Non mi è mai piaciuto Travaglio.
Non mi fido di un uomo che ha avuto come mentore Indro Montanelli, un fascista vero, mica i uaqquaraquà che abbiamo oggi, uno tutto d'un pezzo che teneva una busto di Mussolini sulla scrivania.
Per capire perché non mi piace Travaglio basta leggere l'editoriale pubblicato il 27 u.s. sul Fatto Quotidiano.
Nell'editoriale, dal titolo Multifamily Day il giornalista (ma oratore gli si addirebbe di più) addita la contraddittorietà di chi inneggia alla famiglia tradizionale, quella tra uomo e donna, ma ha alle spalle uno o due divorzi.
Però lo fa in una maniera volgare, maschilista, poco interessato a sottolineare l'agire politico di chi sostiene il Family Day quanto piuttosto a screditare direttamente le persone.
Così le mogli compagne e amanti di questi uomini poco affidabili sono tutte avvenenti in un lessico in perfetto equilibrio tra maschilismo ed eterocentrismo (Travaglio non si sognerebbe mai di dire di nessun uomo che "è avvenente"). Le scenate di gelosia servono a restituire con un frasario da giornalaccio scandalistico dei reati ben più gravi (non ricordati e dunque lasciati solo alla memoria di chi legge) mantenendo la fumosità di una critica generica di caratura moralistica e non politica.
Anche rivolgersi alle tre donne menzionate come alle Tre Grazie è degno di una ironia da bar completamente irricevibile perché Travaglio fa leva su quel sessismo patriarcale e maschilista che è la stessa matrice ideologica dell'omofobia.
Per Travaglio coloro che sostengono il Family Day non sono persone da criticare perché negano diritti di cui loro godono a certe categorie di persone ma sono degli adulteri corrotti e con molte amanti...
D'altronde per Travaglio quelli per cui la pdl Cirinnà costituisce un parzialissimo riconoscimento non sono diritti umani universali riconosciuti anche alle coppie dello stesso sesso ma alle coppie gay (cioè di omosessuali maschi) e non coppie dello stesso sesso o, al limite, omosessuali, dove l'aggettivo omosessuali significa anche dello stesso sesso.
Non è una differenza della forma ma della sostanza perché quel che dirime la questione delle unioni civili e del matrimonio non è l'orientamento sessuale dei membri delle coppie ma il loro assortimento sessuale.
E non si può desumere il primo dal secondo: due uomini che stanno insieme non sono necessariamente gay possono anche essere bisex.
Lo stesso vale per le lesbiche se Travaglio non le escludesse usando un linguaggio sessista, ma in questo è in ottima compagnia.
Qualunque sia il loro orientamento sessuale, due uomini e due donne in Italia non si possono sposare non già in quanto gay o in quanto lesbiche ma in quanto persone dello stesso sesso.
Tant'è che quando in una coppia etero (di sesso diverso) uno dei due o una delle due partner cambia sesso quel matrimonio viene automaticamente cancellato.
Ma tant'è per Travaglio i diritti sono delle coppie gay.
Altro scivolone quando Travaglio riporta le voci su Gasparri Ai tempi dello scandalo Marrazzo ci fu chi provò a infangarlo: Libero
raccontò di un politico che bazzicava gli stessi trans col soprannome
“Chiappe d’oro”.
Travaglio dice i trans al maschile fuori tempo massimo per potersi trattare di un fraintendimento dopo che persino l'Unar ha ricordato alla stampa che i trans sono i maschi trans cioè donne biologiche che transitano verso il sesso maschile e che gli uomini biologici che transitano verso quello femminile sono LE trans.
Non ci sono più scuse che tengono, chi continua imperterrito a dire I trans lo fa per scelta, per disprezzo, perché vuole ricordare a queste presunte signorine che sono nate maschio e al maschile ci si deve loro riferire.
Non pago Travaglio allude alle pratiche sessuali che Gasparri avrebbe fatto con queste donne trans quella penetrazione anale ricettiva (lo chiamavano chiappe d'oro) evidentemente per Travaglio chiunque pratica del sesso anale ricettivo è gay lo so che è difficile da capire anche per molte persone omosessuali ma non sono le pratiche sessuali a determinare il nostro orientamento sessuale, bensì il coinvolgimento emotivo affettivo e relazionale.
Insomma per Travaglio se Gasparri è chiappe d'oro è un frocio e quindi che ci va a fare al Family Day?
