mercoledì 26 febbraio 2014

E Dessena non si lascia slacciare.



Lui si chiama Daniele Dessena, parmense, classe 1987, e gioca come centrocampista nel Cagliari.



Domenica scorsa, durante la partita contro l'Inter, giocata a S. Siro, ha indossato i lacci rainbow, avendo aderito alla campagna di sensibilizzazione  Diamo un calcio all'omofobia Chi allaccia ci mette la faccia promossa dal sito di scommesse online Paddy Power di concerto con Arcigay e Arcilesbica Nazionale e la collaborazione della Fondazione Candido Cannavò per lo sport, con annesso hashtag che è in realtà un’esortazione: #allacciamoli che ha distribuito 4000 lacci ai calciatori e 1000 lacci alle calciatrici, oltre ad atleti del basket e della pallavolo, per dare un calcio all’omofobia.

Daniele, che non è il primo ad aderire alla campagna di sensibilizzazione, dopo la partita durante la quale i suoi lacci hanno dato nell'occhio dopo la partita ha rilasciato la seguente una dichiarazione:

Per me oggi è un giorno importante perché ho potuto dare un contributo reale ad una causa importante e in cui credo. Io ho un bambino, non sono sposato, ho una compagna ed ogni settimana faccio avanti e indietro tra Cagliari e Parma per vederli. Non mi è mai capitato nella mia carriera di incontrare giocatori omosessuali, anche se credo possano essercene. Il fatto che un calciatore come qualsiasi altra persona possa manifestare pubblicamente un orientamento sessuale differente dal mio non rappresenta alcun problema né fastidio. Dovremmo cominciare a cambiare radicalmente la nostra mentalità, realmente, non solo a parole. Sono molto felice di poter dare il mio contributo alla causa nonostante giochi in una squadra di rilevanza nettamente inferiore a quella dell'Inter.
Anche dopo questa dichiarazione è stato pesantemente insultato sulla rete (sulla pagina facebook del quotidiano sportivo CagliariCalcio1920 dove la dichiarazione era stata pubblicata).
Il tono degli insulti?

Pensa a giocare a calcio e fatti i cazzi tuoi”. Chi gli ha scritto: “Caghino”, chi : “Ma pensa a giocare itta cazzu cintrara”.

Daniele ha risposto per le rime, ma sempre cortesemente, dicendo

“Siete degli stupidi ignoranti! Pensate al vostro lavoro e non al mio! Abbiate rispetto delle scelte delle persone e ribadisco, siete degli ignoranti”.

Agli insulti ancora più pensati sono intervenuti i moderatori della pagina facebook cancellando i commenti omofobi, mentre sul quotidiano compare un articolo di dura critica (leggete i commenti, molto istruttivi...).

Ora sui faccialibro si leggono solo commenti di solidarietà a Daniele

La campagna di sensibilizzazione è stata presentata sul blog di Paddy Power in un post di Tancredi Palmeri con delle parole bellissime:

se c’è una cosa bella nel vivere in questi tempi (...) è che siamo liberi. Ma a quanto pare non siamo liberi di amare. Ed è pazzesco che uno si debba nascondere perché ama qualcuno.
Perché è ovvio quanto ancora sia tabù l’omosessualità nello sport e nel calcio.
(...) Intendiamoci: non deve essere un obbligo [fare coming out]. Ognuno deve vivere la propria sessualità [sic!] come meglio crede, può dirlo o non dirlo. (...) Il punto è: non sei costretto a nasconderti, non devi esserlo più.
Dopo le aggressioni verbali ai danni di Daniele un altro post, stavolta senza firma, ma lo stile è lo stesso, è ritornato sull'accaduto  ricordando, tra le altre cose,
Questo è quello che succede nel 2014 cari amici. Questo è il perchè abbiamo deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica e di aprire una piccola grande breccia in un muro costruito da omertà e pregiudizi.
(...)
Paddy Power ha voluto dare soltanto il calcio d’inizio, adesso bisogna remare compatti e sgretolare le troppe paranoie (chiamiamole così) che ci circondano. Non basta aderire uina volta, non basta essere finti e occasionali sponsor di qualcosa che non si percepisce fino in fondo…Mettiamoci la faccia e il cuore, affinchè questa discriminazione sparisca. E non prendiamocela solo con i tifosi del Cagliari, il problema purtroppo è molto più vasto e per sconfiggerlo servono davvero esempi come quello del numero 21 sardo! Bravo Daniele!
Sono davvero positivamente commosso, per la precisione del ragionamento, del lessico  (a parte quel riferimento alla sessualità ma è un errore che facciamo tutti ...) precisando addirittura che il coming out non deve essere un obbligo.

Ecco, persone come Tancredi e Daniele mi fanno pensare che un'altra Italia non solo è possibile, ma c'è e fa una eccellente moral suasion.

Allora facciamoci sentire, twittiamo, sosteniamo, ringraziamo, likiamo.

Zittiamo gli omofobi (e le omofobe), facciamo dell'Italia un posto migliore.