Una delibera del consiglio comunale di Verona ha approvato in data 23 luglio 2014
un documento nel quale si riconosce alla
famiglia formata dall'unione di un uomo e una donna un ruolo primario nella trasmissione dei valori etici, culturali, sociali, spirituali e religiosi, tutelandone il
diritto al compito educativo con particolare riferimento all'educazione sessuale.
La
delibera invita sindaco e giunta di Verona, nelle scuole di competenza
comunale,
a
vigilare affinché, nelle scuole di competenza comunale, venga data un’adeguata
informazione
preventiva ai genitori sul contenuto dei progetti di educazione all’affettività
e alla sessualità, come pure sugli spettacoli e sugli eventi ludici, che
vengono proposti ai loro figli;
a delegare al Coordinamento Servizi Educativi l’onere della raccolta delle segnalazioni dei genitori e degli insegnanti sui progetti di educazione all’affettività e alla sessualità, come pure sugli spettacoli e sul materiale didattico, che risultino in contrasto con i loro principi morali e religiosi;
a
predisporre uno strumento di raccolta delle segnalazioni di cui sopra, con
apposito spazio sul portale del Comune ed eventualmente anche attraverso un
numero verde, istituito dal Comune o da qualche altro ente o associazione, che se
ne assumesse l’onere;
al Comune spetterebbe comunque il compito di darne adeguata pubblicità;
al Comune spetterebbe comunque il compito di darne adeguata pubblicità;
a riferire periodicamente alla Commissione competente sulle segnalazioni di cui sopra
Lasciando
agli altri organi di informazione di restituire il portato politico di questa
delibera con relative prese di posizione pro
e contro la delibera stessa, qui vogliamo
leggere il documento approvato cercando di sviscerarne i valori e le idee che lo
sottendono e lo sostengono.
1) La famiglia "naturale"[1]
è solo quella fondata da uomo e donna.
Si
vuole contrastare l'equiparazione delle famiglie formate da persone dello
stesso sesso con quelle di sesso diverso con una considerazione biologica.
Non si dice però che la prole, per essere procreata, ha bisogno di un gamete maschile e un gamete femminile, né che necessita dell'unione fisica biologica di un uomo e una donna. Dando per scontata questa verità biologica si afferma direttamente che
Non si dice però che la prole, per essere procreata, ha bisogno di un gamete maschile e un gamete femminile, né che necessita dell'unione fisica biologica di un uomo e una donna. Dando per scontata questa verità biologica si afferma direttamente che
La
famiglia formata dall'unione di un uomo e una donna è l'unica istituzione naturale in cui può nascere una vita.
Non
già la funzione biologica ma l'istituzione costruita a partire da
questa funzione riproduttiva.
Questo è un salto logico che va argomentato e non deriva necessariamente dall'assunto biologico.
Questo salto logico non tiene conto dell'evolversi delle compagini familiari che hanno visto donne single (o vedove) crescere la prole da sole proprio come, uomini single (o vedovi) facevano lo stesso.
Non basta rimanere incinta o mettere incinta per costruire una famiglia.
Ci vuole una volontà e una intenzione che non derivano semplicemente dall'unione sessuale biologica tra un uomo e una donna.
E' la religione (cattolica e non solo) a pretendere che la creazione di vita in seguito a un atto sessuale significhi l'affermazione della volontà di mettere su famiglia.
Coerentemente a questa idea totalizzante (e totalitaria) la religione cattolica vieta non solo la dissoluzione del matrimonio, solo all'interno del quale si può legittimamente procreare, ma anche ogni forma di controllo delle nascite.
Anche per quanto concerne la procreazione assistita la legge 40, fino alla recente sentenza della Consulta, vietava la fecondazione eterologa, per lo stesso principio di purezza biologica dell'unione tra uomo e donna che non consente l'intervento di gameti esterni alla coppia.
Questa ingerenza nella vita privata delle coppie "etero" dà la misura della ferocia sessuofoba con cui si vuole imporre la propria morale. Una morale che da un lato impone che ci sia una famiglia appena una diciassettenne rimane incinta dopo aver fatto sesso, magari per la prima volta, con il suo ragazzo, ignara persino dei primi rudimenti di profilassi anticoncezionale e di maternità e paternità consapevoli[2] e dall'altro si dice no a quelle coppie che invece vorrebbero tanto un figlio ma non possono averlo per problemi di sterilità, poco importa se congeniti o consustanziali.