Mi sembra una argomentazione un tantino omofoba la solita solfa di chi vuole offendere qualcuno dandogli del frocio e si sa i froci lo pigliano del culo, perché il culo ce lo hanno solo loro gli etero e le donne hanno un altro tipo di orifizio. D'altronde Travaglio coltiva lo stesso gusto dei classici di Montanelli e sicuramente ricorderà Marziale.
Infine la ciliegina sulla torta quando Travaglio allude all'omosessualità dei preti che vanno al family day coi loro fidanzatini dove, per non farsene mancare nessuna, al maschilismo aggiunge il paternalismo quel fidanzatini sminuente che normalmente si si usa per rivolgersi ai e alle partner degli e delle adolescenti ma che in questo caso si riferisce volgarmente alla tenera età dei partner dei prelati con una allusione alla pederastia.
Di nuovo Travaglio usa l'orientamento sessuale per sminuire le persone e offenderle non certo per denunciarne l'incoerenza e l'ipocrisia altrimenti ricorderebbe anche le fidanzatine dei preti.
Anche quella è una contraddizione visto che i preti dovrebbero seguire il nubilato.
Ma vuoi mettere?
Dire di un prete che scopa con una donna fa meno scandalo (anzi non lo fa per niente) di dire che un prete ha un fidanzatino.
Di questo editoriale fascista e patriarcale disgustosamente omofobo e transfobico io faccio volentieri a meno e lo rispedisco al mittente perché mi offende, mi offende come gay, e come cittadino la cui intelligenza è misconosciuta pensando mi si possa impunemente ammannire un linciaggio morale spacciandolo per un j'accuse politico.
Per questo invito caldamente Travaglio ad andare al Family Day (cosa avevate capito?!?!) degno posto per chi usa un frasario e delle argomentazioni squadriste.
Perché Travaglio offende anche te.
Se lo consoci lo eviti.
Proprio come il Family Day
venerdì 29 gennaio 2016
mercoledì 20 gennaio 2016
Può l'anarcocapitalismo essere omofobo? Sulle critiche "da sinistra" alla campagna "svegliatitalia" per le unioni civili.
Le immagini incriminate sono queste.
Mostrano due corpi dello stesso sesso coperti da una bandiera italiana mentre si inneggia al Paese affermando che un Paese civile protegge l'amore.
E' una immagine della campagna nazionale per la manifestazione del 23 gennaio quando le persone scenderanno nelle piazze di oltre 40 città a ricordare che questo Parlaento deve approvare una legge imprescindibile nonostante la sua pochezza e il suo spirito segregazionista.
Queste immagini sono una bella metafora che mostra il Paese, cioè il popolo, proteggere le persone e il loro amore. Una bandiera come una coperta che copre.
Un Paese del quale essere orgogliose e orgogliosi.
Una campagna comunicativa azzeccata ma che a tante e tanti non è piaciuta per quello che hanno visto nelle immagini ma che, a essere intellettualmente onesti e oneste, in queste immagini non c'è.
Il blog incrocidegeneri scomoda addirittura l'omoazionalismo statunitense, lamentandosi di una bandiera che inneggia a una idea di civiltà considerata razzista, il discorso retorico sulla quale inneggerebbe alla discriminazione nazionalista (il blog dice razzista che non significa nulla visto che non parliamo di razza e che, la razza non ha una dimensione scientifica) additando come nemici gli Stati che non riconoscono i diritti lgbt.
Quindi se critico le leggi omofobe della russia di Putin per incorcidegenri sono razzista.
Ora non sono certo uno sciovinista, tutt'altro, ma la banidera italiana non mi fa schifo perchè è la stessa che sfilava nel Paese il 25 aprile del 1945 quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.
Questa è la bandiera della Repubblica, la bandiera dello Stato italiano che 40 anni fa ha prodotto alcune dele leggi di più alta civiltà per un Paese arretrato come l'Italia: divorzio, interruzione della gravidanza, legge Basaglia sulla chiusra dei manicomi nuovo Stato di Famiglia che cancellava quello mussoliniano del 42, legge sul cambio di sesso (la prima in Euroopa) e, più recentemente, la legge sullo stupro come reato sullla persona e non più per la morale.
In questa bandiera mi ci identifico.
E' a questa bandiera che chiedo di ratificare i diritti della persona e non diritti dei gay e delle lesbiche come conciona incrocidegeneri.
