domenica 29 settembre 2013

Se i commenti delle lettrici sono una cartina tornasole dello stato di salute della democrazia italiana la nostra è allora una zombie. Sui commenti all'articolo di Roma Today sull'aggressione omofobica ai danni di Ercole.

Questo è Ercole, un cittadino italiano, residente a roma.

La sera del 22 settembre scorso si trovava nei pressi della stazione Cipro della metro A.

Ercole come racconta lui stesso sul sito la fenicegay stava scrivendo un post sul suo palmare quando


sentendo qualcuno che mi rivolgeva la parola, smetto di scrivere.
-” scusa hai una sigaretta?“. Non distolgo lo sguardo dal mio taccuino e con noncuranza rispondo: ” mi dispiace non fumo”.
L’individuo che non avevo neanche focalizzato incalza: “ beh che stai a fare a quest’ora qui da solo seduto su questa panchina?“.
La mia voce esce con naturalezza così come la risposta .. Non ci penso neanche un istante.
-” prendo degli appunti frattanto che aspetto il mio compagno“.
La voce dell’individuo si trasforma divenendo minacciosa venate di rabbia .. Frustrazione di un essere di un essere incompleto.
-” ma allora sei un Finocchio .. un Frocio di Merda!! “. Alzo lo sguardo: vedo un testa di cazzo dalla testa rasata e gli occhi di ghiaccio.
Un microsecondo ed un pugno c’entra il mio occhio destro fracassandomi l’arcata sopracciliare il viso mi si riempie di sangue, mi chiudo a riccio intontito dal dolore altri tre pugni mi colpiscono al naso alla nuca ed ancora sul viso. Frattanto che sento quel l’essere disadattato continuare a ringhiare.. Finocchio..Frocio di Merda.Io sto li rannicchiato seduto ancora sulla panchina gocciando sangue copiosamente sento altri due individui avvicinarsi e dire all’aggressore: “eddai gliele hai suonate andiamo prima che arrivi qualcuno.. Hai fatto bene fratello sto rottinculo….”.

Questo è Ercole dopo l'aggressione.


Ercole si sta riprendendo ma è ancora scosso tanto da avermi confidato che fa fatica a dormire.

Non voglio strumentalizzare questa aggressione per sostenere l'urgenza di una vera legge contro l'omofobia. Perché nessuna legge può impedire quello che è accaduto a Ercole. La legge in questione serve solo a dare pene più severe ai suoi aggressori, se mai verranno presi.


Una cosa posso dire con certezza. che i tre aggressori si sono sentiti legittimati nel loro gesto anche grazie al clima di odio, discriminazione, avversione contro le persone omosessuali bisessuali e trans, in cui il nostro paese è immerso.

Per educare il paese al rispetto e alla solidarietà non bastano mille leggi ma un intervento capillare nelle scuole nei posti di lavoro nei mass media sostenuto e finanziato dallo Stato d e dagli enti Locali.

Ognuna di noi deve fare pressione con le politiche le sindacaliste i colletti bianchi che conosce affinché quest'aggressione non passi inosservata e il volto tumefatto di Ercole serva almeno per prendere provvedimenti PREVENTIVI e non punitivi.

La situazione è grave non solo per la maschera di sangue in cui Ercole versava dopo l'aggressione ma anche per l'altra faccia (feccia?) della medaglia. Basta leggere i commenti dei lettori di Roma Today che ha riportato la notizia.

Da chi invoca una vendetta che non li rende migliori dei tre aggressori a chi mette tra parentesi la componente omofoba affermando che gli aggressori si sono accorti della sua omosessualità solo dopo che liui glielo ha detto eh già ma infatti mica lo hanno menato prima  e i commenti Finocchio..Frocio di Merda.
eddai gliele hai suonate andiamo prima che arrivi qualcuno.. Hai fatto bene fratello sto rottinculo sono random anche quelli probabilmente...) a chi rivendica il pestaggio di proprio figlio che non è gay (eh già ma Ercole sì ed è stato picchiato per quello...) a chi, infine, vede nei teppisti che aggrediscono i gay la prova di una omosessualità latente (che non vuol dire nulla perchè altrimenti dovrebbe esistere anche una eterosessualità latente ma questa espressione è priva di significato, ergo lo è anche l'altra). Chi dice che gli omofobi sotto sotto siano gay non si rende conto di fare un commento omofobo. Non si tratta di persone che hanno paura ma di persone che odiano perchè l'omosessualità fa loro schifo. Commento omofobo e infatti dopo lo stesso dice che se due gay si baciano in pubblico lo fanno per provocare.

Ecco di fronte a questi commenti non potendo optare per la soluzione suggerita da Platone ne La repubblica (lo sterminio di massa di questi omofobi) bisogna educare. Educare con luna informazione corretta a partire dalla stampa, dagli altri media e dalla rete.

Ognuna di noi può farlo. Ognuna è chiamata a intervenire, correggere, criticare, educare.

Altrimenti quei segni di violenza sul volto di Ercole li abbiamo inflitti un po' anche noi.

i commenti all'articolo di Roma Today

sabato 28 settembre 2013

A proposito dei due (so far) furbetti fascisti che scrivono sul Fatto Quotidiano.

Non hanno perso tempo i maschi maschilisti e fascisti (patriarcali, misogini e omofobici) italioti a criticare le reazioni di protesta e il boicottaggio alla pasta Barilla che si sta spargendo in tutto il mondo e non solo in Italia adducendo le spiegazioni più svariate e partendo sempre da semplificazioni di quanto accaduto che dimostrano quanto dell'argomento non solo non freghi loro nulla ma anche che sostanzialmente non ne capiscono nulla.

Mi è capitato di leggere due di questi articoli  su Il fatto quotidiano un giornale che non mi è mai piaciuto proprio perchè ci si trovano articoli come questi e che per questo non compro mai, nei quali due cittadini comuni che non si capisce come mai scrivano su un quotidiano cercano paternalisticamente di spiegare alla massa di persone indignate (che per loro è fatta solo di gay, niente lesbiche, niente persone etero o bisex ugualmente indignate, e, soprattutto, niente donne) dove hanno sbagliato e perchè.

Sono puri esercizi di retorica da regime  scritti con un linguaggio aggressivo e giudicante, discriminatorio e offensivo, che dimostrano davvero quanto l'ignoranza e la mancanza di consapevolezza in questo paese di merda e di merde siano diffusi irrimediabilmente.

I due articoli sono Caso Barilla: cari gay, è il momento di crescere 
di Domenico Naso e Mi dia mezzo chilo di Barilla e il solito anestetico, grazie
di Bruno Ballardini.

E' curioso come in entrambi i casi si additi come errore la scelta di boicottare Barilla o perchè scelta inefficace (Ballardini) o perchè scelta isterica (Naso).

E' strano come nel capitalismo avanzato le cui strategie di marketing nessuno mette più in discussione cercando anzi di ammannire l'omofobia di Barilla spiegandocene la natura inevitabile (Ballardini) a questi due simpatici omofobi sfugga l'idea che l'unico strumento concreto che una consumatrice (non una cittadina, non una persona) ha è quella di non dare i propri soldi.

Prima di qualunque efficacia il boicottaggio è un suo diritto e una sua rivendicazione, etica prima ancora che politica.

Io i soldi a qualcuno che dice o fa cose che non mi piacciono ho tutto il diritto di non darli. E se voglio esorto le altre a fare lo stesso.
Ma, si sa, quando i fascisti non possono menarti o ucciderti, ti fanno la paternale, ironica, sottile e intanto ti offendono e continuano a discriminarti.

Intanto in entrambi gli articoli tutte le affermazioni misogine maschiliste e omofobiche di Barilla vengono proditoriamente riassunte nella decisione di Barilla di non mettere gay nei suoi spot.

Come se alle persone indignate dalle affermazioni di Barilla (che non sono solamente gay come pretendono Naso e Ballardini) importasse qualcosa che non ci sono gay negli spot di Barilla.

Allora dovremmo comperare solamente Ikea e sughi ponti Althea !

