venerdì 5 agosto 2011

Il primo capro: sullo studente omofobo della bocconi sospeso per un anno.

Vi ricordate delle aggressioni omofobiche all'Università Bocconi di Milano di cui anche qui si era parlato?

Prima uno studente era stato aggredito quando aveva cercato di impedire che i manifesti del gruppo di sostegno glbt "Best" della Università venissero strappati, poi sugli stessi manifesti, e, scopriamo ora, per la stessa mano, si erano lette amenità del tipo l'hiv è la giusta punizione per i froci oppure i froci vanno trattati con lo Zyklon B (il gas usato dai nazisti nei campi di concentramento) .

Apprendo oggi da un articolo di Repubblica  che lo studente responsabile di questi gesti omofobici è stato sospeso per un anno intero.
Sospensione dettata dalle regole dell’Honor Code introdotto alla Bocconi da circa un anno.
L'articolo fa subito un parallelo con la appena bocciata legge contro l'omofobia  quasi ne fosse un risarcimento (sic!) facendo dire agli studenti di Best che hanno visto il provvedimento dell’università come un messaggio di speranza agli studenti bocconiani e - non paghi - che si dichiarano soddisfatti delle misure prese da parte dell’Università Bocconi contro l’individuo in questione e si augurano che procedimenti come questo non debbano più ripetersi.


Nell'articolo si legge anche che l’aggressore non soltanto non potrà dare esami per un anno, ma porterà nel suo curriculum una macchia indelebile: tutte le sanzioni disciplinari sono infatti registrate nella carriera scolastica dello studente e vengono trascritte nei fogli di congedo e in sede di determinazione del voto finale di laurea.

In attesa di un comunicato ufficiale di Best, non posso che rammaricarmi del tono dell'articolo e del fatto che altri studenti possano considerare la sospensione per un anno dalle attività accademiche del collega un messaggio di speranza agli studenti bocconiani e non solo.

Messaggio di speranza sono per me parole di bestemmia.

Capisco che il giornalista di Repubblica abbia scritto l'articolo sono per rimestare nel torbido e non si sia sentito in obbligo, come un vero giornalista doveva fare, se non di individuare le cause di chiedersi almeno il perchè del comportamento dello studente sanzionato.
Ma che gli studenti della Bocconi   non abbiano (so far) fatto alcun discorso politico (nel senso alto di vita nella città) sull'accaduto ha del macabro.

Invece di mostrare come il gesto dello studente sia solo il sintomo di un malessere diffuso nel paese basato sulla diffidenza nei confronti dei diversi fomentata da un governo irresponsabile e dalla peggiore classe politica d'Europa  si fa finta di essere tutti civili e si addita lo studente come bau bau del caso.

Vigliaccamente come solo noi italiani, fascisti fin nel buco del culo, siamo capaci di fare, forti coi deboli e deboli coi forti, si è sanzionato lo studente come se le responsabilità del suo gesto siano solo le sue.
Fossimo in un paese civile, davvero europeo, dove lo Stato riconosce i diritti anche alle persone omosessuali e dove i cittadini sono solidali con ogni minoranza e contrari a ogni discriminazione quello studente sarebbe stato davvero una voce solitaria e fuori da coro e il suo gesto sarebbe stato comprensibilmente visto come un gesto estraneo alla società.

Ma in Italia dove il presidente del consiglio può fare tutte le battute omofobe che vuole, dove pezzi di governo dicono addirittura (mentendo) che il matrimonio gay è incostituzionale ,questo studente è uno del mucchio e ne è stato fatto il primo capro espiatorio della lotta all'omofobia.
Se quello studente si è sentito autorizzato a scrivere che l'hiv è la punizione dei gay o che i gay vanno trattati con lo Zyklon b non possiamo fare finta che quello studente agisca da solo. Agisce in una società dove lo Stato e il Governo non riconoscono i diritti fondamentali ai cittadini e cittadine glbtqi, dove il parlamento non reputa necessaria una legge contro l'omofobia, dove il maschilismo, la misoginia, la xenofobia e l'omolesboransfobia sono all'ordine del giorno, tra gli italiani  e le italiane dove la violenza nei confronti delle persone più deboli, per orientamento sessuale, identità di genere, censo e orientamento politico è quotidiana e arriva sui giornali solo per strumentalizzazioni non per preoccupazione sociale. Una violenza fatta dagli italiani a danno di altri cittadini, italiani  e non, in nome di una presunta superiorità loro e inferiorità altrui

Ognun* è lasciato da solo ad assorbire un clima di ostilità anche ma non solo omolesbotransfobica senza che nessuna realtà sociale, statale, politica, culturale, morale sostenga e aiuti a difendersi dalla cultura dell'odio e della superficialità che tracima dai mezzi di comunicazione di massa.

Questo ragazzo, per quanto con opinioni e comportamenti insostenibili, è vittima di una retorica e di una ipocrisia italiote, è vittima quando è stato lasciato a se stesso, ed è vittima dopo quando viene sanzionato invece di essere educato, formato al contrasto dell'omofobia.

Viene punito lui e lui solamente come se la responsabilità fosse solo la sua e non quella sociale che ci riguarda tutti, fino a che anche una sola persona per offendere un uomo continuerà a dargli del frocio e per offendere una donna della puttana.  Una "cultura" del maschilismo dalla quale proviene anche la pena che gli è stata comminata.

Anni fa bacchettai un giornalista, sempre di repubblica, su Paesaniniland perchè non capendo nulla della pena, un giornalista nel riportare la notizia che i quattro ragazzi delle medie che avevano malmenato un compagno di classe handicappato, erano stati condannati a prestare servizio di volontariato in un centro di accoglienza per portatori di handicap invece di sottolineare l'intelligenza della "pena" di quanto fosse educativo  farli stare a contatto con realtà considerate "diverse" per conoscerle e imparare a rispettarle, alludeva al fatto che i ragazzi avrebbero lavato i cessi facendo di quello il momento massimo della pena inflitta loro.

Stavolta la pena non è stata intelligente perchè quel ragazzo è stato ripagato con lo stesso odio che lui ha mostrato nei confronti di alcuni colleghi omosessuali.

Un odio che continuerà a provare, magari amplificato dal fatto che la sospensione rimarrà agli atti nella sua carriera universitaria. Invece di rieducare si punisce e gli studenti di Best gioiscono!


Con questo  modo di combattere la battaglia contro l'omofobia oggi è stata segnata la prima sconfitta, perchè all'odio non si risponde con l'odio, ma con l'aiuto, l'informazione, la rieducazione, e il perdono.
Se gli scampati ai campi di concentramento sono stati così umani da perdonare i loro aguzzini come facciamo noi a gioire di un ragazzo che è stato cresciuto da famiglia stato e società come omofobo senza che nessuno sia intervenuto per rieducarlo ma solo per punirlo?

Sono profondamente rattristato per quello che è successo a quel ragazzo e, mi dispiace per voi vendicativi, ma, in quanto capro espiatorio, come vittima di un fenomeno ben più vasto e grande di lui, io sono dalla sua parte.

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