Lo sa bene chi ha fatto questa campagna che, oltre alle due immagini con coppie dello stesso sesso, ha prodotto anche una terza immagine
Un uomo e una donna abbracciati non dalla bandiera italiana, perchè quei diritti le coppie di sesso diverso già li hanno, ma abbracciate da una bandiera raibow mentre si afferma che chi ama i diritti li vuole per tutti (sessisticamente)
L'anarcocapitalismo del blog incrocidegeneri fa i suoi discorsi - anche condivisbili - anti imperialisti a spese delle persone omosessuali e bisessuali riducendo l'ammanco di diritti umani ai loro danni a una mera retoriche dei diritti sessuali.
La conclusione del post fuori da ogni cocncretezza politica afferma
Per l'anarcocapitalismo dobbiamo rimanere tutte e tutti divisi, sole e soli, avere un welfare individuale dove non contano la solidarietà o lo spirito di corpo, dove non conta la rete di affetti (non sempre e non solo sessuati) che la società reale, di cui incrocidegeneri ignora l'esistenza, sta realizando, concretamente, al di là di riflessioni teoriche e sterili, perchè sdradicate dal tessuto sociale, dal qui e ora, dalla continegnza evenemenziale.
Quando il pensiero "anti" si standardizza a una retorica priva di umanità e di senso di concretezza e di responsabilità si ottengono risultati come questo, squisitamente omofobi, capitalisti e individualisti e anche sgrammaticati.
In un senitre antisessista più di facciata che di sostanza si scrive incivil* credendo di declinarlo al maschile e femminile ignorando che incivile è parola ambigenere e rimane invariata al maschile e al femminile.
Però poi nel testo non si evitano dei squisitamente sessisti maschili inclusivi (come diritti dei neri, solo al maschile e direttamente neri, non già persone, ma razza a parte, o quel participio passato "protetti" solo al maschile... ma tant'è).
A queste persone ho solo una cosa da dire. Studiate, e ringraziate chi esattamente 70 anni fa ha dato la vita perchè voi poteste scrivere queste cazzate senza che nessuno venisse a casa vostra ad arrestarvi.
ITALIA SVEGLIAAAAAAAA
Mostrano due corpi dello stesso sesso coperti da una bandiera italiana mentre si inneggia al Paese affermando che un Paese civile protegge l'amore.
E' una immagine della campagna nazionale per la manifestazione del 23 gennaio quando le persone scenderanno nelle piazze di oltre 40 città a ricordare che questo Parlaento deve approvare una legge imprescindibile nonostante la sua pochezza e il suo spirito segregazionista.
Queste immagini sono una bella metafora che mostra il Paese, cioè il popolo, proteggere le persone e il loro amore. Una bandiera come una coperta che copre.
Un Paese del quale essere orgogliose e orgogliosi.
Una campagna comunicativa azzeccata ma che a tante e tanti non è piaciuta per quello che hanno visto nelle immagini ma che, a essere intellettualmente onesti e oneste, in queste immagini non c'è.
Il blog incrocidegeneri scomoda addirittura l'omoazionalismo statunitense, lamentandosi di una bandiera che inneggia a una idea di civiltà considerata razzista, il discorso retorico sulla quale inneggerebbe alla discriminazione nazionalista (il blog dice razzista che non significa nulla visto che non parliamo di razza e che, la razza non ha una dimensione scientifica) additando come nemici gli Stati che non riconoscono i diritti lgbt.
Quindi se critico le leggi omofobe della russia di Putin per incorcidegenri sono razzista.
Ora non sono certo uno sciovinista, tutt'altro, ma la banidera italiana non mi fa schifo perchè è la stessa che sfilava nel Paese il 25 aprile del 1945 quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.
Questa è la bandiera della Repubblica, la bandiera dello Stato italiano che 40 anni fa ha prodotto alcune dele leggi di più alta civiltà per un Paese arretrato come l'Italia: divorzio, interruzione della gravidanza, legge Basaglia sulla chiusra dei manicomi nuovo Stato di Famiglia che cancellava quello mussoliniano del 42, legge sul cambio di sesso (la prima in Euroopa) e, più recentemente, la legge sullo stupro come reato sullla persona e non più per la morale.
In questa bandiera mi ci identifico.
E' a questa bandiera che chiedo di ratificare i diritti della persona e non diritti dei gay e delle lesbiche come conciona incrocidegeneri.
Lo sa bene chi ha fatto questa campagna che, oltre alle due immagini con coppie dello stesso sesso, ha prodotto anche una terza immagine
L'anarcocapitalismo del blog incrocidegeneri fa i suoi discorsi - anche condivisbili - anti imperialisti a spese delle persone omosessuali e bisessuali riducendo l'ammanco di diritti umani ai loro danni a una mera retoriche dei diritti sessuali.
