mercoledì 18 gennaio 2012

Chi parla male pensa male. A proposito del concorso letterario "Non dare per scontato il genere" di Gay Center Nido della fenice e Pianeta Queer

Leggo su Articolo21 un articolo di Marinella Zetti, che è un'amica. 

Nel pezzo pubblicato su Articolo21.info Marinella parlando delle persone omo\transessuali  (le chiama proprio così) dice che
E proprio la non-accettazione da parte dei genitori dovrebbe far molto riflettere: le persone omo/transessuali sono le uniche a non trovare rifugio e conforto nemmeno all'intero del proprio nucleo familiare.
Conosco personalmente persone che sono state cacciate di casa quando hanno fatto coming-out. Ragazzi che hanno dovuto interrompere gli studi e trovarsi un lavoro. Studenti del liceo dove lavoravo (fino all'anno scorso) cacciati di casa a 18 anni perchè non nascondono la propria omosessualità.
Capisco bene quello cui si riferisce Marinella. Quel che Marinella si dimentica però è che ci possono essere, e ci sono, tantissimi altri motivi per cui i genitori possono cacciare i figli di casa, o, più in generale, non accettare i figli per quello che sono.
Conosco figli che hanno grossi problemi coi genitori, padri, madri, o anche con fratelli e sorelle, dissidi insanabili per i più disparati motivi, un fidanzato (etero) non gradito, un orientamento politico aborrito, un lavoro esecrato (una professione artistica, magari nella danza o nella moda).
Trovo ingiusto per loro leggere che le persone omo/transessuali sono le uniche a non trovare rifugio e conforto nemmeno all'intero del proprio nucleo familiare perchè non è vero.
Lo trovo ingiusto anche per quei genitori, e sono tanti, più di quanti non si creda, che nei confronti dell'orientamento dei propri figli non hanno alcun comportamento differente, come la madre del mio ex ragazzo che ci portava la colazione a letto.

Già dire di un genitore che accetta il proprio figlio gay, la propria figlia lesbica, tradisce il fatto che noi per primi riconosciamo al nostro orientamento sessuale una eccezionalità tale da dover notare quando genitori e amici non sclerano, non ci buttano fuori casa, o non ci inducono al suicidio.

Purtroppo lo stigma è così diffuso nella società nella quale cresciamo tutti, anche noi, che introiettiamo l'omofobia e la coltiviamo con pervicacia.

Non dovrebbe fare notizia quando un genitore ci accetta in quanto gay dovrebbe fare notizia solo il contrario. Anche perchè la legge, quella dello Stato tanto vituperato e che Marinella per prima accusa di volerci come diversi nell'incipit del suo articolo, ci difende, non in quanto gay, perchè sarebbe discriminatorio per chi gay non lo è, ma in quanto cittadini.
La madre del mio amico buttato fuori di casa e diventato barista per necessità, per legge è obbligata a mantenere il figlio, anche se maggiorenne, se il figlio sta studiando per migliorare la propria formazione e trovare un lavoro migliore.  Il mio amico ha però preferito andarsene per non dover far causa alla madre (e spendere probabilmente tutti i soldi che lo Stato sicuramente l'avrebbe costretta a versargli in sedute dallo psicanalista). Però il mio amico ha rinunciato.Non ha fatto valere quei (pochi) diritti che aveva. Perchè?
Non dimenticherò mai una sera, nel 1984, quando siamo andati a prendere un nostro amico metallaro, alto 1 e 80, capelli lunghi fino ai fianchi, t shirt di un teschio, eye-liner agli occhi, per andare a un concerto, picchiato a calci e pugni dalla madre, alta un metro e 50, perchè non voleva che il figlio uscisse di casa conciato in quel modo.  
Di fronte la violenza della madre il mio amico che avrebbe potuto avere ragione fisica di quella donna nana in confronto a lui era diventato un esserino inerme che abbiamo dovuto letteralmente sottrarre all'odio e alla ferocia di sua madre. Ma come fai a difenderti da tua madre?

Non è affatto vero che le persone omo/transessuali sono le uniche a non trovare rifugio e conforto nemmeno all'intero del proprio nucleo familiare. E' un'affermazione ridicola e ingiusta che non rispetta e non riconosce tutti gli altri figli e figlie che sono stati cacciati di casa non per il loro orientamento sessuale.
E' discriminatorio ed esclusivista e anche vittimista.
Noi gay
siamo più maltrattati degli altri e vogliamo leggi ad hoc solo per noi. Purtroppo affermazioni come questa, dette in assoluta buona fede, conosco Marinella, sembrano dare ragione a quanti accusano le rivendicazioni glbtqi di essere rivendicazioni di lobby, di casta, o di razza, dimenticandosi che l'orientamento sessuale non accomuna per lo stesso modo di vedere il mondo (come gli ingenui o i furbi che pretendono che le persone omosessuali siano tutte di sinistra) ma solo per la comune discriminazione subita.

