giovedì 28 febbraio 2013

Le parole per dirlo: come la stampa riporta la notizia di un ragazzo che, insultato dai suoi stessi genitori perchè è gay, arriva a denuniciarli per le continue vessazioni subite.


20 anni, disoccupato (dunque ha deciso di non proseguire gli studi...). Fa coming out  in famiglia e i genitori glielo rinfacciano ogni giorno: sei gay non combinerai nulla di buono nella vita.
Un mantra. orribile.
Finché il ragazzo si stufa e li va a denunciare.

Il reato ipotizzato ? Ingiurie.
Perchè quello di crimini d'odio per l'orientamento sessuale in Italia non c'è e non ci sarà nemmeno con questa legislatura.

E' successo a Padova. Lo riporta Il gazzettino di quella città.

La notizia viene ripresa dai quotidiani e dalla rete. Ognuno ci mette del suo. Aggiunge pezzi di informazione, commenti.  
Tutti in difesa del ragazzo, e questo non è da dare per scontato in un paese come il nostro.

Però i commenti tradiscono una ideologia che è dura a morire. Una immagine dell'omosessualità come condizione invalidante, ben al di là della finte primaria (l'articolo del gazzettino) e nessuno ne esce bene.

Non il Gazzettino che non spiega perchè il reato sia quello di ingiurie.

Lo fa il secolo XIX che spiega
(...) ha denunciato ai carabinieri padre e madre, per «offesa all’onore e al decoro della persona». Già, perché la legge sull’omofobia - insieme a molte altre tutele minime per i gay - non è mai passata. Discussioni tante. Dichiarazioni d’intento all’infinito. Poi, però, nulla di concreto. Almeno nella legislatura appena conclusa. E l’unico reato che era possibile ipotizzare dai magistrati padovani era appunto l’offesa all’onore e al decoro della persona.
Stavolta nessuna associazione lgbt coinvolta o che lascia dichiarazioni nell'articolo. Solamente un cittadino italiano, maggiorenne anche se molto giovane che va dalle forze dell'ordine che lo ascoltano  e lo aiutano.
Chi ha raccolto la denuncia è riuscito a tranquillizzare il ragazzo, ha cercato di allentare la tensione, ha provato a fargli capire che non si tratta di un ostacolo alla propria vita. Sono ben altre le difficoltà che ogni uomo deve affrontare. Basterà tutto questo a rendere sereno e fiducioso del futuro, chi proprio in casa non ha ciò che chiede, ovvero la comprensione?
scrive Cesare Arcolini sul gazzettino.

Arcolini spende splendide parole a favore e in difesa di questo ragazzo 
Lasciare perdere e subire ogni forma di offesa personale, o ribellarsi a coloro che ti hanno messo al mondo, ma che adesso non accettano che tu sia "diverso" da loro (...) [e] sedersi su una sedia di un ufficio e raccontare la propria drammatica situazione di omosessuale denigrato e ripudiato da mamma e papà [?].
Patrizia Albanese sempre sul secolo XIX per dire che il ragazzo ha detto ai suoi che è gay usa delle parole bellissime:

Raccontando a mamma e papà le sue sensazioni e i suoi sentimenti, che non lo portano verso l’altro sesso ma verso il suo.
Sensazioni e sentimenti.

Non preferenze sessuali come invece dice Arcolini. O inclinazioni sessuali come scrive l'Ansa (tramite il Corriere del Veneto) che, in quanto a omofobia, non batte nessuno.


Però non tutto funziona in questa solidarietà per il frocio.

Perchè in tutti gli articoli anche quelli illuminati del Gazettino e del Secolo XIX così come nei post su internet  essere omosessuali costituisce un problema di per sé non solamente per il ludibrio e lo stigma con cui viene accettata dalla società.
Un figlio (...) che s’è trovato a fronteggiare due problemi enormi nello stesso istante: la disoccupazione in età non proprio giovanissima e il suo essere omosessuale. secolo XIX
Dunque essere omosessuali è un problema enorme. Perchè?
(...) un figlio, che ha avuto solo il coraggio di rendere partecipe la famiglia delle proprie preferenze sessuali. Il Gazzettino.
Coraggio di che?
Un ragazzo decide di prendere coraggio e fare coming out con i propri genitori. Un passaggio importante per confessare alla madre e al padre di essere omosessuale.  (Alberto Graziola su Queerblog)
Confessare. Non dire, dichiarare, far sapere... Confessare. Di solito si confessano cose negative o debolezze non si confessano cose positive o né positive né negative...
Non si confessa di avere gli occhi marroni.
Ma per Graziola confessare di essere froci è cosa talmente imbarazzante  e privata che si riferisce al ragazzo dicendo del quale è giustamente sconosciuta l’identità. Giustamente perchè? perchè è frocio o perchè è così cattivo da avere denunciato i genitori?

