giovedì 21 giugno 2012

Cassano, Morace, i froci e il maschilismo italiano (del calcio ma anche dell'informazione)



Prima c'è stata la conferenza stampa della nazionale nella quale un giornalista chiede a Cassano cosa ne pensa della dichiarazione di Cecchi Paone che in nazionale ci sarebbero due gay, e risponde Froci in nazionale? spero che non ce ne siano. Tutti i giornalisti e le giornaliste presenti ridono rumorosamente.


Le associazioni lgbt tuonano anatemi tanto che in  serata arriva un comunicato stampa nel quale Cassano chiede scusa dicendo che non voleva mettere in discussione la liberta' sessuale delle persone e che non si permette di esprimere giudizi sulle scelte di altri, che vanno tutte rispettate riducendo l'omosessualità a una questione di "libertà sessuale" (niente sentimenti) e di scelta (come se l'orientamento sessuale potessimo sceglierlo).

Il Mario Mieli dopo il comunicato stampa, ma ignorandone i contenuti chiede di escludere il calciatore omofobo dai prossimi incontri: chi manifesta odio verso gli altri non può rappresentarci degnamente in Nazionale. 
Per incontri il Mieli intende le partite ma, si sa, bisogna confermare il luogo comune che vede omosessualità e calcio due cose incompatibili.

Cassano passa così alla gogna mentre nessuno ha da ridire su Cecchi Paone, sul giornalista che gli ha fatto la domanda (pensa che ci siano gay in nazionale o sono solo metrosexual?), né su tutti quelli e quelle che alle risposte di Cassano (froci in nazionale? Spero non ce ne siano. se ce ne sono peggio per loro) ridono (cazzo vi ridete imbecilli!).

E' più comodo attaccare Cassano e continuare a legittimare il giornalismo degenerato italiano. Altrimenti la prossima volta che ti picchiano il frocio non ne parla nessuno... E questa la dice lunga sull'autonomia del movimento lgbt.


Oggi leggo una vera notizia tra le righe di una intervista a Carolina Morace,  un'ex calciatrice, allenatrice di calcio e commentatrice sportiva italiana, la quale, in una intervista sulla rivista A(nna) uscita ieri i cui contenuti sono stati anticipati da Adn Kronos la sera del 19, ha rilasciato queste dichiarazioni:
Io sto con Cassano. Quello che rimesta nel torbido e' Alessandro Cecchi Paone: strumentalizza questi argomenti.  Cassano ha detto che ci sono froci in Nazionale?  E chissenefrega. Io non l'ho trovato tanto offensivo. Cassano e' cosi', usa il linguaggio che conosce. E' piu' scandaloso Cecchi Paone che nel suo libro strumentalizza questi argomenti. Trovo piu' volgare lui, che spinge gli altri al coming out.

La Federazione dovrebbe prendere posizione una volta per tutte: basta un comunicato: l'omosessualita' e' presente nel calcio nella stessa percentuale in cui e' presente nella popolazione italiana. E chiudere il discorso.

Da noi il problema e' un altro: non si investe sul calcio femminile. A guidare le azzurre c'e' uno che si chiama Antonio Cabrini. C'erano tante altre che potevano prendere quel ruolo. E invece e' stato scelto un uomo. Questa e' la vera discriminazione.

Sono d'accordo con Morace che la parola frocio non sia il problema delle dichiarazioni di Cassano. Lo scandalo non ha per argomento il politicamente corretto ma la discriminazione. Nell'intervista le frasi da condannare sono infatti quel peggio per loro rivolto ai froci e, soprattutto, froci in nazionale? Spero non ce ne siano.

Ma la vera notizia in questa intervista è che la nazionale di calcio femminile sia allenata da Antonio Cabrini un uomo (fossimo un sito di gossip gay diremmo l'ex bello del calcio) un uomo,  come spiega bene Morace: 
C'erano tante altre che potevano prendere quel ruolo. E invece e' stato scelto un uomo. Questa e' la vera discriminazione. 


Mi dispiace solo che Morace, discriminata in quanto donna, non abbia colto l'occasione per dire io sto coi gay perchè da donna e da calciatrice conosco bene la discriminazione degli uomini.


E' interessante notare come l'intervista sia stata ripresa dai quotidiani o dai siti.

Il Mario Mieli riporta il dispaccio adn krons senza fare alcun commento  mancando l'occasione di fare un bel parallelo tra discriminazione sulle donne e sui gay fatta sempre dal maschio (ma come si fa, da maschi a palar male di se stessi soprattutto se, da gay, i maschi piacciono anche sessual-sentimentalmente?).

Gay.it scrive un pezzo riassuntivo dal quale espunge la discriminazione maschilista che le calciatrici subiscono lamentata da Morace.


Il Messaggero titola la notizia con un disgustoso La Morace: io sto con Cassano,
la vergogna è Cecchi Paone
così, povera Carolina, a discriminazione si aggiunge discriminazione.
Se vi sfuggisse il senso quell'articolo determinativo la preposto per distinguere il sesso di quel cognome e usato solamente per le donne conferma che l'unico sesso di default per cui non c'è bisogno di specifica alcuna è quello maschile mentre quello femminile ha bisogno di un bollino, di un marchio, di una distinzione discriminatoria.
Bastava titolare Morace, senza la come fa Libero.it il sito non il quotidiano, oppure, se proprio non si può fare a meno di specificare il sesso, usare il nome di battesimo.

Tra le righe, nell'articolo il messaggero arriva a fare questo commento Carolina Morace, (...) si schiera al fianco dell'attaccante barese, nonostante si dica da tempo che lei sia lesbica Basta un si dice per rendere il fatto vero. E si sminuisce la protesta contro le discriminazioni riducendolo a un interesse di parte. Se si fa campagna di sensibilizzazione per le persone omosessuali non è per combattere una discriminazione ma perchè si è omosessuali. In ogni caso chi ha scritto questo pezzo ragiona con l'accetta perchè non va affatto per il sottile e ne fa una questione di schieramenti se stai con Cassano sei contro i Gay in barba alle vere dichiarazioni di Morace. Questo anonimo (anonima) giornalista andrebbe radiato (radiata) dall'albo.

In tutte le battaglie di protesta, in tutti i movimenti di liberazione, in tutte le campagne di sensibilizzazione c'è bisogno di sinergia, individuare gli effetti comuni del maschilismo. Un associazionismo maturo, avrebbe sottolineato la matrice comune nella nomina di Cabrini alle domande del giornalista che hanno causato le dichiarazioni di Cassano.

Invece ognuno, e, purtroppo, ognuna, pensa al proprio particulare e la discriminazione sessista maschilista e omonegativa imperversa indisturbata anche tra chi dovrebbe combatterla.

D'altronde, si sa, dividi et impera...



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