Non tanto del problema etico che vien subito sviscerato nei commenti che, in pieno stile faccialibro, si distinguono nettamente in favorevoli e contrari - sui quali torneremo tra poco - ma dall'articolo pubblicato su Today che mi sembra capzioso e insinuante.
L'annuncio è vero e qui potete leggerlo in originale.
Il testo originale dice
Je suis une jeune maman en pleine santé, infirmière de formation, 29 ans, et loue mes seins pour l'allaitement de nourissons.Ben diversamente dal riassunto spacciato per testo originale (visto che viene virgolettato e dunque riportato come testo diretto) dalla redazione di Today
Je suis sur la région parisienne, me déplace. Et en une journée je propose jusqu'à une dizaine de prises pour votre bébé.
Les couples d'hommes homosexuels n'ont pas la chance de pouvoir allaiter leur bébé, or l'allaitement permet aux bébés d'être en meilleure santé. En effet le lait maternel fournit des nutriments complets.
Me contacter via le site.
Non sérieux s'abstenir.
che naturalmente vuole fare sensazionalismo ma anche gettare una cattiva luce sull'omogenitorialità. «Sono una giovane mamma in piena salute, infermiera di formazione, 29 anni, e affitto i miei seni agli omosessuali per allattare i loro neonati»
L'articolo dice che L’episodio ha alzato un polverone di polemiche insinuando, senza dirlo, che lo scandalo, l'innaturalezza della cosa sia legata all'omogenitorialità che apre un nuovo mercato nel quale c'è chi pensa che la donna in questione sia la sfruttatrice (visto che chiede 100 euro al giorno) o sia invece la sfruttata, da chi si può permettere 3000 euro al mese (2500 in realtà visto che la tariffa settimanale è di 500 euro).
Il problema viene così subito spostato sui due assi donna che vende e uomini gay che comprano offuscando il vero problema in questione, come riporta il fatto quotidiano.
Al di là dei giudizi morali (che stanno fioccando su diversi siti francesi), esistono pure problemi giuridici. Perché il codice francese di salute pubblica (articolo L2323-1) proibisce esplicitamente di vendere latte materno. L’Associazione francese dei lactarium (le banche del latte materno) e la Società francese di neonatologia hanno messo in allerta i genitori dei neonati “sui rischi legati allo scambio di latte materno fra madri”, sottolineando che “si sconsiglia vivamente di utilizzare latte che non sia stato stoccato presso un lactarium”, con i controlli previsti in questi centri. Nonostante tutto questo, però, e-loue.com non ha ancora eliminato il suo annuncio. Vendesi, ancora, latte materno.Un problema legale ed etico.
Il fabbisogno di latte materno è tale da avere indotto la creazione di banche del latte materno proprio come le banche del sangue, dove il latte vien raccolto e distribuito gratuitamente seguendo una profilassi igienica e dei controlli medici del caso.
Perchè anche se non è affatto vero come riporta Today che spesso il latte materno può contenere virus e altri batteri (tra l'altro implicando che il virus sia un batterio... cosa che naturalmente non è vera...) è vero che il latte materno di una donna malata può non essere sano e va dunque controllato proprio come si controlla il sangue (e non ci sono sono le malattie veneree anche un sangue al colesterolo è un sangue non utilizzabile...).
Ora se in Francia la legge dà diritto anche alle coppie dello stesso sesso all'adozione anche le coppie omo genitoriali hanno diritto di accesso alla banca del latte.
Se così non fosse bisognerebbe denunciare la discriminazione.
Dunque il fatto che questa donna invece di donare il proprio latte alla banca decida di ricavarne un vantaggio lucrativo, oltre che illegale, è anche immorale e aprirebbe la strada a un mercato del sangue e degli organi.
Così che chi può permettersi 100 euro al giorno (se non più) ha il latte e chi non ce li ha si attacca.
Insomma non proprio qualcosa di democratico e di uguale per tutti.
Il problema ha poco a vedere strettamente con l'omogenitorialità che rientra tra i casi di bebè che hanno bisogno di latte umano e che non ne hanno dalla propria mamma perchè magari ne ha poco o non ne ha per niente, o perchè è morta, o perchè è una mamma adottiva e dunque lei latte non ne ha o perchè la famiglia adottiva ha due papà e nessuna mamma (ma poco sarebbe cambiato anche se ci fosse stata una mamma lei non avrebbe lo stesso potuto allattare).
Insomma un argomento facilmente strumentalizzatile per mettere in cattiva luce l'omogenitorialità. Ci sarebbe di che protestare.
Invece, purtroppo, sulla pagina di faccialibro, la discussione prende un'altra piega.
Accanto a chi c'è chi non ci trova niente di male e accusa di moralismo chi ha da ridire ma viene subito rimesso al suo posto da chi fa notare quali sono gli elementi di scandalo...
perchè faccialibro non ti invita a riflettere ma a schierarti pro o contro.
ci sono le risposte di Giuseppina La Delfa che mi feriscono per il loro portato etico e politico e per la visione del mondo che, se non traviso, ne emerge.