La conclusione del post fuori da ogni cocncretezza politica afferma
A fronte di una retorica che vorrebbe imporci ordine e disciplina e ci chiede di giurare fedeltà allo stato-nazione in cambio di una rassicurante normalità piccolo-borghese, è tempo di essere INCIVIL*!In barba ai figli e le figlie di famiglie omogenitoriali che sono bambini e bambine di serie b, in barba alle coppie di sesso diverso che se non si sposano non hanno diritto alcuno (e che la proposta di legge Cirinnà invece riconoscerebbe, istituendo per tutte le coppie anche le convivenze di fatto), in barba a tutte quelle persone che, escluse dal il matrimonio, non possono dire alla società "io e questa perosna stiamo insieme e come coppia contribuiamo al bene comune al nbene della nazione".
Per l'anarcocapitalismo dobbiamo rimanere tutte e tutti divisi, sole e soli, avere un welfare individuale dove non contano la solidarietà o lo spirito di corpo, dove non conta la rete di affetti (non sempre e non solo sessuati) che la società reale, di cui incrocidegeneri ignora l'esistenza, sta realizando, concretamente, al di là di riflessioni teoriche e sterili, perchè sdradicate dal tessuto sociale, dal qui e ora, dalla continegnza evenemenziale.
Quando il pensiero "anti" si standardizza a una retorica priva di umanità e di senso di concretezza e di responsabilità si ottengono risultati come questo, squisitamente omofobi, capitalisti e individualisti e anche sgrammaticati.
In un senitre antisessista più di facciata che di sostanza si scrive incivil* credendo di declinarlo al maschile e femminile ignorando che incivile è parola ambigenere e rimane invariata al maschile e al femminile.
Però poi nel testo non si evitano dei squisitamente sessisti maschili inclusivi (come diritti dei neri, solo al maschile e direttamente neri, non già persone, ma razza a parte, o quel participio passato "protetti" solo al maschile... ma tant'è).
A queste persone ho solo una cosa da dire. Studiate, e ringraziate chi esattamente 70 anni fa ha dato la vita perchè voi poteste scrivere queste cazzate senza che nessuno venisse a casa vostra ad arrestarvi.
ITALIA SVEGLIAAAAAAAA
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mercoledì 13 gennaio 2016
BriaAndChrissy o delle lesbiche che non hanno mai toccato un pisello...
Sul canale youtube di BriaAndChrissy lo scorso dicembre è stato pubblicato un video nel quale alcune ragazze presentate come lesbiche che non hanno mai toccato un pisello palpano e guardano il pene di un ragazzo...
Il video a un primo sguardo può sembrare una goliardata eppure il duo che lo ha ideato ha qualche pretesa di promuovere l'uguaglianza per le persone lgbt.
In realtà il video non fa che sciorinare alcuni luoghi comuni tristi e triti, maschilisti e lesbofobi sui rapporti tra femminile lesbico e genere maschile.
Se una donna è lesbica, sembra dirci il video nel suo non detto, vuol dire che non ha mai visto un pene.
Non lo ha mai visto non solo in maniera figurata ma proprio in maniera fisica, concreta.
Siamo ancora nella mentalità che riduce l'orientametno sessuale alle pratiche sessuali (le lesbiche se la leccano) e l'identità di genere agli organi genitali.
Quel che piace o non paice alle donne lesbcihe di un uomo ruota comunque intorno al cazzo.
Se questa idea offre qualche occasione per sminuire l'importanza che noi maschietti diamo al nostro pisello (alla sua grandezza, durezza etc etc). qul che dà fastidio e offende del video è il modo in cui queste ragazze reagiscono al cazzo, in maniera negativa non già perchè in quanto persone forse sono interessate ad altre persone e non a parti del corpo ma perchè, in quanto lesbiche, del cazzo non sanno proprio che farsene.
Le lesbiche sono dunque sprovvedute perchè non il cazzo non lo sanno nemmeno maneggiare e non sanno nemmeno cosa sia...
Viceversa una donna eter il cazzo lo apprezza eccome.
Ed ecco che anche l'idea di sminuire il membro maschile non fa che rafforzarne l'importanza. Si ride della sprovvedutezza di queste ragazze lesbiche, altro che uguaglianza!
Offende l'idea di questa sprovvedutezza perchè sembra quasi che una lesbica non apprezza il cazzo perchè non lo ha mai visto, altrimenti... che è il centro di certo immaginario maschilista.
L'idea di per sè e se presa seriamente è triste... Davverè una lesbica non sa come è fatto un uomo? O non ha mai toccato un pene? Davero basta non avere mai toccato un pene per essere lesbiche? E basta toccare un pene che una lesbica diventa etero o bisex?
