venerdì 17 maggio 2019

L'omofobia secondo l'Unar e il sottosegretario Spadafora

Da ieri sul canale ufficiale dell'Unar di YouTube si può vedere il nuovo video istituzionale contro
l'omofobia.

  

Dopo aver definito alcune fobie (cheratofobia, paura per i capelli, hilofobia, paura per gli alberi, e cromatofobia, paura per i colori) nel video si introduce  la fobia più irrazionale di tutte, l'omofobia, definendola come paura  irrazionale dell'omosessualità  esortando ad aiutare a farla scomparire. Conclude lo spot il riferimento al 17 Maggio come giornata mondiale contro l'omofobia.

Sul canale youtube non ci sono informazioni su chi ha fatto lo spot.
Lo si presenta semplicemente come una campagna di comunicazione contro l'omofobia 2019. Per saperne qualcosa di più dobbiamo andare su Facebook dove, nella pagina del sottosegretario con delega sulle pari opportunità Vincenzo Spadafora, si legge:

Il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l’omobitransfobia. Proprio in questa data, 29 anni fa, l’OMS ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. In questo video, in onda da oggi sulle reti Rai e realizzato proprio da Rai Creativa (che ringrazio sentitamente), abbiamo provato a stimolare la discussione sulla irrazionalità dell’omofobia. Una paura che, insieme, dobbiamo riuscire a cancellare, per produrre un ulteriore avanzamento culturale e sociale.

Annoverando l'omofobia  tra le paure irrazionali si svuota di ogni significato politico la parola. L'omofobia, infatti, non denota una paura irrazionale ma una discriminazione.

Non lo diciamo noi.

Lo dice il libro  DisOrientamenti Discriminazione ed esclusione sociale delle persone LGBT a cura di  Carlo D’Ippoliti e Alexander Schuster pubblicato per l'Unar dai tipi della Armando editore, nel 2011,  nel quale  l'omofobia è definita come   discriminazione nei confronti delle persone omosessuali.

Nel libro, che potete consultare sul sito dell'Unar, a pag. 24, si spiega come

(...)  oggi si distingue l’omofobia dalle fobie comunemente intese, mettendone in luce la dimensione di pregiudizio in quanto: a) le emozioni accompagnate alla fobia sono la paura e l’ansia, mentre quelle iscritte al pregiudizio sono l’odio e la rabbia; b) le persone fobiche vivono la loro paura come irragionevole, mentre le persone con pregiudizi credono che la loro ostilità nei confronti di una certa categoria di persone sia giustificata e condivisibile.

Tutt'altro che legata alla paura irrazionale di una singola persona la discriminazione omofobica implica diversi livelli, come si legge a pagina 25 di DiSorinetamenti:

 a) un piano personale, che riguarda le concezioni individuali pregiudizievoli e stereotipiche nei confronti dell’omosessualità; b) un piano interpersonale, che implica la traduzione dei pregiudizi personali in comportamenti; c) un piano sociale, che si esprime attraverso la reiterazione di comunicazioni sociali improntate sulla continua riproposizione di stereotipi su gay e lesbiche; d) un piano istituzionale, che consiste nella discriminazione manifestata più o meno apertamente in istituzioni quali scuola, famiglia, Stato, Chiesa, ecc.

Una complessità dell'omofobia  che questa campagna semplifica e riduce alla sua prima  definizione, quella che diede George Weinberg, nel 1972: la paura delle persone eterosessuali  di trovarsi a stretto contatto con persone omosessuali e/o il disgusto per se stessi.

Eppure anche  Weinberg,  pur annoverando l'omofobia tra le fobie "classiche", ne riconosceva la portata sociale distruttiva e la tendenza a trasformarsi in violenza che  accomuna l'omofobia alla xenofobia non certo alle altre fobie citate nello spot in questione.      

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