domenica 17 febbraio 2013

Il video della canzone di Renzo Rubino Il postino (Amami Uomo) è senza uomo!

Accolta da tutte le mie amiche froce, sprovvedute, naif e provinciali, come canzone stupenda, splendido esempio di cultura gay (cultura che?!?!) a me la canzone che Renzo Rubino ha portato Sanremo nella sezione giovani ha creato la prima sera che l'ho ascoltata un genuino imbarazzo  e poi al secondo ascolto una totale indifferenza.

Non voglio certo annoiarvi con i miei gusti musicali che valgono esattamente quanto i vostri, basisco però quando leggo commenti di perosne intelligenti e politicamente impegnate, non personali (mi piace, è bella, già la canto) ma politici o culturali.
Allora suo malgrado questa canzone diventa strumento per capire la nostra mentalità l'ideologia che si cela dietro il nostro operato. L'operato di tutti. Quello di Rubino che ha scritto (insieme a Rodini) e interpretato la canzone (con un contributo del tenore Falcier), quello di chi la incensa e naturlamente anche quello di chi la critica.

Canzone gay
Così è stata classificata la canzone, dove quest'aggettivo significa almeno due cose:
una canzone che parla di froci e,  anche, una canzone che è rivolta ai froci.

Una discriminazione intollerabile e irricevibile.

Il postino (amami uomo) è una canzone che parla di amore e basta.

Il fatto che un uomo dichiari il suo amore a un altro uomo non la rende gay la rende una canzone d'amore di un uomo per un uomo, esattamente come le canzoni di Mina non sono canzoni etero, ma canzoni.

Non è una questione di maggioranza e minoranza. Del fatto cioè che l'eterosessualità è la norma e l'omosessualità l'eccezione e dunque va specificata.

E' proprio una caratteristica, un difetto che le canzoni gay come questa hanno tutte: nelle canzoni in questione non si dice già Mario ti amo, amore mio mi manchi, la notte sogno i tuoi baci con la barba che mi pizzica.

In queste canzoni non ci si rivolge già direttamente alla persona amata ci si rivolge al suo genere (gender).

Amami uomo
con le mani da uomo
e tu
e toccami fiero fiero
con un soffio leggero


Amami uomo.
Dunque ti amo non perchè sei Mario, cioè questo uomo e non un altro, ma perchè sei uomo e basta. Questo o quello è indifferente.
Basta che sei uomo.
Che è quello che pensano molte persone di noi gay: promiscui e sempre  a pensare al cazzo. Il che magari per qualcuno è anche vero ma non mi sembra che non ci siano etero promiscui e con la fica sempre intesta quando non possono averla altrove.


Comunque cosa fa questo ragazzo che ama un uomo?

ora vado lì a cantare
che io me ne vo
un postino diventerò
e non c’è pericolo
ciao mammà,
ciao papà,
l’uomo senza curve
un altro uomo abbraccerà
sarà la sua felicità.

Ce la vedete Mina, Ornella, Loredana che cantano, ciao mamma me ne vado di casa così posso scopare con chi dico io?

Questo uomo senza curve dà per scontato che per potere amare un uomo se ne deve andare di casa perchè papà vuole che sposi un donnone.
Invece di dire mamma papà questo è l'uomo che amo, fatevene una ragione, dice ciao mamma e papà tolgo il disturbo e me ne vado a fare il frocio altrove.

Ecco perchè la canzone è andata a Sanremo.

Qualcuno mi spieghi cosa ci sia di sorprendente, di politicamente alto e di rappresentante la cultura gay qualunque cosa essa sia.

So invece che l'accenno al fatto che questo uomo senza curve NON sposerà un donnone (?!) piacerà molto a tutti quei froci (maledetti) che per poter affermare la propria frocitudine si sentono in diritto di proclamare il loro odio per la fica (la parte per il tutto) delle donne.

Sarà che  a me non piace il cazzo ma la persona che ci sta attaccata dietro e che trovo la fica altrettanto desiderabile solo che la mia affettività prima ancora che la mia sessualità è rivolta, generalmente, verso gli uomini.

Insomma questa canzone proprio mentre millanta una visibilità gay ne proclama la sua mancanza perchè se sei davvero visibile non dici ma vivi.