Sembra essere tornati ai tempi di Angeli negri di Fausto Leali!

Ricordate la bellissima lettura che ne diede giusto 20 anni fa Pappi Coricato in Libera

E no cari Naso e Ballardini! Tutte le persone che protestano contro Barilla, uomini e donne, etero omo e bisex, per tacere delle persone trans e intersex, non protestano perchè vogliono un angelo gay protestano per le dichiarazioni di Barilla contro le donne  in generale e contro le persone omosessuali (e dunque di nuovo contro le donne visto che esistono pure le lesbiche, sapete?).

Si boicotta Barilla perchè dà della donna una immagine fascista di angelo del focolare, chiusa in cucina a badare ai lavori donneschi, prima, per poi magari andare anche a lavorare fuori casa (come ha ricordato Cruciani dalla sua trasmissione schifosamente discriminatoria di tutte).

Si boicotta Barilla  perchè afferma che lui non è d'accordo con i gay non su un argomento preciso ma in generale. Che vuol dire non essere d'accordo con qualcuno che non dice niente se non io esisto? Io sono. Ci sono anche io. che non è d'accordo con la loro visibilità. Infatti per Barilla i gay non devono disturbare gli altri e sono liberi di fare quello che vogliono, solamente a casa propria perchè fuori possono disturbare qualcuno con le loro rivendicazioni più o meno legittime.

Dov'è la strategia di marketing caro Ballardini?
Fosse strategia di marketing Barilla avrebbe detto non metto i gay nei mie spot perchè temo sarebbe una pubblicità controproducente.
Invece lui ne fa una questione personale.
Lui non è d'accordo con i gay (cioè non li vuole edere fuori casa loro) al punto tale che se ai gay questo non sta bene che comprino pure un'altra pasta.

Pero Ballardini ci vuole davvero fegato nel giustificare l'uso umiliante e maschilista del corpo femminile negli spot di chicchessia dicendo che ci sono delle regole di mercato che i gay non capiscono.

Ballardini ma per chi ci ha preso? Lei sa benissimo che se si parla oggi di omosessualità è perchè i gay sono una nicchia di mercato, perchè i gay comprano, perchè i gay vivendo senza figli (dicono gli esperti di marketing) hanno più soldi da spendere.
E quindi quanto serve anche solo simbolicamente il boicottaggio dei gay? TANTO.

D'altronde basta vedere come Barilla sia subito corso ai ripari per tamponare le dichiarazioni omofobo prima con un comunicato (nel quale ribadisce l'idea di donna del focolare...) e poi con questo video.


Chi difende Barilla o ha comunque da ridire sulla campagna di boicottaggio lo fa perchè la pensa esattamente come lui.
Infatti lei Ballardini che è omofobo quanto Barilla scrive:

[Barilla] Ha riaffermato cioè, in modo sia pure sgradevole, l’immagine di Marca. Ricordate lo slogan “Dove c’è Barilla c’è casa”? Ebbene, Barilla si riferisce da sempre alla “casa degli italiani” e alla “famiglia italiana”.
Il guaio, Ballardini per lei che è un omofobo dei peggiori, perchè lo è senza nemmeno rendersene conto,  è che nella casa degli italiani ci sono anche gay lesbiche e bisex (per tacere delle persone trans) che da quando non sono più al confino vivono nelle case come tutti gli altri italiani.

E che anche quelle gay sono famiglie perdio!

Che lei sia un deficiente (nel senso letterale del termine) lo si capisce quando scrive una corbelleria come la seguente:
Il problema è l’idea sbagliata che la sinistra ancora oggi ha delle funzioni della comunicazione strategica: perché pubblicità e marketing non hanno proprio nessuna capacità di “educare” le masse modificando i loro atteggiamenti.
E da questa sua affermazione si vede che lei e non Boldrini (senza quel maledetto la sessista, altro campo in cui lei è deficiente) non capisce niente di mass media.
Perchè se è vero che gli spot, come il resto dei mass media, non creano immaginario collettivo, però rimaneggiano quello esistente e possono rimaneggiarlo in senso progressista o in senso reazionario.In ogni caso che una strategia di marketing sia neutrale e non implichi anche una scelta politica lo pensano solo le persone naif come lei...

Una pubblicità che conferma lo stereotipo della donna fascista casalinga asservita e serva del maschio non si limita a registrare una ideologia che già c'è ma la sostiene, la diffonde, la alimenta, la legittima.

Se davvero crede quello che ha scritto cambi mestiere o almeno legga un testo di analisi dei mass media di una qualunque delle nostre università.
Anche quelle cattoliche che magari criticano la presenza di perosne gay negli spot proprio perchè la loro presenza ne legittima l'esistenza, la visibilità contribuisce a familiarizzare e a scalfire lo stigma contro l'omosessualità quello che lei non crede gli spot o i mass media in generale possano sostenere ma si limitino a registrare.

Se lei giustifica lo status quo adducendo che l'omofobia è diffusa è perchè in realtà a lei questa situazione sta bene se no protesterebbe con chi boicotta Barilla e non lo giustificherebbe dicendo che lui segue londa.

Eh no Ballardini!

Barilla l'onda la cavalca e ha scelto di cavalcare questa invece di un'altra cosa che si può fare e che per esempio Ikea ha fatto anche se dopo Giovanardi accusò quello spot di essere addirittura anticostituzionale.

Alla faccia dello spot che non cambia una mentalità!

Naso invece lei è ancora più disgustosamente omofobico visto che ci dà delle isteriche che sono impegnate tutto il tempo a sentire Madonna.

Detto ciò, la reazione isterica e incontrollata della comunità gay, o almeno delle sue propaggini sul web, è persino più fastidiosa. È partito il boicottaggio alla pasta più famosa del mondo, con i leader tradizionali del movimento LGBT pronti a mettersi in prima fila (causa ricerca di visibilità narcisistica e tradizionalmente rainbow) e a fomentare gli istinti più bassi di gente che per 364 giorni l’anno se ne infischia della “causa” e dei diritti civili (come biasimarli? Miley Cyrus e Madonna rubano molto tempo) e poi si lanciano in strampalate crociate politically correct per censurare un’opinione, per quanto stupida e insopportabile.
Segno evidente che questo paese è ancora profondamente patriarcale e fascista

Fa tropo comodo rifarsi alla libertà di pensiero per difendere chi dice cose che discriminano certe categorie di persone solo perchè la si pensa nello stesso modo come lei dimostra in questo suo articolo grondante di pregiudizio  e odio omofobico.
E le donne caro Naso?
Le affermazioni maschiliste per le quali anche si è deciso di fare boicottaggio perchè non le prende in considerazione?

Perchè nemmeno le nomina, le cita, ne fa un larvale riferimento?

Perchè lei evidentemente è un uomo maschilista propri come lo è Barilla e nemmeno si accorge di esserlo.

E pensare che c'è chi compra Il fatto diretto dal pupillo di un grande fascistone come Montanelli dopo la sua morte sdoganato anche a sinistra...



Siamo un paese di persone morte. Su alcune dichiarazioni di solidarietà a Guido Barilla

E' tardi, sono stanco e avvilito, eppure ho verificato la fonte. D'altronde le loro affermazioni sono troppo terribili per essere false.

Parlo delle dichiarazioni di solidarietà a Barilla riportate da  Giornalettismo .

Al di là della solidarietà le considerazioni che in questi attestati si fanno mostrano la feccia, il marcio, il medievalismo di un paese che è culturalmente morto, politicamente inesistente, culturalmente azzerato. Un paese che può solo togliersi di mezzo.

Intanto i nomi: CasaPound, Moige, Azone Studentesca, Forza Nuova la feccia della feccia italiana non così minoritaria come la si pretende.

Il politicamente corretto

Intanto tutte compiono un falso ideologico cercando di fare delle dichiarazioni maschiliste e omofobe di Barilla una questione di politicamente corretto.

Il politicamente corretto però riguarda la forma e non il contenuto. Se cioè è meglio dire non deambulante o paralitico. Non riguarda invece se è lecito o meno dire che i paralitici andrebbero uccisi perchè sono un peso per la società.

