domenica 7 dicembre 2014

Combattere le discriminazioni con una discriminazione? Sui dipendenti "solo gay" di un birrificio gayfriendly

La notizia è semplice e anche abbastanza curiosa.

Espedito Alfano, un imprenditore pugliese di 45 anni,  vice presidente nazionale del Movimento italiano del turismo birra e direttore dell’associazione Mondo Birra nata in Puglia produce da circa un un anno la birra artigianale IDEM sulle cui etichette in due colori diversi, giallo e rosso, riportano i simboli dei pianeti Marte e Venere, accoppiati a due a due.
Una etichetta criptica di non immediata lettura.


Sul sito della birra si legge
 

Le virgolette sulla sola parola diritti fa tremare i polsi perché, pur non volendo, ridicolizza i diritti. Ben diverso sarebbe stato se le virgolette fossero state poste sull'espressione "diritti gay" a indicare l'inapropriatezza di un'espressione usata per brevità di comunicazione. Non esistono infatti "diritti gay" ma solo diritti disattesi alle persone non etero.
Sul sito della birra si legge anche:
Due birre per non dimenticare che ci sono paesi dove l’omosessualità viene punita con la pena di morte;
Due birre per non dimenticare che ci sono Paese dove l’omosessualità viene curata con i trattamenti medici coatti come se fosse una malattia;
Due birre per non dimenticare che l’Italia è tra gli ultimi paesi europei in tema di diritti delle coppie di fatto.
Scopi nobili ma che non si capiscono minimamente dall'etichetta  del prodotto venduto e che non vengono certo combattuti comperando la birra.

La sensibilizzazione sociale fatta dal prodotto è infatti così blanda da ridursi a una operazione pubblicitaria, legittima, che non eccelle però in efficacia comunicativa.

Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno (che titola la birra gay" Alfano avrebbe detto (coi quotidiani il condizionale è d'obbligo)
"Noi siamo degli agevolatori di discussione: i giovani vedono l'etichetta, si incuriosiscono, vanno su Internet, si informano, parlano e questo a noi va bene, suggeriamo un tema di discussione".


Sulla pagina facebook della birra si legge un florilegio di articoli ridicoli che pubblicizzano la lotta alla discriminazione con una controdiscriminazione, illegale anche in Italia, delle persone non gay.


Da un punto di vista politico e sociologico è interessante notare come la cultura contro le discriminazioni sia una pratica che ignoriamo se pensiamo di fare davvero lotta contro le discriminazioni assumendo solo persone gay.

Nessuno se ne rende conto, nemmeno il Mario Mieli che riporta la notizia per spirito di corpo senza rendersi conto della discriminazione in atto.
A meno che non si creda che una discriminazione possa risarcirne altre...

Non mettiamo in discussione la buona fede di nessuno.
Ma troviamo sintomatico che questa buona fede creda di sollecitare il discorso contro l'omofobia rivendicando una pratica di discriminazione ridicola e illegale.

Essere gayfriendly non lo si dimostra preferendo nelle assunzioni i gay ma, casomai,  riconoscendo in azienda a tutti di dipendenti e tutte le dipendenti gli stessi diritti delle coppie sposate, per esempio...

E che nessuno se ne accorga accontentandosi del primo maldestro tentativo di sensiblilizzazione la dice lunga sul pressappochismo italiota che non risparmia nessuno. Nemmeno gli amici del Mario Mieli che saranno esperti di "cose gay" ma non di diritti della cittadinanza tutta che dinanzi a una così palese discriminazione dovrebbe gridare "al ridicolo!" e non compiacersi.



Purtroppo si pensa male e si pratica peggio.