martedì 9 dicembre 2014

Le accuse gratuite al corpo insegnante in un post del blog il grande colibrì


Parlando di omofobia nelle scuole sul blog il grande colibrì, Gianfranco, niente cognome, afferma con granitica sicurezza che 
In molti casi non vi sono posti più escludenti, discriminanti, volgari della scuola. Inutile sorprendersi. La colpa? Assolutamente non degli adolescenti che, anzi, si prestano a voler percepire ciò che li circonda, ma dei professori che continuano ad essere in molti casi una delle categorie più aberranti che la storia ricordi.
Per corroborare questa affermazione tranchant e troppo generalizzante  Gianfranco porta delle argomentazioni deboli.

Gianfranco è professore (non ci è dato sapere di quale materia) e tanto basta a dare autorevolezza alle sue opinioni. 
Essere un insegnante e vivere ogni giorno tra le mura di una scuola, mi porta a credere che questo nuovo ombelico del mondo della querelle omofoba incentrato nella scuola italiana non sia una forzatura dei media ma una realtà tangibile e terribilmente vera.  

 Quale querelle omofoba?
La cronaca recente ci rimanda alla campagna promossa da Forza Nuova a Milano per segnalare tutti gli insegnanti che dissertano sulle tematiche del gender (repubblica.it), per non parlare dell'aggressione ad Assisi subita da un quattordicenne da parte di un docente dopo che il primo sarebbe stato additato come conoscitore della questione omosessuale. Per aver risposto il giovane sarebbe stato brutalmente malmenato (giornaledellumbria.it). E se non bastasse pensiamo alla docente di religione di Torino che ha sostenuto che l'omosessualità si può curare (repubblica.it), per poi giungere a qualche diocesi (e non solo) che vorrebbe monitorare tutte le scuole dove si continua ad affrontare la questione pericolosa del gender (repubblica.it).
Dei quattro esempi riportati uno riguarda Forza Nuova che invitava a denunciare il corpo docente, un altro una richiesta fatta dalla Diocesi sempre a danno della docenza.
Degli unici due casi imputabili al corpo docente il primo riguarda  un fatto eccezionale, per fortuna molto più che raro nelle nostre scuole, quello di un docente che ha aggredito fisicamente uno studente minorenne, il secondo caso riguarda il contenuto omofobo di una lezione di una docente di religione. 
Un po' poco per corroborare l'affermazione che i  professori continuano ad essere in molti casi una delle categorie più aberranti che la storia ricordi.
Dinanzi ad alcuni e alcune insegnanti  che hanno pensieri e comportamenti omofobi, ma anche maschilisti, sessisti e patriarcali, ci sono altrettanti e altrettante insegnanti che fanno il loro lavoro davvero bene tanto che se quelle persone cui Gianfranco riconosce il merito di sensibilizzazione* 
entrano nelle scuole è solo ed esclusivamente grazie al corpo docente, perché senza l'autorizzazione degli organi di autogoverno delle nostre scuole (dal Collegio Docenti al Consiglio d'Istituto) nessuno e nessuna può entrare a scuola.

La retorica di fondo dalla quale Gianfranco parte per il suo j'accuse è generalista e mette sullo stesso piano responsabilità della singola persona a problemi strutturali  delle scuole alle mancanze dei programmi scolastici ministeriali dai quali il corpo docente non può derogare sensibilmente.

Così l'affermazione che il corpo docente  continua ad essere in molti casi una delle categorie più aberranti che la storia ricordi mal si accorda con la considerazione che 
- mentre le scuole cadono a pezzi, in alcune province nelle classi si resta al freddo e al gelo per mancanza di fondi, noi docenti viviamo la condizione di classe lavoratrice meno considerata a livello planetario, si fanno i conti con la carta e quella igienica sparisce nel momento del bisogno. 
Delle due l'una.

O la classe docente è quella meno considerata (e il primo a considerarla poco è proprio l'autore di questa denuncia) o è una delle categorie più aberranti che la storia ricordi.

Che Gianfranco si decida.

A leggere in tralice il post di Gianfranco  non posso evitare di notare e far notare come tutto il post sia un profluvio di plurali maschili usati come neutri ambigenere.

Gianfranco scrive i professori ma intende anche le professoresse, parla di allievi ma intende anche allieve.
Per chi critica al corpo docente l'imposizone di un insegnamento che fa continuo riferimento a quella distinzione marcata tra ruolo maschile e femminile, in quella esaltazione di ciò che è da uomini o meno non c'è male. 
Per coerenza critica Gianfranco si dovrebbe almeno provare ad affrontare il problema del sessismo linguistico.
Invece il pensiero di Gianfranco è squisitamente, cioè, disgustosamente, maschilista e sessista.
Vediamo.
Il calendario va avanti verso il 2015, mentre alcune mentalità restano ferme ai tempi del libro "Cuore". E poi giammai sia nominata la parola "preservativo" in un discorso. Giammai! Per poi ritrovarsi ad avere allievi malati o allieve in attesa.
Dunque per Gianfranco le infezioni sessualmente trasmesse (non son chiamate più malattie da una decina di anni perché quel che si trasmette sessualmente non è già la malattia ma l'infezione, non lo diciamo noi ma l'Istituto Superiore della Sanità) son prese solo dai maschi, le femmine restano invece incinte...
Naturalmente per ogni ragazza che è in attesa c'è un ragazzo che ha contribuito a quell'attesa mentre le infezioni sessualmente trasmesse non guardano in faccia né al sesso biologico né all'orientamento sessuale.
Visto che parliamo di insegnamento e che Gianfranco mette in ballo le informazioni non si può sottrarre dal vaglio della weltanschauung che emerge dal suo modo di parlare, e scrivere.

Così come non si può tacere dell'italiano stentato di alcuni passaggi del post di Gianfranco:
Provate a manifestare in certi luoghi un desiderio di travalicare il proprio genere alla ricerca di una nuova identità in classi dove si combatte quotidianamente affinché si raggiunga uno sviluppo dell'ormone pari alla quantità di becchime assunto da tante galline che razzolano in un cortile.
Quali luoghi?
Chi combatte per lo sviluppo dell'ormone?
Chi sono le galline?
Cosa è il becchime? 
Che significa travalicare (cioè esagerare, trascendere; superare, oltrepassare o, ancora, trasgredire fonte Dizionario Garzanti online ) il proprio genere ? 

Ancora.
Si impedisce di credere che si possa amare una persona dello stesso sesso non perché si è malati e che contro l'amore non c'è pillola che tenga per guarire ma solo l'amore e l'accettazione verso se stessi.
Infine la pretesa che l'omofobia riguardi solamente il corpo docente e che ristagni nelle scuole e non dal mondo esterno è davvero naïf e tradisce un modo di vedere per compartimenti stagni. Se l'omofobia è nelle scuole non c'è perché lì vi nasce.. Semmai lì vi transita attraverso tutte le persone che a scuola vi lavorano siano esse insegnanti o studenti.

Ivi compresi anche quegli insegnanti che trattano colleghi e colleghe con una prosopopea che attesta un odio di classe davvero insostenibile...


* Le iniziative di discussione, spesso avviate grazie ad associazioni o alla volontà dei singoli, sono poi osteggiate proprio da quei gruppetti di docenti che della rigidità mentale hanno fatto l'unico vessillo in nome dell'elasticità con la quale accettano che certe vite possono essere spente lentamente 

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