E prima di mettervi le mani nei capelli perchè ho osato criticare la canzone che vi ha fatto scendere la lacrimuccia e poi maledirmi perchè vi siete tutte quante distrutte la messinpiega amiche mie carissime froce e provinciali vi invito  vedere il video ufficiale della canzone.



L'UOMO AMATO NEL VIDEO NON C'E'!
Non c'è nemmeno Falcier del quale sentiamo la voce ma non vediamo di chi sia.
Ci sono due ragazze (chissà magari per fare un donnone ce ne vogliono due...) conciate con un volgare abbondante rossetto, c'è la versione macho di Rubino (unica trovata originale del video)  che ascolta la canzone seduto sul divano assieme a un'altra versione di se stesso compassata e frocesca (ma perchè i froci tengono tutti le ginocchia strette che a loro i coglioni non si schiacciano?) ma dell'uomo amato non c'è alcuna presenza, nemmeno come fantasia, sogno, augurio.
La canzone non invita dunque un uomo concreto ad amare chi la canta è solo un solitario proclama di omosessualità.
Mi piacciono gli uomini.
Dico pure amami e apparecchiami.
Però poi nel video resto casto come Maria Goretti.

Rimaniamo dunque dentro l'alveo del personaggi gay tollerati nei mass media.

Può dire di amare un uomo, basta che non agisca questo suo amore.

Questo frocione (per fare rima con donnone) amerà pure un uomo però è solo e senza famiglia.

Così il papa è contento,
le froce squittiscono perchè a Sanremo si è detto amami uomo   e intanto un altro ragazzo se ne va di casa e rimane da solo a dire amami uomo non già direttamente ad amarlo.

Contente voi...

22 commenti:

Tony ha detto...

Caro Paesanini,
se proprio vuoi il mio parere i miei occhi erano solo per Antonio Maggio e le mie orecchie per (secondo me) la ottima interpretazione di Ilaria Porceddu (senza voler essere campanilista)

baci

Alessandro Paesano ha detto...

Sì sì. Premio meritatissimo! Hai viso come si è commosso quando l'hanno annunciato?

Porceddu anche molto brava...

L'anno prossimo faremo una serata di ascolto collettivo. Intanto vediamo di vederci prima di allora!

Mood4Mod ha detto...

Leggo spesso il suo blog, mi concedo di scrivere su una cosa superficialotta.
Condivido tutto quello che ha scritto sul tema della canzone. Aggiungo (ironicamente) che se fosse stata cantata da Malgioglio con piglio da panterone (come in Sbucciami), avrebbe dato uno spessore estetico assoluto, ora del tutto assente. Voglio credere che Rubino abbia scritto un testo trash non del tutto consapevolmente. Negli anni '70, epoca di rivendicazioni sessuali ed emancipazioni, un testo del genere, sarebbe stato quasi serio. Ora è mortificante. Poi, ascoltata nella stessa settimana in cui una copia di uomini italiani si è sposata in America...
Verrà un giorno in cui una "Vattene amore" sarà cantata da due persone dello stesso sesso.

P.s. Ma le due ragazze del video non sono trans o travestite? XD

quid76 ha detto...

Condivido, ma forse e'da apprezzare lo sforzo :-P

OT
http://lightelf.blogspot.it/2013/02/panini-e-matrimoni-gay.html

Alessandro Paesano ha detto...

@ quid76
Sai come dice il proverbio. La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni.

In ultima analisi poi non critico tanto la canzone di per sé quando la totale mancanza di senso critico con cui molti e molte hanno acclamato la canzone come capolavoro con la superficialità dell'entusiasmo provinciale di sentire parlare di froci a Sanremo. Responsabilità che non è certo da imputare alla canzone stessa, per cui, sì, hai ragione, va apprezzata la buona intenzione della medesima!!!

Alessandro Paesano ha detto...

@mood4mod

Mortificante! Esattamente l'aggettivo che cercavo!

Perfettamente d'accordo con te (va bene se ci diamo del tu?) sulla lettura di Sbucciami.

Anonimo ha detto...

