spiegato che lo scorso 2 luglio, alla vigilia del Gay Pride della Capitale, il sacerdote francese di cui si fa riferimento potrebbe "essere stato al locale '69', nel quartiere Testaccio, dove spesso si organizzano afterhours per omosessuali", intorno alle 5 del mattino. Questo locale rientrerebbe nel giro di locali dove si organizzano feste per religiosi gay. Per Marrazzo, invece, "il Gay Village è un posto sicuramente poco frequentato da sacerdoti gay soprattutto della zona, visto che spesso ci sono fotografi ed è un posto al centro dell'attenzione. Per loro ci sarebbe poca discrezione".
Poca discrezione perchè ci sono i fotografi o perché centinaia se non migliaia di persone riempiono il locale tutte le sere che resta aperto?
Il gay Village è una discoteca frequentata da una ambiente misto etero-gay, estraneo ai locali dove si fanno i festini cui Marrazzo allude. Quindi che cribbio di argomentazione propone?
APPUNTAMENTI PRESI IN CHAT. Se non via sms, gli appuntamenti si ottengono in chat, attraverso siti come gay.it oppure "Venerabilis", il web-site con dominio turco della sedicente "Fraternità" omosessuale dei preti cattolici romanì. Gia nella home page del sito si sottolinea di essere "per e con la Chiesa Cattolica Romana e dalla parte del santo Padre", e di voler essere di "aiuto ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici 'omosensibili' che si sforzano di vivere la ricchezza della vita umano-cristiana consapevoli dei propri limiti". Il "punto forte" di Venerabilis sono le chat: cliccando, ti viene subito chiesto se sei un sacerdote e se vuoi "dialogare con serenità e pace in chat". Si può chattare in varie lingue: italiano, spagnolo, francese e inglese. C'è inoltre la chat "Chiedi al sacerdote", dove è "possibile consultare con assoluta tranquillità e riservatezza, oltre a sacerdoti, religiosi e alcuni laici, personale qualificato (psicologo o medico)". "In quanto chat di condivisione del proprio vissuto e del proprio pensiero - si precisa sul sito - è d'obbligo il rispetto, in atteggiamenti e parole, nei confronti delle persone che vi accedono"
Ovvietà, banalità, sentito dire. Non c'è male per una articolo che alimenta un immaginario comune nel quale le chat sono luoghi di perdizione (si può chattare pure in più di una lingua!!!)
LE TESTIMONIANZE. "Ci sono tanti sacerdoti omosessuali, ma questo non fa di loro dei cattivi preti": così Luca Trentini, segretario nazionale di Arcigay,
che in quanto a competenza per stabilire se un prete è "buono" o meno non ne ha alcuna.
commenta l'anticipazione dell'inchiesta di Panorama sui preti gay. Ex seminarista, allontanato dopo 12 anni di seminario proprio perché aveva dichiarato la sua omosessualità, Trentini conosce bene l'ambiente religioso.
Di nuoco non è la persona più adatta per parlar della dottrina della chiesa.
Per quanto odiosa od omofoba la chiesa sia la chiesa ha tutto il diritto di dire che non vuole omosessuali tra i preti. E' una regola chiara e chi si fa prete sa di doverla rispettare. certo ognuno ha diritto di criticare queste posizioni retrograde o le affermazioni false e oscurantiste che creano inesistenti collegamenti tra omosessualità e pedofilia (o incesto, ricordate Bertone?) ma se la chiesa non vuole gay tra i preti per quanto mi riguarda ha tutto il diritto a dirlo. Siamo ancora in un paese libero. Certo le istituzioni dovrebbero togliere alla chiesa tutti i privilegi visto le sue posizioni reazionarie e omofobe ma questo in Italia non capiterà mai. Non mi sento di "salvare" i preti dalla chiesa, basta non entrare in quel consesso per essere salvati. Non puoi entrare in un club di vegetariani e poi accusarli di discriminare i carnivori...
