domenica 1 dicembre 2013

HIv e aids: i dati gonfiati della Stampa italiana

Per difendersi dagli articoli disinformativi e criminali sul contagio HIV e sui casi di aids conclamato niente di meglio che leggere i dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel suo Notiziario (Volume 26 - Numero 9 Supplemento 1 - 2013 ISSN 0394-9303).


La modalità di trasmissione viene attribuita secondo un ordine gerarchico, che risponde a criteri definiti a livello internazionale.
Ogni caso è classificato in un solo gruppo.
I soggetti che presentano più di una modalità di esposizione vengono classifi cati nel gruppo con rischio di trasmissione più elevato in ordine decrescente di rischio:

consumatori di sostanze per via iniettiva - Injecting Drug User (IDU),
Maschi che fanno Sesso con Maschi (MSM),
[persone] eterosessuali.

Dalla metà degli anni ’80 a oggi la distribuzione dei casi per modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento:

la proporzione di IDU è diminuita dal 76,2% nel 1985 al 5,3% nel 2012,
mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale.

(...) I casi attribuibili a trasmissione eterosessuale sono aumentati
dall’1,7% nel 1985 al 42,7% nel 2012

(...) i casi attribuibili a trasmissione tra MSM nello stesso periodo sono
aumentati dal 6,3% al 37,9%.
Ecco il primo bias, il primo pregiudizio.

Nonostante statisticamente i contagi per via eterosessuale sia numericamente più alti (42,7%) di quelli MSM   (37,9) gerarchicamente le pratiche sessuali SMS precedono quelle etero...

Che l'hiv sia il virus dei gay è un pregiudizio culturale duro a morire.

Questo non vuol dire purtroppo che negli ultimi 3 anni, tra il 2010 e il 2012,
Il numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV in MSM è cresciuto del 18,7% mentre è diminuito (...) [del 7%, ] [nei] maschi eterosessuali (...) e del [del 15,7% ] in femmine eterosessuali e in IDU del 20,9%.
Un po' di numeri assoluti.
La tabella 1 di questo post riporta il numero di persone sieropositive dal 2006 al 2012 e in cifra unica prima del 2006 (in diverse regioni d'Italia i dati sono stati raccolti in anni diversi e solamente dal 2007 tutte le regioni monitorizzano i dati).


tabella 1(la numerazione non è quella originale ma per questo post)
tratta dal  Notiziario (Volume 26 - Numero 9 Supplemento 1 - 2013 ISSN 0394-9303).

Nel  periodo 1985-2012,  sono  state  riportate  56.952  nuove  diagnosi  di  infezione  da  HIV.
Tanto per fare un confronto numerico nel 2012 in Italia secondo l'Istat ci sono stati 186.726 incidenti stradali con lesioni a persone.
I morti sono stati 3.653, i feriti 264.716.

Nel 2012 i nuovi casi di infezione da hiv sono stati 3.853. I morti per aids (cfr. tabella 2 di questo post) 45 (non è un refuso...).

I morti per aids dal 1987 al 2012 sono stati 41.939. 

Eppure il corriere della sera si permette di scrivere che
l’Italia nel 2012 ha conquistato un triste primato. Quello di Paese europeo con più morti: 1.700. E siccome la curva sale costantemente - nel 2001 i morti sono stati 1.400 - occorre chiedersi come mai?
Non so dove il Corsera abbia preso questi dati.

Per l'Istituto superiore della sanità i morti di aids nel 2001 sono stati 1026 (cfr. la tabella 2 di questo post)

tabella 2 (la numerazione non è quella originale ma per questo post)
tratta dal  Notiziario (Volume 26 - Numero 9 Supplemento 1 - 2013 ISSN 0394-9303)
Secondo l'ultima pubblicazione della citata Unaids gli unici dati riportati per l'Italia sono il numero di persone sieropositive  delle quali vengono indicati non i numeri certi ma quelli previsti calcolati secondo due fattori di sotto estimazione e sovra estimazione.

Le cifre indicate sono  rispettivamente di 84 000 nel 2001 e 120 000 nel 2012 (sottoestimazione)
e 110 000 nel 2001 e 140 000 nel 2012 (sovraestimazione).