Questo è un salto logico che va argomentato e non deriva necessariamente dall'assunto biologico.
Questo salto logico non tiene conto dell'evolversi delle compagini familiari che hanno visto donne single (o vedove) crescere la prole da sole proprio come, uomini single (o vedovi) facevano lo stesso.
Non basta rimanere incinta o mettere incinta per costruire una famiglia.
Ci vuole una volontà e una intenzione che non derivano semplicemente dall'unione sessuale biologica tra un uomo e una donna.
E' la religione (cattolica e non solo) a pretendere che la creazione di vita in seguito a un atto sessuale significhi l'affermazione della volontà di mettere su famiglia.
Coerentemente a questa idea totalizzante (e totalitaria) la religione cattolica vieta non solo la dissoluzione del matrimonio, solo all'interno del quale si può legittimamente procreare, ma anche ogni forma di controllo delle nascite.
Anche per quanto concerne la procreazione assistita la legge 40, fino alla recente sentenza della Consulta, vietava la fecondazione eterologa, per lo stesso principio di purezza biologica dell'unione tra uomo e donna che non consente l'intervento di gameti esterni alla coppia.
Questa ingerenza nella vita privata delle coppie "etero" dà la misura della ferocia sessuofoba con cui si vuole imporre la propria morale. Una morale che da un lato impone che ci sia una famiglia appena una diciassettenne rimane incinta dopo aver fatto sesso, magari per la prima volta, con il suo ragazzo, ignara persino dei primi rudimenti di profilassi anticoncezionale e di maternità e paternità consapevoli[2] e dall'altro si dice no a quelle coppie che invece vorrebbero tanto un figlio ma non possono averlo per problemi di sterilità, poco importa se congeniti o consustanziali.
L'ideologia della vita propugnata
dalla chiesa è uno strumento di controllo dei corpi delle donne e degli uomini,
uno strumento di controllo della prole, in violazione di tutti i diritti
fondamentali dell'uomo e della donna.
Non solo si delegittimano le coppie dello stesso sesso in quanto sterili, si delegittimano anche le coppie etero in quanto sterili.
L'idea della sterilità si traduce in un divieto per qualunque coppia, anche etero, dell'impiego di gameti terzi, un divieto che discrimina tutte le coppie che, quale che sia il motivo.
Denunciare queste posizioni come meramente omofobe non individua appieno la portata di una ingerenza illegale, incostituzionale e disumana.
Non solo si delegittimano le coppie dello stesso sesso in quanto sterili, si delegittimano anche le coppie etero in quanto sterili.
L'idea della sterilità si traduce in un divieto per qualunque coppia, anche etero, dell'impiego di gameti terzi, un divieto che discrimina tutte le coppie che, quale che sia il motivo.
Denunciare queste posizioni come meramente omofobe non individua appieno la portata di una ingerenza illegale, incostituzionale e disumana.
Quando,
più avanti, nella delibera si asserisce che
la famiglia è una comunità di affetti e di solidarietà, in cui si apprendono e si trasmettono valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e dell’intera società; è inoltre il luogo dove le generazioni si incontrano e si aiutano reciprocamente ad affrontare le difficoltà della vita e a svolgere il loro ruolo nella società
questa descrizione è valida per ogni compagine familiare, dalle famiglie allargate a quelle ricomposte alle famiglie formate da coppie dello stesso sesso senza prole o con prole. Tutte le coppie che costituiscono famiglia si riconoscono in questi principi (con esclusione dei valori religiosi che valgono solo come diritto ma non come elemento necessario affinché quella compagine venga riconosciuta come familiare). Tutte le coppie che costituiscono una famiglia hanno una (due) famiglie di origine anche due donne e due uomini e anche loro possono avocare delle generazioni precedenti proprio come le famiglie di sesso diverso.
