lunedì 13 gennaio 2014

Marco Pasqua (messaggero) colpise ancora: svarioni sintattitci e aggettivi poco gayfrieindly. Su un articolo sull'ennesima aggressione omofoba a Roma.

Come  ha riportato il sito del Mario Mieli
Venerdì scorso un giovane attivista dell’associazione Luiss Arcobaleno è stato aggredito insieme al ragazzo con cui stava trascorrendo la serata con insulti omofobi, calci e pugni da due turisti, probabilmente russi, su Ponte Garibaldi.
I giornali hanno ripreso la notizia. Tra i tanti Marco Pasqua sul Messaggero che si distingue per l'uso disinvolto della sintassi e del lessico italiani.

Il ragazzo col quale si stava baciando diventa un amico.
E' vero che il termine viene usato anche dall'intervistato
Mi ha colpito in pieno volto, così come ha fatto con il mio amico.
Eppure, poche righe prima, il ragazzo ha spiegato bene che
Erano da poco passate le tre di notte di venerdì scorso e io ero in compagnia di un ragazzo con il quale mi sto frequentando da qualche tempo su Ponte Garibaldi.
Quindi non proprio un amico. Un flirt, una tresca, uno scopamico, uno col quale fai roba, ma NON un amico mica è svelto!

Nel riportare le parole dell'intervistato, tra l'altro, Marco Pasqua non si accorge che, così come la frase è scritta, senza nemmeno uno straccio di virgola, sembra che il ragazzo intervistato stia frequentando l'amico su Ponte Garibali... 

L'italiano è solo un'opinione...

Un gruppo di persone passa loro vicino. Due li insultano. Tornano indietro. Li picchiano. Gli altri componenti del gruppo intervengono e cercano di fermarli  consigliando ai due aggrediti di andarsene 
cercavano di tenerlo, bloccandolo, e ci dicevano di andare via, in italiano.
Alla fine dell'intervista quel consiglio di allontanarsi per sottrarsi all'aggressione diventa un andatavene detto per altri motivi.
Ci urlavano di andare via, ma noi non avevamo nessun motivo per farlo. 
Se mi stanno massacrando di botte e ne ho l'opportunità me ne vado, eccome!
Poi di sicuro chiamo la polizia, intanto metto un paio d'anni luce tra me e i miei aggressori.

Il fatto poi che alle 3 di notte di un Venerdì sera nessuno si sia fermato per soccorrerli o offrir loro aiuto è una affermazione un po' capziosa.

Se prima non specifichi che il ponte è affollato anche alle 3 di notte, chi si doveva fermare? Qualche gabbiano?


Non sono a conoscenza dei fatti.

Non conosco i due aggrediti. 

Credo però che compito di un giornalista sia informare dei fatti e non compilare un bollettino così sciatto e incauto da sortire l'effetto contrario (quel vittimismo del non stavamo facendo nulla di male, perché ci hanno detto di  andare via? Forse per sottrarvi alla gragnola di botte?!)

Detto ciò l'aggressione c'è e nessuno mi può impedire di pensare che dato il clima generale in cui le persone omosessuali vengono considerate un problema non urgente, degli sfascia famiglie, se non dei moralmente disordinati, questi due cittadini russi si siano sentiti autorizzati a comportarsi come si sono comportati.

E' ora di andare da un giudice e chiedere il porto d'armi per difesa personale perchè gay.