Tra i commenti al video qualcuno arriva a dire che il ragazzo che si lascia toccare il pene sia gay perchè da come si comporta sembra che mai nessuna ragazza glielo abbia toccato prima.
Così mentre c'è chi cerca di far capire che quel che ci rende gay e lesbiche non è il fatto che ci piace il cazzo o la fica ma che AMIAMO persone del nostro stesso sesso questo video contribuisce a alimentare l'equivoco che vuole gli orientamenti sessuali incentrati sul sesso e costruiti su una attrazione a priori per ...l'anatomia. Si prende la stessa complementarietà tra maschio e femmina su cui si basa il modelo eteronormato che paice tanto alla chiesa e lo si usa al contrario.
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martedì 12 gennaio 2016
Il papa, l'ansa e l'inesistente apertura sulle persone omosessuali
E' di qualche ora fa il mendace dispaccio Ansa che per fare pubblicità al libro-intervista del Papa Il nome di Dio è misericordia, scritto con Andrea Tornielli, edito da Piemme, disinforma il pubblico riportanto affermazioni che non rispondono al vero.
Nel dispaccio si citano stralci dal libro-intervista, nei quali si legge
Certo l'accoglienza di cui millanta il Papa è un'accoglienza ben particolare e triste.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, lo stesso citato dal Papa nel dispaccio Ansa quel che si dice dell'omosessualità è molto meno lusinghiero e foriero di speranze di quello che il dispaccio Ansa vuole farci credere:
Per la Chiesa l'omosesualità rimane una grave depravazione che è contraria alla legge naturale e le perosne omosessuali sono obbligate alla castità.
Una poszione che è in pieno contrasto con la Risoluzione del Parlamento europeo del 28 settembre 2011 sui diritti umani, l'orientamento sessuale e l'identità di genere nel quadro delle Nazioni Unite.
Adesso la Chiesa fa la sua propaganda e non ci meraviglia che menta sapendo di mentire.
Ci aspetteremmo però dall'Ansa una informazione più puntuale e più aderente ai fatti.
Nel dispaccio si citano stralci dal libro-intervista, nei quali si legge
Io preferisco che le persone omosessuali vengano a confessarsi, che restino vicine al Signore, che si possa pregare insieme - dice ancora il Papa -. Puoi consigliare loro la preghiera, la buona volontà, indicare la strada, accompagnandole.Papa Francesco parla di tendenze sessuali riducendo l'omosessualità al sesso, senza riferirsi ai sentimenti.
Certo l'accoglienza di cui millanta il Papa è un'accoglienza ben particolare e triste.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, lo stesso citato dal Papa nel dispaccio Ansa quel che si dice dell'omosessualità è molto meno lusinghiero e foriero di speranze di quello che il dispaccio Ansa vuole farci credere:
Si distinguono le persone dalla cosa in sè e si condanna quella pretendendo vigliaccamente di non condannare le persone.Castità e omosessualità2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
(fonte Il catechismo della chiesa cattolica i neretti sono miei)
Per la Chiesa l'omosesualità rimane una grave depravazione che è contraria alla legge naturale e le perosne omosessuali sono obbligate alla castità.
Una poszione che è in pieno contrasto con la Risoluzione del Parlamento europeo del 28 settembre 2011 sui diritti umani, l'orientamento sessuale e l'identità di genere nel quadro delle Nazioni Unite.
Adesso la Chiesa fa la sua propaganda e non ci meraviglia che menta sapendo di mentire.
Ci aspetteremmo però dall'Ansa una informazione più puntuale e più aderente ai fatti.
martedì 5 gennaio 2016
Qualche riflessione sulla gestazione per altri
Vi sarà capitato di sentire amici e amiche dire la loro sulla gestazione per altri (e altre) senza saperne nulla a riguardo, pescando da una retroica discorsiva reazionaria e sessista quando non apertamente misogina, anche quando viene da donne.
Così come non basta essere gay e lesbiche per non essere omofobi e omofobe lo stesso vale per la misoginia.
Una letteratura sterminata di documenti, proclami, appelli, firmati da donne e uomini, in Italia e all'estero, una firma di adesione spesso guidata dall'afflato del'indignazione che poi porta a ripensamenti imbarazzanti come nel caso di Dacia Maraini, firmataria dell'appello italiota di Se non ora quando che ha avuto poi un ripensamento chiedendo scusa per la sua firma frettolosa.
