giovedì 10 luglio 2014

Il decalogo di Brunella Gasperini sugli orientamenti sessuali: disinformazione e totale assenza di scientificità.

Sul settimanale D di Repubblica  la psicologa Brunella Gasperini ha scritto un articolo nel quale conciona, pasticciando, sugli orientamenti sessuali.

Un articolo privo di fonti e dunque non scientifico, nessuna è autorità di se stessa, soprattutto quando non ti riferisci a una tua teoria ma a delle condizioni generali che tu pretendi siano date per scontate (e invece non lo sono). 


Anche in un articolo di (bassa) divulgazione si può (si deve?) rimanere rigorose nelle definizioni e nei sinonimi che si scelgono. 
Non così fa Gasperini che  riduce gli orientamenti sessuali alla mera componente sessuale e parla di
desiderio, delle nostre fantasie, della nostra sessualità e mai di affettività (parola che non compare mai nell'articolo) dimenticando (omettendo?) che l'orientamento sessuale si sviluppa appieno solo quando ci si relaziona con una (o più...) persone (1).

Per una psicologa non c'è che dire, complimenti!

Gasperini esordisce dicendo che:

L'orientamento sessuale deriva infatti da una delicata combinazione di fattori genetici e ambientali. Ed è ben più complesso, variabile e “colorato” di quanto si pensi.
Così.
Senza uno straccio di fonte, senza argomentare questa affermazione, priva di validità scientifica. Nessuno studio serio ha davvero dimostrato una origine genetica degli orientamenti sessuali (2).

Tant'è che lo scrive anche lei, più avanti, contraddicendosi.
 

L'assunto principale dell'articolo è che L'orientamento sessuale non è una condizione immutabile come dimostrano le ricerche compiute in questi anni, come si legge nel sommario, parlare di origine genetica è contraddittorio, i geni determinano e se qualcosa è determinato non può essere mobile (a meno che non si tiri in ballo il gene che rende mobili gli orientamenti sessuali... le persone che ricorrono al determinismo genetico per i comportamenti umani i più svariate hanno una fantasia immensa).

Eureka! Ho trovato il gene che ci fa pensare che tutto è determinato dai geni

Gasperini parla anche di ambiente  che farebbe derivare assieme ai geni l'orientamento sessuale.

Insomma una botta al cerchio e uno alla botte, dicendo che L'orientamento sessuale deriva infatti da una delicata combinazione di fattori genetici e ambientali Gasperini non sta dicendo niente perchè afferma che froci o etero si nasce (geni) e si diventa (ambiente).


Per argomentare la sua tesi (la mobilità degli orientamenti sessuali) Gasperini cita Kinsey che aveva scoperto che le persone omosessuali ed eterosessuali pure, quelle cioè che hanno relazioni sessuali E SENTIMENTALI esclusivamente con persone dello stesso o dell'altro sesso, sono entrambe una minoranza statistica la maggior parte delle persone attestandosi in un comportamento bisessuale vairabile nel tempo e con diverse prevalenze percentuali su uno dei due sessi.

La bisessualità è la condizione di default, l'omosessualità e l'eterosessualità pure, sono due minoranze (statistiche).

Che dice la nostra invece?

L’orientamento sessuale è il risultato dell'interazione di fattori biologici, genetici, ambientali e culturali.
Biologici e genetici. Quindi nasco gay se ho il gene e se ho una determinata biochimica...
Qui si fa ancora confusione tra sesso (biologico) e orientamento sessuale...
Non è biologicamente preordinato in modo rigido verso un dato sesso, ma solo indirizzato con una preferenza, in modo più o meno rilevante, nella maggioranza dei casi, in senso eterosessuale.
Dunque l'ambiente stempera il determinismo dei geni indirizzando le persone verso una maggioranza statistica.
Siamo tutti e tutte etero e gli altri due orientamenti sessuali sono una minoranza.

Ma allora la fluidità a cosa serve se siamo tutti prevalentemente etero?