Sfugge evidentemente a Graziola il portato politico di rendere pubblico il proprio Coming out. Se tutti i gay e tutte le lesbiche fossero visibili la gente verrebbe educata all'omofilia.
In un’età, i vent’anni, già di per sé abbastanza complicata, non deve essere stata una passeggiata per questo ragazzo confessare a mamma e papà di amare un uomo. E ancora più difficile, a vent’anni, deve essere stato sopportare le accuse, sentirsi ‘diverso’ agli occhi di chi ti ha messo al mondo, mentre ci si dovrebbe sentire solo amati, qualunque cosa accada. (Anna Martellato su La Stampa).
non deve essere stata una passeggiata per questo ragazzo confessare a mamma e papà di amare un uomo.
Perchè sono omofobi o perchè di per sé dire di essere gay non è una cosa leggera, felice, bella?

Per inciso. I vent'anni del ragazzo - specifica sciaguratamente quello sciagura- diventano nel sommario dell'articolo de La Stampa 25...

D'altronde a 20 o 25 anni non si è più ragazzini, come questo giovane viene invece considerato.
Ecco che un giovane, che già si trova in un'età difficile, in cui vorresti spaccare il mondo, ma hai ancora parecchie cose da imparare e una corazza di autostima da formare, entra nel tunnel della disperazione. (sempre Attolini sul Gazzettino).
Un'ultima considerazione. C'è una nota che getta su tutti questi articoli una luce sinistra il fatto che tutti si peritano a spiegare (seguendo l'articolo del Gazzettino che è la fonte comune) che i genitori del ragazzo 
non sono due sprovveduti, non vivono ai margini della società. Sono italiani, hanno un lavoro di spessore e conducono una vita agiata.  (Gazzettino)
Il genitori del ragazzo infatti non vivono ai margini della società: sono due persone conosciute, conducono una vita agiata e hanno un’attività professionale importante.  (La Stampa)
Si cerca di far passare l'omofobia come una cosa da ignoranti, da emarginati, da analfabeti.
Dimenticando invece che parlamentari, presidenti di partiti (PD) prelati ed (ex) Pontefice, molti e molte persone cattoliche e non cattoliche, di destra come di sinistra, sono tutti e tutte persone omofobe.

Inutile dire che Grazioli su Queer Blog non noti la cosa. Lui si limita a riportare la notizia come può.

E che sia un giornale, il secolo XIX a parlare di omosessualità in termini positivi e non un sito pro omosessualità la dice lunga sullo stato di insipienza di un paese dove anche chi è gay o gayfriendly cova nel proprio modo di vedere e riportare le notizie la più venefica delle omofobie.

E a ricordare la necessità della legge contro l'omofobia è sempre lei Patrizia Albanese la quale, nonostante essere omosessuali sia un problema enorme da affrontare, o, chissà, forse proprio in virtù di questo, riporta le parole di Alessandro Zan, attivista lgbt, assessore all’ambiente, al lavoro e alla cooperazione internazionale del Comune di Padova eletto deputato in Sel,  che dice

«È un bene che tanti ragazzi si dichiarino in famiglia. È un segno dei tempi che cambiano. Anche se a fronte di molti che vengono accettati, un’altra parte consistente viene ancora maltrattata, ricattata e mobbizzata dalla famiglia. Ecco perché le leggi sono importanti, per accelerare il cambiamento di cultura in questo Paese. Per introdurre la legge sull’omofobia - prosegue il neo onorevole Zan - basterebbe aggiungere una parola nella legge Mancino». Ma proprio come il riconoscimento delle unioni di fatto, è ancora in stand by. (il neretto è nel testo)
Ecco le parole di un vero attivista lgbt che però non fa il gaista di professione ma fa politica, a tutto campo.

Intanto teniamo d'occhio questo ragazzo. Una vittima dell'omofobia, anche dell'associazionismo lgbt che non lo sta aiutando.



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