Ora è vero che  dati dell'Istituto Superiore della Sanità 
relativamente  agli  ultimi  tre  anni,  sono  da  considerarsi provvisori perché soggetti a continui aggiornamenti (ad esempio, rilevazione e cancellazione di casi duplicati,
inclusione  di  nuove  informazioni  sui  casi  già  inviati,  ritardo  di  notifica,  ecc.).  Inoltre,  per  alcune  variabili  è stata rilevata un’elevata proporzione di dati mancanti, in particolare per: “data dell’ultimo test HIV negativo” (80,2%), “stadio clinico” (28,0%) e “carica virale” (27,6%).
Però, lo stesso, non si capisce su quali fonti si basino le previsioni dell'UNAIDS.

Per l'Istituto superiore della sanità  il numero di persone sieropositive in Italia nel 2012 è un terzo di quelle riportati per sovrastima dall'Unaids.

Corsera non è l'unico a dare dati FASULLI.

Anche il sole 24ore in un articolo datato 29 dicembre 2013


 scrive:
In Italia, l'Istituto Superiore di Sanità per il 2012 registra 3800 nuovi casi di persone infette.
per la precisone sono 3853
Complessivamente il numero di italiani sieropositivi tocca quasi i 140 mila.
E questo, come abbiamo visto, è il dato Unaids sovraestimato.
Secondo l'Istituto Superiore della sanità le persone sieropositive in Italia al 2012 sono   56.952
Con un pericoloso aumento dei casi fra i giovanissimi
NON secondo i dati dell'Istituto Superiore della Sanità dove la fascia di età 15 19 anni rappresenta lo 0,5% di tutti le persone cui è stata diagnosticata la sieropositività nel 2012.

19 casi in numero assoluto alla faccia del pericoloso aumento dei casi fra i giovanissimi.  


il picco di infezioni - il 36,1% dei casi totali – (...) torna a colpire dopo anni la fascia d'età 25-34 anni.
Questo dato è ripreso dal bollettino del'ISS che però parla di un altro trend:
Dal 1985, escludendo le persone di età inferiore ai 15 anni diagnosticate con HIV, si osserva un aumento costante dell’età mediana al momento della diagnosi di infezione da HIV, che è passata da 26 anni per i maschi e 24 anni per le femmine nel 1985 a, rispettivamente, 38 e 36 anni nel 2012 (...).
Nel 2012 la classe di età più rappresentata è stata quella 30-39 anni (33,0%).
Allora da dove emerge il dato riportato dal sole 24ore? Da un'altra tabella del bollettino ISS
La Figura 2 mostra la distribuzione dei casi delle nuove diagnosi di infezione da HIV in adulti per classi di età decennali nel 2012.
I neretti sono miei. Cambiando le fasce d'età in classi decennali
La classe di età più rappresentata è quella di 25-34 anni (36,1% dei casi totali).
Basta dare un'occhiata ai dati delle due diverse tabelle per scoprire che comunque in numero assoluto le persone infette da hiv vede una crescita con gli anni della fascia dì età più colpita...
 


 ...che non ha riscontro con quelle più basse...



Invece l'articolo del Sole 24 ore continua affermando che
Gli ultimi dati UNAIDS 2013 rilevano il drammatico primato italiano: l'Italia, con 1700 decessi l'anno, è il Paese europeo con il più alto numero di morti per AIDS, un trend in crescita se si considera che nel 2001 i casi erano 1400.
Non so davvero dove abbia preso il sole24 ore questi dati visto che nell'ultimo rapporto Unaids non c'è traccia di queste cifre.

Ci viene in aiuto il sito dell'Unaids dove vengono riportati per il 2012 e l'Italia non solo i dati presenti anche nel report ma anche altri dati.


Nel dettaglio i dati, di lettura non immediata per un difetto di impaginazione (non imputabile al browser) affermano che i dati sono estimates, cioè STIMATI, cioè estrapolati da altri dati per previsione e non dati certi.

Anche a tener fede  a questi dati stimati se in Italia ci sono da 110mila a 140mila persone sieropositive  e le donne variano da 11mila a 15 mila,  vuol dire che le donne sono approssimativamente il 10% del campione totale dato che non autorizza il Sole 24 ore a scrivere che
Cresce anche il numero di donne italiane sieropositive, 3000 nuovi casi dal 2001,
un dato spalmato in 12 anni che fa meno di 300 nuovi casi all'anno ...
un trend negativo che colloca l'Italia dietro ad altri Paesi europei come Francia e Spagna nei quali, sebbene il numero delle donne infette sia più alto, si muore meno.
ma allora è il numero di donne infette a crescere o il numero di donne morte?