Non a dire che, al di là dell'orientamento sessuale che abbiamo, amiamo le persone di qualunque sesso esse siano. Siamo tutte e tutti etero e poi ogni tanto siamo froci e lesbiche ma, essendo gli orientamenti sessuali fluidi  ETERO POSSIAMO TORNARE AD ESSERE.

Chi perora la teoria della fluidità degli orientamenti sessuali infatti?

Due scuole di pensiero completamente diverse.

La teoria riparativa. Dalle omosessualità, se si vuole, ci si può allontanare. Nicolosi negli Usa e Dèttore in Italia.

La teoria Queer che vuole cancellare le distinzioni tra i tre orientamenti sessuali percepite come etero (od omo) normate (3).

Rimane un certo grado di fluidità potenziale, che permette lo svilupparsi delle differenze, in base a processi di apprendimento ed eventi di vita.
Quindi per Gasperini il modello di default è prevalentemente l'eterosessualità e solo in base a processi di apprendimento e a eventi della vita si è bisex od omo.

Naturalmente questo non spiega niente.

Se ho il gene dell'omosessualità non si capisce come l'abiente possa farmi cambiare orientamento sessuale. Né come possa farmi diventare omosessuale visto lo stigma che non favorisce certo l'omosessualità.

A meno che per processi di apprendimento non si intenda qualcosa di negativo o di deviante (anche solo in termini statistici).

Gasperini gioca sporco invece quando artatamente confonde tra comportamento sessuale (con chi andiamo a letto) e orientamento sessuale che è invece una costruzione complessa e dinamica.

Lei invece la butta in caciara e crede di dimostrare la fuidità dell'orientamento sessuale portando come prova il comportamento sessuale.
2. Non siamo sessualmente orientati in modo stabile e unico ma possono determinarsi dei cambiamenti. Ci sono persone che vivono anni da eterosessuali e poi sperimentano, in alcuni periodi, cambiamenti nell’attrazione sessuale, nelle fantasie e nel desiderio. Questa instabilità riguarda gli eterosessuali così come gli omosessuali.
Già la parola instabilità è giudicante. Vuol dire che uno non si è ancora assestato. Sei instabile perché dopo anni di vita da eterosessuale hai delle fantasie gay.

In realtà nessuno e nessuna diventa qualcosa che non era già prima.

Tutti e tutte abbiamo fantasie bisex a prescindere dal nostro orientamento sessuale.

Anche io che sono un gay puro, secondo la scala Kinsey un 6, ho diverse fantasie sessuali con donne ma questo non mi rende instabile così come non mette in discussione la mia omosessualità nè rende gay tutti gli etero che hanno fantasie in tal senso.

Non si è omosessuali perché si hanno fantasie. Si è omosessuali quando si hanno storie sentimental-sessuali prevalentemente con persone dello stesso sesso.

La fluidità non è instabilità (4).

Gasperini sembra non avere le idee chiare quando scrive
3. Ci sono motivi per pensare che in assenza di pressioni sociali, condizionamenti culturali ed educativi di una società che sostiene e favorisce la direzione etero, probabilmente una proporzione di popolazione molto più vasta esprimerebbe un orientamento sessuale diverso. È un dato appurato inoltre che le persone che hanno rapporti di natura sessuale, in modo occasionale o continuativo, con una persona dello stesso sesso, sono molte di più delle persone che si definiscono omosessuali.
Condivisbilissimo. 
Ma in contraddizione con quanto detto prima. Gasperini faccia pace col suo cervello.