La pretesa di restare apolitici.

La politica non dovrebbe entrare nella pubblicità o nei beni alimentari si dice.
Naturalmente ogni nostra scelta è politica visto che politica non significa la tifoseria del partito con cui ci si schiera ma le scelte con le quali conduciamo le nostre azioni nella vita della città. Per cui anche dire che la politica dovrebbe rimanere fuori dalla pubblicità è una posizione politica precisa e chiara.


L'odio per le donne oltre che per le persone omosessuali

Le critiche di Boldrini non vengono prese in considerazione da Casapound che liquida tutta la faccenda come
“l’ennesimo specchietto per le allodole, volto a creare vuoto chiacchiericcio mentre l’asse produttivo dell’Italia viene spolpato. Sono armi di distrazione di massa, buone solo a spostare il dibattito politico verso tematiche inconsistenti, banali e conformiste”.
Eugenia Roccella (PDL) gioca sporco e afferma che
“Guido Barilla è un uomo coraggioso, perché ormai ci vuole coraggio a difendere la famiglia formata da un uomo e una donna e magari persino ‘fondata sul matrimonio’, come dice la nostra Costituzione.
E infatti la costituzione dice che il matrimonio è per tutte non solo per le persone di sesso diverso...

Particolarmente disgustosi sono gli attacchi fatti alla Presidente della Camera:
Se poi la presidente Boldrini non apprezza il lavoro di cura e non si e’ mai alzata da tavola, come gesto d’amore nei confronti dei familiari, e’ una sua scelta, che non puo’ pretendere di imporre a tutte le italiane. Le pari opportunita’ non significano rinunciare alla cura materna e al piacere di non calcolare i gesti di affetto”.
Sindrome di Stoccolma? Maschilismo interiorizzato?

Per la foto di Davide Pirillo , segretario regionale della Calabria di Forza Nuova su facebookho solo una parola: LOMBROSO.

Il Moige si accanisce con ferocia contro la donna liberata ed emancipata:

Apprezziamo la scelta di comunicare il prodotto con la famiglia naturale e, come costituzione indica, valorizzando il ruolo della donna-madre in casa.  “Crediamo che la libertà – continua la nota- sia un principio indiscutibile e centrale in ogni comunicazione, e fa piacere che una grande realtà come Barilla, confermi la scelta comunicativa di parlare alla famiglia naturale composta da mamma, papà e bambini".
Quindi per il  Moige nemmeno le famiglie monoparentali sono naturali... 

Azione Universitaria dimostra di non capire niente perchè fa passare il boicottaggio a Barilla come un continuo attacco contro chi si dichiara contrario ai matrimoni omosessuali e questo è inaccettabile in un Paese civile.

Peccato che Barilla si sia dichiarato favorevole...

Anche Andrea Volpi, presidente di Azione universitaria si distingue per la sua ferocia maschilista:
“Ha ragione il dottor Barilla – continua la nota – quando dichiara che la pubblicità è una cosa seria e che la Boldrini dovrebbe astenersi da certe dichiarazioni anche perchè dimostra ogni giorno di essere inadatta al ruolo che gli è stato affidato. Barilla ha detto ciò che pensano la maggioranza degli italiani e noi non possiamo accettare che lo spauracchio dell’omofobia o del razzismo limiti la libertà di pensiero e di espressione, riducendo tra l’altro un dibattito etico serio a una farsa grottesca”.
Lo spauracchio del Razzismo o dell'omofobia...

Barilla è dottore e a Presidente della Camera (quarta carica dello Stato) la Boldrini...

Su una cosa Andrea Volpi ha ragione il fato che le idee di Barilla siano quelle di molte italiane...

venerdì 27 settembre 2013

Boicottare è una cosa seria. Sulle dichiarazioni NON SOLO omofobe di Guido Barilla.

Le dichiarazioni omofobiche rilasciate da Guido Barilla al programma La Zanzara sono ormai di dominio pubblico.
"Non fare mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale".

Ma la pasta la mangiano anche i gay, osserva David Parenzo. E Barilla: "Va bene, se a loro piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, altrimenti mangeranno un'altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti".

"Io rispetto tutti" - "facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole al matrimonio omosessuale, ma no all'adozione per una famiglia gay. Da primo padre di più figli credo sia molto complesso tirare su dei bambini in una coppia dello stesso sesso". (fonte la zanzara)

Il boicottaggio suggerito dalle stesse parole, di Barilla non è stato visto beneIl ricciolo schiattoso in un post splendido che vi consiglio di leggere tutto:
da tutte, non capendone bene il significato che spiega bene  la blogger de
Gli omosessuali, ci dice Guido Barilla, non devono disturbare gli altri. Ma siccome quello che disturba degli omosessuali è il loro essere omosessuali, temo che l’unico modo che abbiano gli omosessuali per non disturbare le persone come Guido Barilla, sia non esserci.
Se non è omofobia questa…

Peccato che - a cominciare dal Corriere della sera che ha estrapolato solo alcune delle dichiarazioni di Barilla - le dichiarazioni di Barilla non siano state criticate nella loro interezza escludendo la prima parte nella quale la prolusione di Laura Boldrini contro l'uso strumentale della donna negli spot televisivi viene criticata da Barilla e da Cruciani, il conduttore de La zanzara, che prima la chiama signora e poi il presidente.


Da maschi maschilisti e fascisti quali sono Barilla e Giuseppe Cruciani il conduttore de La Zanzara non sembrano proprio vedere la gravità di questi spot dicendo che, dopo aver servito in tavola, le donne vanno anche a lavorare.
Cosa ha detto Barilla contro le donne?

Ce lo dice Giulia Silverio sul suo blog sul sito del manifesto
La pubblicità è una cosa molto seria e va discussa in genere da persone che ne capiscono di pubblicità. Laura Boldrini non capisce bene che ruolo svolge la donna nella pubblicità E’ madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care, oppure fa altri gesti e altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo. E’ una fondamentale persona per la pubblicità, non solo italiana. In tutti i Paesi del mondo la donna è estremamente usata.
Ho pensato che il Presidente [sic!] della Camera che si abbassa a parlare di pubblicità quando peraltro non ha le competenze è abbastanza patetico. La comunicazione è una leva fondamentale per il commercio e ognuno la fa come meglio crede, nel rispetto delle regole. Ci sono i giurì che controllano la qualità dei comunicati, se qualcuno fa male viene ripreso e ampiamente multato.
La Boldrini dicendo quelle cose danneggia se stessa, non l’azienda, perché la gente reale quando va a comprare bada alla qualità dei prodotti, al costo, a soddisfare i bisogni. Tutto il resto sono frottole.
Parole pesanti che Silverio commenta così.

Le donne sono spesso associate ad altre categorie di persone: giovani, anziani, immigrati, omosessuali e così via. L’errore è elementare. Quella femminile è una differenza primaria, la differenza che si colloca prima di tutte le altre differenze: quando si viene al mondo, da una madre, o si è maschi o si è femmine. Mi hanno insegnato che per far comprendere e rendere immediatamente chiaro il sessismo o la discriminazione di certe affermazioni o posizioni basta sostituire alla parola “donna” quella di immigrato, omosessuale, ecc. Ben sapendo che si tratta solo di un trucco. Il fatto è che nell’intervista di Guido Barilla sono presenti entrambe le differenze. E che una è colpevolmente scomparsa al cospetto dell’altra. Nell’indignazione generale, forse anche a questo dovremmo dedicare una riflessione.
All'estero questa parte della trasmissione contro le donne non è proprio arrivata e lì il boicottaggio ha riguardato solo le dichiarazioni omofobe di Barilla.

Qui in Italia solo le donne hanno reputato necessario denunciare anche il maschilismo delle dichiarazioni di Barilla (e di Cruciani) mentre i siti froci e  frociofili non ci hanno nemmeno pensato.