Come hai detto tu il problema non è la canzone, ma la visibilità che ha avuto (e che l'artista, forse furbescamente, forse sinceramente, ha cercato di minimizzare). Credo che il premio della critica lo meritasse la Porceddu più di Rubino. Detto questo, però, a me il testo non sembra così male, la melodia è molto azzeccata nel suo essere consapevolmente rétro e mi piace il fatto che sia una canzone che parla d'amore, punto, senza le strizzatine d'occhio alla Tatangelo, per intenderci.
Però mi sembra eccessivo il tuo appunto quando scrivi "Dunque ti amo non perchè sei Mario, cioè questo uomo e non un altro, ma perchè sei uomo e basta. Questo o quello è indifferente.
Basta che sei uomo.
Che è quello che pensano molte persone di noi gay: promiscui e sempre a pensare al cazzo. Il che magari per qualcuno è anche vero ma non mi sembra che non ci siano etero promiscui e con la fica sempre intesta quando non possono averla altrove."
Nella canzone non vedo questo invito alla promiscuità. Ciao, complimenti per il bel blog e scusa la prolissità

Alessandro Paesano ha detto...

Macché prolissità. Non lo sei stato affatto.

Con la mia osservazione non volevo far notare la promiscuità, che non c'è, ma il fatto che al ragazzo gay piacciano gli uomini, tutti gli uomini, senza fare alcuna differenza di gusto personale.
Basta che sia un uomo. Al gay piacciono tutti. Un po' come l'etero che dice delle donne "belle o brutte me le inculo tutte" (c'era scritto nella palestra del mio liceo).

Quel che non mi piace della canzone è che non racconta un fatto già avvenuto.

Esorta un fatto che deve ancora avvenire e che nella canzone ancora non avviene, anche se avverrà. Però il video non mostra alcuna presenza di quest'altro uomo per cui sembra più un augurio che una possibilità concreta.

Dove ancora bisogna combattere con il dirlo a mamma e papà etc etc.

Poi per il resto non è certo una canzone contro, ma secondo me è troppo intenta a cercare di fare la differenza per essere davvero sdoganante, come ho cercato di dire nel post.

Grazie del commento e scrivimi ancora!

Anonimo ha detto...

Mah, vedi, il problema del testo (secondo me, parentesi da riferire a tutte le opinioni che seguono) è nel suo riferirsi a una storia (ammesso che sia vera) di cui Rubino conosce i dettagli, come il mestiere del postino a cui si dedica il protagonista, e il pubblico, semplicemente, no. A me non sembra un augurio, altrimenti non mi spiegherei all'inizio quel "sorridi se mi mostro geloso", ma la presa di coscienza di una situazione e di un desiderio, che però c'è e non è generico nei confronti di tutti gli uomini. Poi, sai, credo che ognuno la legga secondo la sua sensibilità, ma tra l'amico della Tatangelo che non dorme mai di notte (probabilmente è un portiere) e la storia di chi lascia vita e famiglia per seguire un suo amore "senza rima" mi tengo la seconda. In fondo una canzone non deve educare, ma raccontare storie: per questo ritengo che una canzone non debba essere sdoganante, ma raccontare e basta. Rubino (spero in buona fede) ne ha preso atto quando ha detto che è una storia d'amore e basta senza riferimenti al sociale.
Il riferimento al dirlo a mamma e papà a me sembra diverso dal dire loro la propria sessualità, ma più simile a una presa di coscienza del proprio essere unici: la mamma lo vede in un modo (seduto carino, composto e timido), il padre in un altro (macho e seduttore) lui non è né l'una né l'altra cosa. E' lui e basta e segue la strada che lui ha scelto e non quella che la società gli impone, cioè sposare un donnone.
Questo, almeno è come l'intendo io, magari un punto di vista diverso ci può stare.
Ariciao e grazie per il blog, ricco di bei spunti
C.

Alessandro Paesano ha detto...

Vero.

Credo solo che una canzone anche se non educa crea immaginario collettivo e quello di questa canzone non mi piace ...

Si può essere machi e gay seduttori e gay compostini e gay e ai tuoi devi dire fatevene una ragione non me ne vado. Nel senso che con questa immagine di gay io non mi posso identificare allora tanto vale che mi tenga le canzoni di mina...

Magari tu riesci a usare questo personaggio della canzone per costruire la tua immagine nel mondo, a questo serve l'immaginario collettivo.

Buon per te.

