tag:blogger.com,1999:blog-4524256589862343422.post4827918213563666554..comments2023-12-19T23:16:25.247+01:00Comments on Elementi di critica omosessuale: La lotta all'omofobia: quando è pavida non ottiene risultati. A proposito di una intervista al padre di Ivan Scalfarotto presidente dell’Agedo Foggia pubblicata su Stato QuotidianoAlessandro Paesanohttp://www.blogger.com/profile/14336274134777651920noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-4524256589862343422.post-71454083237795325882012-01-20T00:40:34.663+01:002012-01-20T00:40:34.663+01:00Ciao Gabriele.
Intanto grazie per avermi rispost...Ciao Gabriele. <br /><br />Intanto grazie per avermi risposto. Lo apprezzo molto.<br /><br />Mi dispiace che leggendo il mio post tu abbia potuto pensare che abbia dato del pavido a Te. <br /><br />Come saprai meglio di me, critico l'idea e non la persona.<br /><br />Ho dato del <i>pavida</i> alla lotta politica che tu intraprendi (almeno da come l'ho capita io leggendo la tua intervista) perchè mi sembra che nel denunciare lo stigma omofobico non individui le cause nello Stato e nella Chiesa, o nel maschilismo ma solo nel "Mondo" che per me è un po' generico e che non vuoi pestare i peidi a nessuno... (ed ecco spiegato l'uso di quell'aggettivo). <br /><br />Così come non ho detto che sei "incompetente", non mi permetterei mai! <br />Cercavo di esprimere un'altra idea. <br />Cioè che il fatto che sei padre di un figlio gay non ti dà automaticamente la <b>competenza politica</b> per fare una efficace lotta contro l'omofobia. E la "competenza" non la dà nemmeno l'omosessualità <i>di per sé</i>. <br />Anzi è proprio questo il punto. <br />Non basta essere "parte in causa" per fare una buona lotta politica. <br /><br />Per esempio.<br />A me sta stretta l'espressione <i>genitore di omosessuali</i>. <br />Tu sei genitore. <br />Punto. <br />L'omosessualità non è <i>di per sé</i> qualcosa che ti qualifica come genitore con un "problema speciale" (come puà essere che ne so, la droga o una malattia). <br />Io credo che la testimonianza che tu dovresti portare come genitore non è quella di <i>genitore di figlio gay</i> ma genitore di figlio DISCRIMINATO.<br /><br />Finché dirai <i>genitore di omosessuale</i> un po', mi sembra, lo stigma continui a portartelo addosso e a riversarlo anche su tuo figlio. <br /><br />Dal mio punto di vista di figlio (non <i>omosessuale</i>, figlio e basta) che mio padre e mia madre non mi accettino per il mio orientamento sessuale non mi rende diverso da quei figli i cui genitori non accettano l'orientamento politico, la professione che hanno scelto, il tipo di vita che conducono, etc etc ... <br /><br />Ci sono mille altri motivi per cui un genitore fa piangere il figlio e non è con lui... e l'orientamento sessuale non è un motivo diverso dagli altri motivi per cui un genitore "abbandona" il figlio o lo caccia di casa, o lo vessa, o lo mena o arriva ad ucciderlo. <br />C'è la stessa radice di intolleranza, di patriarcato, di paternalismo, di mancanza di rispetto...<br /><br />Finché continuiamo a vedere gli attriti tra padre e figlio per l'orientamento sessuale come una cosa che <i>fa la differenza</i> non credo che l'omosessualità sia davvero accettata come una opzione di pari dignità.<br /> <br />Mi fa piacere che non pensi che ti volessi offendere perchè infatti non è così. Non fa parte del mio stile offendere la persona, tanto meno con lo scopo di criticarne le idee. Tra l'altro denuncerebbe che ho poche argomentazioni critiche... <br /><br />Infine non credo di avere confuso i ruoli. Ho anche scritto nel titolo del mio post che sei di Agedo. Se ho menzionato Arcigay è perchè facevo un paragone tra il punto di vista espresso nella tua intervista (che secondo me è fermo ai problemi di accettazione e non menziona la discriminazione, i diritti mancati) e la campagna di arcigay nazionale che fa lo stesso. <br />Non vi confondevo, vi paragonavo... <br /><br />Come ho cercato di spiegare nel mio post credo che bisogna superare l'idea che si debba lavorare sul <i>problema dell'accettazione</i> e cominicare a denunciare le discriminazioni. <br /><br />Non dire a tutti voglio bene a mio figlio "lo stesso" (cioè <i>malgrado</i> la sua omosessualità). <br /><br />Ma dire: siccome voglio bene a mio figlio denuncio le discriminazioni che subisce in base al suo orientamento sessuale.<br /><br />Almeno questa è la mia opinione. <br /><br />Riparliamone, magari di persona.<br /><br />Grazie ancora per l'attenzione che mi hai dedicatoAlessandro Paesanohttps://www.blogger.com/profile/03883164041046176012noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4524256589862343422.post-294420311736885122012-01-19T23:25:09.985+01:002012-01-19T23:25:09.985+01:00Hai le tue buone ragioni, Alessandro Paesano.