O per mancanza d'informazione - eppure bastava andare  a sentire il podcast della trasmissione (sempre risalire alla fonte primaria se si può, e oggi con internet si può sempre se non si può ci si deve insospettire...) - o per mancanza di coinvolgimento (e che so' una donna io?) come, chi legge questo blog, sa bene.

Un altra cancellazione è quella che riguarda il razzismo.

Barilla subito dopo la tirata contro Boldrini e subito prima di quella contro le famiglie gay ricorda che negli anni ottanta avevano fatto un film con una cinesina diminutivo razzista e esempio di pessimo italiano in quando si tratta di una bambina cinese (in realtà è cambogiana...) e non di una cinesina che fa tanto esotico e, ribadisco, razzista.



Lo spot, retorico, con l'insopportabile musica di Vangelis che tanto fu irrisa all'epoca, è però efficace nel mostrare in maniera semplice un incontro tra culture differenti.

Barilla dunque, dopo avere fatto dichiarazioni maschiliste, e ancora prima di quelle omofobe ha detto qualcosa di razzista.


Se bisogna boicottare, com'è giusto io credo che si faccia, bisogna farlo per tutte le ragioni e non solo quella corporativista del proprio gruppo di appartenenza.

Non solo è lecito boicottare Barilla in seguito alle dichiarazioni di chi ne è proprietario e la dirige ma è un dovere civico. 

Però chiedo a tutte un po' di coerenza. Lo strumento del boicottaggio  è uno strumento serio e se va usato va usato smepre e con consapevolezza.

Va benissimo non comperare più il marchio Barilla e tutti gli altri marchi ad esso collegati, e sono tanti*, ma facciamolo per tutte le sue dichiarazioni non solamente per quelle contro le famiglie gay.

E se boicottiamo Barilla non possiamo non boicottare il sole 24ore che permette ai due conduttori de La zanzara ospitato sul suo network di fare il programma che fanno.

Nella puntata del giorno dopo i due conduttori difendendo il diritto di Barilla di non fare spot con i gay criticando il boicottaggio, senza capire che lo si boicotta per le parole discriminatorie e non per la mancanza di figure gay nei suoi spot (le aziende che lo fanno in Italia si contano sulle dita di una mano)  scherzano su una ipotetica pubblicità che ritrarre delle persone gay, descritte come uomini dalle movenze omosessuali che mangiano spaghetti coi piselli...

A Giuseppe Cruciani ricordo che questa sua idea delle movenze da omosessuale era già stata criticata e coperta di ridicolo perchè infondata più di 30 anni fa nel film La patata bollente (Italia, 1979) di Steno.


Infine. I motivi per cui una azienda va boicottata non sono solo quelli derivanti dalle dichiarazioni omofobiche del management.

Secondo la Guida al consumo critico delle Edizioni Missionarie Italiane (sì avete letto bene non i soliti comunardi ma il meglio della cultura cattolica) Barilla compie azioni antisindacali, ha stabilimenti in stati non democratici (tra i quali Messico e Tirchia) si avvale dei paradisi fiscali mentre tra i proprietari figura dal 1979 la famiglia elvetica Anda-Bührle, grande azionista del gruppo Oerlikon che produce che in passato ha rifornito di armi il regime Nazista e nel dopoguerra diverse dittature in Africa e Asia (fonte quotidianosostenibile).

Sempre secondo quotidiano sostenibile più di recente (l'ultima edizione della Guida EMI è ferma al 2008)
Nel 2010 ha stipulato contratti con le forze armate USA per 55.000 dollari.

Nel 2011 il gruppo è stato condannato a pagare una multa di 5,7 milioni di Euro per aver formato, assieme ad altri 25 produttori di pasta, un cartello per la fissazione del prezzo del prodotto.

Nel 2010 il Tar del Lazio ha confermato la condanna dell’Antitrust inflitta all’azienda per Pubblicità ingannevole del prodotto Alixir.
Insomma le dichiarazioni maschiliste, razziste e omofobe di Guido Barilla si aggiungono a un comportamento non immacolato dell'azienda da lui gestita...

Purtroppo mentre all'estero il boicottaggio viene fatto in termini seri, precisi e consapevoli in Italia anche un boicottaggio di per sé giusto diventa una trovata alla quale si aderisce come si clicca mi piace all'ultimo disco di Lady Gaga.

Fidandosi di una informazione come minimo parziale. Eppure basta davvero poco per documentarsi come ho fatto io...


Un ultimo consiglio. Non fidatevi dei quotidiani che magari vi inducono a credere che Buitoni sia più gayfriendly perchè su facebook ha pubblicato questo post.

Buitoni è della Nestlè che viene boicottata da anni per motivi ben più gravi delle dichiarazioni omofobiche e maschiliste di Barilla.

Se non sapete perchè Nestlè va boicottata vuol dire che non siete cittadine consapevoli e che per quel che mi riguarda il diritto al boicottaggio ve lo dovete conquistare, informandovi.

Magari cominciando proprio dai crimini che la Nestlè compie in tutto il Pianeta...





* Marchi e società del Gruppo Barilla
  • Academia Barilla
  • Barilla
  • Filiz
  • First
  • Harry's
  • Misko
  • Mulino Bianco
  • Pavesi
  • Vesta
  • Yemina
  • Voiello
  • Wasa

domenica 22 settembre 2013

Che cosa dice davvero il testo unificato delle proposte di legge Scalfarotto ed altri; Fiano ed altri; Brunetta ed altri recante disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia (C. 245-280-1071-A) appena licenziato dalla Camera

Si era partiti da una proposta di legge (n° 245) nella quale si specificavano


A RT .  1.
(Definizioni  relative  all’identità  sessuale).
1. Ai fini della legge penale, si intende
per:
a) « identità sessuale »: l’insieme, l’in-
terazione  o  ciascuna  delle  seguenti  com-
ponenti: sesso biologico, identità di genere,
ruolo  di  genere  e  orientamento  sessuale;
b) « identità di genere »: la percezione
che  una  persona  ha  di  sé  come  uomo  o
donna,  anche  se  non  corrispondente  al
proprio  sesso  biologico;
c) « ruolo di genere »: qualunque ma-
nifestazione esteriore di una persona che
sia conforme o contrastante con le aspet-
tative  sociali  connesse  all’essere  uomo  o
donna;
d)  « orientamento  sessuale »:  l’attra-
zione  emotiva  o  sessuale  nei  confronti  di
persone dello stesso sesso, di sesso opposto
o  di  entrambi  i  sessi.
e si dichiarava reato penale la discriminazione e gli atti di violenza motivati dall'identità sessuale della vittima (definita dalla legge come l’insieme, l’in-
terazione  o  ciascuna  delle  seguenti  componenti: sesso biologico, identità di genere, ruolo  di  genere  e  orientamento  sessuale).

Durante l'esame in commissione il testo unificato (diverso dalla 245 ma che manteneva ancora l'articolo 1) presentato il  9 luglio viene sostituito da un nuovo testo presentato il 22 luglio dagli stessi che avevano presentato la proposta di legge 245.

ALLEGATO 1
Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia. C. 245 Scalfarotto, C. 1071 Brunetta e C. 280 Fiano.
EMENDAMENTO DEI RELATORI
ART. 1.
Sostituire l'articolo 1 con il seguente:
Art. 1.
1. All'articolo 3, della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni sono apportate le seguenti modifiche:
   a) al comma 1, alle lettere a) e b) sono aggiunte le seguenti parole: «o fondati sull'omofobia o transfobia»;
   b) al comma 3, primo periodo, dopo le parole «o religiosi» sono aggiunte le seguenti parole « o fondati sull'omofobia o transfobia».
  2. Al Titolo del decreto legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito con modificazioni della legge 25 giugno 1993, n. 205, dopo le parole «e religiosa» sono aggiunte le seguenti: «ovvero fondata sull'omofobia o transfobia».
  3. Alla rubrica dell'articolo 1, del decreto legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito con modificazioni della legge 25 giugno 1993, n. 205, dopo le parole «o religiosi» sono aggiunte le seguenti: «ovvero fondati sull'omofobia o transfobia».
  Conseguentemente sopprimere gli articoli 2, 3 e 4.