Peccato perchè dietro questi figli vessati, buttati fuori di casa per motivi che vanno ben oltre l'orientamento sessuale, c'è una radice comune di cui Marinella non si accorge: l'intolleranza, la mancanza di rispetto e di ascolto dell'altro, dell'altra, alle quali una volta eravamo educati nella società in tutti i suoi ambiti, dalla scuola all'oratorio o al centro sociale, al posto di lavoro oltre che dalla famiglia e che oggi la società ha delegato alla buona volontà del singolo.Ma per muoverci in un mondo sempre più complesso dobbiamo saper ragionare con acume e non soccombere alla facile tentazione della semplificazione vittimistica. Altrimenti si rischia di cadere nel ridicolo, nel discutibile e nel controproducente.


Per Marinella

Omofobia, transfobia e razzismo hanno un'unica radice: l'ignoranza. E prosegue

L'ignoranza genera paura e la paura rende “i diversi” mostri da emarginare, insultare, distruggere.
Quel che manca a questa analisi, a dire il vero superficiale e sui generis, sono le cause di questa ignoranza.  Le origini. Le sue ragioni. Perchè l'ignoranza  da sola non basta. Azni fosse solo questione di ingnoranza dovremmo giustificare tutti gli omofobi e le eomofobe perchè lo sono non per colpa loro. Lo sono omofobi non per volontà ma per ignoranza. Non nego che ci siano persone che sono omofobe per conformismo, perchè gli è stato insegnato così, perché si adeguano alla maggioranza, perchè nessuno, nemmeno le stesse pavide persone omosessuali, le hanno abituate a un gesto d'affetto omoerotico. Ma ci sono tanti tantissimi omofobi (omofober) per scelta.  Perchè l'omosessualità va a intaccare valori e principi del patriarcato. Religiosi. Morali. Altro che ignoranza! Ci sono persone che perseguono il razzismo scientemente. Per razzismo e per omofobia si uccide e non si uccide per ignoranza. Si uccide per una scelta, per un atto di volontà. Magari fosse solo una questione di ignoranza! Le radici dell'odio omofobico sono ben più complesse e le strategie per combatterlo non sono solo culturali ma POLITICHE nel vero significato del termine di vita nella città.
Io sono convinta che la cultura abbia un ruolo importante nella lotta alle discriminazioni; la cultura ci aiuta ad abbattere le barriere, ci permette di conoscere l'altro e scoprire che non è poi così diverso da noi, anzi è uguale a noi: è un essere umano.
Un proclama ecumenico e vagamente cattolico nei termini che parte da un presupposto sbagliato. PER ESSERE ACCETTATI NON BISOGNA ESSERE TUTTI UGUALI.
Le differenze (non le diversità) vanno accettate. Sono ila linfa della vita sociale e della cultura (in senso antropologico non nel senso stretto di Marinella). E questa verità culturale senza il sostegno politico stenta a essere riconosciuta.
Nel mondo descritto da AMrinella semrbano esserci solamente le persone e non lo Stato. Che invece ha una funzione imprescindibile.

Chi è che ci discrimina? Il singolo cittadino colpevole della sua ignoranza  o lo Stato organizzato e le sue istituzioni discriminanti?
Insomma colpa dei cittadini o colpa dello Stato?
Per Marinella non sembrano esserci dubbi. La colpa è dei singoli, di quella maggioranza silenziosa alla quale tutti ci mostriamo proni.
E noi persone “diverse” sappiamo bene cosa significa essere guardati con invadenza o disprezzo, ma per capirlo bisogna provarlo. Io l'ho proposto ai miei amici etero: provate per un giorno a prestare attenzione a tutto quello che fate o che dite per non “offendere” le false regole del perbenismo. Provate a riflettere: a una festa come presentereste la persona che amate? Un lontano cugino... un socio di lavoro... un amico d'infanzia? Portarla con voi a una cena diventa complicato, non potete abbracciarla o tenerla per mano in un luogo pubblico.
Non nego che per molti ci sia difficoltà a presentare un propri compagno a una festa come tale, o ad andare in giro mano nella mano, o ad abbracciare (baciare?) il fidanzato (la fidanzata) dello stesso sesso. Ma per Marinella si tratta di una difficoltà oggettiva che nasce  per non “offendere” le false regole del perbenismo mentre si tratta di omofobia interiorizzata. Perchè non è vero che  non si può abbracciare il partner (la partner)  dello stesso sesso o tenerla per mano in un luogo pubblico.

Se gli etero vanno educati, abituati a considerare queste effusioni con indifferenza (come afferma giustamente il felicissimo spot della ILGA portoghese di qualche anno fa) siamo noi a dovere dare l'esempio e a smettere di pensare che se abbracciamo una persona dello stesso sesso per strada stiamo offendendo le false regole del perbenismo.
L'omofobia interiorizzata qui è in azione con tutta la sua forza.


Nell'articolo di Marinella  sembra che  le difficoltà dell'omosessualità siano quelle dell'accettazione sociale degli altri.  Quelle che c'erano oggettivamente 50 anni fa.