Un ripensamento nato in seno alla stessa organizzazione Se non ora quando una parte della quale ha preso le distanze dall'appello per cui ora esistono due correnti, Se non ora quando Libere che ha scritto l'appello e Se non ora quando Factory che ne hanno preso le distanze.
In tutti questi appelli (anche quello francese che vede tra le firmatarie la filosofa e femminista Agacinsky) non ci si limita a denunicare lo sfruttamento del corpo femminile o il rischio della compravendita della prole ma si fa riferimento anche all'assortimento sessuale delle coppie che ricorrono alla gpa o all'orientamento sessuale delle persone single che vi ricorrono aprendo un'altra questione quella della legitimità o meno per le persone in coppia omosessuale di avere prole.
Una strumentalizzazione della gpa per contrastare il riconoscimento dei diritti delle persone non etero che, in Italia, non godono di alcuna tutela riconsociuta solamente alle perosne in coppia di sesso diverso.
Se uso questa espressione di persone in coppia è per non indurre nell'equivoco che le due persone in coppia omosessuale siano necessariamnete omosessuali cioè di orientamento sessuale gay o lesbico, perchè, ce lo dicono le persone in carne ed ossa che costituiscono le famiglie omogenitoriali, sono persone bisex o che provengono da un lungo matrimonio con persona dell'altro sesso e che per giustificare questo percorso che sembra loro contraddittorio si raccontano la propria vita dicendo di essersi scoperti e scoperte omosessuali a 40 anni.
Manca un modo di pensare che sia in grado di indicare la realtà evenemenziale dei fatti: ci si innamora e si fanno figli con persone di entrambi i sessi senza soluzione di continuità.
Non siamo rigidamente gay o lesbiche o perfettamente bisessuali, siamo come siamo, con la nostra storia intima e personale e possiamo innamorarci di una donna senza dover diventare lesbiche o innamorarci di un ragazzo senza dover rinunciare alle donne.
Se me lo concedete però non vorrei parlare della questione omosessualità in relazione alla gpa ma riflettere su alcune delle affermazioni di pancia che, come me, avete letto sentito o magari scritto sui social o sulla carta stampata.
Sono riflessioni sparse che non hanno certamente la pretesa di esausitività, tutt'altro. Mi sembrano però dei punti forti intorno ai quali produrre una riflessione più pensata, più ragionata, più di cuore che di pancia.
Di cuore e non di testa perchè anche se spesso ce lo dimentichiamo non stiamo facendo un esercizio di speculazione etica ma stiamo decidendo della vita di persone in carne ed ossa.
Prima di inziare il discorso una premessa indispensabile.
In quanto maschio, so di non avere il diritto di stabilire cosa una donna può fare o non fare con il proprio corpo, qualunque siano i miei valori etici non possono mai travalicare il fatto che io non ho un utero e dunque quando parlo di utero parlo qualcosa che non ho cosa sulla quale dunque non ho la stessa voce in capitolo rispetto a chi l'utero ce l'ha.
La prole
Chi è contro la gpa accusa questa pratica di barbarie perchè strappa la madre dalla prole (loro veramente dicono dal bambino, al maschile, ma il sessismo, si sa, è ben lungi dall'essere sconfitto).
Come si può permettere a una madre di privarsi della prole per darla ad altre persone, magari dietro compenso economico?
Ci si dimentica, cioè, si omette, che nella gpa la donna che porta avanti la gravidanza non è la madre biologica del feto.
L'ovulo fecondato in vitro e poi impiantato nel suo utero non è il suo ma ma è quello di un'altra donna, quella che poi crescerà il bambino o la bambina, o quella di una donatrice.
Questa distinzione però non toglie il fatto che la donna che ha effettivamente partorito la bambina o il bambino poi non la o lo cresca ma lo dia ad altre persone.
E' questo che non va giusto?
In Italia la legge consente ad ogni donna, anche alle donne straniere, anche a quelle senza regolare permesso di soggiorno, il parto in anonimato, cioè di non riconoscere il bambino o la bambina e di lasciarlo o lasciarla nell’Ospedale dove è nato o nata (DPR 396/2000, art. 30, comma 2).
Non è crudele anche questa decisione ?
Ancora di più visto che in Italia il bambino o la bambina in questione finiscono in orfanotrofio e vengono adotatti con dei tempi lunghissimi (e intanto crescono senza figure genitoriali).
Non è più crudele di quella della madre della gpa che invece sa di dare il figlio o la figlia (che non è biologicamente suo o sua) a una famiglia che lo o la cresce?
Negli Stati Uniti una donna puà decidere di non riconsocere il nascituro o la nascitura e di darlo o darla a una coppia che lo o la adotterà.
