venerdì 25 aprile 2014

Lorenzo Bernini a proposito del mio post sulla teoria Queer.

Mi scrive Lorenzo Bernini a proposito del mio post sulla teoria Queer.

Invece di rispondere tra i commenti data l'importanza dell'argomento e per dare la giusta visibilità al suo commento e permettermi di rispondere in maniera esaustiva (nei commenti ci sono limiti di spazio) ho deciso di riporatre qui il commento di Bernini nella sua integrità e rispondergli di seguito sempre nel copro del post.

Per seguire questo botta e risposta vi consiglio, se non lo avete già fatto, di leggere il post da cui tutto è inziato. Per farlo cliccate qui.

Questo è il commento di Lorenzo Bernini
Gentile Alessandro,
certo che la parte del testo da lei analizzata che può essermi attribuita è soltanto quella tra virgolette! è una citazione tratta dall'abstract del mio intervento, consultabile qui: http://www.primaveraqueer.it/documenti/abstract/14-elementi-di-teoria-queer-dall-ottimismo-costruttivista-al-pessimismo-antisociale.html
Sono le organizzatrici e gli organizzatori della Primavera queer ad aver scelto la citazione per la homepage del loro evento.

Mi pare piuttosto superficiale e/o pretestuoso da parte sua analizzare un testo che non ho scritto come se lo avessi scritto io, e giudicare il mio pensiero sul queer o addirittura il pensiero queer a partire dall'abstract di una conferenza, la cui funzione è di incuriosire e non di spiegare. Comunque, rispondo a due delle numerose interessanti questioni che solleva a partire dal mio breve testo:

1) "Significante fluttuante" è un concetto ampiamente utilizzato negli studi etnografici e nella linguistica (http://en.wikipedia.org/wiki/Floating_signifier). Se a suo avviso i significanti fluttuanti impediscono la comunicazione, pensi che secondo alcuni autori al contrario la fondano!

2) Nella mia interpretazione di questo concetto, esso non corrisponde a "significante vuoto". E infatti non ho scritto che i movimenti e il pensiero queer siano "privi di regole e di idee" - al contrario indico alcuni punti di ancoraggio attorno a cui il queer fluttua, che come lei ha ben colto sono non soltanto la lotta contro il maschilimo, l'eterosessismo, l'omotransfobia, ma anche la critica all'omotransnormatività (concetto che spiegherò durante il mio intervento).

Grazie in ogni caso per l'attenzione che ha rivolto al mio abstract e soprattutto alla Primavera queer, che come sa è un'iniziativa organizzata da studentesse e studenti dell'Università degli Studi Gabriele D'Annunzio che hanno fatto (e ancora dovranno fare) un grande lavoro di pianificazione e di organizzazione per portare nel loro Ateneo temi che di solito vengono trascurati nell'accademia italiana.

I miei migliori saluti, Lorenzo Bernini

P.S. 1) Mi dispiace deluderla, ma io non sono in alcun modo contrario alla richiesta di diritti matrimoniali e genitoriali per le coppie lesbiche e gay. 2) Guardi che l'uso degli acronimi nel mio testo è più accorto di quanto lei non creda, e che ho ben pensato dove inserire e dove omettere riferimenti alle soggettività bisessuali e trans.
Ed ecco la mia risposta


Gentile Lorenzo,

io non le attribuisco proprio nulla altrimenti non avrei scritto “Se interpretiamo bene le virgolette caporali solo questa parte dell'introduzione è da attribuire a Bernini”.

Rivendico invece il diritto di leggere criticamente qualunque testo sia pubblicato sulla rete, anche se parziale, rimaneggiato, tratto da un abstract.
La mia lettura critica non è certo di stile ma di contenuto per cui che il testo scritto da lei debba “incuriosire e non (…) spiegare” è irrilevante.