Ah saperlo.

La fonte che L'Unadis esibisce come base per le sue estrapolazioni non è il report annuale dell'Istituto Superiore della Sanità ma la  Relazione  al  Parlamento  sullo  stato  di  attuazione  delle  strategie  attivate  per  fronteggiare l’infezione da HIV nell’anno 2010

In questo documento (dove si presentano stime e si sostengono protocolli da attuare cioè, in sostanza, finanziamenti da chiedere)  non vengono forniti dati ma tendenze statistiche e ipotesi probabilistiche (si afferma che circa un quarto delle persone sieropositive non sa di esserlo) senza che si spieghi (anche se si afferma di seguirne uno) il meccanismo matematico con cui si è arrivati a questi dati...

Nel rapporto a pag. 39 si legge (i neretti sono miei):
Le caratteristiche di coloro che oggi si infettano con l’HIV sono completamente diverse da quelle di coloro che si infettavano dieci o venti anni fa: non si tratta più di persone giovani e prevalentemente tossicodipendenti,  ma  di  adulti  maturi  che  si  infettano  attraverso  i  rapporti  sessuali. 

Tra  questi  la maggior parte delle donne acquisisce l’infezione da un partner che sapeva di essere HIV-positivo.

Negli anni è aumentata progressivamente la quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia, costituendo quindi, a loro insaputa, una possibile fonte di diffusione del virus.
Questo dato vine estrapolato da alcuni dati sierologici dai quali si risale alla durata dell'infezione.
In base a queste estrapolazioni
 (i neretti sono miei)
Si stima che circa un quarto dei soggetti HIV-positivi in Italia non sappia di essere infetto
dunque se il numero di sieropositivi accertati è di circa 60mila si arriva a circa 80-90mila persone sieropositive ben lontane dai dati dichiarati dall'Unaids..
e più della metà  dei  soggetti  con  AIDS  ignori  la  propria  sieropositività  al  momento  della  diagnosi  di  AIDS,
cioè che circa la metà di persone in Aids conclamato  ha appreso la sieropositività di cui l'Aids conclamato è il sintomo ultimo di una sieropositività antica al momento della diagnosi di Aids conclamato.
E' facile capire come da questi dati si possano stimare cifre sensibilmente diverse in base ai parametri con cui si stabilisce la percentuale di rischio in diverse categorie demoscopiche.

Però Corsera e Sole 24ore si sono guardati bene dal presentare questi dati come STIME...


Rimane un mistero da dove sia stato estrapolato il dato di 1700 decessi per aids nel 2012 visto che il rapporto del Ministero della Salute è datato 2010.

Tutto questo allarmismo non sostiene davvero la lotta alla diffusione dell'hiv (e dele altre Malattie Sessualmente Trasmissibili) i cui due strumenti primari dono il test hiv e l'uso del profilattico SEMPRE, anche per il sesso orale anche se la fellatio la si riceve e non la si pratica.

Sull'hiv riporto il riassunto dell'ultimo report dell'ISS con il quale abbiamo cominicato






Dal 2010 i dati sulla sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV sono disponibili per tutte le regioni italiane.
Nel periodo 1985-2012, sono state riportate 56.952 nuove diagnosi di infezione da HIV.

L’incidenza delle nuove diagnosi ha visto un picco di segnalazioni nel 1987, per poi diminuire fino al 1998 e stabilizzarsi successivamente.

Nel 2012 sono state segnalate 3.853 nuove diagnosi pari a una incidenza di 6,5 nuovi casi per 100.000 residenti.

Negli anni si osserva un aumento dell’età mediana alla diagnosi, nonché un cambiamento delle modalità di trasmissione: diminuisce la proporzione di tossicodipendenti ma aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale.

Nel 2012 sono stati segnalati al COA 715 casi di AIDS diagnosticati nel 2012, e 291 casi diagnosticati negli anni precedenti.
Ala faccia dei dati ben più allarmistici riportati dalla nostra Stampa.