Ci sono etero e gay di destra come di sinistra. Etero e gay maschilisti, misogini, patriarcali (tanti) e etero e gay aperti al femminile, alle donne e contro il patriarcato.
Ma quando leggo articoli come quello di Michele Serra su La Repubblica non posso pensare che solo un etero possa scrivere, pur con le migliori intenzioni, un articolo così offensivo delle persone omosessuali.
Solo un etero che non sa e non si può nemmeno immaginare cosa sia lo stigma contro l'omosessualità, che non si rende conto cosa vuol dire appartenerne a una minoranza, irrisa, discriminata, aggredita, vilipesa, uccisa.
L'articolo di Serra mostra come gli intellettuali di sinistra devono fare i conti UNA VOLTA PER TUTTE con l'omofobia radicata in loro sin dai tempi del PCI più che nella Chiesa e nel Vaticano. Perchè nessuno mai scrivendo un articolo di difesa, che si pretende progressista e di sinistra, ha usato parole così offensive.
Per Serra gli omofobi denunciati dall'outing (non quello all'amatriciana ma quello ben più serio e politico degli altri Paesi) sono gay in privato perchè se ne vergognano e adottano politiche discriminatorie nei confronti delle persone omosessuali e trans in reazione a questa vergogna. La questione così da politica viene ridimensionata alla sfera privata, del patologico, dello psicologico, della morale. Per Serra è questione di dibattito non di diritti calpestati, rubati, non riconosciuti. La sua miopia politica è direttamente proporzionale al pregiudizio omofobico col quale liquida una lotta politica di emancipazione in base a una discriminazione per l'identità di genere e l'orientamento sessuale.
Serra ne fa un questione morale costruita su categorie oppositorie di un moralismo degno del peggiore Stalin:
essere monogami o promiscui, donnaioli o sodomiti, possa o debba mutare in qualche modo il solo dovere che tutti ci accomuna, che è il rispetto degli altri, dei loro diritti, della loro integrità personale.La promiscuità non è certo solo dei gay, e un uomo che scopa con tanti uomini è virile come un donnaiolo, mentre i sodomiti non sono tutti Gay, lo sapeva anche Dante che nel XVI canto dell'inferno accanto a Brunetto Latini mette Tegghiaio Alodbrandi che usava la sodomia (il coito anale) con sua moglie. Ma per Michele Serra i gay sono tutti rottinculo e meno virili degli etero donnaioli.
Nel subconscio stalinista di Serra l'omosessualità è talmente una malattia che (lapsus?) per descrivere i gay dichiarati usa l'aggettivo conclamato che, guarda caso, è quello che si usa quando una persona sieropositiva va in aids conclamato.
Poco importa se Serra vuol dire che essere gay non garantisce l'illuminazione o se votare una legge omofoba è grave a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Queste considerazioni nascono da chi (e sono molti, moltissimi) credono che il quid dell'outing sia l'omosessualità velata, o l'omofobia. Qualcuno sottolinea l'una ora l'altra variabile dell'equazione outing ma nessuno considera l'outing nella sua interezza e, avulgendone uno degli elementi fa come chi parlando di ossigeno e di idrogeno crede di parlare d'acqua che si ha solo dall'unione inscindibile dei suoi elementi.
L'outing non denuncia una colpa.
E se vogliamo proprio cercarla questa colpa non sta nell'essere omosessuali nascosti, né nell'essere omofobi, ma sta nell'esercizio di potere che si compie nel momento in cui si discrimina una minoranza con uno stigma che non toccherà mai se stessi dato che il potere che si ha permette di vivere altrimenti.
Discriminazione delle persone omosessuali tramite potere politico+pratica privata dei comportamenti che si stigmatizzano ecco cos'è l'outing.
L'errore politico più grave di Serra, se si professa ancora persona di sinistra, è nel considerare che l'orientamento sessuale riguardi la sfera privata della persona, quando lui, eterosessuale conclamato può parlare di donne, di mogli e di compagne, in pubblico e in maniera pubblica, reputando però l'orientamento sessuale (quello degli altri naturalmente) come fatto privato.
La sua volgarizzazione dell'outing La pratica dell'outing (che non significa dire: io sono omosessuale. Significa dire: lui è omosessuale, ma si vergogna di ammetterlo) è irricevibile e segno di uno che non ha capito nulla.
E che la sinistra (o almeno quella che si crede tale) ha persona un'altra occasione per rimanere in silenzio.
1 commento:
Caro Alessandro, quando mesi e mesi fa dissi che bisognava uscire dal dualismo destra/sinistra avevo in mente esattamente quello che oggi tu denunci nella critica all'articolo di Michele Serra e a lui stesso. Questo grande calderone - la Sinistra - che accomuna dalla Bindi a Bertinotti (tanto per mettere due nomi), che accomuna i centri sociali e Veltroni con D'Alema di spalla, oggi non può più funzionare. Quando critichiamo il PD, il suo essere rosso e il suo esatto contrario, le sue molteplici anime che convivono e discutono e che non arrivano mai a una soluzione, abbiamo di fronte lo stesso probleam. Questa benedetta Sinistra è un'idra dalle cento teste. Se poi critichi questa Sinistra ti senti dire che sei "radicale", e non c'è alcuna allusione a quelli di Pannella, no. Ti si definisce "radicale" come se fosse un sinonimo di extraparlamentare, di brigatista, anarchico bombarolo...
Così ci sono certuni che, in questa cloaca pestilenziale che è diventata l'Italia, pensano che comprare La Repubblica e dire "io sono di Sinistra" e ridere alle battute di Crozza sia sufficiente. Noi che ci incazziamo, che ci facciamo il sangue amaro, che cerchiamo ancora una via d'uscita nonostante tutto... noi che possiamo fa'?
Criticare Michele Serra, Scalfari e Veltroni è come bestemmiare per la Sinistra italiana, ricordatelo per favore e non cadere dalle nuvole quando ci metteranno al rogo in Campo dei Fiori... La nostra colpa è stata quella di chiedere onestà e coerenza a chi aveva la tesserina di Sinistra, senza capire che in tasca ne avevano altre cento, tra le altre quelle storiche della DC e del PC!
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