giovedì 28 novembre 2013

Manifestazione Love Is Right. L'endorsment si dà sempre ma spesso è un turarsi il naso...


Ho 48 anni e diffido ormai delle prese di pozione di principio.

Guardo al risultato politico e se una campagna, una manifestazione, una rivendicazione mi sembrano giuste e sacrosante mi associo e le sostengo senza che questo significhi dare carta bianca a questa o quella associazione promotrice.

Nel caso della campagna Love is right le associazioni promotrici Agedo, ArciGay, ArciLesbica, Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, MIT sono interlocutrici di tutto rispetto.

Purtroppo però nel leggere il documento di rivendicazione non posso celare un senso di pochezza e approssimazione che le parole scelte nel comunicato mi trasmettono con la forza di un pugno in un occhio (ahia!).

La nota si apre con le lamentele nei confronti di un emendamento alla legge Mancino approvato da uno dei due rami del parlamento,  del quale non si entra nel merito, dando per scontato che tutte ne siano a conoscenza, rinunciando a informare, anche sommariamente.

Come se gli ammanchi di diritti per le persone lgbt si esauriscano con l'emendamento alla legge Mancino tradendo il provincialismo politico  e la pavidità di chi ha scritto il documento - e di tutte  le associazioni firmatarie che lo hanno accettato senza cambiarne il senso - che invece di chiedere banalmente 100 per ottenere 30 si accontenta, più realisticamente del re, di quel 30 e chiede 20...

C'è un passaggio nel testo che mi ha fatto cadere dalla sedia (ariahia!) quando si definisce la legge Mancino 
fondamentale strumento di contrasto a tutte le discriminazioni, indebolendo la tutela penale necessaria per tutte le minoranze previste nel provvedimento.
Ecco, questa mentalità minoritaria la trovo davvero superata e controproducente.

La legge Mancino non tutela le minoranze, ma considera reato penale la

Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (DECRETO-LEGGE 26 aprile 1993, n. 122)
Non si capisce perchè le persone discriminate in base a queste differenze dovrebbero essere considerate una minoranza cioè un gruppo di persone che nell’interno di uno stato si distinguono dalla maggioranza, secondo i casi, per la razza o per la lingua o per la religione, a cui s’accompagna molte volte una diversa coscienza nazionale (dizionario Treccani online).

Anche nel nel caso di una razza o una lingua o una religione queste caratteristiche diventano identificative di un gruppo solo nel momento in cui le si discrimina in base a questa presunta differenza, quindi è la discriminazione a unire non a fare gruppo identitario.

L'estensione della legge Mancino anche alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere non riguarda la minoranza lgbt, perchè se l'omosessualità pura è una minoranza lo è anche l'eterosessualità, tutte le persone collocandosi nel continuum che va tra etero e omosessualità magari più vicine a uno dei due poli come insegna Kinsey.

Chiedere una tutela in quanto minoranza significa autoghettizzarsi nel recinto dorato della popolazione in via di estinzione, tra i Panda e le tigri bianche, riconoscendo così alla normatività etero la sua preponderanza e sminuendo le omosessualità (e la bisessualità) nei piccoli numeri dell'eccezione alla regola.

Questo modo di pensare è ottocentesco nei modi e novecentesco nella sostanza. Un modo di pensare vecchio, stantio e catto-omofobico.
Io non sono un handicappato che chiede l'abbattimento delle barriere architettoniche io sono un cittadino discriminato in base al mio orientamento sessuale che ha pari dignità e una diffusione identica anche nei numeri a quello etero in quanto entrambi diversamente bisessuali.

Le opzioni di default sono tre non una più due minoranze.

Chi non ha chiaro questo concetto deve farsi da parte e lasciare fare politica a qualcuna che ha le idee non solo più chiare ma anche più precise, più corrette, più politicamente efficaci.

Nel medioevo culturale nel quale il documento accusa il Paese di vivere ci vivono per prime le estenditrici del documento.

Non è purtroppo l'unico orrore concettuale contenuto nel documento.

