Definizione vaga.
Secondo l'ILO (l'organizzazione internazionale del lavoro)
giovani sono le persone comprese tra i 15 e i 29 anni. Almeno così si deduce da questa affermazione:
Secondo Eurostat, nel 2011, erano 7,5 milioni i giovani europei tra i 15
e i 24 anni e altri 6,5 milioni tra i 25 e i 29 anni completamente
esclusi dal mercato del lavoro e da qualsiasi percorso formativo.
Eppure Luca, nome fittizio, di anni ne ha 40.
In un altro brano dell'articolo Luca viene definito
ragazzo che ha una valenza ancora meno adoperabile per un 40enne, se lo stesso
dizionario Garzanti definisce un ragazzo
un giovane, un adolescente.
Non è per imperizia della lingua che i due autori dell'articolo parlano di giovane.
E' per motivi diversi.
Di immedesimazione in chi legge, di immaginario collettivo.
Vediamo.
Giovane picchiato da sei giovani fra cui due ragazze.
Una rissa tra giovani, tra pari, tra scavezzacolli, si sa che va così tra giovani. E' normale amministrazione, prevedibile, nella norma.
40enne picchiato da sei giovani fra cui due ragazze.
Un 40enne picchiato da sei giovani...
Li avrà provocati? Forse molestava le ragazze. Forse molestava i ragazzi.
E' un adulto ne sa più dei giovani anche se è la vittima, la vera vittima sono sempre i giovani, che ne sanno di meno.
La vergogna di essere picchiato da
dei ragazzini, pure due donne, ma che uomo sei?
E poi a 40 anni che stai a fare in giro alle 4 di notte? Non lavori? Hai tempo da perdere? Mica sei un ragazzino...
Fossimo stati prima del 68 ci sarebbe stato anche una altro pezzo di sotteso discorso nell'immaginario collettivo:
i giovani che mancano di rispetto agli adulti
ma questo oggi non esiste più.
Anzi oggi è tutto relativizzato e un 15enne si sente libero di salutare con un
ciao il preside della propria scuola (incontrato a scuola... non d'estate, al mare, in bermuda...).
Non voglio fare il processo alle intenzioni, non so il motivo che ha spinto i due autori dell'articolo a qualificare il quarantenne aggredito come
giovane se lo hanno fatto per tranquillizzare chi legge a proposito dello scardinamento sociale di rispetto e di ruolo oppure per tutelare l'autoritià dell'aggredito che da adulto ne sarebbe uscito umiliato.
Trovo però grossolano che nello stesso articolo si usino descrittori così diversi come
giovane ragazzo e
40enne senza sentire la necessità di dover giustificare l'uso di concetti sensibilmente così diversi come sinonimi.
Io ho il sospetto, ma non ne ho le prove, che i due giornalisti percepiscano il 40enne come giovane perché è vittima di omofobia e non è nemmeno gay.
I gay son tutti giovani e belli (sempre secondo l'immaginario collettivo) oltre a essere sessualmente (sentimentalmente non conta...) meno
definiti di un 40enne...
Allora se il quarantenne e il suo amico coetaneo vengono percepiti come gay devono per forza essere
giovani, cioè giovanili.
La proprietà di linguaggio non è prerogativa dei due autori dell'articolo...
Questa non è d'altronde l'unica incongruenza nel linguaggio dell'articolo.
Quando Luca si sente male e va finalmente al pronto soccorso (diversi giorni dopo l'aggressione) secondo i giornalisti
La Tac è allarmante, dall’ospedale Villa Scassi lo dirottano al Galliera
per operarlo d’urgenza, e Luca entra in coma farmacologico.
Luca non
entra in coma farmacologico, non è una cosa che accade a lui
suo malgrado è un procedimento medico che Luca subisce per decisione dei medici.
Luca è
fatto entrare è
indotto in coma farmacologico non ci entra spontaneamente...
Evidentemente chi scrive non sa quel che dice e vuole solo drammatizzare l'accaduto (Luca entra in coma, anche se è famacologico, sempre coma è... beh non proprio invece!)
Ancora
Solo il 23 luglio i carabinieri sono informati per la prima volta di
quel ragazzo in condizioni gravissime (la prognosi è ancora riservata),
che ormai non può raccontare nulla.