"Quello dell'omosessualità tra i religiosi non è un fenomeno nuovo" dice, e spiega che "l'obbligo della castità è contro natura, le pulsioni devono trovare uno sfogo per non diventare psicosi e così c'é un proliferare di preti costretti a vivere una doppia vita, a indossare un abito di giorno e un altro di sera, sostanzialmente a vivere nell'ipocrisia".
Di nuovo non riconosco a chi parla le competenze psicologiche, antropologiche sociologiche oltre che mediche per dare spessore alle sue dichiarazioni.
Ecco quindi che "la via più facile è quella del sesso a pagamento".
Equazione come dire, discutibile? O di merda? Fascista ? Nazista? E tutti gli etero che vanno a puttane o a trans? e tutti i preti gay che NON vanno a escort?
"Anche all'interno del Vaticano ci sono sacerdoti che vivono relazioni omosessuali - dice Trentini - sono nascosti, invisibili, e forse vivono anche meglio il sacerdozio perché sono certamente più equilibrati di quelli che si reprimono".
Peccato che non si parla dei preti etero ama solo di quelli gay. Cosa è in discussione il praticare il sesso o l'omosessualità? cos'è che rende questi omosessuali inadatti al sacerdozio? la non astinenza o l'omosessualità? La chiesa è chiara. Non questo tipo che parla senza sapere cosa dice
In passato Trentini ne ha conosciuti alcuni, e ricorda in particolare "un prete che aveva una relazione stabile con un ragazzo: questo lo aiutava a vivere in modo più sano il suo sacerdozio, anche se il problema è che doveva restare nascosto".
Con quali competenze?
E negli ultimi anni, aggiunge, c'é stata "un'ulteriore "stretta" nelle direttive sui criteri per scegliere i seminaristi: le persone omosessuali vengono allontanate, e anche gli eterosessuali che difendono la causa gay vengono vagliati con molta attenzione. All'interno della chiesa, poi, chi rivela la sua omosessualità spesso viene invitato a compiere un percorso psicologico per tornare all'eterosessualità". La necessità di nascondersi ha spinto molti sacerdoti gay a formare gruppi di sostegno, "che vivono nell'ombra e nel terrore di essere scoperti".
affermazione ridicola. Non si p mai visto un gruppo di sostegno "clandestino"...
"Eh sì, è difficile, ma che ci devo fare? Non sono malato, sono normale. Voglio vivere la mia vita e compiere le mie scelte liberamente".
MA se la chiesa non ti vuole in quanto gay, mi dispiace, cazzi tuoi. fatti la tua battaglia per conto tuo ma non dire che sei discriminato in quanto gay.
Parole dette piano, sullo sfondo di uno dei più bei parchi di Roma all'Eur, a pochi metri dalla grande entrata del Gay Village, la discoteca all'aperto dedicata ai gay dove visi sorridenti e persone gentili accolgono chiunque, nonostante le anticipazioni sul servizio di Panorama che indica quel luogo come punto di riferimento dei sacerdoti gay.
Chi non dovrebbe sorridere se ci sono preti gay al village? Se sono in borghe come faccio a distinguerli dagli altri avventori? E ci saranno preti etero al village, come ci sono ragazzi etero (perchè come organizzano le feste in disco i gay...) ?
Per chiunque si intende anche lui: seminarista e non prete, comunque vocato e in attesa, che se la sente di parlare solo quando gli assicurano che non avrà mai un nome e mai un volto. "L'omosessualità è un humus nel quale la chiesa ha pescato i propri figli - racconta -:persone che vivevano in silenzio ed emarginate la propria solitudine, che non si facevano una propria famiglia perché non potevano, gay repressi. E adesso viviamo la nostra vita disperatamente, nascondendoci. E qui a Roma è più facile confonderci".
Quindi la chiesa è stata un mezzo per tanti gay di nascondersi. Di non accettarsi. Di vivere in clandestinità proprie pulsioni sessuali senza svilupparle anche in ambito afferivo. Siamo sicuri che le cose siano così o è così che le vede chi dice queste parole?
