giovedì 13 febbraio 2014

L'odio omofobico e la disinformazione: il blog di Severgnini sul corsera

Un lettore diq uesto blog  mi propone questo intervento delirante su, o sarebbe meglio dire contro le omosessualità.

Tentennando se dare corpo a questi deliri prendendoli in considerazione oppure no, scelgo di parlarne per farne una occasione di lettura critica del pregiuidzio (nemmeno tanto) dissimulato.

Ecco il testo integrale, che potete leggere sul blog di Beppe Severgnini ospitato sul sito del corsera.

L’omosessualità e la lavagna della psiche

Caro Beppe, chi pone gli atti eterosessuali e omosessuali sullo stesso piano, non riesce a spiegare il diverso impatto sulla vittima che hanno le violenze sessuali, quando sono di tipo omosessuale rispetto a quando invece sono eterosessuali. So che il tema è tabu’ ed io rischio grosso, ma oso dire che è proprio l’omosessualità a spiegare il carattere particolarmente grave e duraturo delle conseguenze psichiche per le giovani vittime di atti di omosessualità fatti loro subire dal “solito” “educatore-predatore”, in seminario, collegio, scuola, palestra… E la differenza tra l’etero e l’omosessualità spiegherebbe anche perché per molti omosessuali non basti l’essere accettati dalla famiglia, dagli amici e dalla società, per sentirsi accettati anche da se stessi. L’omosessualità, infatti, non è una semplice preferenza di partner ma investe l’identità piu’ profonda dell’essere umano. Che gli effetti duraturi e sofferti, con ferite che stentano tremendamente a rimarginarsi, siano causati – unicamente o soprattutto – dalla morale tradizionale discriminatoria e retrograda nei confronti degli atti omosessuali? In tal caso è da sperare che con l’avvento della nuova morale, grazie anche quindi al matrimonio omosessuale, si farà ben presto piazza pulita di tanti tabù e complessi, e si eliminerà il senso di colpa che affligge le vittime di atti omosessuali subiti in giovanissima età ad opera del classico “educatore-predatore”: prete, allenatore, insegnante… C’è da chiedersi se sia veramente l’intolleranza, prevalsa per tanti anni nella nostra società, la responsabile della vergogna e del senso di oltraggio provati dalle vittime di certi atti omosessuali imposti, o se non sia piuttosto il fatto che la distinzione tra atti secondo natura e atti contro natura è una distinzione che non si può cancellare facilmente dalla lavagna della psiche. Claudio Antonelli , onisip@gmail.com]
Antonelli si riferisce all'eterossualità e all'omosessualità come ad atti evidentemente (leggendo il resto) sessuali.

Ecco il primo solito scippo.
L'affettività, l'emotività, l'erotismo etero od omosessuale sono ridotti al solo atto fisico.

Come se l'amore tra uomo e donna o donna e donna o uomo e uomo fosse solo l'atto sessuale e non anche l'affettività, la sfera dei sientimenti, la codivisione di un pezzo della propria vita insieme...

Fatta questa semplificazione Antonelli dice che a mettere gli atti omo ed etero sullo stesso piano, cioè dare loro pari dignità,  allora non si spiega il diverso impatto che sulla vittima hanno le violenze sessuali etero od omo.

Secondo una logica fondata tutta sul pregiudizio e priva di raziocinio la prova che etero e omosessualità (ridotte all'atto sessuale) non hanno pari dignità  lo dimostrerebbe il diverso impatto delle violenze sessuali etero od omessuali.

Prima si riduce la sfera complessa e composita degli orientamenti sessuali al solo atto sessuale e poi si passa dgli atti sessuali tra consenzienti (e tra adulti) a quelli coatti, cioè alle violenze sessuali.

Quali violenze sessuali?
Non lo stupro di donne adulte (che altrimenti non avrebbe senso parlare di violenze sessuali omosessuali visto che le violenze sessuali fatte da donne ai danni di donne non hanno consistenza statistica alcuna, diversamente dalle violenze domestiche che avvengonoanche tra coppie lesbiche(=entrambe di sesso femminile).

Continuando con una serie ininterrotta di traslati semantici stile effetto domino Antonelli parte dalle omosessualità e arriva di riduzione in riduzione alla pedofilia omosessuale maschile:
giovani vittime di atti di omosessualità fatti loro subire dal “solito” “educatore-predatore”, in seminario, collegio, scuola, palestra…

Vittime maschili e stupratori maschili.

Qui c'è proprio un obbrobrio semantico.

Invece di chiamare il rapporto sessuale che intercorre tra minore non consenziente e adulto abuso sessuale (o stupro) Antonelli parla di atti di omosessualità.
Immaginatevi di chiamare atti di eterosessualità gli stupri fatti dagli uomini alle donne e rendetevi conto del modo a dir poco pregiudizievole di riferirsi all'omosessualità.