Non è biologicamente preordinato in modo rigido verso un dato sesso, ma solo indirizzato con una preferenza, in modo più o meno rilevante, nella maggioranza dei casi, in senso eterosessuale come detto al punto 1.
oppure
È un dato appurato inoltre che le persone che hanno rapporti di natura sessuale, in modo occasionale o continuativo, con una persona dello stesso sesso, sono molte di più delle persone che si definiscono omosessuali come detto al punto 3.
Lo stesso vale per il punto 4.
 4. Omosessuali ed etero non sono categorie distinte, nemmeno dal punto di vista genetico. 
Secondo chi? Secondo quale studio?
Nonostante l’accanimento di qualche "ricercatore", nessun gene dell'omosessualità è stato fino a oggi isolato.
Ma non era stata Gasperini a esordire dicendo L'orientamento sessuale deriva infatti da una delicata combinazione di fattori genetici e ambientali. Ed è ben più complesso, variabile e “colorato” di quanto si pensi ?

Quale delle due affermazioni è vera?


Il capolavoro di grossolana divulgazione è però nei seguenti periodi.

Inoltre le etichette etero, omo e bisessuale sono ormai considerate [da chi?] inadeguate per esprimere l’ampia gamma di possibilità degli orientamenti sessuali.
Ah sì? Quali possibilità lasciano escluse?
Non tutti siamo esclusivamente attratti da un genere [Da un genere? Siamo attratti da un genere o da un sesso?] o in misura uguale da entrambi.

Se la bisessualità è la macrocategoria nella quale nasciamo tutte e tutti  e poi in diverse fasi della vita questa potenzialità si polarizza di più verso una o entrambe le componenti etero e omo quale gamma rimane esclusa?
Sono solo schemi grossolani che inquadrano e riducono una realtà ben più complessa.
Io di grossolano vedo solo l'argomentare di Gasperini.

Gasperini usa genere e sesso come sinonimi quando in psicologia sono due concetti ben distinti (5).

5. Le donne mostrano una maggiore flessibilità nel proprio orientamento. Diversi studi evidenziano una maggiore probabilità che le donne siano bisessuali piuttosto che esclusivamente omosessuali, mentre negli uomini si verifica il contrario.
Ricordo che poche righe prima Gasperini afferma il contrario:
Ci sono persone che vivono anni da eterosessuali e poi sperimentano, in alcuni periodi, cambiamenti nell’attrazione sessuale, nelle fantasie e nel desiderio. Questa instabilità riguarda gli eterosessuali così come gli omosessuali.
Adesso ci dice che questo vale più per le donne che per gli uomini...

Le donne non eterosessuali tendono di più a considerare il proprio orientamento sessuale come flessibile, in alcuni casi “scelto”, mentre gli uomini più spesso lo vivono come innato e immutabile.
Questa affermazione andrebbe spiegata e contestualizzata. Si tratta di fare considerazioni sociologiche, antropologiche e politiche, non certo genetiche e biologiche.


Detta così è discriminatorio e sessista.

Non è il sesso a determinare questa differenza bensì la costruzione sociale del genere.
Sul lesbismo poi non ci si deve dimenticare il portato politico di liberazione della donna dal patriarcato e dal maschio (6).

Queste differenze sono politiche e culturali non sono certo codificate nel sesso biologico o nei geni...

6. Alternative di orientamento sessuale riguardano statisticamente più i maschi per poi rimanere abbastanza stabili nel tempo, rispetto a quello che avviene nelle femmine.
Alternative. Cioè oppositorie e non compatibili, legate dall'o/o  alla faccia della fluidità...

Di nuovo, nessuno può addurre queste differenze al sesso biologico, ma solo alle costruzioni sociali dei generi
Percorsi geneticamente innati sembrano esserne le cause, insieme ad elementi legati alla più elevata rigidità dei ruoli di genere culturalmente imposti agli uomini nella nostra cultura.
Altro cerchiobbottismo.
O c'è determinismo genetico o c'è costruzione sociale del genere.

Inoltre il genere e l'orientamento sessuale non hanno alcun legame vincolante.

Io sono  e resto maschio anche se mi innamoro di altri maschi.

Nessuno può dire, in maniera intellettualmente onesta e con una certa consistenza scientifica che le differenze di comportamento tra maschi e femmine siano derivanti dai geni (2).