Ma è quella "caccia alle streghe che ha avviato il Vaticano che fa più male", quella filosofia per la quale "l'omosessuale è un pedofilo. Noi non siamo pedofili", protesta. Lui non lo è: giovane sì, ma non così giovane da essere 'categorizzato', condanna questa "pruderie che si consuma intorno a noi".
Non così giovane da essere categorizzato??
L'autore di questo articolo sta al giornalismo come il cioccolato sta alla famosa robina di una canzone di Mina...
Prima c'è l'articolo del Messaggero che anticipa quello di Panorama.
ROMA (22 luglio) - Preti sorpresi a frequentare i locali di ritrovo dei gay romani,
MMM non era meglio i locali romani gay? Perchè specificare che i gay sono romani? E perché specificare che i locali sono dei gay? Come se i preti anche se sono gay mantenessero una quidditas diversa dalla gayezza quale la pretaggine?
filmati con una telecamera nascosta durante feste notturne con prostituti e perfino durante un rapporto omosessuale con un partner casuale:
Già, certo che avere un rapporto eterosessuale con UN partner occasionale è un po' difficile.
I giornalisti fanno sempre questa specificazione ridicola: Leonardo e Marco hanno avuto un rapporto omosessuale. Basta dire rapporto sessuale è ovvio che essendo entrambi uomini hanno avuto un rapporto omosex... O no?
è questo il risultato di una inchiesta condotta dal settimanale Panorama, che nel prossimo numero sbatte in copertina «Le notti brave dei preti gay», con tanto di foto di due mani giunte su un rosario con lo smalto alle unghie.
della foto parleremo dopo
«Per venti giorni - afferma il settimanale - un giornalista di Panorama, affiancato da un complice gay, si è infiltrato nelle serate brave di alcuni preti che, a Roma, conducono una sorprendente doppia vita: di giorno sono sacerdoti in abito talare; di notte, smessa la tonaca, sono uomini perfettamente integrati negli ambienti omosessuali della capitale».
E pensare che Scalfarotto per dimostrare che è normale ha di recente detto che lui non ascolta tutto il tempo i Village People. Era meglio se diceva che la notte vede la tv e non va negli ambienti omosessuali della capitale.Ambienti omosessuali. Chissà come sono questi "ambienti". Sono gli ambienti a essere omosessuali o li fanno, gli ambienti, le persone omosessuali che li frequentano. Se entri in un locale gay ma sei etero rendi quell'ambiente un po' meno gay o ti omosessualizzi tu un po'? Che modo ridicolo di parlare hanno i nostri giornalisti (sic!)
Panorama afferma di avere individuato «numerosi casi» e di averne raccontati «tre in particolare», usando nomi di fantasia: Paul, sacerdote francese di 35 anni, Carlo, sui 45, e Luca, «abbordato» su internet e poi ripreso in casa sua durante un rapporto omosessuale con il complice del cronista.
Di nuovo, un rapporto etero con IL complice del giornalista lo vedo molto arduo...
L'inchiesta racconta del primo incontro, avvenuto secondo Panorama il 2 luglio, tra il cronista e il suo complice gay con padre Paul, in un locale del quartiere romano di Testaccio, presente anche Carlo.
Davanti a loro, «due escort uomini hanno ballato seminudi»
Mazza! Addirittura seminudi!
con vari uomini, tra cui Paul, facendo poi sesso con alcuni di loro.
Lì? davanti a tutti???
Usciti dal locale, il complice gay del cronista di Panorama viene invitato a casa di Paul, gli chiede di indossare l'abito talare e ha un rapporto omosessuale, filmato con la telecamera.
Aridaje! che serve specificare che il rapporto sessuale è omosessuale? Cosa hanno fatto? baci? seghe? pompe? penetrazione? fisting? rimming? pissing? Ci sono MILIARDI di cose che possono fare due persone a letto.