La discriminazione è tra l'unica forma di famiglia prevista dalla religione cattolica, formata dai genitori non divisi biologici della prole, e tutte le altre compagini familiari.
Le persone omosessuali e bisessuali così come le persone trans devono solidarizzare anche con le famiglie non tradizionalmente etero perché sono tutte colpite dalla stessa discriminazione ideologica di una religione patriarcale sessuofoba oscurantista e sadica.
Se si pensa al percorso di liberazione della donna e, anche della famiglia, si è passati dal ludibrio delle ragazze madri e dalla distinzione tra prole legittima (nata nel matrimonio) e prole illegittima (nata fuori dal matrimonio) al diritto della singola donna di gestire la gravidanza da sola, all'equiparazione della prole in qualunque compagine familiare nascano
Dunque l'idea di famiglia naturale formata dall'unione di un uomo e una donna come unica istituzione naturale in cui può nascere una vita è talmente restrittiva da discriminare non solamente le famiglie formate da coppie dello stesso sesso ma anche tutte le altre famiglie "etero", da quelle ricomposte[3] e quelle ricostituite[4] non costituite dall'unione di un uomo e una donna genitori biologici della loro prole.
la famiglia è una comunità di affetti e di solidarietà, in cui si apprendono e si trasmettono valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e dell’intera società; è inoltre il luogo dove le generazioni si incontrano e si aiutano reciprocamente ad affrontare le difficoltà della vita e a svolgere il loro ruolo nella società
questa descrizione è valida per ogni compagine familiare, dalle famiglie allargate a quelle ricomposte alle famiglie formate da coppie dello stesso sesso senza prole o con prole. Tutte le coppie che costituiscono famiglia si riconoscono in questi principi (con esclusione dei valori religiosi che valgono solo come diritto ma non come elemento necessario affinché quella compagine venga riconosciuta come familiare). Tutte le coppie che costituiscono una famiglia hanno una (due) famiglie di origine anche due donne e due uomini e anche loro possono avocare delle generazioni precedenti proprio come le famiglie di sesso diverso.
La discriminazione è tra l'unica forma di famiglia prevista dalla religione cattolica, formata dai genitori non divisi biologici della prole, e tutte le altre compagini familiari.
Le persone omosessuali e bisessuali così come le persone trans devono solidarizzare anche con le famiglie non tradizionalmente etero perché sono tutte colpite dalla stessa discriminazione ideologica di una religione patriarcale sessuofoba oscurantista e sadica.
Se si pensa al percorso di liberazione della donna e, anche della famiglia, si è passati dal ludibrio delle ragazze madri e dalla distinzione tra prole legittima (nata nel matrimonio) e prole illegittima (nata fuori dal matrimonio) al diritto della singola donna di gestire la gravidanza da sola, all'equiparazione della prole in qualunque compagine familiare nascano
Dunque l'idea di famiglia naturale formata dall'unione di un uomo e una donna come unica istituzione naturale in cui può nascere una vita è talmente restrittiva da discriminare non solamente le famiglie formate da coppie dello stesso sesso ma anche tutte le altre famiglie "etero", da quelle ricomposte[3] e quelle ricostituite[4] non costituite dall'unione di un uomo e una donna genitori biologici della loro prole.
Il tentativo di far derivare dalla dimensione biologica della procreazione umana un imperativo morale e religiosa è in contrasto con lo stesso articolo 16 della carta dei diritti dell'uomo, citato nella delibera, che, in un comma precedente (1) dice chiaramente:
Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare
una
famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione.
L'ideologia della vita, basandosi su un credo religioso e non su un diritto civile costituzionalmente garantito non può essere imposto per legge, dello Stato o morale, all'intera cittadinanza, ma solo a chi liberamente vuole aderire a tale morale.
2) La famiglia “naturale”, formata dall’unione di un uomo e una donna, è l’ambito sociale più adatto ad accogliere i minori in difficoltà, anche attraverso l’istituto dell’affidamento e dell’adozione .
Questa affermazione è falsa.
