Si è conclusa iersera la II edizione di Queering festa del cinema glbt.
Questa seconda edizione si è caratterizzata per una media della qualità dei film superiore a quella della prima edizione. meno film festivalieri e più film da vedere, nel bene e nel male. L'affluenza è stata sensibilmente inferiore a quella della scorsa edizione agli esperti della piazza romana un'analisi seria. Io posso solo suggerire qualche ipotesi azzardata.
1) la pubblicità. Non si sono spesi soldi perchè non ce ne sono ma a roma ci sono miliardi di cose da fare...
2) la contemporaneità con altri eventi. I froci romani preferiscono fare lo struscio al Pride park (dopo le 22) che vedere dei film al chiuso di una sala, per giunta in lingue straniere coi sottotitoli
3) il prezzo del biglietto non proprio politico, 6 euro a film (5 se compri almeno 3 biglietti ognuno per una proiezione diversa) non è così inferiore al prezzo normale di sala. Forse un prezzo inferiore visto che la manifestazione è stata finanziata da soldi pubblici, avrebbe se non attirato più gente almeno fatto fare migliore figura agli organizzatori
Per il resoconto dei film rimando al pezzo che ho pubblicato su al cinema.org
Qui volevo fare una considerazione diversa. Queering ha una fisionomia particolare. Non è un festival, non propone film inediti, ma ripropone una selezione di film presentati in altri festival italiani (di uno di Torino e due di Bologna). Un compito importante, una occasione, al di fuori delle logiche di consumo veloce dei festival di ricevere film con maggiore oculatezza e spirito critico. Ma in questo Queering è sprovvisto e completamente mancante. Nel programma solo due righe di sinossi (per giunta non verificate e spesso sbagliate) senza informazioni sul regista, sul paese di origine (qual è la situazione glbt in Cina? E in Iran?) Bastava una persona competente e una settimana di lavoro per fare un programma degno di essere conservato anche dopo la proiezione dei film. Capisco che organizzare tavole rotonde o dibattiti a Roma è difficile ma almeno l'anno scorso FAbio Bo introduceva ogni film dando qualche informazione minima, quest'anno invece i film sono stati presentati senza commento critico e anche quando il regista era in sala non è stato favorito il dibattito con lo spettatore. Data la natura compilatoria di Queering questa funzione non può mancare. Così è stato invece. e il fatto che Queering sia stato presentato nell'ambito delle manifestazioni per la settimana dell'Europride ha portato solo vantaggi al pride che ha potuto sfoggiare Queering come fiore all'occhiello ma non alla festa che non ha avuto alcun sostegno organizzativo alla macchina festival. Insomma è mancato un progetto culturale vero all'interno del quale Queering fosse espressione di qualcosa di condiviso. Evidentemente non ci sono state urgenze che si sono trasformate nell0istanza dell'europride ma c'era da organizzare l'europride e si sono cercate cose da fare in concomitanza.Le solite cose all'italiana (e alla romana...). Eppure la programmazione di certi film, soprattutto il controverso e xenofobo nonché criptomofobico Die Jungs Vom Bahnhof Zoo (Germania, 2010) di Rosa von Praunheim avrebbero richiesto un intervento di un esperto che poi desse la parola agli spettatori. Se infatti qualcuno alla fine ha addirittura applaudito molti se ne sono andati prima della fine... Chissà magari un altr'anno...
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