Immaginatevi la cosa ridicola se Paul fosse andato con una con una donna e il giornalista avesse scritto e ha un rapporto eterosessuale, filmato con la telecamera.
Questi giornalisti di merda, che dovrebbero essere radiati da ogni albo perché non sanno nemmeno usare la lingua italiana, evidentemente con "rapporti omosessuali" intendono cose strane, turche, non canoniche, perverse, innaturali, non normali come i rapporti etero. Alla faccia dell'omofobia!
Tutti i filmati a corredo dell'inchiesta - precisa il settimanale - saranno disponibili da domani sulla versione digitale di iPanorama sull'iPad.
Quindi io adulto consenziente che non faccio nulla di illegale, vengo ripreso a mia insaputa e i mie video messi online su un sito, a pagamento per giunta!
C'è da far chiudere Panorama PER SEMPRE (e far fare ai sedicenti giornalisti che vi lavorano quel che Mao faceva fare ai suoi giornalisti ZAPPARE LA TERRA)
La sera successiva, racconta sempre Panorama, Paul e Carlo si rivedono con il cronista di Panorama e il suo complice al Gay village di Roma, «mostrando -sottolinea il settimanale - di trovarsi a loro agio in quell'ambiente».
Ma che cosa vuol dire??? A loro agio in quale ambiente? Il Gay Village è frequentato da etero, ragazzi e ragazze. Ma il giornalista sa di cosa parla?
Paul e Carlo si rivedono con il cronista di Panorama e il suo complice al mercato di campo de fiori di Roma, «mostrando -sottolinea il settimanale - di trovarsi a loro agio in quell'ambiente». Vi rendente conto del ridicolo?!?!?
Badate che anche se riporta le affermazioni di Panorama il giornalista del Messaggero trova quelle frasi del tutto comprensibili e di senso compiuto altrimenti non le riporterebbe e basta ma le commenterebbe...
Il giorno dopo, domenica 4 luglio, sempre secondo Panorama, Paul ha celebrato la messa su un tavolino della propria abitazione, alla presenza del cronista di Panorama e del suo complice. Panorama sostiene di aver verificato «che Paul è effettivamente un prete».
Perché celebra la messa?
Con Carlo c'è un secondo incontro in un ristorante del centro di Roma, «abitualmente frequentato da gay».
Si sa i gay si riconoscono come i migranti, gli zingari, le donne e i bambini vanno tutti in giro con lo smalto rosa fucsia
Alla fine del pranzo, «Carlo ha portato il complice di Panorama nel suo appartamento, che è collegato a una grande struttura ecclesiastica, e ha avuto con lui un rapporto sessuale», anche questo ripreso dalla telecamera nascosta.
Stavolta niente "omosessuale" meno male!
«Il cronista di Panorama - afferma ancora il settimanale - ha anche filmato Carlo mentre celebrava messa in una chiesa non lontana dal suo appartamento».
Cosa disdicevole per un prete!!! Come dire prima ha preso cazzi in mano e poi senza lavarsele ha toccato l'ostia...
Il terzo prete, Luca, è stato avvicinato da Panorama attraverso internet, su una chat omosessuale: dopo un approccio esplicito, cui è seguito un appuntamento, l'incontro è avvenuto il 6 luglio «davanti alla chiesa di una missione cattolica».
Che prete sfrontato! Non solo è gay ma fa incontri addirittura davanti la chiesa!!!
È «puro scandalismo», secondo autorevoli fonti vaticane, l'inchiesta sui preti gay svolta da Panorama. Nessun commento alla notizia è giunto dalle fonti ufficiali, ma in ambienti della Santa Sede, la notizia è apparsa «priva di prove concrete e circostanziate» ed è stata vista come «un tentativo di trovare ad ogni costo argomenti forti per svegliare i lettori sotto l'ombrellone», come fosse «un serpente di mare». «E quand'anche si volesse sviscerare un argomento così complesso e delicato quale la sessualità dei sacerdoti - aggiunge la fonte - non basterebbe un'inchiesta di 15 giorni, per quanto accurata».
