Eppure punto nodale, con pervicacia costanza di tutte e tre le edizioni del Gender Docufilm Fest festival sono proprio
(...) le forme mutevoli dell'identità di genere. Ampliando i confini del transessualismo e dell'omosessualità, il festival vuole costruire una visione più aperta e malleabile dei nostri corpi e dei nostri ruoli sociali, mettendo in discussione la logica binaria del maschile/femminile.
Peccato che non sempre i film e i documentari proposti nelle due passate edizioni si siano sempre incentrati su questo aspetto ma abbiano affrontato in maniera più tradizionale il transessualismo o l'omosessualità (e nessuno dei film proposti nell'edizione 2011 parlava nemmeno alla lontana di omosessualità femminile o il transessualismo f to m...).
A scorrere l'elenco dei sette film in concorso c'è anche una storia di pedofilia che con l'orientamento sessuale e l'identità di genere c'entra come i cavoli a merenda...
Ma poco male, Roma non ha un festival ufficiale a tematica omosessuale, e quest'anno l'attesa terza edizione del Queering film fest non ha (ancora?) avuto luogo e vedere dei film a tematica lgbtqi non è mai un male, anche quando il cirterio organizzatore-selettivo è poco chiaro a se stesso.
Questa terza edizione è caratterizzato dall'assenza di un vero e proprio manifesto del festival sostituito dal video promozionale, un'opera in grafica generativa (dove il software ha una certa autonomia creativa partendo da una discreta interazione con l'artista umano) di Giuseppe Randazzo sulla costruzione e trasmutazione dell'identità sessuale, mentale e fisica del soggetto, attraverso il confronto e a volte la collisione con la realtà esterna.
Sette i documentari e film presentati quest'anno in tre serate ricche di eventi (c eh anticipano l'inizio delle proiezioni e degli eventi addirittura alle 20.00
L'ingresso come al solito è libero, grazie al Gay Village che ospita la manifestazione.
Nella serata inaugurale del 23 agosto Julien Touati regista del film vincitore dell'edizione del festival del 2011 Kathakali, presenta in anteprima italiana il suo spettacolo Ovunque poggi la mia testa, un assolo di danza - si legge sul sito del festival dal quale prendiamo a piene mani- in cui oriente e occidente, arte e recitazione, corpo maschile e corpo femminile si fondono liberamente.
Se i risultati sono gli stessi del suo documentario, davvero timido secondo le istanze direttrici del festival, dove lo sguardo occidentale su un mondo alieno non sapeva nemmeno restituire la curiosità etnocentrico di un occhio occidentale soffermandosi solo sulla superficie dei corpi maschili de danzatori la libera fusione rischia di confondersi con l'equivoco epistemologico di sempre che confonde identità di genere con intromettano sessuale (ricordate? Proprio quelli che il festival vuole ampliare verso un superamento della logica binaria tra maschile e femminile peccato che l'orrore dell'ipotesi terzo sessista sia in agguato dietro l'angolo dopo che il terzo movimento di liberazione delle persone omosessuali negli ultimi 40 anni abbia faticosamente fatto tonare nel coacervo di sciocchezze universali dal quale è venuto.
Ma chissà. Mai giudicare l'opera nuova in base a quella vecchia. Soprattutto se si tratta di danza e non di un documentario (sulla danza).
Per saperne di più su Kathakali rimando al mio post sulla passata edizione della festa.
Prima delle proiezioni della seconda serata Jonathan Skurnik terrà il seminario su Adolescenti e identità di genere.
Un seminario interessante, sulla carta, nel quale si discutono di stereotipi di genere (se sono maschio non posso indossare la gonna che è un vestito femminile) ma dove la conclusione ricorda l'errore nella scolastica medievale, fra i realisti quanti cioè credevano nell'esistenza concreta di cose dietro le parole umane quali bontà, il bene, la giustizia, proprio come esistono i cani le pietre e la pioggia dietro le parole umane che abbiamo scelto per designare questi oggetti\animali\fenomeni atmosferici.
Cioè invece di dire anche se mi metto la gonna rimango maschio come prima questo signore americano dice che non sei più un maschio tradizionale ma che non sei nemmeno una femmina e che il tuo concetto di identità di genere è ondivago...
Secondo il mio modestissimo parere qualcosa di vago c'è nella mente di questi signori... Signore? Signuara? Signuori? Oh signur!
Gender Spectrum founder Stephanie Brill discusses gender with a group of 4th and 5th graders.
Una giuria ridotta a soli 3 membri (la crisi si fa sentire dappertutto) (JULIEN TOUATI,CECILIA ERMINI, ALESSANDRO RAIS) giudicherà i sette film proposti. E, come per le scorse edizioni ci sarà anche un premio del pubblico.
Ecco il programma delle tre serate:
A scorrere l'elenco dei sette film in concorso c'è anche una storia di pedofilia che con l'orientamento sessuale e l'identità di genere c'entra come i cavoli a merenda...
Ma poco male, Roma non ha un festival ufficiale a tematica omosessuale, e quest'anno l'attesa terza edizione del Queering film fest non ha (ancora?) avuto luogo e vedere dei film a tematica lgbtqi non è mai un male, anche quando il cirterio organizzatore-selettivo è poco chiaro a se stesso.