La
corte Cassazione nella sentenza 3572 del 14 febbraio 2011 ha aperto verso le
adozioni anche a persone single sostenendo che i tempi sono maturi
perché si possa provvedere
ad un ampliamento dell’ambito di
ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell’adozione
legittimante
Moltissime persone a questa sentenza hanno sostenuto che la prole per crescere bene ha bisogno di una madre e di un padre.
l’Associazione Italiana di Psicologia ha emesso allora un comunicato stampa nel quale smentendo questo luogo comune precisa che
Moltissime persone a questa sentenza hanno sostenuto che la prole per crescere bene ha bisogno di una madre e di un padre.
l’Associazione Italiana di Psicologia ha emesso allora un comunicato stampa nel quale smentendo questo luogo comune precisa che
le affermazioni secondo cui
i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non
trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni
familiari e sviluppo psicosociale degli individui. Infatti i risultati delle
ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psicosociale
dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo
assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si
attualizzano al suo interno. In altre parole, non sono né il numero né il
genere dei genitori ‐
adottivi o no che siano ‐ a
garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la
loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne
derivano.
Questo
vale per genitori e genitrici etero e single, ma anche per single di altri orientamenti
sessuali e per tutte le compagini
familiari esistenti nello Stato Italiano famiglie ricomposte e allargate,
comprese le famiglie omogenitoriali di prima e seconda costituzione.
Per
i consiglieri e le conigliere del comune di Verona anche un padre o una madre
etero e single non hanno i requisiti per adottare o avere in affido minori di
ambo i sessi propri come un padre e una madre di altro orientamento sessuale.
Anche qui tacciare l'ideologia della vita come omofoba è una accusa vera ma parziale.
Anche qui tacciare l'ideologia della vita come omofoba è una accusa vera ma parziale.
3) L'omofobia c'è.
Dire che l'accusa di omofobia alla delibera e all'ideologia per la vita che la sottende sia solo parzialmente omofoba non vuol dire che non lo sia o che la delibera non prenda esplicita pozione contro le compagini familiari formate da persone non etero.
Dire che l'accusa di omofobia alla delibera e all'ideologia per la vita che la sottende sia solo parzialmente omofoba non vuol dire che non lo sia o che la delibera non prenda esplicita pozione contro le compagini familiari formate da persone non etero.
La delibera introduce queste posizioni
affermando che
Da qualche tempo la famiglia “naturale” sta
subendo un’aggressione culturale senza
precedenti, che vorrebbe equipararla
alle unioni di persone dello stesso sesso, riconoscendo
loro il diritto all’adozione e alla “produzione” di bambini con l’utero in affitto.
Riconoscere a nuove compagini familiari (come abbiamo visto non esclusivamente omogenitoriali) la stessa dignità legale e morale di famiglia non costituisce necessariamente un attacco alla famiglia etero indivisa (non divorziata o irsposata) di genitori biologici di prole.
L'integrazione di un diritto non toglie nulla al primo nucleo che dio quel diritto godeva.
Tradurre l'allargamento dei diritti come aggressione culturale è prima ancora che disgustosamente fascista naïf .
L'idea di famiglia etero con genitori biologici di prole è cambiata nell'arco degli ultimi 70 anni passando dalla famiglia del capofamiglia e della patria potestà del vecchio statuto mussoliniano del 1942 alla nuova famiglia coi coniugi che hanno pari diritti e doveri del nuovo stato di famiglia del 1975.
Anche quella è una aggressione culturale alla famiglia naturale?
Ogni forma di tutela della donna e della prole rispetto la vecchia impostazione patriarcale che concedeva molto di più all'uomo che alla donna (ricordiamo il diritto di riparazione del maschio stupratore che poteva evitare la galera se sposava la donna, abrogata solamente nel 1982) possono essere altrettanti attacchi culturali alla concezione della famiglia naturale quella codificata nei precetti che San Paolo dà nei vangeli…
Riconoscere a nuove compagini familiari (come abbiamo visto non esclusivamente omogenitoriali) la stessa dignità legale e morale di famiglia non costituisce necessariamente un attacco alla famiglia etero indivisa (non divorziata o irsposata) di genitori biologici di prole.
L'integrazione di un diritto non toglie nulla al primo nucleo che dio quel diritto godeva.
Tradurre l'allargamento dei diritti come aggressione culturale è prima ancora che disgustosamente fascista naïf .