Ci si dimentica invece che mentre molti passi in avanti sono stati fatti da questo punto di vista da due generazioni di militanti fa (quelle del Fuori di Pezzana e Mieli)  per cui oggi i e le giovani si baciano e camminano mano nella mano molto più di quanto Marienlla creda quello che oggi manca è un riconoscimento politico, pubblico, giuridico.

Anche Marinella li rivendica nell'articolo. Ma mentre alla questione della visibilità dedica diverse frasi al problema dei diritti negati dedica solo la frase E non voglio dilungarmi con l'elenco dei diritti negati...

Questione di priorità e in un articolo, non nel post del suo blog personale, ma in un articolo da giornalista, ogni scelta, ogni priorità si traduce in una agenda politica.

E nell'agenda politica di Marinella trova plauso la campagna di sensibilizzazione di Arcigay  (della quale ho già avuto modo di parlare) che ha il grande torto di avellere le persone omosessuali dal tessuto sociale nel quale vivono e sono immerse, perchè le persone sono cresciute più dei e delle militanti, e renderle testimonianti per l'omosessualità in quanto tale, raccogliendo interviste su sfondo bianco, accomunando queste persone per il motivo sbagliato, cioè perchè gay e non perchè discriminate. E infatti nelle interviste non si parla di diritti negati di modelli sociali inclusivi ma di come dirlo a papa e agli amici. Dire che? Una cosa di cui ci si vergogna?

Infine, e motivo per cui ho deciso di scrivere questo post, leggo di un concorso letterario che Marinella, tramite due sue creature (Nido della Fenice e Pianeta Queer), insieme al Gay center ha organizzato.
Ideato da Nido della Fenice e Gay Center, in collaborazione con Pianeta Queer,  il Premio letterario “Non dare per scontato il genere” ha come obiettivo quello di combattere con la scrittura e la creatività ogni forma di violenza e discriminazione.
Il progetto nasce come reazione al continuo ripetersi di episodi di violenza legati alla sessuofobia
Dunque il concorso collega  il genere alla sessuofobia. Ora la discriminazione di genere ha a che fare col sessismo (attribuire caratteristiche e qualità della persona al sesso di appartenenza e non al carattere), con la misoginia, col maschilismo, e, solo indirettamente, con l'omofobia, quando cioè si confonde identità di genere con l'orientamento sessuale.
Mai con la sessuofobia che, come dice il dizionario Hoepli è Avversione morbosa verso ogni fenomeno che concerne la vita sessuale.

Parlando di genere e coniugandolo con la sessuofobia il concorso si rifà a un preciso schema ideologico espresso subito dopo:

e, quindi, al concetto di genere inteso solo in senso binario, vale a dire maschio/femmina.
Qui il concorso si riferisce maldestramente a un concetto affrontato dalle persone transgender che non vogliono dover essere riconducibili a uno dei due sessi disponibili declinando le proprie generalità di genere. Ma cosa c'entra questo volersi sottrarre alla scelta di uno dei due generi (gli unici disponibili in natura) con le discriminazioni delle persone omosessuali?

Non è certo criticando la natura binaria del sesso (quale sarebbe alternativa?) che si disinnesca il patriarcato maschilista misogino e omofobico.Per chi avesse ancora dei dubbi Marinella ribadisce
Il Premio Letterario si compone di due sezioni: Poesia e Racconto Breve, per entrambi il tema proposto è il seguente: “Non dare per scontato il genere, siamo molto di più di maschio/femmina”.
Adesso non dare il genere per scontato fa riferimento ai ruoli di genere agli stereotipi di genere e all'identità di genere. Tutti concetti complessi e nuovi anche per molti militanti glbt che andrebbero spiegati e non accennati in maniera così criptica. In quanto a dire che siamo molto di più di  maschio/femmina bisogna anche qui spiegare cosa si intende. A cosa ci si riferisce. Messo così può voler dire molte cose diverse, e dunque a niente di specifico.
Gli organizzatori auspicano che questa iniziativa possa contribuire a diffondere nel Paese un modo di pensare scevro da pregiudizi, ignoranza e inciviltà, favorendo lo scambio e la convivenza tra tutte le persone.
Dove sono le discriminazioni? dove lo stato discriminante? Perchè se ne fa solo una questione di privati cittadini? I termini della questione così intavolata non solo non sono  chiari ma non sono affatto scevri da pregiudizi. Diritti mancati, pluralismo, e laicità mi sembrano termini più spendibili di aggettivi pregiudizi, ignoranza e inciviltà.

Chi parla male usando termini sbagliati (sessuofobia?!?!)  pensa male e ingenera gli stessi equivoci che critica agli altri, solamente agli altri  (i singoli, le famiglie lo stato solo di sfuggita) senza fare un'analisi interiore, dando per scontato che, in quanto omosessuali, siamo scevri dall'omofobia.

Purtroppo così non è, per nessn* di noi.

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