Questo in italia non è consentito.
Eppure eviterebbe al bambino o alla bambina di crescere in un orfanotrofio...
E' evidente che quel che dà fastidio non è affatto la separazione di per sè tra madre (biologica o fisica) e prole ma la progettualità di questa decisione.
Sembra andare bene si rimane incinta per sbaglio e invece di abortire non si riconosce la prole e la si dà in adozione non va più bene se ci si fa mettere incinta con l'intenzione di dare in adozione la prole ad altre persone.
Si entra nella sfera dell'autodeterminazione ed emancipazione della donna usando come grimaldello la tutela della prole (atrimenti si dovrebbe rifiutare anche il parto in anonimato) per porre dei limiti alla libertà individuale della donna.
Anche in questo caso come in quello delle sentinelle in piedi, la questione in discussione non è quella delle coppie dello stesso sesso (lo stesso appello di Se non ora quando Libere ammette che alla gpa ricorrono per l'80% coppie di sesso diverso) ma un attacco all'autonomia della donna la quale continua ad essere investita di un dovere etico superiore a quello individuale perchè è madre.
Quel che dà fastidio è rimettere in discussione il determinismo biologico che sinora ha condannato la donna al parto alla maternità ideologicamente coatti tolgiendole ogni facoltù di scelta, in noem di un etica o di una morale guardacaso sostenute ed espresse dai maschi (a cominciare da dio che è uomo...).
A chi è contrario dà fastidio l'emancipazione altrui.
Fa sentire i propri limiti per una metalità reazionaria gretta e sessuofoba come degli e delle imbecilli cosa che fondamentalmente si è, e invece di accettare la verità ci si rifà sulle altre persone decidendo per loro quel che si può o non si può fare.
E' smepre la stessa differenza eica tra chi proibisce e chi consente.
Chi proibisce decide per tutte e tutti chi consente non obbliga: chi non vuole può continuare a non farlo.
E anche questa è una asimettria etica insostenibile
Così come non basta essere gay e lesbiche per non essere omofobi e omofobe lo stesso vale per la misoginia.
Una letteratura sterminata di documenti, proclami, appelli, firmati da donne e uomini, in Italia e all'estero, una firma di adesione spesso guidata dall'afflato del'indignazione che poi porta a ripensamenti imbarazzanti come nel caso di Dacia Maraini, firmataria dell'appello italiota di Se non ora quando che ha avuto poi un ripensamento chiedendo scusa per la sua firma frettolosa.
Un ripensamento nato in seno alla stessa organizzazione Se non ora quando una parte della quale ha preso le distanze dall'appello per cui ora esistono due correnti, Se non ora quando Libere che ha scritto l'appello e Se non ora quando Factory che ne hanno preso le distanze.
In tutti questi appelli (anche quello francese che vede tra le firmatarie la filosofa e femminista Agacinsky) non ci si limita a denunicare lo sfruttamento del corpo femminile o il rischio della compravendita della prole ma si fa riferimento anche all'assortimento sessuale delle coppie che ricorrono alla gpa o all'orientamento sessuale delle persone single che vi ricorrono aprendo un'altra questione quella della legitimità o meno per le persone in coppia omosessuale di avere prole.
Una strumentalizzazione della gpa per contrastare il riconoscimento dei diritti delle persone non etero che, in Italia, non godono di alcuna tutela riconsociuta solamente alle perosne in coppia di sesso diverso.
Se uso questa espressione di persone in coppia è per non indurre nell'equivoco che le due persone in coppia omosessuale siano necessariamnete omosessuali cioè di orientamento sessuale gay o lesbico, perchè, ce lo dicono le persone in carne ed ossa che costituiscono le famiglie omogenitoriali, sono persone bisex o che provengono da un lungo matrimonio con persona dell'altro sesso e che per giustificare questo percorso che sembra loro contraddittorio si raccontano la propria vita dicendo di essersi scoperti e scoperte omosessuali a 40 anni.
Manca un modo di pensare che sia in grado di indicare la realtà evenemenziale dei fatti: ci si innamora e si fanno figli con persone di entrambi i sessi senza soluzione di continuità.
Non siamo rigidamente gay o lesbiche o perfettamente bisessuali, siamo come siamo, con la nostra storia intima e personale e possiamo innamorarci di una donna senza dover diventare lesbiche o innamorarci di un ragazzo senza dover rinunciare alle donne.
Se me lo concedete però non vorrei parlare della questione omosessualità in relazione alla gpa ma riflettere su alcune delle affermazioni di pancia che, come me, avete letto sentito o magari scritto sui social o sulla carta stampata.
