Stavolta un suo post, come al solito pessimo, apparso sul suo blog pubblicato nel sito del Fatto Quotidiano ci serve come esempio per tastare il polso al paese come cartina al tornasole per spiegare ai quanti e alle quante ne hanno purtroppo ancora bisogno cosa sia l'omofobia.
Nel suo post Corlazzoli prima mente sulla difficoltà di trovare sui dizionari la parola omofobo.
Mente perchè omofobo è registrato in Zanichelli 2009 (agg., s.m), in GRADIT (VII vol.: agg., s.m.) e in Treccani (s.m.), (fonte accademia della crusca).
Mente anche perchè se nelle edizioni precedenti dei dizionari omofobo non c'è, ma c'è omofobia, registrata in tutti i dizionari consultati (Sabatini Coletti 2008, Zingarelli 2009, Devoto-Oli 2009, GRADIT, Treccani) (fonte sempre accademia della crusca).
E da omofobia è facilmente derivabile la definizione di omofobo...
Ma non è l'unico momento in cui nel post Corlazzoli fa il finto tonto.
Omofobia che c'è addirittura nel mio Zingarelli del 1994 è definita, già allora, come: Avversione per l'omosessualità e gli omosessuali.
Avversione cioè Viva ostilità (sempre dal mio Zingarelli 94).
Corlazzoli invece continua a fare il finto tonto e riporta la definizione strettamente etimologica in base alla quale è stato coniato il termine:
omofobia ovvero la paura irrazionale, assurda nei confronti delle persone omosessualie dà questa definizione en passant mentre si chiede, basendo, come mai la parola non sia registrata nei dizionari...
Fa il finto tonto perchè se fosse filologo fino alla fine dovrebbe definire omofobia come paura irrazionale di ciò che è uguale (omo) o dello stesso sesso (se si intende omo come abbreviazione di omosessuale) e non, come fa lui, come la paura irrazionale, assurda nei confronti delle persone omosessuali.
Omosessuale infatti filologicamente significa dello stesso sesso e non già persona gay o lesbica.
Definire l'omofobia non come una avversione, cioè come abbiamo visto,come una viva ostilità ma come paura irrazionale e ridicola minimizza non solo sull'omofobia ma anche su chi è omofobo e omofoba.
Gli omofobi e le omofobe non sono persone vittime di omofobia cioè colpite da una paura irrazionale e assurda che subiscono e non agiscono sono persone invece che discriminano sapendo di discriminare, perchè l'ostilità è un atto o un comportamento da nemico (sempre il mio Zingarelli 94) una cosa che si fa con l'intenzione di fare insomma.
Basta vedere il richiamo al diritto alla libertà di espressione cui si sono rifatti gli omofobi e le omofobe nel nostro parlamento.
Una malattia non è una opinione... Non lo è nemmeno una paura irrazionale.
Cercando online si può trovare una storia approfondita della nascita del termine e del suo vero significato.
Oppure si possono trovare definizioni più qualificate come quella riportato dalla sezione giustizia del sito della Commissione Europea (non proprio il blog di un maestro insomma...) che definisce l'omofobia come
a mixture of negative attitudes and feelings towards lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBT) people.Specificando subito dopo che
un miscuglio di atteggiamenti e sentimenti negativi verso le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT)
It is an unacceptable violation of human dignity and it is incompatible with the founding values of the EU.Altro che paura irrazionale!
Si tratta di un'inaccettabile violazione della dignità umana ed è incompatibile con i valori fondanti dell'Unione Europea.
Se Corlazzoli non ha le idee chiare lui per primo come può spiegare checchessia alla sua classe?
La parola va, riconosciuto, ha un etimo infelice e andrebbe forse sostituita con una più precisa e meno facilmente (furbescamente?) fraintendibile.
Soluzione alternative ce ne sono diverse (una di queste è omonegatività) ma nessuna veramente efficace e, soprattutto, nessuna che si sia diffusa come omofobia.
In ogni caso basta sapersi intendere.
Ora bisogna riconoscere a Corlazzoli la stessa furbizia di tutte le persone che discriminano per razzismo, maschilismo, sessismo e omofobia: proprio mentre dicono di rispettare la categoria discriminata in realtà la stanno discriminando.
L'esempio più eclatante è poche righe più sotto nello stesso articolo quando Corlazzoli se ne esce con un delirante
Dobbiamo parlarne a scuola, dovremmo aprire le nostre classi a persone omosessuali che possano portare la loro esperienza, che possano raccontare che sono costrette a migrare in Svezia per potersi sposare. Come Giovanna che quest’estate a Stoccolma mi ha raccontato di avere una moglie e due bambine a cui l’Italia non riconosce nemmeno il cognome.Gay lesbiche e bisex come i Mufloni. A scuola non ci sono e per farli vedere alle classi delle nostre scuole bisogna portare gli e le studenti allo zoo.
Corlazzoli dimentica (o fa finta di ignorare) che i gay e le lesbiche, le persone bisessuali e trans SONO GIA' NELLE NOSTRE SCUOLE proprio come nella società intiera e vengono quotidianamente discriminate e costrette all'invisibilità proprio da atteggiamenti omofobici come quello di questo maestro deficiente (lui che è così attento alla filologia non si offenderà perchè conosce il vero significato dell'aggettivo) che crede che il problema si risolva facendo entrare queste strane creature a raccontare il loro vissuto di discriminazione.
Per trovare le vittime dell'omofobia caro Corlazzoli basta guardare nelle tue classi dove giovanissimi e giovanissime che si affacciano alla vita e costruiscono la propria identità sono costretti dagli omofobi come te a pensare che le omosessualità, la non eterosessualità, non sia una normale opzione di default ma una eccezione, un accidente, da tollerare e difendere come si difendono i Panda in via di estinzione.
Tra l'altro caro maestro deficiente la Svezia fu il quinto paese europeo a riconsocere il matrimonio egualitario nel 2009 dopo Olanda, Belgio, Spagna e Norvegia, e, oggi, si sono aggiunti anche Francia e Inghilterra.
L'ultimo affondo questo omofobo furbetto e surrettizio lo fa quando relega la lotta all'omofobia all'educazione sessuale:
Forse è arrivata l’ora che il ministro dell’Istruzione prenda chiaramente posizione e introduca finalmente, come in molte altre nazioni d’Europa (Francia, Germania, Svezia, Finlandia) l’educazione sessuale nei programmi didattici fin dalla scuola primaria senza relegarla in qualche pagina del libro di scienze o alla buon senso del prof di religione.Forse sarebbe ora che il ministero dell'Istruzione sollevi dall'incarico persone male informate e piene di pregiudizi come te caro Corlazzoli che dsicrimini - anche se affermi surretiziamente di fare il contrario - facendo dell'omosessualità che riguarda la sfera affettiva e sentimentale una mera questione sessuale da mettere tra la profilassi delle malattie sessualmente trasmissibili e l'aborto.
Tutto questo è omofobico, è omofobia pura, che non è affatto una irrazionale paura ma un atteggiamento ostile e nemico.
Un clima culturale diffuso anche da chi a parole pretende di spezzare una lancia in favore dell'omosessualità e così dicendo non fa che discriminare, minimizzando sull'omofobia e relegando l'omosessualità una questione di sesso.
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