Solo un appunto (se mi perdoni) Tatangelo, non la Tatangelo che in quanto asimmetria di genere è sessista.
Grazie

Anonimo ha detto...

INIZIO PRIMA PARTE

Mah, non sono troppo d'accordo con la critica.
Anch'io non ho l'impressione che dire "amami uomo" indichi che si intende amare una persona qualunque purché dello stesso sesso.
In fondo, si parla anche di un "tu" - come se avvenisse un faccia a faccia tra due ben distinguibili individui: il cantante e "il lui".
Che non si dica il nome, ma lo si chiami "uomo" mi pare sì sottolinei il fatto che il tipo sia di sesso maschile, ma non necessariamente azzarderei che il sottinteso sia "purché abbia un pene fra le gambe, chiunque mi va bene".

Inoltre, se la critica ha errato a celebrarla come una canzone gay (francamente non ho seguito il festival - ho ascoltato la canzone oggi per la prima volta perché stava in una playlist), anche contestarla perché non rappresenta un buon modello comportamentale, mi sembra un'esagerazione (vorrei dire una baggianata, in realtà...).
Va bene: i genitori non lo accettano e lui prende e parte. Sarebbe meglio affermare sé stessi con più pervicacia, e ne conveniamo! Ma nella storia della canzone, o nella vita (reale o immaginaria) del protagonista lui prende e parte.
In questo caso accade così... non mi sembra uno spunto buono per trarne una questione intera.

Il che mi porta a fare un discorso più ampio: ho letto anche il post sulle pillole di Jenus e il commento su "la Tatangelo".
Ci sono cose che non impattano la realtà, che hanno un valore esiguo, che contano niente e sono assolutamente innocue per quanto qualcuno possa trovarle sgradevoli.
Non è "asimmetria di genere" dire "la Tatangelo" (tecnicamente lo è, ma mi si dia un minuto per spiegarmi meglio!): se uno chiama qualcuna "la Tatangelo" o "la Fornero" o "la Giacomini" o che altro, semplicemente mette un articolo davanti a un cognome femminile, non per questo sta affermando che esistano o debbano esistere due modelli di comportamento diversi in base al sesso della persona (e.g. asimmetria di genere nel mercato del lavoro).
Non c'è un filo diretto tra una prassi linguistica consolidata e insignificante, e le disuguaglianze fra sessi in società. (Credo io). Battaglia inutile, pertanto. (Credo).
Stesso discorso con Jenus: non è pensabile che tutti coloro che creano qualcosa per poi darlo in pasto al pubblico si pongano l'obiettivo di essere educativi (o altrimenti di non essere diseducativi); talvolta basta intrattenere, senza essere seri, senza che il proprio lavoro sia denso di significato. Una battuta leggermente denigratoria non denota sessismo, razzismo, o altro; siamo in grado di discernere cosa è serio e cosa non lo è: tra amici, in una battuta, dove c'è un implicito accordo che si può, per così dire, "sconfinare" - si può anche chiamare una persona di colore - "negro". Il problema nasce quando lo stesso termine, nella quotidianità, lo si usa come dispregiativo per offendere una persona di colore. Prego Iddio di non arrivare mai come negli Stati Uniti dove la parola stessa è bandita e invece di dire "nigger" tocca dire "the n- word".
Mi sembra un comportamento un po' miope e soprattutto incapace di discernimento.
Quindi di nuovo, se una vignetta non è positivamente pedagogica, politicamente rilevante (quoto), frivola: chissene! Provocherà il sorriso ad alcuni e morirà lì.
Non mi sembra un problema perché - ma qui, più che garantirlo, non ho altri strumenti per convincerti - non ha implicazioni di alcun tipo.

F.

FINE PRIMA PARTE

Anonimo ha detto...

