sabato 3 agosto 2013

Le parole per dirlo: La Call&Call riconosce il congedo matrimoniale retribuito anche a una dipendente che si sposa con la sua fidanzata in Germania e la Nazione parla di matrimonio tra gay.

L'articolo è di Michela Monti, pubblicato da La Nazione.

Vi si riporta una bella notizia di parità di diritti:

la Call&Call callcenter privato di Sant'agostino, Pistoia e che ha diverse sedi in Italia oltre a quella pistoiese, ha riconosciuto a una sua dipendente i 15 giorni di congedo matrimoniale retribuito anche se la ragazza si sposa in Germania con un'altra donna visto che la legge italiana non glielo consente.

Un comportamento di civiltà e un diritto riconosciuto anche a chi in Italia ne viene escluso.
Una scelta importante che fa capire come la società possa essere e spesso sia molto più avanti delle Istituzioni nell'estendere gli stessi diritti a tutte le persone anche là dove la legge italiana discrimina e nega diritti.

Purtroppo la nostra stampa non è altrettanto avanti e Michela Monti non perde nemmeno una occasione per discriminare, per ragionare male, per mettere inutili etichette che invece di integrare separano e isolano.

Così invece di ricordare che se la legge prevede il congedo matrimoniale retribuito è un diritto di tutte e di tutti a prescindere dal sesso della persona con cui ci sposa e di come il matrimonio sia lo stesso (anche se quello tedesco non è un vero e proprio matrimonio ma una parntership con delle differenze rispetto il matrimonio parzialmente cancellate da diverse sentenze della magistratura tedesca) Michela Monti sbaglia tutto e scrive in questi termini:
Elisa, pistoiese (...)  per le sue nozze omosessuali è riuscita, nonostante la legge non lo preveda, ad ottenere il congedo matrimoniale retribuito di 15 giorni previsto per i matrimoni tra etero.
Omosessuali significa sia dello stesso sesso che persona gay o lesbica. Nozze omosessuali dunque può significare nozze tra persone dello stesso sesso ma lascia sottintendere che si parli di matrimonio di o tra persone omosessuali infatti Monti definisce l'altro matrimonio come matrimonio tra etero.


Un modo discriminatorio e omofobico di intendere le cose oltre che razzista.

Discriminatorio perchè si distingue il matrimonio in base all'orientamento sessuale della coppia mentre in realtà si tratta dello stesso matrimonio e non di un istituto ad hoc.

Omofobico perchè si pretende di desumere l'orientamento sessuale basandosi sul sesso della persona con cui ci si sposa. Se una donna sposa un'altra donna è sicuramente lesbica. Se un uomo sposa un altro uomo è sicuramente gay.

Invece si può essere benissimo bisex e avere alle spalle già un matrimonio con una persona dell'altro sesso.

Finché, anche nel movimento, non smetteremo di raccontare per auto rappresentarci e presentarci al mondo che Giulio ha sposato Marina ma poi si è scoperto gay e ha sposato Carlo non ci sarà mai una integrazione dell'omosessualità tra le opzioni di default.

Si accederà al matrimoni tra gay solo se si è gay e si rinuncia al passato etero che viene visto come un periodo di confusione o di menzogna.

Ecco quanto le etichette possono essere asfittiche e diventare dei veri e propri lager concettuali.

Dobbiamo invece cominciare a pensare che  l'uomo e la donna hanno due opzioni e possono sposare una donna o un uomo senza soluzione di continuità senza che sia importante sapere l'orientamento sessuale della coppia senza che il matrimonio con persona dello stesso sesso faccia necessariamente di quella coppia una coppia di due gay o di due lesbiche.

L'articolo è inficiato anche da un insostenibile sessismo che nello specifico sfiora il ridicolo perchè si parla di donne ma si usa il maschile come neutro che vale per entrambi i sessi e si scrive i gay che sono maschi e non donne che, in italiano almeno, sono lesbiche.
La responsabilità qui non è di Monti perchè è notorio che non sono gli autori e le autrici degli articoli  a scegliere titoli e sommari.

Però il titolo La vittoria di Elisa: congedo matrimoniale anche per i gay oltre che sessista è proprio cretino. Anche il sommario lo è: I dipendenti omosessuali potranno usufruire degli stessi diritti dei colleghi etero. Peccato che Elisa sia una donna...


Eppure basta poco per scrivere con una grammatica e un lessico non sessisti:

La vittoria di Elisa: congedo matrimoniale anche per le persone omosessuali
Il personale omosessuale potrà usufruire degli stessi diritti di quello etero.

Certo questo sommario ha un vizio ideologico  nel riassunto visto che distingue per orientamento sessuale mentre la questione che dirime il matrimonio non è l'orientamento sessuale ma l'assortimento sessuale della coppia, ma il giornalismo italiano è fatto da analfabeti della politica e del rispetto per le minoranze.

Non così per il presidente della Call&Call Umberto Costamagna che ha dichiarato: Non entriamo nella valutazione morale della questione si tratta di una scelta di equità, in una logica di giustizia e di parità di diritti che ci sembra doveroso riconoscere a tutti.

Complimenti a lui e alla Call&Call; a La Nazione e a Michela Monti un po' meno...

1 commento:

quid76 ha detto...

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/08/03/news/milano_chi_registra_l_unione_civile_ha_una_settimana_di_licenza_nozze-64200016/?ref=HREC2-4

Qui un secondo episodio. Speriamo si diffonda tale prassi.