Senza definire omofobia e transfobia che, dunque, non hanno una dimensione legale precisa e sono lasciate alla discrezione interpretativa della magistrata.

Da questo testo unico scompaiono le aggravanti (art 3) per cui si dichiara reato picchiare una trans ma chi la picchia si fa meno galera di chi picchia una nera o un'ebrea. Alla faccia della parità di diritti.

Nella discussione in aula vengono reintrodotte le aggravanti dall'emendamento Verini (Pd) che però specifica anche che:

   c) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
    «4. Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente.»
Non contenti l'Assemblea approva anche il sub-emendamento (cioè un emendamento a questo emendamento) proposto dalla commissione

  Alla lettera c), capoverso comma 4, aggiungere, in fine, le seguenti parole: ovvero anche se assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni.
Questa specifica vale per tutti i reati della legge Reale non solo per quelli di omofobia e transfobia.

Adesso datemi dell'estremista, o ditemi pure che non mi accontento mai, ma dire che l'omosessualità è immorale o che è una malattia o è giusto o è sbagliato e tertium non datur

Nessuna fa il processo alle intenzioni.
Per cui chiunque può pensarlo.
Ma non può dirlo pubblicamente.
Perchè dirlo discrimina chi è omosessuale.
Questa limitazione del diritto di pensiero è contemplata non solo nella nostra Costituzione nel suo articolo 3 laddove si dice che Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale ma anche nelle altre carte di diritti da quella dei diritti dell'uomo* a quella europea**.
Adesso è indubbio che annoverare l'omosessualità tra le malattie o tra i comportamenti immorali lede la dignità sociale di queste persone e dunque non può essere sostenuta o propagandata in nome di un diritto alla libertà di pensiero.

Nessuna può venirmi a dire cosa io posso pensare o non pensare nell'intimità della mia vita privata anche se questi miei pensieri sono contrari alla Costituzione.

Ma laddove le mie idee da private diventano pubbliche  non possono contrastare alcun articolo Costituzionale.

Per cui posso pensarlo e dirlo privatamente ma non pubblicamente perchè quel che penso e dico è contrario alla Costituzione.

Così di fronte agli striscioni antisemiti o razzisti negli stadi gli stessi vengono tolti e la squadra dai cui spalti quegli striscioni sono stati messi viene sanzionata anche a giocare partite senza pubblico.

Nessuna si sogna di dire che sanzionare le idee antisemite o razziste leda la libertà di opinione.

Adesso sicuramente le leggi da sole non bastano a cambiare una mentalità e normalmente sostengono un sentire comune che c'è già.

Ma non sempre cioè può avvenire o è avvenuto.

La cancellazione del delitto d'onore, considerare lo stupro come reato contro la persona e non contro la pubblica morale per esempio, sono stati acquisiti tardi nella storia legislativa del nostro Paese e dopo durissime lotte politiche e lunghissimi tentativi (una lotta quasi trentennale per la legge contro lo stupro) e ancora oggi parti sensibili dell'opinione pubblica continuano a pensarla come prima dell'introduzione di queste leggi.
Evidentemente queste leggi non servono a cambaire la mentalità ma a difendere le categorie discriminate da quella mentalità.

Chi non capisce questo punto e afferma che la legge Mancino non serve  a cambiare la testa della gente o è deficiente (nel senso letterale del termine) o è furba.
Questo sub-emendamento serve per proteggere chi vuole continuare a discriminare le persone omosessuali e non solo.

L'omosessualità nel nostro parlamento continua a essere usata come grimaldello per sfaldare le leggi più avanzate che zittiscono razziste antisemite e omofobe.

Però fa più comodo parlare di legge in difesa della lobby gay.


Così come fa comodo pensare che la Mancini serva a risolvere ogni probelma, come pretendono chi, come Scalfarotto, pensa che questa legge sia epocale.

Invece ha ragione da vendere Cristiana Alicata che sul suo blog scrive

Si impedisce davvero la violenza omofoba (come quella contro le donne ad esempio) solo se si ricostruisce un paese civile, solo se si demolisce l’impianto patriarcale secondo cui il maschio detiene il potere sulla donna, principio da cui discende che una lesbica può essere guarita incontrando il “vero maschio” (all’estremo c’è lo stupro correttivo) o il maschio gay tradisce la “virilità”  (e quindi all’estremo può essere pestato ed umiliato). Se non si coglie questo profondo passaggio culturale a mio avviso si guarda la toppa per tappare il buco e non si fa nulla per non creare quel buco.
Lo ripeto: non sto dicendo che non abbiamo bisogno della Legge Mancino o che la Mancino vada abolita per tutti: non voglio però che la Mancino rappresenti un alibi di Stato per non spendere risorse umane ed economiche nella prevenzione che è molto più difficile e che certamente può abitare solo in un Paese più stabile politicamente e con una classe dirigente che abbia una visione lunga e non la necessità di fare cose di impatto mediatico, ma che portano scarsi risultati in profondità.

Un'ultima cosa.

Ben venga la richiesta di dimissioni di Scalfarotto che la storia ha già annoverato come uno dei peggiori politici della causa lgbt (chissà se avrà il fegato di denunciare anche me come ha fatto con un commentatore verbalmente aggressivo) ma dobbiamo ricordare che Scalfarotto non ha agito da solo e che non dobbiamo farne un capro espiatorio solo perchè lui che è gay quell'emendamento non doveva votarlo vieppiù.

Anche questa è una forma di discriminazione.

La registrazione stenografica riportata sul sito della camera chiarisce bene cosa voglio dire.

E' una lettura che consiglio a tutte

E te pareva che me toccava difendere pure quello sprovveduto di Scalfarotto!










*
Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico, e del benessere generale in una società democratica.
articolo 29 della dichiarazione dei diritti umani

**
Articolo 10 – Libertà di espressione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza inge­renza alcuna da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo noti impedisce che gli Stati sottopongano a un regime di autorizza­zione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione.
2. L’esercizio di queste libertà, comportando doveri e responsabilità, può essere sot­toposto a determinate formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni previste dalla legge e costituenti misure necessarie in una società democratica, per la sicurezza na­zionale, l’integrità territoriale o l’ordine pubblico, la prevenzione dei reati, la prote­zione della salute e della morale, la protezione della reputazione o dei diritti altrui, o per impedire la divulgazione di informazioni confidenziali o per garantire l’autorità e la imparzialità del potere giudiziario.
articolo 10 CEDU - Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali

giovedì 5 settembre 2013

Le ecolalie di Veronesi

Non c'entra l'età perchè Rita Levi Montalcini ben più grande di lui ragionava ancora perfettamente.

Il problema non è nemmeno che a Veronesi sfugga la differenza tra identità di genere e orientamento sessuale.

Quello che non riesco a credere possa davvero avere detto, perchè privo di ogni base scientifica,  è che il comportamento possa modificare biologicamente il fenotipo (senza dimenticare che in nessun caso la modifica del fenotipo implica la modifica genetica e dunque queste varianti vanno perse alla generazione successiva)


Mi riferisco all'intervista delirante di Veronesi dal titolo I bisessuali domineranno l'umanità pubblicata da Repubblica nella quale il neo senatore a vita dice sostanzialmente una marea di inesattezze che anche una persona con la sola Licenza scientifica sarebbe in grado di confutare.

