giovedì 12 gennaio 2012

Francesco Bruno: un omofobo che discrimina in nome di una scienza che nemmeno conosce.

Avrete letto tutti delle ecolalie di Francesco Bruno, riportate sul sito pontifex a proposito degli omosessuali.
Ora pur rimanendo convinto che certi siti vadano ignorati e con essi i loro contenuti mi sembra utile analizzare le argomentazioni di Bruno, a sostegno del suo pregiudizio discriminatorio, come esercizio critico e analisi di certi autoreferenziali e contraddittorie argomentazioni a sostegno di tesi insostenibili.

Non commento certo l'assunto di base che vede un singolo criticare la comunità scientifica internazionale, senza entrare nemmeno un minino nelle motivazioni di una critica importante (visto che si è da soli contro l'intera comunità scientifica mondiale...), perchè inesistente. Mi soffermo più su alcune considerazioni secondarie che, pure, se ben lette, si rivelano controproducenti per il Bruno stesso. Infatti a ben vedere le argomentazioni sostenute dallo psichiatra vengono in difesa e non a detrimento delle persone omosessuali. Ma procediamo con ordine. Dice Bruno:
Se la omosessualità non è malattia, come dice la OMS, deve però parlarsi di anormalità. Siamo nel campo, quando la omosessualità non viene scelta volutamente, di anormalità funzionali essendo il sesso volto naturalmente alla procreazione.
Dunque per Bruno ci sono due tipi di omosessualità, L'omosessualità per scelta la cui causa dunque è un atto di volizione, e l'omosessualità innata frutto di anormalità funzionali.

In medicina una anormalità funzionale è quando un organo non funziona secondo i parametri con cui lavora di solito. L'anormalità funzionale dell'omosessualità riguarda dunque l'uso errato della funzione sessuale essendo il sesso volto naturalmente alla procreazione. Solo sesso, niente sentimenti. Evocazioni della parola omosessuale.

Il sesso tra due uomini e due donne in quanto sterile è per Bruno esempio di anormalità funzionale. Ma qui non si sta parlando degli organi sessuali di per sé, come disse la Garfagna, ricordate?, per la quale le persone omosessuali sono costituzionalmente sterili. A meno di specifici casi di sterilità (che nulla hanno a che fare con l'orientamento sessuale)  qui la funzione messa in discussione e considerata anormale è quella dell'accoppiamento tra persone dello stesso sesso, quello sì sterile. Non si capisce se le coppie etero che prendono precauzioni contraccettive o le coppie etero sterili siano sussunte sotto lo stesso principio di anormalità funzionale perchè non si può avocare la potenzialità della fertilità alle coppie (come fa, sbagliando, la sentenza della Corte Costituzionale a proposito dell'illegittimità del riconoscimento del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso) ma ai singoli atti sessuali senza dimenticare che le stesse persone coinvolte in rapporti sessuali omosessuali possono avere avuto o avere in futuro rapporti sessuali con persone dell'altro sesso e procreare.
Da questo punto di vista le coppie omosessuali sono coppie sterili che magari hanno desiderio di fare dei figli e la tecnologia medica ogni viene loro incontro (non in Italia, che rifiuta la procreazione assistita eterologa anche alle coppie sposate etero). L'anormalità funzionale diagnosticata da Bruno invece di essere causa di diniego della legittimità di quel tipo di rapporto sessuale potrebbe essere affrontata cercando di risolvere il problema. Invece si nega aiuto a queste coppie infertili i nome di una fertilitò naturale di esclusivo appannaggio etero.
Sarebbe come dire che visto che un diabetico ha l'anormalità funzionale che non gli fa produrre a sufficienza insulina non debba essere aiutato a produrne a sufficienza ma, riconosciuto il suo status di anormale, discriminato per questa sua disfunzionalità.
In qualche punto di questo farraginoso ragionamento si passa dalla disnfuzione della coppia alla disfunzione del singolo.