In nessun esperimento si può escludere l'ambiente in cui non solo nasciamo o nel quale abbiamo esperienze ma anche nel quale esprimiamo la nostra persona nelle relazioni con altre persone.

Queste affermazioni sono pure ipotesi astratte prive di validità scientifica.

7. L’ipotesi – smentita dagli studi - che l’orientamento sessuale sia immutabile e che si nasca orientati verso un dato sesso, sembra rendere più facile l’accettazione sociale dell’omosessualità in una società, come la nostra, ancora omofobica.
Però guarda caso rende anche accettabile l'ipotesi riparativa... Infatti subito dopo Gasperini si sente di dover specificare che

8. Non esistono evidenze scientifiche che l’orientamento sessuale possa essere modificato volontariamente. L’American Psychological Association ha escluso che sia possibile modificarlo utilizzando forme di terapia psicologiche o religiose. Non a caso, le cosiddette terapie riparative orientate agli omosessuali falliscono clamorosamente.
Agli, solo uomini, non le lesbiche!

Ah già! Ha detto che sono i froci a essere più rigidi e meno fluidi...
9. Non c’è alcuna prova scientifica legittima che dimostri che vivere una sessualità [e l'aspetto affettivo?] diversamente orientata rispetto alla maggioranza, significhi aver subito traumi infantili, deficit educativi, rapporti difficili con i genitori o con l’altro sesso. Così come non è stata trovata nessuna correlazione tra orientamento sessuale e psicopatologia. Fino agli anni 70 del secolo scorso l’omosessualità era contemplata come deviazione sessuale nel DSM, il manuale diagnostico statistico di riferimento della psichiatria. Oggi questa voce resiste solo nel pregiudizio.
Anche il pregiudizio di Gasperini che continua a parlare di sessualità e non di affettività.

10. L’orientamento sessuale è una caratteristica radicata che ha un significato profondo per gli individui: è espressione di sé. La sua limitazione psicologica, culturale o giuridica infligge gravi danni psicologici.
Anche gli articoli scritto coi piedi ...

Insomma questo articolo è un regesto di affermazioni contraddittorie compilate senza citar fonti, senza una contestualizzazione teorica, senza attestare cosa sia davvero la fluidità degli orientamenti sessuali e soprattutto, a  cosa serva  oltre che a dire che i froci sono più rigidi delle lesbiche e che siamo tutti e tutte una minoranza mentre l'eterosessualità è statisticamente la norma.

E pensare che c'è chi ha apprezzato questa accozzaglia di frasi senza senso...



Le mie fonti per questo post

(1) Rosario Coco Alessandro Paesano Lo stylebook di Gaynet.
Si rimanda alla bibliografia ivi contenuta per ulteriori e indispensabili indicazioni bibliografiche

(2) Lesley Rogers Sesso e cervello Einaui, Torino 2000 (in particolare tutto il capitolo 3 Un gene gay?)

(3) cfr. voce Queer dello Stylebook, op. cit.

(4) Davide Dèttore, Emiliano Lambiase La fluidità sessuale Alpes, Roma 2011

(5)  Antonella Montano, Santina Calì, Antonio Zagaroli Educare alla diversità a scuola Scuola secondaria di secondo grado Istituo beck, Roma 2013

(6) cfr. voce Lesbismo dello Stylebook, op. cit.

6 commenti:

Paolo1984 ha detto...

io dubito che l'orientamento sessuale (etero o gay o bisex che sia) possa essere influenzato dall'ambiente (altrimenti non si spiega perchè la totalità dei gay è nata in contesti etero): se sei attratto dal tuo stesso sesso o da entrambi non c'è nulla che possa costringerti a trovare attraente sessualmente solo esponenti del sesso opposto, e la maggioranza di persone etero non potranno mai essere indotte a trovare attraente lo stesso sesso. Insomma io non credo che il proprio orientamento sessuale si possa "scegliere" e vale per uomini e donne. Nè credo che il nostro genere (cisgender o trans che sia) si possa ridurre ad una mera costruzione socio-culturale, ma vabbè

Alessandro Paesano ha detto...

io dubito che l'orientamento sessuale (etero o gay o bisex che sia) possa essere influenzato dall'ambiente (altrimenti non si spiega perchè la totalità dei gay è nata in contesti etero)

L'influenza può essere positiva o negativa e non induce qualcosa che prima nella perosna non c'è si limita a favorire o ad ostacolare.