Soprassedendo sulle affermazioni sulle funzioni ormonali o sui loro effetti che non sono affatto fatti acquisiti ma teorie dibattute tutt'altro che condivise (cfr. all'uopo Lisley Rogers Sesso e cervello Einaudi, Torino 2000 e Cordelia Fine Maschi=Femmine Ponte alle Grazie, Milano 2011) c'è un passaggio che è proprio un orrore scientifico:
"Più un uomo si avvicina a ruoli che non richiedono particolare mascolinità, come avveniva nell'antichità, tipo cacciare,  uccidere, combattere altri uomini, faticare per procurarsi il cibo, meno la sua ipofisi riceverà stimoli dall'ipotalamo e, giorno dopo giorno, i testicoli rallenteranno la loro funzionionalità [sic]. Lo stesso discorso vale per la donna, costretta invece a  sviluppare aggressività per imporsi socialmente, fare carriera, comandare persone,  assumersi responsabilità; per cui l'ovaio tende a ridurre la produzione di estrogeni, su istruzione dell'ipotalamo. Il risultato è che le differenze di genere si attenuano e si attenua di conseguenza l'attrazione reciproca, che in natura avviene sempre fra poli opposti".
Al di là dei limiti di una spiegazione biochimica che non tenga conto della cultura (in senso antropologico)  la programmazione genetica non può essere modificata da un comportamento o da un pensiero.

Se i mie testicoli producono testosterone non è che comportandomi da femmina (sic!) i miei testicoli ne produrranno di meno...

Tant'è che le persone che transitano di sesso devono assumere ormoni dell'altro sesso per modificare i caratteri sessuali secondari altrimenti il proprio corpo biologico riprende il sopravvento.

Di più, ripeto ancora, senza entrare in merito alla sovrapposizione tra due concetti diversissimi come sesso e genere che a Veronesi sfuggono, Veronesi commette lo stesso errore di Lamarck quando dice:

Le attuali condizioni sociali stanno facendo emergere con sempre maggiore evidenza questo aspetto; è ragionevole pensare che il trend continuerà stabilmente nel futuro, salvo grandi rivoluzioni socio-demografiche. E' un'evoluzione in corso che sfocierà in una nuova e più ampia sessualità, senza una data di inizio e una di fine.

Se Veronesi parla di aspetto biologico (e non culturale) solo una mutazione genetica può provocare quel che lui vede in questa evoluzione e nei termini dell'evoluzione genetica i seimila anni di storia scritta del genere umano e donnano sono un nanosecondo... Troppo poco tempo perchè queste differenze vengano davvero scritte evoluzionisticamente nel nostro corredo genetico. Per cui sono elementi culturali che riguardano la nostra cultura e la nostra organizzazione sociale molto più di quanto riguardano la nostra biochimica.

Che a Veronesi sfugga la differenza tra identità sessuale (maschio e femmina o intersex) e orientamento sessuale (omo, etero o bisex) lo si evince quando confonde, appunto, l'intersessualità con la bisessualità.

"Biologicamente il 'sesso incerto' è una patologica accentuazione della bisessualità. Tutti siamo potenzialmente bisessuali: i maschi  hanno le mammelle e la loro prostata è una specie di utero, mentre le donne hanno un clitoride che è una sorta di pene. Negli individui di sesso incerto, o intersex, c'è una discrepanza fra il genere scritto nei cromosomi, XX per la femmina e XY per il maschio, e gli organi genitali. In circa il 50% dei casi questa doppia identità sessuale alla nascita è dovuta al difetto genetico di un enzima che produce un eccesso di testosterone nel feto. Se il futuro bimbo è femmina, avviene una mascolinizzazione dei genitali: la clitoride è lunga come un pene e la vagina è quasi inesistente".

non è d'altronde l'unica confusione che ha e fa.
"L'intervento chirurgico corregge l'anatomia, ma non risolve l'aspetto psicologico.
Anche il cervello infatti nel grembo materno è stato esposto, come i genitali, ad un eccesso di ormoni maschili. Ora la domanda è: conviene operare subito nella speranza che la mente segua la variazione del corpo, oppure è meglio attendere qualche anno, o addirittura, la  pubertà, per capire quale identità sessuale si è effettivamente creata nella psicologia dell'individuo intersex? E' una domanda ancora aperta su cui è necessario dibattere".
Se questo è uno scienziato io sono magro, anzi magrissimo!


La giornalista (sic!) Valeria Pini non si azzarda e nemmeno a fargli delle domande che mettano in evidenza le cialtronerie che Veronesi dice. Tanto lei ne sa meno di lui. Ora c'è da chiedersi: Veronesi ci fa o ci è? Si è davvero rincoglionito o pensa davvero di dire delle cose scientifiche?

La risposta migliore sarebbe chissenefrega.

Però il giorno che tirerà le cuoia (il più lontano possibile, per carità!) io so che vivrò in un mondo migliore.

Grazie al mio amico Giulio che mi ha segnalato l'articolo.

Dare a Flavio quel che è di Flavio: su un ottimo, sostenibile e condivisibile intervento di Flavio Romani contro le dichiarazioni del Pavido Democristo Ivan Scalfarotto.

Chi legge questo blog (già, chi legge questo blog?) sa quante volte ho fatto le pulci ai comunicati stampa di Romani, il presidente di Arcigay Nazionale.

Stavolta leggo un suo intervento su Gay.it, una lettera aperta in risposta a una intervista al Pavido Democristo Ivan Scalfarotto e devo riconoscerle la piena condivisibilità.
 

Ho pensato bene di riproporla per intero su questo blog.

L'originale su Gay.it potete leggerla cliccando qui. L'intervista a Ivan Scalfarotto cliccando qui.


In queste settimane di acceso dibattito sulla legge contro l'omotransfobia in discussione alla Camera, rare sono state le occasioni di analisi e confronto reali e concrete, marginalizzate da un'inflazione di contrapposizioni per slogan e frasi ad effetto, funzionali più alla vis polemica dei media (e di certa politica) che non a un serio approfondimento sul tema. Approfitto perciò della disponibilità di Gay.it (che, al contrario, si adopera nel raccogliere ragionamenti e non boutade: di questo sentitamente li ringrazio) per mettere nero su bianco alcune considerazioni che mi sono scaturite dalla lettura dell'intervista all'onorevole Ivan Scalfarotto. Nelle argomentazioni poste dal relatore della legge contro l'omotransfobia trovo alcuni punti condivisibili e molti altri decisamente opinabili. Ma soprattutto una parola mi ha colpito: "rivoluzione". L'onorevole la riferisce all'eventualità che questo parlamento approvi - con una maggioranza ampia ma lontana dall'unanimità - la sua proposta di legge completa dell'emendamento che da un lato estende le aggravanti per omofobia e transfobia e dall'altro - pelosamente - precisa il rispetto della libertà di opinione, secondo quanto stabilito dalla nostra Costituzione. Ecco, credo che nell'ambito di questo dibattito sia innanzitutto urgente ristabilire la misura, nelle parole e nei significati che esse veicolano. 
Il significato di "rivoluzione"
Le rivoluzioni, onorevole Scalfarotto, sono un'altra cosa: ce lo dimostra tanto la nostra storia quanto la fotografia di un presente in cui le rivoluzioni (fuori dall'Italia, naturalmente) avvengono davvero. Definire rivoluzionario l'eventuale successo di questo percorso legislativo non aggiunge nulla all'indiscusso riconoscimento dell'impegno di Ivan Scalfarotto in questa battaglia, anzi semmai toglie slancio e accorcia l'orizzonte di un Paese che invece la rivoluzione - quella vera - avrebbe tanti motivi per sognarla davvero. Allora facciamo un passo indietro: la legge Reale Mancino ci accompagna ormai da tre decenni ed è più volte stata rimaneggiata affinché si adeguasse alla fotografia del presente. Fa bene Scalfarotto a ricordare che parliamo di un provvedimento penale, che interviene a reato già compiuto, cioè quando il musulmano o il nero sono stati già picchiati o insultati. Un deterrente per i violenti, verrebbe da pensare, talmente fiacco però (o malamente applicato) da non essere riuscito a privarci della vista di una ministra di colore accolta ad un pubblico dibattito con un lancio di banane. L'estensione della Reale Mancino ai crimini di natura omotransfobica, quindi, è un rimedio emergenziale, dovuto e indispensabile, ma che nulla ha a che fare con le rivoluzioni. Anzi: è la presa d'atto di una politica che non riuscendo a scongiurare le derive del tessuto sociale corre ai ripari, con diversi anni di ritardo. Nel farlo, tra l'altro, percorre la solita strada, cioè quella del compromesso al ribasso: Scalfarotto, nell'intervista rilasciata a questa testata, mi rimprovera un piglio "liberticida", come se la mia contrarietà (di Arcigay e di tutto il movimento lgbt) all'inserimento in quella legge di una clausola di salvaguardia per il reato di opinione fosse l'inizio di una nuova Inquisizione. 