Per farmi capire. L'omosessuale nato, lo è per una disturbo di personalità legato, probabilmente, ad una errata assimilazione dei ruoli dei genitori, o anche a cause organiche che sarebbe complicatissimo spiegare.
Dunque se quello che Bruno dice ha un senso, chi NON SCEGLIE di essere omosessuale, cioè chi ci nasce, ci nasce per un disturbo della personalità. Ora ribadito per l'ennesima volta che nessuno sceglie l'orientamento sessuale, né che si possa cambiare solo con un atto di volontà, delle due l'una:

o la personalità è innata e dunque l'omosessualità è un disturbo innato della personalità (lo dice lui L'omosessuale nato, lo è per una (sic) disturbo di personalità)

oppure l'omosessualità la si assimila (dunque non ci si nasce) per una (sic) disturbo di personalità legato, probabilmente, ad una errata assimilazione dei ruoli dei genitori. Come dire che Bruno stesso ammette che il suo pregiudizio è basato sul cliché dei ruoli di genere. Bruno se ne deve rendere conto perchè subito dopo, ammette, contraddicendosi,  o anche a cause organiche che sarebbe complicatissimo spiegare.
Ruoli (sociali) o cause organiche? 


Beh, troppo comodo caro professore  dei mie stivali: se ti metti contro l'OMS forse, per quanto complicatissime, uno straccio di spiegazioni le devi... Non pago, Bruno continua

Tuttavia, è nella stessa situazione, dal punto di vista concettuale, di chi è handicappato, sordo o cieco. Per queste categorie, con una certa ipocrisia si dice diversamente abili, non vedenti e simili. Il gay è diversamente orientato per la sessualità e quel diversamente la dice lunga sulla normalità.
E qui il nostro esimio gioca sulla polisemia di un termine passando dal gergo scientifico a quello popolare, diversamente infatti nel caso delle definizioni politicamente corrette dei sordi, dei ciechi o dei paralitici,  significa in altro modo non avendo alcun collegamento col concetto di normalità mentre nel linguaggio popolare il diverso è, tra altre accezioni, sinonimo di handicappato od omosessuale

Quel che non si capisce è l'inversione logica del pregiudizio rispetto l'handicappato e l'omosessuale. 

A nessuno dei due infatti è riconosciuta dignità umana in quanto tale.

All'handicappato è riconosciuto lo statuto di normalità nonostante il suo handicap (il film Forrest Gump insegna).
Anche se sei cieco (sordo, paralitico) sei umano cioè faccio finta che tu sia come i normodotati (=cioè come me) senza riconoscere la tua specificità di sordo, cieco paralitico senza che questa si esplichi sempre e solo negativamente rispetto chi vede sente e cammina.

Nel caso dell'omosessualità invece proprio per la condizione in sé non si riconosce alcuna uguaglianza ma si sussume tutta la differenza possibile ipertrofizzandola nella diversità per eccellenza.

Al di là di ragioni più profonde sul tabù dell'omosessualità forse la differenza di trattamento sta nella differenza delle due condizioni.
Mentre infatti un handicap fisico è normalmente visibile immediatamente (se sei sordo, cieco o paralitico non lo puoi nascondere) l'omosessualità è nella maggior parte dei casa nascondibile.
Quel che dà fastidio allora non è la condizione di per sé (riconosciuta come inalienabile se spesa nell'anonimato della propria vita privata) ma la sua ostentazione, non tanto quella che tradisce l'omosessuale, come un atteggiamento effeminato o comunque considerato poco virile quanto l'autoproclamazione dell'omosessuale per giunta con orgoglio che, magari sconquassando tutti i luoghi comuni, è virile ma si dichiara gay

Quel che dà fastidio è il ruolo sovversivo dell'omosessualità che mette in discussione l'unicità, l'universalità e l'obbligatorietà della norma eterosessista, tant'è che, dal punto di vista di questi assolutisti dognmatici, si arriva a dire che se tutti fossimo omosessuali ci estingueremmo, dimostrando come loro siano incapaci di far entrare nell'alveo delle possibilità anche l'omosessualità senza percepirla portatrice di un irriducibile conflitto che potrebbe determinare la capitolazione dell'eterosessualità. Proiezioni del loro universalismo dogmatico (religioso e cattolico) non certo di chi, come le persone omosessuali, chiedono solo di accedere agli stessi diritti (nona caso da più parti si vuole riconoscere loro diritti speciali proprio in nome della loro, nostra presunta diversità. Motivo, quest'ultimo che induce molti gay pavidi e poco politicizzati a non volersi dichiarare tali perchè aspirando a una normalità ti dicono come posso essere orgoglioso se ho gli occhi blu (=cioè di una cosa che non ho scelto ma mi è capitata)?

Comunque sia le considerazioni di Bruno tutto sono tranne che scientifiche, o psichiatriche. Sono politiche e religiose e andrebbero censurate come avverrebbe in qualunque altro paese dove, per esempio, gli sarebbe stata tolta la cattedra di insegnamento.



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