INIZIO SECONDA PARTE

(Ti racconto per esempio che non molto tempo fa, uscendo con due amici, di cui uno omosessuale, mi scappò di "offendere" l'altro chiamandolo "frocio". Inizialmente non me ne sono accorto; lo dissi sovrappensiero. Una volta realizzata la svista, mi sono voltato verso il secondo amico, e ho scrollato le spalle, dicendo una cosa tipo: "accipicchia" col significato di "non l'ho fatto apposta". L'amico - che è taciturno di suo - ha sollevato gli occhi come a dire "e a me che me ne frega? Mica volevi offendere me!" e la storia è finita lì. Il succo è che, concretamente, quel termine lì, nella mia bocca, vale quanto il termine "bifolco". Una cosa è il termine utilizzato per offendere gli omosessuali, o "bifolco" per offendere chi bada al bestiame. Altra cosa, a migliaia di anni luce di distanza, è quando - in una comunità dove il termine è fondamentalmente neutralizzato e reso scevro da qualunque discriminazione - lo si utilizza con un significato (implicitamente) concordato che non offende nessuno).
L'aneddoto per corroborare il discorso del: "non con puntiglio, ma flessibilità bisogna valutare i significati delle parole e delle azioni" e - temo, magari - per creare un bel pregiudizio nei miei confronti che invaliderà a priori ogni mia argomentazione.

Tornando alla canzone: anche in questo caso, oltre a stabilire che la canzone parla di un amore omosessuale, renderla icona dell'amore omosessuale, o smontarla pezzo per pezzo per giungere alla conclusione che non è adatta a rappresentarlo, mi paiono atteggiamenti parimenti superflui.
O, più schiettamente, mi pare militanza capricciosa.

Tralascio - perché non conta a niente - il fatto che a me la canzone non piace poi tanto (il che non significa "fa schifo", soltanto significa che "non fa per me"). Il testo è la parte che più mi piace, ma manco per il contenuto, perché mi pare scritto in maniera fluida.

Detto ciò - non so se mi sono spiegato.
Su internet, ogni frase suona aggressiva, ma se sono parso tale, non era quella la mia intenzione.
Ma soprattutto: mi appunto sul petto la stellina della prolissità.
(Scrosci di applausi a cascata!)

F.

FINE SECONDA PARTE

Alessandro Paesano ha detto...

Ciao F.
Prima di tutto grazie del tuo commento e scusa per il ritardo con il quale ti ho risposto!

Sollevi molte questioni tutte molto interessanti.

E quel che dici per me è prezioso perchè mi aiuta a capire quanto arriva

di quello che cerco di dire nei miei post e quanto no. Vediamo di

affrontarne almeno qualcuna.

La questione linguistica.

Nel tuo aneddoto con l'amico al quale dai del frocio tu dici

non molto tempo fa, uscendo con due amici, di cui uno
omosessuale, mi scappò di "offendere" l'altro chiamandolo "frocio".


La parola "frocio" di per sé non è offensiva.
Perchè a essere froci non c'è nulla di male.
Diventa offensiva in bocca a chi pensa che l'omosessualità sia qualcosa di negativo.

Quando si dà del frocio a qualcuno non ci si riferisce all'orientamento sessuale della persona la si vuole offendere e basta.

Si pensa cioè che dare del frocio sia offensivo.
Si ritiene che Frocio sia un insulto di per sé e lo si dice a chiunque.
Infatti tu lo hai detto al tuo amico etero perchè lo volevi offendere non perchè credevi fosse davvero gay.

Pensare che non lo hai offeso davvero perchè lui frocio non è, non coglie il punto dell'offesa.

Se dai della mignotta a una donna quella mica non si offende perchè lei mignotta non è...

L'uso della parola frocio indica un odio verso le persone omosessuali non perchè si dà del frocio a chi lo è (a meno che non aggiungi un aggettivo negativo, "sporco" frocio, frocio "di merda"...) ma perchè si usa la parola frocio pensando sia un insulto.

E' in quello che è sbagliato. Usare una categoria di persone pensando sia un'offesa.

Io sono frocio.
Se mi chiami col mio nome non mi offendo certo.

Sei tu che con quella parola credi di offendermi.

Questo la dice lunga sul potere delle parole e su quanto impattano o non impattano la realtà.

Una sola parola si porta dietro un odio verso una categoria di persone un odio del quale non siamo sempre consapevoli. Perchè si usa frocio come offesa senza pensarci.
Il problema sta tutto lì.

Se tu dici al tuo amico etero frocio per offenderlo stai usando un frasario omofobo anche se so perfettamente che con quell'espressione non credi di stare esprimendo odio nei confronti dei gay ma stai solo
offendendo il tuo amico ma è proprio lo scarto tra quello che pensi tu e il significato implicito delle parole che usi il pericolo insito nelle parole, in tutte le parole, che dobbiamo usare sempre con molta accortezza.