Se la rivendicazione di 

uguaglianza di diritti, riconoscimento giuridico e sociale delle relazioni, la salvaguardia dell'integrità individuale, di coppia e collettiva.
è sacrosanta e condivisibile, questa non si esaurisce con  
un sistema di leggi che garantiscano le libertà, l'autodeterminazione, i diritti civili! Vogliamo una reale estensione della legge Mancino che contrasti la discriminazione omofobica SENZA SCONTI PER NESSUNO! 
Nè bastano le rivendicazioni successive, 
Il matrimonio egualitario per le persone omosessuali Altri istituti che tutelino le coppie di fatto lesbiche, gay ed etero Riconoscimento e tutela della genitorialità omosessuale Il cambio dei dati anagrafici senza l'obbligo di interventi di riattribuzione dei genitali per le persone transessuali La riscrittura della legge 40.
Manca in queste rivendicazioni un progetto culturale perchè senza una educazione della società tutta al rispetto delle differenze, nelle scuole, nei posti di lavoro, nei mass media, nessuna legge da sola può garantire un reale riconoscimento delle pari dignità.

D'altronde se le estenditrici del documento sono le prime a considerarsi una minoranza la pari dignità dov'è?


Non si tratta solo di una questione politica. Si tratta anche dei concetti e delle parole con i quali i concetti vengono diffusi.


Mi offende come cittadino come uomo e come gay quella frase discriminatoria corporativista e omocentrica (omofoba?) che rivendica
Il matrimonio egualitario per le persone omosessuali.
Primo perchè il matrimonio è lo stesso e non è un matrimonio per le persone omosessuali ma per le coppie dello stesso sesso che è ben altra cosa. 

Gli orientamenti sessuali sono tre e non due, come sanno bene famiglie arcobaleno che hanno tante genitrici che hanno avuto figlie da relazioni con partner dell'altro sesso (non a caso si riferiscono loro non come persone bisessuali ma come persone che hanno scoperto tardi la propria omosessualità).

Secondo perchè non è l'orientamento sessuale a impedire alle persone a sposarsi ma solamente l'assortimento sessuale della coppia.
Dare per scontato che due uomini che stanno insieme siano sempre e solo ed esclusivamente gay e non due persone che si amano E BASTA è tremendamente omofobico e discriminatorio.

Io sono una persona che ama e può amare una donna tanto da farci delle figlie e poi amare un uomo e volerne adottare altri senza che tra le due cose ci sia  contraddizione o costituire per questo una minoranza.

Gli aggettivi  usati nelle due rivendicazioni successive...
le coppie di fatto lesbiche, gay ed etero Riconoscimento e tutela della genitorialità omosessuale
..sono ambigui perchè non si capisce se siano usati nel loro significato letterale di dello stesso sesso o di sesso diverso o indichino un preciso orientamento sessuale.


Dire copie gay,  coppie lesbiche  e coppie etero dice una cosa (coppie dello stesso sesso o di sesso diverso) ma ne lascia intendere un'altra (coppie di froci e di lesbiche o di etero) discriminando così  le persone bisessuali CHE SONO L'UNICA MAGGIORANZA CHE ESISTE.

Se non si capisce questo nessuna rivendicazione sarà mai politicamente efficace;  finché questi o(e)rrori verranno commessi senza che nessuna li corregga non solo le cose non cambieranno ma non si potrà che andare a stare peggio.

Secondo queste solone del movimento lgbt io dovrei vivere col mio matrimonio per froci e le mie leggine di tutela in quanto minoranza.

Devono ammazzarmi prima che io rimanga in silenzio rispetto questa semplificazione criminale, devono uccidermi se non vogliono che combatta finché avranno questa posizione politica, fascista, omofobica, patriarcale e disgustosamente maschilista e sessista (SENZA SCONTI PER NESSUNO! si legge nel documento, con buona pace delle donne).

Sono stanco di questi errori, di questi vizi ideologici, di questa pavidità cattofascista, perchè siamo tutte un po' l'una e un po' l'altra cosa.

Eppure io il 7 dicembre in piazza ci sarò, perchè o organizzo una manifestazione altra, ma non ne ho né le forze né tantomeno il peso politico, o cerco di andare e fare sentire le mie critiche, le mie ragioni  e migliorare il migliorabile.

Perchè rimanersene a casa per preservare una propria verginità e purezza politiche è lo stesso errore che aprì questo Paese al fascismo, quello storico, che non ci ha mai abbandonato, come questo sciagurato documento dimostra amaramente.

E anche perchè chi è assente ha sempre torto.

Per cui esorto tutte a scendere in piazza anche se è Dicembre  e fa freddo e a rivendicare, emendare, protestare, altrimenti si fa come Mussolini che nella marcia su Roma arrivò comodamente in treno.

D'altronde non c'è peggior fascista di una compagna che si smarca dalla protesta perchè lei è di sinistra e continua a fare scelte elitarie con scarso, o nullo, peso politico.


Ci vediamo in piazza, sabato 7 dicembre alle ore 15 a Roma!