Questa terza edizione è caratterizzato dall'assenza di un vero e proprio manifesto del festival sostituito dal video promozionale, un'opera in grafica generativa (dove il software ha una certa autonomia creativa partendo da una discreta interazione con l'artista umano) di Giuseppe Randazzo sulla costruzione e trasmutazione dell'identità sessuale, mentale e fisica del soggetto, attraverso il confronto e a volte la collisione con la realtà esterna.
Sette i documentari e film presentati quest'anno in tre serate ricche di eventi (c eh anticipano l'inizio delle proiezioni e degli eventi addirittura alle 20.00
L'ingresso come al solito è libero, grazie al Gay Village che ospita la manifestazione.
Nella serata inaugurale del 23 agosto Julien Touati regista del film vincitore dell'edizione del festival del 2011 Kathakali, presenta in anteprima italiana il suo spettacolo Ovunque poggi la mia testa, un assolo di danza - si legge sul sito del festival dal quale prendiamo a piene mani- in cui oriente e occidente, arte e recitazione, corpo maschile e corpo femminile si fondono liberamente.
Se i risultati sono gli stessi del suo documentario, davvero timido secondo le istanze direttrici del festival, dove lo sguardo occidentale su un mondo alieno non sapeva nemmeno restituire la curiosità etnocentrico di un occhio occidentale soffermandosi solo sulla superficie dei corpi maschili de danzatori la libera fusione rischia di confondersi con l'equivoco epistemologico di sempre che confonde identità di genere con intromettano sessuale (ricordate? Proprio quelli che il festival vuole ampliare verso un superamento della logica binaria tra maschile e femminile peccato che l'orrore dell'ipotesi terzo sessista sia in agguato dietro l'angolo dopo che il terzo movimento di liberazione delle persone omosessuali negli ultimi 40 anni abbia faticosamente fatto tonare nel coacervo di sciocchezze universali dal quale è venuto.
Ma chissà. Mai giudicare l'opera nuova in base a quella vecchia. Soprattutto se si tratta di danza e non di un documentario (sulla danza).
Per saperne di più su Kathakali rimando al mio post sulla passata edizione della festa.
Prima delle proiezioni della seconda serata Jonathan Skurnik terrà il seminario su Adolescenti e identità di genere.
Un seminario interessante, sulla carta, nel quale si discutono di stereotipi di genere (se sono maschio non posso indossare la gonna che è un vestito femminile) ma dove la conclusione ricorda l'errore nella scolastica medievale, fra i realisti quanti cioè credevano nell'esistenza concreta di cose dietro le parole umane quali bontà, il bene, la giustizia, proprio come esistono i cani le pietre e la pioggia dietro le parole umane che abbiamo scelto per designare questi oggetti\animali\fenomeni atmosferici.
Cioè invece di dire anche se mi metto la gonna rimango maschio come prima questo signore americano dice che non sei più un maschio tradizionale ma che non sei nemmeno una femmina e che il tuo concetto di identità di genere è ondivago...
Secondo il mio modestissimo parere qualcosa di vago c'è nella mente di questi signori... Signore? Signuara? Signuori? Oh signur!
Gender Spectrum founder Stephanie Brill discusses gender with a group of 4th and 5th graders.
Una giuria ridotta a soli 3 membri (la crisi si fa sentire dappertutto) (JULIEN TOUATI,CECILIA ERMINI, ALESSANDRO RAIS) giudicherà i sette film proposti. E, come per le scorse edizioni ci sarà anche un premio del pubblico.
Ecco il programma delle tre serate:
GIOVEDI 23 AGOSTO20:30 • LE CARPE [Les carpes remontent les fleuves avec courage et persévérance] Trailerdi Florence Mary, Francia 2011, 60 mins.La lotta di due donne per costruire una famiglia.
21:30 • SONO ANNEKE E BASTA [I'm just Anneke] Trailerdi Jonathan Skurnik, USA 2011, 12 minsAdolescenti alle prese con questioni di genere.
22:00 • TRANSIZIONE SPIRALIFORME [Spiral transition]di Ewan Duarte, USA 2010, 6 minsConfronto familiare in vista della transizione.22:30 • OVUNQUE POGGI LA MIA TESTA [N'importe où je repose ma tête] di Julien Touati PresentazioneAssolo di danza su testi di Charles Bukowski, Edouard Limonov e Allen Ginsberg.
VENERDI 24 AGOSTO20:00 • ADOLESCENTI E IDENTITA' DI GENERESeminario di Jonathan SkurnikIl tema ancora poco conosciuto degli adolescenti con identità di genere non conforme e le storie delle loro famiglie.
20:30 • GLI UOMINI INVISIBILI [The invisible men]di Yariv Mozer, Israele 2012, 67 mins.TrailerLa dura vita dei gay palestinesi profughi in Israele.
21:45 • TRA UOMINI: FROCI NELLA DDR [Unter Männern: Schwul in der DDR]Trailerdi Ringo Rösener, Markus Stein, Germania 2012, 90 mins.Omosessualità nella Germania dell'Est.
SABATO 25 AGOSTO
20:30 • AVANA MUTA [Habana muda] Trailerdi Eric Brach, Francia/Cuba 2011, 67 mins.Un amour fou tra prostituzione e mutismo.
Come ogni anno sarò il vostro inviato e vi racconterò tutto quello che c'è da raccontare...21:45 • OUTING [Das outing] Trailerdi Sebastian Meise, Thomas Reider, Austria 2012, 60 mins.Confessarsi pedofili e aprire una voragine.
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