sabato 4 gennaio 2014

Quando Repubblica è più a destra di papa Bergoglio: le strategie comunicative di Repubblica più discriminatorie di quelle della chiesa cattolica.

Non mi fraintendete.
Non sono tanto naïf da credere, come fate voi che mi leggete, alle  aperture (inesistenti)  di Bergoglio a proposito di temi quali aborto e omosessualità (che, così uniti, agiscono già una strategia giudicante). Basta leggere quello che ha detto Bergoglio nell'intervista, pubblicata su Civiltà Cattolica lo scorso Settembre sulle persone omosessuali:
A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono “feriti sociali” perché mi
dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo. Durante il volo di ritorno da Rio de  Janeiro  ho  detto  che,  se  una  persona  omosessuale  è  di  buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla.
Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo.
Il catechismo, già. Cosa dice il catechismo dell'omosessualità?

2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
                                                 (fonte Il catechismo della chiesa cattolica i neretti sono miei)
Ecco allora che, in base a quanto contenuto nel catechismo le frasi di Bergoglio acquistano un altro, sinistro significato.
La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile. Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo nel mistero dell’uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione.
Bisogna accompagnare con misericordia. Quando questo accade, lo Spirito Santo ispira il sacerdote a dire la cosa più giusta».
Dal che capiamo che quella omosessuale è una condizione, che va accompagnata con misericordia,  cioè
Sentimento di compassione e pietà per l'infelicità e la sventura altrui che induce a soccorrere, a perdonare, a non infierire. (dizionario Sabatini Coletti online i neretti sono miei)

Quindi una condizione di infelicità (altro che gaiezza!) che va soccorsa, perdonata e sulla quale non si deve infierire.

Infatti cosa suggerisce il catechismo dopo aver ribadito che l'omosessualità è  una grave depravazione, intrinsecamente disordinata cosa dice delle persone omosessuali?
2358 (...) devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
                                           (fonte Il catechismo della chiesa cattolica i neretti sono miei)
Alla faccia dell'apertura.
Bergoglio ribadisce il catechismo e ci commisera e ci accoglie con pietà.

Serve dire che con la sua accoglienza io mi ci pulisco il culo?

Ah.

Non serve.

Bene.

Allora proseguiamo.

Se parlo di Bergoglio non è perchè do importanza a quel che dice. Accogliere le aperture della chiesa è come credere ai nazisti che si redimere. La chiesa criminale è e criminale rimane. Ne riparliamo quando e se aprirà all'uso dei profilattici in tempo di aids. Fino a quel momento la chiesa è il nazismo del terzo millennio.

Se ne parlo, dicevo, è perchè su Civiltà Cattolica è stato appena pubblicato  un altro intervento nel quale Bergoglio torna a parlare di omosessualità questa volta dal punto di vista del proselitismo cattolico.
Chiedendosi come portare la parola di Cristo (ma chi la vuole?) alla gioventù (cioè corromperla secondo i suoi precetti medievisti) Bergoglio si domanda quali strategie seguire con le situazioni nuove e fa questo esempio


Nell'esempio di Bergoglio la bambina triste perchè la fidanzata della madre non le vuole bene è una figlia di donna divorziata, e rientra nella categoria di giovani che vivono la condizione di essere prole di persone divorziate.
Nessun accenno diretto all'omogenitorialità, alle coppie omosessuali (=dello stesso sesso NON di orientamento sessuale omosessuale) ma la fidanzata della mamma non lascia dubbi sul fatto che la coppia sia formata da due donne, poco importa stabilire l'orientamento sessuale di entrambe, sono persone, se proprio non possiamo rinunciare all'etichette, possiamo dire che hanno sicuramente un comportamento bisessuale.

Questa di Bergolgio è una strategia comunicativa felice, che forse è dettata dalla scelta di non voler nominare direttamente la famiglia omogenitoriale,   ma che ha il grande pregio di dire le cose come stanno (la fidanzata di mamma) riconoscendo alla donna separata o divorziata l'opzione di fidanzarsi con un'altra persona, uomo o donna che sia. Per la chiesa il problema sta già a monte (la separazione della coppia biologica di genitore e genitrice) quindi...

Certo accorgersi adesso della prole di coppie divorziate quando il divorzio esiste dal 1970 la dice lunga sull'arretratezza della chiesa su certi argomenti, ma Bergoglio almeno se ne è accorto.

Come riporta queste affermazioni del papa la Repubblica, giornale sempre meno di sinistra e sempre più sinistro?

Così:


Quello che per Bergoglio è un discorso senza soluzione di continuità (la bambina triste per via della fidanzata di mamma è figlia di divorziati prima ancora di essere figlia di genitrice gay) per Repubblica diventa una cosa a sé.

Genitori separati o gay titola infatti, come se i genitori gay (sempre e solo sessisticamente al maschile) non rientrino nella categoria di persone separate.

L'analogo di quanto faceva notare 30 anni fa Alma Sabatini quando mostrava come si elencavano categorie sociali in maniera incongrua e discriminatoria: "studenti, anziani e donne", come se tra gli studenti e le persone anziane non ci fossero anche le donne, come se le donne non siano anche studenti e anziane.

Se pensate stia leggendo tra le righe qualcosa che non c'è leggiamo il sommario:
Civiltà Cattolica pubblica il colloquio che Bergoglio ha avuto lo scorso novembre con i Superiori Generali: "Ricordo il caso di una bambina molto triste la quale confidò alla maestra che la fidanzata della sua mamma non le voleva bene". Poi parla dei ragazzi figli di coppie divorziate: "Sono una percentuale elevatissima. Bisogna interrogarsi su come annunciare Cristo a una generazione che cambia"
Poi parla di altro, dice il sommario di Repubblica che fa di quello che per Bergoglio è un esempio unico due esempi diversi.

Per Bergoglio una donna può prima avere una bambina con un uomo, poi divorziare e avere una storia d'amore con una donna senza bisogno di dare definizioni né di cambiarle o dedurne l'incongruenza o la contraddittorietà.

Per la Repubblica si tratta di due cose diverse, separate, a se stanti.

Là dove Bergoglio unisce e vede persone, repubblica vede divorziati e gay.

I giornali italiani e non certo solamente Repubblica sono fatti coi piedi.

E così nonostante ben due raccomandazioni per i giornalisti e le giornaliste, una di Gaynet, e l'altra dell'Unar (in collaborazione con redattore sociale) si continuano a distinguere, separare, discriminare, e scrivere sciocchezze, come nel caso della moglie di De Blasi il nuovo sindaco di NYC definita ex-lesbica da Federico Rampini, sempre su Repubblica...

Più che essere riformata questa classe di giornalisti e giornaliste andrebbe completamente sostituita.

No. Non voglio sapere che fine fanno. Per quanto mi riguarda non permetterei loro nemmeno di cambiare la sabbia alla lettiera di Gastone.

Non si tratta di errori o di ingenuità. Si tratta di un modo di vedere le cose che è profondamente discriminatorio e offensivo.

Non so voi ma io non ne posso proprio più...


Un grazie a quid76 che mi ha segnalato l'articolo.