La questione del "reato d'opinione"
L'ambiguità, ancora una volta, è tutta di natura semantica: ci vorrebbe spiegare l'onorevole Scalfarotto cosa intendiamo per "opinione"? Concretamente: l'assessore Roberto Speranzon, che sulle pagine di un quotidiano assimila le famiglie omogenitoriali e i loro figli a "organismi geneticamente modificati", sta esprimendo un'opinione? Quando gli omosessuali vengono definiti "malati" o "contronatura", chi usa questi argomenti lo fa esercitando la propria libertà di opinione? Oppure, piuttosto, non ci troviamo di fronte a un esplicito atto di incitazione all'odio? Qual è il confine tra le opinioni e le ingiurie? Come tutelare le prime, sanzionando le seconde? Su questo la politica deve essere chiara e spetta al legislatore entrare nel merito di questo discrimine, senza sventolare la retorica costituzionale, tradita in così tante occasioni da far sembrare questo riferimento, in questo contesto, assolutamente fuoriluogo. Inoltre, più semplicemente, non si capisce l'utilità di richiamare la Costituzione all'interno di una norma che naturalmente si muove nell'ambito della Carta, né si comprende perché il rischio di ledere a questa libertà venga sottolineato proprio oggi, quando si parla di omotransfobia, in una legge che quella libertà non l'ha mai lesa in trent'anni. Misteri della politica. 

Il ricatto della tenuta del governo Letta
Del ragionamento di Scalfarotto, però, trovo assolutamente inaccettabile l'aut aut "o la legge o il governo" attraverso il quale si tenta di giustificare l'accordo con il Pdl, come se fossero gay, lesbiche e trans a doversi prendere la responsabilità dell'eventuale caduta dell'esecutivo, sbandierata a giorni alterni dai falchi berlusconiani. Allora diciamocelo chiaramente, una volta per tutte: se questo governo deve stare in piedi per garantire un salvacondotto a un pregiudicato, per togliere l'Imu eliminando gli incentivi al lavoro e per tacere, in sede internazionale, dinanzi alle ignobili leggi omofobe di Putin, senza garantire nel contempo la giusta tutela alle persone vittime di violenza in questo Paese, allora è giusto che cada. Anzi: è auspicabile. Perché prima ancora di fare cose "rivoluzionarie" a questo governo era stato chiesto di produrre un cambiamento, che sui temi lgbt passa sì attraverso l'estensione della legge Mancino, ma che soprattutto attende la messa in campo di un serio dibattito sull'uguaglianza, in grado di produrre leggi che traducano quell'uguaglianza in diritti: al matrimonio, all'adozione, alla definizione della propria identità e, più in generale, alla felicità. Basti pensare che in Spagna, dove il matrimonio egualitario è legge da anni, non è mai stato necessario varare una legge contro l'omotransfobia, tema di cui si inizia a parlare solo in queste settimane nel parlamento catalano, per porre rimedio a un fenomeno che è stato già aggredito alla radice. Perché le leggi che fanno cultura non sono i "pacchetti sicurezza" bensì quelle che ridisegnano la struttura sociale e che iniettano il cambiamento in tutti i luoghi formativi, dalla scuola, alla famiglia, allo sport. E qui arriviamo al vero nocciolo della questione: quale progetto questa classe politica ha in mente per affrontare il tema dei diritti e quello dei crimini d'odio nel loro complesso? Una volta approvata la legge contro l'omotransfobia, quale sarà il passo successivo? Perché questo Paese ha davvero bisogno di una rivoluzione e su questo è urgente che tutte e tutti mettiamo da parte i livori e apriamo un confronto serio per costruire un orizzonte credibile, che è poi il vero senso della politica.

Appello al movimento lgbt
Infine rivolgo un'ultima considerazione alle compagne e ai compagni del movimento lgbt: in queste settimane ho intercettato dichiarazioni pubbliche molto violente, coerenti più con la storia dei nostri detrattori che con la nostra. La rabbia è legittima e giustificata, ma le pratiche politiche non devono essere vittime di improvvisazione. Allora siamo tenaci nella battaglia, perfino irremovibili, stando attenti però a non sfociare mai nella violenza, nell'ingiuria e nell'attacco personale. Non è una questione di opportunità, è semmai un fatto di identità: teniamoci stretta la nostra storia, il nostro patrimonio culturale, e usiamolo come faro in questi mesi di politica torbida e insoddisfacente. Altrimenti corriamo il rischio paradossale di apparire come il più violento dei movimenti non violenti.

Flavio Romani - Presidente nazionale di Arcigay

mercoledì 4 settembre 2013

Il bello spot contro l'omofobia di Pappi Corsicato

Presentato al Palermo Pride 2012 lo spot contro l'omofobia diretto e ideato da Pappi Corsicato e da Moodyproduction di Evelina Manna.

Lo spot si staglia nel panorama, italiano alquanto trito e triste in fatto di spot sociali contro l'omofobia, per la sua leggerezza e la speranza che suscita.

Ecco come lo presenta il suo autore\regista Pappi Corsicato:

"L'idea è nata per il desiderio di comunicare a tutti, gay e non, che non c'è nulla di male nel vivere le proprie emozioni e i propri sentimenti apertamente con semplicità e naturalezza. Il male sta nel pregiudizio, nella demonizzazione di qualcosa che in fin dei conti è solo amore e per questo non può nuocere nessuno.

Nel nostro paese purtroppo è ancora alta la discriminazione ed il pregiudizio che chi è più fragile e sensibile, come può esserlo il protagonista del mio spot, non riesce a sopportare tale pressione arrivando a gesti estremi come sempre più spesso leggiamo nei quotidiani.

Quindi lo spot vuole esortare tutti a non giudicare, a non discriminare, a vivere e a lasciar vivere con serenità quello che dovrebbe essere un diritto di tutti, cioè amare e provare sentimenti.

L'amore, in tutte le sue declinazioni, è alla base di ogni società evoluta e consapevole.

Non a caso il brano di Cole Porter che ho scelto come colonna sonora dello spot si chiama "Let's fall in love" che significa "innamoriamoci" e la sua leggerezza e armonia, secondo me, ben rappresentano la gioiosità con cui dovrebbero essere vissuti i sentimenti.





Con un racconto chiaro, che mostra la tenerezza di due giovani ragazzi che si tengono per mano perchè stanno insieme e si amano, lo spot evoca i pericoli che anche un gesto semplice come quello può portare con sé, basta leggere le pagine di cronaca dei giornali.
Per questo uno dei due ragazzi è meno disinvolto, più timoroso delle reazioni degli astanti ma anche del loro giudizio.

Il finale con l'inseguimento che non si conclude con le botte ma con la restituzione del cappello ottiene un doppio risultato: sorprende chi, timorosamente come il ragazzo inseguito, teme ripercussioni per la semplice visibilità, ma ricorda anche che il ragazzo ne ha d'onde. A ribadirlo ci pensa il claim che afferma che vivere senza paura i propri sentimenti dovrebbe essere un diritto di tutti (e basta, il sessismo non perdona).

Dovrebbe ma non lo è ancora visto che anche un gesto tenero come il bacio o passeggiare mano nella mano sono vissuti con ansia da chi li compie perchè vive in un mondo che, dinanzi a quel tipo di esternazione, reagisce in maniera violenta e criminale.

Un bello spot molto meglio di quelli dei professionisti della comunicazione, leader delle rivendicazioni lgbt, che sono o velatamente omofobici, o meri veicoli di  autopromozione, in ogni caso criptici, blandi e balenghi.


E bravo Pappi!