L'inchiesta di Panorama sui preti gay è documentata: lo precisa il direttore, Giorgio Mulè, replicando alle osservazioni di fonti vaticane che parlano di notizia «priva di prove concrete e circostanziate». «Le anonime ma autorevoli fonti vaticane citate relativamente all'inchiesta di Panorama sulle notti brave dei preti gay a Roma - sottolinea Mulè - parlano di una notizia priva di prove concrete e circostanziate ed è bollata come un tentativo di trovare ad ogni costo argomenti forti per svegliare i lettori sotto l'ombrellone».
bella ripetizione...
«Desidero rassicurare le anonime fonti vaticane invitandole a recarsi in edicola per leggere l'inchiesta.
Un po' di pubblicità non fa mai male.
Ove non fosse sufficiente sarò lieto di fornire loro nomi, cognomi e indirizzi dei sacerdoti che hanno compiuto atti sessuali, peraltro documentati da riprese video incontrovertibili.
e vai in galera, visto che c'è il diritto alla privacy VISTO CHE I SUDDETTI PRETI NON HANNO COMMESSO REATO ALCUNO. Siamo arrivati alla delazione come durante il Ventennio. Perchè Panorama è ancora online? Perchè la rivista non è stata sequestrata? perchè il direttore non è già in GALERA dove è stata buttata via la chiave?
I nostri lettori, inoltre, saranno sicuramente svegliati dalla nostra inchiesta. Ma le anonime fonti mi credano: avremmo preferito non disturbare il loro riposo piuttosto che raccontare questa squallida storia».
Squallido è Panorama e il suo direttore. Anche perchè non attacca i preti che non osservano il celibato, ma solo quelli gay. dunque è l'omosessualità ad essere squallida.
Quindi un prete che per conto proprio nel tempo libero va in un locale a ballare è squallido più di un politico eh usando le auto blu paga 3 mignotte per se e altri cazzi al vento vecchi e panzuti come lui... Capita l'antifona.
Il Messaggero però non fa analisi si limita a riportare l'articolo condividendone di fondo il giudizio estremamente negativo di Panorama: preti froci? che schifo! quelli etero possono invece tranquillamente andare a mignotte o trans.
Poi c'è l'articolo di Panorama. Che va in edicola con questa copertina.
Omosessualità ancora confusa con effeminatezza e unghie laccate di rosa (sic!),bel palato quelli di panorama coltivano per i propri lettori. Volgare, maschilista patriarcale e omofoba propri come metà degli italiani, quelli che continuano a votare Berlusconi, proprietario di questo settimanale.
Ecco il testo (e le foto) pubblicato sul sito
Un’inchiesta con telecamera nascosta, seguita da verifiche minuziose e da controlli accurati. Per venti giorni Carmelo Abbate, giornalista di Panorama, affiancato da un «complice» gay,
I giorni da 15 (per il messaggero) sono diventati 20. Almeno qui complice è tra virgolette
si è infiltrato nelle serate brave di alcuni preti che, a Roma, conducono una sorprendente doppia vita: di giorno sono sacerdoti in abito talare; di notte, smessa la tonaca, sono uomini perfettamente integrati negli ambienti omosessuali della capitale. Quella che ne è uscita è un’inchiesta sul campo che ha permesso di scoprire una realtà inedita
Veramente già nel lontano 1994 Thomas Migge, pubblicò in Italia un'inchiesta di tutt'altra levatura giornalistica. Il libro è Può mai l'amore essere peccato? pubblicato per i tipi della Marsilio. Giornalista tedesco, abbordò i preti come per un incontro (avvicinandoli in luoghi di incontro o sulla linea 64 dell'autobus) e poi rivelava la vera natura dell'incontro, molti hanno negato l'intervista, molti hanno risposto. Ne è nata una casistica molto interessante e molto umana nella quale il giornalista, con strumenti culturali professionali ma anche umani direi ben più profondi di quelli di Panorama descrive l'umanità degli intervistai che prima ancora di esser e preti sono esseri umani con le debolezze e i difetti di tutti. nessuna demonizzazione ma solo la volontà di capire e di sapere come vivono quei preti la propria clandestinità.
