mercoledì 11 giugno 2014
Alessandro Gilioli scrive contro lo spot della Findus senza averci capito niente
Deve averlo ascoltato proprio male Alessandro Gilioli lo spot della Findus se dinanzi la banalità del coming out, così come è presentato nello spot, non trova meglio di lamentarsi (sul suo blog sull'Espresso) che i froci non si vedono (mi auguro per lui che Gilioli sia gay altrimenti quell'epiteto se lo dovrebbe proprio rimangiare) o che non si baciano.
Altrimenti verrebbe da pensare che Gilioli dinanzi l'omosessualità sia obnubilato dal sesso e quando sente parlare di ragazzi che si amano (mai le donne...) pretende che si bacino.
Che poi lo rinfacci a uno spot dove i volti non si vedono la dice lunga sulla pretestuosità del suo post che usa, senza davvero notarne l'importanza e la posizione avanzata, la pubblicità della Findus per una lamentatio anche condivisbile se a farne le spese non fosse il primo spot da sempre che rende il coming out qualcosa di quotidinano, normale, familiare, da chiacchiericcio durante la cena, non percependo il portato di questo modo di presentarlo.
Certi giornalisti italiani sono proprio incorregibili continuano a ripetere l'unica cosa che credono di avere capito (sneza avere in realtà capito nulla) distorcendo la realtà che hanno intorno pur di confermare un ego inarrestabile che non si ferma nemmeno dinanzi uno spot importante pur di poter dire IO IO IO.
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