venerdì 30 novembre 2012

Istituto Superiore della Sanità e Ministero della Salute.
Tra sigle incomprensibili e dubbie gerarchie tra le categorie a rischio il nuovo report sui casi di sieropositività in Italia nel 2011.


Nel comunicato del sito del Ministero della Salute sulla campagna di comunicazione nonostante i dati pubblicati nel report dimostrino il contrario che non ci sono categorie a rischio ma comportamenti a rischio il ministero rispolvera le pericolose e discriminatorie categorie, stilando un elenco così disomogeneo da rasentare il ridicolo.
La campagna si rivolge alla popolazione generale e in particolare alle categorie con comportamenti ritenuti a maggior rischio:
adulti,
migranti,
MSM (uomini che fanno sesso con uomini),
giovani,
donne.
Il neretto è mio.

Una comunicazione allucinante e allucinatoria.

Le categorie indicate non identificano comportanti a rischio (nonostante lo si affermi  categorie con comportamenti ritenuti a maggior rischio) perchè, tranne una, non rimandano specificatamente a comportamenti sessuali a rischio di contagio.

Si limitano a descrivere e dividere la popolazione di persone sieropositive (quindi non le persone più a rischio di diventarlo ma le persone che nel 2011 lo sono diventate) così come sono desunte dai dati del Report dell'ISS impiegando categorie asimmetriche prese da diversi bacini semantici tra di loro incompatibili o contraddittori o che si sovrappongono. Infine, scelte con uno sguardo discriminatorio.


Adulti. Solo uomini. Perchè non ache adulte no? Perchè le donne sono una categoria a sé, l'ultima in ordine di elenco?

Perchè si distingue tra uomini adulti e donne in generale? 

Le donne non sono forse, anche,  adulte?

Quale informazione si vuole dare con questa diversificazione?

Soprattutto quale comportamento sessuale a rischio identificano?


Migranti. Distinzione razzista. Nel comunicato stampa pubblicato dall'ISS si legge che

Nel 2011 quasi una persona su tre diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera.
L’incidenza è di 3,9 nuovi casi HIV per 100.000 italiani residenti e 21,0 nuovi casi HIV per 100.000 stranieri residenti.
Messo così questo dato allarma è inquieta perchè sembra che  il numero di stranieri che è sieropositiva sia di 5,38462 volte superiore a quella di Italiani residenti (magari ci sono italiani che risiedono all'estero... boh).

Nel Report disponibile online pubblicato dall'ISS si legge invece che il numero di stranieri sieropositivi diagnosticati nel 2011 sono 951, mentre il numero di italiani (residenti) sieropositivi diagnosticati è di 2.644.

Ma com'è possibile? Magia dei numeri!

Se impostiamo a 100mila la base per indicare la percentuale di sieropositivi tra italiani (60 milioni di abitanti) e gli stranieri (4 milioni di abitanti) gli stranieri sieropositivi sembreranno molti di più e, in proporzione, lo sono: su 4 milioni di stranieri presenti 951 sono sieropositivi ma gli italiani (residenti) sieropositivi essendo 60 milioni sono come numero molti di più 2644.

Al di là dei numeri  e delle percentuali la maggiore incidenza di sieropositiviti nella popolazione straniera non è da collegare alla mancanza di informazione e di controlli sanitari?

Allora la categoria Stranieri del Report indica un dato sociologico non medico.

Eppure questi dati dovrebbero indicare per definizione stessa del comunicato del Ministero i comportamenti a rischio non le categorie socialmente più colpite.

in particolare alle categorie con comportamenti ritenuti a maggior rischio.

Comportamenti a rischio.

Cioè comportamenti sessuali.

Nel Report, infatti, a differenza che nel comunicato stampa dell'ISS così come nel comunicato del Ministero della Salute sulla Campagna di comunicazione per la lotta contro l'Aids 2012-2013, che non ne fanno menzione, si legge

Dalla metà degli anni ’80 a oggi la distribuzione delle modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento:
la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva (Injecting Drug User - IDU) è diminuita dal 76,2% nel 1985 al 4,7% nel 2011,
mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale.