Miliardi di anni luce dall'abisso di bassezza morale, nullità professionale, scempio deontologico e comportamento al limite del reato penale (spero che la magistratura aprirà una indagine al più presto) di qunato fatto da Panorama e i suoi giornalisti (sic!).
e per certi versi sconvolgente: sacerdoti che partecipano a feste notturne con escort uomini; che hanno rapporti omosessuali con partner casuali; che frequentano chat e ritrovi gay.
Le chat, essendo ambienti virtuali non si frequentano, ma vai a spiegare l'italiano a gente che ha in spregio la deontologia professionale...
Panorama ha individuato numerosi casi
casi, come si trattasse di un crimine, di qualcosa di eccezionale, di strano,etc...
e ne ha raccontati tre in particolare: quello di Paul, quello di Carlo e quello di Luca (i nomi sono inventati per proteggere l’identità dei sacerdoti).
Il primo, un francese sui 35 anni, ha incontrato il cronista di Panorama venerdì 2 luglio, in una festa gay in un locale del quartiere di Testaccio.
Una festa gay in un locale? una normale serata del locale o si festeggiava un evento particolare? Perché usare la parola festa? se non per sottolinearne surrettiziamente l'aspetto vizioso?
Nella serata, cui partecipavano – retribuiti - due escort uomini che hanno ballato seminudi con il prete e con altri ospiti (praticando poi sesso gay con alcuni di loro),
ecco che ritorna il discorso di prima, come fanno due uomini a praticare sesso etero?... A cosa serve questa specificazione se non a usare la parola gay in modo piccante?
era presente anche Carlo, il secondo prete, che ha un’età tra i 45 e i 50 anni. La notte termina a casa di Paul, dove il complice gay del cronista di Panorama prima chiede al prete di indossare l’abito talare e poi ha un rapporto sessuale con lui, ripreso dalla telecamera nascosta.
Intanto compiaiono alcuni estratti dai video ripresi, senz autorizzazione, illegali perchè non sono prova di alcun crimine ma sono una epslicita violazione della privacy.
MA scommettiamo che il direttore di Panorama in galera non ci andrà?
Padre Paul con il complice gay di Panorama: un frame del video
Padre Luca nel suo appartamento con il complice gay di Panorama
Padre Carlo al Gay Village
Padre Luca nel suo appartamento con il complice gay di Panorama
Padre Paul nella camera del complice gay di Panorama
Padre Paul a una festa di un locae di Testaccio
Padre Luca nella sua camera con il complice gay di Panorama
Padre Carlo nella sua casa romana con il complice gay di Panorama
Padre Paul celebra la messa dopo il rapporto con il complice gay di Panorama
Padre Carlo celebra la messa in una Chiesa romana vicino al Pantheon
La sera successiva Paul e Carlo hanno dato appuntamento al cronista di Panorama e al suo complice al Gay village di Roma, mostrando di trovarsi a loro agio in quell’ambiente.
Il gay village è un posto normalissimo dove si balla si beve e si fumano sigarette, frequentato da tantissimi etero e tantissime donne non tutte lesbiche. Perché specificare che il prete si trovava a suo agio in quel posto?
In questa occasione, Carlo più volte si è assentato sostenendo di averlo dovuto fare per evitare di incontrare quelli che aveva riconosciuto come altri preti o catechisti.
Altra affermazione falsa. Anche gli altri preti o catechisti erano nello stesso luogo infamante quindi erano tutti costretti alla stessa omertà che tutelava ognuno individualmente.
La serata si è chiusa con lo stesso finale della precedente.