Conosco bene il significato di “significante fluttuante”.
Credo che tra la concettualizzazione di Lévi-Strauss e quella da lei riportata nell’abstract ci sia una profonda differenza perché mentre per Lévi-Strauss il significante fluttuante è una eccedenza di significato che “è assolutamente necessaria affinché, in complesso, il significante disponibile e il significato individuato restino nel rapporto di complementarità, che è la condizione stessa dell'esercizio del pensiero simbolico»* mi sembrava di capire che per lei il fluttuare del significante assuma valore di per sé e non garantisca necessariamente la complementarietà tra significante e significato, altrimenti non capisco cosa intende quando rimarca che la parola “Queer” può “essere definita a ogni suo uso, o al contrario può essere utilizzata senza essere compiutamente definita”.
“Queer” non è una diffusa e conosciuta come “Mana (cui si riferiva Lévi-Strauss) è una parola di nuovo conio che, a mio modestissimo parere, necessita  di tutto l’ancoraggio di significato possibile per essere annoverata nel pensiero simbolico.

Non è dunque al significante fluttuante che conferisco una incapacità comunicativa, come lei mi attribuisce, ma alla definizione di significante fluttuante da lei applicata a una parola nuova tutta da definire!

I punti di ancoraggio da lei proposti non mi sembrano sufficienti a denotare un significante, perché gli ancoraggi da lei indicati sono pratiche politiche (“la lotta contro il maschilimo, l'eterosessismo, l'omotransfobia, ma anche la critica all'omotransnormatività”) che fanno riferimento a un fare e non a un costrutto simbolico  cui il fluttuare del significante, almeno nella sua accezione originale, contribuisce a mantenere un collante con un significato di ampio spettro ma preciso e simbolicamente spendibile.
Lalotta a” denota una volontà generica che non connota le specifiche strategie politiche che rimangono non solo vacue ma anche piotenzialmente diverse e antagoniste (l’agone politico contemporaneo mi sembra abbia proprio perso il collante con la realtà e stia girando su astrazioni concettuali della società che hanno perso qualunque funzione simbolica non riuscendo più a interagire e “ad agire” gente, classi sciali, parti stratificate di cittadinanza, vite concrete).
Insomma il suo significante fluttuante mi sembra si attesti simbolicamente in una velleitaria (perché priva di contenuti) “voglia di lottare” che è la stessa che, mutatis mutandis, guidava il movimento studentesco sessantottino (davvero incapace di proporre nuovi strumenti di analisi politica).

Infine dalle precisazioni che mette in calce al suo commento conferma e non risolve i miei dubbi sul suo impianto lessicale.

Lei continua a usare “studentesse” e non fa suo il suggerimento di Alma Sabatini di usare "studenti" come termine epiceno, e si riferisce all’estensione al matrimonio delle coppie dello stesso sesso come a “diritti matrimoniali e genitoriali per le coppie lesbiche e gay” dando per scontato, con una "necessità" vagamente omofoba, che se due persone dello stesso sesso si sposano devono essere necessariamente omosessuali, mentre possono anche essere benissimo bisessuali (come sono il 70% delle famiglie socie di Famiglie Arcobaleno per esempio, che son famiglie di seconda costituzione le famiglie di seconda costituzione che in Italia sono la maggioranza).

Questo considerare tutte le coppie dello stesso sesso come necessariamente gay o lesbiche e non anche bisessuali  conferma l’impressione che avevo avuto leggendo il suo abstract.
E’ chiaro che lei ha “ben pensato dove inserire e dove omettere riferimenti alle soggettività bisessuali”: lei non le prende proprio in considerazione!

Auguri per il Convegno, pensavo di riuscire a venire a seguirlo ma impegni romani per la settimana rainbow temo proprio me lo impediranno.

Sto leggendo con molto interesse il suo “Apocalissi Queer” spero avremo modo di incontrarci per parlarne.

Intanto, grazie per avermi scritto.


*( Lévi-Strauss citato in Josè Gil, lemma Corpo dell’Enciclopedia Einaudi, Torino 1978, p. 1098), mi perdonerà ma, essendo più vecchio di lei, non sono abituato a considerare autorevole come fonte wikipedia.  