Nella descrizione dell'atto si sottolinea l'assortimento sessuale della coppia ma NON il carattere di abuso del rapporto sessuale e si ytrasla la negatività dall'abuso all'atto di per sè.

L'abuso naturalmente non è dato dall'atto in sè ma dalla sua natura non consenziente. Tant'è che anche la pedofilia eterosessuale è un abuso ma per Antonelli lascia un segno meno indelebile

Ed ecco che la dimostrazione che etero e omosessualità non pososno godere di pari dignità (per atcer della bisessualità che non esiste come qui non esiste l'omosessualit femminile) diventa più smeplicemente una affermazionesi camuffata da dimostrazione.

Il fatto che un abuso pedofilo omosessuale maschile sia più indelebile di uno etero non dipende dall'abuso ma dall'omosessualità in sè. Non si dimostra ciò che si afferma ma si afferma che cioè che si afferma è così.

L'altra bugia che passa sottotraccia è che le persone, gli uomini, a commettere l'abuso sessuale pedofilo ai danni di bambini appartengano a determinate categorie:

“educatore-predatore”, in seminario, collegio, scuola, palestra…









Peccato che i dati di telefono azzurro dicano incontrovertibilmente che più dell'80% di questi abusi avviene IN FAMIGLIA ed è fatto dagli uomini quanto dalle donne ai danni tanto di bambini quanto di bambine e che non solo la pedofilia non è solo omnosessuale ma quela  etero (fatta cioè da uomini a bambine e, più raramente, da donne a bambini) è numericamente più consistente.


Così distratti dall'equiparazione infamante dell'atto di omosessualità come violenza sessuale non si nota la semplificazione della pedofilia ascritta a persone fuori dalla familgia e ridotta alla sola componente omosessuale maschile.

Il meglio (cioè il peggio) deve ancora venire. Con un salto logico che nemmeno lo stacco dall'osso animale all'astronave di 2001: odissea nello spazio Antonelli prima dice che se le perosne omosessuali vivono male è a causa della morale (non della politica?) retrograda che secondo lui cambierà anche tramite il matrimonio omosessuale (e infatti il matrimonio eterosessuale ha garantito le donne da 4mila anni di maschlismo...) e  poi aggiunge, collegando due cose che non sono collegabili,

In tal caso è da sperare che con l’avvento della nuova morale, grazie anche quindi al matrimonio omosessuale, si farà ben presto piazza pulita di tanti tabù e complessi, e si eliminerà il senso di colpa che affligge le vittime di atti omosessuali subiti in giovanissima età ad opera del classico “educatore-predatore”: prete, allenatore, insegnante…
Senso di colpa?

Quello delle vittime di abusi sessuali è un senso di colpa?


Cioè un vuoi vedere che è colpa mia?

Antonelli non solo perverte la realtà fattuale delle cose ma diffondendo odio per le persone non eterosessuali far derivare il senso di colpa che molti e molte omosessuali provano a causa dello stigma sociale dal senso di colpa delle vittime di abuso secondo una vecchia e cara teroria che l'omosessualità come la pedofilia nascono da un abuso subito in infanzia cosa che rimanda a un pedofilo e un omosessuale primordiali metafisici cioè fuori dalla realtà e dalla stroia visto che il primo pedofilo e il primo omsoessuale,
quelli che han cominciato la catena e non hano subito nessun abuso, in quanto primi non sono stati vittima di un abuso...
In una società veramente democratica  una perona come Antonelli non si serebbe mai vista pubblicare questo scritto disgustosamente omonegativo sul sito del corsera.
Soprattutto non sarebbe stato poubblicato senza due righe due di commento da parte dii Severgnini che lo ospita e che così' facendo per assenso apporva questo commento.

Senza bisogno di una legge contro l'omofobia che, se fosse in vigore in Italia, avrebbe mandato in galera Antonelli, Severgnini e il direttore del corsera, dove dovrebbero stare non solo per l'odio omonegativo ma per la disinfromazione che passano ocme dati di fatto.

Purtroppo l'Italia è il paese dove le donne gli stupri se li cercano e dove le vittime di abusi sessuali omosessuali sono più vittimte di quelle di abusi eterosessuali perchè la prima non è a normale e la seconda sì.

E poi i malati di mente si diceva siamo noi persone omosessuali...

2 commenti:

Remo ha detto...

Questo "signore" (virgoletto d'obbligo) dovrebbe innanzitutto spiegate come fa a sapere che sulle bambine l'impatto di un abuso è minore rispetto a quello su un bambino. O forse lo "desume" perché tanto è femmina e quindi le piace di più. Che schifezza d'uomo!

Alessandro Paesano ha detto...

Infatti, Invece di dire che un abuso è un abuso si pretende che l'abuso "naturale" faccia meno male di un abuso "innaturale"...