Come per dire che a differenza degli etero che sono fantasiosi i gay sono ripetitivi, maniacali, compulsivi, caratteristiche di un atto sessuale che è un vizio e non una normale variante della sessualità umana.
Il giorno dopo, domenica 4 luglio, Paul ha celebrato la messa su un tavolino della propria abitazione, alla presenza del cronista di Panorama e del suo complice. Il videoeditoriale del direttore: abbiamo le prove
Le prove di cosa?
Panorama ha verificato che Paul è effettivamente un prete. Con Carlo, invece, l’incontro si è svolto in un ristorante del centro di Roma, abitualmente frequentato da gay. Carlo ha indicato una coppia di uomini a un altro tavolo, sostenendo che uno dei due fosse un prete e che fossero «fidanzati».
Fidanzati tra virgolette. perchè mentre un prete può essere fidanzato con una donna due uomini possono solo scimmiottare le pratiche etero... Omofobia allo stato puro
A suo dire, il locale è abitualmente frequentato da tanti prelati gay.
Carlo ha sostenuto anche che almeno il 98 per cento dei preti che conosce è omosessuale,
affermazione priva di qualunque spessore statistico.
ma ha aggiunto che nella Chiesa di oggi c’è una parte «intransigente» che si sforza di non guardare la realtà, e un’altra parte più «evangelica», che invece riconosce e accetta il fenomeno dei preti omosessuali.
Non per la dottrina ufficiale.
Al termine del pranzo, Carlo ha portato il complice di Panorama nel suo appartamento, che è collegato a una grande struttura ecclesiastica, e ha avuto con lui un rapporto sessuale, anche questo ripreso dalla telecamera nascosta.
Il cronista di Panorama ha anche filmato Carlo mentre celebrava la messa in una chiesa non lontana dal suo appartamento. Sulla versione online di “Panorama” e sull’iPad saranno disponibili, dal 23 luglio, tutti i filmati a corredo dell’inchiesta.
Il Vicariato ha subito rilasciato una dichiarazione
La rivista Panorama nel numero di oggi, venerdì 23 luglio, pubblica un lungo articolo dal titolo “Le notti brave dei preti gay”. L’estensore del servizio afferma di aver frequentato alcuni sacerdoti gay e di aver documentato i loro comportamenti con una telecamera nascosta. La finalità dell’articolo è evidente: creare lo scandalo, diffamare tutti i sacerdoti, sulla base della dichiarazione di uno degli intervistati secondo il quale «il 98 per cento dei sacerdoti che conosce è omosessuale», screditare la Chiesa; e - per altro verso - fare pressione contro quella parte della Chiesa da loro definita «intransigente, che si sforza di non guardare la realtà» dei preti omosessuali.
I fatti raccontati non possono non suscitare dolore e sconcerto nella comunità ecclesiale di Roma, che conosce da vicino i suoi sacerdoti non dalla “doppia vita”, ma con una “vita sola”, felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti. Questi sono gli oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie, degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate. Chi conosce la Chiesa di Roma - dove vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano né impegnati nella pastorale - non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla “doppia vita”, che non hanno capito che cosa è il “sacerdozio cattolico” e non dovevano diventare preti. Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto. Non vogliamo loro del male ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri.
Dinanzi a simili fatti aderiamo con convinzione a ciò che il Santo Padre Benedetto XVI ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: «i peccati dei sacerdoti» ci richiamano tutti alla conversione del cuore e della vita e ad essere vigilanti a non «inquinare la fede e la vita cristiana, intaccando l’integrità della Chiesa, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto».
Questo Vicariato è impegnato a perseguire con rigore, secondo le norme della Chiesa, ogni comportamento indegno della vita sacerdotale.
23 luglio 2010 (fonte Romasette.it sito del vicariato di Roma.
Il disonore non è fare del sesso ma praticare del sesso gay. Nessuno si sogna infatti di fare accenno ai preti etero che scopano con donne o mettono su relazioni sentimentali con donne. Nessuno chiede loro di venire allo scoperto. nessuno pensa che un prete che fa sesso con una donna infanghi tutta la chiesa. Un prete che scopa con un uomo, maggiorenne e consenziente..., sì.