Le notizie inventate. Sull'esclusione di Matt Bomer dal casting del film 50 sfumature di grigio

Sul blog Queerblog potete leggere un post pubblicato da Roberto Russo nel quale si parla del casting definitivo del film 50 sfumature di grigio il cui ruolo maschile di Christen Grey, il bussinesman con la passione per il bondage, è stata assegnata a Charlie Hunnam escludendo l'attore Matt Bomer, nella rosa dei candidati, in quanto gay.
Ecco come spiega i fatti Russo:
Bomer, come è noto, è gay e quindi la domanda che tutti si facevano era: “Potrà mai un omosessuale interpretare al cinema un eterosessuale sciupafemmine come Christian Grey?”. Domanda inutile, a mio parere, perché, in ogni caso, gli attori fingono per mestiere. Ma tant’è.
Secondo Russo la domanda è inutile, perchè gli attori fingono per mestiere.

Inutile. Non schifosamente omofoba e discriminatoria.


In realtà le cose sono andate diversamente.


Terri Schwartz sul sito pop2it ha rivelato che Matt Bomer non è mai stato nella lista dei candidati.

E' vero che una petizione su change.org è stata lanciata dopo l'annuncio del casting definitivo, da un gruppo di fan del libro che vogliono Hunnam sostituito da Boner e Johnsn da Bledel. Le lamentele sui casting sono uno sport comune negli States.

In ogni caso è chiaro che Bomer non è stato mai preso in considerazione per il ruolo e che non è stato escluso perchè omosessuale come invece conclude russo nel suo post che parla di esclusione discriminatoria del bel Matt dal film.

Inventare notizie solo per lamentarsi di una discriminazione che in realtà non è avvenuta senza nemmeno analizzare il portato ideologico delle motivazioni di quella discriminazione (hce, ricordiamo, per Russo è solo inutile) fanno di questo articolo un articolo di gossip e non uno di denuncia contro le discriminazioni (quelle vere).

I dubbi sulle capacità di Boner di interpretare il ruolo di Grey sono stati sollevati da Bret Eston Ellis, che non ha nulla a che fare col film, tant'è che ammette egli stesso di esserne stato tagliato fuori, in una serie di tweet, scritti più di un anno fa, nei quali dice, in soldoni, che un gay non può interpretare il ruolo di un etero.

Stephen Grey pubblica su Pink News un articolo, nell'agosto del 2012 (nel quale si precisa che l'inclusione di Bomer nella lista dei candidati per il ruolo di Gray è data come un rumors, una diceria, niente di ufficiale) dove riporta alcune di queste perle di Ellis.
 

Nei commenti al tweet quasi nessuno gli dà manforte (come farebbe pensare Russo su Gaywave che parla di polemiche a non finire) anzi moltissimi commenti  sottolineano la sciocchezza che Ellis ha scritto.

Uno in particolare ne spiega bene l'assurdità: 










American Psycho è il film tratto dall'omonimo romanzo di Ellis quello che lo ha decretato scrittore di successo per il grande pubblico, un tomone illeggibile dove nelle prime 50 pagine ci sono solo descrizioni di oggetti e capi di vestiario e non succede niente...


In un altro dei tewwt Ellis dice

Genuinamente coinvolto dalle donne


E' questo l'arcano.

Se sei gay le donne non ti piacciono. Non ti dicono nulla. Con le donne non ti si rizza Anzi in realtà sei gay proprio perchè non ti si rizza con le donne.

Lo stesso lo pensa una commentatrice (del tweet precedente)


Come può un gay recitare prepotentemente possessivamente o intensamente il sesso con una donna?

Ecco il pregiudizio dal quale non usciamo mai.
 Soprattutto se molti gay fanno a gara a chi odia di più le donne, o propongono mestieri come quello della drag queen (d'accordo non tutti sono gay...) dove cercano di impersonare delle donne iperboliche che vivono solo nella loro mente di maschietti.
Ma tant'è.

Essere considerato sessualmente innocuo da una donna in quanto gay per me personalmente è l'offesa più grande che mi possano fare riguardo il mio orientamento sessuale.

Se a Russo fosse importato cogliere davvero il senso discriminatorio delle parole di Ellis si sarebbe soffermato sulle sue parole.
Quello che gli importa è fare sensazionalismo e dire che Bomer è stato escluso dal film in quanto gay.

Il sesso non dirime tutta la questione e comunque un attore gay può interpretare uno stupratore proprio come un attore etero può interpretare un gay.

E' successo anche a Charlie Hunnam, come ricorda Russo nella seconda parte del suo post, quella più condivisibile, che ha interpretato Noah, l'adolescente gay nella serie tv Queer As Folk (la versione originale UK).

Fra tutte le scene della serie che Russo poteva mettere in video è andato a scegliere quella dal contenuto sessuale più esplicito, quando Noah masturba negli spogliatoi il ragazzo bullo e omofobo della scuola, tra l'altro omettendo il senso politico di quella sega... visto che nel suo commento non ne fa menzione riferendo solo che Nathan/Charlie si dà da fare.


Sesso, vittimismo e notizie mendaci.

E poi ci meravigliamo se in Italia siamo ancora così indietro per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti a tutte e tutti.

"Ho preso parte al concorso per trasmettere agli altri il coraggio di esporsi"
Giovanni Licchello Mr. Gay 2013



Il concorso di bellezza, giunto alla 17esima edizione, è organizzato dal sito Gay.it
La premiazione si è svolta domenica 1 settembre al Mamamia di Torre del Lago (Lu).
Il vincitore di quest'anno è Giovanni Licchello.

26 anni, ex calciatore (debutta in C1 nel 2004 tra le fila del Chieti poi continua in Serie D e nella stagione 2008-2009 nella massima categoria svizzera con la maglia del Sion). Conclusa la carriera calcistica (ci piacerebbe sapere il perchè) oggi è rappresentante di prodotti per studi dentistici a Brindisi.

Originario di Ferrara Giovanni ha raccontato di avere affrontato un coming out sereno con parenti e amici.  La cicatrice  sopra il sopracciglio sinistro (che ha contribuito  a farlo vincere) se l'è procurata quando è intervenuto in difesa di un amico un pestaggio omofobo in discoteca. Il premio infatti viene assegnato a ragazzi che oltre ad avere indubbie qualità estetiche, è più rappresentativo del mondo omosessuale in termini di visibilità e impegno sociale (dal sito mr.gayitalia.it).

Ho preso parte al concorso - ha spiegato - per trasmettere agli altri il coraggio di esporsi.

In tempi duri e confusi come questi con il movimento sempre più scollato dalla realtà e le istituzioni male informate da un movimento che vuole solo più potere e soldi (briciole ma sempre soldi)  come cittadini e cittadine con una coscienza politica siamo chiamati e chiamate a intervenire in prima persona.

Il coming out, la visibilità, la dimostrazione tangibile che la popolazione lgbtqi è ben più varia e variegata di quella che il cliché pretende e impone, è uno strumento importante e necessario per far capire alla massa omofoba che ci siamo e non abbiamo nessuna intenzione di scomparire.


Grazie  a Giovanni per il suo bell'esempio.

p.s.

Nota sul lessico.

Così mentre una volta tanto il pezzo non firmato sul sito tgcom24 parla un italiano corretto e privo di pregiudizi e riporta le circostanze in cui Giovanni si è fatto la cicatrice con questa frase
Muscoloso, ma soprattutto coraggioso: a fargli meritare la vittoria, infatti, è stata la cicatrice sul suo sopracciglio che si è procurato difendendo un suo amico da un pestaggio omofobo in discoteca  

Gay.it scrive Giovanni ha raccontato durante la competizione organizzata da Gay.it l’episodio legato alla cicatrice che porta sul sopracciglio, che si è procurato difendendo un amico picchiato in una discoteca etero, perché gay.

Picchiato in una discoteca etero (se andava in una discoteca gay non veniva picchiato, vedi che succede a uscire dal ghetto?) perchè gay non per omofobia, non cioè perchè qualunque atteggiamento non conforme alla norma maschilista vine percepito come non normale, ma perchè gay. Infatti l'amico ce lo aveva tatuato in fronte e aveva l'alone rosa.