Lo dice Gasperini stessa che

"Ci sono motivi per pensare che in assenza di pressioni sociali, condizionamenti culturali ed educativi di una società che sostiene e favorisce la direzione etero, probabilmente una proporzione di popolazione molto più vasta esprimerebbe un orientamento sessuale diverso."

se sei attratto dal tuo stesso sesso o da entrambi non c'è nulla che possa costringerti a trovare attraente sessualmente solo esponenti del sesso opposto, e la maggioranza di persone etero non potranno mai essere indotte a trovare attraente lo stesso sesso.

Vero, però puoi essere costretto a pensare che non sia attraente.

Insomma io non credo che il proprio orientamento sessuale si possa "scegliere"

Infatti nessuno ha detto questo. Nemmeno Gasperini.

e vale per uomini e donne. Nè credo che il nostro genere (cisgender o trans che sia) si possa ridurre ad una mera costruzione socio-culturale, ma vabbè

Veramente la definizione di Genere è proprio quella. Ti consiglio di leggere uno dei libri messi nella bibliografia (che ho ripristinato, visto che nella prima versioen del post era "saltata").

La costruzione del genere è la rappresentazione sociale del nostro appartenere a uno dei due sessi ed è la cosa più suscettibile di cambiamenti sociali che ci sia.

Paolo1984 ha detto...

non ho detto che la cultura non c'entra ma ridurre il genere sessuale a quello è sbagliato secondo me: noi siamo natura e cultura intrecciati insieme ha poco senso separarle, anzi creare cultura o culture (con tutti i cambiamenti che si sono verificati nel corso della storia) fa parte della natura umana.

Sull'attraenza forse mi devo spiegare meglio: io ragazzo etero non ho difficoltà a dire che un altro uomo è bello o genericamente "attraente" ma non mi attrae eroticamente, sessualmente nè affettivamente (se non come amico), non invidio la sua fidanzata, allo stesso modo credo che un uomo gay e una donna etero non abbiano nessuna difficoltà a riconoscere la bellezza di una donna e la sua "attraenza" anche se personalmente non provano desiderio verso di lei..e francamente non credo che influenze esterne possano determinare chi trovi sessualmente desiderabile e chi no

Alessandro Paesano ha detto...

Paolo non butarla in caciara come al tuo solito. Il genere è un csotrutto sociale e culturale per definizione che niente ha a che fare col sesso.
E per natura non si intende la predipsoizione alla cultura ma un dato di fatto innato e immutabile.

Per quanto riguarda l'attrazione (non esiste attraenza in italiano...) nessuno dice nè io nè Gasperini che l'ambiente può far insorgere un'attrazione che già non si ha. Sicuramente però lambiente (ostile all'omosessualità per esmepio) può indurre a reprimere una parte del proprio orientamento sessuale.

Sulla definizione di genere sessuale ticonsiglio di leggere i libretti Beck o lo stylebook che ho pubblicato insieme a Rosario coco.

Paolo1984 ha detto...

credo di aver spiegato chiaramente come intendo la questione natura versus cultura e non la sto assolutamente buttando in caciara ma se la pensi così niente ti obbliga a sopportarmi sul tuo blog.

Alessandro Paesano ha detto...

Paolo, non si tratta di sapere come intendi TU la questione natura e cultura (il versus ce lo hai messo tu...). Si tratta di usare il concetto di genere così come lo si usa negli studi di genere (gender studies) e in psicologia.

Leggiti la definizione che ne diamo nello stylebook. Lo trovi linkato in questo blog.