Le posizioni della chiesa sono medievali a dir poco e sono degne della peggiore omofobia talebana e islamica. La chiesa va censurata, criticata, denunciata e le va impedito di discriminare i reti gay, non perché on li vuole nel suo connesso, è libera di farlo, ma perchè li accusa di infangare l'onorabilità degli altri preti, evidenziatone anche di quelli che fanno sesso con donne.
Le reazioni da parte dfi tutto il mondo omosessuale e non non si sono fatte attendere. Anche whad ha detto la sua, con puntualità e precisione. ecco il testo integrale che potete leggere anche su Facebook e sul sito Wehaveadream.eu.
Con una copertina aderente allo stile del settimanale, Panorama pubblica oggi un pessimo articolo - ampiamente pubblicizzato già ieri - sulla vita notturna di alcuni preti omosessuali mischiando omofobia e pruderie, gossip di bassa lega e disinformazione.
La copertina: due mani giunte con un rosario e lo smalto rosa sulle unghie. Non sappiamo chi siano i grafici di Panorama e non sappiamo che luoghi e quali omosessuali frequentino, ma diciamolo con franchezza: con quell’immagine molto old style vuole associare l'idea dello smalto, simbolo stereotipato della femminilità, all'omosessualità facendo l'equazione "gay = donna". Nulla di più falso, nulla di più stantio.
Tornando invece all'articolo vero e proprio vi si legge solo di preti adescati e filmati anche durante rapporti sessuali senza il loro consenso in barba alla filosofia sulla privacy. Anche questa volta il filmato ha un solo scopo che non è certo fare un’inchiesta su un illecito o su un malcostume:
- perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole: tutti ricorderanno il servizio di Exit, il programma di La7 condotto da Ilaria D’Amico.
-perché due persone adulte e consenzienti che hanno un rapporto sessuale consensuale non commettono alcun reato
-perché si prova a sputtanare una categoria, quella dei preti, che vengono cosi accomunati tutti, indiscriminatamente, a viziosi, ma non ci è dato però di sapere cosa pensino questi uomini dell'omosessualità e come la vivono
-perché si prova a sputtanare una comunità, quella delle persone gay che vengono - ancora una volta - mostrate come interessate solo al sesso promiscuo.
Ci sembra ovvio che ci sono un sacco di preti eterosessuali e ci aspettiamo quindi che per contraddire le nostre supposizioni e dimostrare che l'intento era solo di informare dell'esistenza di un fenomeno Panorama faccia anche un reportage su quei preti eterosessuali che hanno rapporti con prostitute, che hanno relazioni stabili e a volte figli.
Di fronte a questo servizio, è da notare che il vicariato di Roma, al contrario dei casi di pedofilia, che vengono insabbiati o sminuiti, chiede ai preti omosessuali di venire allo scoperto e di rinunciare ai “benefici” – che credevamo non esistessero – derivanti dallo status clericale.
Esprimiamo anche forti perplessità per le dichiarazioni di alcuni esponenti dell’associazionismo gay che nel tipico sport della corsa al comunicato e alle dichiarazioni a mezzo stampa, invece di rinunciare ad un contributo allo sciacallaggio messo in atto da Panorama, confessano esperienze personali, danno numeri e aiutano a definire topologia e vademecum per partecipare a questi incontri.
-We Have a Dream-
Un attacco ai gay e alla cheisa senza precendenti, fatoda Berlsuconi che sta evidentemente preparando una ttacco totale per difendersi da quella che teme essere la sua fine politica. Un messaggio in stilemafioso d iavvertimento possimao toccare chiuqnue non ci fermiamo davanti a niente.
Nemmeno il paese civile però.
Stilizzereremo diverse manifestazioni di protesta. Sarete prontamente informati qui e su facebook.