Certo un conto è se tu dai del frocio privatamente a un tuo amico un conto è se lo scrivi su facebook o su altro luogo virtuale o reale pubblico.
Ma la matrice omofoba è la stessa.

Nei miei post io parlo sempre di canzoni di articoli di giornale e di vignette mai dei discorsi privati tra amici.

Non che l'omofobia in quel contesto non ci sia ma quel contesto privato come spieghi bene tu, ne delimita i danni.

(segue)

Alessandro Paesano ha detto...

Infine dire frocio non è come dire bifolco.
Perchè bifolco ha un significato traslato al di là di quello letterale, significa una persona rude, grezza, poco educata.

Quindi quando dai del bifolco a qualcuno lo stai accusando di una cosa ben precisa cioè di essere cafone.

Ma di che cosa accusi qualcuno quando gli dai del frocio?
Ci sono due risposte possibili secondo me.

1) lo vuoi offendere e basta

2) lo vuoi offendere perchè quella persona non rispecchia gli stereotipi di genere.

Uno "è" frocio perchè considerato poco virile, perchè ha i capelli
lunghi, perchè veste strano etc etc.

Ed ecco che la parola frocio si fa espressione di una mentalità
maschilista e patriarcale.

Di nuovo guarda quanto potere ha una sola parola.

Naturalmente qui non c'entra l'educazione o il politicamente corretto.
C'entra il significato delle parole quello che ogni parola porta con sé.

A me danno fastidio i discorsi maschilisti contro le donne e quelli razzisti eppure io non sono né donna né nero...

Per lo stesso motivo credo che usare la parola frocio come una offesa debba dare fastidio a tutti e tutte.

In una società civile esiste la solidarietà (di classe) che ci fa alzare e dire no quando una parola ci sembra sia usata in maniera sbagliata anche se non ci riguarda direttamente.

A nessuno piace sentirsi dire che è omofobo. Purtroppo spesso pensiamo di non esserlo e non ci rendiamo conto che lo siamo anche senza volerlo...

2 L'asimmetria di genere

Tu dici Non è "asimmetria di genere" dire "la Tatangelo"
(tecnicamente lo è, ma mi si dia un minuto per spiegarmi meglio!): se uno chiama qualcuna "la Tatangelo" o "la Fornero" o "la Giacomini" o che altro, semplicemente mette un articolo davanti a un cognome femminile, non per questo sta affermando che esistano o debbano esistere due modelli di comportamento diversi in base al sesso della persona (e.g. asimmetria di genere nel mercato del lavoro).



Asimetria di genere è un'espressione usa Alma Sabatini nel libro il sessismo nella lingua italiana edito dal Senato della Repubblica italiana nel 1986.
Per asimmetria di genere qui si intende il fatto che si dice solamente la Tatangelo e mai il berlusconi.

E si usa dunque una asimmetria di genere, cioè si usa una specificazione solo per il sesso
femminile dando per scontato che di specificare quello maschile non c'è bisogno perchè il sesso maschile è per così dire quello di default.

Quando diciamo La tatangelo volgiamo discriminare?

No, quasi mai.
Lo facciamo perchè è una consuetudine linguistica.

Ma ciò non toglie che sia un uso sbagliato della lingua italiana.


Tu affermi che Non c'è un filo diretto tra una prassi linguistica consolidata e insignificante, e le disuguaglianze fra sessi in società. (Credo io).

Purtroppo questo è un argomento molto controverso.
C'è fior fiore di bibliografia ad avvallare la tua tesi e quella contraria.

Io credo che gli usi linguistici siano espressione della mentalità della società. E che se c'è influenza è una influenza reciproca.
E siccome non costa niente a usare un lessico e una grammatica meno
sessiste sminuirne la portata anche in buona fede come fai tu (che nella argomentazione dai per scontato che usare l'articolo "la" sia insignificante) è segno di una resistenza alla lotta al sessismo e una forma di sessismo esso stesso.

Poi cancellando l'uso del "la" non si risolve certo la sperequazione delle donne in campo lavorativo.

Un male maggiore però non ne giustifica mai uno minore...

(segue)

Alessandro Paesano ha detto...