Ci prova Chiara, allora, che riferisce le confidenze del
compagno nelle ore successive al pestaggio, che ha provato a mettersi in
contatto con l’amico. Spiega agli investigatori che il look del suo compagno è
molto eclettico, e ai delinquenti del bus numero “1” tanto potrebbe essere
bastato per insultarlo e pensare a lui e al suo coetaneo come a una coppia.
A parte l'inintelligibilità di quel
che ha provato a mettersi in contatto con l'amico
- CHI ha provato a mettersi in contatto? e con l'amico di chi? - una precisazione che non ha motivo di essere data in questo passaggio informativo... per dire che Luca
veste strano Chiara (o i giornalisti) rendono il look un soggetto che ha delle proprie qualità come fosse una persona e dice che il look di Luca
è eclettico.
Il look non già Luca.
Eclettico cioè PERSONA
che spazia in vari campi, che si dedica con successo ad attività diverse secondo
il solito garzanti online
Forse la parola che stava cercando Chiara (o i due giornalisti) è
originale, che
dà nell'occhio, eccentrico, stravagante, ma non certo
versatile e che ha capacità in campi diversi...
Per tacere del fatto che i le giovani sono definite delinquenti con un aggettivo tutt'altro che descrittivo ma giudicativo che in una rticolo di gironale non si dovrebbe fare mai...
Insomma un articolo scritto in un italiano stentato che riporta i fatti in maniera approssimativa pubblicato non su un blog qualsiasi (come il mio...) ma su un quotidiano anche di una certa importanza (che nostalgia l'inserto tuttolibri degli anni 80 quando La Stampa era ancora un giornale prestigioso...).
In ogni caso a tutti i Luca che malauguratamente incontrano degli aggressori e delle aggreditrici, ricordate: denunciate sempre la vostra aggressione e soprattutto, per l'amor del cielo, fatevi visitare in un ospedale!
7 commenti:
Il "look eclettico" è un modo di vestirsi che prevede di indossare insieme capi femminile e maschili.
Quanto al fatto che l'autore abbia definito gli assalitori delinquenti, non vedo come altri si dovrebbero definire.
Per tutto il resto, concordo con la sua analisi
Non conoscevo questao modo di dire riferito alla moda, a mia parziale difesa posso dire che nell'articolo look eclettico è stato scritto senza virgolette, come d'altronde fa lei, o in corsivo, che è il significato grafico delle virgolette.
In quanto all'aggettivo "delinquenti" io credo che un articolo debba informare e non a esprimere giudizi sulle cose o sulle persone.
Aggressore e aggreditrici, violenti e violente, descrivono sneza giudicare...
Delinquenti è più un taglio da blog, da diario, da chiacchiera sull'autobus, non crede?
Grazie dell'informazione!
Mi dispiace, ma delinquente è l'unica definizione corretta per chi aggredisce qualcuno senza motivo e lo/la picchia fino a ridurlo in condizioni da ospedale e coma farmacologico. Secondo il Codice Penale aggredire e picchiare qualcuno, sopratutto senza giustificazione, è un reato, ovvero un delitto. E chi lo fa non può essere definito che delinquente, participio presente sostantivato del verbo delinquere.
Quanto all'analisi dell'articolo la condivido per intero, come l'esortazione a denunciare SEMPRE le aggressioni.
La colpevolezza spetta alla magistratura stabilirla.
Inoltre in Italia vige la presunzione di innocenza.
Bisogna provare che si è colpevoli.
.
Allora secondo te, Alessandro Paesano, io posso ammazzare di botte qualcuno, anche davanti a testimoni e con tanto di referti ospedalieri, e se il poveretto o chiunque si azzarda a darmi della delinquente posso denunciarli tutti per calunnia e ingiurie e chiedergli pure i danni e magari anche riuscire a ottenerli. Comunque posso essere tranquilla di campare libera e felice e anche di continuare per i prossimi 25 anni ad ammazzare di botte qualcuno. Tanto, visti i tempi della magistratura italiana e il bizantinismo degli azzeccagarbugli nostrani, nessuno potrà stabilire che sono colpevole di alcunché e magari nel frattempo altri magistrati più veloci mi hanno consentito di esser risarcita per esser stata insultata...
Ma fammi il piacere e provaci tu, così mi diverto a vedere come te la passi eh ?
Questo non ti autorizza a sostituirti alla magistratura nè autorizza i giornalisti e le giornaliste a farlo.
Tu ne fai una questione morale io ne faccio una pura questione linguistica.
Tu discuti di pere e io di mele, non credo sia né utile né costruttivo continuare,per nessuno, e nemmeno divertente.
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