Due comitive di ragazzi, si sono spintonati all'interno al Gay Village, verso le 4 di notte, per motivi che gli investigatori reputano banali e forse amplificati dall'alcol. Una volta fuori, su un tratto di via delle Tre Fontane, i ragazzi si sono nuovamente presi a calci e pugni, Un ragazzo romano di 20 anni è stato colpito alla schiena da una coltellata, una ferita profonda, non così grave da mettere in pericolo la vita del giovane.
Questa in soldoni la notizia così come la riassumo dal Messaggero escludendo i commenti sia quelli ridicoli che quelli offensivi.
Per Marco De Risi, che firma l'articolo, i ragazzi si sono insultati a vicenda. In questo caso non si traterebbe [sic!] di un caso di omofobia, ma di una rissa.
Mentre l'esercizio commerciale Gay village diventa una manifestazione (che in italiano significa cerimonia o spettacolo pubblico).
Nessuna informazione sulla manifestazione, né sulle reazioni degli organizzatori del Village (nessun comunicato stampa...), né un commento sulla ...coattagine degli avventori (e avventrici?) romani\e. Basta specificare che non si tratta di omofobia ma di una rissa e tutti possiamo dormire sonni tranquilli...
Non me ne voglia De Risi, il suo resta uno degli articoli più equilibrati.
Per Roma il primo quotidiano nazionale online la rissa tra ragazzi diventa una rissa fra omosex. Basta andare al Gay Village e si diventa subito omosex. Vai a spiegare che il Village è(ra) un luogo di integrazione tra diversi orientamenti sessuali dove accanto al gay griffato trovavi l'etero griffatissimo a caccia di pischelle vanesio abbastanza da apprezzare di far sbavare anche qualche pischello come lui. Valendo anche il reciproco ogni gay che va in un locale etero si dovrebbe normalizzare (altro che Niccolosi!). Queste trappole semantiche tendono le etichette certo che bisogna essere tendenziosi o sciocchi di proprio...
Gay.tv si lascia prendere la mano dalla sitesi e scrive
Notte di violenza al Gay Village di Roma, dove due gruppi di ragazzi si sono picchiati per futili motivi forse legati all'alcol. Ma stavolta non si tratterebbe di un caso di omofobia.Se la lingua italiana non fosse diventata una opinione (come la matematica...) da quel ma si dovrebbe desumere che normalmente i casi di omofobia avvengono per futili motivi forse legati all'alcol...
Nell'articolo si dice anche di peggio. Dopo aver raccontato i fatti (avendo come fonte, si presume, il messaggero...) l'autore (l'autrice?) del pezzo conclude con una considerazione infelice.
Stavolta però l'omofobia non c'entra: dal momento che gli eterosessuali non sono più violenti dei gay o viceversa, auguriamoci che queste persone vengano isolate e punite.L'omofobia non è menare, discriminare, tentare di uccidere o uccidere una perosna omosessuale per mano di chi (presumibilmente) omosessuale non si percepisce, è una questione di violenza tra maschi gay o etero per questo (questa?) genio del giornalismo pari sono...
Così mentre tutti si precipitano a specificare che non si tratta di omofobia ma di una semplice rissa nessuno si chiede lumi su un comportamento aggressivo e violento. Nessuno constata come l'aggressività, la mancanza di rispetto altrui siano un comportamento quotidiano e normale in tutti e tutte le persone, giovani e meno giovani, preferendo di gran lunga (perchè in effetti così facendo si dorme più tranquill*) di spiegare tutto con l'omofobia o con l'acool.
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