MSM (uomini che fanno sesso con uomini).
Ma una volta non si chiamavano omosessuali? No, Il termine, asettico, indica la pratica sessuale senza prendere in considerazione l'identità sessuale dei medesimi. Sono uomini ciò che fanno sesso con altri uomini a prescindere se loro si identificano come eterosessuali bisessuali od omosessuali.

Da notare che nel grafico generale delle percentuali negli anni in base alle pratiche a rischio del report dell'ISS del 2009 MSM era stata tradotta con approssimazione ma buon senso comunicativo con contatti omo\bisessuali;




Nello stesso schema del  report di quest'anno si è tornati alle categorie anglofone nel caso di IDU e MS di meno immediata comprensione ma non nel caso di rapporti eterosessuali rimasti in italiano.




Allora, di nuovo, questa disomogeneità e asimmetria semantica dei sostantivi scelti per indicare comportamenti a rischio (quando si tratta, tranne l'MSM, di categorie di persone e non di comportamenti) cosa mi vuol dire?

Che informazione mi vuole dare?

E perchè l'unica categoria che fa riferimento esplicito a un comportamento sessuale, tra l'altro generico, senza entrare nello specifico delle pratiche sessuali, è scelto da un lessico scientifico non conosciuto ai più della popolazione (anche io che non mi considero un novellino anche se ho ancora molto da imparare non avevo mai letto l'acronimo MSM)?

Davvero gli uomini che fanno sesso con uomini hanno più probabilità di contrarre il virus dell'hiv degli uomini che fanno sesso con donne?
No, perchè nel comunicato stampa che annuncia il report dell'ISS si legge che rispetto agli uomini sieropositivi
La principale via di trasmissione del virus sono i rapporti sessuali non protetti (il 78,8% di tutte le segnalazioni) di questi 45,6% in rapporti eterosessuali 33,2% in rapporti omosessuali.
Allora queste cinque categorie indicate nel comunicato di annuncio della campagna di informazione e sensibilizzazione contro la diffusione dell'hiv SONO MENDACI.

E il comunicato stampa è scritto (coi piedi) in maniera pregiudizievole confondendo piani e categorie sociologiche con presunte categorie a rischio.

Nel Reportsi trova nelle note la fonte di questa mentalità quando si spiega come:
è necessario ricordare che, come già avviene per l’AIDS, la modalità di trasmissione viene attribuita secondo un ordine gerarchico che risponde a criteri definiti a livello internazionale.
Ogni caso è classificato in un solo gruppo.
I soggetti che presentano più di una modalità di esposizione vengono classificati nel gruppo con rischio di trasmissione più elevato (in ordine decrescente di rischio: uso iniettivo di droghe, MSM, eterosessuali) (report pag. 5)
Dunque il Report si conttradice perchè afferma che i MSM hanno un rischio di trasmissione più levato degli eterosessuali, mentre i dati riportati dicano il contrario /di questi 45,6% in rapporti eterosessuali 33,2% in rapporti omosessuali).

La fonte di questa gerarchia è, come riportato in nota, Il Centers for Disease Control and Prevention - CDC. Antiretroviral Postexposure Profylaxis after
sexual, injection-drug use, or other nonoccupational exposure to HIV in the United States. MMWR 2005;54(RR02):1-20.

Che si riferisce alla popolazione degli Stati Uniti nel 2005!
Una gerarchia che non so se essere attendibile allora ma che sicuramente non riflette più la situazione attuale italiana né oggi ne allora (già nel 2005 le persone eterosessuali erano più contagiate di quelle omosessuali).

Dunque queste 5 categorie sono ridonanti e non danno informazione alcuna.

Gli MSM sono adulti, giovani e possono essere anche Migranti.

Gli Adulti, i Giovani e i Migranti possono essere MSM o MSF (per coerenza lessicale invento questo acronimo...).

Le Donne possono essere Giovani Adulti(e) Migranti eterosessuali e Non [l'eventualità di trasmissione dell'hiv da donna a donna in un rapporto sessuale è contemplata nel Report anche se in percentuali bassissime: “rapporti sessuali tra femmine”(femmine che fanno sesso con femmine) in 2 casi] .

Insomma un gioco lessicale delle tre carte confusionario e che non porta a nulla.

Chi confonde quando fa informazione commette un crimine.

E stiamo parlando dell'uffici stampa dell'Istituto Superiore della Sanità non di un organismo qualsiasi.


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