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Le do ragione, Alessandro: è il suo blog, e può commentare quello che vuole come vuole. A me, però, mi perdoni, i suoi argomenti e i suoi toni continuano a suonare pretestuosi, come se perseguisse la polemica per la polemica. Se così fosse, intendiamoci, non ci troverei nulla di male - è il suo blog! - ma preferisco discutere in altro modo.
Comunque:
1."Queer" non è "una parola nuova tutta da definire", ma una parola della lingua inglese che è stata risignificata più volte, e di cui alcuni movimenti e alcuni teorici e teoriche si sono riappropriati agli inizi degli anni novanta del Novecento.
2. Nel mio breve commento al suo post, facevo riferimento soltanto, e sinteticamente, ai significati che il termine ha assunto nei movimenti, tralasciando i significati teorici. E sì, a mio avviso i movimenti queer sono stati - fino a oggi - per lo più movimenti di rivendicazione e protesta.
3. Il dibattito sull'uso non sessista della lingua italiana è molto ampio. Sabatini è una voce autorevole, ma non "l'Autorità". Io preferisco altre soluzioni.
4. Ho parlato di diritti delle coppie omosessuali (gay e lesbiche) perché da un punto di vista giuridico ciò che conta (non per me, per le leggi italiane) è il sesso dei componenti della coppia, non l'eventuale orientamento bisessuale di uno o entrambi i componenti della coppia (una coppia composta da un uomo bisessuale e una donna bisessuale, oggi in Italia può sposarsi). Ma se l'espressione ha offeso le persone bisessuali, mi scuso con loro.
5. Non credo sia una questione di età: in un blog che immagino non letto solo da specialisti di etnografia e linguistica, un link a wikipedia mi sembra possa essere un modo comodo e veloce per fornire qualche rapida informazione sul termine "significante fluttuante" e il dibattito che ha suscitato dopo Levi Strauss. Se sta leggendo il mio libro, sa che le mie fonti sono altre.

Cordialità, LB

Alessandro Paesano ha detto...

Sabatini E' l'autorità visto anche l'alto profilo istituzionale che l'ha pubblicata e sostenuta.

Che lei la sminuisca così per poi proporre un sessista "studentesse", mi perdoni, ma tradisce una certa prosopopea maschilista.

"Studentessa" non è un'altra soluzione è lingua sessista tout court.

Sulla bisessualità evidentemente non mi sono spiegato a sufficienza.

La sua osservazione su uomini e donne bisex che si sposano vale anche per uomini e donne omosessuali.

Io parlavo d'altro.

Quando lei indica le coppie omosesuali (cioè "dello stesso sesso"), come "coppie gay e lesbiche" non ne sta specificando il sesso altrimenti direbbe coppie omosessuali maschili e femminili o espressioni simili.

Lei ne sta specificando l'orientamento sessuale.

Perchè in italiano omosessuale significa anche "dello stesso sesso" gay e lesbica no.

Adesso pensare a una coppia di uomini o di donne che si sposa come necessariamente gay e lesbica, tanto da indicarle così, tradisce un giudizio, una deduzione, non necessariamente vera, perchè una o due dei o delle componenti la coppia possono essere bisex.

Pensare che se due uomini stanno insieme "sono gay" è un pensiero maschilista e omofobo.

Per il resto adeguo il mio tono al suo.
E guardi che non è che posso criticare quel che lei scrive "perchè questo è il mio blog".

Io posso criticare quel che lei scrive fintanto che lei lo rende pubblico e dunuqe soggetto a critiche, giuste, sbalgiate, ma lecite.

Infine io non offendo i miei lettori e le mie lettrici pensando di parlare un lessico meno "specialistico".

Io credo che i concetti abbiano bisogno di parole giuste e se si possono cambiare allora vuol dire che è una questione di stile (di registro linguistico) e non di sostanza, come spiego sempre ai miei studenti.

La rete fornisce molti validi strumenti oltre wikipedia, che non è nè mai sarà una fonte scientifica.

Visto che il ricercatore universitario è lei...

Anonimo ha detto...

Noto che abbiamo qualcosa in comune: entrambi ci svegliamo presto anche il sabato mattina.

1. Non avevo alcuna intenzione di sminuire Sabatini, e non l'ho fatto.
2. Ok, può darsi che "coppie omosessuali maschili e femminili" sia la formula più politicamente corretta. Ma come sa, negli anni settanta alcuni movimenti gay rigettarono la parola "omosessuale" per la connotazione patologizzante che aveva assunto nella psichiatria, e alcuni movimenti lesbici contestarono che nell'uso invalso della parola essa era associata prevalentemente all'omosessualità maschile - è per questo che ne faccio sempre un uso cauto.
2. Certo che lei e chiunque altro potete criticare ciò che scrivo. Mi sembra, tra l'altro, di aver preso sul serio le sue critiche visto che le sto rispondendo.
3. Fa bene a dire ai suoi studenti che "i concetti hanno bisogno di parole giuste". Però il funzionamento e l'evoluzione delle lingue non sempre segue le esigenze della didattica. Il secondo Wittgenstein, come saprà, paragona il concetto a una corda composta da fibre intrecciate: la corda si tiene saldamente assieme anche se nessuna fibra la percorre per tutta la sua lunghezza. Ma naturalmente neppure Wittgenstein è "l'Autorità", e lei può contestarlo.
4. Non ho mai scritto che wikipedia sia una fonte scientifica.

