domenica 6 ottobre 2013

Di chi subisce un atto discriminatorio e lo denuncia viene messa in discussione persino l'esistenza. A proposito dell trattamento discriminatorio subito da due turisti americani con figlio al seguito al museo Etrusco Guarnacci di Volterra

Apprendo la notizia dal sito Gay.it che come al solito titola con un orribile
Due gay e un bambino non sono famiglia, niente biglietto al museo.

Per raccontavi questa storia di discriminazione italiota mi rifaccio alla fonte primaria (in coda al post la traduzione in italiano per chi non sa l'inglese (e imparatevelo no?!) cioè la review su TripAdvisor



Questa coppia di uomini - e non di gay perchè l'orientamento sessuale è irrilevante e perchè il fatto di essere una coppia non ne fa necessariamente due gay (uno o entrambi potrebbero essere bisex, o considerarsi etero e avere un comportamento sessuale bisex o gay) ma si sa, vuoi mettere quante ricerche attira la parola gay nei motori di internet? ammetto che magari queste distinzioni non sono chiare a tutti e tutte ma a chi scrive su un sito gay dovrebbero esserlo, o no? - chiede alla cassa del Museo Etrusco di Volterra di pagare il biglietto famiglia e si sente rispondere in italiano e in malo modo che loro non sono famiglia perchè la famiglia è formata da un uomo e una donna.

C'è modo e maniera di dire le cose, commentano i due uomini che si dicono anche disposti ad accettare la politica dei prezzi del museo ma che ci si poteva rivolger loro in un altro modo.

Adesso viene il bello. I commenti del direttore del museo e del sindaco di Volterra se veritiere, così come sono state riportate da alcuni quotidiani online, hanno del grottesco e del fascista (nazista?).

Secondo Blitz Quotidiano

«Il post che gira in rete – dicono dal Comune – non è firmato e come foto riporta quella di un cagnolino, per cui risulta molto difficile verificarne l’autenticità. Certo nei prossimi giorni faremo tutte le verifiche del caso per capire se e cosa è accaduto. Sicuramente il regolamento del museo prevede la riduzione del biglietto famiglia per «due adulti e tre giovani tra i 6 e i 18 anni» dunque non è in alcun modo discriminante»”.
Marco Buselli, sindaco di Volterra, ha commentato:
“«L’accoglienza e l’ospitalità sono da secoli tratti distintivi della nostra comunità. Il nostro regolamento non entra nel merito di questioni di genere, ma parla genericamente di bambini accompagnati da adulti, per cui non esiste la possibilità che qualcuno possa essere discriminato. Pertanto l’episodio, di cui peraltro non ci è pervenuta segnalazione ufficiale, qualora si sia verificato è esclusivamente da ricondurre ad un’interpretazione non richiesta da parte di un operatore»”.
Dunque secondo Blitz quelli e quelle del comune mettono in dubbio addirittura la veridicità del commento su TripAdvisor perchè l'avatar è un cagnolino e il commento non è firmato Il che è falso.
Il commento non può essere anonimo secondo i regolamenti del sito ed è firmato da uno pseudonimo che è cosa diversa da dire che non è firmato.

Lo pseudonimo è RoaminChicagoBoys che corrisponde a un classico profilo di TripAdvisor, con tanto di registro delle attività di quell'account.


col quale si può comunicare e mandare un messaggio, come ho fatto io chiedendo aiuto per dimostrare che loro esistono davvero e non sono un falso profilo.

Quello che un giornalista serio avrebbe fatto invece di limitarsi a riportare una insinuazione talmente schifosa da ricordare le giustificazioni dei nazisti che obbedivano agli ordini.

Il sindaco di Volterra pretende addirittura che i due turisti americani riempissero un form di protesta ufficiale, in italiano, della cui esistenza nessun sa nulla e del quale l'addetta alle casse sicuramente non ha loro detto nulla se ha smesso di parlargli dopo aver sputato in faccia la sua opinione.

Insomma i due non solo sono stati discriminati e nel caso si tratta di una discriminazione di genere e non di orientamento sessuale ma sono anche accusati di essersi inventati la notizia, peggio, di non esistere proprio. Infatti per la donna alla biglietteria loro non sono famiglia e dunque non sono tout court.

Appena i due uomini mi scrivono vi faccio sapere.


Questo incidente è un esempio perfetto per dirimere la vexata quaestio sui diritti di tutti e tutte e sul diritto di pensiero. La donna alla cassa ha tutto il diritto di pensare che una famiglia sia solo quella composta da un uomo e una donna, ma non può dirlo pubblicamente quando è al lavoro lasciando che questa sua opinione discrimini le altre persone.

Il diritto di opinione non può trasformarsi in diritto di discriminare.



Pur comprendendo che l'Italia è la sede della fede cattolica, e che che la nostra famiglia non è accettata in molte parti del mondo, siamo però nel 2013 e quindi semplicemente non eravamo preparati per lo schiaffo in faccia che abbiamo ricevuto in questo museo. Mentre stavamo entrando, abbiamo letto i prezzi dei biglietti, e, forse essendo abituati alla definizioni di "famiglia" usata dai musei di Chicago, quella di due adulti con bambini, sorridendo abbiamo chiesto un ingresso per famiglia. La donna alla cassa invece si arrabbia molto e ci grida in italiano che una famiglia è composta da una madre e un padre, e NON da due uomini. Poi gira la testa per tagliare ogni ulteriore comunicazione. Quindi, ce ne siamo andati, arrabbiati e delusi. Mentre possiamo certamente rispettare la politica dei prezzi dei biglietti d'ingresso del museo la cosa avrebbe potuto essere stata gestita in modo diverso. E stato fastidioso per noi e per nostro figlio e [la cosa] dipinge di pallido l'impressione che abbiamo ricevuto da Volterra.

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