Se la playground sta facendo del suo meglio nel costruire un immaginario collettivo adolescenziale gay una tale ricostruzione dell'immaginario adolescenziale, e non, lesbico mancava.
La collana si chiama QL2, acronimo quelle due, termine col quale si allude allo stigma nei confronti delle donne lesbiche e che fu anche titolo italiano di un film drammatico di William Wyler The Children's Hour (Usa, 1961) tratto dall'omonima pièce teatrale di Lillian Hellman scritta addirittura nel 1934 nella quale si attaccava il perbenismo borghese mostrando come reagiva dinanzi un pettegolezzo sull'omosessualità femminile.
Direttrice della collana Sarah Sajetti, scrittrice, - come si legge sull'articolo del Fatto - attivista per i diritti degli omosessuali (sempre al maschile anche quando si parla di lesbiche...), redattrice e poi direttrice editoriale della rivista lgbtq Babilonia.
Pubblica la Robin Edizioni di Claudio Maria Messina.
Nell'articolo del Fatto si leggono alcune dichiarazioni di Sajetti che sono al illuminanti.
L’omosessualità non riguarda solo la sfera sessuale, ma le relazioni in generale, lo sguardo sul mondo. È necessario mettere in circolazione idee e stati d’animo delle donne lesbiche raccontando dal loro punto di vista su viaggi, lavoro, sport, insomma su qualsiasi aspetto della vita.Una collana che è alla ricerca di esordienti, di nuove scrittrici e di testi inediti da pubblicare. Sul sito Lista Lesbica Italiana che riporta stralci di una intervista di Sarah al programma radio Beate lesbiche di Radio Onda d'Urto si legge
Le autrici avranno un regolare contratto di edizione elettronica e a loro non saranno richieste spese di pubblicazione. Le proposte editoriali potranno essere inviate in formato word all’indirizzo email: QL2@robinedizioni.it.Un progetto importante che può essere occasione di sbocco professionale per molte scrittrici.
Una collana con un taglio editoriale interessante. Nella stessa intervista si legge
Cerchiamo scritti che veicolino una visione più ampia della letteratura lesbica; spesso il passato e il presente continuano a darci racconti che ruotano quasi esclusivamente attorno a storie d’amore, che sono un po’ limitanti rispetto al modo in cui l’omosessualità si può esprimere. Cerchiamo libri che raccontino anche qualcos’altro, libri di fantascienza, gialli, d’avventura, di fantascienza o fantapolitica, etc. Libri dove c’è l’amore, ma questo non deve essere il solo tema attorno cui si sviluppa l’intera trama.Insomma dove la letteratura lesbica finalmente si ampli e contamini di sé tutta la letteratura.
Nell'articolo del Fatto Sara spiega come
QL2 ha l’ambizione di fornire strumenti utili alla formazione libera e serena della propria identità, creando per le omosessuali uno spazio di legittimazione. Perché autorizzare se stesse a vivere la propria identità è una condizione propedeutica alla lotta per i diritti. Ho la speranza che i libri possano agire positivamente sulla società, anche perché si rivolgono a tutti i lettori”Peccato per quel lettori, maschilista, eppure l'articolo, che palra di omosessualità al femminile, è scritto da una donna, ma questo non le impedisce di usare sempre il maschile, anche nel sommario, quando annuncia le prime uscite a settembre con autori inediti.
Autori!?
Ma non si trattava di scrittrici lesbiche??? ...
La scelta di uscire in ebook oltre all'evidente motivo economico ha anche un'altra ragione si legge sempre nello stralcio dell'intervista
La collana sarà esclusivamente in formato digitale permettendo in tal modo di reperire con la massima facilità libri introvabili nelle librerie e agevolando la fruizione di testi lesbici alle lettrici che per varie situazioni e contesti non gradiscono l’acquisto dagli scaffali.Questo concetto un po' ambiguo emerge in tutta la sua sprovvedutezza e miopia politica nell'articolo del Fatto Quotidiano dove si legge
La scelta di uscire in ebook, spiega, ha una duplice ragione. La più scontata è quella economica, ma la più importante, a suo parere, è la garanzia di riservatezza: le donne lesbiche soffrono ancora di scarsa visibilità e subiscono la riprovazione sociale più degli uomini gay, “perché pagano il peso di essere sia donne sia omosessuali. Ma la timidezza e i timori che si possono avere comprando in libreria un’opera a tematica omosessuale scompaiono se l’acquisto è anonimo”.Timidezza e timori. Sembra quasi il titolo di un romanzo di Amélie Nothomb.
Invece è il pavido orizzonte entro cui Sara e la sua collana sembrano muoversi.
Lo spazio di legittimazione, l'autorizzazione a vivere la propria identità sono buttate nel cesso quando Sarah, per giustificare l'edizione in e-book e non in volume della collana, parla di garanzia di riservatezza, manco si trattasse di pornografia!
Insinuando quasi che, comprando un libro a tematica omosessuale, ci si attiri indosso un po' di quello stigma che quella collana vuole combattere...
Facendolo in anonimato mi sottraggo allo stigma, senza rendersi conto che, riconoscendo il ...diritto alla vergogna., lo stigma viene diffuso e non combattuto.
Una uscita davvero infelice.
Ammesso e non concesso che comperare un libro a tematica (manco fosse porno) comprometta la riservatezza (di che?) invece di combattere questo riserbo invitando a non vergognarsi (sic!) a comperare libri di lesbiche si enfatizza il fatto che grazie al formato digitale si possa mantenere tutto nell'anonimato.
Come se comperare un libro lesbico in libreria ti marchi di un alone viola che ti espone al pubblico ludibrio.
E' proprio vero che la prima forma di omofobia da combattere è smepre quella interiorizzata.
Ora siccome un libro pubblicato solamente in digitale non ha lo stesso spessore e la stessa importanza editoriale di un libro cartaceo pubblicato anche in digitale, spero che questa uscita davvero infelice sia un lapsus per mascherare la pochezza (editoriale) di una collana di libri lesbici pubblicati solamente in digitale.
Se fosse altrimenti questa collana nascerebbe davvero sotto una cattiva stella.
Purtroppo la stessa giustificazione lesbofoba la si trova anche sul sito della collana dove si legge
Il digitale permetterà di reperire con la massima facilità libri che spesso le librerie considerano poco vendibili o che, essendo considerati ancora un tabù, molte lettrici omosessuali preferiscono non acquistare.Dove, tra l'altro, l'aggettivo omosessuali attribuito a lettrici non si sa bene quale categoria debba individuare se cioè lettrici dall'orientamento sessuale lesbico o lettrici di libri a tematica omosessuale, con buona pace delle donne, lesbiche, bisessuali o etero, che non si vergognano di comperare dei libri e basta e se ne infischiano del tabù molto più della casa editrice di una collana lesbica che tradisce una certa vocazione mercantile punto di vista dal quale lo stigma è sempre bene che rimanga, altrimenti la collana non avrebbe più motivo di essere...
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