Buona giornata, L.

Alessandro Paesano ha detto...

Non è una questione di politicamente corretto, cioè di forma, ma di sostanza.

Le coppie dello stesso sesso non sono semplicemente gay o lesbiche possono anche essere bisessuali. Chi trascura l'opzione bisex e annovera un'esclusiva omosessualità da opporre all'eterosessualità usa un binarismo di orientamento sessuale maschilista e omofobo, nei concetti, non nella forma, ribadisco. Cioè nell'idea che se due uomini si sposano sono necessarimaente gay e non anche bisex.

muni ha detto...

Vorrei solo sapere da dove deriverebbe il dato dal quale si evince che ľassociazone Famiglie Arcobaleno abbia tra i soci il 70% di famiglie di cosiddetta seconda costituzione. Per quanto ne so io già cosiderare che siano il 10% sarebbe una stima per (notevole) eccesso e non mi risulta che la stessa associazione abbia mai divulgato cifre del genere

Alessandro Paesano ha detto...

E' un dato che ha comunicato Giuseppina La Delfa al convegno "Love makes Family"
Il 70% si riferisce, naturalmente, non già a tutte le famiglie omgenitoriali esistenti in Italia, ma, più modestamnte, al tutter le famiglie iscritte a quell'associazione.

muni ha detto...

Alessandro ne dubito davvero anche perché sarebbe una falsità enorme e visto che ero presente dubito mi sarebbe passata inosservata una affermazione del genere. Se pure è vero che la maggioranza di famiglie con almeno un genitore omosessuale in Italia sono di seconda costituzione, queste in Famiglie Arcobaleno sono in nettissima minoranza tanto che Rete Genitori Rainbow è nata proprio per dare supporto e visibilità sociale a tutta quella parte di persone e famiglie che non avevano riconoscimento in Famiglie Arcobaleno

Alessandro Paesano ha detto...

Il dato è stato fornito e io ne ho preso l'appunto che ho appena riletto.

Le cifre sono un po' diverse da quelle che ricordavo a memoria

Il 37% di prima generazione e il 63% di seconda generazione.

Può darsi che abbia preso male l'appunto e che abbia invertito le due cifre.

Scriverò a Giuseppina e verificherò il mio appunto.

Credo però che a te questo dato dia fastidio per motivi altri tanto da aver frainteso sin dall'inzio il senso del mio commento sul quale poi fondamentalmente ti trovi d'accodo anche tu quando dici che le familgie di seconda costituzione in Italia sono la maggioranza.

In ogni caso il motivo per cui riportavo quelle cifre era proprio per criticare un uso disinvolto dei sostantivi che vedo fai anche tu.

E cioè dedurre che le donne e gli uomini che costituiscoo famiglie omogenitoriali di seconda quanto di prima costituzione siano necessariamente omosessuali quando possono benissimo essere bisessuali. Il dato lo citavo proprio in ragione del fatto che le famiglie di seconda costituzione vengono tutte da un passato con relazione con persona dell'altro sesso e questo le annovera più verso una almeno potenziale bisessualità piuttosto che una esclusiva omosessualità, al di là dell'orientamento sessuale con ilq uale le singole persone possono preferire di essere percepite.

Se leggi la mia prima risposta a Bernini vedrai che io critico il binarismo di orientamento sessuale che mi sembra appiattisca la questione tra un oppositorio e dualistico antagonismo tra etero ed omosessualità che mi sembra disconfermato dai fatti.

Grazie della tua puntualizzazione.

Alessandro Paesano ha detto...

Ho corretto il dato visto che non è sicuro, omettendo la percentuale dell'associazione e affermando che, genericamente, in Italia, le famiglie di seconda costituzione sono la maggioranza, come riconsoci anche tu.

Grazie ancora per le tue osservazioni.