Infine su Jenus tu dici : non è pensabile che tutti coloro che creano qualcosa per poi darlo in pasto al pubblico si pongano l'obiettivo di essere educativi (o altrimenti di non essere diseducativi); talvolta basta
intrattenere, senza essere seri, senza che il proprio lavoro sia denso di significato.


Convengo con te che l'intenzione di molti non è quella educativa ma
siamo sempre responsabili di quello che diciamo o scriviamo e ogni cosa che diciamo o scriviamo fa propaganda, sotterranea e implicita, a una precisa scala di valori.

Non esiste il pensiero neutro. A meno che non siamo puramente
descrittivi.

Alessandro Paesano è alto 171 cm e pesa 109 chili.

Ma se già dico Alessandro Paesano è molto grasso oppure
Alessandro Paesano mangia troppo non sono più neutro perchè interpreto o giudico e desumo il noto dall'ignoto.

Parto dal dato nudo e crudo e pretendo di mantenere la stessa neutralità anche quando desumo e giudico...

Una battuta leggermente denigratoria non denota sessismo,
razzismo, o altro
.

Io credo che invece accada sempre anche quando non si ha l'intenzione di farlo.

Non chiedo alla vignetta di Jenus di essere educativa critico la vignetta di Jenus perchè diffonde una ideologia maschilista, che invece di criticare il papa per le sue idee crede di criticarlo facendone un frocio represso un frocio che è frocio perchè usa il dildo, secondo un cliché maschilista e omofobo come ho spiegato a sufficienza nel post.

Infine c'è qualcosa che mi sta stretto nel tuo modo di riassumere la mia critica alla canzone di Sanremo quando tu poni la questione nei termini di oltre a stabilire che la canzone parla di un amore omosessuale, renderla icona dell'amore omosessuale, o smontarla pezzo per pezzo per
giungere alla conclusione che non è adatta a rappresentarlo, mi paiono atteggiamenti parimenti superflui.


Io non ho mai detto che la canzone "non è adatta" a rappresentare
l'amore omosessuale...

Primo perchè per me l'amore è amore e non esiste nulla come "l'amore omosessuale".

Secondo perchè ogni canzone parla di se stessa e non rappresenta nulla.

Si propone come un modello identificativo tra me ascoltatore e se stessa.
Il "non essere adatto" non è tra la canzone e l'amore omosessuale
ma tra la canzone e me ascoltatore che non mi posso identificare
positivamente in quella canzone perchè per farlo devo scappare di casa e rimanere da solo (almeno così è nel video e io nel mio post, a cominciare dal titolo, analizzavo il video non la canzone e basta).

Questo perchè credo che ogni mezzo di comunicazione di massa contribuisca all'immaginario collettivo che serve a ognuno e ognuna di noi per creare una immagine di sé tramite la quale interagire e "presentarsi" al mondo.

Non dico che lo scopo delle canzoni sia quello ma quello è anche l'uso che ne facciamo.

La mia critica nasce proprio da questo particolare punto di vista.

Anonimo ha detto...

Alcune riflessioni...guardando "Brokeback Mountain" ho pensato...è un capolavoro...è una storia d'amore raccontata magistralmente...in molti l'hanno capito...e sono entrati nella storia...così come quando un gay vede un capolavoro al cinema che racconta un tormentato amore etero. La canzone di Rubino è una canzonetta...come altre...gradevole...forse un po' paracula...ma considerata la giovane età del cantante...il palco su cui l'ha presentata (lo stesso in cui solo pochi anni fa si cantava "Luca era gay") e il paese in cui viviamo...non la trovo affatto disdicevole, per non trovandola un capolavoro. Sentire i miei nipoti che la canticchiano insieme a mamma e papà...magari facendo domande sul testo...mi fa pensare...che se le nuove generazioni...e gli anziani...si abituano a vedere in tv, per strada, nelle canzoni, nei libri, al cinema...tutto questo come naturale (una delle possibili sfaccettature della natura umana)...va a finire che non ci faranno più tanto caso...come succede in molti paesi esteri d'altro canto...! Una canzone non può racchiudere tutte le storie d'amore...a me piace semplicemente sentirla cantare...e sentire che ha fatto riflettere...e cmq su dai...la canzone lascia intendere..."Ciao Ciao se non vi sta bene..." cioè che si è disposti a tutto perchè "puliti" e a posto con la propria coscienza...Inoltre trovo davvero bello che "Amami uomo" sia detto da un uomo...quante canzoni dedicate alla donna, al corpo di donna, con la parola donna...questa canzone vuol dire qualcosa in più forse...vuol dire...amami...UOMO...e cioè...voglio l'amore di uomo...il desiderio non solo fisico di un uomo ma anche la fierezza e tutte le caratteristiche di un amore maschile...! Ognuno fa quel che può nella stessa direzione...Ferro ha scritto per anni testi d'amore pensando ad un uomo e si è rivelato all'apice del suo successo...non ci lamentiamo sempre...non siamo tutti uguali...a qualcuno può arrivare molto più forte un messaggio da questa canzone delicata...che mille urla e parate...non esiste solo un modo per far comprendere...