Sono riflessioni sparse che non hanno certamente la pretesa di esausitività, tutt'altro. Mi sembrano però dei punti forti intorno ai quali produrre una riflessione più pensata, più ragionata, più di cuore che di pancia.
Di cuore e non di testa perchè anche se spesso ce lo dimentichiamo non stiamo facendo un esercizio di speculazione etica ma stiamo decidendo della vita di persone in carne ed ossa.
Prima di inziare il discorso una premessa indispensabile.
In quanto maschio, so di non avere il diritto di stabilire cosa una donna può fare o non fare con il proprio corpo, qualunque siano i miei valori etici non possono mai travalicare il fatto che io non ho un utero e dunque quando parlo di utero parlo qualcosa che non ho cosa sulla quale dunque non ho la stessa voce in capitolo rispetto a chi l'utero ce l'ha.
La prole
Chi è contro la gpa accusa questa pratica di barbarie perchè strappa la madre dalla prole (loro veramente dicono dal bambino, al maschile, ma il sessismo, si sa, è ben lungi dall'essere sconfitto).
Come si può permettere a una madre di privarsi della prole per darla ad altre persone, magari dietro compenso economico?
Ci si dimentica, cioè, si omette, che nella gpa la donna che porta avanti la gravidanza non è la madre biologica del feto.
L'ovulo fecondato in vitro e poi impiantato nel suo utero non è il suo ma ma è quello di un'altra donna, quella che poi crescerà il bambino o la bambina, o quella di una donatrice.
Questa distinzione però non toglie il fatto che la donna che ha effettivamente partorito la bambina o il bambino poi non la o lo cresca ma lo dia ad altre persone.
E' questo che non va giusto?
In Italia la legge consente ad ogni donna, anche alle donne straniere, anche a quelle senza regolare permesso di soggiorno, il parto in anonimato, cioè di non riconoscere il bambino o la bambina e di lasciarlo o lasciarla nell’Ospedale dove è nato o nata (DPR 396/2000, art. 30, comma 2).
Non è crudele anche questa decisione ?
Ancora di più visto che in Italia il bambino o la bambina in questione finiscono in orfanotrofio e vengono adotatti con dei tempi lunghissimi (e intanto crescono senza figure genitoriali).
Non è più crudele di quella della madre della gpa che invece sa di dare il figlio o la figlia (che non è biologicamente suo o sua) a una famiglia che lo o la cresce?
Negli Stati Uniti una donna puà decidere di non riconsocere il nascituro o la nascitura e di darlo o darla a una coppia che lo o la adotterà.
Questo in italia non è consentito.
Eppure eviterebbe al bambino o alla bambina di crescere in un orfanotrofio...
E' evidente che quel che dà fastidio non è affatto la separazione di per sè tra madre (biologica o fisica) e prole ma la progettualità di questa decisione.
Sembra andare bene si rimane incinta per sbaglio e invece di abortire non si riconosce la prole e la si dà in adozione non va più bene se ci si fa mettere incinta con l'intenzione di dare in adozione la prole ad altre persone.
Si entra nella sfera dell'autodeterminazione ed emancipazione della donna usando come grimaldello la tutela della prole (atrimenti si dovrebbe rifiutare anche il parto in anonimato) per porre dei limiti alla libertà individuale della donna.
Anche in questo caso come in quello delle sentinelle in piedi, la questione in discussione non è quella delle coppie dello stesso sesso (lo stesso appello di Se non ora quando Libere ammette che alla gpa ricorrono per l'80% coppie di sesso diverso) ma un attacco all'autonomia della donna la quale continua ad essere investita di un dovere etico superiore a quello individuale perchè è madre.
Quel che dà fastidio è rimettere in discussione il determinismo biologico che sinora ha condannato la donna al parto alla maternità ideologicamente coatti tolgiendole ogni facoltù di scelta, in noem di un etica o di una morale guardacaso sostenute ed espresse dai maschi (a cominciare da dio che è uomo...).
A chi è contrario dà fastidio l'emancipazione altrui.
Fa sentire i propri limiti per una metalità reazionaria gretta e sessuofoba come degli e delle imbecilli cosa che fondamentalmente si è, e invece di accettare la verità ci si rifà sulle altre persone decidendo per loro quel che si può o non si può fare.
E' smepre la stessa differenza eica tra chi proibisce e chi consente.
Chi proibisce decide per tutte e tutti chi consente non obbliga: chi non vuole può continuare a non farlo.
E anche questa è una asimettria etica insostenibile
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