È ...Hai le tue buone ragioni, Alessandro Paesano. <br /><br />È valida l’accusa che mi fai di non aver smentito la intervista su Stato Quotidiano, solo però dove il giornale ha parlato “del” trans. Non l’ho rettificato, e me ne dolgo: non me ne ero accorto. Quella è una notazione che a me non sfugge mai. <br /><br />E se rilascio una intervista, contribuisco quanto meno a diffondere l’idea che gli omosessuali sono normali. <br />Siamo nel paese dove ancora si distinguono gli omosessuali dai “normali”. Questa distinzione io la combatto con tutte le mie forze, in tutte le sedi.<br /><br />Mi dai del pavido e dell’incompetente che non capisce di omosessualità. <br /><br />Pavido. E perché mai? Pavido vuole dire pauroso. E di che? Se non facessi quel che faccio, chi mai saprebbe che ho un figlio gay? Sono 30 anni che Ivan non vive a Foggia. Sarebbe bastato farmi gli affari miei, frequentare il Lions Club o la Bocciofila San Michele. Io mi spendo, Alessandro, ci metto la faccia. E non per Ivan, non solo per lui. Mi espongo. Sono presente. Da quando ho costituito AGEDO Foggia, di gay, di lesbiche si parla, e se ne parla in termini non negativi. Qualcosa sto contribuendo a correggerla.<br /><br />Incompetente. In parte è vero. In parte. So di omosessualità meno di tanti omosessuali. Forse di tutti gli omosessuali. Ma certamente più di tanti papà di omosessuali. Non parliamo degli altri papà. E non dico sciocchezze: sarò incompleto se vuoi, ma quel che dico è vero. Magari c’è dell’altro, ma quello c’è. <br /><br />Tu però, di genitori di omosessuali non mi sembra che ne capisca molto di più. Ho la impressione che tu non realizzi chiaramente che i genitori di omosessuali hanno anch’essi i loro problemi. Sì, differenti da quelli dei figli, ma non per questo meno gravi. Non puoi oggettivizzare la gravità di un problema. È un fatto soggettivo. Un problema è grave nella misura in cui lo vivi male. <br /><br />Bada: non è che io giustifichi i genitori che, davanti al coming out, si domandano “proprio a me?”; non è che io li giustifichi quando si chiedono “dove ho sbagliato?”.- Io semplicemente racconto quello che succede nella realtà. Questo è quanto accade e io, quando e come posso, aiuto quei genitori a venirne fuori. Ad amare i loro figli per quel che sono, ad assecondarli nella ricerca della felicità. <br /><br />Io non faccio ARCIGAY. Io faccio AGEDO. Mi occupo di genitori. E del rapporto tra i glbt e i loro genitori. Se costoro vivono male la condizione del figlio o della figlia, il gay, la lesbica, LA trans, avranno ugualmente gli stessi problemi che paventi tu e, in più, avranno la solitudine nella famiglia di origine. Una sofferenza in più. Dolorosa. Cruenta. Tu, Alessandro, forse non ha visto ai pride, quando passiamo sul carro dei genitori, ragazzi e ragazze piangere a singhiozzi e gridare “perché il mio papà non è con voi? perché?”.-<br /> <br /><br />Tu hai ragione: come gay sono poco battagliero. Ma io non sono gay. Sono il papà orgoglioso di un gay. Ma sono il papà. E sono il papà adottato da tanti giovani, gay e lesbiche, che mi cercano. E mi trovano. E mi confidano i loro problemi di famiglia. Si sfogano. Mi consultano. Li ascolto. Li consiglio. Tratto con i loro papà, con le loro mamme. Quello è il mio posto.<br /> <br /><br />E tuttavia, sono uno di quelli che riconoscono l’alto valore simbolico e di penetrazione delle figure coreografiche “eccessive” che compaiono ai pride. Fanno bene: costituiscono terapia d’urto. E questa mia concezione la diffondo e la difendo in tutte le sedi.<br /> <br /><br />Non mi volevi offendere, Alessandro, e non mi hai offeso: hai soltanto confuso i ruoli. Hai preso una svista. AGEDO è la mia associazione, non ARCIGAY.<br /><br />Cerco di farvi star bene, almeno nelle vostre famiglie di origine. È poco, lo so, ma questo è quanto posso, e credo di saper fare. Questo è quanto voglio fare. Senza spavalderia, ma senza paura.<br /><br />Incontriamoci.<br /><br />Con grande affetto e con la massima considerazione.<br /><br />Gabriele ScalfarottoGabriele Scalfarottonoreply@blogger.com