Alessandro Paesano ha detto...

Ecco vedi io il film di Ang Lee l'ho detestato...

Mi sembra che tu proponga una lettura critica diversa dalla mia. Tu dici, pi o meno, basta che se ne parli, io invece analizzo come se ne parla. Ne derivano due azioni politiche diverse.
Ma io non mi lamento, faccio esercizio di critica che è ben altra cosa, come ho spiegato nel post. Se qualcuno ha scritto che questa canzone è un alto esempio di cultura gay avrò anche diritto di dire che ha detto una cazzata, no?

Anonimo ha detto...

Ho ben inteso (credo) ciò che scrivi e apprezzato la tua lettura critica...personalmente sono più vicino al tuo pdv che a quello di chi l'ha descritta come alto esempio di cultura gay...l'avevo sentita e non mi aveva colpito...ieri la cantava in macchina mio nipote di 7 anni...e ha cominciato a fare domande...il padre e la madre la cantavano con lui...e hanno risposto alle domande in maniera insperabile...tranquillissima e naturale. Questo mi ha colpito...e mi ha fatto riflettere...qualcosa che io in primis avevo trovato superficiale trovata mediatica...forse è stata spunto di riflessione e dialogo sull'argomento per qualcun'altro...inevitabilmente (visto che questo qualcun'altro è la mia famiglia) ben potrai comprendere che sia giunto alla conclusione che trovata mediatica o no, pezzo banale e poco rappresentativo o grande esempio di cultura gay...poco importa...se è stato spunto di riflessione e dialogo sull'argomento anche solo per una famiglia. Non volevo fare una lettura critica...eri già stato tu esauriente...volevo solo raccontare un episodio e le considerazioni che ne erano scaturite in me...Grazie della risp!

Anonimo ha detto...

Mi piace che durante tutto il pippone usi la parole "froce" (al femminile!) per denigrare ulteriormente i gay che non la vedono come te. Complimenti!

Alessandro Paesano ha detto...

mio caro anonimo o mia cara anonima che io usi il femminile e dia delle froce alle mie amiche non è certo per scopi denigratori E' un vezzo, una forma di autoironia se vuoi, visto che anche io sono gay e dunque frocia. Mai pensato che dare del frocio o della frocia a qualcuno sia un insulto...

honi soit qui mal y pense

Remo ha detto...

A me invece è piaciuto "Brokeback Mountain", senza amarlo (perché non ho mai amato alcun film), ma mi è sembrato fatto bene. Bisogna sempre capire che è ambientato nell'America profonda degli anni '60, ma almeno senza i soliti cliché d'obbligo, quale l'omosessuale tutto mossettine o ammalato di AIDS (che allora non era ancora stata scoperta).

Alessandro Paesano ha detto...

Pensa che io invece l'ho odiato. Perché il film si svolge nell'arco di 20 anni (durante i quali c'è Stonewall..) e perchè il personaggio biondo ammette di amare l'altro solo dopo che lo hanno probabilmente ammazzato. Classica sublimazione cattolica dell'amore che diventa dignitoso solo quando è platonico e dunque puro. E poi i cliché nel film ci sono eccome (come mostrarci chi fa l'insertivo e chi il penetrativo)... meno sfrontati e più diluiti... ma credo che quello sia davvero uno dei più brutti e inutili film a tematica, vecchi anche, fosse uscito 20 anni prima avrebbe avuto più senso..