L'idea di famiglia etero con genitori biologici di prole è cambiata nell'arco degli ultimi 70 anni passando dalla famiglia del capofamiglia e della patria potestà del vecchio statuto mussoliniano del 1942 alla nuova famiglia coi coniugi che hanno pari diritti e doveri del nuovo stato di famiglia del 1975.
Anche quella è una aggressione culturale alla famiglia naturale?
Ogni forma di tutela della donna e della prole rispetto la vecchia impostazione patriarcale che concedeva molto di più all'uomo che alla donna (ricordiamo il diritto di riparazione del maschio stupratore che poteva evitare la galera se sposava la donna, abrogata solamente nel 1982) possono essere altrettanti attacchi culturali alla concezione della famiglia naturale quella codificata nei precetti che San Paolo dà nei vangeli…
Ogni volta che le persone cercano di
ragionare sull'uso condiviso di parole cercando di sottrarsi a un linguaggio
razzista maschilista e sessista si danno dei consigli, si fanno delle
raccomandazioni, che certo non hanno valore di legge né arrivare a un obbligo di
segure quei cosnigli e quelle raccomandazioni.
In questa delibera si afferma il contrario. Per la delibera l'aggressione culturale
arriva persino a minacciare i giornalisti (NOTA-1), a condizionare gli
insegnanti
nel loro ruolo educativo (NOTA-2), a indottrinare i bambini con spettacoli e opuscoli tendenziosi (NOTA-3),
a impedire lo svolgimento di convegni sui
temi familiari (NOTA-4), a
proporre la galera per chi dichiara di preferire l’unione tra un uomo e una donna (NOTA-5) e, in
prospettiva, ad insegnare giochi erotici
ai bambini per rimuovere ogni loro futura avversità ai rapporti sessuali di ogni tipo (NOTA-6).In questa delibera si afferma il contrario. Per la delibera l'aggressione culturale
arriva persino a minacciare i giornalisti (NOTA-1), a condizionare gli
Una serie di menzogne che analizzeremo punto per punto nel prossimo post.
[1] termine preso in prestito dalla nostra
costituzione, art 29 La Repubblica
riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio dove ha un
significato diverso da quello della lingua comune quel naturale significando solamente
che la famiglia, come istituzione, è
pre-esistente alla Carta Costituzionale che, dunque, non la istituisce, ma la riconosce.
[2] Ci riferiamo al diritto
alla salute e all’autodeterminazione della madre genetica
e biologica.
Cfr. Adriana Di Stefano Tutela del corpo femminile e diritti riproduttivi: biopotere e biodiritto nella vicenda italiana in tema di diagnosi reimpianto
Cfr. Adriana Di Stefano Tutela del corpo femminile e diritti riproduttivi: biopotere e biodiritto nella vicenda italiana in tema di diagnosi reimpianto
[3] Le famiglie
ricomposte sono quelle famiglie che vengono a comporsi progressivamente
dopo la separazione e il divorzio, quando più nuclei familiari vengono
costituiti dai genitori separati.
[4] Le famiglie
ricostituite sono quelle in cui uno o entrambi i partner che formano il
nuovo nucleo familiare portano figli da unioni precedenti.
2 commenti:
la delibera in effetti è illogica oltre che oggettivamente discriminante e integralista
Vuoi indignarti un altro po'? leggi qua:
"Le relazioni omosessuali maschili si riducono, nella maggior parte dei casi, a brevi incontri con un partner sconosciuto che non si vedrà mai più.
Queste relazioni maschili furtive sono caratterizzate dalla clandestinità e assomigliano ai comportamenti degli adolescenti quando temono di essere rimproverati dai genitori.
Pochi omosessuali stringono relazioni passionali, e, quando formano una coppia che dura nel tempo, questa non è diversa dalla coppia eterosessuale in cui ciascuno assume un suo ruolo, maschile o femminile.
Un più ampio riconoscimento del loro status consente oggi agli omosessuali maschi di vivere apertamente il loro rapporto. "
Istituto Treccani
http://www.treccani.it/enciclopedia/omosessualita_%28Universo_del_Corpo%29/
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