Ora le risposte di Giuseppina sono dettate dall'esasperazione di chi quotidianamente si deve difendere dagli attacchi di chi critica le sue scelte di donna lesbica e madre, ma dalla presidente di una associazione di famiglie omogenitoriali mi aspetto risposte più diplomatiche e meno infelici.
Risposte che vadano al di là di una categoria che si pretende di proteggere e che invece così argomentando si finisce involontariamente con il danneggiare, e mettano al centro le vere questioni senza dover difendere ad ogni csoto anche comportamenti indifendibili.
Intanto questa donna francese allatta i figli di qualunque coppia ne abbia bisogno non solamente i figli di quelle quelle gay. E vende qualcosa che altrimenti per legge si può avere gratis.
Giuseppina invece pur di difendere a oltranza l'omogenitorialità accetta la semplificazione, cioè che solo le coppie di due padri abbiano bisogno del late materno perchè non ci sono donne, in barba a tutte le mamme che per mille motivii non possono allattare, e accetta che un bene di tutte e tutti già disponibile tramite il sistema sanitario francese venga invece immesso nel mercato come bene voluttuario e che la donna in questione abbia il diritto a vendere il proprio latte in nome di un generico diritto di disporre come vuole del proprio corpo.
Pur di difendere quello che lei crede di stare difendendo cioè il diritto di ogni coppia ad avere una prole, Giuseppina arriva a paragonare il latte materno a una Ferrari.
Arriva ad affermare il falso cioè che il latte materno non è migliore di quello artificiale (affermazione mendace basta consultare il sito del ministero della salute) e, soprattutto, equipara il diritto di disporre del proprio corpo al diritto di metterlo sul mercato.
Come se il diritto fosse solo quello mercantile di vendere e di comprare.
Una affermazione talmente infelice della quale sono sicuro Giuseppina si sia pentita subito dopo averla scritta ma che rispecchia però la superficialità con cui, da un lato facebook ci induce a non pensare, dall'altro difendiamo il nsotro operato senza avere una salda posizione etica e politica che, proprio in quanto categoria discriminata, dovremmo avere per vocazione.
Purtroppo non è così.
Giuseppina La Delfa appartiene a una categoria di persone discriminate che ha solamente nel denaro la forza di alleviare parte di questa discriminazione e invece di spiegare come sia doloroso per tutti e tutte dover ricorre alle cure estere assai costose perchè la legge 40 non permette l'accesso alla fecondazione eterologa nemmeno alle coppie etero, invece di fare politica e denunciare una legge patriarcale che colpisce tutte le donne non solamente quelle lesbiche, difende l'indifendibile cioè il potere di acquisto del denaro come strumento di autoaffermazione.
In barba a chi 3mila euro al mese per allattare un figlio o una figlia non li ha.
Questo scivolone infelice dimostra ancora una volta come non basta essere parte in causa, non basta essere una coppia omogenitoriale, non basta essere colpiti dalla discriminazione per poter essere delle persone esperte, né tanto meno per essere le presidenti di un'associazione che, stando così le cose, non fa certo informazione, non fa politica nel senso alto del termine, ma porta avanti interessi corporativisti che qualcuno, per quanto artatamente, troverebbe facilmente sussumibili a quelli di una lobby.
C'è del marcio non solo Danimarca ma anche in Francia e in Italia...
2 commenti:
che in Francia fosse vietato non lo sapevo, ne' so molto di allattamento e maternità, ma che la vendita del proprio latte sia una pratica immorale, davvero, è un'affermazione che mi fa rabbrividire, tanto più che proprio in Francia chi vule allattare con latte materno e non ne ha di proprio può appunto usufruire di un servizio pubblico, compresi i genitori omosessuali
l'altra cosa che avrei evitato è l'attacco frontale a Giuseppina che ha legittimamente e semplicemente espresso una sua condivisibile opinione, ma mi rendo conto che cinque minuti di protagonismo possano ben valere una sgraziata operazione di questo genere
Marco Volante
Tanto più?
Che vuol dire tanto più?
Questa donna non ha donato il sangue alla banca del latte. Lo vende.
O pensi che chi lo dà alla banca del latte viene pagato?
E' lo stesso discorso che si fa per il sangue.
Lo si dona gratuitamente lo si riceve gratuitamente.
Quindi invece di tanto più io dire che l'espressione corretta sia "piuttosto che".
Io ho criticato delle affermazioni di Giuseppina, che considero negativamente come ho spiegato nel mio post.
Se credi che accusare me di cercare notorietà (?!) serva a controargomentare le mie critiche (si tratta di critiche non di attacco frontale), giuste o sbagliate che siano, ti sbagli di grosso.
Piuttosto lascia pensare che sei a corto di argomentazioni...
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